OBIEZIONI AD UN AMICO INTEGRALISTA
In questo articolo viene presentata una posizione cattolica che definirei integralista. Le persone sono spesso così inorridite dall'integralismo che lo respingono con scherno e insulti. Si puo' fare di meglio.
Per il cattolico integralista lo stato dovrebbe promuovere il bene dei cittadini, ovvero il cattolicesimo. La violenza, monopolio dello stato, dovrebbe essere messa al servizio di questo fine perseguitando eresie e apostasie. Con quali argomenti il cattolico puo' smarcarsi da questa posizione? La coercizione religiosa e il rifiuto delle libertà individuali sembrano una conseguenza inevitabile per i cattolici. Il cattolicesimo integralista ha una sua eleganza, una sua semplicità, persino una sua ovvietà. Forse che i non-integralisti vogliono uno stato che faccia "meno bene" di quel che potrebbe fare? Le alternative all'integralismo sono formalmente poco attraenti. Non stanno in piedi. D'altronde, i grandi cattolici del passato erano più o meno tutti integralisti. Oserei dire che per un cattolico l'integralismo è la dottrina da cui partire, la dottrina di default: o sei integralista o devi spiegare perché non lo sei.
Come puo' allora il cattolico non essere integralista? Rawls afferma che il libero esercizio della ragione pratica tende a portare a produrre un profondo disaccordo su questioni fondamentali. Ha chiamato questo il fatto "ragionevole pluralismo". L'epistemologia di Hayek spiega ulteriormente la naturalezza del profondo disaccordo che nascerebbe dalla dispersa natura delle informazioni che incidono sulla nostra applicazione pratica dei principi morali e persino sulla formulazione di tali principi. Quindi il profondo disaccordo è sia inevitabile che non colpevole. Molto disaccordo è dovuto al peccato, ma gran parte di esso no.
Ora, se Rawls e Hayek hanno ragione, lo stato integralista dovrà usare molta coercizione per contenere il disaccordo. Gli stessi regimi liberali usano la propaganda e sono fortemente coercitivi. Non lo sto negando. Ma l'integralismo richiede più propaganda e più coercizione dei regimi liberali perché i regimi liberali non devono essere altrettanto convincenti come i regimi integralisti per rimanere stabili. Uno stato integralista assomiglierebbe alla Cina. Quindi la difficoltà dell'integralismo è la sua capacità di sostenere la stabilità in modi moralmente appropriati, anche in condizioni favorevoli. Si tratta fondamentalmente di un'utopia.
Prima reazione: la violenza. Gli integralisti possono rifiutare il pluralismo e schiacciarlo. Una massiccia coercizione sarebbe fattibile e giustificata.
Seconda reazione: identificare le fonti teologiche di stabilità. Chi è in errore va aiutato a vedere la Verità. Una società costruita attorno a istituzioni che conferiscono grazia identificherà più abilmente la legge naturale, una legge intrinsecamente irresistibile una volta che viene afferrata da un intelletto non corrotto.
Terza reazione: negare il pluralismo ragionevole. Forse il pluralismo ragionevole non è il risultato naturale del libero esercizio della ragione pratica. Forse, invece, è il prodotto perverso di regimi liberali che rifiutano di fornire alle persone qualsiasi guida nel decidere come vivere.
Tutte e tre le reazioni mi lasciano scettico.
1) In primo luogo, la violenza è indesiderabile per molte ragioni, non solo perché ferisce fisicamente e psicologicamente, ma perché lede la dignità del nostro prossimo.
2) In secondo luogo, non è chiaro che la grazia aiuterà le persone a concordare sulla legge naturale, gli stessi cristiani, nel corso della loro storia bimillenaria, hanno avuto profonde divergenze su molti tipi di rivendicazione morale. L'esposizione alla grazia non sembra portare a un grande consenso. Ciò è particolarmente vero in materia politica, poiché i cristiani sinceri e informati sembrano aver adottato praticamente ogni possibile idea politica. Concedo che esiste una gamma più ristretta di disaccordi tra i cattolici romani, ma i disaccordi politici sono ancora molto ampi. Ci sono marxisti cattolici, anarchici, fascisti, socialisti, capitalisti e così via.
3) Infine, il poco di storia che conosco mi dice che le società sembrano molto più omogenee dall'esterno che dall'interno. Quando guardi da vicino la storia dei regimi politici, contengono tutti i tipi di controversie, e molte di esse sembrano essere del tutto sincere. Perfino imperi integralisti come l'Impero bizantino erano soggetti a notevoli disaccordi di vario genere. Una buona parte dei nostri disaccordi sono dovuti a fattori diversi dal liberalismo. Ad esempio, livelli più elevati di istruzione portano più persone a un'attenta riflessione sui loro valori. Anche la comunicazione di massa consente alle persone di sviluppare idee personali. Inoltre, le società sono molto più estese oggi che in passato: tante teste, tante idee. Anche la ricchezza e la pace prolungata fa venir meno il senso di urgenza di un pensiero uniforme.
Quindi, in sintesi, la teoria integralista affronta la sfida della diversità delle credenze. La sua proposta puo' essere respinta dal cristiano come utopica.
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L'ELEGANZA DELL'INTEGRALISTA CATTOLICO
Per il cattolico integralista lo stato dovrebbe promuovere il bene dei cittadini, ovvero il cattolicesimo. La violenza, monopolio dello stato, dovrebbe essere messa al servizio di questo fine perseguitando eresie e apostasie.
Con quali argomenti il cattolico puo' smarcarsi da questa posizione? La coercizione religiosa e il rifiuto delle libertà individuali sembrano una conseguenza inevitabile per i cattolici. Il cattolicesimo integralista ha una sua eleganza, una sua semplicità, persino una sua ovvietà. Forse che i non-integralisti vogliono uno stato che faccia "meno bene" di quel che potrebbe fare? Le alternative all'integralismo sono formalmente poco attraenti. Non stanno in piedi. D'altronde, i grandi cattolici del passato erano più o meno tutti intgralisti. Oserei dire che per un cattolico l'integralismo è la dottrina da cui partire, la dottrina di default: o sei integralista o devi spiegare perché non lo sei.
Viene da fare un parallelo con l'utilitarismo integralista di Peter Singer, un filosofo dalle conclusioni ripugnanti ma assai difficili da rigettare, almeno se sei un utilitarista. Sia l'integralismo cattolico che quello utilitarista sono teorie eleganti dalle conclusioni impreviste. L'ideale per mettere in imbarazzo cattolici e utilitaristi.