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giovedì 30 maggio 2024

autocontrollo paternalismo

L'aristocrazia dell'autocontrollo.

Essere un membro di questo club comporta enormi vantaggi nella nostra società, come suggerisce il famoso test del marshmallow. Si tratta di persone che possono fare per se stesse scelte migliori rispetto a quelle che qualsiasi autorità potrebbe fare per loro conto. Quando lo Stato o le grandi aziende li comandano a bacchetta, loro si infastidiscono molto. Loro ne sanno di più! Poiché sono consapevole della mia appartenenza all'aristocrazia dell'autocontrollo, sono molto cosciente del fatto che, quando penso alle questioni di "libertà individuale" nella società, ci arrivo con una particolare serie di "interessi di classe". Mentre un negozio che vende alcolici aperto 24 ore su 24 sarebbe ottimo per me, forse non sarebbe altrettanto ottimale per tutti. Forse ogni sostenitore del libertarismo è un membro dell'aristocrazia dell'autocontrollo. Di conseguenza, sta promuovendo un ideale politico che avvantaggia se stesso in misura molto maggiore rispetto agli altri. Nella maggior parte dei casi, però, lo fanno in modo ingenuo, perché non si riconoscono come membri di un'élite e pensano alla libertà come a qualcosa che crea un beneficio uguale per tutti.

Tesi: l'ideologia è al servizio dei tratti di personalità ereditati di coloro che la promuovono. Un'ideologia in cui la cosa sembra altrettanto vera è il femminismo. Il femminismo è stato guidato da donne di un certo tipo e ha migliorato la vita a donne di quel tipo. Era ottimo per le donne intelligenti, antipatiche, focalizzate sulla carriera, che non amano o non vogliono figli. Sono abbastanza vecchio da ricordare le campagne per il salario per le casalinghe ma trovo del tutto normale che il movimento, guidato dalle donne di cui sopra, abbia completamente abbandonato una simile iniziativa. Anche qui l'ideologia è al servizio dei caratteri. Il socialismo e la sua cugina più mite, la socialdemocrazia, sono orribili ma sono anche ottimi per le persone con una vita finanziaria caotica: lo Stato verrà in soccorso e appianerà i flussi di reddito irregolari.Sono anche abbastanza sicuro che molte persone siano conservatrici perché vogliono sistemi e tradizioni che comprendono e che possono utilizzare a loro vantaggio. Non si tratta di una cospirazione. Non si tratta di malizia. Non si tratta di persone che tramano per massimizzare i propri scopi usando la politica come veicolo. Sono semplicemente attratti da cose che funzionano per loro.

https://www.notonyourteam.co.uk/p/people-unlike-me

mercoledì 9 febbraio 2011

Storia d' Italia: come ti racconto Berlusconi.

Serpeggia da anni una "narrazione" che riassume così la recente Storia d' Italia: Berlusconi, con le sue TV, ha plasmato l' immaginario degli italiani al fine di dare la scalata al potere politico. Noi sani, che siamo rimasti indenni da questa "colonizzazione" dobbiamo adoperarci politicamente per decostruire questa opera mediatica maligna smontando i modelli di cui è portatrice.

Nelle mie recenti frequentazioni del sito Lipperatura vedo che questo quadretto è dipinto con diligente iterazione. Si rimpiange e s' invoca un' azione politica forte (paternalismo) che funga da antidoto alla pregressa offensiva commerciale e mercificante delle TV berlusconiane, un' azione politica che liberi così milioni di italiani dalla malia che li seduce, dal piffero che li imbambola.

A proposito di media pervasivi, avevamo già inventariato i programmi di approfondimento politico notando come ci fosse un chiaro squilibrio a favore degli anti-berlusconiani. Dall' inventario è evidente che l' "incantatore" deve agire altrove, fuori dalla politica, e la vulgata che ho riportato ha il pregio di tener presente questa esigenza.

E' una versione dei fatti che non sposo dal punto di vista filosofico; per quanto il mio élitarismo sia pronunciato, quel "noi sani" mette i brividi.

Poi però ci sono i fatti. Ma anche su quel versante i conti non quadrano affatto e la "narrazione" frana da tutte le parti.

Mi concentro sul concetto della "colonizzazione dell' immaginario".

Certo, per carità, sia nelle vesti di compratori che in quelle di elettori noi soffriamo di bias cognitivi, e spesso è facile che la controparte sfrutti la nostra irrazionalità tramite "frames" adeguati messi a punto da "menti malvage".

Le tassonomie di Daniel Kahneman e Amos Tversky ormai sono note e sbandierate da tutti, i loro esperimenti di laboratorio volti a mettere in luce comportamenti irrazionali vengono raccontati a cena per destare l' interesse dei commensali e ottenere l' oooh interiore che tutti cercano in queste occasioni.

Si conosce molto meno John List, uno studioso di prim' ordine con l' hobby delle figurine.

Fin da piccolo John fu un ingordo collezionista, frequentava le fiere con il suo banchetto scambiando, speculando e accumulando un patrimonio di "figu" di cui ora va molto orgoglioso.

Ebbene, forte di questa esperienza sul campo, non riusciva del tutto a ritrovarsi negli esiti di K&T, secondo lui indagare la realtà avrebbe dato esiti ben diversi da quelli ottenuti negli asettici e astratti laboratori della psicologia sperimentale.

Manco a dirlo, la sua intuizione si rivelò esatta; attraverso "esperimenti sul campo" cominciò a smantellare via via una serie di bias ritenuti sistematici.

[ Facciamo solo un esempio e prendiamo il "bias da dotazione": ciascuno di noi tende a dare maggior valore a cio' che possiede. Ebbene, sul campo, questo bias non resse: gli avidi scambisti di figurine non mostravano affatto un bias del genere. Evidentemente il fatto che non fossero degli studentelli reclutati a caso per fare un esperimento psicologico contava. Rispetto allo studentello, il globe trotter delle figurine aveva in più Interesse e Esperienza ]

Ebbene, la nuova versione di "bounded rationality" era messa a punto: in presenza di un interesse e di un' esperienza (scambio ripetuto), i bias tendono a dissolversi. Permangono e possono essere sfruttati solo nelle situazioni "one shot".

Ma l' interesse e la ripetizione caratterizzano proprio lo scambio commerciale: l' acquirente è toccato direttamente da cio' che acquista, visto che se lo porta a casa, e in più è chiamato tutti i giorni a ripetere l' acquisto.

Diverso discorso per la politica: qui l' acquirente non è interessato a cio' che compra, direi che per lui è addirittura irrazionale recarsi alle urne. Oltretutto è chiamato molto "sporadicamente" a farlo. Dirò di più, nella politica è addirittura razionale essere irrazionali.

Le considerazioni di cui sopra fanno saltare la narrazione preferita di molto anti-berlusconismo elitario: la colonizzazione dell' inconscio delle TV è inverisimile visto che è proprio la natura commerciale della fattispecie ad indebolire i bias cognitivi che il persuasore occulto intenderebbe sfruttare.

Al contrario, la propaganda politica, ovvero l' arma di difesa contro questo nemico tanto debole, proprio su questo tavolo gioca al meglio.

L' allarmismo piagnucolante è dunque infondato, se mai si registra una sproprzione è in favore delle armi di difesa brandite dalle povere vittime.

FONTI: In questo post vari link sulla disgiunzione necessaria tra psico-bias e politiche paternaliste. Raccomando soprattutto questo paper di Glaeser che valuta e boccia la giustificazione comportamentista al paternalismo. Tutta l' opera dell' economista sperimentale John List è preziosa e supporta la tesi per cui l' evoluzione di mercato è il miglior modo per assorbire i bias cognitivi (overcoming bias!).