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lunedì 12 giugno 2017

Strage di Bologna - Parte seconda

La strage alla stazione di Bologna - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo (Italian Edition) Vladimiro Satta
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3. Il problema del movente
Premesso che, storicamente, gli attentati contro impianti ferroviari erano nel repertorio di alcuni gruppi di estrema destra, la sentenza di Cassazione n. 14890/95 ha stabilito che «la strage di Bologna era oggettivamente compatibile con la strategia terroristica che in quel momento una parte della destra eversiva stava attuando
Note:LA STRATEGIA FERROVIARIA
il fallimentare attentato del 1973 al treno Torino-Roma eseguito da Nico Azzi e quelli cosiddetti minori degli anni 1974 e 1975 sulla linea ferroviaria tra Chiusi e Arezzo in ordine ai quali erano stati condannati Luciano Franci e Mario Tuti.
Note:I PRECEDENTI ATTENTATI CON CUI SI STABILIVA UN LEGAME
Le fonti da cui si ricavava la compatibilità tra l’attentato del 2 agosto 1980 e l’attività dell’ultradestra in quel periodo erano: un «manoscritto rinvenuto pochi giorni dopo la strage, in una cabina telefonica di Bologna, nel quale si rivendicava che d’ora in poi lo scopo della lotta allo Stato era quello di causare le massime perdite possibili»;31 l’allarme lanciato a luglio 1980 da un simpatizzante della destra extraparlamentare detenuto, Vettore Presilio, il quale disse di avere appreso che i fascisti progettavano un attentato contro il magistrato trevigiano Giancarlo Stiz e altre azioni clamorose non meglio specificate; le dichiarazioni rese un paio di mesi dopo la strage da Leonardo Giovagnini, direttore dell’emittente locale di estrema destra Radio Mantakas, il quale riferì che nel luglio precedente Roberto Fiore, di Terza posizione, gli aveva confidato che «i militanti erano armati e pronti a compiere azioni terroristiche».
Note:LE FONTI CHE COLLEGAVANO LA STRAGE ALLA DESTRA. POCO PROBANTI
il terrorismo, sia indiscriminato che contro obiettivi ben individuati, […] può essere indicato per scatenare l’offensiva contro le forze del regime contando sull’impressione prodotta sia sul nemico che sulle forze almeno in parte a noi favorevoli. […] È indubbio che si avrà quasi automaticamente un estendersi della lotta armata, favorita anche dalla prevedibile recrudescenza della repressione. […] Il cecchinaggio, pur valido da un punto di vista tattico, non è di per sé sufficiente.
Note:DOCUMENTO RINVENUTO A NUORO. REDATTO FORSE DA TUTI
Tuttavia la pertinenza di questo documento è discutibile, per ragioni soggettive e oggettive. Soggettive, perché gli estensori, pur essendo fascisti, non coincidono né con i condannati per la strage di Bologna né con i Nar…. nel caso della stazione di Bologna, dove sono le rappresaglie, le ritorsioni e gli ultimatum fascisti che secondo il documento avrebbero dovuto permettere di dirottare l’eventuale odio popolare verso le autorità?
Note:DUBBI
L’ennesima riprova della difficoltà di trovare un movente fascista convincente si riscontra nelle riflessioni extragiudiziali del magistrato Vittorio Borraccetti. L’autore, a conclusione di un esame critico dei moventi che teoricamente i fascisti potevano avere, si trova a ripiegare sull’irrazionalismo puro:
GIUDICE BORRACCETTI: L"IRRAZIONALISMO COME UNICO MOVENTE
Il Sismi e l’operazione «Terrore sui treni»
confezionamento di una pista investigativa da parte del capo del Sismi Giuseppe Santovito e di due ufficiali del Servizio, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Costoro inventarono che una «fonte» del Servizio aveva preannunciato l’attuazione di un programma eversivo accompagnato da attentati dinamitardi – denominato «Terrore sui treni» – e poi, con l’aiuto del maresciallo Francesco Sanapo, fecero collocare su un treno della linea Taranto-Milano una valigia contenente materiali altamente indizianti: esplosivo dello stesso tipo di quello usato per la strage di Bologna,
Note:LA FALSA PISTA
la messinscena «Terrore sui treni» fu trattata nell’ambito della presunta costituzione di un «centro di potere arbitrario ed occulto» all’interno del servizio segreto militare, detto «SuperSismi» o «SuperEsse», a opera di appartenenti al Servizio stesso e di estranei, tra cui il cosiddetto «faccendiere» Francesco Pazienza.
Note:SUPERSISMI
Un anno dopo, in appello, gli imputati furono però assolti dall’accusa di associazione a delinquere per insussistenza del fatto, e condannati per peculato e reati minori.
Note:SUPESISMI SMONTATO
È pacifico che il contenuto della valigia del gennaio 1981 e le notizie sul piano «Terrore sui treni» messe in circolazione dagli ufficiali del Sismi erano tali da intrecciarsi strettamente con l’inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 e che l’intervento di Santovito, Musumeci e Belmonte configura una manipolazione, la quale va di gran lunga al di là delle renitenze del Sid a collaborare con l’autorità giudiziaria registratesi nei primi tempi delle indagini su Piazza Fontana,
Note:FATTI GRAVI. PEGGIO CHE LE RETICENZE DEL SID ALL’EPOCA DI PIAZZA FONTANA
C’è da aggiungere che anche Licio Gelli fu condannato per avere interferito nelle indagini. Nella prima decade di settembre 1980 il capo della P2 disse a un funzionario del Sisde, Elio Cioppa, che bisognava guardare all’estero invece che in Italia e secondo i giudici, ivi compresi quelli di Cassazione, i servizi segreti recepirono l’indicazione, essendo asserviti al Gelli.
Note:GELLI INTERFERISCE CONDANNATO.
Poiché della strage del 1980 sono stati dichiarati colpevoli Fioravanti, Mambro e Ciavardini, la definizione di depistaggio usata per la manipolazione effettuata dai tre uomini del Sismi nel 1981 è compatibile con la condivisione delle sentenze a carico dei neofascisti solo nella misura in cui si dimostri che «Terrore sui treni» serviva a stornare i sospetti dai futuri condannati e dal loro ambiente. Tuttavia, già nel 1986 uno fra i sostenitori della matrice fascista della strage di Bologna, il magistrato Borraccetti, notava a proposito di «Terrore sui treni», che per la verità questa creazione di falsa prova sembra almeno in parte avere avuto lo scopo di assecondare l’indirizzo delle indagini, non di smentirlo, se è vero che la collocazione della valigia su di un treno proveniente da Taranto consentiva di collegare il fatto ai soggiorni di Mauro Addis, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, nonché di altri personaggi della destra, in quella città. […] Certo non si può non riflettere sul fatto che questo intervento dei servizi, se da una parte sembrava voler indicare agli inquirenti una pista straniera, dall’altra rafforzava l’indirizzo delle indagini verso un determinato settore della destra eversiva, quello di Valerio Fioravanti.
Note:BORRACCETTI: TERRORE SUI TRENI SEMBRA AGEVOLARE LA CONDANNA DEI NEOFASCISTI, NON OSTACOLARLA
i biglietti aerei presenti nella valigia rinvenuta il 13 gennaio 1981, pur essendo intestati a due stranieri, avevano a che fare con i Nar. I biglietti risultavano comprati a Bari da un giovane la cui descrizione fisica era associabile a Giorgio Vale, tanto che pochi giorni più tardi Santovito poté comunicare plausibilmente all’autorità giudiziaria che l’acquirente era proprio lui, persona notoriamente in contatto con Cavallini e Fioravanti, al punto che taluni giornali avevano pubblicato insieme le foto dei tre. Per giunta, da un controllo sulle prenotazioni per i voli da Milano verso Francia e Germania partiti nella stessa data dei biglietti aerei della valigia, emersero i nomi «Fiorvanti» e «Bottacin». Lo pseudonimo «Bottacin» era quasi uguale a «Bottagin», il nome recato da un documento falso usato da Cavallini quello stesso inverno e, ovviamente, «Fiorvanti» faceva pensare a Valerio Fioravanti.
Note:ALTRO ELEMENTO PER IPOTIZZARE UN'AZINE DEL SISMI CONTRO I NAR DI FIORAVANTI
Colombo rovescia la valutazione dei giudici e definisce la finzione montata dal Sismi un «impistaggio» anziché un depistaggio,
Note:IMPISTAGGIO
rispose infatti negativamente al giudice istruttore di Bologna il quale gli aveva domandato se fossero compartecipi del piano eversivo «Terrore sui treni» gli imputati della strage di Bologna Sergio Calore, Dario Pedretti, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Paolo Signorelli e «che parte avessero avuto i Nar» nel nuovo progetto: «È stato escluso il legame con i Nar, come è stata esclusa la partecipazione alla strage dei nominativi segnalati» scrisse Santovito all’autorità giudiziaria.
Note:MA SANTOVITO DAL GIUDICE HA SEMPRE NEGATO UN COINVOLGIMENTO DEI NAR
Rimangono inesplicati, o peggio inesplicabili, i motivi per i quali il Sismi avrebbe agito dolosamente in favore dei Nar. Fioravanti, Mambro e Ciavardini non erano Guido Giannettini, ovvero non c’erano tra loro e gli apparati di sicurezza rapporti pregressi da nascondere
Note:NON CHIARI IL MOVENTE DEL SUPERSISMI
lo scopo non era tanto di incastrare questo o quel fascista, quanto di alimentare la generica convinzione che la strage di Bologna fosse «nera». Peraltro, non a fini antifascisti: qualora per la strage di Bologna, come per quella di Peteano, fosse stato possibile instradare l’inchiesta verso gli attivisti di Lotta continua o verso un gruppo di giovani pregiudicati per reati comuni, forse Santovito, Musumeci e Belmonte avrebbero disseminato falsi indizi in direzione di questi ultimi anziché di Fioravanti
Note:OBBIETTIVO: INCASTRARE I FASCISTI. MA PER PROTEGGERE CHI?
Il terrorista tedesco Kram e la pista palestinese
In partenza, si osserva che la presenza di Kram a Bologna la mattina della strage è sicura – a differenza di quella dei neofascisti condannati – e che a lui, in quanto appartenente a un gruppo collegato al terrorismo mediorientale, si può attribuire un movente: la ritorsione, in conseguenza della rottura del patto tra Italia e guerriglieri palestinesi avvenuta con gli arresti di Ortona del 1979, il connesso arresto del giordano Saleh e la celebrazione di un processo su queste vicende davanti al tribunale di Chieti, che in primo grado aveva visto la condanna degli imputati
Note:PRESENZA SICURA E MOVENTE CERTO
Secondo la ricostruzione che prende le mosse da Kram, delineatasi nel corso dei lavori dell’ex Commissione Mitrokhin,52 l’attentato sarebbe stato eseguito dal gruppo di Carlos, formazione nata nella seconda metà degli anni Settanta e parzialmente composta da soggetti che, come il fondatore di Separat, in precedenza avevano militato nei ranghi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) sotto la guida di Wadi Haddad, deceduto nel 1978.
Note:CARLOS
Carlos, invero, nega responsabilità sue e dei suoi uomini nella strage di Bologna, ma al tempo stesso dice che alcuni di essi videro Kram, «un insegnante comunista di Bochum» che dunque conoscevano, uscire dalla stazione di Bologna «pochi istanti prima dell’esplosione».56 Se avevano visto Kram, significa che erano lì anche loro.
Note:CARLOS NEGA MA...
La presenza di Kram a Bologna la mattina dell’attentato
Kram ha raccontato alla stampa e nel testo consegnato agli inquirenti che ai primi di agosto 1980 era in vacanza, contava di fermarsi a Milano e a Firenze da amici conosciuti durante suoi precedenti soggiorni in Italia e aveva fatto tappa a Bologna casualmente… Inoltre ha fatto notare che viaggiava con documenti autentici, cosa alquanto strana per uno che è in trasferta al fine di compiere un grave atto terroristico. I magistrati Alfonso e Cieri, però, giudicano incomprensibile il mancato soggiorno di Kram a Milano e la sua immediata ripartenza da lì, hanno accertato che nessuna corriera fece servizio da Bologna a Firenze nel giorno indicato dall’indagato
Note:A BOLOGNA IN VACANZA?
Kram, nel 1980, ancora non era latitante (lo diverrà nel 1987). La polizia della Germania Ovest lo sospettava di essere un fiancheggiatore del gruppo armato Rz e già dal 1979 aveva chiesto a quella italiana di tenere d’occhio l’uomo in occasione dei suoi movimenti nel nostro Paese, come riferì lo stesso Kram a «il manifesto» nel 2007. Ciò significa che egli, tornando in Italia nell’estate 1980, sapeva che poteva capitargli di essere sottoposto a un controllo, come in effetti avvenne il 1° agosto al valico di Chiasso, in ingresso dalla Svizzera.
Note:PERCHÈ VIAGGIAVA CON DOCUMENTI AUTENTICI?
Il movente palestinese
Qualora l’attentato fosse stato effettivamente eseguito da Kram, il movente dei suoi eventuali mandanti sarebbe la punizione dell’Italia per avere sequestrato i missili di Ortona e avere arrestato e condannato Saleh e i suoi complici, in violazione del «lodo Moro».
Note:MOVENTE: VIOLAZIONE DEL LODO MORO
dopo l’arresto degli autonomi e del giordano [Baumgartner, Nieri, Pifano e Saleh] il Giovannone fu veramente preoccupato per le reazioni palestinesi e pervenne a suggerire, dopo che [il 25 gennaio 1980] i predetti furono condannati, di adottare forti riduzioni di pena, […] diversamente sarebbero ripresi gli attentati in Italia, anche senza la loro etichetta.
Note:TESTIMONIANZA DEL DIRETTORE DEL SISMI ALL' EPOCA
al tribunale di Chieti una lettera, messa agli atti il 10 gennaio. La missiva affermava che: i lanciamissili erano di proprietà dello Fplp; non era intenzione di nessuno usarli in Italia, bensì si trattava di un trasporto verso l’estero;
Note:IL FRONTE RIVENDICA I MISSILI
Il 15 gennaio l’Ucigos trasmise alle questure di Roma e di Bologna un appunto, pervenuto da «fonte qualificata», nel quale si parlava di contatti informali tra il fondatore dello Fplp George Habash e «ambienti diplomatici arabi» per «far pressione sul governo italiano al fine di ottenere la liberazione di Saleh» e si avvertiva che il leader palestinese «non escluderebbe il ricatto terroristico» pur di averla vinta.
Note:PRESSIONI
«sulla base di precise direttive del Governo di cui erano al corrente tutti i Ministri prendemmo contatti con i Palestinesi dei vari gruppi e ci accordammo per evitare attentati che coinvolgevano l’Italia; […] in questi accordi era compreso un patto di tolleranza da parte dell’autorità italiana nei confronti di patrioti palestinesi»
Note:LODO MORO
Giovannone suggerì di «adottare forti riduzioni di pena» a beneficio dei condannati, perché altrimenti «sarebbero ripresi gli attentati in Italia». Lo Fplp, continua Di Napoli, «avallò la tesi del Giovannone», avvertì che «sarebbe stato vano, da parte dell’Italia, ogni appello a Fatah» per scongiurarli e «fece richiesta di clemenza».
Note:CHIESTE FORTI RIDUZIONI DI PENA PER SCONGIURARE ATTENTATI
Il 2 agosto, a un mese esatto dall’inizio del processo di secondo grado, ci fu la strage. Dato che dopo il 2 agosto 1980 non ci furono altri gravi attentati esplosivi fino a quello del 1984 (bomba sul treno 904) al quale lo Fplp è comunque totalmente estraneo, è più ragionevole supporre che i palestinesi abbiano provvidenzialmente rinunciato ad attuare le loro documentate minacce, o supporre che la strage di Bologna sia opera loro?
Note:BOLOGNA. UNICO ATTENTATO PAPABILE
Un’amnesia collettiva
La prima discussione in Parlamento sulla strage di Bologna si svolse il pomeriggio del 4 agosto in Senato, dove il presidente del Consiglio Cossiga si sbilanciò in favore di una matrice nazionale di estrema destra.
Note:COSSIGA TRASCURA I PALESTINESI
Fece però eccezione l’intervento del missino Michele Marchio, il quale domandò «a che punto sono le indagini sulle responsabilità che senza dubbio incombono sul cittadino giordano residente a Bologna (che fu arrestato assieme a Pifano) dove esiste un’organizzazione terroristica di cittadini giordani, che si fanno passare per volenterosi studenti»,
Note:L'ECCEZIONE MISSINA
l’unica pista internazionale prospettata fu una pista libica, secondo la quale la bomba di Bologna poteva essere una terribile risposta di Gheddafi alla firma di un trattato tra Italia e Malta, avvenuta proprio il 2 agosto, che ledeva gli interessi libici nell’isola. Nell’ipotesi che il mandante fosse Gheddafi, avanzata dal ministro Antonio Bisaglia e in seguito sostenuta vigorosamente dal sottosegretario Giuseppe Zamberletti, Bologna sarebbe stata una replica di un messaggio inutilmente già lanciato con il disastro aereo di Ustica.
Note:LA PISTA LIBICA
Saleh, Kram e le autorità italiane dopo la strage
Il caso di Saleh, che a livello pubblico sembrava dimenticato, fu riaperto riservatamente nel 1981. Una nota Sismi del 15 luglio affermava che il magistrato della procura di Roma Domenico Sica, durante i primi mesi dell’anno, si era incontrato in Libano con esponenti dello Fplp… E questa volta andò diversamente rispetto agli avvertimenti del 1980: il 14 agosto l’arabo uscì di prigione, sebbene la sua libertà fosse parziale, in quanto per un certo tempo gravò su di lui l’obbligo di firma presso la questura di Bologna.
Note:1981 SI RIAPRE IN GRAN SEGRETO IL CASO SALEH
Il processo di secondo grado a Saleh si concluse il 18 gennaio 1982, con una condanna a cinque anni di reclusione (due meno di quelli inflittigli in primo grado) e nel 1983 l’arabo, il quale avrebbe dovuto scontare una pena residua di un anno e tre mesi, si rese irreperibile.
Note:SALEH CONDANNATO CON SCONTO. POI IRREPERIBILE
Kram non era fascista, al contrario era di estrema sinistra e per giunta, all’epoca, non si avevano indizi idonei a mettere in relazione il tedesco con il terrorismo mediorientale tramite l’organizzazione di Carlos. Non di meno, Kram era pur sempre l’unico personaggio sospetto sicuramente presente nel luogo sbagliato
Note:KRAMM. PERCHÈ NON SI INDAGÒ OLTRE?
Le valutazioni degli inquirenti bolognesi
«l’esistenza del “lodo Moro”» o comunque di un accordo «la cui violazione avrebbe indotto la reazione stragista non ha trovato alcuna conferma precisa nelle indagini della polizia
Note:PERCHÈ LA PISTA PALESTINESE È SATA ACCANTONATA? DUBBI SUL LODO MORO
il coinvolgimento del gruppo Carlos nella ideazione ed esecuzione della strage non hanno trovato alcuna conferma indiziaria
Note:SECONDO MOTIVO
L’ipotesi di coinvolgimento del gruppo Carlos, a ben vedere, passa non solo e non tanto attraverso Saleh, quanto attraverso Kram… La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
Note:MA
La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
INDIZIO CHIARO
L’esistenza di un accordo convenzionalmente chiamato «lodo Moro» e i suoi contenuti sono stati illustrati ampiamente in altre pagine di questo volume e non occorre ripetersi, bensì fare presente che c’è già una cospicua produzione storiografica, pubblicistica e parlamentare al riguardo. Si tratta perciò di una materia per la quale non ha senso rimettersi invece a nuove indagini da parte della polizia giudiziaria, né affidarsi alla memoria di taluni politici o ufficiali del Sismi… Purtroppo, quando Alfonso e Cieri hanno avviato le loro indagini Moro, Giovannone, Pennacchini e i pochi altri che sapevano tutto erano ormai scomparsi e non potevano più rispondere alle domande
Note:IL LODO MORO ESISTE. POCHI DUBBI
L’assenza di una versione scritta del «lodo Moro», con ogni probabilità, era una precauzione originata dalla consapevolezza che l’accordo aveva contenuti incompatibili con l’ordinamento giuridico italiano.
Note:IL LODO NON ERA UNO SCRITTO. OVVIO.
Se poi si accoglie l’idea che la finzione «Terrore sui treni» sia stata un depistaggio sì, ma ai danni di Fioravanti e Mambro invece che a loro beneficio, ecco che la volontà di nascondere la matrice palestinese pur di non provocare un terremoto diplomatico fornisce pure una spiegazione della condotta di Santovito, Musumeci e Belmonte, più credibile del semplice peculato.
Note:NASCONDERE LA MATRICE PALESTINESE
Alfonso e Cieri attribuiscono valenza contraria alla pista palestinese pure al fatto che lo Fplp non rivendicò l’attentato del 2 agosto 1980.
Note:PERCHÈ NESSUNA ROVENDICAZIONE?
Infine, Alfonso e Cieri ritengono che vi sia una «manifesta sproporzione» tra la strage di Bologna e l’arresto di «un dirigente non di primo piano, qual era Abu Anzeh Saleh» unito al sequestro di due missili.
Note:SPROPORZIONALITÀ
il punto in cui si asserisce la sproporzione tra strage di Bologna e arresto di Saleh è l’unico nel quale l’uomo viene definito una figura di secondo piano (pag. 67), mentre altrove egli era indicato come il numero uno dello Fplp in Italia (pagg. 56, 57, 68, 69 e 70).
Note:L'IMPORTANZA DA SALEH
L’altro termine della presunta sproporzione, le vite umane perse a Bologna, è per la nostra sensibilità un valore immenso. Purtroppo, però, non lo è affatto per le organizzazioni terroristiche. La storia pluridecennale del terrorismo mediorientale – e non solo mediorientale – dimostra a iosa che nella mentalità dei suoi protagonisti il fine giustifica qualunque mezzo,
Note:LA VITA UMANA PER UN TERORISTA
Due verità e un paradosso
Come si è visto, sulla strage di Bologna abbiamo finora: una verità definitiva che condanna i neofascisti nonché una richiesta di archiviazione per la pista palestinese, in sede giudiziaria; seri motivi di perplessità sulla responsabilità dei condannati nonché molti elementi in direzione delle organizzazioni palestinesi, sotto il profilo storico.
RIASSUNTINO

venerdì 12 maggio 2017

Strage di Bologna - prima parte

La strage alla stazione di Bologna - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo by Vladimiro Satta
Di cosa parliamo...
... La strage di Bologna avvenuta alle 10.25 di sabato 2 agosto 1980, che provocò la morte di ottantacinque persone e lesioni ad altre duecento e più, è di gran lunga il più sanguinoso attentato terroristico della storia dell’Italia repubblicana...
La ricostruzione giudiziaria dell'evento non appare esaustiva. Vediamo l'accertato...
... la bomba scoppiò in una delle sale d’attesa della stazione e che, date le caratteristiche dell’ordigno, l’evento fu premeditato e non frutto di una tragica casualità nel corso di un trasporto...
condannati..
... Per il reato di strage, il 23 novembre 1995 sono stati condannati definitivamente all’ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, la coppia di giovani neofascisti romani che abbiamo già conosciuto in quanto protagonisti del cosiddetto spontaneismo armato. Più tardi, sempre per il reato di strage, è stato condannato (a trenta anni di carcere) anche Luigi Ciavardini, altro neofascista, il quale all’epoca del fatto era minorenne e fu perciò giudicato attraverso un iter diverso...
Gli innocenti...
... Sono invece stati prosciolti, strada facendo, altri neofascisti tra i quali Massimiliano Fachini, Roberto Rinani e Sergio Picciafuoco, che erano sospettati di essere tra gli esecutori, nonché Paolo Signorelli, Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, presunti ispiratori del grave delitto...
Il coinvolgimento del Sismi...
... Inoltre, i tribunali hanno punito gli autori di un’operazione considerata depistante, denominata «Terrore sui treni», ideata da taluni ufficiali del Sismi...
La pista palestinese, che emersa successivamente..
.... In sede giudiziaria, tra il 2005 e il 2014 la procura di Bologna, a seguito di un’interpellanza parlamentare urgente presentata dal deputato Vincenzo Fragalà e altri,2 ha condotto una nuova inchiesta la quale, ferma restando la colpevolezza dei soggetti condannati, mirava all’identificazione di eventuali corresponsabili. In questa fase si è guardato all’estero, cominciando dal tedesco Thomas Kram, terrorista «esperto di cariche esplosive e detonatori»3 il cui arrivo a Bologna la notte che precedette la strage era stato segnalato da una nota della questura di Bologna datata 7 agosto 1980 nonché – in tempi più recenti – da un rapporto del capo della polizia dell’8 marzo 2001 e da una nota Digos 24 aprile 2001. Da Kram si è proseguito in direzione del terrorismo mediorientale, dato che l’uomo – stando alle carte dei servizi segreti dell’ex Patto di Varsavia e alle autorità della Germania riunificata – appartenne all’organizzazione Separat facente capo a Carlos e che i guerriglieri palestinesi, nei mesi tra il sequestro a Ortona di materiale bellico a loro destinato (7 novembre 1979) e l’eccidio presso la stazione ferroviaria del capoluogo emiliano (2 agosto 1980), erano piuttosto irritati con l’Italia e lo avevano ripetutamente manifestato alle nostre autorità...
Una pista archiviata con riluttanza...
... Nell’estate 2014 i magistrati inquirenti bolognesi Roberto Alfonso ed Enrico Cieri hanno terminato il loro lavoro presentando una richiesta di archiviazione del procedimento, ma ciò nonostante hanno riconosciuto l’esistenza di un «grumo residuo di sospetto» a carico di Kram...
Lo scetticismo sulle sentenze della strage è molto diffuso.
Il Presidente Cossiga: le targhe commemorative andrebbero rimosse...
... Il presidente del Consiglio dell’epoca, Francesco Cossiga, due giorni dopo l’attentato dichiarò in Senato che era «ormai chiara la matrice» di destra, ma poi cambiò idea e nel 1991, parlando di fronte al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco), disse di essersi sbagliato e che bisognava togliere dalla stazione di Bologna la targa commemorativa la quale definisce fascista la strage del 2 agosto 1980...
Giovanni Pellegrino: tutto resta oscuro...
... A parere di Giovanni Pellegrino, presidente dell’ex Commissione Stragi, resta «oscuro» o quanto meno «non completamente chiarito il complessivo disegno strategico in cui sarebbe venuta ad inserirsi la strage bolognese»...
Persino il presidente dell'Associazione delle vittime: si può fare di più...
... Il presidente dell’Associazione stessa, Paolo Bolognesi,7 nel suo discorso commemorativo del 2 agosto 2013 ha affermato che finora la ricostruzione è «solo parziale: mancano i mandanti e gli ispiratori. […] Si può fare di più. […] Si deve fare di più»...
Magistrati: manca una parte della verità...
... La richiesta di archiviazione per gli indagati stranieri depositata a fine luglio 2014 da Alfonso e da Cieri ribadisce che ancora manca una parte di verità...
Il Presidente Napolitano: molti aspetti non chiariti...
... Giorgio Napolitano ha scritto che vi sono «aspetti non ancora chiariti» e ha auspicato «una esauriente risposta all’anelito di verità che accomuna i familiari e l’intero Paese»...
Il contesto: un evento che ha colto tutti di sorpresa...
... «Il contesto [del 1980] sia sul piano interno che su quello internazionale era completamente diverso da quello in cui maturarono gli eventi stragisti del periodo 1969-1974»...
La tensione sociale era decisamente calata.
Equilibri politici solidi...
... gli equilibri politici non si stavano spostando più verso sinistra ma si erano stabilizzati...
Uno stato più stabile e vincente...
... la lotta al terrorismo di sinistra aveva acquisito un vigore tale da fare prevedere una sicura vittoria dello Stato anziché la sua possibile disintegrazione vagheggiata da Freda nel 1969...
Il contesto nazionale e internazionale non favoriva più il terrorismo tradizionale...
... gli apparati pubblici avevano assunto un orientamento decisamente antifascista, tale da scoraggiare in partenza qualsiasi velleità golpista. Sul piano internazionale, i regimi autoritari di Grecia, Portogallo e Spagna erano caduti a metà anni Settanta e le nuove istituzioni democratiche che ne avevano preso il posto non avevano alcuna simpatia per i terroristi neofascisti...
***
I fondamenti dell’accusa contro i condannati e gli argomenti della difesa.
La vicenda giudiziaria...
... In sintesi, Fioravanti e Mambro furono condannati all’ergastolo in primo grado nel 1988, assolti in secondo grado nel 1990, rinviati in appello dalla Cassazione nel 1992, nuovamente condannati all’ergastolo nel nuovo procedimento di secondo grado il 16 maggio 1994 e infine, il 23 novembre 1995, la Suprema Corte affermò definitivamente la loro colpevolezza e confermò la relativa pena che era stata disposta in appello l’anno prima...
La prima ipotesi accusatoria, quella del 1988...
... l’ipotesi del pubblico ministero era che la strage fosse opera di un’organizzazione strutturata in tre cerchi concentrici: il primo e più esterno, un’associazione sovversiva con fini di eversione dell’ordine democratico, formata da personaggi che avevano ricostituito i disciolti Ordine nuovo (Signorelli e Fachini) e Avanguardia nazionale (Delle Chiaie, Tilgher e altri), nonché dal capo della loggia massonica P2 Licio Gelli, dal «faccendiere» Francesco Pazienza e dagli ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte; il secondo cerchio, una banda armata radicata prevalentemente a Roma e in Veneto, che nella capitale annoverava Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini e altri e operava spesso sotto la sigla Nar, mentre al Nord era composta da Roberto Rinani, Roberto Raho e Giovanni Melioli; il terzo cerchio, quello delle persone specificamente coinvolte nella strage, si restringeva a Signorelli in veste di mandante e a Fachini, Fioravanti, Mambro, Rinani e il marchigiano Picciafuoco in veste di esecutori....
Poi l'impianto perse pezzi fino a dissolversi.
quattro indizi che portarono alla condanna...
... Nella sentenza delle Sezioni unite penali di Cassazione del novembre 1995, si legge che l’accusa contro Fioravanti e Mambro poggia su «quattro, gravi, precisi e concordanti indizi»: le dichiarazioni rese da Massimo Sparti, l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980), l’anticipazione della strage del 2 agosto da parte di Luigi Ciavardini, la scarsa attendibilità dell’alibi offerto dagli imputati per il giorno in cui l’attentato venne compiuto...
Analizziamoli uno per uno.
***
Prima domanda: il teste Massimo Sparti era attendibile?
Chi era, innanzitutto...
... Massimo Sparti, testimone di fondamentale importanza nel procedimento penale di cui ci stiamo occupando, era un pregiudicato per reati comuni che viveva a Roma, aveva generiche idee politiche di estrema destra ed era amico di Cristiano Fioravanti...
La sua rivelazione...
... Nell’aprile 1981 Sparti fu arrestato per detenzione di armi e pochi giorni dopo decise di informare l’autorità giudiziaria che il 4 agosto 1980, ossia all’indomani della strage di Bologna, Fioravanti e Mambro si erano recati da lui chiedendogli di procurargli urgentemente un paio di falsi documenti di identità per la donna e, con minacce, lo avevano costretto a obbedire. Nell’occasione, Fioravanti avrebbe anche alluso al massacro, domandando a Sparti: «Hai visto che botto?!»...
Precisazione: il teste apportò numerose variazioni alle sue dichiarazioni iniziali...
... I giudici, comunque, hanno ritenuto che i cambiamenti della versione di Sparti fossero marginali rispetto al nucleo essenziale del racconto...
La difesa di Fioravanti...
... Fioravanti, oltre a difendersi dalle accuse di Sparti, ha contrattaccato insinuando che il teste lo aveva calunniato in cambio della scarcerazione per motivi di salute...La versione Mambro/Fioravanti... ... Secondo Fioravanti e Mambro, l’incontro con Sparti ci fu ed ebbe per oggetto la richiesta di documenti falsi, ma sarebbe avvenuto ad aprile del 1980 anziché un paio di giorni dopo la strage di Bologna e, per di più, le contraffazioni servivano non alla donna bensì a due uomini, i camerati Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore...
Moglie e domestica di Sparti lo sconfessano...
... La difesa di Fioravanti e Mambro si è richiamata alle testimonianze della moglie di Sparti, Maria Teresa Venanzi, e della collaboratrice domestica della famiglia, Luciana Torchia... Con l’andare degli interrogatori, tuttavia, entrambe finirono col dirsi certe che Massimo Sparti trascorse tutta la giornata del 4 agosto fuori Roma. Per completezza, va ricordato che nel 2007 Stefano Sparti, figlio di Massimo, in un’intervista al Gr1 si è schierato dalla parte di Venanzi e Torchia affermando che suo padre aveva mentito...
La cervellotica interpretazione dei giudici di tutta la vicenda...
... I giudici, al contrario, hanno ritenuto che le testimonianze di Venanzi e Torchia, «lungi dallo screditare le accuse dello Sparti, finivano anch’esse per rappresentare la riprova di come lo Sparti non avesse mentito nell’indicare nel 4.8.1980 il giorno in cui quella richiesta di documenti falsi era stata fatta a lui da Fioravanti e Mambro».20 In altri termini, non si sono limitati a credere più a Massimo Sparti che a sua moglie e alla collaboratrice domestica, ma da qui sono passati a invertire la valenza delle parole delle due donne, rendendola sfavorevole a Fioravanti e Mambro invece che favorevole...
Ma c'è di più: il falsificatore dei documenti non ricorda di aver falsificato per una donna...
... Il nome di Fausto De Vecchi, indicato da Sparti quale produttore dei documenti falsi per la Mambro, non fu fatto subito. All’inizio, Sparti aveva riferito di avere incaricato Mario Ginesi, «abituale collaboratore del De Vecchi» per incombenze del genere, ma dopo essere stato messo a confronto con il primo, egli virò sul secondo... in uno dei primi interrogatori, egli aveva negato che le foto consegnategli da Sparti per confezionare i documenti «riproducessero sembianze di persona femminile» e nel 1983, quando gli fu mostrato un documento di Mambro intestato con il nome di fantasia Irene De Angelis, non lo riconobbe...
La scarcerazione di Sparti e l'indagine che ne seguì non finiscono di destare sospetti...
... L’archiviazione disposta dalla magistratura nel febbraio 1997 in relazione alla faccenda della scarcerazione di Sparti per ragioni di salute è stata seguita da qualche polemica...
I mali di Sparti e il carcinoma inesistente...
... ricoverato il 7 dicembre per «deperimento organico» e, in questa seconda circostanza, a seguito di un esame radiologico eseguito il 12 febbraio 1982, gli fu diagnosticata una grave patologia tumorale che lo avrebbe portato a morte certa nel giro di pochi mesi... Tuttavia, osservavano Fioravanti e altri, a distanza di una quindicina d’anni da allora il malato era vivo e vegeto (Sparti morì nel 2002). In effetti, la diagnosi e la prognosi infausta erano completamente sbagliate, come si poté accertare già quattro settimane dopo la scarcerazione, grazie all’intervento chirurgico di laparatomia esplorativa che Sparti subì il 30 marzo, presso l’ospedale San Camillo di Roma... non c’era bisogno neppure della laparatomia esplorativa per rendersi conto che Sparti non era affetto da carcinoma. Quando nel 1996 l’autorità giudiziaria, per vederci più chiaro, mediante i carabinieri chiese alla direzione dell’ospedale San Camillo la cartella clinica dello Sparti, quest’ultima risultò essere andata distrutta in un incendio... Il sostituto procuratore Paolo Giovagnoli, tirando le somme nel febbraio 1997, concluse che la diagnosi di un tumore era errata ma, poiché «non emerg[eva] alcun indizio di dolosa falsificazione dei referti e tanto meno di accordi tra lo Sparti e i medici autori degli stessi referti, […] in sostanza non vi è nulla nei fatti che possa far ritenere la erronea diagnosi un indizio della falsità delle affermazioni di Sparti a carico di Mambro e Fioravanti»...
L’errore nella diagnosi è un fatto.
***
Veniamo ora all’omicidio di Mangiameli, il fascista palermitano ucciso dai camerati…
… Francesco Mangiameli, soprannominato Ciccio, era un neofascista palermitano che venne ucciso da suoi camerati a distanza di circa un mese dalla strage di Bologna. L’omicidio fu compiuto dai fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti e da Giorgio Vale…
Ci fu una condanna senza precisazione del movente. Si accennò ai tempi a peculati e a  rivalità tra i Nar di Fioravanti e Terza posizione di Mangiameli.
Per i magistrati, invece, Mangiameli sapeva tutto ed era diventato inaffidabile…
… Nel processo per l’attentato di Bologna i giudici si sono ricollegati al delitto Mangiameli, ipotizzando che la vittima fosse stata a conoscenza dei propositi stragisti di Fioravanti e Mambro, da lui ospitati in Sicilia per due settimane nel luglio 1980, e che il movente degli assassini fosse la loro sopravvenuta sfiducia circa la riservatezza da parte della vittima…
La prova dell’inaffidabilità
… Fioravanti e Mambro avrebbero cambiato idea sulla lealtà del camerata siciliano a causa della pubblicazione in agosto di un servizio sull’ultradestra comparso sul periodico «l’Espresso», nel quale si indicava quale fonte delle informazioni l’estremista «Ciccio», nomignolo abbinabile a Mangiameli…
Non proprio il massimo.
***
C’è poi la “telefonata” di Ciavardini.
Ciavardini chiamò degli amici per rinviare un appuntamento. L’interpretazione dei giudici: doveva partecipare all’attentato…
… Ciavardini, Fioravanti e Mambro, tutti e tre latitanti, soggiornavano a Treviso da Flavia Sbrojavacca, compagna di Gilberto Cavallini, che aveva sparato ad Amato e che, per un certo tempo, fu pure lui incriminato in relazione alla strage di Bologna, ma poi fu assolto. Alla vigilia dell’attentato presso la stazione, Ciavardini telefonò all’amica Cecilia Loreti, la quale stava a Roma, al fine di rimandare un appuntamento a Venezia fissato con lei e altre due persone, Marco Pizzarri ed Elena Venditti. Il differimento dell’incontro è stato interpretato dai giudici quale indizio del concorso di Ciavardini nella preparazione della strage…
La versione di Ciavardini è quantomeno altrettanto sensata…
… Ciavardini si è difeso sostenendo innanzi tutto di avere spostato l’appuntamento perché prima di unirsi al gruppetto in arrivo da Roma aveva bisogno di reperire documenti falsi, indispensabili per consentirgli di protrarre la sua latitanza fuori dall’abitazione di Sbrojavacca…
***
L’alibi dei condannati: versioni contrastanti e rettifiche a posteriori…
… Mambro e Fioravanti, la prima volta che furono chiamati a rispondere su dove si trovassero la mattina della strage, diedero risposte diverse. La donna asserì di avere trascorso la giornata a Padova, in compagnia di Fioravanti, mentre l’uomo affermò che né lui né lei si erano mossi da Treviso. Soltanto dopo tre anni Fioravanti modificò la propria versione, confermando quella della coimputata…
Inoltre, il loro alibi non può essere confermato da nessun esterno.
Ma nemmeno la loro presenza a Bologna è stata mai confermata da testimoni
… Occorre ricordare, d’altra parte, che contro l’alibi sul quale si è infine assestata la linea difensiva non vi sono testimonianze oculari, né fotografie, né registrazioni filmate o tracce scritte formatesi nella città di Bologna o meglio ancora sul luogo dell’attentato. Che Fioravanti e Mambro fossero lì, vestiti da tirolesi o in altro modo, con i capelli dell’uno o dell’altro colore, è una ricostruzione…
***
In presenza di questi indizi come valutare la condanna?
Come minimo è doveroso parlare di un severo metro di giudizio.
Il vero punto debole della difesa
… La telefonata di Ciavardini e l’incapacità di fornire un vero e proprio alibi da parte di Mambro e Fioravanti sembrano gli elementi che più fanno pendere la bilancia in favore dell’accusa…
Il punto debole dell’accusa
… le perplessità alle quali la testimonianza di Massimo Sparti dà adito, le stranezze del caso clinico di costui e il dubbio che la scelta della strage di Bologna quale movente dell’omicidio Mangiameli sia arbitraria farebbero propendere in favore della difesa…
Il punto di vista equilibrato del presidente commissione stragi Giovanni Pellegrino…
… In relazione alla strage alla stazione di Bologna si è in presenza di un canone giudiziario ben più severo e rigoroso di quello che ha condotto in precedenti vicende giudiziarie ai già ricordati esiti assolutori – sia pure a volte pronunciati con la formula dubitativa – in ordine alle stragi insolute…
***
Fine prima parte – Continua.

giovedì 11 maggio 2017

12 La strage alla stazione di Bologna parte I - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo (Italian Edition) by Vladimiro Satta

12 La strage alla stazione di BolognaRead more at location 14566
Note: 12 STRAGE DI BOLOGNA Edit
1. Perché la ricostruzione giudiziaria non è esaustivaRead more at location 14567
Note: 12 1@@@@@@@@@@@@ Edit
La strage di Bologna avvenuta alle 10.25 di sabato 2 agosto 1980, che provocò la morte di ottantacinque persone e lesioni ad altre duecento e più, è di gran lunga il più sanguinoso attentato terroristico della storia dell’Italia repubblicana.Read more at location 14568
Note: DO COSA PARLIAMO Edit
la bomba scoppiò in una delle sale d’attesa della stazione e che, date le caratteristiche dell’ordigno, l’evento fu premeditato e non frutto di una tragica casualità nel corso di un trasporto.Read more at location 14570
Note: L ACERTATO Edit
Per il reato di strage, il 23 novembre 1995 sono stati condannati definitivamente all’ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, la coppia di giovani neofascisti romani che abbiamo già conosciuto in quanto protagonisti del cosiddetto spontaneismo armato. Più tardi, sempre per il reato di strage, è stato condannato (a trenta anni di carcere) anche Luigi Ciavardini, altro neofascista, il quale all’epoca del fatto era minorenne e fu perciò giudicato attraverso un iter diverso,Read more at location 14574
Note: I CONDANNATI Edit
Sono invece stati prosciolti, strada facendo, altri neofascisti tra i quali Massimiliano Fachini, Roberto Rinani e Sergio Picciafuoco, che erano sospettati di essere tra gli esecutori, nonché Paolo Signorelli, Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, presunti ispiratori del grave delitto.Read more at location 14578
Note: INNOCENTI Edit
Inoltre, i tribunali hanno punito gli autori di un’operazione considerata depistante, denominata «Terrore sui treni», ideata da taluni ufficiali del Sismi.Read more at location 14580
Note: SISMI COINVOLTO Edit
In sede giudiziaria, tra il 2005 e il 2014 la procura di Bologna, a seguito di un’interpellanza parlamentare urgente presentata dal deputato Vincenzo Fragalà e altri,2 ha condotto una nuova inchiesta la quale, ferma restando la colpevolezza dei soggetti condannati, mirava all’identificazione di eventuali corresponsabili. In questa fase si è guardato all’estero, cominciando dal tedesco Thomas Kram, terrorista «esperto di cariche esplosive e detonatori»3 il cui arrivo a Bologna la notte che precedette la strage era stato segnalato da una nota della questura di Bologna datata 7 agosto 1980 nonché – in tempi più recenti – da un rapporto del capo della polizia dell’8 marzo 2001 e da una nota Digos 24 aprile 2001. Da Kram si è proseguito in direzione del terrorismo mediorientale, dato che l’uomo – stando alle carte dei servizi segreti dell’ex Patto di Varsavia e alle autorità della Germania riunificata – appartenne all’organizzazione Separat facente capo a Carlos e che i guerriglieri palestinesi, nei mesi tra il sequestro a Ortona di materiale bellico a loro destinato (7 novembre 1979) e l’eccidio presso la stazione ferroviaria del capoluogo emiliano (2 agosto 1980), erano piuttosto irritati con l’Italia e lo avevano ripetutamente manifestato alle nostre autorità.Read more at location 14584
Note: LA PISTA PALESTINESE EMERSA SUCCESSIVAMENTE Edit
pista palestineseRead more at location 14595
Nell’estate 2014 i magistrati inquirenti bolognesi Roberto Alfonso ed Enrico Cieri hanno terminato il loro lavoro presentando una richiesta di archiviazione del procedimento, ma ciò nonostante hanno riconosciuto l’esistenza di un «grumo residuo di sospetto» a carico di Kram.Read more at location 14598
Note: ARCHIVIAZIONE CON RILUTTANZA Edit
Il presidente del Consiglio dell’epoca, Francesco Cossiga, due giorni dopo l’attentato dichiarò in Senato che era «ormai chiara la matrice» di destra, ma poi cambiò idea e nel 1991, parlando di fronte al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco), disse di essersi sbagliato e che bisognava togliere dalla stazione di Bologna la targa commemorativa la quale definisce fascista la strage del 2 agosto 1980.Read more at location 14608
Note: LA RETROMARCIA DI COSSIGA: VIA LA TARGA COMMEMORATIVA Edit
A parere di Giovanni Pellegrino, presidente dell’ex Commissione Stragi, resta «oscuro» o quanto meno «non completamente chiarito il complessivo disegno strategico in cui sarebbe venuta ad inserirsi la strage bolognese»Read more at location 14611
Note: GIOVANNI PELLEGRINO: TUTTO RESTA OSCURO Edit
Il presidente dell’Associazione stessa, Paolo Bolognesi,7 nel suo discorso commemorativo del 2 agosto 2013 ha affermato che finora la ricostruzione è «solo parziale: mancano i mandanti e gli ispiratori. […] Si può fare di più. […] Si deve fare di più»Read more at location 14618
Note: PERSINO IL PRESID ASS VITTIME... SI PUÒ FARE DI PIÙ Edit
La richiesta di archiviazione per gli indagati stranieri depositata a fine luglio 2014 da Alfonso e da Cieri ribadisce che ancora manca una parte di verità,Read more at location 14622
Note: MAGISTRATI: MANCA UNA PARTE DI VERITÀ Edit
Giorgio Napolitano ha scritto che vi sono «aspetti non ancora chiariti» e ha auspicato «una esauriente risposta all’anelito di verità che accomuna i familiari e l’intero Paese».Read more at location 14625
Note: NAPOLITANO... ASPETTI NN CHIAROTI Edit
«Il contesto [del 1980] sia sul piano interno che su quello internazionale era completamente diverso da quello in cui maturarono gli eventi stragisti del periodo 1969-1974».Read more at location 14632
Note: UNA STRAGE CHE HA COLTO TUTTI DI SORPRESA Edit
la tensione sociale era calata;Read more at location 14634
gli equilibri politici non si stavano spostando più verso sinistra ma si erano stabilizzatiRead more at location 14634
Note: EQ POLITICI Edit
la lotta al terrorismo di sinistra aveva acquisito un vigore tale da fare prevedere una sicura vittoria dello Stato anziché la sua possibile disintegrazione vagheggiata da Freda nel 1969;Read more at location 14636
Note: LO STATO VINCEVA SULLE BR Edit
gli apparati pubblici avevano assunto un orientamento decisamente antifascista, tale da scoraggiare in partenza qualsiasi velleità golpista. Sul piano internazionale, i regimi autoritari di Grecia, Portogallo e Spagna erano caduti a metà anni Settanta e le nuove istituzioni democratiche che ne avevano preso il posto non avevano alcuna simpatia per i terroristi neofascisti,Read more at location 14638
Note: APPARATI PUBBLICI NAZIONALI E POTENZIALI APPOGGI ESTRI... NN CERTO FAVOREVOLI AL TRADIZ TERRORISMO Edit
2. I fondamenti dell’accusa contro i condannati e gli argomenti della difesaRead more at location 14649
Note: 12 2@@@@@@@@@@@@ Edit
In sintesi, Fioravanti e Mambro furono condannati all’ergastolo in primo grado nel 1988, assolti in secondo grado nel 1990, rinviati in appello dalla Cassazione nel 1992, nuovamente condannati all’ergastolo nel nuovo procedimento di secondo grado il 16 maggio 1994 e infine, il 23 novembre 1995, la Suprema Corte affermò definitivamente la loro colpevolezza e confermò la relativa pena che era stata disposta in appello l’anno prima.Read more at location 14651
Note: LA VICENDA GIUDIZ Edit
Nel 1988,Read more at location 14659
l’ipotesi del pubblico ministero era che la strage fosse opera di un’organizzazione strutturata in tre cerchi concentrici: il primo e più esterno, un’associazione sovversiva con fini di eversione dell’ordine democratico, formata da personaggi che avevano ricostituito i disciolti Ordine nuovo (Signorelli e Fachini) e Avanguardia nazionale (Delle Chiaie, Tilgher e altri), nonché dal capo della loggia massonica P2 Licio Gelli, dal «faccendiere» Francesco Pazienza e dagli ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte; il secondo cerchio, una banda armata radicata prevalentemente a Roma e in Veneto, che nella capitale annoverava Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini e altri e operava spesso sotto la sigla Nar, mentre al Nord era composta da Roberto Rinani, Roberto Raho e Giovanni Melioli; il terzo cerchio, quello delle persone specificamente coinvolte nella strage, si restringeva a Signorelli in veste di mandante e a Fachini, Fioravanti, Mambro, Rinani e il marchigiano Picciafuoco in veste di esecutori.Read more at location 14659
Note: LA PRIMA IPOTESI ACCUSATORIA DEL 1988…POI CAMBIÒ TUTTO Edit
perse pezziRead more at location 14667
si sfaldòRead more at location 14669
Nella sentenza delle Sezioni unite penali di Cassazione del novembre 1995, si legge che l’accusa contro Fioravanti e Mambro poggia su «quattro, gravi, precisi e concordanti indizi»: le dichiarazioni rese da Massimo Sparti, l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980), l’anticipazione della strage del 2 agosto da parte di Luigi Ciavardini, la scarsa attendibilità dell’alibi offerto dagli imputati per il giorno in cui l’attentato venne compiuto.Read more at location 14673
Note: I QUATTRO INDIZI Edit
Il teste Massimo Sparti era attendibile?Read more at location 14678
Note: t Edit
Massimo Sparti, testimone di fondamentale importanza nel procedimento penale di cui ci stiamo occupando, era un pregiudicato per reati comuni che viveva a Roma, aveva generiche idee politiche di estrema destra ed era amico di Cristiano Fioravanti,Read more at location 14678
Note: CHI ERA SPARTI? Edit
Nell’aprile 1981 Sparti fu arrestato per detenzione di armi e pochi giorni dopo decise di informare l’autorità giudiziaria che il 4 agosto 1980, ossia all’indomani della strage di Bologna, Fioravanti e Mambro si erano recati da lui chiedendogli di procurargli urgentemente un paio di falsi documenti di identità per la donna e, con minacce, lo avevano costretto a obbedire. Nell’occasione, Fioravanti avrebbe anche alluso al massacro, domandando a Sparti: «Hai visto che botto?!».Read more at location 14680
Note: LA RILEVAZIONE Edit
il teste apportò numerose variazioni alle sue dichiarazioni iniziali,Read more at location 14687
Note: SPARTI BANDERUOLA Edit
I giudici, comunque, hanno ritenuto che i cambiamenti della versione di Sparti fossero marginali rispetto al nucleo essenziale del racconto,Read more at location 14691
Note: c Edit
Fioravanti, oltre a difendersi dalle accuse di Sparti, ha contrattaccato insinuando che il teste lo aveva calunniato in cambio della scarcerazione per motivi di saluteRead more at location 14693
Note: L INSINUAZ DI FIORAVANTI Edit
Secondo Fioravanti e Mambro, l’incontro con Sparti ci fu ed ebbe per oggetto la richiesta di documenti falsi, ma sarebbe avvenuto ad aprile del 1980 anziché un paio di giorni dopo la strage di Bologna e, per di più, le contraffazioni servivano non alla donna bensì a due uomini, i camerati Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore.Read more at location 14697
Note: VERSIONE FIORAVANTI MAMBRO Edit
La difesa di Fioravanti e Mambro si è richiamata alle testimonianze della moglie di Sparti, Maria Teresa Venanzi, e della collaboratrice domestica della famiglia, Luciana Torchia,Read more at location 14706
Note: MOGLIE E CAMERIERA DI SPARTI LO SCONFESSANO Edit
Con l’andare degli interrogatori, tuttavia, entrambe finirono col dirsi certe che Massimo Sparti trascorse tutta la giornata del 4 agosto fuori Roma. Per completezza, va ricordato che nel 2007 Stefano Sparti, figlio di Massimo, in un’intervista al Gr1 si è schierato dalla parte di Venanzi e Torchia affermando che suo padre aveva mentitoRead more at location 14713
Note: c Edit
I giudici, al contrario, hanno ritenuto che le testimonianze di Venanzi e Torchia, «lungi dallo screditare le accuse dello Sparti, finivano anch’esse per rappresentare la riprova di come lo Sparti non avesse mentito nell’indicare nel 4.8.1980 il giorno in cui quella richiesta di documenti falsi era stata fatta a lui da Fioravanti e Mambro».20 In altri termini, non si sono limitati a credere più a Massimo Sparti che a sua moglie e alla collaboratrice domestica, ma da qui sono passati a invertire la valenza delle parole delle due donne, rendendola sfavorevole a Fioravanti e Mambro invece che favorevole.Read more at location 14716
Note: LA CERVELLOTICA INTERPRETAZ DEI GIUDICI Edit
Il nome di Fausto De Vecchi, indicato da Sparti quale produttore dei documenti falsi per la Mambro, non fu fatto subito. All’inizio, Sparti aveva riferito di avere incaricato Mario Ginesi, «abituale collaboratore del De Vecchi» per incombenze del genere, ma dopo essere stato messo a confronto con il primo, egli virò sul secondo.Read more at location 14723
in uno dei primi interrogatori, egli aveva negato che le foto consegnategli da Sparti per confezionare i documenti «riproducessero sembianze di persona femminile» e nel 1983, quando gli fu mostrato un documento di Mambro intestato con il nome di fantasia Irene De Angelis, non lo riconobbe.Read more at location 14735
Note: IL FALSIFICATORE NN RICORDA DI AVER FALSOFICATO X UNA DONNA Edit
L’archiviazione disposta dalla magistratura nel febbraio 1997 in relazione alla faccenda della scarcerazione di Sparti per ragioni di salute è stata seguita da qualche polemicaRead more at location 14741
Note: SPARTI LIBERO. INDAGINE ARCHOVIAZIONE E POLEMICHE Edit
ricoverato il 7 dicembre per «deperimento organico» e, in questa seconda circostanza, a seguito di un esame radiologico eseguito il 12 febbraio 1982, gli fu diagnosticata una grave patologia tumorale che lo avrebbe portato a morte certa nel giro di pochi mesi.Read more at location 14746
Note: I MALI DI SPARTI Edit
Tuttavia, osservavano Fioravanti e altri, a distanza di una quindicina d’anni da allora il malato era vivo e vegeto (Sparti morì nel 2002). In effetti, la diagnosi e la prognosi infausta erano completamente sbagliate, come si poté accertare già quattro settimane dopo la scarcerazione, grazie all’intervento chirurgico di laparatomia esplorativa che Sparti subì il 30 marzo, presso l’ospedale San Camillo di Roma.Read more at location 14750
Note: c Edit
non c’era bisogno neppure della laparatomia esplorativa per rendersi conto che Sparti non era affetto da carcinoma. Quando nel 1996 l’autorità giudiziaria, per vederci più chiaro, mediante i carabinieri chiese alla direzione dell’ospedale San Camillo la cartella clinica dello Sparti, quest’ultima risultò essere andata distrutta in un incendioRead more at location 14755
Note: c UN CARCINOMA INESISTENTW Edit
Il sostituto procuratore Paolo Giovagnoli, tirando le somme nel febbraio 1997, concluse che la diagnosi di un tumore era errata ma, poiché «non emerg[eva] alcun indizio di dolosa falsificazione dei referti e tanto meno di accordi tra lo Sparti e i medici autori degli stessi referti, […] in sostanza non vi è nulla nei fatti che possa far ritenere la erronea diagnosi un indizio della falsità delle affermazioni di Sparti a carico di Mambro e Fioravanti».Read more at location 14758
Note: c Edit
l’errore nella diagnosi è un fatto,Read more at location 14764
L’omicidio MangiameliRead more at location 14767
Note: t Edit
Francesco Mangiameli, soprannominato Ciccio, era un neofascista palermitano che venne ucciso da suoi camerati a distanza di circa un mese dalla strage di Bologna. L’omicidio fu compiuto dai fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti e da Giorgio Vale,Read more at location 14768
Note: IL FASCISTA UCCISO DAI CAMERATI Edit
movente però non fu precisatoRead more at location 14771
(peculato, rivalità tra i Nar di Fioravanti e Terza posizione di Mangiameli,Read more at location 14772
Nel processo per l’attentato di Bologna i giudici si sono ricollegati al delitto Mangiameli, ipotizzando che la vittima fosse stata a conoscenza dei propositi stragisti di Fioravanti e Mambro, da lui ospitati in Sicilia per due settimane nel luglio 1980, e che il movente degli assassini fosse la loro sopravvenuta sfiducia circa la riservatezza da parte della vittima.Read more at location 14773
Note: M. SPEVA TUTTO ED ERA INAFFIDABILE? Edit
Fioravanti e Mambro avrebbero cambiato idea sulla lealtà del camerata siciliano a causa della pubblicazione in agosto di un servizio sull’ultradestra comparso sul periodico «l’Espresso», nel quale si indicava quale fonte delle informazioni l’estremista «Ciccio», nomignolo abbinabile a Mangiameli.Read more at location 14775
Note: PROVE DELL INAFFODABILITÀ Edit
La telefonata di Ciavardini alla vigilia della strageRead more at location 14778
Note: t Edit
Ciavardini, Fioravanti e Mambro, tutti e tre latitanti, soggiornavano a Treviso da Flavia Sbrojavacca, compagna di Gilberto Cavallini, che aveva sparato ad Amato e che, per un certo tempo, fu pure lui incriminato in relazione alla strage di Bologna, ma poi fu assolto. Alla vigilia dell’attentato presso la stazione, Ciavardini telefonò all’amica Cecilia Loreti, la quale stava a Roma, al fine di rimandare un appuntamento a Venezia fissato con lei e altre due persone, Marco Pizzarri ed Elena Venditti. Il differimento dell’incontro è stato interpretato dai giudici quale indizio del concorso di Ciavardini nella preparazione della strage.Read more at location 14781
Note: TELEFONATA X RINVIARE UN APPUNTAMENTO. L INTERPRET DEI GIUDICI Edit
Ciavardini si è difeso sostenendo innanzi tutto di avere spostato l’appuntamento perché prima di unirsi al gruppetto in arrivo da Roma aveva bisogno di reperire documenti falsi, indispensabili per consentirgli di protrarre la sua latitanza fuori dall’abitazione di Sbrojavacca;Read more at location 14788
Note: LA VERSIONE CIAVARDINI Edit
L’alibi dei condannatiRead more at location 14801
Note: t Edit
Mambro e Fioravanti, la prima volta che furono chiamati a rispondere su dove si trovassero la mattina della strage, diedero risposte diverse. La donna asserì di avere trascorso la giornata a Padova, in compagnia di Fioravanti, mentre l’uomo affermò che né lui né lei si erano mossi da Treviso. Soltanto dopo tre anni Fioravanti modificò la propria versione, confermando quella della coimputata.Read more at location 14804
Note: VERSIONI COSTRANTANTI DELL ALIBI E RETTIFICA A POSTERIORI Edit
il loro alibi non può essere confermato da nessun esternoRead more at location 14814
Occorre ricordare, d’altra parte, che contro l’alibi sul quale si è infine assestata la linea difensiva non vi sono testimonianze oculari, né fotografie, né registrazioni filmate o tracce scritte formatesi nella città di Bologna o meglio ancora sul luogo dell’attentato. Che Fioravanti e Mambro fossero lì, vestiti da tirolesi o in altro modo, con i capelli dell’uno o dell’altro colore, è una ricostruzioneRead more at location 14817
Note: NESSUNA TESTIMONIANZA NEMMENO SULLA PRESENZA A BOLO Edit
Un severo metro di giudizioRead more at location 14821
Note: t Edit
La telefonata di Ciavardini e l’incapacità di fornire un vero e proprio alibi da parte di Mambro e Fioravanti sembrano gli elementi che più fanno pendere la bilancia in favore dell’accusa,Read more at location 14823
Note: IL VERO PUNTO DEBOLE DELLA DIFESA Edit
le perplessità alle quali la testimonianza di Massimo Sparti dà adito, le stranezze del caso clinico di costui e il dubbio che la scelta della strage di Bologna quale movente dell’omicidio Mangiameli sia arbitraria farebbero propendere in favore della difesa.Read more at location 14824
Note: IL PUNTO DEBOLE DELL ACCUSA Edit
opinione formulata nel 1995 da Pellegrino:Read more at location 14827
In relazione alla strage alla stazione di Bologna si è in presenza di un canone giudiziario ben più severo e rigoroso di quello che ha condotto in precedenti vicende giudiziarie ai già ricordati esiti assolutori – sia pure a volte pronunciati con la formula dubitativa – in ordine alle stragi insolute.Read more at location 14827
Note: GIUDIZIO EQ: SO È ADOTTATO UN METODO SEVERO Edit