Visualizzazione post con etichetta caplan famiglia e bimbi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta caplan famiglia e bimbi. Mostra tutti i post

giovedì 13 dicembre 2012

Il gioco delle coppie

Nel gioco delle coppie l' amore conta ma contano anche altre cose:

1. bellezza
2. potenziale ricchezza
3. carattere
4. idee e valori sulla religione, sulla politica e sulla famiglia.

Il gioco delle coppie puo' essere visto come un baratto con tanto di domanda e offerta.

L' evidenza ci dice che tendiamo a scegliere persone con istruzione, religione e hobbies simili ai nostri. Lo stesso vale per le idee politiche, anche se un po' meno. Sui caratteri meglio non pronunciarsi.

L' uomo è poligamo, la donna ipergamica. Ovvero: l' uomo ne vuole tante, la donna lo vuole migliore.

Come suddividere i lavori di casa? E' razionale assegnarli tutti a chi li fa meglio. Oppure a chi guadagna meno sul lavoro.

Se uno non puo' permettersi la babysitter, allora è più efficiente stare in casa (tasse permettendo).

 bambini di solito riducono il valore della donna sul mercato, questo ha comportato minori investimenti in capitale umano.

Ma le cose oggi sono cambiate, e questo essenzialmente per due fattori: mano figli (pillola?) e tecnologia (lavatrice?).

Ora per la donna diventa conveniente entrare nel mercato del lavoro. Anche la natura del lavoro stesso è cambiata.

La storia come la raccontano gli studi di genere è falsa. Per loro il patriarcato degli uomini ha oppresso la donna.

Ma:

1. c' è sempre stata concorrenza, per gli uomini sarebbe stato difficile colludere,
2. i mutamenti tecnologici spiegano molto meglio di fantomatiche (prese di coscienza),
3. tra uomo e donna esistono pur sempre differenze profonde, non dimentichiamolo.

Due parole adesso sulla dimensione della famiglia.

Se i figli costano tanto se ne comprano pochi e i ricchi ne comprano di più. La massima è confermato: laddove la rinuncia al lavoro costa tanto si fanno meno figli (società ricche). Le famiglie molto ricche sono anche più numerose.

Il welfare distorce molti incentivi e spiega perché il tasso di figli illegittimi sia più alto presso le donne povere.

L' effetto reddito non pesa poi così tanto. Perché? Forse perché in tema di figli si enfatizza il trade off qualità/quantità: ne voglio pochi per investire di più su ciascuno di loro. Peccato che gli extra investimenti genitoriali abbiano un rendimento vicino allo zero, almeno se consideriamo una wish list di buon senso e di lungo termine (salute, successo, felicità, reddito, valori, stima). Il genitore influenza superficialmente i valori e puo' determinare i rapporti di riconoscenza del figlio verso di lui. Sul resto incide poco niente, almeno nel mondo ricco, quello in cui si sono studiati gemelli e adottati.

Il mondo è sottopopolato.

Guarda ai prezzi: tutto scende tranne il costo del lavoro. Evidentemente mancano lavoratori.

Hai paura per l' ambiente? Metti una carbon-tax anziché disincentivare la procreazione di bambini.

Il mondo si arricchisce grazie all' innovazione, ovvero alle idee. Ma le idee escono dalle teste: quante più teste, tante più idee. La storia conferma: le idee migliori sono sempre partite laddove le persone concentravano la loro presenza.

Tante teste, tanta varietà. Più varietà, più scelta. In tanti si sta meglio. Per questo le città sono sempre più ricche. Perché i profeti della sovrapopolazione vivono a New York e non nel deserto del Nevada?

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/e321/lab8.htm

martedì 28 febbraio 2012

Que sera, sera… ovvero: umiltà, coraggio e saggezza SAGGIO

When I was just a little girl
I asked my mother, what will I be
Will I be pretty, will I be rich
Here's what she said to me.
Que Sera, Sera,
Whatever will be, will be
The future's not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be.
Doris Day
Bryan Caplan – Selfish reason to have more kids
Nel 1992 Gary Becker vinse il suo bravo premio Nobel, aveva fatto una scoperta illuminante: “l’ economia è ovunque”.
Mica solo in borsa o al Ministero delle Finanze, ovunque: ecco allora che inciampi nella logica economica tra le bande criminali, nelle pratiche razziste, in quelle discriminatorie, nei processi in tribunale, nelle comunità terapeutiche, nelle strategie di disintossicazione, nel mondo delle diete e della cartomanzia, nei metodi di studio, nelle scelte legate alla carriera come in quelle amorose… ma soprattutto, ed eccoci a noi, nella famiglia.
Bryan Caplan è un fan di GB, ricorda con emozione il giorno in cui lo incrociò in mensa alla Chicago University, annovera il Nobel a lui assegnato tra i più significativi del secolo e considera seminale il suo lavoro, ma soprattutto lo ringrazia tutti i giorni per aver evitato a un giovane e brillante economista come lui di doversi occupare di cose mortalmente noiose come i tassi d’ interesse, l' indicizzazione dei salari e i derivati di borsa. Eppure, tutta la gratitudine del mondo non lo ha distolto da una convinzione radicata: le conclusioni del mitico “chicagoano” sulle dinamiche familiari di questo secolo non reggono, non reggono proprio per niente.
La genia dei “beckeriani” si era messa in mente di spiegare il calo della fertilità in Occidente in termini di “egoismo razionale”. Le loro ipotesi, per quanto debolucce, sono comunque da prendere sul serio, passiamole allora in rassegna:
- innanzitutto ci si concentrò sulla condizione femminile: ora che per le donne lavorare rende molto di più, rinunciare a un’ ora di lavoro – e un figlio impone rinunce massicce - è particolarmente oneroso. Caplan non è convinto, c’ è anche il rovescio della medaglia: in un mondo con più opportunità di lucro per la donna diventa conveniente lavorare di meno, guadagnare di più e avere più figli;
- con la fine della famiglia patriarcale il potere contrattuale delle donne è diventato più forte. Caplan scuote il capoccione: l’ osservazione sarebbe pertinente se le donne oggi volessero “meno figli” rispetto agli uomini, si dà il caso che semmai è vero il contrario;
- secondo alcuni i contraccettivi spiegano tutto. Tra costoro non c’ è certo Caplan: i contraccettivi erano già pienamente disponibili prima del baby boom, come la mettiamo?;
- c’ è chi ritiene che un tempo i figli supportassero la vecchiaia, con il welfare questo servigio si rende superfluo. Caplan brontola: peccato che nella sostanza non sia mai andata veramente così, i flussi di cassa, per quanto la cosa sorprenda i più, sono sempre stati a senso unico: dai vecchi ai giovani.
I beckeriani hanno sia ispirato che deluso Caplan: oggi siamo più ricchi, possiamo permetterci molti più figli, oggi la tecnologia ci supporta al meglio - pensate per un attimo al tormento di vostra nonna intenta a lavare a mano i pannolini –, siamo anche più longevi per goderci i nipotini… possibile che simili contrappesi non siano stati presi minimamente in considerazione?
Quando gli scenari fondati sull’ egoismo razionale vacillano, esistono solo tre valide alternative per spiegare il comportamento umano: valori, invidia ed errori.
1. valori: assistiamo da decenni a una loro metamorfosi, il matrimonio non è più un traguardo ambito e mettere al mondo un’ anima non è più né un dovere né una realizzazione personale (per molti non è più nemmeno un’ anima cio’ che si mette al mondo!);
2. invidia: l’ invidia sociale ci impone carichi di cura inutilmente gravosi; oggi anche un genitore mediocre sarebbe considerato “ottimo” secondo gli standard di ieri, ma quel che conta per l’ invidioso è il confronto col vicino o il collega, chi se ne importa di “ieri” e dei livelli presi in assoluto: si vuole essere considerati “ottimi” secondo gli standard relativi. Perché mettere al mondo un secondo figlio se diventa molto faticoso garantirgli uno stile di vita almeno pari a quello dei compagni di scuola?
3. bias: i genitori di oggi vorrebbero essere lungimiranti, prima di mettere al mondo un figlio ci ponzano e ci riponzano all’ infinito, calcolatrice alla mano. Diciamola così: secondo Caplan il miope ha molti figli, il “lungimirante carico di bias” ne ha pochi e il “lungimirante accurato” torna a volerne molti. Noi siamo passati dalla miopia alla lungimiranza superficiale, ora dobbiamo accingerci al secondo balzo, e il libro ci spiega come.
Ecco allora le tesi del volume concentrate in pochi righi:
1. I genitori possono migliorare di molto la qualità della loro vita senza danneggiare quella dei pargoli, questo perché il “fattore genetico” conta molto più di quel che si è soliti pensare, e cio’ induce molti errori di valutazione.
2. I genitori vivono spesso in uno stato d’ ansia ingiustificato: i nostri ragazzi non sono mai stati tanto al sicuro come oggi.
3. Egoismo e altruismo puntano nella stessa direzione: i genitori che hanno un figlio in più migliorano sia il loro stato che quello del pianeta.
Scusate se liquido la terza tesi con una citazione per passare poi ad altro:
… ci sono due visioni dell’ umanità… nella prima le persone sono stomaci che camminano… più persone significa più stomaci che digeriscono, e quindi meno cibo per gli altri… nella seconda visione la persona è un cervello che produce idee… più persone significa nella sostanza più idee… più idee per me, più idee per tutti…
Veniamo dunque al cuore del libro, quando nasce il tuo primo figlio, gli amici al bar fanno a gara per avvertirti che “la tua vita cambierà”, però te lo dicono con un risolino sarcastico: non dargli retta, la gente è superficiale, specie al bar; i bambini sono molto più simpatici e meno impegnativi di quel che si crede.
Aggiungo subito un’ avvertenza, però: se avete intenzione di indossare i panni del Genitore Tipo del Terzo Millennio (GTTM), il risolino degli amici è più che giustificato. Il GTTM è specializzato nel trasformare la presenza di un bimbo in un onere gravoso. Per fortuna esiste una preziosa alternativa: il GR (Genitore Razionale). Per avere un’ idea di cosa sia basta tirare indietro le lancette dell’ orologio e pensare ad esempio a vostro padre che, quando chiedevate un passaggio per la festa, rispondeva con osservazioni inoppugnabili: “non sono mica il tuo autista”. Mio padre non era particolarmente razionale, ma a volte basta avere molti figli per diventarlo in fretta.
Di seguito, un po’ alla rinfusa, alcune buone notizie per genitori in cerca di relax.
SONNO. Ci sono alcuni genitori che girano per anni come zombi. Forse non è mai esistito un problema tanto impellente dalla soluzione tanto lineare. Togliamo i neonati e i casi patologici, la fonte della tortura è sempre l’ overparenting: basta un metodo Ferber qualsiasi per appianare in pochi giorni ogni cosa: avrete notti di sogno, pisolini diurni compresi.
ATTIVITA’. L’ ingenuo pensa che incentivare le attività del figlio garantisca un break al genitore. Tutte palle, non si tratta di pause ricreanti ma di concitati pit stop da formula uno: lo accompagnerete in capo al mondo, farete un nervoso e inconcludente giretto nei dintorni per poi tornare a riprenderlo e trascinarlo altrove. Morale: un genitore felice deve affrettarsi ad abbandonare alla svelta tutte le attività extra sgradite al figlio (e sono molte), ci guadagneranno entrambi.
VACANZE. Sono un incubo per molti genitori: perché pagare migliaia di euro per la peggiore settimana dell’ anno, quella in cui continueremo a ripetere mentalmente e a voce alte: “questa è la prima e l’ ultima volta!”? Tanto per cominciare, i bambini non sono fan dei lunghi viaggi in auto, oltretutto per loro un posto vale l’ altro, basta che si giochi e ci si diverta; privilegiare località vicine è scelta oculata, anche se la cosa migliore in assoluto sarebbe sostituire la vacation con la staycation: quanti posti che non abbiamo mai visto sono raggiungibili in giornata (BC è nato a Los Angeles senza mai aver messo piede a Hollywood!).
DISCIPLINA. Nel punire il genitore è solito dire: “lo faccio per il tuo bene”, oppure: “costa più a me che a te”. Il fatto è che il GTTM ha finito nel credere alla sua stessa “propaganda”! Le cose stanno assai diversamente: le regole facilitano la vita, la vita di tutti, innanzitutto quella dei genitori. Sceglietele in modo da centrare questo obiettivo, ma soprattutto rispettate la saggezza dei tempi che in materia parla chiaro: CCC: Chiarezza, Coerenza e Conseguenzialità. E non lamentatevi se la nonna mina i vostri sforzi: il bimbo sa distinguere. E non lamentatevi se per il piccolo la disciplina vale solo a casa: sapendo distinguere, è normale che sia così, consolatevi piuttosto pensando che in fondo è proprio in casa che la quiete e l’ ordine vi beneficiano di più. Se poi i vostri bimbi amano la Tv e i dolci, avete risolto anche il problema della terza “C”, quella relativa a premi e punizioni. La super tata ha sdoganato persino “l’ angolo dei cattivi”: non credevo ai miei occhi nel vedere le pesti più pesti accettare supinamente la messa all’ angolo: dieci minuti di “dolce umiliazione” risolvono intere giornate facendo lievitare la serenità di tutti.
CONTROLLO. Bambini più indipendenti, uguale meno ammorbanti controlli, sbrigatevi dunque a renderli tali. E non dimenticate che dopo una certa età è più pericoloso portare il bimbo al supermercato con voi che lasciarlo solo a casa. Avete ancora paura di qualcosa? Concentratevi: probabilmente è una fantasia perversa innescata dalla visione sviante del telegiornale. Se siete a corto di idee per rendere indipendente il pargolo potreste provarci circondandolo con tre o quattro fratellini, in alternativa digitate su Google “worst american mom”: uscirà il faccione di Lenore Skenazy, ci penserà lei a suggerirvi stratagemmi per eludere faticose e inutili supervisioni.
SICUREZZA. I nostri bambini non sono mai stati tanto al sicuro come oggi. Ci sono un mucchio di “buone notizie” circa le “cattive notizie”: le tragedie ascoltate alla TV istillano paure almeno tanto stupide quanto l’ entusiasmo che prende taluni nell’ udire che Tizio ha vinto il primo premio della lotteria. La vera notizia in merito è che malattie, incidenti, omicidi, suicidi, guerra, rapimenti… seguono pervicacemente un’ unica tendenza che predomina da decenni: quella verso il basso.
COME SEPPELLIRE UN PROBLEMA. Avete mai cambiato l’ olio alla macchina perdendo mezza giornata per poi scoprire che il benzinaio accanto fa tutto in dieci minuti per cinque euro? Ecco, coi bambini spesso funziona così: molti problemi spariscono all’ istante, basta “seppellirli” sotto un mucchietto di banconote, non esitate a ricorrervi, ne bastano davvero poche per scampare alle piaghe d’ Egitto: appaltare a terzi i lavori più noiosi è un problema solo per tirchi, autolesionisti e tutti coloro incapaci di trasformare i soldi in felicità: pranzi d’ asporto, baby sitter elettroniche e in carne e ossa, lavanderia, spese on line, nidi… dateci dentro, e chi più ne ha più ne metta.
IL MERCATO DELLE VACCHE. Se desiderate che vostro figlio assolva a un compito straordinario particolarmente oneroso fate in modo che per lui ne valga la pena: prima dell’ adolescenza non possiede sentimenti morali a cui fare appello, ma comprende benissimo lo scambio di favori: il significato di premi e ricompense è immediatamente disponibile anche alla sua mente: mercanteggiare in molti casi è una vera ancora di salvezza. A una certa età si puo’ ricorrere persino al denaro, perché no? Usare il denaro per essere buoni genitori non è solo fattibile, è già fatto: i genitori che lo usano coi figli sono mediamente genitori più sereni e soddisfatti.
STRESS DI SECONDA MANO. Pensate al vostro benessere, e se la cosa vi disturba, pensate che anche i bambini sono soggetti a molti stress, il principale è lo stress di risulta, ovvero lo stress dei genitori che si riflette su di loro. Quindi: rilassatevi al più presto, fatelo per loro!
ESPERIMENTI. Gli amici vi ripeteranno: “il primo figlio ti porta via il 99% del tempo libero, il secondo il restante 1%”; loro lo dicono per canzonarvi, ma voi concentratevi cogliendo la strepitosa buona nuova che nasconde questa presa in giro: il secondo figlio è incredibilmente meno oneroso del primo! In realtà non dedicheremo solo l’ 1% dei nostri sforzi al secondo figlio, molto più semplicemente dimezzeremo gli sforzi sul primo. Bene, non vi resta che considerare gli effetti (praticamente nulli) di questo “dimezzamento” e mordervi le dita per non averlo attuato prima. Se ancora titubate e volete approfondire, fate pure un terzo figlio e così via: man mano che si procede, la qualità del primogenito migliorerà. Chi non è curioso si limiti ad apprendere subito la lezione senza bisogno di esperimenti ed educhi l’ unico figlio come se ne avesse cinque.
GENI. Se c’ è una materia foriera di buone notizie per chi ama le famiglie numerose, questa è la psicologia evolutiva. Si è dedicata molto a districare il viluppo nature\nurture ponendo la sua lente su famiglie molto particolari: 1. quelle che adottano 2. quelle con gemelli (omozigoti e non), 3. quelle con gemelli adottati separatamente. Il fatto è che se sono alto nessuno penserà mai che cio’ è dovuto all’ educazione ricevuta, ma se sono scortese ecco che le cose cambiano. La psicologia evolutiva ci dice in sintesi che non c’ è ragione di farle cambiare poi così radicalmente, e questa è una grande notizia per chi non vuole sobbarcarsi sforzi inutili.
SALUTE. I genitori non incidono sulla speranza di vita dei loro figli, e nemmeno granché sulle loro condizioni di salute (dei genitori sciagurati in questo post non si parla). La loro azione avrà giusto un piccolo effetto su fumo, alcool e droghe.
INTELLIGENZA. Il genitore spia il suo pupillo mentre gioca coi compagni nella speranza di cogliere una superiorità intellettiva, e dopo aver fantasticato un po’, ritiene di avere in mano indizi concreti. Se l’ erede a scuola non è granché, lo si deve al fatto che si distrae di fronte al banale. E intanto, vai con video, libri, musei, e operazioncine per l’ “enachment”. La triste realtà è che i genitori possono ben poco nello stimolare l’ intelligenza dei figli, sul lungo periodo gli illusori successi ottenuti svaniranno.
FELICITA’. Se voglio vedere mio figlio felice gli compro un gelato, cosa c’ è di più facile? E poi con un simpaticone come me ci si diverte sempre. Non c’ è niente di più facile che fare del proprio figlio una persona felice. Sbagliato: la felicità, l’ infelicità e l’ autostima futura non dico siano come la statura ma quasi.
SUCCESSO. I bambini sono circondati da genitori che nei giorni pari li invitano a seguire i loro sogni e nei giorni dispari li esortano a non stare perennemente con la testa tra le nuvole. Sembra che tutti vogliano ardentemente il loro successo, non si limitano ad aiutarli nei compiti, pianificano loro la vita nei dettagli! Dietro una vita di successo si suppone ci sia lo slancio di una famiglia coesa e determinata. Ebbene, gli studi sui gemelli dicono praticamente che se non è vero il contrario poco ci manca.
CARATTERE. Il genitore illuminato e illuminista tenta di consolarsi: “se non posso fare di lui un genio, almeno ne farò una persona equilibrata e onesta”. Pia illusione: empatia e coscienziosità sono tratti della personalità piuttosto rigidi, figuriamoci che nemmeno i futuri comportamenti criminali sembrano dipendere dall’ educazione inoculata.
VALORI. Qui si comincia a ragionare. Il padre milanista ha quasi sempre un figlio che sarà milanista per tutta la vita, e essere milanisti – cheché se ne dica - non è certo scritto nei geni. Religione, ideologia e fede politica funzionano un po’ come il tifo: c’ è margine per operare (anche se si rischia di trasmettere l’ etichetta senza un’ adeguata passione).
AMORE FILIALE. Genitori amorevoli e rispettosi saranno sempre ricambiati, per quanti siano gli errori fatti in buona fede.
cristo benedicente
Cranach il vecchio; Gesù benedicente i bambini
Arrivati alla fine consentitemi solo tre codine.
La prima chiusa è un avvertimento: al mondo non esistono mica solo i genitori e i geni. Quindi, una volta ridimensionato il determinismo educativo, evitiamo di fantasticare sul determinismo genetico, sarebbe da stolti. I geni ci spiegano al massimo un 50%, e il resto? Ognuno ci metta quel che crede, io, per esempio, ci metto la libertà: se i genitori contano meno del previsto questo è perché i loro figli sono persone essenzialmente libere.
La seconda chiusa è la preghiera del genitore consapevole:
… Signore, dammi l’ umiltà per accettare cio’ che non posso cambiare, il coraggio per cambiare cio’ che posso cambiare e la saggezza per distinguere tra le due cose…

Reinhold Niebuhr

E infine, un giudizio: a mio parere il libro è abbastanza convincente… e siccome ideas have consequences…