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sabato 29 febbraio 2020

INFEZIONI GLOBALI

L'offensiva del coronavirus porta sul banco degli imputati la "globalizzazione". E' un errore: il virus sarebbe arrivato comunque. Più lentamente ma sarebbe arrivato, come insegna la storia.
Ci sarebbe voluto più tempo perché la malattia raggiungesse l'Europa, d'altro canto tutte le città europee sarebbero state tante Wuhan. La Cina ha prodotto una caterva di informazioni, si sfornano decine di studi scientifici ogni settimana, mai vista una simile produzione.
Senza dire che il vaccino verrà procurato da un soggetto che opera avvantaggiandosi dell'interconnessione globale. Voglio dire, non aspettiamoci nulla dalla felicemente isolata Corea del Nord.

sabato 2 novembre 2019

COMPETERE SENZA SPIRITO COMPETITIVO

COMPETERE SENZA SPIRITO COMPETITIVO
L'articolo si concentra sui nostri "nemici invisibili". La rivoluzione digitale li ha moltiplicati. Ecco i temi che approfondisce:
1) Tenzone amorosa - Amore fa rima con batticuore. Quando corteggi l'amata, l'ansia di prevalere sull'odiato rivale ti pervade e raddoppia il tuo sforzo. Oggi, con siti come Match.com, le cose sono cambiate, i tuoi "rivali" sono dei fantasmi virtuali: li temi ma non li conosci, fantastichi su di loro ma non puoi odiarli perché non hanno volto.
2) Senza faccia - Chi minaccia il tuo salario viene dall'india e chi mette in pericolo il tuo posto di lavoro viene dalla Cina. Oggi il tuo nemico non si fa vivo, ma domani potrebbe materializzarsi dal nulla, lo saprai all'ultimo istante, non puoi combatterlo ora, nessuno ti ha sfidato ufficialmente, non puoi prendere contromisure. Il tuo competitore è invisibile.
3) Lo Sconosciuto - Su Guru.com puoi assumere sconosciuti da tutto il mondo per disegnare i tuoi circuiti elettronici o per comporre i jingles della tua pubblicità. Tutti competono con tutti e nessuno conosce nessuno.
4) Percepire - la competizione non è mai stata così feroce e al contempo così impercettibile.
5) Ansia - L'invisibilità del nemico fa crescere l'ansia. Non esiste guerra stressante come la guerriglia, quella in cui sai che potresti essere colpito senza preavviso. Il terrorismo internazionale porta l'occidente vicino al panico facendo danni irrilevanti. La nostra mente cerca l'ordine, sempre. E la sua frustrazione è enorme in casi del genere.
6) Competizioni rassicuranti - In tutto questo contesto l'amore per la competizione cresce: talent, sport organizzato per i figli, sport alla tv... Come mai? Ricordo che i primi talent venivano condannati perché "portatori di una mentalità competitiva". Oggi, tutto sdoganato. Cosa c'è sotto? Probabilmente dobbiamo esorcizzare la paura per la competizione che temiamo veramente: quella invisibile. Il testa a testa ora ci rassicura, riempie un vuoto.
7) Globalizzazione - L'ansia per la competizione invisibile ha instillato l'avversione per il commercio internazionale. Il no-global marxista lo avversa perché portatore di competizione, la classe media perché portatore di competizione invisibile.
8) Evoluzionismo - Ci siamo evoluti in piccoli gruppi, la competizione comportava un faccia a faccia, la nostra biologia emotiva è tarata per simili contesti: quando il nostro rivale fa una mossa, l'adrenalina sale e rispondiamo. Nella nuova anonima arena la programmazione adrenalinica di una volta perde di senso: ci ritroviamo sconfitti senza nemmeno aver combattuto.
9) Chi ci guadagna? - 1) I pianificatori. Loro non hanno bisogno di sentire il fiato sul collo per darsi da fare. E' gente che lavora bene da sola o in gruppi ristretti (un esempio: Bill Gates). Spesso non hanno nemmeno una "mentalità competitiva" in senso tradizionale. 2) I Precoci. Sanno fare la prima mossa e raccolgono i frutti di essere arrivati in anticipo su certe idee. 3) I Nervosi. In pubblico sclerano facilmente ma ora che possono agire appartati danno il meglio. molte blogstar sono persone timide e anche un po' imbranate se giudicate in pubblico. 4) gli Immaginifici. Concepiscono nuove idee senza disporre di grandi risorse (marketing, design...). Prima di google chi avrebbe pensato che la ricerca su web sarebbe stata una miniera d'oro? TouTube e Facebook non utilizzano nuove risorse, si limitano a presentarle in modo originale a persone che mettono in connessione. Chi punta invece sulla compressione dei costi oggi non va' lontano.
10) Che fare? - Indietro non si torna. Prendiamo il buono: cio' che rende la competizione invisibile, rende invisibile anche la cooperazione. Là fuori c'è una miriade di potenziali alleati che ci aspetta: in alto i cuori! Esempio: Facebook porta a casa mia molti potenziali amanti di mia moglie (😟) ma anche una miriade di potenziali amici per me (😁)! Impariamo a convivere con le nostre paure e a sfruttare i nuovi giacimenti.

WILSONQUARTERLY.COM
In our globalized economy, competitors can suddenly appear out of nowhere — if we can see them at all. The new environment spells trouble for some people, opportunity for others.

venerdì 25 gennaio 2019

LA CONSTITUENCY DI PAPA FRANCESCO

ALL'IMPROVVISO LA REALTA'...

Papa Francesco si rivolge con predilezione speciale a quelli che lui chiama i “movimenti popolari”, anticapitalisti e no global, specie sudamericani, che ha convocato e incontrato a più riprese; alla loro presenza pronuncia discorsi interminabili (una trentina di pagine ciascuno), veri manifesti politici del suo pontificato. Francesco ama anche i “giovani”, a cui ha dedicato anche un sinodo lo scorso ottobre. Il messaggio è monocorde: i giovani (anche loro) sono gli “scartati dalla società”, le vittime di un impoverimento progressivo del mondo, nel quale “i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”, in un crescendo di concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissimi e di una deliberata estensione della povertà a strati sempre più ampi della popolazione.

Fin qui Francesco... poi c’è la realtà.

Fissando a 1,90 dollari al giorno la soglia della povertà estrema, la Banca Mondiale ha calcolato che il numero di quelli che sono sotto questa soglia è crollato da 1,895 miliardi del 1990 a 736 milioni nel 2015, nonostante nel frattempo la popolazione mondiale sia aumentata da 5,3 a 7,3 miliardi. Ossia, in percentuale, quei poverissimi che erano nel 1990 il 36 per cento della popolazione mondiale, venticinque anni dopo sono scesi al 10 per cento.

Non solo. Anche alzando la soglia della povertà a 5,50 dollari al giorno, il calo è straordinario. Specie in Asia, dove quelli che sono sotto questa soglia erano nel 1990 il 95,2 per cento, mentre nel 2015 sono scesi al 35 per cento.

Inutile dire che “il dio Mercato” tanto stigmatizzato da “L’Osservatore Romano” ha avuto una parte notevolissima nella riduzione della povertà.

https://feedly.com/i/entry/MiqLmxhIPP2/4CZU28fJHFWSGK+IoVntiYZQgwmdPL8=_16884063cee:39e419e:c2ce2e2e

sabato 9 giugno 2018

Aldo Savoldelli


Aldo Savoldelli


Aldo Savoldelli (1935-vivente) fu un brillante imprenditore/innovatore veneziano che trovò il modo di… convertire il grano in automobili!
Sì, avete sentito bene: il grano in automobili. Siamo ai limiti della magia, del resto, prima che la macchina del fango lo investì, fu premiato per questa sua impresa da tutte le accademie e il Presidente della Repubblica Italiana lo insignì del titolo di Cavaliere del Lavoro. Lo ricordo ancora ospite di Piero Angela, additato ad esempio da Severgnini sul Corriere: “… il mondo ha avuto i Norman Barlaug, noi abbiamo avuto ieri Natta, oggi Savoldelli, se il paese avesse anche solo 10 menti di questo calibro vivremmo un nuovo rinascimento…”
Dicevo “Cavaliere del Lavoro”, sì perché Aldo, oltre a essere un innovatore a tutto tondo, era anche un imprenditore lungimirante in grado di valorizzareal meglio le sue scoperte.
A questo fine costruì la sua immensa azienda proprio sul mare mantenendo, come è comprensibile, il massimo riserbo circa i processi produttivi adottati, evidentemente temeva lo spionaggio industriale. Evitò persino di brevettare le sue idee convinto com’era di poterle proteggere da sé.
Per i consumatori fu una pacchia e per la società una rivoluzione: le auto che uscivano dalla “Savoldella” – così venne ribattezzato il polo industriale sorto a Marghera – erano di qualità superiore ma soprattutto avevano prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato.
Anche gli agricoltori esultavano: in passato mai ordinativi di grano tanto massicci erano giunti sulle loro scrivanie. Fu un periodo di vacche grasse come non mai.
Ad essere scontenti erano solo i costruttori concorrenti che adottavano il metodo tradizionale: come competere contro un’innovazione tecnologica tanto spinta? In molti meditarono di lasciare il mercato.
In generale, però, si era disposti a riconoscere il fatto che un progresso tecnologico del genere facesse bene alla società intera, la migliorava e quindi non andava frenato. Se castighiamo chi ha una brillante idea che fine faremo? Catechizziamo giorno e notte i nostri giovani affinché studino preparandosi ad affrontare il futuro e poi tarpiamo le ali a chi ce la fa e sfonda proprio raccogliendo quelle sfide? Quando si trova una bacchetta magica non ci si lamenta, quando si vince alla lotterie il piagnisteo è fuori luogo. Con Savoldelli aveva sia trovato una bacchetta magica che vinto alla lotteria.
Ma un giorno le cose cambiarono. Furono in molti a dire “… e mi sembrava strano”. Il programma televisivo ”Le iene” riuscì a intervistare un operaio risentito licenziato qualche mese prima dalla famosa fabbrica il quale, pungolato a dovere, rivelò un segreto che fece tramare il Palazzo: non esisteva nessuna fabbrica: la “Savoldella” era vuota! Quella che veniva chiamata “fabbrica” non era altro che un grande “buco”, un immenso hangar che dava su una banchina portuale costruita ad hoc dall’imprenditore furbacchione.
L’uomo ribadì la sua versione alla Gabanelli e alla Zanzara. Poi fu la volta di Repubblica e Corriere.
Praticamente cosa succedeva alla “Salvoldella”? Il grano entrava dai portoni della fabbrica e veniva imbarcato su navi che lo portavano a destinazione in paesi esteri i quali saldavano il loro debito con le famose automobili costruite presso di loro dove, come noto, il costo del lavoro è infimo. Ma c’è di più, non pochi di questi produttori stranieri erano società detenute dal Savoldelli stesso che, oltre a speculare sui differenziali di prezzo, evidentemente esternalizzava così le nostre energie produttive facendo all’estero quel che poteva fare da noi.
Lo choc della rivelazione trasformò in breve tempo l’imprenditore da eroe civile a nemico pubblico numero uno. Da innovatore aperto al futuro a gretto speculatore che rubava il lavoro ai nostri giovani esternalizzando la produzione industriale.
Sull’onda dell’indignazione, con una legge ad hoc – si presero a pretesto dei vincoli ambientali –  la “Savoldella” fu chiusa e furono apposti i sigilli, Savoldelli sparì da tutte le cronache tranne che dalla “nera” e ben presto il Paese, un po’ disorientato per cio’ che gli veniva a mancare ma convinto di aver fatto la cosa giusta, ricominciò il suo tran tran dimenticandosi del “nuovo Natta”.
***SPIEGAZIONE DELLA BARZELLETTA*** 
Per chi non l’avesse capito, L’apologo serve ad evidenziare come noi consideriamo l’innovazione superiore al commercio quando in realtà sono nella sostanza la stessa cosa, o comunque producono gli stessi effetti.
Se un risultato viene ottenuto dalla ricercaapplaudiamo, se lo stesso risultato viene ottenuto con il commercio storciamo il naso.
Al progresso conferiamo il Nobel, al liberismo solo colpe, eppure entrambi perseguono il medesimo obbiettivo: l’efficienza. Un obbiettivo che si puo’ raggiungere con un’idea o con uno scambio. Che differenza fa? Nessuna, ma noi sembriamo essere predisposti ad introdurne parecchie e immotivate, per esempio: consideriamo i tassisti dei luddisti che si oppongono alle nuove App mentre solidarizziamo con i lavoratori di Almaviva.
Quando si diventa più efficienti, gli inefficienti si lamentano, è ovvio. Meno ovvio è il fatto che noi diamo peso a queste contestazioni quando scaturiscono dallo scambio mentre non ne diamo molto quando scaturiscono da cio’ che definiamo “progresso”. Limitare l’innovazione ci sembra assurdo mentre limitare le importazioni plausibile. Savoldelli continua a fare esattamente quello che ha sempre fatto ma, senza motivo, si trasforma da un giorno all’altro da santo a peccatore irredimibile.
Forse quando la ricchezza implica una relazione con il “diverso” è sospetta, non ci va più bene. Al contrario, la ricchezza che viene da un’idea è più rassicurante, più “pura”: ci evita la convivenza conl’altro.
(Aldo Savoldelli quando poco più che ventenne sbarcava il lunario con spettacolini di magia)
P.S. La parabola dell’imprenditore che trasformava l’acqua in vino… pardon: il grano in auto, è ripresa da James Ingram, professore presso la North Carolina University.

domenica 6 maggio 2018

COSA È ANDATO MALE?

COSA È ANDATO MALE?
Le barriere al commercio sono da tempo rimosse, il controllo dei prezzi un ricordo del passato, le imprese pubbliche privatizzate, la politica fiscale è più stringente: i debiti pubblici sono sotto la lente e l'inflazione è quasi inesistente, il mercato del lavoro è stato reso più flessibile, ogni forma di controllo dei capitali è praticamente sparita e l'economia mai tanto aperta agli investimenti stranieri...eppure l'economia non cresce, gli investimenti sono depressi, la povertà e la diseguaglianza in crescita. Cosa è andato male?
Non sono in pochi nel mondo i paesi che possono legittimamente porsi questa domanda.
C'è forse anche una questione culturale?
#Amazon
AMAZON.IT
In One Economics, Many Recipes, leading economist Dani Rodrik argues that neither globalizers nor antiglobalizers have got it right. While economic globalization can be a boon for countries that are trying to dig out of poverty, success usually requires following policies that are tailored to loc...

mercoledì 5 luglio 2017

Malthus sconfitto dalla globalizzazione

Malthus sconfitto dalla globalizzazione

THE GOOD NEWS The End of the Malthusian Trap – Getting Better: Why Global Development Is Succeeding–And How We Can Improve the World Even More by Charles Kenny
***
The Irish potato famine occurred at a time when Ireland was actually exporting food—again, the problem was absolute poverty, not absolute lack of resources. Between 1979 and 1984, Ethiopia saw food production decline a modest 12 percent, while Zimbabwe saw food production decline by as much as 38 percent. Yet it was Ethiopia that saw massive famine while Zimbabwe, which had put in place extensive prevention programs under the recently elected Robert Mugabe, did not.
Note:POVERTA’ ASSOLUTA NON E’ MANCANZA DI RISORSE
Since the turn of the nineteenth century, the most popular vision of global dystopia has been fueled by the Reverend Robert Malthus’s An Essay on the Principle of Population. A people incapable of stemming its urge to breed, Malthus argued, overwhelms a country’s resources to the point that the only check on population growth is near-starvation. In the twentieth century, the vision was globalized in works including Paul Ehrlich’s The Population Bomb, which warned, “The battle to feed all of humanity is over. In the 1970s and 1980s hundreds of millions of people will starve to death.”
Note:PESSIMISTI: MALTHUS E EHRLICH
recolonization. Related to this, it is often suggested that the industrialized world’s escape from Malthusian stagnation to modern economic growth contains important lessons for the developing world of today.
Note:RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PUNTO DI SVOLTA
MALTHUS’S INSIGHT: THE MASSES ARE SEX-OBSESSED BREEDING MACHINES
“the constant tendency in all animated life to increase beyond the nourishment prepared for it,”
Note:LA PREOCCUPAZIONE DI MALTHUS
The simplest version of the Malthusian model suggested that the birthrate in a country was set by customs regulating fertility, the death rate by income, and income by the size of the population. Lower incomes led to a higher death rate, declining populations led to higher incomes.
Note:IL CICLO MALTHUSIANO
the only hope Malthus saw for raising general standards of living was to change fertility behavior.
Note:LA SPERANZA DI MALTHUS: CONTROLLO DELLE NASCITE
HISTORICAL EVIDENCE FOR MALTHUSIAN TRAPS
In the UK, population size and wages shared a close relationship until around the 1800s. Wages in Britain (and across Western Europe) rose dramatically after the Black Death killed a large part of the workforce in the fourteenth century and then declined as populations recovered. Indeed, from 1200 to 1650 there was seemingly complete stagnation of the production technology of the British economy; GDP changed hardly at all, and any rise in population was offset by a proportionate fall in income per capita. More people working the same land made each individual worker less productive, as suggested by Malthus.2 From 1650 until the nineteenth century, innovation in the UK did allow for a slow expansion in output, but not at a fast enough rate to outpace population growth, so GDP per capita remained stagnant. Only with the Industrial Revolution did the link between population and wages break down,
Note:EVIDENZA MALTHUSIANA. E ROTTURA CON LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
THE WORLDWIDE ESCAPE FROM LIMITS TO OUTPUT
Only with the advent of the nineteenth century do we see the spread of sustained GDP growth above 1 percent as the Industrial Revolution took hold. The nineteenth century brought considerable diversity in GDP performance, with some regions including Asia and Africa seeing very sluggish growth while others (including Europe) took off with growth rates climbing above 3 percent. Conversely, the twentieth century has seen rapid GDP growth everywhere. And following World War II, developing countries saw particularly impressive GDP performance, with Asia leading the way.
Note:LA ROTTURA CON MALTHUS
More recently, between 1960 and 2000, among the 102 countries for which the World Bank has data, only the Democratic Republic of the Congo saw negative GDP growth rates.
Note:DAL 1960
The upshot of the story is that Malthus, at least for the period since the Industrial Revolution, was wrong. Not just wrong about Britain, but wrong about everywhere. Countries rich and poor alike are seeing output growth.
Note:SINTESI
In the second half of the twentieth century, global GDP increased almost seven-fold, agricultural output approximately tripled, and population only a little more than doubled. Global cropland per capita has approximately halved since the 1950s, while daily food supplies per capita have increased by around a quarter. And worldwide, there are now as many people overweight as malnourished (around 1 billion).
Note:XX SECOLO, SECOLO DI PROSPERITA’
THE TRAP FALLS APART
Looking across African countries suggests that there is no significant positive link from GDP per capita growth to subsequent population growth. And countries where incomes rise fast don’t see life expectancy increase much more rapidly than countries where income has increased more slowly
Note:POPOLAZIONE-REDDITO: ALTRO LEGAME CONFUTATO
NEO-MALTHUSIANISM
neo-Malthusian versions involve civilizations relying on unsustainable practices to promote growth. These practices lead, at some point, to environmental overload and social catastrophe.
Note:NEOMALTHUSIANI E SOSTENIBILITÀ
Consider the rise and decline of the Mayan civilization between 250 and 1000 A.D., discussed at great length by Jared Diamond in his book Collapse: How Societies Choose to Fail or Succeed… In the case of Copan, to grow enough food, Mayan farmers cut down forests and cultivated land on the steep hills around the city, which rapidly eroded, blanketing the valley with less fertile soil runoff. Skeletal remains suggest the average health of an inhabitant of Copan began to fall as this occurred—there
Note:JARED DIAMOND SUI MAYA
It is true that the modern global economy, 24 times its size a century ago and around 390 times as large as it was a millennium ago, is using natural resources at a phenomenal rate. Global copper output increased 23 times between 1900 and 2000. Output of aluminum increased 10,760-fold. Oil production increased about 380-fold… Atmospheric concentrations of carbon dioxide have increased from 295 parts per million in 1900 to 381 parts per million in 2005. Concentrations of methane, a particularly potent greenhouse gas, are increasing at the rate of 1 percent per year….
Note:TURBOECONOMIA E RISORSE NATURALI
Technological change and market forces may reduce the demand for, or reduce the disruption caused by, resource depletion. The operation of such processes in the past is what has given the lie to earlier predictions of imminent global environmental and economic collapse. For example, in 1980 economist Julian Simon challenged Paul Ehrlich to a bet. Ehrlich—author of The Population Bomb and an environmental millenarian—argued that increasing populations in a world of finite resources would lead inevitably to scarcity and so to price increases. Simon offered Ehrlich a long list of raw materials, any time range longer than a year, and a bet that those commodities would be cheaper in the future than they were in 1980. Ehrlich chose chromium, copper, nickel, tin, and tungsten, and a time frame of ten years. In 1990, all five had declined in price, and Ehrlich paid up,
Note:SIMON (LA BESTIA NERA DEI MALTHUSIANI) E L’INNOVAZIONE
Production and consumption, rather than population, are the central concerns.
Note:PRODUZIONE E POPOLAZIONE
INNOVATION AND UNCERTAINTY
Rapid technological advance and diffusion are key to the global escape from the Malthusian trap. Technology has allowed massively increasing global agricultural production, and it has also allowed a growing percentage of economic output (even in the poorest countries) to come from manufacturing and services, providing other sources of wealth than farming.
Note:TECNOLOGIA E FUGA DA MALTHUS
Another set of technologies that have spread are a range of simple health practices that have played a considerable role in reducing mortality, as we will see, and this reduced mortality has been a spur to smaller family size worldwide.
Note:SANITÀ E TACNOLOGIA
Africa is mired in income poverty not by the laws of nature but (if there is any simple explanation) by its institutional history.
Note:LA VIA ISTITUZIONALE
We may not know the secret to rapid income growth for poor countries in Africa or elsewhere, but we do know that the beliefs of a long-dead English parson hold little relevance. While populations have grown worldwide, the threats of both starvation and ill health have receded. The next chapter discusses evidence regarding improvements in the global quality of life in greater detail.
Note:MALTHUS HA PERSO
The Great Convergence in Quality of Life
Henry VIII, sexual carnivore and king of England for most of the first half of the sixteenth century, died at the age of fifty-five—possibly of syphilis, probably of an untreated case of type 2 diabetes. At about the same time in China, the Jiajing Emperor died of mercury poisoning at age fifty-nine, after a reign of forty-five years. Fast-forward to the start of the twentieth century. Queen Victoria died as the result of a cerebral hemorrhage in 1901 at age eighty-one—after the longest reign of any woman in history. Meanwhile, in China, the Tongzhi Emperor was born and died within Victoria’s reign—he passed away aged eighteen, of smallpox. Vaccination against the disease had been made compulsory in the UK twenty-two years earlier. Moving to the start of the twenty-first century, we find Queen Elizabeth still hale and hearty at eighty-four. So is former Chinese premier Jiang Zemin, who is the same age.
Note:LA QUALITA’ DELLA VITA DI UN RE DEL PASSATO
The discovery and exploitation of a range of health technologies, combined with improved nutrition, eventually drove a wedge between European life expectancy and that in the European empires in the nineteenth century. But the worldwide spread of such technologies and of nutrition has seen the global gap in health outcomes shrinking again over the past fifty years. A similar story of growing global inequality followed by convergence in the recent past applies not just to health but also to education, rights, and infrastructure access.
BALZO IN AVANTI E CONVERGENZA: SIAMO TUTTI DEI RE