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mercoledì 19 giugno 2024

apologia dell'utilitarismo. la mia conversione.

post facebook:

Oggi è la giornata mondiale dell'utilitarismo, per cui dedicherò i miei post a quella che definirei la mia "morbida conversione in divenire" a questa filosofia morale. Ecco il primo, riguarda il finzionalismo deontico. E' una prassi di conversione non traumatica.
Alcuni filosofi cristiani sono dei finzionalisti religiosi ( = atei devoti): concedono che la loro religione non sia letteralmente vera, ma abbracciano comunque i suoi rituali e le sue pratiche perché li trovano utili. Quando affermano i dogmi della loro chiesa, c'è un implicito qualificatore "secondo la finzione". Tuttavia, non intendono tutto cio' in modo dispregiativo. Pensano che sia una finzione buona e utile da mettere in atto, forse per motivi sociali o emotivi.
Parallelo: è interessante considerare se alcuni di coloro - tipo io - che sono inizialmente attratti dalla deontologia del "buon senso" potrebbero ritenersi soddisfatti dal finzionalismo deontico: concedere che le affermazioni teoriche della deontologia siano fuorvianti, ma approvarne ugualmente le norme pratiche. Se questo rende più facile per costoro mantenere la motivazione, allora impegnarsi nella finzione deontologica - comportarsi come se la teoria fosse vera - potrebbe rivelarsi buono e UTILE. È qualcosa che si può fare senza rimanere bloccati dal bagaglio teorico della deontologia. Una forma morbida di conversione all'utilitarismo.

post.

In occasione della giornata mondiale dell'utilitarismo, continuano i miei post sul tema. Qui vorrei spiegare il perché sto pensando di convertirmi a questa etica.

1) Perché mantengo da sempre un approccio utilitarista nel 95% delle questioni che affronto. Sarei un ipocrita se non mi considerassi un utilitarista. Magari un utilitarista prudente ma pur sempre un utilitarista. Per mettere i puntini sulle i c'è sempre tempo.

2) Perché sono la persona più esplicitamente utilitarista che conosca.

3) Perché nel conflitto delle idee gli unici argomenti che fanno breccia nella corazza della controparte sono quelli utilitaristi. Quando uno ha idee per lui disastrose che fino a ieri riteneva corrette, di solito diventa molto pensieroso.

4) Perché gli utilitaristi sono persone con cui è facile e bello discutere. Esempio: non sono un altruista efficace ma traggo sempre un grande profitto nel frequentare questa tribù.

5) Perché l'utilitarsmo è sia universale (tutte le utilità sono uguali) che locale (io sono la persona che conosco meglio e a cui posso apportare più bene).

6) Perché gli esperimenti mentali che mettono in ridicolo l'utilitarismo soffrono dei limiti tipici degli esperimenti mentali. Se davvero fossimo capaci di immergerci in realtà tanto stravaganti, probabilmente la nostra etica cambierebbe in modi impensati. Se non cambia è perché non ne siamo capaci.

7) Perché nei Vangeli riscontro che i ragionamenti utilitaristici abbondano. Non sembra quindi esserci un grande conflitto tra cristianesimo e utilitarismo. Inferno e Paradiso sono ottimi incentivi, tanto per dire.

8) Perché nella Scuola di Comunità ciellina che frequento verità e felicità sono praticamente sinonimi. Ci si chiede di continuo di fare esperienza di Cristo per poi "verificare", dove quel "verificare" significa constatare se siamo soddisfatti. L'approccio utilitarista sembra quindi presente sotto traccia.

9) Perché le intuizioni su cui si basano i "diritti naturali" - ma guarda caso - devono essere inculcate a forza nelle scuole mentre le intuizioni su cui si basa l'utilitarismo sono talmente ovvie che sarebbe risibile insegnarle a qualcuno. Cosicché, quando le due confliggono, sembra chiaro con chi è meglio stare.

9) Perché Richard Y Chappell è un filosofo notevole e mi ha quasi convinto.

post

Oggi è la giornata mondiale dell'utilitarismo, ovvero il giorno adatto per dimostrare che chi non condivide questa posizione morale è nel suo animo un TRADITORE.
Cerca di calarti in questo scenario: sei tra le dieci persone che abiteranno il mondo, anche se non conosci ancora quale sarà la tua identità futura. Quello che sai è che per te la vita è preziosa. Domanda: preferisci abitare un mondo dove un evento funesto sopprima una persona oppure un mondo dove ne vengano soppresse cinque? La risposta è scontata. Per una semplice questione di probabilità tu - come tutti gli altri - preferirete la prima scelta in quanto ciò massimizza sia il tuo benessere che quello degli altri. Ma questa è una scelta utilitarista. Perché mai, una volta nati, dovremmo ritirare questa impostazione? Conclusione: la deontologia è un tradimento rispetto al nostro pre-impegno. Quando si sa di essere ricchi, non si vuole più dare ai poveri. Quando nel trolley problem sai di essere in cima alla passerella, non vuoi più agire per salvare le cinque vite che giacciono sui binari, anche se dietro un velo d'ignoranza pensavi in modo differente. IMO: dovremmo attenerci a ciò che tutti noi avremmo accettato prima di conoscere le nostre posizioni nel mondo. Dovremmo essere tutti utilitaristi.

Oggi è la giornata mondiale dell'utilitarismo, il pomeriggio sta finendo ma molti sono ancora indecisi nel compiere il grande passo verso questa etica. Sono preoccupati, pensano che l'utilitarismo sia troppo impegnativo. Pensano, per esempio, che se anche ci fosse una piccola probabilità che gli animali soffrano, dovremmo essere vegani. E' chiaro che una piccola probabilità sono disposti a concederla anche gli anti-animalisti più focosi. Tuttavia, ci si consoli, quelle non sono affatto le conclusioni corrette. Non è così. Io sono in quelle condizioni ma non ho nessuna intenzione di diventare vegano. Perché? Perché per me, come per voi, sarebbe estremamente impegnativo. Mi piacciono troppo i cheeseburger. Fortunatamente, cio' che conta nel mondo utilitarista non è fare errori ma correggerli. Una volta che noto i miei errori in un ambito della vita (nessuno è perfetto) posso correggerli impegnandomi di più in un altro, magari a me più congeniale. Posso anche decidere consciamente di fare le scelte sbagliate avendo già in mente le rettifiche da apportare successivamente. Mangiare carne non è l'ideale, ma non è nemmeno la fine del mondo. Almeno finché non compensi questa tua debolezza con qualcosa di buono, per esempio facendo della beneficienza. Oppure facendo la stessa beneficienza che facevi prima ma in modo più oculato. Oppure impegnandoti di più sul lavoro (straordinari) diventando più ricco e, quindi, creando più ricchezza da immettere nella società. Ci sono tanti modi per migliorare il mondo e ognuno ha i suoi talenti da investire. Insomma, è del tutto coerente sostenere che: (1) L'acquisto di carne non è giustificato perché gli interessi morali degli animali d'allevamento superano direttamente il nostro interesse a mangiarli. Quindi l'acquisto di un cheeseburger costituisce un errore morale e pratico. E tuttavia: (2) Sarebbe un errore morale e pratico ancora più grave investire i tuoi sforzi per correggere questo piccolo errore, se invece puoi ottenere un guadagno morale maggiore dirigendo i tuoi sforzi altrove (ad esempio, facendo l'educatore in oratorio). Se già non ti piace la carne, diventare vegano puo' essere una buona scelta ma se invece ne sei ghiotto, sarebbe davvero una pessima scelta. Segui il tuo talento.

aaaaaaaa


le nostre intuizioni sui principi sono in conflitto con le nostre intuizioni sui casi.tre intuizioni: Il mondo migliorerebbe se una persona morisse e altre cinque venissero salvate. Se un'azione migliora il mondo, non è sbagliata. Non si dovrebbe uccidere una persona per salvarne cinque.Fare la cosa giusta non peggiora le cose.Se una certa azione verrebbe compiuta se lei sperimentasse tutto ciò che viene sperimentato da chiunque, o se si trovasse dietro il velo dell'ignoranza, e fosse anche approvata dalla regola d'oro, quell'azione è giusta.le opzioni che non si prendono non influenzano la desiderabilità di quelle che si prendono.Se un'azione è sbagliata, se una persona la facesse mentre è sonnambula, sarebbe un male.chi crede nel deserto deve credere che ciò che si merita dipende da quanto si è fortunati e che a volte è meglio stare peggio.L'argomento a favore dei vincoli deontici è che sono l'unico modo per dare un senso alle seguenti intuizioni: È sbagliato uccidere una persona e prelevare i suoi organi per salvare cinque persone.la questione è quale tipo di intuizione dovremmo fidarci di più: le intuizioni sui casi o le intuizioni sui principi. Se dobbiamo fidarci delle intuizioni sui casi, allora la deontologia probabilmente batte l'utilitarismo. Al contrario, l'utilitarismo domina completamente la deontologia quando si tratta di intuizioni sui principi.Supponiamo che un'intuizione sui principi sia vera. Allora, ci aspetteremmo che il principio sia a volte controintuitivo, perché i principi si applicano a molti casi. Se le nostre intuizioni morali hanno ragione il 90% delle volte, allora se un principio si applica a dieci casi, ci aspetteremmo che sia controintuitivo una volta. Dato che la maggior parte di questi principi si applica a un'infinità di casi, non sorprende affatto che occasionalmente producano risultati controintuitivi. Al contrario, se una sentenza specifica di un caso fosse giusta, sarebbe una bizzarra, enorme coincidenza se entrasse in conflitto con un principio plausibile.Quindi ci aspettiamo che i principi veri siano in conflitto con i casi, ma non ci aspettiamo che i casi veri siano in conflitto con i principi.Di conseguenza, quando i casi sono in conflitto con i principi, dovremmo supporre che il principio sia vero e il giudizio sul caso sia falso.Inoltre, molte persone storicamente si sono sbagliate molto sulla moralità, giudicando, ad esempio, che la schiavitù è ammissibile.Al contrario, non abbiamo le stesse prove di un errore persistente sui principi. Non riesco a pensare a una sola intuizione sui principi morali generali che sia stata ribaltata in modo inequivocabile.Sappiamo che le convinzioni morali delle persone dipendono enormemente dalla loro cultura. Le intuizioni morali delle persone in Arabia Saudita sono molto diverse da quelle delle persone in Cina,Ma nessuno dei principi che ho fornito ha una spiegazione culturale plausibile:non c'è nessun documento governativo che dichiari che "il fatto che un'azione dia agli esseri perfettamente morali delle opzioni in più non la rende peggiore, a parità di altre condizioni".I nostri insegnanti, i nostri genitori e i documenti governativi ci dicono che le persone hanno dei dirittiSappiamo che le nostre convinzioni morali sono spesso enormemente influenzate dalle emozioni.Le emozioni possono spiegare in modo plausibile molte delle nostre convinzioni non utilitaristiche - la contemplazione di un vero omicidio suscita molte emozioni.Al contrario, l'intuizione che "se è sbagliato fare A e sbagliato fare B dopo aver fatto A, è sbagliato fare A e B" non è affatto emotiva. Sembra vero, ma nessuno si appassiona.Quindi, molto plausibilmente, le reazioni emotive inaffidabili possono spiegare le nostre intuizioni non utilitaristiche.Le nostre intuizioni basate sul deserto derivano dalla nostra rabbia verso le persone che fanno il male; le nostre intuizioni basate sui diritti derivano dall'orrore di cose come l'omicidio.Ovviamente è quasi sempre sbagliato uccidere le persone. E quindi deduciamo la regola "è sbagliato uccidere", anche in scenari strani e gerrymandered in cui non è sbagliato uccidere.Ecco perché quando si modificano molti scenari deontologici in modo da renderli meno simili ai casi del mondo reale, le nostre intuizioni al riguardo scompaiono.Anscombe ha dichiarato, a proposito della persona che accetta di incastrare una persona innocente per evitare che una folla uccida diverse persone: "Non voglio discutere con lui; mostra una mente corrotta".Quando le persone ricevono dilemmi morali in una seconda lingua, è più probabile che diano risposte utilitaristiche;sembra che le nostre intuizioni deontologiche siano soggette in modo unico a essere sfatate. Per esempio, gli esseri umani sono soggetti al pregiudizio dello status quo, una tendenza irrazionale a mantenere lo status quo. Ma le norme deontologiche ci insegnano a mantenere lo status quo, anche quando sarebbe meglio discostarsene.Quindi sembra che abbiamo prove schiaccianti contro l'attendibilità delle nostre intuizioni deontologiche.Non è difficile per un utilitarista spiegare perché così tante intuizioni favoriscono la deontologia nell'ipotesi che l'utilitarismo sia vero. Al contrario, non c'è una spiegazione plausibile del perché avremmo tante intuizioni che favoriscono l'utilitarismo se fosse falso.

https://benthams.substack.com/p/the-ultimate-argument-against-deontology


Da dietro un velo di ignoranza, tutti coloro che si trovano nella situazione sarebbero razionalmente favorevoli ad ucciderne uno per salvarne cinque, in quanto ciò aumenta notevolmente le loro possibilità di sopravvivenza.Prima di aprire gli occhi per la prima volta, abbiamo tutti un motivo decisivo per impegnarci a sostenere i compromessi utilitaristici (a condizione che gli altri facciano lo stesso), in quanto ciò massimizza il nostro benessere atteso.La deontologia è una defezione. Quando si sa di essere ricchi, non si vuole più dare ai poveri. Quando sa di essere in cima alla passerella, non vuole salvare i cinque sui binari. Ma se la situazione fosse al contrario, penserebbe in modo diverso. E il resto di noi non ha motivo di sancire il suo privilegio dello status quo.Dovremmo attenerci a ciò che tutti noi avremmo accettato prima di conoscere le nostre posizioni nella vita. *Spingere*La filosofia morale progredisce attraverso l'equilibrio riflessivo: soppesando la plausibilità dei principi fondamentali di una teoria rispetto a quella dei suoi verdetti sui casi. Il consequenzialismo ha principi fondamentali molto più plausibili. I verdetti sui casi non favoriscono chiaramente la deontologia letterale rispetto al finzionalismo deontico o al consequenzialismo a due livelli.


https://www.goodthoughts.blog/p/three-arguments-for-consequentialism

Alcuni filosofi cristiani sono dei finzionalisti religiosi: concedono che la loro religione non è letteralmente vera, ma abbracciano comunque i suoi rituali e le sue pratiche. Quando affermano i dogmi della loro chiesa, c'è un implicito qualificatore "secondo la finzione". Tuttavia, non lo intendono in modo dispregiativo. Pensano che sia una finzione buona e utile da mettere in atto, forse per motivi sociali o emotivi.

È interessante considerare se alcuni di coloro che sono inizialmente attratti dalla deontologia "di buon senso" potrebbero essere soddisfatti del finzionalismo deontico: concedere che le affermazioni teoriche della deontologia sono fuorvianti, ma approvare le norme pratiche. Se questo rende più facile per loro mantenere la motivazione, allora impegnarsi nella finzione deontologica - comportarsi come se la teoria fosse vera - potrebbe rivelarsi buono e utile. È qualcosa che si può fare senza rimanere bloccati dal bagaglio teorico della deontologia.

https://www.goodthoughts.blog/p/three-arguments-for-consequentialism

Etica del cheeseburger. Compensa!

Eric Schwitzgebel invoca l'"etico del cheeseburger" - un filosofo morale che concorda sul fatto che mangiare carne è sbagliato, ma che mangia comunque carneHo certamente un'alta considerazione dei vegani. Eppure... non lo sono.è proprio riflettendo sul modo in cui ritengo di vivere una vita ampiamente consequenzialista che possiamo vedere che evitare gli errori morali in sé non è una priorità elevata (per i consequenzialisti del mio genere). Conta molto quanto sarebbe utile rimediare all'errore e se i suoi sforzi potrebbero essere spesi meglio altrove.



Dovremmo solo essere onesti sul fatto che le nostre scelte non sono sempre perfettamente giustificate. Non è l'ideale, ma non è nemmeno la fine del mondo.Non credo che mangiare carne sia sbagliato in questo senso. Non è come torturare i cuccioli (così come non donare abbastanza in beneficenza non è come guardare un bambino annegare in questo senso). Piuttosto, potrebbe richiedere uno sforzo non banale da parte di una persona generalmente rispettabile, e questi sforzi potrebbero essere meglio spesi altrove.Per la maggior parte delle persone, la priorità morale principale dovrebbe essere quella di donare di più a enti di beneficenza efficaci.Le decisioni sul consumo personale, invece, devono essere molto in basso nella lista delle priorità.è coerente sostenere contemporaneamente che: (1) L'acquisto di carne non è giustificato: gli interessi morali degli animali d'allevamento superano direttamente il nostro interesse a mangiarli. Quindi l'acquisto di un cheeseburger costituisce un errore morale e pratico. E tuttavia: (2) Sarebbe un errore morale e pratico ancora più grave investire i suoi sforzi per correggere questo piccolo errore, se invece può ottenere un guadagno morale molto maggiore dirigendo i suoi sforzi altrove (ad esempio, donazioni).Naturalmente, se lei è già vegano, o potrebbe diventarlo facilmente e con costanza, con uno sforzo minimo, allora faccia pure!gli individui variano in base a quali attività trovano personalmente facili o difficili, quindi vale la pena di pensare a come dare priorità ai propri sforzi.(Ho donato più di 10.000 dollari a questo settore, ho intenzione di donare di più in futuro e ritengo che questo sia molto più importante dell'evitare personalmente il consumo di carne,qualunque cosa faccia, non lasci che la dissonanza cognitiva derivante dal mangiare carne la illuda di credere che gli animali non siano importanti, o che lei non possa fare la differenza.

https://www.goodthoughts.blog/p/confessions-of-a-cheeseburger-ethicist

Come distinguere lo strumentale fal finale: fungibilità.

Ora, perché pensare che il valore strumentale debba essere fungibile? Intuitivamente: un mezzo è buono come un altro, a condizione che si arrivi allo stesso risultato in termini di obiettivi finali. Se non abbiamo alcun motivo per volere X oltre alle nostre ragioni per volere Z, allora il fatto che quest'ultimo obiettivo sia servito altrettanto bene da un mezzo alternativo Y (senza influire negativamente sugli altri obiettivi) implica che non possiamo avere alcun motivo per preferire X a Y. È come scambiare due banconote da 10 dollari con una da 20 dollari.

https://www.philosophyetc.net/2009/08/mark-of-instrumental.html?m=1

lunedì 18 maggio 2015

Il punto sull'utilitarismo


  1. controesempio: il problema del vagone e del grassone da spingere sui binari
  2. controesempio: auschwitz è giustificabile in presenza di un numero sufficiente di nazisti
  3. controesempio: e se mengele trovasse la cura contro il cancro? imbarazzo... ma solo tra gli utilitaristi
  4. controesempio: Robert Fogel che difende la schiavitù dei neri dicendo che stavano meglio sia dei loro discendenti che degli operai bianchi.
  5. controesempio: l'adulterio è reato più grave dello stupro? Per l'utilitarista sì, specie se lo stupro non implica, eppure questa conclusione ripugna al senso comune.
  6. Eugenetica. difficile pensare che una buona eugenetica non migliori le nostra comunità. Eppure, a chi non ripugna una cosa del genere?
  7. Peter Singer propone l'eliminazione dei bambini disabili per alleggerire i costi sanitari. E' solo un utilitarista coerente.
  8. controesempio: nozick e la macchina della realtà virtuale
  9. controesempio: secondo l'etica utilitarista se un riccone è particolarmente avido i poveri dovrebbero fare una colletta per portargli doni.
  10. controesempio: la conclusione ripugnante. perché mai non si considera ingiusto procreare il più possibile?
  11. controesempio: perchè non doniamo tutto ai poveri del terzo mondo? perchè non rinunci alla connessione internet per salvare vite umane nei paesi poveri? a tutti il motivo è ovvio: a tutti tranne che agli utilitaristi i quali dovrebbero sostenere la filantropia radicale (ma che si girano dall'altra parte per non vedere i limiti della loro teoria).
  12. controesempio? la schiavitù non sarebbe stata abolita secondo i criteri utilitaristici. robert fogel
  13. controesempi: il latifondo nell'america latina era più produttivo della proprietà diffusa. imbarazzo tra gli utilitaristi. dell.
  14. controesempi: secondo un noto storico il colonialismo fa bene.
  15. controesempio: lo stupro della persona inconscia non dovrebbe essere punito secondo i precetti utilitaristici
  16. controesempio: il paradosso di posner; mi piace avvolgerti nel filo spinato e punzecchiarti, ma solo se non sei consenziente. che fare? un dilemma per gli utilitaristi.
  17. l'utilitarista di fronte ai controesempi: è l'evoluzione che ha selezionato intuizioni etiche distorte. contro-risposta. e perché mai postulare la felicità tra le cose positive e la sofferenza tra quelle negative affidandoci ad un'intuizione etica distorta?
  18. come mai ci sono tanto pochi utilitaristi pro-life? in fondo una vita intera vale molto di più rispetto a sei mesi col fardello di una gravidanza da portare a termine
  19. critica: calcolare le conseguenze è molto utile ma non tutte le conseguenze sono calcolabili: ci vuole un principio che governi questi casi e sia sottoposto al limite della "prova contraria". ok, le conseguenze possono essere calcolate a spanne ma senza un principio tutto diventa aleatorio e arbitrario: il calcolo probabilistico ha una matrice soggettivista.
  20. utilitarismo e paternalismo sono molto vicini: una volta che sdogani la confrontabilità delle funzioni di felicità sbocchi nel paternalismo più duro.
  21. l'utilitarismo è molto esigente, specie in tema di filantropia. come mai gli utilitarsti per primi non sembrano seguire i loro precetti? a questo punto interviene il cosiddetto argomento di coscienza: se il fare non segue al dire allora probabilmente il dire non è corretto. ironia della sorte gli utilitaristi sono i primi a mettere l'accento sulle conseguenze del dire!
  22. A.. Problem: 1. Variability of Human Experience - Differences between people. 2. Number of Variables in Any Situation 3. Consequences - ability to discern what they are, what counts and the limit to causality (How far into the future does one look?). 4. No Time to Calculate
  23.  Quantity Versus Quality: Is a dissatisfied Socrates better off than a satisfied fool?
  24. Il problema dei motiviProblem: Consider the following two cases: 1. Elderly Aunt Molly is ill. Nephew Tom visits her and helps her because he loves her. Nephew Bob visits her and helps her because he hopes to be rewarded in her will. Nephew Dave visits her and helps her not because he desires to help but because he believes it is his duty. (Modified Version of case by Bowie and Beauchamp, Ethical Theory in Business (Englewood Cliffs: Prentice-Hall, 1979) 16-17. 2. A two-year-old is drowning. Ruth flings caution aside because she desires to save the child and jumps in, but she cannot swim. Thus, she fails to save the child. Sue can swim, but is afraid that the child will pull her under. She does not save the child. The consequences were the same in each case, but the motives of the agents were different. According to utilitarianism, each person's action was of the same value. Shouldn't other features such as an act being motivated by obedience to a law of the state, a religious obligation of loving the neighbor, or a natural love of and concern for others count?
  25. l'etica utilitarista potrebbe essere una buona etica... ma per gli animali. per gli uomini meglio ntuizionismo
  26.  Il pragmatico non giustifica le sue scelte (è cio' che ci differenzia dagli animali) cosicché non esplicita i principi che considera validi e questo fatto lo rende un individuo imprevedibile. La prevedibilità è un fattore importante nella vita condivisa, consente un maggior coordinamento e strategie win win.
  27. Il pragmatismo ha i suoi meriti, per esempio ha semplificato il linguaggio spurgandolo dalle astrusità della metafisica. Ma poi si è perso a sua volta dietro l'ossessione di negare le realtà non materiali:poiché il nostro linguaggio le afferma come esistenti (numero, mente, causz, ecc.) bisognava ricorrere a cervellotiche perifrasi per mantenere la purezza nominalistica. Non solo la filosofia stesso doveva sostituire al semplice "penso che sia così" l'astruso "penso che dovrei pensare facendo finta che sia così".
  28. Quando l'utilitarismo è confutato si ripiega sull'utilitarismo delle regole: ci si concentri sulle regole utili e non sui comportamenti utili. L' u.delle regole è una specie di test kantiano: cosa succederebbe se tutti facessero come me? Se le conseguenze sono buone, allora l'azione è legittime. Inconveniente: il test è spesso assurdo: cosa succederebbe se tutti facessero il ragioniere? Un disastro... quindi scegliere di fare il ragioniere è illegittimo. Di solito, quando anche l'u. delle regole è confutato si ripiega ulteriormente sulle teorie del fair play, ovvero su un u. delle regole che si concentri sui doveri anziché sui diritti. Ma anche qui gli inconvenienti non mancano. 
  29. Raymond Boudon sul relativismo parte I
    1. Il relativismo può avere una natura varia, oltre a quello filosofico c'è quello etico, quello cognitivo e quello culturale
    2. Relativismo etico. Montaigne: esistono precetti tanto vari che si l'etica potrebbe essere considerata un portato culturale. Pensa solo al caso dell'infibulazione. Ma inferire conclusioni relativiste da Montaigne è esagerato: se ci concentriamo sulle ragioni profonde della pratica infibulatoria la nostra indignazione scema. D'altra parte anche chi la pratica ne percepisce la crudeltà e spesso ripiega su alternative. Insomma, questo venirsi incontro testimonia della presenza di valori assoluti che fanno sentire il loro magnetismo. Ad essere conenzionali non sono i valori di fondo, come pretendono i relativisti ma le forme in cui si incarnano.
    3. Relativismo etico. Hume: la fallacia naturalistica: da proposizioni all'indicativo non posso trarre conclusioni imperative. Il regno dell'etica è irrazionale, non ha mai un contatto con la razionalità descrittiva. La tesi di hume si presta ad equivoci: parlando all'indicativo molti hanno in mente conseguenze dal chiaro portato imperativo.
    4. Relativismo etico. Weber: politeismo dei valori: i valori scaturiscono da principi indimostrabili quindi convivono tra loro fronteggiandosi nel conflitto sociale. Alla fine vince il più forte non il più ragionevole. Se ondo i relativisti Weber è sulla linea Marx-Nietzsche. Ma qs resoconto relativista non rispecchia la posizione di Weber: lui era un evoluzionista: i valori partono alla pari ma nella concorrenza alcuni emergono fino ad imporsi mentre  altri affondano e spesso quelli vincenti sono tali perchè più convincenti.
    5. Il relativista etico abusa del principio della bivalenza: i precetti sono o fondati o relativi. Non è vero, molto più probabile che alcuni precetti siano relativi ed altri siano bloccati su solide fondamenta.
    6. Il relativismo si è imposto anche perchè teoria utile a proclamare un certo principio di eguaglianza: tutte le società hanno pari dignità e nessuna è superiore alle altre.
    7. Relativismo cognitivo: abbiamo accesso alla realtà? Kuhn: la storia della scienza nn è lineare come la rappresentano i manuali. Parecchi fattori irrazionali (estetica politica metafisica) pesano nella scelta della teoria da privilegiare.  Khun ha il merito di confutare popper e di sottolineare l'azione di molti fattori irrazionali ma è solo con una forzatura iperbolica che dal suo lavoro si ricava un qualche relativismo
    8. R.cognitivo. Il relativismo si è imposto anche per l'insolubilità del problema della demarcazione. Popper propose il criterio della confutabilità lasciando almeno tre dubbi (ci sono teorie filosofiche confutabili tramite esperimenti mentali. Ci sono teorie scientifiche difficilmente confutabili: quelle contrassegnate da clausole coeteris paribue o il neo-darwinismo, teoria con diverse conferme ma di cui è difficile immaginare unaconfutazione). Questo fallimento apre indebitamente le porte al darwinismo.
    9. Il r. Cognitivo s'impone anche perchè utile alla denuncia del connubio tra scienza, multinazionali e politica. Se la scienza è un sapere relativo i poteri forti se ne impadroniscono
    10. R. Cognitivo, confutazione. Una credenza può imporsi anche per motivi irrazionali ma affinchè si mantenga è necessario chesia fondata. L'irrazionalismo può farsi sentire sul breve periodoma non sul lungo. Il fatto di non avere criteri generali per definirla non significa che la scientificità del sapere non esista: in parecchi casi specifici la scientificità s'impone alla nostra ragione come un'evidenza quasi fosse unsentimento di scientificità
    Continua.
  30. Sono scettico di fronte a chi afferma “non credo nello spirito e nella conoscenza” (vedi post di diana). Lo so è scorretto, la mossa giusta sarebbe quella di prendere sul serio chi parla. Se uno dice così, sarà così. Però qui ci sono troppe contraddizioni per non pensare male.
    Innanzitutto, chi parla in questo modo di solito ha poi un alto senso etico. Il che significa “pensare di aver ragione” rispetto a chi afferma il contrario, e questo comporta una certa fede nella ragione, ovvero nello spirito.
    Inoltre, credere nello spirito e nella conoscenza significa fondamentalmente credere nella responsabilità dell’uomo, nel suo libero arbitrio. Spesso chi fa proclami di scetticismo in materia di spirito e conoscenza, poi ha un alto senso della “responsabilità umana”. Ma l’uomo che “non sa” e che agisce solo guidato dai suoi istinti come potrebbe mai essere responsabile? Non puoi credere contemporaneamente nella responsabilità e negare lo spirito.
    E allora perché molti optano per questa strana posizione? Forse ritengono “pericoloso” affermare in modo chiaro e coerente le proprie ragioni, questo atteggiamento potrebbe innescare conflitti. Le proprie ragioni, che non mancano, vanno invece affermate in modo velato, in modo obliquo. Diciamo pure in modo ipocrita. La cosa migliore è partire proprio dalla negazione della loro esistenza.
    La “via obliqua” ci consente di dire le cose ritraendoci, scomparendo. Ma non è una via facile, tutt’altro, è una vera e propria arte, bisogna dominare il linguaggio per praticarla.
    E qui veniamo allo humor. Molti evoluzionisti – esempio Robin Hanson - ritengono che lo humor sia la palestra in cui l’uomo sviluppa il fondamentale “muscolo dell’ipocrisia”, un luogo dove si adotta un linguaggio finto quanto iperbolico per rilasciare messaggi velati. Mediante lo humor che nega la ragione è autorizzato a dare le sue ragioni senza esporsi e contraddirsi platealmente, chi nega la conoscenza è autorizzato a dare ugualmente la sua versione dei fatti.  
  31. The Vacuity of Postmodernist di Nicholas Shackel
    • Troll truism: affermazionee ambigua in bilico tra il palesemente falso e il palesemente vero. Esempio: "ciò che è stato costruito poteva esserlo diversamente".
    • Fox trott: tentativo postmodernista di sminuire il valore della verità (x liberare le idee e le contraddizioni creative).
    • Il primo dogma del postmodernista si chiama NPP(no position position): affermare è sempre errato, solo la negazione è concessa
    • Altra fissa: la razionalità è sempre gratuita e costruita secondo le convenienze
    • Corollario: è sempre possibile costruire una razionalità che smonti le altre votandosi alla causa del negativo. La decostruzione della ragione è una specie di smascheramento.
    • Rorty: la verità è un aspetto secondario in una teoria. Corollario: se anche confuti la mia teoria la cosa non è poi così irrilevante. Se continua a sprigionare del bene vale la pena di conservarla come valida...
    • NPP viene adottato perché si ritiene che la verità sia violenta e brandire un buon argomento è in un certo senso uno strumento oppressivo
    • Rorty: credere nella ragione è un po' come credere in una fede religiosa. I rischi sono alti, meglio evitare.
    • Risposta: certo si parte da verità autoevidenti ma xchè mai nn dovrebbero essere condivise? Perché mai quello non dovrebbe essere un buon punto di partenza per discutere. Una cosa è certa: NPP nn è una premessa condivisa quindi un pessimo punto di partenza
    • NPP è coerente fintantochè nessuno avanza concretamente quell'ipotesi. In che forma sostenerla allora? Proposta degli adepti: negare sempre finché di fatto NPP emerga da sola senza essere affermata.
    • Accuse a NPP: 1 è comoda 2 è incoerente e 3 è trascendentale (autoevidente)
    • Tesi di Bloor: le medesime premesse inferiscono sia conclusioni  false che vere
    • La posizione di Bloor: pretende di essere naturalista puro mentre il razionalista  tollerare realtà nn fisiche (es.logiche). Il suo programma consiste in un naturalismo integrale quindi disinteressato alla realtà complessiva perché qs introdurrebbe elementi nn naturali. Consodero corretta qs. ipotesi ma nn posso enunciarla x nn contraddirmi. 
    • Una posizione contradittoria con tanto di ammissione: nn si capisce xchè Bloor ragioni con noi; xchè xda tempo a rispondere ai suoi critici
    • Bloor nn nega l' esistenza di una ragione ma nega che abbia un ruolo nel validare la sua posizione
    • La danza postmodrnista: utilizzo di argomenti razionali negando di mantenere una posizione razoonalista. Spesso si tratta solo dei soliti ritriti paradossi che hanno lo scopo di mettere in luce alcune falle della logica. Niente di nuovo sotto il sole.
    • il paradosso x i postmodernisti è un fallimento e una condanna della ragione mentre nella storia si è spesso dimostrato occasione per l'avanzamento della stessa
    • il postmodernista si difende passando da un concetto equivoco all' altro in modo sfuggente facendo della NPP la leva x un relativismo assoluto
    • Più comprensibile e chiara la posizione della psicologia evoluzionista radicale: la ragione è solo un espediente usato per ottenere, l'equivalente di un'esibizione dei muscoli. Ecco, il postmodernista a volte sembra credere questo ma non lo afferma chiaramente per poter esibire meglio i suoi muscoli.
    continua
  32. Diseased thinking dissolving questions about disease - Less Wrong - argomenti utilitaristici  in favore della medicalizzazione della società
    • problema affrontato: quando è scorretto somministrare certe medicine? spesso dietro la definizione di malattia si nasconde un etica libertaria che induce a soluzioni subottime del problema...
    • lamentela conservatrice: il determinismo biologico ci toglie dignità e anche felicità togliendoci il senso della personalità...
    • sandy l obesa: x il marito è un maiale per il dottore una malata x la sorella una xseguitata. chi ha ragione?
    • concentriamoci sullo scontro tra dottore e marito. la questione ruota intorno al concetto di malattia. se l'obesità è una malattia ha ragione il dottore, se è un vizio ha ragione il marito...
    • caratteristiche di una malattia:
    • 1 cause biologiche
    • 2 esclusa un azione del libero arbitrio
    • 3 qlcs di raro
    • 4 qlcs di spiacevole
    • 5 qlcs di discreto: o ce l hai o nn ce l hai
    • 6 qlcs x cui esistono medicine almeno in potenza...
    • il cancro è una malattia. al nanismo manca 5. all omosex manca 4. all obesità manca 6 4 3. alla depressione manca 6 e altro. alla vecchiaia manca 3....
    • ma la parola malattia è delicata perché induce ad inferenze di valore quindi potremmo dire che certe condizioni meritano di essere malattie altre no...
    • solo il malato merita simpatia e supporto. sandy è condannata dal marito xchè nn è malata...
    • x un malato la cura è dovuta x un nn malato la cura è un abdicazione della xsonalità...
    • conclusione: definire la malattia è piuttosto irrilevante se nn fosse x le implicazioni morali e filosofiche...
    • come giudichiamo di solito? secondo il modello libertario: chi agisce male è cattivo e nn merita simpatia, almeno se nn è condizionato in modo determinante da un fattore esterno. In altri termini, diamo grande importanza al fattore 2.
    • x il modello libertario distinguere biologia e spirito è decisivo.
    • imho: nota che x l immanentista c è una biologia costitutiva intimamente legata all identitá. in qs senso più che di merito si parla di just desert.
    • è una distinzione difficile che rischia di sottoporre a condanna degli innocenti...
    • imho: nn farla rischia di nn farci condannare dei colpevoli.
    • x il determinista conseguenzialista qs separazione nn ha senso e il problema nn si pone: tutto è biologia.
    • ma soprattutto la separazione nn è necessaria. certo anche il determinista giudica male i comportamenti socialmente dannoso così come giudica male le unghie incarnite. nn ha bisogno di conoscere l origine di certi comportamenti...
    • punire un ladro nn è giusto in sè ma x le conseguenze che scatena...
    • determinista: condanna e simpatia sono funzionali a max felicità sociale e qs atteggiamento si riflette nell atteggiamento verso le malattie...
    • anche se tutto è biologia per il determinista resta giusto consolare il malato di cancro e condannare il pigro. così facendo la felicità sociale aumenta...
    • se un disturbo può essere superato con una condanna ma esiste anche una medicina è giusto consentire di accedere a quest ultima? per un libertario potrebbe ledere la dignità ma un determinista nn ha di qs fisime...
    • obiezione libertaria: intervenire con le medicine impedisce di sviluppare il senso di responsabilità..
    • risposta: il senso di responsabilità che lo si alleni su cose utili le occasioni nn mancano. se l' obiezione fosse valida creeremmo delle dipendenze per fare in modo che i bambini sviluppino il loro senso di responsabilità (in realtà è proprio quello che si fa quando ci si allena allo sforzo mentale: si imparano cose inutili per tenere in esercizio la mente)
    • l opposizione dei libertari alla medicalizzazione della società non fa meraviglia: se fai sacrifici ma viene prospettata una comoda soluzione al problema che affronti, rischi di opporti: un ambito dove segnalavi le tue virtù viene minacciato...
    • conclusione: un etica conseguenzialista induce a soluzioni ottimali circa la somministrazione di medicinali. un etica librrtaria e virtuistica rischia di sviare il problema aumentando il costo sociale
    • imho: psicologia minima: il sacrificio inutile è uno spreco  ma il sacrificio in sé spesso è la base per una vita soddisfatta. forse anche per questo la sua reputazione è tanto buona. oltretutto è anche un allenamento: la scuola è una serie di sacrifici inutili (e forse questi sì eccessivamente costosi)  compiuti per allenarsi. 
    • imho: 1) per il libertario non esiste un diritto alla cura, neanche per colui che giudica "malato", di conseguenza non c'è possibilità di equivoco 2) al di là del diritto, in effetti, il libertario rischia di condannare l'innocente ma il conseguenzialista rischia di non condannare il colpevole, in questo senso non esistono posizioni di vantaggio per qualcuno. 3) il determinista, a meno che non mantenga esoterica la filosofia che professa, non puo' condannare nessuno proprio per gli assunti che abbraccia, di conseguenza non puo' valersi di un'arma che lui stesso ammette essere importante...
    continua
  33. L'utilitarista gli aborre ma ci sono almeno due motivi per difenderli:


    • allenano ai sacrifici utili. la volontà infatti si allena come un muscolo. del resto la scuola non è altro che un allenamento allo sforzo intellettuale: le nozioni che s'imparano sono per lo più inutili per lo più inutili. c'è da aggiungere che chi sta in fondo alle gerarchie sociali ed è privo di grandi talenti ha nella capacità di sacrificarsi l'unica sua arma per non perdere il contatto con chi sta sopra di lui.



    • sono fonte di soddisfazione quando ci legano e ci identificano strettamente ad un valore che sentiamo profondamente: la mamma che non fa l'epidurale offre questo suo dolore al figlio e si sente realizzata.



    continua
  34. Dibattito sull' utilitarismo. Caplan vs Summer
    • Una serie di controesempi confutano l'u.
    • risposta standard: l evol. ha inoculato dei bias nelle ns. intuizioni morali.
    • controreplica: xchè allora postulare la sofferenza come male e la felicità come bene nn è un bias?
    • la caricatura dell utilitarismo si rifiuta di guardare all utilitarismo delle regole concentrandosi sui buchi dell utilitarismo degli atti
    • ma l ut. degli atti si può sempre trasformare in utilitarismo delle regole. es.: regola: punire il colpevole a meno che...
    • critica: calcolare le conseguenze richiede tempo... risposta: nulla impedisce di calcolare a spanne
    • critica: calcolare è impossibile... risposta: quello che conta è la propensione utilitarista... controreplica: se onesta conduce a conclusioni assurde
    • critica: l u. ci chide troppo. singer accetta la critica e macchia d ipocrisia la sua proposta... altri cercano di modificare u. con il concetto di supererogatorio oppure il precetto di uguaglianza... altri trasformano u. da etica individuale a precetto x le politiche pubbliche
    • critica: le preferenze degli individui nn sono confrontabili... risposta: a volte è necessario farlo e noi stessi lo facciamo... controrisp: ma l utilitarismo fa di un inconveniente un cardine
    • most hard-line utilitarians concede that the standard counter-examples seem extremely persuasive.... think that pushing one fat man in front of a trolley to save five skinny kids... is morally obligatory. But the opposite moral intuition in their heads refuses to shut up.
    • The smart utilitarian answer blames evolution. Scott Sumner: …………Other "counterexamples" take advantage of illogical moral intuitions that have evolved for Darwinian reasons,
    • But what's the epistemically sound response to the specter of evolved bias? "Be agnostic about every belief that, regardless of its truth, helps your genes," is tempting. But it's also absurd.... every moral philosophy - including utilitarianism - agrees that a happy life is better than (a) death, or (b) suffering. But evolutionary heavily favors these value judgments!... Should we therefore dismiss our anti-death, anti-suffering views as "illogical moral intuitions that have evolved for Darwinian reasons"?..nihilist, who bites even more bullets than the utilitarian, can enthusiastically agree.
    • None of this means that moral intuition is infallible. Serious intuitionists question their moral intuitions all the time.
    • ………Suppose that a sheriff were faced with the choice either of framing a Negro for a rape... whom the sheriff knows not to be guilty)—and thus preventing serious anti-Negro riots... In such a case the sheriff, if he were an extreme utilitarian, would appear to be committed to framing the Negro………….
    • this story might be quoted as part of a justification for moving from act to rule utilitarianism... the rule "do not punish an innocent person";.... However, McCloskey asks, what about the rule "punish an innocent person when and only when to do so is not to weaken the existing institution of punishment and when the consequences of doing so are valuable"?
    • Predicting consequences... consequences are inherently unknowable...the Three Mile Island effect.[91]... ma... From the beginning, utilitarianism has recognized that certainty in such matters is unobtainable and both Bentham and Mill said that it was necessary to rely on the tendencies
    • Utilitarismo troppo esigente... Too demanding[edit] Act utilitarianism not only requires everyone to do what they can to maximise utility, but to do so without any favouritism.... The well-being of strangers counts just as much as that of friends, family or self. "What makes this requirement so demanding is the gargantuan number of strangers in great need
    • One response to the problem is to accept its demands. This is the view taken by Peter Singer... Others argue that a moral theory that is so contrary to our deeply held moral convictions must either be rejected or modified.[98]
    • One approach is to drop the demand that utility be maximized. In Satisficing Consequentialism, Michael Slote argues for a form of utilitarianism where "an act might qualify as morally right through having good enough consequences,
    • Robert Goodin takes yet another approach and argues that the demandingness objection can be "blunted" by treating utilitarianism as a guide to public policy rather than one of individual morality.
    • AGGREGAZIONE UTILITÀ. The objection that "utilitarianism does not take seriously the distinction between persons"[105]
    • A response to this criticism is to point out that whilst seeming to resolve some problems it introduces others.
    continua