Visualizzazione post con etichetta kahneman vs haidt. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta kahneman vs haidt. Mostra tutti i post

venerdì 30 novembre 2012

Luce in fondo al tunnel

Maestro: (passando davanti alla vasca dei pesci rossi): beato quel pesciolino, guarda quanto è felice.

Discepolo: come fai a saperlo?

Maestro: come fai a sapere che non lo so?

C' è un punto in fondo all’ anima a cui accede solo l’ introspezione.

Siccome la felicità si deposita lì, risulta molto difficile misurarla, non parliamo poi se dovessimo fare confronti interpersonali.

Le difficoltà si moltiplicano anche perché confondiamo di continuo felicità e piacere: il piacere è un' onda nel cervello, la felicità è la soddisfazione interiore con cui raccontiamo la storia della nostra vita.

Per essere felici occorre un impegno esistenziale: è consigliabile immolarsi per cio' che si ritiene importante.
In questi casi la cosa difficile non sta tanto nell’ immolarsi quanto nel trovare qualcosa per cui valga la pena farlo.

E' impossibile dare importanza a compiti elementari: non ci si realizza schioccando le dita.

Molto meglio puntare su attività che ci chiedano sacrifici eccezionali compatibili con la nostra indole: una situazione in cui felicità e piacere coincidono solo in fondo al tunnel.
felic

Di solito l' omino che misura la felicità spunta per le interviste proprio quando l' uomo sulla giusta via della felicità è oberato dai suoi sacrifici (lo è quasi sempre) e gli chiede a bruciapelo: lei è felice facendo quel che sta facendo ora? L' uomo felice - stressato, sudato, sotto pressione - lo manda a quel paese. A quel punto l' omino che misura la felicità segna la crocetta nell' ultimo quadratino in basso. Dopo qualche giorno l' omino che misura la felicità torna facendo la stessa domanda, ricevendo la stessa risposta e barrando la stessa casella.

Poi pubblica tutto con gran clamore.

http://www.tnr.com/article/politics/magazine/103952/happyism-deirdre-mccloskey-economics-happiness

http://www.bostonreview.net/BR37.6/claude_fischer_happiness_economics_psychology.php


P.S.: perché su questi temi preferire Haidt a Kahneman? Il primo ha un concetto complesso di felicità. Sufficientemente complesso da non renderlo misurabile.

P.S. illusioni ottiche nella misurazione della felicità: 1. siamo cattivi predittori affettivi 2. esiste il cosiddetto adattamento edonico 3. l' invidia conta più dell' egoismo in queste faccende

P.S. "possiamo anche fare una montagna di brain scan ma non saprò mai se le tue sensazioni quando vedi il colore rosso sono pari alle mie"

P.S. come si fanno i test? Domanda e risposta con tre opzioni: 1. infelice 2. felice 3. molto felice. Caso classico in cui significanza statistica  e significanza scientifica divergono.

P.S. se vuoi considera pure gli studi sulla felicità ma non permetterti di usarli per elaborare policy: dovresti redistribuire dal brahmino al taccagno.

P.S. la felicità non è fungibile, è multipla e si manifesta su varie dimensioni. L' amore per mio padre non si coniuga con la voglia che ho di andare all' Università. Non si possono fare scambi qui.

p.s. esperimento mentale: vuoi connetterti alla macchina della felicità o tornare a casa? Rispondi e cerca di comprendere la natura della felicità.

p.s. gli studi seri non fanno regressioni ma studianoi casi da vicino. Risultato: la gente è felice quando esercita le virtù.

p.s. come rispondere a chi presenta i problemi del consumismo? Dicendo che sono i problemi di sempre. Tutte le società gli anno avuti. Rispetto al passato abbiamo solo più strumenti per realizzarci e più ambiti dove farlo.

p.s. nota bene, tutto il discorso sull' impossibilità di misurare la felicità è un discroso pro pil