giovedì 30 giugno 2016

Ma Renzi ha aumentato o diminuito le tasse?

Mentre i conti ufficiali registrano un aumento delle imposte i portavoce del governo Renzi rivendicano una riduzione. Come mai?
L’equivoco risiede nella natura dei famosi 80 euro: devono considerarsi un aumento di spesa pubblica o una riduzione d’imposta?
Equiparare uno sconto sul prezzo ad un prezzo più basso non sembra una grande forzatura, eppure la contabilità nazionale fa scelte diverse e considera questo sconto una forma di spesa pubblica.
Se tagliamo i sussidi alle imprese tagliamo la spesa pubblica o aumentiamo le tasse alle imprese? Se scontiamo in Unico le ristrutturazioni della casa aumentiamo la spesa pubblica o riduciamo le tasse agli italiani? Se paghiamo più pensioni aumentiamo la spesa pubblica o alleggeriamo il carico fiscale?
Un renziano farebbe pesare queste operazioni sul fisco considerandole aumenti e riduzioni di tasse. Ma è corretto?
Lo stesso problema si è presentato agli studiosi intenti ad indagare la via ottimale per abbattere il deficit: meglio aumentare le imposte o tagliare la spesa? La risposta variava a seconda di come venivano definite imposte e spesa.
Alesina-Favero-Giavazzi in The output effect of fiscal consolidation plans concludono che è meglio tagliare la spesa. Batini-Callegari-Melina nel loro Successful Austerity in the United States concludono che è meglio aumentare la tasse. Peccato che i primi considerino il taglio di pensioni, sussidi ecc. come tagli di spesa mentre i secondi li considerino come aumenti d’imposta. E’ chiaro che la diversa definizione di imposte e spesa sia decisiva.
Matteo_Renzi_2015.jpeg
Ma veniamo alla soluzione che propongo. Personalmente, cercherei una certa coerenza affidandomi allo scontro ideologico in atto, che in queste materie vede contrapposti liberisti e statalisti.
Il liberista si oppone a tasse e spesa elevate: secondo lui distorcono le scelte degli individui.
Lo statalista ama invece il “tassa e spendi”: secondo lui si possono così realizzare progetti meravigliosi che non vedrebbero mai la luce.
La tassa preferita del liberista è la poll tax o tassa capitale: X euro a testa. E’ la tassa più semplice che meno influenza le scelte della gente: qualsiasi scelta fai la devi pagare e l’importo non varia.
La tassa preferita dallo statalista è invece molto articolata perché i suoi progetti di ingegneria sociale sono sempre molto “articolati”.
Ora, gli sconti sulle tasse sono un modo per “progettare” la società ideale, per spingerla in una certa direzione piuttosto che in un’altra: se sconto le ristrutturazioni edili le famiglie faranno una vacanza più breve pur di ristrutturare la casa sfruttando gli sconti da me proposti. Nel campo produttivo si rilancerà il settore edile a scapito degli altri settori. Ecco allora che ho modificato le scelte dei cittadini per realizzare un mio progetto di società ideale. Dal punto di vista ideologico, in questo caso, pesco nell’ideologia “statalista” e di conseguenza, siccome lo statalista ama tasse e spese elevate, è più coerente considerare questa misura come un aumento della spesa anziché una riduzione di tasse.
Lo stesso dicasi per gli 80 euro di Renzi: si è voluto elargire un compenso ad un settore ben identificato della classe media affinché – a detta del governo - avesse in tasca qualche soldo in più da spendere, più probabilmente affinché si orientasse diversamente nella sua scelta elettorale. Sia come sia si stavano progettando a tavolino dei comportamenti sociali ritenuti migliori rispetto alle alternative,   assumendo così il tipico atteggiamento “statalista”. In questo senso considerare la misura un aumento di spesa pubblica è più coerente.
Se si accetta questa impostazione dobbiamo concludere che la contabilità nazionale è corretta e il governo Renzi ha  aumentato le tasse.

Meglio tagliare la spesa o diminuire le tasse?

  • l campione. La prima differenza riguarda il campione utilizzato. AFG studiano 17 paesi OCSE (Australia, Austria, Belgio, Canada, Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Regno Unito, Irlanda, Italia, Giappone, Olanda, Portgallo, Stati Uniti), nel periodo 1980-2005. BCM studiano 4 paesi (Francia, Italia, Giappone, Stati Uniti) più i paesi dell'area Euro aggregati in una singola entità, in vari periodi (dai 40 anni tra il 1970 e il 2010 per la Francia, ai 24 anni tra il 1985 e il 2009 per l'aggregato area Euro). Non c'è niente di sbagliato nell'utilizzare un campione piuttosto che un altro, ma naturalmente da campioni diversi si ottengono tipicamente risultati diversi.
  • TECNICA. AFG studiano gli effetti di interi piani di consolidamento fiscale in ciascun paese, cioè piani esplicitamente disegnati per ridurre il deficit pubblico e mettere il debito pubblico su un sentiero sostenibile. Gli shocks fiscali considerati sono quindi solo quelli di tipo "negativo", consistono cioè di eventi che riducono il disavanzo pubblico. Inoltre, questi shocks vengono identificati utilizzando un metodo narrativo. Questo significa studiare la storia fiscale di ciascun paese e classificare particolari eventi come (parte di) piani di consolidamento fiscale. Si selezionano cioè a priori i casi da studiare. BCM, invece, considerano shocks fiscali di entrambi i segni, sia negativi (che sono quelli rilevanti durante una fase di riduzione del deficit) sia positivi (che sono rilevanti durante una fase di aumento del deficit) e utilizzano un metodo basato su una tecnica molto
  • SPESA E IMPOSTE AFG definiscono "tasse" come le entrate fiscali, e definiscono "spesa" come l'intera spesa pubblica, inclusiva dei trasferimenti a famiglie e imprese. BCM, invece definiscono "tasse" come imposte nette, cioè entrate fiscali al netto dei trasferimenti a famiglie e imprese, e "spesa" come spesa pubblica in senso stretto. Questo può portare a interpretare in modo molto diverso gli effetti di un consolidamento basato sulla riduzione dei trasferimenti. Facciamo un esempio, il piano del governo italiano di tagliare per circa 10 miliardi i sussidi alle imprese. Si tratterebbe di riduzione della spesa oppure di aumento delle imposte? È vero che tecnicamente le imposte nette (essendo la differenza tra imposte e trasferimenti e sussidi di questo tipo) aumenterebbero, ma di fatto si tratterebbe di minori uscite per il settore pubblico, con le imposte (lorde) che resterebbero invariate. ...  Se andiamo a guardare la fonte dell'analisi narrativa di AFG, vediamo che non pochi episodi di consolidamento nel loro campione hanno una preponderante componente di riduzione dei trasferimenti. La mia opinione è che sia sostanzialmente corretto considerare la riduzione dei trasferimenti come riduzione della spesa. Lo stesso varrebbe per una qualsiasi riduzione della spesa pensionistica come, di nuovo, nel recente caso italiano. Un episodio di consolidamento fiscale basato sulla riduzione dei trasferimenti viene quindi classificato come "riduzione di spesa" da AFG ma come "aumento di imposte (nette)" da BCM.
  • Precisione della stima. Infine, la sesta differenza nella tabella, riguarda un punto tecnico (sono grato a Carlo Favero per avermelo fatto notare). Le simulazioni di AFG permettono di costruire "intervalli di confidenza", cioè una misura della precisione delle stime. La metodologia scelta da BCM non lo consente. Sappiamo quindi che la conclusione di AFG è "precisa", in un senso statistico. Nulla sappiamo sulla precisione della conclusione
  • In conclusione, il mio giudizio è che il tipo di eventi fiscali considerati da AFG siano del tutto analoghi a quelli in atto in Italia e in Europa da 1--2 anni a questa parte. BCM, in questo senso, misurano gli effetti di eventi fiscali la cui composizione è molto diversa da quelli in corso.

mercoledì 29 giugno 2016

Il nostro povero bisogno di purezza

La categoria dei “valori non negoziabili” è emersa da tempo nel Magistero della Chiesa in riferimento ad alcune questioni riguardanti l’impegno dei cattolici in politica. Da allora si è litigato tanto ma il concetto (a me) non è ancora oggi chiaro.
Si tratta forse di un richiamo fatto ai politici cattolici alla stregua dei richiami di partito? Ma allora ogni partito politico possiede una miriade di “valori non negoziabili”. Il concetto sarebbe banale, mi rifiuto di crederlo.
Si tratta di valori la cui violazione dovrebbe risultare inaccettabile al cattolico doc?
In realtà, qualsiasi cattolico assennato sembra sopportarla benissimo pur dicendo di battersi contro. L’aborto in Italia è autorizzato per legge, e quella legge viene riconosciuta e rispettata da tutti i cattolici. Naturalmente viene considerata una legge sbagliata e da cambiare ma, anche qui, è lo stesso atteggiamento che qualsiasi militante di qualsiasi partito ha nei confronti di leggi che considera ingiuste. Siamo di nuovo alla banalizzazione.
Forse che le leggi di cui parliamo sono particolari perché hanno un contenuto morale?
No, molte leggi sono sostenute per il loro contenuto morale. Un comunista vuole più eguaglianza poiché lo ritiene giusto, un liberale vuole più meritocrazia perché lo ritiene giusto. Eppure in questi casi non si parla di “valori non negoziabili”.
Faccio allora un’ipotesi alternativa capace di conferire significato e originalità al concetto in questione: la categoria dei “valori non negoziabili” ha a che fare con la dimensione del sacro. Ammetterete che con il sacro non ha nulla a che spartire con i valori liberali e socialisti.
Ma per chiarire meglio cosa intendo soccorre la lettura di Viviana Zelizer, in particolare del suo libro The Purchase of Intimacy.
Il bisogno di sacro è bisogno di purezza, qualcosa che tutti condividiamo, in passato si esercitava molto nella sfera del sesso, oggi in quella del cibo.
ma anche senza coltivare tabù estremi, tutti noi apprezziamo la “purezza” di certi sentimenti e ci disturba “contaminarli” con elementi inquinanti. Per questo decidiamo di “sacralizzare” certe relazioni mettendole al riparo dall’agente contaminatore per eccellenza che è il denaro. Ora, tra denaro e “negoziabilità” il nesso è evidente.
Diciamo allora che denaro e sacro convivono male. Nessuno di noi stila un contratto pre-matrimoniale dettagliato, ci sembrerebbe di sminuire il matrimonio, riteniamo l’amore una sfera ben distinta dall’economia. Sentimenti e soldi sono nemici, almeno dal punto di vista della comunicazione. Il denaro richiede una comunicazione letterale, il sacro una comunicazione simbolica. Quando firmo un contratto dico che mi impegno a rispettarne la lettera e a risarcire i danneggiati, quando dico “ti amerò tutta la vita” aderisco ad un simbolo.
Parlo di simbologia perché, a guardar bene, quello che preme agli adoratori del sacro non è la purezza in sè quanto qualcos’altro, ovvero l’appartenenza ad un gruppo che osserva gli stessi precetti (legati alla purezza) e si coordina intorno a quelli. L’importante è il coordinamento, i precetti in sé potrebbero anche essere altri. Banalizzo affinché sia chiaro: ci si puo’ coordinare stabilendo di “tenere la destra” ma lo si puo’ fare altrettanto bene stabilendo di “tenere la sinistra”.
Un esempio: la sacralità della Messa cattolica non si coniuga molto bene con il denaro, tanto è vero che Gesù scacciò con rabbia i mercanti dal tempio. Eppure, ad ogni messa gira sfacciatamente un cestino per raccogliere moneta sonante: mai la pornografia del denaro è esplicita e senza filtri come durante la Santa Messa, si tira materialmente fuori il portafoglio e si consegna la pecunia nuda e cruda in un recipiente stracolmo che sembra il deposito di Paperone in miniatura. Naturalmente ognuno potrebbe donare in qualsiasi momento nelle apposite cassette ma affinché la sua decisione sia esposta alla massima pressione sociale si stabilisce di fare una raccolta nel momento più cruciale della liturgia.
Cio’ puo’ significare solo una cosa: che l’impurità del denaro va proclamata come simbolo ma non osservata alla lettera. E qui comprendiamo meglio la funzione del sacro: è il proclama che garantisce l’appartenenza ad una tribù, e se l’appartenenza è cio’ che conta, allora basta e avanza quello.
Altro piccolo esempio. Se chiedi a Giovanni quanto stima la sua vita in euro, lui avrà un moto di repulsa. Tuttavia, Giovanni, durante la giornata, compirà mille azioni da cui si puo’ evincere il valore che si rifiuta di formulare esplicitamente.
La conclusione è che il valore esiste ed è calcolabile ma per questioni simboliche l’interessato si rifiuta di fornirlo o addirittura di pensarlo, questo perché vuole comunicare al mondo che per lui la “vita è sacra”.
In cio’ che diciamo c’è un messaggio diretto e un messaggio indiretto: il primo è di natura economica, il secondo di natura simbolica. I due messaggi convivono, infatti Giovanni dà un valore in euro alla sua vita ma DICENDO di non poterlo dare ci comunica la sua appartenenza alla tribù di coloro per cui “la vita è sacra”. In Chiesa malediciamo mammona e il denaro in modo simbolico ma poi all’offertorio facciamo della moneta e del portafogli un protagonista assoluto.
L’identità e l’appartenenza sono un bene privato (ci rende più felici) ma l’aspetto simbolico riveste anche un valore comunitario. infatti, noi sappiamo tante cose della tribù della “vita è sacra” e di conseguenza sappiamo molte cose di Giovanni. Giovanni si rende prevedibile, diminuisce l’incertezza sociale e questo è un bene per tutti. Noi sappiamo molte cose di della tribù che “disprezza il denaro”, cosicché riusciamo a coordinarci bene con loro, sappiamo con chi abbiamo a che fare, sappiamo se e come evitarli, se e come incontrarli. Il simbolismo dei sacramenti è un vantaggio anche per i non appartenenti alla tribù che li celebra.
Ma c’è un aspetto che puo’ risultare fastidioso: “simbolo” e “letteralismo” possono interagire in modo equivoco. Se Giovanni dice “la vita umana non ha prezzo” usa un’espressione simbolica che molti potrebbero prendere alla lettera equivocando. Lo stesso Giovanni potrebbe auto-ingannare se stesso pensando alla verità letterale della sua espressione simbolica e rispondere in modo scorretto a chi gli chiede quanto valuta in euro la sua vita.
A volte simboli e lettera confliggono in modo così potente che meglio sarebbe ritarare il sistema simbolico formatosi in contesti differenti in modo da mantenerne il valore sociale minimizzando equivoci ed auto-inganni.
Alcuni equivoci sono socialmente molto costosi. Facciamo una caso ipotetico: chi dice “i bambini non si comprano” prendendosi alla lettera potrebbe opporsi alle commissioni richieste dagli intermediari all’adozione, il che farebbe crollare le adozioni in tutto il mondo con danno per tutti. Chi invece dice “i bambini non si comprano” cosciente di esprimere un mero simbolo (la sacralità del bambino) non farebbe mai un errore del genere perché sa che simbolo e lettera divergono.
E non so fino a che punto chi dice che l’ “utero non si affitta” parli in modo simbolico anziché letterale. Districare la matassa è difficile sia per chi ascolta che per chi parla.
Chi dice “valori non negoziabili” è poi non negozia (magari perché preferisce sparare ai medici abortisti), probabilmente fa un danno all’intera comunità. Al contrario, chi parla di “valori non negoziabili” e poi di fatto negozia non si sta necessariamente contraddicendo poiché c’è una differenza tra lettera e simbolo.
purit
Come far convivere lettera e simbolo, sacro e profano? Ci sono quattro atteggiamenti.
1) I moralisti. Per loro gli ambiti vanno tenuti ben separati, nel momento in cui entrano in contatto si crea una contaminazione. Ipotizzare in modo esplicito che il valore “non negoziabile” sia di fatto negoziabile significa inquinarlo irreparabilmente. Meglio negare anche l’evidenza pur di conservare la dimensione del sacro.
2) Gli economicisti. Per loro i simboli sono sempre riducibili alla lettera. Il sacro è sempre riducibile all’economia. Operazione che va fatta per comprendere e spiegare.  Esempio: il matrimonio è un mero contratto economico a lungo termine e l’aspetto rituale una mera patina superficiale che lo studioso deve smascherare.
3) I relazionisti. Per loro simbolo e lettera sono due dimensioni umane imprescindibili che possono e devono convivere. Il sacro riguarda la dimensione comunitaria, il profano la dimensione individuale. Entrambe vanno preservate senza fagocitarsi. Quando i costi di una simbolica datata sono troppo alti si proceda a riformarla.
4) I dialettici. Per loro tutto è lotta e i simboli sono armi come altre: servono ai “forti” per sottomettere i “deboli”. La rivoluzione esige un rovesciamento e una sostituzione. Esempio: il patriarcato ha imposto suoi simboli per sottomettere il genere femminile, oggi la rivoluzione femminista è chiamata a sovvertirli.
Personalmente mi sento più vicino a 3)… con una spruzzatina di 2).

CHAPTER 2 The Power of Limits

CHAPTER 2 The Power of LimitsRead more at location 773
Note: xchè il mondo del crimine ipersegnala? 1 non può scoprirsi 2 tra disonesti è difficile costruire la fiducia imho: da qui la buona stampa della sincerità la legalità dei criminali la crudeltà razionale: enfocement... ma la violenza attira atenzione tagliarsi i ponti alle spalle il tatuaggio in faccia come segno di abbandono della vita normale mostrare incompetenza in tutto ciò che nn è crimine "comportarsi da bianco"... il caso dei baroni univrsitari xchè nominare degli incompetenti... il potere dei senza talento... provenzano non sapeva neanche viaggiare la proverbiale incompetenza dei mafiosi l essenza della mafia: un tribunale di conciliazione la povertà dei mafiosi e il loro disinteresse x il denaro parallelo con il celibato dei preti Edit
Note: 2@@@@@@@@@@@@@@@ CRIMINALI ONESTI. FAMA DI CRUDELTÀ. INETITUDINE. DISTACCO Edit
Cheats, furthermore, do not have to fear the law when they dupe other criminals,Read more at location 781
Note: ASSENZA DI SANZIONI ORDINARIE Edit
Third, they are more likely to have motivations to defect than most ordinary peopleRead more at location 782
Note: TANTI CONTI DA REGOLARE Edit
Fourth, they are more likely to have the dispositions to defect,Read more at location 783
Note: INCLINAZIONE VENDICATIVA Edit
villain's paradox: a criminal needs partners who are also criminals, but these are typically untrustworthy people to deal with when their self-interest is at stake.Read more at location 787
Note: IL CRIMINALE ONESTO Edit
Criminals embody homo economicus at his rawest,Read more at location 791
Note: HOMO EC Edit
Crime fiction, whether in writing or film, often exploits the tensions that arise from distrust (which may further enhance distrust among real criminals, who, as we shall see in chapter 10, are affected by fiction).Read more at location 796
Note: TENSIONE DA SFIDUCIA Edit
in Hammett's story, Angel Grace shows that there can be honor among thieves.Read more at location 805
Note: ONORE Edit
The evidence for loyalty in the real underworld, however, is close to nonexistent. True, there is a bias due to the fact that when things go wrong we are more likely to hear about them than when they go smoothly. Yet the evidence of cheating and betrayal is just too large to think that the problem of untrustworthiness troubles the underworld in merely the same way as it does ordinary business. Criminals dupe each other,Read more at location 806
Note: LA REALTÀ DELL ONORE Edit
VIOLENCE AND ITS DRAWBACKSRead more at location 826
Note: TITOLO Edit
villains cannot run prisons or impose finesRead more at location 831
Note: IMPOTENZA Edit
When the trustee knows that the truster is prepared to resort to violence, he will be more careful before taking advantage of him. This solution is attractive, for one does not need to worry about whether the trustee is trustworthyRead more at location 834
Note: FAMA DI CRUDELTÀ Edit
cultivate and display their toughness.Read more at location 837
Giuseppe Longo,Read more at location 841
Longo said: Clearly I am not happy to come out in the newspaper for being suspected of the murder of Bottari. But I reckon that all considered those who do not hold me in much consideration are going to be scared. Maybe all this will be positive publicity, at least in certain Calabrese and Sicilian quarters.Read more at location 848
Note: LONGO RISPETTATO Edit
First, being suspected of murder, a stigma in polite society, can be a bonus in the underworld.Read more at location 854
hard-to-fake evidence that one is “bad,”Read more at location 856
Using violence, however, has drawbacks. There is, of course, a contingent one, namely that thanks to its use criminals are more likely to attract police attentionRead more at location 858
Note: INCONVENIENTI Edit
BURNING BRIDGESRead more at location 901
Note: TITOLO Edit
The situation faced by a truster and a trustee can be understood by considering briefly the basic trust game developed by Michael Bacharach and myself.Read more at location 904
Note: TRUST GAME Edit
When I did some fieldwork in Naples in the late 1980s, where the illegal lottery run by the Camorra was very popular, several people told me with admiration how prompt the bookies were in paying their wins—showingRead more at location 929
Note: ONESTÀ NELLE SCOMMESSE Edit
In his autobiography Henry Williamson, a criminal who was involved in robberies and drug dealing, says: “I had gave [sic] a few guys my telephone number. That way a guy'll trust you more.”Read more at location 951
Note: NUMERO DI TELEFONO Edit
Facial tattoos are the ultimate abandonment of all hope of a life outside.Read more at location 960
Note: TATUARSI IN FACCIA Edit
“Tattoos worn on the face or neck are the most visible, and thus suggest a higher level of commitmentRead more at location 962
Margo DeMello,Read more at location 963
An ‘honorable’ prison tattooist doesn't want to be responsible for helping to ruin a young prisoner's life, particularly if an individual is going to be getting out of prison any time soon.Read more at location 965
Note: ONORE: NN TATUARE UN GIOVANE. Edit
INCOMPETENCERead more at location 975
Note: TITOLO Edit
One way of convincing others that one's best chance of making money lies in behaving as an “honorable thief” is by showing that one lacks better alternatives.Read more at location 976
Note: MOSTRARE INCOMPETENZA IN TUTTO Edit
énergumène,Read more at location 980
Note: ENERGUMENO Edit
(baroni),Read more at location 987
Mae West's advice that “brains are an asset if you can hide them.”Read more at location 1021
Note: MAE WEST Edit
There are, to be sure, reasons other than trust-inducing incompetence for selecting low-quality candidates.Read more at location 1026
Note: MOTIVI X SCEGLIERE L ENERGUMENO Edit
the less likely the appointee is to outdo his appointers;Read more at location 1027
Note: NN TI FA LE SCARPE Edit
the more grateful he will feel for having been appointed (as Machiavelli wrote,Read more at location 1028
Note: PIÙ GRATITUDINE Edit
Caligula, who made his horse into a senator).Read more at location 1031
Note: CALIGOLA AE I SEGNI DEL POTERE Edit
The perception and use of incompetence as a constraint on defection extends beyond academic corruption. Selection in the world of politicsRead more at location 1035
Note: ACCADEMIA E POLITICA Edit
Credible partners or loyal employees need not be globally inept, merely selectively incompetent at the relevant brand of activity that could reward their defection.Read more at location 1040
Note: INCOMPETENZA SELETTIVA Edit
The power of weaknesses has been also identified by Thomas Schelling with reference to bargaining situations:Read more at location 1061
Note: IL POTERE DEI DEBOLI Edit
MAFIOSO INCOMPETENCERead more at location 1068
Note: TITOLO Edit
The mafia's principal activities are settling disputes among other criminals,Read more at location 1068
Note: L ESSENZA DELLA MAFIA Edit
a mafioso must be feared by all parties, but he must also be thought capable of being disinterested in his deliberationsRead more at location 1075
Note: DISINTERESSATO Edit
A lot of these wiseguys did not have the ability to move around the country.Read more at location 1084
Note: NN SAPER VIAGGIARE Edit
how to make airline reservations.Read more at location 1086
Note: PRENOTARE UN AEREO Edit
“They cannot run a restaurant to save their lives,”Read more at location 1089
Note: REGGERE UN RISTORANTE Edit
The pentiti, mafiosi who turned state's evidence and testified in the large Sicilian trials of the 1980s, could name the occupation of only 40 of the 114 bossesRead more at location 1091
Note: DISOCCUPATI CRONICI Edit
31 percent were employed in agriculture, mostly as landowners. Most of these occupations are a facade anyway.Read more at location 1093
Note: CONTADINI Edit
Japanese yakuza too display this self-deprecating attitude. “No one here's a rocket scientist,” Hara, the Hara-gumi yakuza boss, likes to say. “If anyone had half a brain, they probably wouldn't be in the yakuzaRead more at location 1111
Note: JATZUKA Edit
DISINTERESTEDNESSRead more at location 1116
Note: TITOLO Edit
They need to display stronger signals of disregard for pecuniary success,Read more at location 1118
Note: DISPREZZO DEL DENARO Edit
ceaselessly eager to show that they are not in the business so much for the money as for “respect.”Read more at location 1119
Note: RISPETTO NN DENARO Edit
“Cumannàri è megghiu ca futtiri!” (better to have power than sex).Read more at location 1121
All mafiosi who turned state's evidence declared that asking questions “is a sign of reckless curiosity and it may, indeed, be misinterpreted.”Read more at location 1137
Note: FAR DOMANDE Edit
For instance, according to Catholic writer Thomas Keneally, “the idea of priestly celibacy as a total renunciation of sex found widespread favor as a means of inspiring trust in the clergy—and as a way of filling churches.Read more at location 1147
Note: CELIBATO DEI PRETI Edit
The norms on marital fidelity adopted by mafiosi, a few of whom contemplated a career in the church before opting for the Honored Society, can be interpreted as a blander version of the same trust-inducingRead more at location 1151
Note: FEDELTÀ ALLA MOGLIE Edit
“A steady marriage and proper behaviour”—Pizzini-Gambetta writes—”were excellent ways to prove one's trustworthiness:Read more at location 1154
Gaspare Mutolo, a mafioso who turned state's evidence, said:Read more at location 1157
Note: UN MODELL Edit
must be a model.”Read more at location 1159
functions similar to those of priestsRead more at location 1160
signaled their detachment from the petty family or financial mattersRead more at location 1161
Note: PRETE DISTACCATO Edit