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martedì 10 ottobre 2017

“Ma quando tornano i belgi…”

“Ma quando tornano i belgi…”

Il colonialismo non gode di buona stampa, gli storici lo hanno fatto a pezzi.
Eppure, non merita la reputazione che si ritrova. In generale è stato sia benefico che legittimo.
Parlo di quello del XIX secolo, ovvero quello più radicato e duraturo.
I paesi che una volta liberi hanno abbracciato la loro eredità coloniale hanno fatto meglio di chi l’ha ripudiata.
Il vero flagello della storia recente è stata invece l’ideologia anticoloniale, autentico freno pluridecennale allo sviluppo delle ex colonie.
Il colonialismo, per quel che ha messo in mostra, non merita solo l’assoluzione ma anche di essere ripensato e realizzato in forme nuove.
Meriterebbe l’assoluzione… ma non si puo’ impartirla. I tempi non sembrano ancora maturi.
La vicenda Helen Zillen è un chiaro monito; parlo della politica sudafricana che twittò l’ovvio: “gran parte del successo di Singapore va ascritto alla sua capacità di valorizzare il lascito coloniale”.
Fine di una carriera politica. Bye bye. L’ennesima vittima di un’ideologia ottusa e dannosa. E questo nel terzo millennio.
***
La molla principale per ripensare il colonialismo ci viene dal fallimento su tutti i fronti dell’anticolonialismo con il suo ormai secolare pedaggio fatto di fallimenti economici ma anche di vite umane e atrocità sdoganate.
Ma come riprendere la lezione coloniale?
Prima via: chiedere ai governi locali di replicare il più possibile le tipiche istituzioni coloniali.
Lo hanno fatto con paesi di successo come Singapore, Belize e Botswana. Perché gli altri non possono?
Seconda via: ricolonizzare alcuni settori cruciali che oggi continuano a stentare. Per esempio le finanze pubbliche, oppure la sicurezza e l’ordine pubblico. Si tratterebbe di cedere fette di sovranità: un paese maturo e umile non ci penserebbe due volte.
Terza via: costruire nuove colonie partendo da zero.
Quasi dimenticavo: il nuovo colonialismo, sia chiaro, deve fondarsi sul consenso dei colonizzati.
Nonostante la tempesta abbattutasi sulla Zillen, ci sono anche segnali più incoraggianti: i padri nobili del colonialismo – Livingstone in Zambia, Lugard in Nigeria e de Brazza in Congo – godono oggi di crescente rispetto.
A Kinshasa un intercalare consolidato suona così: “ma quando tornano i belgi?”.
***
Una prima critica al colonialismo lo considera oggettivamente dannoso.
Di solito la critica è aneddotica: qualche evento preso a caso qua e là, qualche atrocità considerata fuori contesto e si ritiene di aver assolto al proprio dovere di aver fatto storia.
Si potrebbe rispondere a tono facendo altrettanto: guarda la sorte toccata alle nigeriane nel nord del paese dopo la fuga dei coloni! Fine.
Ma la critica va affrontata in modo razionale chiedendosi quale sarebbe stata l’alternativa e facendo i dovuti confronti.
Misurare un controfattuale richiede di costruire un campione di paesi non colonizzati nel XIX secolo, per esempio: Cina, Etiopia, Liberia, Arabia Saudita, Thailandia, Haiti e Guatemala.
Un esercizio del genere come minimo incrinerebbe definitivamente la boria anticolonialista.
Un approccio alternativo è quello di una specifica storia controfattuale sui singoli episodi. E’ molto problematica ma s’impone.
Esempio, la campagna inglese contro i Mau in Kenya tra il 1952 e il 1960 risulta indifendibile a prima vista. Poi, guardando più da vicino, si capisce che agendo in modo tanto deciso si è evitato il peggio.
Un altro approccio mette in luce i punti deboli delle critiche al colonialismo.
Innanzitutto sono contraddittorie: a volte si sostiene che è stato troppo distruttivo, altre volte troppo poco.
Esempio: i coloni non hanno costruito uno stato solido mantenendo in voga troppe tradizioni barbare. Dopodiché, si denuncia la distruzione delle tradizioni locali.
Altro esempio: i confini dei coloni hanno portato ad un’integrazione forzata. Dopodiché, si denuncia la conservazione del tribalismo autoctono.
Altro esempio: non si è investito abbastanza in sanità e infrastrutture. Dopodiché, si denunciano gli investimenti in questi settori come una forma di sfruttamento della popolazione.
C’è poi un frutto del colonialismo che i critici sono inclini a dimenticare: l’abolizione della schiavitù.
Poi qualcuno se ne ricorda per criticarla: non è avvenuta abbastanza in fretta.
Se si è onesti alla fine bisogna necessariamente concludere che la gran parte degli interventi europei hanno comportato un beneficio netto per i paesi assoggettati.
L’opera di Juan de Pierskalla lo mostra bene.
Ecco alcune aree dove il colonialismo ha fatto tanto per migliorare la situazione: istruzione, sanità, schiavitù, lavoro, amministrazione,  infrastrutture di base, diritti della donna, caste, tassazione (più equa), accesso ai capitali
***
Veniamo alla seconda critica: l’azione dei colonialisti è stata moralmente illegittima.
Molti vedono il colonialismo in modo ingenuo come l’assoggettamento forzoso di una popolazione.
Non fu questo, tanto è vero che a milioni le persone si spostarono spontaneamente verso i territori colonizzati.
Il colonialismo europeo del XIX secolo non conobbe vere forme di resistenza, anche prendendo a riferimento un orizzonte secolare.
Dice Sir Alan Burns, governatore della Costa d’ Oro: “eravamo in quattro gatti, la popolazione avrebbe potuto buttarci a mare in un attimo”. Un classico.
La parte positiva del colonialismo era sotto gli occhi di tutti. Persino un resistente come Patrick Lumumba lodò i belgi nella sua autobiografia del 1962, secondo lui ripristinarono la “dignità dell’uomo”.
Anche negli scritti di Chinua Achebe l’omaggio all’impero non manca mai.
Se i protagonisti della liberazione celebrano il “nemico” forse un briciolo di verità c’è.
No, si derubrica tutto alla voce “falsa coscienza”.
***
Ma il terzomondismo ha prodotto solo ideologia militante, sarebbe tempo perso cercare in esso uno sforzo di accuratezza.
Oggi il terzomondismo s’incarna nel politically correct e non cessa di far danni. Basta guardare al Sudafrica e alle sue continue implosioni: una delle terre più fortunate del pianeta!
L’anti-colonialismo produce ancora oggi danni incalcolabili nella sua inesausta azione per fomentare la rabbiadistruttiva dei nazionalisti e  sobillare la parte più ignorante della popolazione contro il mercato e il pluralismo in politica. Tutto viene azzerato e resta solo l’invocazione del Messia, che di solito assume le sembianze di un militare specializzato in fosse comuni.
E ogni volta bisogna partire da capo con l’assunto ben chiaro in testa che “comunque sia è sempre  tutta colpa dell’uomo bianco”.
L’anti-colonialista è il cantore della vendetta e arriva perfino a fare l’apologia dell’atroce. Assurdo.
La Guinea-Bissau è un caso di scuola.
Qui l’eroe degli anti-colonialisti si chiama Amilcar Cabral.
Il suo piano era semplice: distruzione totale dell’esistente.
Si tenga presente che quando i portoghesi arrivarono laggiù la produzione di riso quadruplicò fin da subito. Anche la speranza di vita s’impennò in breve tempo.
Cabral agì raccogliendo l’aiuto degli scontenti? No, di scontenti ce n’erano pochi, tutta colpa della “falsa coscienza”. In cambio però raccolse l’aiuto di Cuba, URSS, Cecoslovacchia e Svezia.
La sua azione di resistenza cominciò e nel 1974 finalmente prese il potere: 30.000 morti e 150.000 profughi.
E il “dopo” liberazione?
Guerra civile, ovvio.
Nel 1980 la produzione di riso era dimezzata rispetto a quella dei portoghesi. La politica era una rissa continua tra guerriglieri.
Una rissa tra alleati perché l’opposizione era tutta nella fossa comune (500 cadaveri rinvenuti nel 1981).
E il lavoro?: problema risolto assumendo 15.000 impiegati pubblici (10 volte quelli dei portoghesi).
E gli storici marxisti? Dopo una breve ma profonda confusione mentale trovarono il colpevole: l’eredità coloniale.
Arrivano poi aiuti dall’occidente: milioni e milioni. Ci si specializza nell’accaparramento della manna anziché nella produzione.
Oggi la produzione di riso è ancora 1/3 rispetto a quella storica portoghese. E intanto sono passati 40 anni. L’unica cosa che non passa, per certi storici, è “l’eredità coloniale”.
Ah, la vita media… è oggi di 55 anni. Non è aumenta dall’indipendenza.
In Guinea tutti hanno sospirato per anni: “ma quando tornano i portoghesi?”.
Vi sembra un caso estremo? No, è un caso qualunque.
Nel terzo mondo la politica dei despoti è sempre stata la stessa: rievocare il fantasma coloniale. E in questo una bella mano l’ha data una storiografia superficiale perché militante.
L’errore di fondo, secondo Isgreja, è stato quello di assumere che gli anti-colonialisti fossero le vittime anziché i carnefici.
Ma agli storici europei i crimini anti-coloniali non interessano, loro hanno nel mirino solo il colonialismo: la fonte di tutti i mali.
Per fortuna c’è stata anche una decolonizzazione più armoniosa: l’ha compiuta chi ha accettato l’eredità coloniale facendola fruttare. Arthur Lewis si riferisce a questi paesi “copia/incolla” come alla parte più creativa del Terzo Mondo.
Purtroppo, la regola generale è stata quella della Guinea-Bissau: secondo la Banca Mondiale l’Africa è stata testimone di un netto regresso nel periodo post-coloniale.
Ma l’anticolonialismo è un tarlo insediato nella testa di molti e che non riesce ad essere sgomberato. Persino grandi paesi come India, Brasile e Sudafrica amano ancora apparire, specie in politica estera, come anti-occidentali.
La strategia di politica estera di molte ex-colonie è ancora trainata dal vittimismo. Più che difendere i propri interessi e accollarsi le proprie responsabilità preferiscono “rivendicare” diritti a destra e a manca, e quando non arriva niente, cominciano a pietire. Sri Lanka, Zimbawe, Venezuela, e gli esempi si potrebbero moltiplicare.
Oggi l’anti-colonialismo è anche la maggior minaccia ai diritti umani. In nome dell’anticolonialismo tutto è concesso.
Le ex colonie devono reagire! Se l’Inghilterra non avesse reagito sarebbe ancora una terra di Druidi lamentosi in cerca di risarcimenti dai romani.
***
Che fare dopo la dipartita degli imperialisti? la cosa migliore è riprendere laddove costoro hanno interrotto la loro opera.
In molti casi virtuosi la vecchia classe burocratica colonialista è stata riassunta in blocco. Lo stesso dicasi per le forze dell’ordine.
Spesso occorre un atto di umiltà: riconoscere la propria incapacità ad autogovernarsi. Non è un atto facile, e i più superbi sono anche i più stupidi (ma va?).
Plamenatz e Barnes vedono in questa mancanza di umiltà il problema centrale.
Un paese umile non teme di appaltare servizi importanti a paesi esteri secondo nuove forme virtuose di colonialismo.
Esempio: nel 1985 il governo indonesiano licenziò 6000 ispettori corrotti e inefficienti all’aeroporto di Jakarta appaltando il servizio alla SGS svizzera. Un successone.
Le multinazionali dovrebbero essere coinvolte anche nella fornitura di servizi pubblici, non anatemizzate come la fonte di tutti i mali. Quando questo avviene a volte va male ma più spesso va bene. E quando va bene va davvero bene…
La seconda via è quella che consiste nel “ricolonizzare” alcune aree del paese, il cosiddetto “statebuilding”.
Il problema dello “statebuilding” è lo scarso coinvolgimentodell’occidente. In altri termini: troppo poco colonialismo, non troppo.
Recentemente l’Australia si è impegnata in uno statebuilding nelle isole Salomone. Lo sforzo e il coinvolgimento necessario sono stati massimi per addivenire ad un successo. E le isole Salomone sono uno sputo nell’oceano.
L’ONU per istituire con qualche garanzia una commissione di giustizia in Guatemala ha dovuto avocare a sé tutte le forze di giustizia e di sicurezza di quel paese per appaltarle poi a poteri esterni. Una manovra complessa e rischiosa… ma necessaria.
E poi, non inventiamo strane parole per cortesia: certe missioni sono missioni coloniali a tutti gli effetti, punto e basta. Già questa paura ad usare in modo preciso i termini fa temere che l’occidente non potrà mai essere coinvolto al 100% in questi progetti.
Ignatieff: l’imperialismo non cessa di essere necessario per il semplice fatto che è politicamente scorretto.
Ma oggi c’è il mito dell’auto-governo: tutti sono per definizione capaci di governarsi. E’ bello crederlo ma è stupido continuare a farlo dopo che i fatti hanno parlato chiaro e in modo contrario.
***
I problemi del neocolonialismo sono almeno tre: 1) come farsi accettare dai colonizzati, 2) come motivare i paesi occidentali ad agire, 3) come rendere la colonizzazione una strategia vincente.
Il nuovo colonialismo deve fondarsi sul consenso, sia chiaro. Ma attenzione: di fatto è sempre stato così, lo abbiamo visto più sopra.
E qui i critici si fanno sarcastici: manca sempre un consensoformale, trasparente e rappresentativo.
I critici non colgono l’essenziale: se i paesi colonizzati fossero formalmente puliti, trasparenti e capaci di produrre rappresentanze non avrebbero bisogno dei colonizzatori! Il lavoro di Chesterman è chiaro sul punto.
Il consenso in genere è di fatto. Esempio: il chiaro supporto della Sierra Leone all’azione inglese tra il 1999 e il 2005 per ricostruire le forze di polizia.
Serve un leader locale che sia popolare e al contempo uno sponsor della relazione coloniale.
Il presidente della Liberia Ellen Johnson Sierleaf costituisce un prototipo.
Man mano che il colonizzato si rende autonomo, la legittimità del colonizzatore declina e va continuamente ricalibrata: la exit strategy diventa fondamentale.
Per Darwin si realizza un paradosso tipico: l’uscita coincide con il momento più attivo dello statebuilding. Tutto puo’ essere rovinato da un passo falso.
***
C’è poi il problema di motivare l’occidente. L’impresa coloniale è quasi sempre stata in perdita. Richard Hammond ha parlato di “imperialismo diseconomico”.
E’ per questo che i colonizzatori hanno sempre mollato la preda senza resistere granché. Wu fa l’esempio degli olandesi a Taiwan come prototipo.
Il problema dell’imperialismo non è che è cattivo ma che è costoso.
Chiedete quanto è costato all’Australia colonizzare e ricostituire un tessuto istituzionale nelle isole Salomone.
L’ ONU in questo senso è inaffidabile, dominato com’è da paesi imbevuti nell’ideologia anticoloniale.
Soluzione Hechter: creare un mercato transnazionale per la governance.
Un colonialismo in affitto: i colonialisti vengono pagati – con rinegoziazioni periodiche – per i servizi resi.
***
Terzo problema: come realizzare progetti coloniali di successo?
Prima lezione: ripartire dalle vecchie istituzioni coloniali, la Cambogia è un buon esempio.
Seconda lezione: mantenere una congruenza tra i valori della comunità e quelli dello stato.
Il vecchio colonialismo conosceva bene il trucchetto: mandato duale,  regola indiretta, staff locale, primato della consuetudine… sono tutte istituzioni che lavorano in parallelo alle riforme di modernizzazione.
C’è poi la visionaria soluzione proposta da Paul Romer: colonizzare integralmente dei nuovi territori disabitati. I paesi ricchi dovrebbero costruire delle charter city nei paesi poveri prendendo in affitto territori desertici o quasi.
Praticamente si tratterebbe di ricreare tante Hong Kong in giro per il mondo.
Il piano nasce da una semplice considerazione: per ridurre la povertà nel mondo la piccola Hong Kong ha fatto di più di tutti i programmi internazionali d’aiuto messi insieme. Che farne di questa informazione?
La legittimazione delle charter city è ovvia: i cittadini verrebbero spontaneamente attirati da istituzioni occidentali. Nessun sospetto di assoggettamento.
Qui il colonizzatore potrebbe evitare gran parte dei problemi che abbiamo visto finora: avrebbe una tabula rasa su cui costruire partendo da zero. Zero path dependence.
Ipotesi: prendete l’isola di Galinhas di fronte alla Guinea-Bissau (10 miglia) e supponete che venga affittata ai portoghesi i quali ne farebbero un Portogallo in miniatura. In teoria, si badi bene, potrebbe ospitare l’intera popolazione della Guinea-Bissau.
Con un pazzo come l’anticolonialista Cabral in continente cosa succederebbe?
Migrazione di massa, ovvio. No stragi, no fosse comuni, no guerra civile… e Cabral a casa quanto prima.
***
Provocazione: se la Palestina si facesse colonizzare da Israele tutti i problemi pratici sarebbero risolti per quasi tutti. Fine di un tormentone telegiornalistico.
E se l’Italia si facesse colonizzare dalla Germania?
L’Italia del sud si è fatta colonizzare a suo tempo dai piemontesi e non è andata molto bene, forse con la Germania andrà meglio? 🙂
COLONIEEE

mercoledì 27 settembre 2017

The case for colonialism

Notebook per
The case for colonialism
riccardo-mariani@libero.it
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2017). The case for colonialism [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
The case for colonialism Bruce Gilley
Nota - Posizione 11
ttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
ABSTRACT
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
colonialism has had a bad name.
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
colonialism was, as a general rule, both objectively beneficial and subjectively legitimate
Nota - Posizione 13
TESI
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
countries that embraced their colonial inheritance, by and large, did better
Nota - Posizione 14
CONVERTITI
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
Anti-colonial ideology imposed grave harms
Nota - Posizione 14
COSTO PARTICOLARE
Evidenzia (giallo) - Posizione 16
recolonising some areas;
Nota - Posizione 16
POLITICA DEL FUTURO
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
Singapore’s success was in part attributable to its ability to ‘build on valuable aspects of colonial heritage’,
Nota - Posizione 22
HELEN ZILLE
Evidenzia (giallo) - Posizione 24
the grave human toll of a century of anti-colonial
Nota - Posizione 25
LA MOLLA DEL RIPENSAMENTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
replicate as far as possible the colonial governance of their pasts– as successful countries like Singapore, Belize and Botswana did.
Nota - Posizione 30
PRIMO MODO PER RIPRENDERE LA LEZIONE COLONIALE
Evidenzia (giallo) - Posizione 32
A second way is to recolonise some areas.
Nota - Posizione 32
SECONDO MODO
Evidenzia (giallo) - Posizione 32
(public finances, say, or criminal justice)
Nota - Posizione 33
ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 35
build new Western colonies
Nota - Posizione 35
TERZO
Evidenzia (giallo) - Posizione 37
only with the consent of the colonised.
Nota - Posizione 37
PRINCIPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
founding figures of Western colonialism in Africa (such as Livingstone in Zambia, Lugard in Nigeria and de Brazza in Congo)
Nota - Posizione 39
NUOVO RISPETTO X I PADRI COLONIZZATORI
Evidenzia (giallo) - Posizione 42
When are the Belgians coming back?’
Nota - Posizione 42
INVOCAZIONE A KINSHASA
Evidenzia (giallo) - Posizione 43
Three failures of anti-colonial critique
Nota - Posizione 43
tttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 45
it was objectively harmful
Nota - Posizione 45
PRIMA CRITICA
Evidenzia (giallo) - Posizione 50
justice for women
Nota - Posizione 50
DONNE
Evidenzia (giallo) - Posizione 51
northern Nigeria under colonialism.
Nota - Posizione 51
ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 52
measuring the counterfactual:
Nota - Posizione 52
IPOTESI
Evidenzia (giallo) - Posizione 57
Countries that did not have a significant colonial history– China, Ethiopia, Liberia, Libya, Saudi Arabia, Thailand, Haiti and Guatemala,
Nota - Posizione 58
CAMPIONE NON COLONIZZATO
Evidenzia (giallo) - Posizione 69
One is hard-pressed, to take a prominent example,
Nota - Posizione 70
TROPPA ANEDOTTICA PRIVA DI CONTROFATTUALI
Evidenzia (giallo) - Posizione 70
British counter-insurgency campaign against the Mau in Kenya from 1952 to 1960,
Nota - Posizione 71
cccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 78
the logically contradictory claim that colonialism was both too disruptive and not disruptive enough,
Nota - Posizione 79
CONTRADD DEGLI ANTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 81
colonialism did too little state-making,
Nota - Posizione 81
ES 1
Evidenzia (giallo) - Posizione 82
New territorial boundaries
Nota - Posizione 82
ES 2
Evidenzia (giallo) - Posizione 82
forcing social integration
Nota - Posizione 82
cccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 83
reinforcing tribalism,
Nota - Posizione 83
ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 83
Marxist scholars found colonialism at fault when it did not invest in public health and infrastructure
Nota - Posizione 84
ES 3
Evidenzia (giallo) - Posizione 88
the abolition of slave-trading.
Nota - Posizione 88
UN FETTO SPESSO DIMENTICATO
Evidenzia (giallo) - Posizione 89
it did not happen fast enough;
Nota - Posizione 89
LA PROTESTA
Evidenzia (giallo) - Posizione 93
some if not many or most episodes of Western colonialism were a net benefit,
Nota - Posizione 94
L ESITO DEGLI ONESTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
Juan and Pierskalla
Segnalibro - Posizione 94
Evidenzia (giallo) - Posizione 95
expanded education, improved public health, the abolition of slavery, widened employment opportunities, improved administration, the creation of basic infrastructure, female rights, enfranchisement of untouchable or historically excluded communities, fair taxation, access to capital, the generation of historical and cultural knowledge, and national identify formation,
Nota - Posizione 98
ALCUNI ASPETTI MIGLIORATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 100
The subjective legitimacy
Nota - Posizione 100
LA SECONDA CRITICA AL COLONIALISMO
Evidenzia (giallo) - Posizione 103
a foreign imposition lacking popular legitimacy’.
Nota - Posizione 103
IL COLONIALISMO PER MOLTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 104
Millions of people moved closer to areas of more intensive colonial rule,
Nota - Posizione 104
IMMIGRATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 107
persistence of Western colonialism with very little force relative to the populations and areas concerned
Nota - Posizione 107
POCA RESISTENZA
Evidenzia (giallo) - Posizione 114
had the people of the Gold Coast wished to push us into the sea there was little to prevent
Nota - Posizione 114
CLASSICO ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 118
Patrice Lumumba,
Nota - Posizione 118
BELGI APPREZZATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 118
praised Belgian colonial rule in his autobiography of 1962 for ‘restoring our human dignity
Nota - Posizione 119
ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 120
Chinua Achebe’s many pro-colonial statements,
Nota - Posizione 120
ES 2
Evidenzia (giallo) - Posizione 121
typically dismiss it as a form of false consciousness.
Nota - Posizione 122
FALSA COSCIENZA
Evidenzia (giallo) - Posizione 124
The origins of anti-colonial thought were political and ideological.
Nota - Posizione 125
NESSUNA INTENZIONE DI ACCURATEZZA...TERZA CRITICA AL COLONIALISMO
Evidenzia (giallo) - Posizione 131
Even as a means of contemporary advocacy, it is self-wounding.
Nota - Posizione 131
I DANNI DEL P.C.
Evidenzia (giallo) - Posizione 132
gradually imploding postcolonial South African state’s
Nota - Posizione 132
SUDAFRICA
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
The costs of anti-colonialism
Nota - Posizione 137
tttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 139
Anti-colonialism ravaged countries as nationalist elites mobilised illiterate populations with appeals to destroy the market economies, pluralistic and constitutional polities, and rational policy processes of European colonisers.
Nota - Posizione 140
ELENCO DANNI
Evidenzia (giallo) - Posizione 141
apology for the many atrocities visited upon Third World peoples by anti-colonial advocates.
Nota - Posizione 142
APOLOGIA DELL ATROCITÀ. FIN DOVE GIUNGE IL PARADOSSO AC
Nota - Posizione 142
PRIMO ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 142
Guinea-Bissau
Evidenzia (giallo) - Posizione 142
anti-colonial ‘hero’ Amilcar Cabral.
Evidenzia (giallo) - Posizione 143
‘necessary to totally destroy,
Nota - Posizione 143
DISTRUZIONE TOTALE NECESSARIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 145
quadrupled rice production32
Nota - Posizione 145
PORTOGHESI IN GUINEA
Evidenzia (giallo) - Posizione 146
gains in life expectancy33
Nota - Posizione 146
ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 147
‘never able to mobilize the people
Nota - Posizione 147
AIUTO NN DALLA GENTE MA DA CUBA
Evidenzia (giallo) - Posizione 148
he secured training and arms from Cuba, Russia and Czechoslovakia and economic assistance from Sweden.
Nota - Posizione 149
30000 MORTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 149
15,000
Evidenzia (giallo) - Posizione 150
displaced another 150,000
Nota - Posizione 150
PROFUGHI
Evidenzia (giallo) - Posizione 151
least 10,000 further lives as a direct result of conflict.
Nota - Posizione 151
IL DOPO... LA GUERRA CIVILE
Evidenzia (giallo) - Posizione 151
rice production had fallen by more than 50%
Nota - Posizione 151
ECONOMIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 152
‘cantankerous din of former revolutionaries’in
Nota - Posizione 152
LA POLITICA
Evidenzia (giallo) - Posizione 154
500 bodies were found in three mass graves
Nota - Posizione 154
OPPOSIZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 155
one-party state expanded to 15,000 employees,
Nota - Posizione 155
AMMINISTRAZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 156
Confused Marxist scholars blamed the legacies of colonialism
Nota - Posizione 157
I COLPEVOLI?
Evidenzia (giallo) - Posizione 158
millions in aid
Nota - Posizione 158
AIUTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 160
rice production is still only one-third of what it was under the Portuguese
Nota - Posizione 160
OGGI
Evidenzia (giallo) - Posizione 160
40 years
Evidenzia (giallo) - Posizione 161
living to just 55,
Nota - Posizione 161
2015 VITA MEDIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 165
When are the Portuguese coming back?
Nota - Posizione 165
IL SOSPIRO DEL GUINEANO MEDIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 165
seems like an extreme case. It is not.
Nota - Posizione 165
CASO QUALUNQUE
Evidenzia (giallo) - Posizione 166
80 countries
Evidenzia (giallo) - Posizione 167
Third World despots have raised the spectre of recolonisation
Nota - Posizione 167
POLITICA DEI DESPOTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 168
assumed that anti-colonial movements were victims rather than victimisers.
Nota - Posizione 169
ISGREJA
Evidenzia (giallo) - Posizione 169
prefer to churn out books on colonial atrocities
Nota - Posizione 170
GLI AUTORI EUROPEI SFORNANO LIBRI SU UN UNICO ARGOMENTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
independence era has not been an unalloyed bad.
Nota - Posizione 172
I POCHI CHE SI SONO SALVATI DALLA DECO
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
Those whose moral imaginations were not shrouded by anti-colonial ideology
Nota - Posizione 173
CHI HA ACCETTATO L EREDITÀ COLONIALE HA FATTO MEGLIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 175
every African country has witnessed a systematic regression of capacity in the last 30 years;
Nota - Posizione 176
MA LA MAGGIORANZA... BENCA MONDIALE
Evidenzia (giallo) - Posizione 182
India, Brazil and South Africa
Evidenzia (giallo) - Posizione 182
foreign policies of these former colonies continue to be driven by a sense of victimhood and entitlement rather than rational self-interest or global responsibility.
Nota - Posizione 183
VITTIME ETERNE IN POLITICA ESTERA
Evidenzia (giallo) - Posizione 186
the most serious threat to human rights
Nota - Posizione 186
L ANTICOLONIALISMO OGGI
Evidenzia (giallo) - Posizione 189
If anti-colonial sentiments had gone unchallenged in Britain, the country today would be a backwater of druid
Nota - Posizione 190
REAGIRE!!!!…I DRUIDI INGLESI... GB COLONIA ROMANA
Evidenzia (giallo) - Posizione 190
Resurrecting colonial governance
Nota - Posizione 191
tttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 192
replant the seeds of ‘colonial governance’.
Nota - Posizione 192
LA POLITICA MIGLIORE DOPO LA DIPARTITA DEI COLONIALISTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 198
In many cases, colonial bureaucrats and police were rehired
Nota - Posizione 198
RIASSUNTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 200
an anti-colonial ‘hero’than Chinua Achebe ended his days with a memoir that explicitly affirmed the positive contributions of colonialism
Nota - Posizione 200
ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 207
the capacity for effective self-government is lacking
Nota - Posizione 207
RICONOSCERE L IMPOTENZA
Evidenzia (giallo) - Posizione 208
the central tragedy of ‘independence’
Nota - Posizione 208
ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 209
Plamenatz and Barnes
Evidenzia (giallo) - Posizione 210
increasing foreign involvement in key sectors in business,
Nota - Posizione 210
CONSEGUENZA
Evidenzia (giallo) - Posizione 211
In 1985, for instance, the Indonesian government fired all 6000 government inspectors at the Jakarta port of Tanjung Priok and replaced the corrupt and inefficient customs service with the Swiss firm SGS.
Nota - Posizione 212
ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 215
Multinational corporations, moreover, can be tasked with public service provision
Nota - Posizione 215
RUOLO DELLE MULTINAZ
Evidenzia (giallo) - Posizione 217
The colonial governance agenda embraces a cosmopolitanism
Nota - Posizione 217
COSMOPOLITAN
Evidenzia (giallo) - Posizione 220
consigns Third World nations to the foibles and vagaries of ‘authentic’ or ‘indigenous’ practices,
Nota - Posizione 221
LA CONSEGUENZA DEL DISINTERESSE
Evidenzia (giallo) - Posizione 223
The case for recolonisation
Nota - Posizione 223
ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 223
to recolonise some areas.
Nota - Posizione 224
LA SECONDA VIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 225
the problem with modern statebuilding is not that it ‘is colonial in character; rather the problem is that sometimes it is not colonial enough’.
Nota - Posizione 226
L ESPORTAZIONE DEVE COINVOLGERE DI PIÙ
Evidenzia (giallo) - Posizione 228
Australia-led Regional Assistance Mission to Solomon Islands
Nota - Posizione 228
ESEMPI
Evidenzia (giallo) - Posizione 229
UN’s International Commission against Impunity in Guatemala
Nota - Posizione 229
cccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 229
key legal and police functions were handed over to external powers
Nota - Posizione 230
GIUSTIZIA IN APPALTO ALL ESTERO
Evidenzia (giallo) - Posizione 234
these arrangements should be called ‘colonialism’
Nota - Posizione 234
NN INVENTIAMOCI PAROLE
Evidenzia (giallo) - Posizione 235
Ignatieff
Evidenzia (giallo) - Posizione 235
‘Imperialism doesn’t stop being necessary just because it becomes politically incorrect’.
Nota - Posizione 235
MOTTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 236
the myth of self-governing capacity is now mainstream,
Nota - Posizione 236
MITO
Evidenzia (giallo) - Posizione 237
how to make colonialism acceptable to the colonised;
Nota - Posizione 237
PRIMO PROB
Evidenzia (giallo) - Posizione 238
how to motivate Western countries
Nota - Posizione 238
SEC
Evidenzia (giallo) - Posizione 238
how to make colonialism achieve lasting results.
Nota - Posizione 238
TERZO
Evidenzia (giallo) - Posizione 240
emphasise their participatory and consensual nature
Nota - Posizione 240
NUOVO COL... COL CONSENSUALE
Evidenzia (giallo) - Posizione 241
colonialism usually spread with a significant degree of consent
Nota - Posizione 242
ALTRA REVISIONE NECESSARIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 244
critics of modern interventions have decried the lack of ‘accountability or representation’.
Nota - Posizione 245
UNA CRITICA SBAGLIATA AL NEOCOLON
Evidenzia (giallo) - Posizione 247
As Chesterman wrote: ‘If genuine local control were possible,
Nota - Posizione 247
cccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 252
The widespread support in Sierra Leone for the 1999 to 2005 British overhaul and rebuilding of the police force
Nota - Posizione 252
UN ESEMPIO DI CONSENSO DI FATTO PIÚ CHE FORMALE
Evidenzia (giallo) - Posizione 256
a local leader who is both domestically popular and a strong advocate of the colonial relationship.
Nota - Posizione 256
COSA SERVE
Evidenzia (giallo) - Posizione 256
Liberia’s energetic president Ellen Johnson Sirleaf
Nota - Posizione 257
ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 262
as a country ‘earns sovereignty’the legitimacy of the colonial relationship will decline
Nota - Posizione 262
IL PASSAGGIO INSIDIOSO
Evidenzia (giallo) - Posizione 262
constantly recalibrated
Evidenzia (giallo) - Posizione 264
‘The central paradox of the process of colonial exit was that it coincided in most cases with the most active phase of colonial state-building’,
Nota - Posizione 265
PARADOSSO
Evidenzia (giallo) - Posizione 266
how to motivate Western countries
Nota - Posizione 266
SEC PROB
Evidenzia (giallo) - Posizione 267
colonialism was probably a money loser
Nota - Posizione 267
IN PERDITA
Evidenzia (giallo) - Posizione 267
Richard Hammond coined the term ‘uneconomic imperialism’
Nota - Posizione 268
ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 269
68That is why they gave up their colonies so easily,
Nota - Posizione 269
ARGOMENTO X LA SCONVENIENZA
Nota - Posizione 270
ES
Evidenzia (giallo) - Posizione 270
Dutch
Evidenzia (giallo) - Posizione 270
Taiwan.
Evidenzia (giallo) - Posizione 271
problem with imperialism is not that it is evil, but rather that it is too expensive
Nota - Posizione 272
KAPLAN
Evidenzia (giallo) - Posizione 275
‘a massive investment for a country where Australia’s interests are limited’.
Nota - Posizione 276
SALVATAGGIO DELLE ISOLE SALOMONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 279
The UN,
Nota - Posizione 279
I PROBLEMI DELL ONU... INAFFIDABILITÀ
Evidenzia (giallo) - Posizione 279
enduring anti-colonialism of leading Third World states.
Nota - Posizione 280
cccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 281
Hechter
Evidenzia (giallo) - Posizione 281
a ‘market in transnational governance’
Nota - Posizione 282
SOLUZIONE HETCHER
Evidenzia (giallo) - Posizione 282
‘colonialism for hire’.
Nota - Posizione 282
ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 283
Colonial states would be paid for their services,
Nota - Posizione 283
COLONIZZATORI STIPENDIATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 284
periodic renegotiation
Evidenzia (giallo) - Posizione 286
whether new forms of colonialism would work.
Nota - Posizione 287
TERZO PROBLEMA
Evidenzia (giallo) - Posizione 293
deep roots in the colonial past.
Nota - Posizione 293
RIPARTIRE DAL VECCHIO COLONIALISMO... ES CAMBOGIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 298
congruence between the values in the community and those of the state.
Nota - Posizione 298
SECONDA LEZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 301
the dual mandate, indirect rule, minimal expatriate staffs and customary law went hand in hand with the infrastructure of modernity
Nota - Posizione 301
IL COLONIALISMO CONOSCEVA BENE IL PRINCIPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 304
The tale of Galinhas
Nota - Posizione 304
ttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 306
build new Western colonies from scratch.
Nota - Posizione 307
UN IDEA NUOVA
Evidenzia (giallo) - Posizione 307
Paul Romer
Evidenzia (giallo) - Posizione 308
rich nations build ‘charter cities’in poor countries.
Nota - Posizione 308
CHARTER CITY
Evidenzia (giallo) - Posizione 308
largely empty land is leased to a foreign nation
Nota - Posizione 309
AFFITTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 309
as was the case in Hong Kong.
Evidenzia (giallo) - Posizione 310
‘did more to reduce world poverty than all the aid programs that we’ve undertaken
Nota - Posizione 310
HK
Evidenzia (giallo) - Posizione 311
citizens choose to move there,
Nota - Posizione 312
LA MIGRAZ LEGITTIMA
Evidenzia (giallo) - Posizione 314
they have a blank slate to transplant
Nota - Posizione 314
NO PATH DEPENDENCE
Evidenzia (giallo) - Posizione 315
Suppose that the government of Guinea-Bissau were to lease back to Portugal the small uninhabited island of Galinhas that lies 10 miles off the mainland
Nota - Posizione 316
IPOTESI
Evidenzia (giallo) - Posizione 321
At 60 square miles, Galinhas could, over time, easily accommodate the entire population of Guinea-Bissau.
Nota - Posizione 322
Tutti
Segnalibro - Posizione 332