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giovedì 23 agosto 2018

Lars Svendsen: A Philosophy of Loneliness SAGGIO


Lars Svendsen: A Philosophy of Loneliness


E’ un buon libro per comprendere il sentimento della solitudine, un’impresa ostica anche per chi come me ha passato una buona parte della sua vita da solo. Vediamo i punti chiave dello studio.
  • In molti casi la solitudine è buona cosa: quando mi sento solo questo sentimento mi spinge a fraternizzare e a cercare amici, allo stesso modo in cui la fame mi fa cercare il cibo e la rabbia a farmi rispettare.
  • Ogni persona spende l’80% della sua vita diurna in compagnia di altri, e questo vale anche per i solitari! Il numero di persone che ti circonda non è correlato con il sentimento della solitudine. Parliamo di gente “sola nella folla”.
  • C’è un problema di riconoscimento: da fuori la persona sola appare come tutte le altre, non è più o meno brutta degli altri, non è più o meno intelligente, le sue attività non sono molto diverse da quelle degli altri.
  • La solitudine è qualcosa di interiore: permane indipendentemente dall’ambiente circostante. La credenza comune per cui alla persona sola serva la giusta compagnia, il giusto quartiere, la giusta scuola, la città giusta è sbagliata. Detto in modo diverso: il solitario puo’ avere a disposizione tutti gli ingredienti per cucinare la giusta ricetta ma purtroppo non sa affatto cucinare.
  • I solitari sono dei perfezionisti, pongono standard elevatissimi nelle loro relazioni amicali o amorose, idealizzano molto perdendo il contatto con la realtà.
  • I solitari si fidano poco degli altri. Non è un caso se i paesi con il grado di fiducia più basso (Grecia, Italia, paesi dell’est…) sono pieni di gente che si sente sola. Il fatto è che la fiducia ti rende dipendente dall’altro cosicché si riscontra una forte correlazione tra indipendenzapersonale e solitudine.
  • Il solitario è auto-centrato, nella conversazione parla sempre di sé. D’altro canto è anche la persona più sensibile allo sguardo altrui, solo occupandolo sente di avere una conferma della propria esistenza. L’ “altro” per lui non è che uno specchio in cui riflettersi. In sintesi: non ha un autentico interesse per gli altri, ed è proprio per questo che è soli.
  • Tutto negativo? Salviamo il fatto che i solitari sono molto sensibili ad amore ed amicizia. Questa sensibilità possiede i risvolti negativi che abbiamo elencato ma anche parecchie potenzialità positive.