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giovedì 12 marzo 2020

PERCHE' I VIRUS NON CI HANNO ANCORA STERMINATO?

PERCHE' I VIRUS NON CI HANNO ANCORA STERMINATO?

Perchè quanto più sono letali, tanto meno sono contagiosi. Se mi ammazzano presto potrò contagiare poche persone, e "loro" lo sanno.
Ma ecco una cattiva notizia: editando opportunamente il loro genoma con le ormai sempre più diffuse tecniche CRISPR-Cas9 è possibile ovviare a questo "difetto".
Pensa adesso a un gruppo terroristico che sviluppa in laboratorio sia il virus che il suo vaccino per poi rricattare il mondo. Sembra un film di James Bond, un film tremendamente realistico però.

mercoledì 18 dicembre 2019

TABELLA DEL RISCHIO ESISTENZIALE

https://feedly.com/i/entry/ty+AzTYZ3TUuMuPycOdkUNamwQCXNpDbajbdLnbrc5c=_16f176f7813:1f7c171:69b9f616

giovedì 22 marzo 2018

Contro Asimov

Quando si pensa ai pericoli dei robot superintelligenti sorge regolarmente un equivoco. Il lettore di romanzi pensa ancora a fantomatiche ribellioni, no, i veri rischi stanno altrove. Il rischio è che quando dài loro un ordine sai in anticipo che lo eseguiranno con successo ma non sai come. Non lo sai nemmeno quando poni dei vincoli stringenti perchè loro sono esseri imprevedibili. Alla fine ti ritrovi con cio’ che chiedi ma, probabilmente, in una condizione peggiore della precedente. Forse in una condizione drammatica. Se chiedi di essere felice potrebbero ucciderti, estrarti il cervello e connettere le tue sinapsi ad uno stimolatore costruito ad hoc.
The human brain has some capabilities that the brains of other animals lack. It is to these distinctive capabilities that our species owes its dominant position. Other animals have stronger muscles or sharper claws, but we have cleverer brains.If machine…
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martedì 21 novembre 2017

Ripensare il concetto di rischio

Ripensare il concetto di rischio

Quest’anno un asteroide del diametro di un chilometro potrebbe impattare la terra alzando un polverone che oscurerebbe il sole per 3/10 anni. Teniamolo presente.
Sì ma non mettiamola giù dura, in fondo c’è solo una probabilità su un milione che accada.
Dieci volte più alta è però la probabilità che esploda un mega-vulcano, magari lo Yosemite, producendo i medesimi effetti.
E non dimentichiamo che potrebbe scatenarsi una  guerra nucleare su larga scala: probabilità 1:20.000 (per stare sul margine d’errore destro).
Uno solo di questi eventi produrrebbe  quel che viene approssimativamente chiamato “inverno straordinario”: il sole si oscurerebbe con gravi conseguenze, per esempio, sulla produzione di cibo nel nostro pianeta.
Vogliamo riassumere in modo prudente?
Allora diciamo che esiste una probabilità su diecimila che quest’anno ci si ritrovi nel bel mezzo di un inverno strordinario. Cumulando, la probabilità che si realizzi entro un secolo è dell’ 1%.
Non è una probabilità banale, si avvicina molto a quella di morire per un incidente stradale (nell’anno, una su novemila).
Noi non trattiamo come banale questa eventualità e facciamo non pochi sforzi per mitigarla.
All’inverno strordinario invece nessuno ci pensa.
Perché allora questo doppio standard? Forse i calcoli fatti sono errati. Non tanto nei numeri quanto nella logica sottesa.
E’ vero: gli incidenti non uccidono sempre e se consideriamo gli altri possibili spiacevoli eventi che possono comportare le probabilità si impennano.
Ma ammettiamo che esistano solo incidenti mortali, siamo sicuri che li trascureremmo al pari dell’inverno straordinario? Non penso proprio.
Forse contro l’inverno straordinario non possiamo nulla, cosicché il nostro fatalismo sarebbe giustificato.
No. C’è molto che possiamo fare: per esempio approntare una rete di rifornimento di cibo che a quel punto sarebbe utilissima. Inoltre, si dovrebbe/potrebbe studiare come si produce cibo senza sole.
E allora?

Di certo la nostra psicologia tratta i due rischi in modo molto diverso, sebbene la loro quantificazione sia la stessa. Il rischio di incidente è “vicino” mentre il rischio di oscuramento è “lontano”. Lontano nel senso che non l’abbiamo mai sperimentato. Di incidenti mortali invece sentiamo parlare tutti i giorni al telegiornale, e magari conosciamo anche qualche famiglia coinvolta in passato.
Tuttavia,  perlomeno i maschi sembrerebbero inclini aneutralizzare questo fattore distorsivo legato alla percezione dei rischi.
Ho la netta impressione che inquadrare una simile situazione con la tradizionale teoria del rischio sia impresa impossibile. Occorre qualcosa di nuovo.
Forse dobbiamo distinguere una catastrofe come quella dell’inverno straordinario poiché coinvolge l’intera umanità, al contrario l’incidente coinvolge solo noi: “mal comune mezzo gaudio” dice il saggio.
In effetti questa differenza merita una riflessione, forse quel che temiamo veramente non è tanto “ferirci” quanto “restare soli a leccarci le ferite”. E’ su questo secondo evento che dobbiamo calcolare le probabilità.
L’uomo è un’animale sociale e una volta escluso ed emarginato è finito, perde tutta la sua forza. La solitudine per lui è una condanna, il nostro cervello respinge questa condizione.
L’uomo di oggi, poi, è privo di una fede. Ieri poteva sempre contare su un alleato eccellentissimo: dio. Oggi, una volta solo nella disgrazia, è veramente solo è perduto.
In più c’è quella maledetta gara evoluzionistica in cui siamo costantemente immersi.
Assomiglia ad una gara sportiva dove conta unicamente la performance relativa.
Nello sport vinco se tu perdi. Il campo da gioco è in condizioni pietose e faccio fatica? Non mi interessa, lo stesso vale anche per te. Mi fa male la gamba? Scatta l’allarme perché la mia gamba è solo mia! Conta solo l’handicap relativo.
Per analogia: la disgrazia ha portata globale? Non mi interessa, coinvolge anche i miei avversari. L’unica disgrazia che conta è quella relativa, ovvero l’incidente stradale che colpisce solo me e la mia famiglia.
E il “riscaldamento globale”? Per quanto si faccia poco gli allarmismi non mancano! Eppure è un fenomeno affine all’ inverno straordinario.
Questo è un bel problema, ma ci sono una paio di replichepossibili.
Innanzitutto, il fatto che si faccia poco non dovrebbe essere secondario.
In secondo luogo, sappiamo che per molti non si tratta tanto di prevenire un rischio ma di adottare una religionesostitutiva. 
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sabato 11 febbraio 2017

La fine del mondo

La razza umana si estinguerà presto?
Secondo John Leslie (The End of the World: The Science and Ethics of Human Extinction), a questa domanda si risponde per gradi e mai in modo certo. Il cosmologo e matematico Ben Carter ha proposto il primo grado, ovvero l'idea iniziale che la persona ragionevole deve farsi quando ignora tutto o quasi tutto. Il suo argomento è noto come Argomento dell' Apocalisse (AA).
AA è un argomento probabilistico. Un' analogia ce lo fa intuire.
Supponete che un Benefattore decida di elargire un dono a cento beneficiati tra cui ci siete anche voi. Li disporrà casualmente in fila indiana impegnandosi a dare un euro al primo, due euro al secondo e così via fino ad arrivare al centesimo a cui darà cento euro. Quanto riceverete voi? Quanto mettete in conto di ricevere? Che somma apposterete nel vostro budget previsionale? Potreste ricevere solo un euro, ma sarebbe una grande sfiga. Del resto, sarebbe illusorio puntare sui cento euro. La cosa piú ragionevole da fare è pensare a qualcosa a mezza strada. Non riceveremo 50 euro ma, in assenza di indizi, pensare a 50 euro è la cosa più ragionevole.
Supponete adesso che un potente Dio crei un mondo in cui, prima della sua fine, nasceranno 1000 persone. Ogni "uomo" sarà contrassegnato da un cartellino numerato che lo identificherà: il primo nato avrà il cartellino 1, il secondo nato il cartellino 2 e così via fino all'ultimo nato con il cartellino 1000. Anche voi abiterete questo mondo. Domanda: quale sarà il vostro cartellino? E qui ripetiamo quanto detto sopra: sarebbe ben strano che foste tra i primissimi. Così come prima risultava ragionevole appostare nel budget previsionale 50 euro, anche adesso la cosa migliore da fare è sparare nel mucchio: pensare ad un numero intorno al 500 vuol dire sbagliarsi esattamente come dire 1 ma perlomeno l'errore che si fa è molto più equilibrato. In assenza di indicazioni spariamo nel mucchio. 
Ebbene, usciamo dalle ipotesi e veniamo alla realtà: questo ragionamento, con qualche variante, si applica anche a noi e al nostro pianeta. Bè, se  vale quanto appena detto, se il nostro “cartellino” è un numero a circa mezza strada e se vale ANCHE il grafico qua sotto, allora la fine del mondo è molto più vicina di quel che pensassimo (qualsiasi cosa pensassimo).
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
***
Attenzione, AA non ci dice nulla su quando l'uomo cesserà di esistere, solo che la cosa accadrà prima del previsto...
... the doomsday argument could do little to tell us how long humankind will survive. What it might indicate, though, is that the likelihood of Doom Soon is greater than we would otherwise think...
In fondo, AP si limita a farci notare quanto poco sia probabile che tu possa collocarti tra i primissimi uomini che hanno abitato la terra...
... Suppose that many thousand intelligent races, all of about the same size, had been more or less bound to evolve in our universe. We couldn’t at all expect to be in the very earliest, could we? Very similarly, it can seem, you and I couldn’t at all expect to find ourselves among the very first of many hundred billion humans—or of the many trillions in a human race which colonized its galaxy. We couldn’t at all expect to be in the first 0.1 per cent, let alone the first 0.001 per cent, of all humans who would ever have observed their positions in time... The doomsday argument aims to show that we ought to feel some reluctance to accept any theory which made us very exceptionally early among all humans who would ever have been born...
AP non serve ad elaborare delle stime probabiliste, quanto a rivederle una volta elaborate.
Dalla minaccia nucleare all'inquinamento, anche il profano sa che la sopravvivenza del nostro mondo non è certa, esistono dei rischi esistenziali. Come interviene AD in una discussione sul rischio esistenziale?...
... even if the ‘total risk’ (obtained by combining the individual risks) appeared to be fairly small, Carter’s doomsday argument could suggest that it should be re-evaluated as large...
***
Facciamo un piccolo elenchino di ciò che mette a rischio l'esistenza dell'umanità.
La guerra nucleare, innanzitutto. La possiamo immaginare scatenata tra grandi potenze, ma anche scatenata da terroristi. Oppure da un riccone che può costruirsi la bomba (i costi si stanno abbassando).
Le guerre biologiche. I terroristi possono agire anche in questo scenario. Ma anche la criminalità: i costi sono bassi e il potenziale distruttivo immenso.
Guerra chimica.
Distruzione dello strato di ozono. Il cancro dilagherebbe. Ma oggi conosciamo meglio il fenomeno e sappiamo come arginarlo.
Effetto serra. Lo conosciamo talmente bene che per molti è l’unico rischio esistenziale.
Avvelenamento da inquinamento. Ho in mente le piogge acide. Centinaia di elementi chimici vengono immessi nell'ambiente e il loro effetto a lungo termine ci è sconosciuto. Chi avrebbe pensato prima che il DDT avrebbe dovuto essere bandito?
Malattie. Nella storia la minaccia più robusta alla nostra esistenza. Chi non ricorda la medievale peste nera? Oggi abbiamo più medicine ma ci muoviamo anche più rapidamente facilitando il contagio.
Eruzioni vulcaniche. Qualcuno le ha viste come una causa di estinzione dei dinosauri: le nubi prodotte dalle eruzioni a catena produrrebbero il cosiddetto "inverno vulcanico".
Asteroidi e comete vaganti. I dinosauri sono spariti per colpa loro, forse. Per tutti noi è più facile perire per colpa loro che vincere la lotteria nazionale. Stima di morte: 1:20000.
Era glaciale dovuta al passaggio di una nube interstellare.
Esplosione di stelle vicine. La vicinanza a supernove ci mette a rischio.
Altre esplosioni cosmiche. Tipo quelle che si producono quando il buco nero completa la sua "evaporazione". O quando due buchi neri si fondono.
Collassi imprevedibili di un sistema complesso. Sono indagati dalla “teoria del caos”: l’aria, il suolo, l’acqua… tutti gli elementi della biosfera interagiscono in modo intricatissimo e nel processo forme di collasso devono essere messe in preventivo.
Altre cause che oggi non conosciamo. Sarebbe assurdo pensare di aver esaurito l’elenco.
Cause naturali a parte, anche il comportamento dell’uomo puo’ determinare la sua estinzione.
Decisione di non avere figli. Difficile ma sempre possibile. In fondo basta escludere relativamente pochi uomini da questa tendenza per consentire alla razza di non estinguersi.
Disastri dall’ingegneria genetica. Potrebbero generarsi degli organismi in grado di riprodursi in modo incontrollato (blob). Oppure organismi in grado di invadere il corpo umano.
Disastri dalle nano-tecnologie. La proliferazione incontrollata di piccoli robot replicanti potrebbe rivelarsi catastrofica.
Disastri associati ai computer. Potrebbero iniziare loro una guerra nucleare non voluta. Oppure potrebbe collassare una rete diventata vitale per la nostra esistenza. Senza dire dei disastri voluti da pazzi e criminali.
Altri disastri tecnologici associati con l’agricoltura. L’agricoltura moderna è “pericolosamente” dipendente da pesticidi e fertilizzanti chimici.
Produzione del Bing Bang in laboratorio. Potrebbe sfuggire dal controllo degli scienziati.
Produzione di materiali pericolosi
… Edward Farhi and Robert Jaffe suggested that physicists might produce ‘strange-quark matter’ of a kind which attracted ordinary matter, changing it into more of itself until the entire Earth had been converted (‘eaten’)…
Annientamento da extraterrestri. Il “grande silenzio” di Enrico Fermi fa prevedere vite aliene nascoste e quindi ostili.
Ci sono anche dei rischi di natura filosofica.
Pericolo delle religioni. I politici potrebbero convincersi che “non c’è niente da fare” per salvare l’umanità. Oppure che “Dio è con loro” e quindi possono permettersi di fare tutto.
Pessimismo alla Schopenhauer. Per alcuni la terra sarebbe un posto migliore se disabitata.
Relativismo etico. Nega che ci sia qualcosa per cui valga la pena battersi. Per il relativista: bruciare una persona viva per divertimento è sbagliato solo nell’ambito di certi codici morali.
Emotivismo etico. Per l’emotivista, bruciare viva una persona non è sbagliato, molto semplicemente genera disgusto in chi ha internalizzato alcuni codici.
Utilitarismo negativo. Per l’utilitarista negativo contano solo gli ultimi…
… Now, there will be at least one miserable person per century, virtually inevitably, if the human race continues. It could seem noble to declare that such a person’s sufferings ‘shouldn’t be used to buy happiness for others’—and to draw the conclusion that the moral thing would be to stop producing children…
Trascurare tutti gli altri puo’ essere molto pericoloso.
Viventismo”. Per alcuni filosofi i “non nati” (non concepiti) non hanno peso, quindi l’estinzione non è di per sé qualcosa da evitare.
Filosofia dei diritti. Per alcuni filosofi esistono diritti intoccabili (o “non negoziabili”)… anche se il mondo dovesse collassare non siamo autorizzati a violarli.
In tanti minimizzano i danni arrecati dall’estinzione dell’uomo: altri esseri viventi ci rimpiazzeranno.
Ma noi non abbiamo idea di quanto sia frequente la vita nel cosmo, figuriamoci l’intelligenza!…
… It can seem unlikely that our galaxy already contains many technological civilizations, for, as Enrico Fermi noted… it could well be that in a few million years the human race will have colonized the entire galaxy, if it survives…
***
Torniamo ora a AA. Cosa dice, in breve?…
… we could hardly expect to be among the very earliest—among the first 0.01…
AA ci chiede di concentrarci su di noi e di partire da lì. In questo presenta una parentela con il principio antropico (PA)…
… The principle reminds us that observers, for instance humans, can find themselves only at places and times where intelligent life is possible…
PA ci fa notare come alcune cose siano eccezionali, ed altre molto comuni.
Per esempio, il fatto di esistere è qualcosa di eccezionale poiché l’universo che rende possibile la vita intelligente (ovvero noi) è un evento di per sé rarissimo. Quindi: o esistono molti universi e il nostro è uno dei tanti, oppure siamo stati fortunatissimi. E’ chiaro che di fronte ad un caso tanto straordinario l’ipotesi teista diventa vincente.
Ma, allo stesso tempo, PA ci dice anche che siamo esseri molto comuni. Leggete questo scambio di battute…
… In the New York Times, July 27, 1993, Gott reacts to some pointlessly aggressive criticisms by Eric Lerner. Lerner had held that he himself, for example, couldn’t usefully be treated as random. ‘This is surprising’, Gott comments, ‘since my paper had made a number of predictions that, when applied to him, all turned out to be correct, namely that it was likely that he was (1) in the middle 95 percent of the phone book; (2) not born on Jan. 1; (3) born in a country with a population larger than 6.3 million, and most important (4) not born among the last 2.5 percent of all human beings who will ever live (this is true because of the number of people already born since his birth). Mr. Lerner may be more random than he thinks.’…
Il nostro universo è un caso rarissimo ma noi – in quanto uomini tra molti uomini – siamo piuttosto comuni.
AA in fondo è un’estensione di PA nel momento in cui mette in luce il nostro essere “normali”…
… Carter suggests, no observer should at all expect to find that he or she or it had come into existence very exceptionally early in the history of his, her or its species. It is this simple point which led first him and then Gott to the doomsday argument…
Ciascuno di noi è unico per molti versi, ma per molti altri non c’è affatto alcuna ragione di ritenerci straordinari. Perché mai, per esempio,  dovrei ritenermi straordinario riguardo all’ordine di nascita?…
… Carter suggests, no observer should at all expect to find that he or she or it had come into existence very exceptionally early in the history of his, her or its species. It is this simple point which led first him and then Gott to the doomsday argument…
***
AA è certamente controverso. Forse l’obiezione “indeterminista” è la più fondata…
… Suppose that the cosmos is radically indeterministic, perhaps for reasons of quantum physics. Suppose also that the indeterminism is likely to influence how long the human race will survive. There then isn’t yet any relevant firm fact, ‘out there in the world’ and in theory predictable by anybody who knew enough about the present arrangement of the world’s particles, concerning how long it will survive… Yet in order to run really smoothly, the doomsday argument does need the existence of a firm fact of this kind, I believe…
Come prevedere la dinamica di un universo radicalmente indeterminato?
Ma l’obiezione ha una risposta…
… For anyone who believes in radically indeterministic factors yet says that something ‘will very probably occur’ must mean that even those factors are unlikely to prevent its occurrence…
L’indeterminazione che noi conosciamo non è “radicale”, consente di fare previsioni.
C’è un’altra obiezione molto seria. AA è un argomento probabilistico. Il ragionamento probabilistico richiede classi ben definite, es: palline rosse, palline verdi, testa, croce, moneta ecc. Ecco, ma la classe “uomini vissuti sulla terra” è ben definita? Comprende sia uomini veri e propri (morti e vivi), sia uomini che devono ancora nascere. Ma un “uomo che deve ancora nascere” cos’è? Un uomo? Uno spirito? Un niente? Un nonsense? Una roba del genere, dice l’obbiettore, non puo’ formare una classe omogenea con gli altri uomini!…
… Any people of a heavily populated far future are not alive yet. Hence we certainly cannot find ourselves among them, in the way that we could find ourselves in some heavily populated city rather than in a tiny village…
A questa obiezione decisiva non si puo’ rispondere. O meglio, si puo’ rispondere raccontando storie che tutti noi comprendiamo perfettamente e in cui si parla in modo più o meno diretto della classe incriminata, quella degli “uomini che devono ancora nascere”. L’esistenza di queste storie dimostra di per sé che il concetto é sensato e utilizzabile. Ecco la storia dello smeraldo…
… Imagine an experiment planned as follows. At some point in time, three humans would each be given an emerald. Several centuries afterwards, when a completely different set of humans was alive, five thousand humans would again each be given an emerald. Imagine next that you have yourself been given an emerald in the experiment. You have no knowledge, however, of whether your century is the earlier century in which just three people were to be in this situation, or the later century in which five thousand were to be in it. Do you say to yourself that if yours were the earlier century then the five thousand people wouldn’t be alive yet, and that therefore you’d have no chance of being among them? On this basis, do you conclude that you might just as well bet that you lived in the earlier century?…
D’altronde, quando tutti noi parliamo di “generazioni future” facciamo riferimento ad un nonsense? Non credo.
***
L’ AA è semplicissimo…
… We should tend to distrust any theory which made us into very exceptionally early humans.’…
Il difficile è difenderlo dalle obiezioni.
Ecco una serie di errori in cui cade l’obiettore frettoloso.
Primo…
… Don’t object that your genes must surely be of a sort found only near the year 2000, and that in consequence you could exist only thereabouts…
Significherebbe non aver afferrato l’argomento
… what Carter is asking is how likely a human observer would be to find himself or herself near the year 2000 and hence with genes typical of that period….
Poi c’è la solita obiezione: chi vince la lotteria dirà sempre che è stato straordinariamente fortunato, ma noi sappiamo che qualcuno vincerà sempre la lotteria, quindi questa enfasi sul caso è fuori luogo.
Le cose non stanno proprio in questi termini nel nostro caso. Facciamo un’ analogia più pertinente e capiremo subito la differenza…
… The doomsday argument is about probabilities. Suppose you know that your name is in a lottery urn, but not how many other names the urn contains. You estimate, however, that there’s a half chance that it contains a thousand names, and a half chance of its containing only ten. Your name then appears among the first three drawn from the urn. Don’t you have rather strong grounds for revising your estimate? Shouldn’t you now think it very improbable that there are another 997 names waiting to be drawn?… don’t be much impressed by the point that every lottery must be won by somebody or other….
Ecco un altro esempio per rispondere a chi dice “ogni lotteria deve pur essere vinta da qualcuno”…
… Suppose you see a hand of thirteen spades in a game with million-dollar stakes. Would you just say to yourself that thirteen spades was no more unlikely than any other hand of thirteen cards, and that any actual hand has always to be some hand or other? Mightn’t you much prefer to believe that there had been some cheating, if you’d started off by thinking that cheating was 50 per cent probable? Wouldn’t you prefer to believe it, even if you’d started off by thinking that its probability was only five per cent?…
Altro errore da evitare: descrivere AA come un argomento teorico
… Don’t describe the doomsday argument as an attempt ‘to predict, from an armchair, that the humans of the future will be only about as numerous as those who have already been born’… The argument doesn’t deny that we might have excellent reasons for thinking that the human race would have an extremely long future…
Obiezione illusoria: se l’uomo primitivo avesse valorizzato AA si sarebbe sbagliato…
… Don’t object that any Stone Age man, if using Carter’s reasoning, would have been led to the erroneous conclusion that the human race would end shortly…
Il fatto che valorizzando AA ci si possa sbagliare non dice nulla sulla bontà di AA, visto che AA è un argomento probabilistico…
… it wouldn’t be a defect in probabilistic reasoning if it encouraged an erroneous conclusion…
Morale: AA aiuta nel pesare le evidenze empiriche. E’ un metodo da adottare nella pratica, non un argomento teorico.
L’errore delle “due razze”…
… Don’t object that if the universe contained two human races, the one immensely long-lasting and galaxy-colonizing, and the other short-lasting, and if these had exactly the same population figures until, say, AD 2150, then finding yourself around AD 2000 could give you no clue as to which human race you were in…
Risposta
… a human could greatly expect to be after AD 2150 in the long-lasting race—which you and I aren’t… there would be nothing automatically improbable in being in a short-lasting human race…
Altro errore: scavalcare Bayes
… Don’t protest that we can make nothing but entirely arbitrary guesses about the probabilities of various figures for total human population, i.e. the number of all humans who will ever have been born…
Bayes ci dice che noi abbiamo credenze che aggiorniamo in base alle evidenze. AA è conforme a questa intuizione: la credenza di base viene aggiornata ma continua a pesare nelle conclusioni…
… the doomsday argument, like any other argument about risks, can also take account of new evidence of efforts to reduce risks. Because it doesn’t generate risk-estimates just by itself, disregarding all actual experience, it is no message of despair…
Per comprendere meglio AA facciamo un ultimo esempio: se un test medico ha un falso positivo del 5% e voi risultate positivi, quale sarà la probabilità di essere malati? Per molti (chiamiamoli “frequentisti”) la risposta è semplice: 95%
Altri (bayesiani), prima di rispondere considerano anche la percentuale di malati nella popolazione. Se la percentuale è dell’ 1%, la vostra possibilità di essere malati è solo del 10%.
Siamo passati dal 95% (sbagliato) al 10% (corretto)! Capita la differenza tra “aggiornare” e “calcolare”? L’uomo razionale aggiorna, l’uomo-macchina calcola.
Ebbene, AA ci fornisce una base da “aggiornare”, il punto di partenza dell’ignorante, senza questa base le nostre conclusioni potrebbero essere molto diverse.