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martedì 18 febbraio 2020

250%

Di solito va così: "allarmi, il nostro debito pubblico ha superato il 134%".
Reazione: "calma calma calma... che vuoi che sia? Il Giappone è al 250% senza conseguenze".
E' vero, il Giappone, pur con un debito enorme, ha evitato brillantemente iperinflazione e panico finanziario.
Scopriamo le tre forze chiave che lo hanno aiutato nell'impresa:
Primo, il governo giapponese ha dimostrato una notevole capacità di tagliare pensioni e sanità. Noi abbiamo toccato le prime e apriti cielo.
Secondo, il governo giapponese ha dimostrato di aumentare sostanzialmente le tasse. Noi italiani siamo in grado di aumentarle le tasse solo dicendo che le diminuiamo, il che, nonostante la nostra fantasia, limita di molto i margini di manovra.
Terzo, la politica della BOJ ha comportato un drastico calo della quantità di titoli di stato detenuti dal settore privato. La BCE non farà mai altrettanto, anche se la BBB (Banca Borghi Bagnai) probabilmente sì. Ma quando ci sarà la BBB noi ci saremo ancora?
P.S. Dimenticavo, è appena il caso di notare che il governo giapponese ha appena annunciato che l'economia di quel paese - sotto la spinta di un meraviglioso 250% - si è contratta a un tasso annualizzato del -6,3% (non è un errore di battitura) nell'ultimo trimestre.

giovedì 21 marzo 2019

DEBITO: ITALIA E GIAPPONE

DEBITO: ITALIA E GIAPPONE

L’Italia ha un debito del 130%, il Giappone del 240%.

Eppure l'Italia deve pagare una montagna di interessi sul suo debito pubblico (il terzo più grande al mondo), mentre il Giappone (con il secondo debito pubblico più grande al mondo) paga tassi pari a zero. Perché?

Sento già il coretto: perché il Giappone prende in prestito la propria valuta, mentre l'Italia prende in prestito in euro.

Vero, ma non è tutto qui.

Mentre la possibilità di stampare denaro consente a un paese di evitare il fallimento, l'effetto collaterale è spesso l'inflazione attesa. Se gli investitori temono che il paese rimborsi stampando moneta le aspettative di inflazione potrebbero aumentare e ciò aumenta i tassi nominali (effetto Fisher), come hanno imparato gli Stati Uniti (e l’Italia stessa!) negli anni '70 e nei primi anni '80, ma anche la Turchia che ha pagato tassi superiori al 50% negli anni '90.

Allora perché i tassi di interesse giapponesi sono così bassi?

Penso che sia perché il Giappone ha un sostanziale "spazio fiscale", mentre l'Italia no. Il governo italiano spende attualmente circa il 49% del PIL, mentre in Giappone la spesa pubblica è pari a circa il 39% del PIL. Il Giappone ha ancora molto spazio per aumentare le entrate fiscali se sarà necessario, e questo tranquillizza gli investitori. L’IVA giapponese, per esempio, è all’8, quella italiana al 22, solo qualche paese scandinavo (forse) è ai nostri livelli.

martedì 6 novembre 2018

NON MONTARTI LA TESTA, COPIA DAI MIGLIORI

NON MONTARTI LA TESTA, COPIA DAI MIGLIORI
Un buon principio di vita potrebbe essere questo: copia dai migliori.
Nel caso delle ferrovie i migliori sono i giapponesi (3 minuti di ritardo negli ultimi 3 mesi e mezzo).
Il loro segreto? Nessuno lo possiede, tuttavia quanto segue puo’ interessare.
In Giappone, essere nel settore ferroviario significa essere nel settore immobiliare. Lo sviluppo dei lotti contigui alle aree di transito delle ferrovie giapponesi è lasciato ai gestori che sono così in grado di catturare appieno il valore delle stazioni ferroviarie che costruiscono e gestiscono. Un terzo delle loro entrate, per esempio, proviene da negozi, hotel e servizi vari. Ciò ha trasformato le principali società ferroviarie giapponesi - Hokkaido Railway Company, East Japan Railway Company, Central Japan Railway Company, West Japan Railway Company, Shikoku Railway Company e Kyushu Railway Company - in società estremamente redditizie. Si tratta di società quotate in borsa; fanno soldi a palate. Inoltre, trasportano quasi un terzo dei passeggeri ferroviari del mondo!!
SF.STREETSBLOG.ORG
Japanese railway companies are profitable because of real estate, not just ticket sales. Can that model be emulated in the Bay Area?