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giovedì 20 giugno 2019

IL PUEBLO?

L PUEBLO?
Una delle bizzarrie della storia cilena è la rappresentazione quasi celebrativa di Salvador Allende come leader eletto democraticamente.
Ricordo allora che Allende non ha mai vinto un'elezione. Raggiunse un picco di voti pari al 36% dopo una contorta gara elettorale a tre tornate che, secondo le disposizioni costituzionali all'epoca, fu poi demandata al Parlamento cileno affinché prendesse una decisione definitiva. Allende emerse come il prescelto dopo mesi di rapporti intrattenuti dietro le quinte ma soprattutto sotto la minaccia di fazioni militari che tentarono di influenzare il risultato delle consultazioni parlamentari rapendo funzionari di governo. Dopo che uno di questi tentativi fallì provocando la morte di un capo dell’esercito cileno, il principale partito di opposizione rinunciò alle sue pretese firmando un accordo di coalizione con Allende per conferirgli la presidenza. Una volta in carica Allende violò fin da subito l’accordo stretto con i neo-alleati mettendo poi in moto una serie di eventi che “sovietizzarono” il paese sull’esempio cubano. L’economia collassò ben presto portando il paese sull’orlo del baratro.
Il golpe di Pinochet inaugurò oltre un decennio di governo militare antidemocratico. Tuttavia, il modo più semplice di leggere gli eventi consiste nel vedere all’opera un regime autoritario che si stava sviluppando chiaramente verso un'autocrazia di sinistra, rovesciato da un regime ancor più antidemocratico di destra. Vale solo la pena di precisare che Pinochet non si vedeva tanto come un fascista, quanto come un super-poliziotto chiamato a rimettere ordine al caos. Coerentemente con questa idea, quando ritenne che la minaccia rossa si era eclissata, rimise il suo potere nelle mani degli organi democratici.