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domenica 21 giugno 2015

Tomas Transtromer: I ricordi mi riguardano

  1. Il primo ricordo:... ho appena compiuto tre anni e mi hanno detto che è qualcosa di molto importante, che adesso sono diventato grande...
  2. Papà:... i suoi scoppi d’ira non venivano mai presi veramente sul serio... L’aggressività a lungo termine gli era del tutto estranea... Voleva essere in buoni rapporti anche con gli assenti di cui capitava di parlar male in una normale conversazione. “Ma papà, devi almeno essere d’accordo sul fatto che X è un mascalzone!” “Senti, io non ne so proprio niente.”
  3. Il mistero dei vicini: ... le risate omeriche e il saltare di tappi, non sembravano accordarsi a quell’ometto di un pallore spettrale che ogni tanto incontravo in ascensore...
  4. Fasi: ... dopo qualche tempo le visite al museo cessarono. Ero entrato in una fase in cui avevo una paura inaudita degli scheletri...
  5. Maestri: ... intavolammo subito una conversazione sui molluschi. Era così distratto o privo di pregiudizi che mi trattava come un adulto...
  6. A caccia di farfalle: ero sempre fuori in perenni spedizioni. Una vita all’aria aperta senza il minimo interesse salutistico...
  7. La maestra: una signorina nubile e molto curata che cambiava vestito ogni giorno...
  8. Didattica: ... fioccavano spesso tirate di capelli e sberle, anche se mai a me che ero figlio di una maestra.
  9. Scuola fabbrica del conformismo:... Il mio compito principale nel primo trimestre fu di starmene zitto e fermo nel mio banco... Non si dovevano avere difficoltà inattese nell’imparare qualcosa. In generale non si doveva fare niente di inatteso. Una bambina che se la faceva addosso per la paura e la vergogna non poteva aspettarsi nessuna pietà...
  10. Strategie anti-bullismo: Hasse, un ragazzo scuro e alto che era cinque volte più forte di me, aveva l’abitudine di buttarmi a terra a ogni intervallo, il primo anno di scuola. All’inizio opponevo una fiera resistenza, ma non serviva a niente, lui mi atterrava comunque e trionfava. Alla fine trovai il modo di frustrarlo: una totale rilassatezza. Quando si avvicinava, fingevo che il mio io se ne fosse volato via e avesse lasciato soltanto un cadavere, uno straccio senza vita che lui poteva calpestare quanto voleva. Si stufò. Penso a quanto possa avere significato per me, più avanti nella vita, il metodo di trasformarsi in uno straccio senza vita. L’arte di lasciarsi calpestare senza perdere l’autostima. Non l’ho usata troppo spesso? A volte funziona, a volte no.
  11. L'offensiva nazista sui giornali... era raffigurata con frecce nere. Le frecce penetravano nel cuore della Francia e vivevano come parassiti anche nel nostro corpo di nemici di Hitler. Io mi includevo realmente nel numero. Non mi sono mai più impegnato con tanta passione in politica!
  12. Definizione di "comunista": chi teneva per la Russia.
  13. Destra: la si votava se si era ricchi...
  14. I ricchi... possedevano giocattoli di  incredibili dimensioni...
  15. I poveri: dovevano fare pipì in una casseruola di fortuna che la mamma vuotava nell’acquaio in cucina. Era un dettaglio pittoresco.
  16. Inconvenienti della militanza: quando scoprivo che qualcuno che mi piaceva in effetti era «filotedesco», sentivo immediatamente un terribile peso sul petto. Tutto era rovinato.
  17. Radio Londra: ...la voce calma dello speaker, con un lieve accento straniero, si rivolgeva direttamente a me da un mondo di simpatici eroi che continuavano a dedicarsi tranquillamente alle loro occupazioni benché piovessero bombe.
  18. I professori... dei divi collerici che potevano dedicare la maggior parte della lezione a costruire una torre di indignazione isterica soltanto per poter sfogare la loro rabbia... Facevano sempre un’entrata drammatica in classe, gettavano la cartella sulla cattedra e già dopo qualche secondo era chiaro se l’umore era buono o cattivo.
  19. Il Preside: è possibile che le sue grandi esplosioni non si verificassero più di tre o quattro volte al mese. Ma era soprattutto su quei momenti che si fondava la sua grande autorità... il fulmine si muoveva avanti e indietro sopra il paesaggio. Si sapeva che doveva cadere, ma non dove.
  20. Cooperazione genitori-insegnanti?... per tutto il mio periodo scolastico mi sforzai di tenere separati il mondo della scuola e il mondo di casa. Se i due mondi cominciavano a filtrare uno nell’altro, la casa sarebbe stata contaminata. Non avrei più avuto un vero rifugio.
  21. Extramoenia: non sapevamo quasi nulla della vita privata dei nostri insegnanti, sebbene la maggior parte di loro abitasse nei dintorni della scuola... Un giorno d’autunno Målle era arrivato in classe con una rossola in mano. Mise il fungo sulla cattedra. Liberatorio e scioccante – si era intravisto uno scorcio della sua vita privata! Målle dunque raccoglieva funghi...
  22. L'allegria dei vent'anni: ... allora la dimensione più importante dell’esistenza era la Malattia. Il mondo era un immenso ospedale... Vedevo davanti a me persone sfigurate nel corpo e nell’anima. La lampada era accesa e cercava di tenere lontani quei volti spaventosi, ma ogni tanto mi assopivo, le palpebre si abbassavano e i volti spaventosi mi erano improvvisamente addosso... ogni tanto il silenzio era rotto da uno schiocco nelle pareti. Provocato da cosa? Da me? Le pareti risuonavano perché lo volevano i miei pensieri malati!
  23. La scoperta della poesia nelle parafrasi dei somari interrogati dal prof. di  latino:... questa alternanzatra una sgangherata banalità e un icastico sublime mi insegnò molto. Erano i presupposti della poesia. Attraverso la forma (la Forma!) si poteva elevare qualcosa. Le zampette del bruco erano sparite, si aprivano le ali.