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sabato 14 gennaio 2023

 La destra si indispettisce per tutte le regole e proibizioni che la transizione energetica porta con sé. La sinistra sembra più a suo agio, specie se le limitazioni della libertà sono prese in nome di una causa nobile (l'ateo ama molto le "cause nobili").


Lasciamo perdere chi non ha problemi e veniamo alle possibili reazioni degli "indignati".

1) Atteggiamento negazionista del riscaldamento climatico o del fatto che sia in parte dovuto all'attività umana.

2) Atteggiamento pigouviano: le tasse funzionano meglio delle regole. Tradotto: una carbon tax puo' sostituire di botto TUTTE le regole.

3) Atteggiamento morale che ci scagiona dall'accusa di aver provocato il cambiamento climatico, e quindi dal dover pagare pegno attraverso una serie di proibizioni.

IMO: trovo corrette e difendibili sia DUE che TRE.

TRE implica di difendere responsabilità individuale e causale, un'operazione abbastanza agevole (la modernità ne ha fatto i suoi pilastri). A quel punto la difesa del clima si trasformerebbe da dovere a semplice virtù filantropica come ce ne sono tante. DUE implica di accettare le diseguaglianze, qualcosa che la destra digerisce bene, il che significherebbe passare la patata bollente nelle mani della sinistra.

venerdì 20 marzo 2020

STILI DI VITA

STILI DI VITA
Noto con piacere quanto io sia estremamente credibile allorché faccio della crescita economica il mio focus etico e derido i cultori del global warming quando invocano un cambiamento negli stili di vita.
Lo constato oggi più che mai. Oggi infatti, angosciato per il futuro, riesco comunque a consolarmi con l'approvazione sociale di cui improvvisamente gode lo stile di vita a me più congeniale. Faccio quel che avrei voluto fare ieri, ma ieri mi era concesso con avarizia e solo agendo di nascosto o macchiando la mia reputazione. Oggi invece vado dove mi porta il cuore sentendomi approvato se non addirittura preso ad esempio. Prendiamo solo il caso delle vacanze, per me da sempre una tortura indicibile e causa di appassimento interiore. Tuttavia, dovevi pur dire qualcosa a chi ti chiedeva "dove sei stato?" altrimenti le tue quotazioni al listino degli status sarebbero colate istantaneamente a picco. E' per rispondere a questa odiosa domanda settembrina che sopportavo con infinita pazienza lunghe trasferte, voli, sciate, escursioni, immersioni, bagni di sole, cantate intorno al fuoco, ristoranti esotici. E per queste fatiche erculee pagavo pure salato!!! Lo facevo stoicamente, sempre pensando al mio divano e alla mia TV, come Ulisse pensava alla sua Penelope. Oggi, invece, posso stazionare per mesi in tinello e da dentro il mio pigiama sgualcito fulminare con sguardo sprezzante chi ventila un futuribile trasferimento nella seconda casa ligure.
La decrescita è il mio elemento, la stagnazione l'acqua in cui nuoto come un pesce-razzo, l'aria stantia quella più adatta ai miei polmoni. Insomma, per il Reddito di Ultima Istanza io ci sono nato!
Mamma mia come sono credibile quando faccio della crescita economica e del dinamismo innovativo il centro dell'etica.

RISCALDATI

E in questi momenti che riesci a distinguere ciò che conta veramente da ciò che non conta e hai sempre sopravvalutato.
Tipo il riscaldamento climatico.

giovedì 2 gennaio 2020

LENOPE

le armi contro il GW?

1 carbon tax
2 nucleare
3 geoengineering
4 risparmio
5 piling



LENOPE
Cosa mi infastidisce della campagna sui cambiamenti climatici? Perché quel senso di repulsione ogni volta che il faccione autistico del pupazzone di Greta invade giornali e TV? Cosa mi fa cambiare canale ogni volta che una subrette dell'infotainment comincia a balbettare di sc-sc-sc-ienza del climate ch-ch-change?
La risposta è semplice: l'immensa IPOCRISIA che ci vedo dietro.
Detto altrimenti: ah come non sopporto quella la massa di zombi che, facendosi un vanto di avere perso la religione dei padri, adesso cerca in fretta e furia di metterne insieme una ridicola importunandoti ogni giorno al limite della molestia. Al confronto i testimoni di Geova e i Mormoni sono un mix di coerenza e discrezione fatte persona!
Ma dopo gli insulti generici, veniamo a qualche argomento.
Devo ammettere che l'argomento mi ha sempre reso diffidente. Mi chiedevo: come mai la destra è più riluttante nell'abbracciare la causa del global warming? In fondo le politiche più promettenti per combatterlo acuiscono le diseguaglianze (se fai pagare chi inquina colpisci chi usa le tecnologie più povere, che sono anche le più nocive). Cio' significa che l'ideologia di destra, dando meno peso a questi inconvenienti collaterali, parte avvantaggiata. Mi dicevo: qui c'è sotto qualcos'altro. Penso di essermi fatto un'idea precisa, che tento di esporre.
Partiamo dall'etica: la base per discutere dell'azione sui cambiamenti climatici è la convinzione che abbiamo una responsabilità morale nei confronti delle generazioni future. Un pensiero del genere finisce per implicare sacrifici enormi a favore di persone che non hanno nulla a che fare con noi. Persone che non esistono nemmeno. Non c'è modo di sapere cosa vorranno realmente quelle ipotetiche "persone future", non c'è modo di chiedere loro come desiderano che vengano investiti i nostri risparmi. Non solo, saranno persone molto più ricche di noi, l'economia mondiale cresce in media al 5%annuo, e con l'intelligenza artificiale questi ritmi sono destinati ad aumentare. La domanda quindi è: in che modo chiedere ai poveri un sacrificio in favore di ricchi che non hanno nulla a che fare con loro, se non il fatto di essere uomini come loro (... e speriamo non siano robot)?
Analogia. Supponiamo che i Lenape, nativi della Mahattan del XVII secolo, siano di fronte alla scelta di cosa fare della loro terra nella perfetta consapevolezza di quello che accadrà in futuro. Sanno quindi che se le cose andranno come sono effettivamente andate il posto in cui vivono diventerà un territorio ricchissimo, l'ombelico di un mondo prospero sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista culturale. Ma i Lenape sanno anche che la creazione di questa mecca culturale comporterà la distruzione dell'ecosistema diversificato e fecondo del loro territorio. Sospetto che i Lenape avrebbero conservato la loro ricca e bella patria. Possiamo davvero fargliene una colpa? Badare agli affari propri è un diritto, specie quando vengono contrapposti a quelli delle generazioni future. Ma allora come la mettiamo se trasportiamo all'oggi questa logica?
Nella loro vita quotidiana, le persone si preoccupano al massimo del futuro prossimo senza tanto badare a quello lontano. Di solito, nei loro modelli gli economisti usano il 5 percento come tasso di sconto. Con un tasso di sconto del genere il PIL terrestre tra 200 anni sarebbe di qualche centinaio di dollari. Il che traduce in numeri la tesi per cui di solito di un futuro tanto lontano non ci frega una cippa. C'è persino chi parla di "dittatura del presente" e considera la coerenza nei modelli climatici come "immorale".
Insomma, le persone a parole si dicono preoccupate per il futuro, ma non si comportano di conseguenza. Come puoi aspettarti sincerità sul cambiamento climatico da chi non si fa nemmeno una pensione integrativa o acquista assicurazioni protettive?! Se le persone non si preoccupano del LORO futuro a BREVE termine, come potrebbero preoccuparsi del futuro a LUNGO termine che riguarda ALTRI perfetti sconosciuti? Del resto, il nostro futuro è minacciato in modo più ravvicinato dall'inverno demografico alle porte che dai cambiamenti climatici. Ma a quanto pare il benessere di ipotetiche generazioni future è più importante del nostro destino a breve. Chi non sente qui puzza di ideologia, alzi la mano.
Ma c'è di più: le traversie dell'aiuto internazionale dovrebbero averci istruito di come sia difficile per le persone con una certa cultura aiutare persone di cultura differente. Quanti miliardi sono fluiti verso l'Africa senza esito alcuno? Se aggiungi il fatto che qui parliamo di persone appartenenti a generazioni molto distanti, il problema cresce a dismisura. La prudenza consiglia di limitare l'azione a una dimensione ravvicinata e locale.
Nel caso del riscaldamento globale, per l'economista, la strategia più promettente consiste nel risparmiare risorse ora da spendere in seguito per risolvere eventuali problemi meglio delineati. Si tratta di una strategia meno esigente da un punto di vista cognitivo. Non occorre speculare sui pericoli concreti e nemmeno fare scelte precise: il fieno messo in cascina crescerà e sarà utile per ogni esigenza. Se la scelta del risparmio è svantaggiosa nella misura in cui la prevenzione è più economica della cura, è anche vero che la ricchezza risparmiata 1) sarà investita con meno sprechi e 2) crescerà al 5% annuo cumulativo se non di più. Molto probabilmente è proprio questo che ci chiederebbe di fare il perfetto sconosciuto che nascerà tra 100 anni.
Il fatto che l'urgenza di "combattere il riscaldamento" prevalga sull'urgenza di "risparmiare per il riscaldamento" è un'ulteriore prova che il futuro lontano non ci interessa. Chi disdegna la via più razionale segnala preoccupazioni differenti da quelle dichiarate; a questo punto il sospetto che tutto sia solo una cortina fumogena per promuovere altre agende politiche o soddisfare il desiderio impellente di esibire la propria bontà (buonismo) e professare la propria neo-religione, è alquanto verosimile. Tra l'altro questa ipotesi risolve anche l'enigma iniziale: la destra nicchia di fronte all'enfasi sui cambiamenti climatici per un motivo molto semplice: meno della sinistra è alla ricerca di un nuovo culto religioso.

sabato 16 novembre 2019

GRETA E L'ELEFANTE

https://johnhcochrane.blogspot.com/2019/11/climate-clarity.html
GRETA E L'ELEFANTE
Emissioni di gas serra. Preso nota?
E mentre io faccio la mia pallosissima e onerosissima differenziata saturnina, la Cina ha terminato la sua bella centrale di carbone settimanale (sì, una alla settimana).
Solo due domande:
1) Ma perché la Cina si orienta sul carbone quando potrebbe puntare sul nucleare come la Francia? Sì, ne ha molto in casa e lo compra a costi ragionevoli dall'Australia ma ha anche grandi competenze sul nucleare, basta vedere il suo arsenale.
2) Ma perché noi per ripulire la stanzetta in cui abitiamo ci angosciamo sulle cacchette del nostro micetto quando nella medesima stanza facciamo finta di non vedere un elefante che sgancia da decenni stronzi giganteschi?
ANCORA SULLA CINA E IL CARBONE https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_16e8a1d0000:ae83bc:a02fd466

lunedì 28 ottobre 2019

PIANTARE ALBERI

PIANTARE ALBERI
Secondo Barron J. Orr bastano 300 miliardi di dollari per bloccare i gas serra presenti nell'atmosfera e stoppare il riscaldamento del pianeta per vent'anni.
Non sono tanti. E' giusto il PIL del Cile. Sono le spese militari sostenute in 60 giorni.
Non servirebbero a sviluppare una tecnologia green ma a comprare terra dove immagazzinare tutta la CO2 prodotta.
La terra in sé non manca, dei 2 miliardi di ettari abbandonati recentemente per cause varie, ne basterebbero 900 milioni. Si tratta di restituirli al pascolo, all'agricoltura, ma anche solo agli alberi. In questo modo sarebbe possibile convertire tutta la CO2 prodotta nel mondo in biomassa.
L'uso opportuno di fertilizzanti è la chiave per reintrodurre vegetazione nelle terre desertificate, le più adatte a questo scopo. Il Kenya è un paese esemplare in questo senso, il Costa Rica lo segue a ruota. E tu? Lo vuoi piantare almeno un albero? Fermati, smetti di dissipare le tue energie dietro l'astrusa raccolta differenziata e pianta un albero. Fai il tuo dovere!
Informazioni su questo sito web
TIME.COM
The solution would stabilize CO2 emissions for 15-20 years, they say

venerdì 11 ottobre 2019

PASCAL E IL CLIMA


E' possibile farsi un'idea sul dibattito intorno ai cambiamenti climatici senza andare oltre la paginetta? Non dico di entrare nel merito ma almeno qualcosa che consenta di afferrare la logica di base.

Ecco allora le varie posizioni dalla più naif alla più sofisticata.

1) AMBIENTALISTA. Il pianeta va a fuoco e noi ne siamo responsabili. Dobbiamo intervenire per dare un futuro migliore ai nostri pronipoti.

2) UTILITARISTA. Calma, caro AMBIENTALISTA. Con i dati che abbiamo in mano non a molto senso quello che dici. Ti illustro la cosa con un'analogia. Immagina di scoprire che la tua casa abbia un problema di isolamento che crea umidità nelle camere. Un geometra ti dice che se spendi 1.000 ora risparmierai 5.000 in riparazioni tra un secolo. A prima vista sembrerebbe meglio intervenire. Tra un secolo tu non ci sarai più ma il tuo intervento beneficerebbe la tua nipotina GRETA. Riflettendo, però, spendere soldi ora sarebbe sciocco. Investire 1.000 sul mercato azionario sarebbe molto meglio per i tuoi pronipoti. Con un modesto tasso di rendimento reale del 3%, lascerai in eredità 20.000; al 5% 130.000. In ogni caso, la tua adorata GRETA sarà enormemente più ricca se ti astieni dall'intervenire. Perché preoccuparsi? Se necessario farà fronte.

3) TEOLOGO (vedi foto). Tu, caro UTILITARISTA, ti limiti alla solita analisi costi benefici senza tenere conto dei rischi estremi. C'è una minima probabilità di andare incontro ad una vera e propria catastrofe. Il dilemma davanti a cui siamo assomiglia ad una scommessa di Pascal e in questi casi la cosa più razionale è assicurarsi, ovvero intervenire ora. In casi come questi i tuoi strumenti non funzionano.

4) ATEO. Già, la nostra è una scommessa di Pascal e il tuo modo di affrontarla, caro TEOLOGO, ha tutti i limiti di Pascal. Una volta che il filosofo decide di scommettere su Dio, ecco che si pone il problema di "quale Dio". Ce ne sono infiniti e lo stallo è inevitabile. C'è perfino il Dio che ti fulmina se credi in lui. Tradotto: una volta che abbiamo deciso di assicurarci contro la catastrofe si pone il problema di quale catastrofe: clima? asteroidi? alieni? vulcani? Le catastrofi possibili sono mille. E poi, non pensi possano esistere anche "catastrofi" positive? Perché non tenerne conto? Puo' darsi che i fondi sottratti dalla prevenzione pregiudichino la scoperta di cose fantastiche come l' immortalità, oppure della droga della felicità perpetua da godersi su altri pianeti. Sì, lo so, eventi del genere sono estremamente improbabili, ma proprio tu mi insegni quanto sia importante tenerne conto! Ultima cosa: se applicassimo questa logica non dovremmo nemmeno attraversare la strada visto cosa in teoria potrebbe capitarci

mercoledì 9 ottobre 2019

ADESSO BASTA

Adesso basta però con questa storia che esisterebbe tra gli scienziati un "largo consenso" sull'origine antropogenica del riscaldamento globale.
Informazioni su questo sito web
HUFFINGTONPOST.IT
Per il fisico dell’atmosfera e climatologo di fama mondiale il movimento giovanile incanala "nella direzione sbagliata, cioè la lotta al riscaldamento globale, quella che è in realtà un’urgenza giusta, ovvero la salvaguardia del pianeta"

mercoledì 2 ottobre 2019

DIMMI COME PROTESTI E TI DIRO’ CHI SEI

DIMMI COME PROTESTI E TI DIRO’ CHI SEI
Prendi Greta, lei lancia l’allarme per il clima. E che male c’è? Fa bene, dice l’ingenuo (o il finto ingenuo).
Tuttavia, LI CONOSCIAMO BENE I NOSTRI POLLI, dalla sua esibita indignazione moralistica si capisce subito che non accetterebbe mai il proliferare di centrali nucleari, o le diseguaglianze di una carbon tax, o di sparare nell’atmosfera cannonate di anti-gas serra. Eppure sono le vie più promettenti a nostra disposizione al momento.
Prendi chi oggi parla di lotta all’evasione. E che male c’è? E’ cosa buona e giusta, dice l’ingenuo (o il finto ingenuo).
Tuttavia, LI CONOSCIAMO BENE I NOSTRI POLLI, dalla loro compiaciuta indignazione moralistica si capisce subito che non accetterebbero mai di dimezzare tasse e spesa pubblica. Eppure, una misura del genere dimezzerebbe immediatamente l’evasione per ridurla ancora di più in seguito.

lunedì 30 settembre 2019

GRETINI

Gli intervistati che si aspettano gravi danni dai cambiamenti climatici sono i più contrari alla geoingegneria.
A me sembra chiaro: tra grado di allarmismo e soluzioni da perseguire c’è un collegamento. Non è logico ma c’è. L’allarmista (o "gretino") è fondamentalmente un millenarista e desidera redimerci facendoci “cambiare vita”. I problemi climatici per lui sono un pretesto.
NATURE.COM
Solar geoengineering could limit temperature increase, but its use is controversial. This study shows that climate experts are more opposed to geoengineering if they expect severe global climate change damages, but are more supportive if they expect severe damages in their home country.

sabato 28 settembre 2019

CHI E' UN BUONISTA?

CHI E' UN BUONISTA?
Chi ci assilla promuovendo cure più costose del male pur di esibire le sue buone intnzioni.
Alcuni sono talmente rintronati dalla loro bontà che nemmeno concepiscono che un "atteggiamento di cura" possa avere un costo che lo invalida.
Il dibattito sul cambiamento climatico è una miniera di esempi in corpore vivi.

Informazioni su questo sito web
PROJECT-SYNDICATE.ORG
We need to solve climate change, but we also need to make sure that the cure isn’t more painful than the disease. Abandoning fossil fuels as quickly as possible, as many environmental activists demand, would slow the growth that has lifted billions of people out of poverty.