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mercoledì 1 marzo 2023

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lunedì 16 settembre 2019

IL DOVERE DI ESSERE FELICI

https://www.econlib.org/cpi-bias-and-happiness/


IL DOVERE DI ESSERE FELICI

Siamo più ricchi dei nostri nonni ma non più felici. Perchè?

1) Adattamento edonico. Ci si abitua a tutto.

2) Invidia. Conta la condizione relativa.

3) Falsa coscienza. Ti dicono che stai male e tu alla fine ci credi.

4) Lamento del bottegaio. Dì che stai male e qualcosa otterrai.

IMO: 1: 70%; 2: 20%; 3: 5%; 4:5%

lunedì 24 gennaio 2011

GPPM e cultura del piagnisteo

Le democrazie si proponevano di facilitare la "ricerca della felicità" condotta autonomamente da ciascun cittadino... I Padri sapevano bene quanto i nostri obiettivi fossero divergenti e conflittuali, cosicchè era loro intenzione predisporre un ambiente e delle regole del gioco che li rendesse in qualche modo compatibili nella diversità. Ma oggi questa via è stata abbandonata e la crisi dell' Occidente si manifesta con la tendenza delle nostre democrazie a trasformarsi in un "Grande progetto Politico Morale"... I movimenti pro-welfare e anti-discriminazione, che più di altri incarnano questa deriva, si sono impossessati della democrazia mutandola geneticamente e convertendo lo Stato moderno in una Grande Associazione Benefica avente un fine comune: la guerra alla povertà, all' ignoranza, alle diseguaglianze. Tutto cio' potrebbe essere visto come una nuova religione particolarmente attrattiva per l' intellettuale già in possesso di una mentalità pretesca. Il concetto di "crociata" non è poi così estraneo come vorrebbero i laici coinvolti nel grande progetto di moralizzazione delle masse... Si auspica una futura Armonia e ogni forma di competizione è vista con sospetto poichè rischia di minare l' autostima degradando moralmente i soggetti coinvolti. In passato eravamo chiamati al Rispetto dell' altro e non alla sua Ammirazione, ma ora le cose sembrano cambiare, il rispetto deve mutare in benevolenza... Il GPPM sfrutta poi la tendenza già diffusa a delegare, tipica di un mondo colplesso. In quasi ogni campo noi deleghiamo allo "specialista", ora questo nuovo radicalismo democratico ci chiede di delegare anche la nostra "vita morale" facendo in modo che lo Stato si trasformi in Stato Etico e che i "diritti" diventino "doveri morali" anzichè regole di un gioco dove c' è chi vince e chi perde, anche la "giustizia" perde di senso se non è presentata nelle vesti di "giustizia sociale"... Il GPPM parla di "liberazione" ma intende "liberazione dalle scelte etiche"... le menti più servili sono pronte a rispondere al richiamo deresponsabilizzante e il servilismo seduce molti indebolendo l' individualismo, ovvero il tratto distintivo della civiltà occidentale... emerge la categoria astratta di "soggetto debole"... Il nuovo moralismo politicizzato ci invita costantemente a soccorrere il più "debole", cosicchè l' unica forma di attività politica coltivata nei gruppi sociali consiste nel lamentare la propria debolezza, ma così facendo cala una oppromente "cultura del piagnisteo" proprio laddove la cultura dell' autonomia e dell' autogoverno aveva reso più dinamiche le nostre società...

Kenneth Minogue - The servile mind

Insomma, abbiamo cominciato con il delegare all' idraulico la cura delle tubazioni di casa, abbiamo continuato delegando all' avvocato la difesa in tribunale. Tutto giusto, tutto bene. Senonchè, da qualche decennio, il leviatano democratico - a colpi di welfare ipertrofici ed invasive politiche anti-discriminatorie - pensa sia giunto il momento di delegare al Grillo Parlante Unico la nostra vita morale.

Non ci resta che piangere.

E nella "cultura del piagnisteo" non si puo' nemmeno dire che sia poca cosa.