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mercoledì 22 gennaio 2020

E' UN MONDO DI INGRATI

La nostra vita è cambiata radicalmente dagli anni novanta. Quando vogliamo sapere, "googliamo". Quando cerchiamo roba da comprare, "amazoniamo". Quando vogliamo socializzare, "facebokiamo". Quando vogliamo propagandare "twitteriamo". Eccetera.
Ma ciò che non avremmo mai previsto negli anni novanta è che tutti questi NUOVI servizi sarebbero stati gratuiti. Dato tutto ciò, ci si potrebbe aspettare che questi giganti del web siano ammirati, persino amati. Invece, suscitano per lo più risentimento.
Dice: e chi se ne frega, conta quel che si fa, non quel che si dice: la gente si lamenta a parole ma poi nei fatti usa eccome tutto questo ben di dio. Sbagliato, purtroppo in politica "quel che si dice" è più importante di "quel che si fa" e molti politici cavalcano l'onda rischiando di rovinarci la festa a suon di divieti, password uniche, disclaimer obbligatori eccetera.

ECONLIB.ORG
When I started working at George Mason University, Google, Facebook, and Twitter did not exist. Amazon was around, but I’d yet to purchase anything from them. The big news in the book industry was the sudden rise of Borders and Barnes & Noble superstores; if you’d claimed that Amazon was a viabl...

giovedì 19 dicembre 2019

GRAZIE, GESU' BAMBINO.

GRAZIE, GESU' BAMBINO.
La parte più odiosa del Natale è la mattina quando i bambini eccitati e con la bava alla bocca si fiondano su dei regali che, sotto l'albero, assumono un'aria terrorizzata. Frammenti di carta multicolore che volano verso il cielo come coriandoli a Carnevale e ricadono invadendo il soggiorno. Cinque minuti dopo, i pacchetti sono tutti sventrati, i bambini siedono ansimando sul divano e gli astanti si chiedono che cavolo fare per le prossime 10/11 ore. Se devo figurarmi l'orgia consumistica non penso alle strade del centro o ai furgoni delle consegne Amazon parcheggiati sul marciapiede, penso alla fregola nel disimballaggio della mattina di Natale.
Ecco, mi piacerebbe che questo incubo non si ripetesse. Ma come fare? Potrei schedulare i regali: il regalo delle 8.00, quello delle 12.00, quello delle 17.00, eccetera. Chi rispetta gli orari avrà un regalo supplementare il ventisei. Oppure una regola del tipo: non puoi scartare il prossimo regalo finché non avrai scritto un biglietto di ringraziamento per quello che hai appena scartato. Niente più dell'idea di "ringraziare" è lontana dalla mente di un bambino che si aggira per casa famelico la mattina di Natale. La mia speranza è che espedienti del genere ci costringano a rallentare, a guardare seriamente ogni dono e magari - miracolo! - a riflettere un nano-secondo sul donatore. Non so se la gratitudine come conteggio forzato delle benedizioni funzioni, la mia speranza è che sia meglio di niente, che sia una forma di introduzione ad un sentimento ingiustamente obsoleto.
Le gratitudini sono di tanti tipi, c'è quella consapevole che fa caso a quanto c'è di buono al mondo. La considero completamente estranea alla nostra dimensione. Pura formalità da relegare nelle preghiere recitate senza ascoltarsi. C'è poi la gratitudine come cortesia, a cui la mia prole - con mio grande scandalo - oppone una strisciante resistenza nonostante le mie urla sottovoce e a mezza bocca: "contatto-visivo, contatto-visivo". Tanta sensibilità da parte mia su questo tema è dovuta probabilmente al fatto che un eventuale cattivo pensiero dell'adulto umiliato ricada sul genitore. C'è poi la gratitudine come reciprocità: da Adam Smith a Seneca in tanti hanno sottolineato l'idea di gratitudine come rimborso parziale di un debito. Qui i bambini sono solo leggerissimamente più sensibili ("cos'è quella roba Vichi?", "un regalo per la Miriam che mi ha regalato gli orecchini della Barbie...").
Eppure, la gratitudine di stare al mondo dovrebbe abbondare presso le nuove generazioni, ereditano un mondo fantastico: la violenza e le malattie sono più rare; siamo straricchi, siamo stra-istruiti. Rispetto solo a 100 fa andiamo che è una favola, perché allora la gratitudine è tanto difficile? Faccio un po' il finto tonto, in realtà lo so bene perché: sono i problemi che ci chiedono di agire, i "non problemi" no. Perché mai dovrei spendere energie per i "non problemi"? Gli psicologi chiamano questo fenomeno "l'asimmetria del vento": i ciclisti si accorgono che c'è vento solo quando spira contro, mai quando ce l'hanno alle spalle.
Eppure leggo che la gratitudine è un sentimento potente, difficile da far scattare ma quando la esprimi a qualcuno in modo diretto e inaspettato, ti puo' riscaldare il cuore per settimane. Se c'è una persona che a queste cose ci crede è A. J. Jacobs, un tale che ha cercato di ringraziare chiunque abbia contribuito alle sue gioie. Si è accorto così della moltitudine che ha al suo servizio. Prima di bere il caffé diceva una breve preghiera per il barista. Ma non si è fermato lì: ha persino telefonato all'esperto del controllo di qualità della sua marca preferita per ringraziarlo personalmente. Lo stesso ha fatto con gli agricoltori che producevano i magici chicchi e con i lavoratori che spargevano regolarmente gli anti-parassitari nei magazzini di deposito. Non la finiva più di telefonare, e più telefonava più si sentiva meglio. Da qualche parte sulla rete potete trovare il libro dove racconta bene la sua storia.
Ecco, se il buon Jacobs ha fatto più di 1.000 telefonate per quella tazzina di caffè, noi potremmo benissimo scrivere un biglietto di ringraziamento alla nonna o a Gesù Bambino prima di aprire il prossimo regalo. O no?

https://feedly.com/i/entry/gj49Ct2pFQH7aQI92pAQT83HaIjwDuyYZb9Mvj40IpM=_16f1e1199eb:64057:d0c89438

venerdì 12 aprile 2019

LINK grazie!

Panagopoulos ha pubblicato uno studio relativo a tre elezioni negli Stati Uniti in cui ha scoperto che gli elettori che hanno inviato una cartolina ringraziandoli per aver votato nelle ultime elezioni avevano significativamente più probabilità di votare nelle prossime elezioni rispetto a quelli inviati cartolina semplicemente incoraggiandoli a votare.

DEFINIZIONE

Robert Emmons e Michael McCullough, ad esempio, definiscono la gratitudine come un processo in due fasi: 1) "riconoscere che si è ottenuto un risultato positivo" e 2) "riconoscere che esiste una fonte esterna per questo risultato positivo".

ORIGINE EVOLUTIVA

Animali diversi come pesci, uccelli e pipistrelli vampiri si impegnano in "altruismo reciproco" - comportamenti in cui ripagano le buone azioni fatte loro da altri.

FISIOLOGIA

Nel frattempo, i neuroscienziati hanno identificato aree cerebrali che sono probabilmente coinvolte nell'esperienza e nell'esprimere gratitudine (si è scoperto che le persone che hanno più esperienza della gratitudine hanno più materia grigia in un'area della corteccia temporale inferiore destra).

I bambini hanno scarsa gratitudine. Il sentimento si sviluppa con la maturità.

COSA DETERMINA LA GRATITUDINE

Questi includono le intenzioni percepite del benefattore, il costo apparente per il benefattore, il valore percepito del dono al destinatario e se il dono è stato fornito per scelta. Un altro recente studio di studenti universitari ha scoperto che i livelli di narcisismo auto-riportati all'inizio dello studio erano significativamente associati negativamente con i livelli di gratitudine due mesi dopo, forse perché, i ricercatori scrissero: "Gli individui ricchi di narcisismo potrebbero anche non notare che un dono è stato conferito perché ritengono di aver diritto al beneficio. "

SOCIETA'
Diversi studi hanno trovato associazioni tra elementi di religiosità e gratitudine disposizionale, suggerendo che potrebbe esserci un legame tra i due. Uno studio ha scoperto che le persone assegnate a pregare per il loro partner, o pregare in generale, per quattro settimane hanno riportato maggiore gratitudine alla fine dello studio rispetto alle persone che erano state assegnate a pensare alle loro attività quotidiane oa pensare pensieri positivi sul loro partner.

BENEFICI INDIVIDUALI
È stato dimostrato che la gratitudine è correlata con molti altri esiti fisici e psicologici positivi, sebbene la causalità sia spesso molto più difficile da verificare. Tuttavia, una manciata di studi suggeriscono che le persone più riconoscenti possono essere più sane, e altri suggeriscono che le pratiche scientificamente progettate per aumentare la gratitudine possono anche migliorare la salute e incoraggiare l'adozione di abitudini più salutari.

https://www.templeton.org/discoveries/gratitude

RENDIAMO GRAZIE.

RENDIAMO GRAZIE.
Ci vuole un Dio potente (o la meraviglia che suscita un bambino) per farci capire che dobbiamo "rendere grazie".
Stupirci più di tanto per la tecnologia non è nelle nostre corde.
Quando l'antropologo Napoleon Chagnon presesentò agli Yanomano (popolazione primitiva che viveva al confine tra Venezuela e Brasile senza alcun contatto con la civiltà) il suo accendino, non si mostrarono particolarmente meravigliati: lo volevano, non lo ammiravano.
Quando a mia mamma mostrai le meraviglie di Google Street eravamo al mare e le feci fare un "giretto" vicino a casa nostra. Lei, dopo un passeggero istante di stupefazione, pretese subito di più: "non puoi entrare dentro che devo controllare se ho lasciato le finestre aperte?". Sicuramente, vedendomi traccheggiare, avrà pensato alla solita fregatura.