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mercoledì 30 giugno 2010

Il Dio Po' in salsa elvetica

Volete bere dalla loro ampolla?

Se ci tenete fatelo pure, sappiate però che non è l' ampolla di Bossi, non è un gingillo per purificasrsi, bensì per contaminarsi.

La porgono i Triangulation, combo svizzero e qualcosa, tanto fiero della radice celtica quanto voglioso di stemperarla con mille altre influenze.

Difficile sentire nei precordi un folk inventato al momento lì per lì, loro ci riescono...

Non manca neanche lo sciamano: è il ventriloquo Bruno Amstad (growling, groaning, grumbling...). Un apparato digerente di prim' ordine, l' occasione poi per ascoltare gli abissali contra A (un' ottava sotto il normale registro dei bassi).

Come grandi untori si aggirano comprovvisando in cerca di inoculare e infettarsi con virus che lascino il segno nella progenie.

Tutto l' intrasentito occasionalmente da dieci anni in qua è stato ruminato dai protagonisti e sottoposto a metabolismo selvaggio prima di essere riservito in tavola.

Parole avvistate nella rassegna stampa della critica: reaping, treshing, recombining, screaming... Difficile abbinarle al boss, il raffinato pianista John Wolf Brennan.

mercoledì 28 aprile 2010

Dipingere la Tv e suonare la voce

I’m inspired by television and movies from my childhood. It’s funny how you watch some of those things today and wonder why you were so obsessed with them at the time. I remember the Fonz being SO much cooler than he actually was. My paintings are basically just placards screaming ‘Childhood! It was amazing! I want it forever, please!’ I paint mainly in my pajamas, watching the Muppet Show and eating cereal. I’d like to think it shows. James Hance.



***

Siccome nel combo svizzero venne a mancare il basso, John Wolf Brennan decise di sopperire alla lacuna ospitando Bruno Amstad, uno che però sa suonare solo la sua voce... Tutto bene quel che finisce bene.

giovedì 15 aprile 2010

Ssshhhh: cose che non si possono dire

Problema: le donne dell' Ottocento vivevano in un mondo più libero di quello d' oggi?

Prima di rispondere è bene tenere a mente che "ricchezza" e "libertà" sono concetti da non mischiare indebitamente.

E' d' uopo, poi, appuntarsi anche questo:

1. prima: meno tasse;

2. prima: meno regole;

3. prima: no voto. Ok, ma forse è irrilevante: il voto serve per liberarsi, se le donne erano più libere prima cio' significa che il diritto di voto sarà anche un valore, ma non serve la causa della libertà.

4. prima: marito capo-famiglia. Anche questo forse è irrilevante: il matrimonio era pur sempre volontario e il patriarcato solo un default; un default deve pur esserci.

Cosa resta da aggiungere? Ah, sì: parecchie leggi all' apparenza oppressive a quanto pare non opprimevano granchè vista la loro difficile applicazione; per lo stesso motivo parecchie leggi permissive di oggi non permettono un granchè.

Ricordo solo che proibire cio' che non farei non limita di molto la mia libertà.

formalizziamo queste ultime considerazioni attaccandoci il punto cinque:

5. Le leggi irrilevanti non contano.

E la pressione del giudizio sociale, dove la mettiamo? La buttiamo via: avere un' idea sulle cose non diminuisce il grado di libertà sociale. La "mentalità" non conta in questa sede (vedi bottom line).

Sembrerebbe proprio che le donnine di Sex and the City stiano giocando in una gabbietta più angusta rispetto a quella che limitava l' agire delle loro trisavole.

Vale anche la pena di ricordare che il mondo delle trisavole ha prodotto il mondo di "S&C", mentre il mondo di "S&C" ha prodotto... vedremo.

link dei link

Bottom line: ... the idea that we should discount voluntary choices in other cultures more than in ours because of their supposed cultural brainwashing is pretty arrogant...

Veramente concludere come ho concluso è piuttosto azzardato ma della conclusione, sorpresa!, in questo caso non m' interessa granchè, il mio vero obiettivo era un altro: non sopporto chi fa della libertà uno stendardo da alzare a priori. Questa voglia di essere dalla parte della libertà inquina la discussione!

C' è addirittura chi si dipinge un "mondo perfetto", una "situazione ideale", per poi concludere: "ecco, quello è un mondo libero".

Per costoro la libertà coincide con il "bene a prescindere" e per definirla devono raffigurarsi per l' appunto codesto "bene".

All' apparenza litigano tra loro per stabilire cosa sia la "libertà", non si accorgono che invece stanno litigando solo per definire cosa sia il "bene".

Il buon senso, in questi casi, indicherebbe come preferibile il percorso esattamente opposto: prima definisci la "libertà", caro mio, e poi giudica se per te è un "bene" e fino a che punto.

In questo modo, per esempio, sarebbe legittimo dire che le donne dell' Ottocento erano più libere ma, siccome la libertà stressa, la situazione attuale è di gran lunga più rilassante per tutti.

Scommetto che l' orecchio di molti in un' affermazione del genere percepirebbe una nota stonata al di là di ogni merito.