Visualizzazione post con etichetta italia post unitaria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta italia post unitaria. Mostra tutti i post

lunedì 28 novembre 2022

 Bigino di storia della Sinistra italiana post-bellica.


L'Italia ha avuto due sinistre: una sovietica (stalinista) e una cinese (maoista). La prima fu rappresentata dal PCI, la seconda dai sessantottini e da molta sinistra extraparlamentare. Francamente, non saprei dire perché i secondi si innamorarono della Cina, probabilmente solo per contrapporsi al PCI e scavalcarlo a sinistra.

La prima, previo consulto con Stalin, prese atto della mancanza di condizioni oggettive per una Rivoluzione italiana e collaborò alla Costituzione ponendosi l'obbiettivo di instaurare un regime socialista tramite una "democrazia progressiva". Per questo la nostra Costituzione, nelle mani di buoni legulei, è compatibile con un regime sovietico (e per convincere i pignoli basterebbero lievi revisioni). La seconda fu invece utopica e rivoluzionaria, propugnò dapprima l'illegalità diffusa (nelle università) e dopo il vero e proprio conflitto armato con e istituzioni. I terroristi parlavano della resistenza partigiana come di una "rivoluzione tradita", e nella loro testa il traditore era il PCI "staliniano".

La sconfitta del terrorismo mise fine alle utopie e il crollo del Muro mise definitivamente fine al progetto già "bollito" di democrazia. Da allora la Sinistra si è dovuta reinventare. Poiché la sconfitta intellettuale più cocente fu in ambito economico, ha cercato, almeno su questi temi, una silenziosa conversione mentre andava chiassosamente rimarcando la sua originalità in tema di "diritti". Nel solco dell'amato leader Berlinguer, ha puntato molto sulla "superiorità morale", che scalda i cuori dei militanti ma la rende inevitabilmente antipatica agli altri.

Oggi è stretta tra due fuochi, vine accusata al suo interno di "tradimento" sul versante delle politiche economiche e di "irrilevanza" su quello dei "diritti". Francamente, non saprei davvero quali siano le alternative: tornare ai vecchi paradigmi sarebbe fallimentare, a meno che ci si rassegni a una presenza folkloristica.

C'è poi una Sinistra liberale - anche di stampo cattolico - che qui trascuro perché mi sembra meno caratterizzata. Né carne né pesce. Ha fondamentalmente accettato il paradigma liberale cercando di innalzare il più possibile quella rete di protezione che, a un livello minimale, anche molti liberali classici concedevano. Il suo obbiettivo è stato quello di passare da una "rete per gli ultimi" a una "rete per i penultimi" e così via fino ad includere 3/4 della società. Ora punta ai 4/5. La moltiplicazione delle regole, la paralizzante pressione fiscale, l'inflazione in doppia cifra e il debito insostenibile sono gli effetti di questa mentalità diffusa. 

venerdì 15 novembre 2019

nord e sud storia di un divario

https://www.youtube.com/watch?v=fwRrBkmIpQ4&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0evCwTD_YrAD85zHVVYwienhby8-NptqRpn4sBFqs210MP7Iy02RYjSfI


il divario nord sud dall'unità a oggi

il divario esisteva fin dall'unità, anche se parecchio più piccolo, poi si allargò

ma il nord aveva molte più potenzialità che maturarono dopo. differenze oggettive e nelle politiche.

differenze oggettive: acqua (fiumi  contro torrenti inutilizzabili) e vicinanza all'europa.

differenza nelle politiche per unità: il nord puntò sull'istruzione (scuole private e parrocchiali). i borboni si opponevano per paura, i piemontesi no (vedi leggi casati). al sud istruzione solo per i ricchi - università di napoli.

poi c'è la questione delle ferrovie pre unitarie... ne approfittarono soprattutto il piemonte e la toscana gli austriaci un po' meno ma soprattutto al sud... la famosa napoli portici serviva a portare il re nella sua residenza in campagna.

politica doganale pre unitaria. protezionista al sud zero concorrenza... toscana liberista, piemonte brutale svolta liberista con cavour.... industria moderna quasi solo al nord...al sud solo industria cotoniera a salerno fatta dagli svizzeri e un paio di grandi fabbriche a zero concorrenza tipo la pietrazza (macchine a vapore, navi a vapore)

produzione pre unitaria... al sud tutte aree agricole autosufficienti. al nord una produzione più promettente... la seta del nord era una produzione ad alta intensità di capitale

amministrazione pubblica. difficile da misurare. buona l'eredità austriaca, almeno di fama.

***

ricordiamo che cavour voleva fare l'italia leghista, non aveva nessuna idea di conquistare il sud. il casino lo fece garibaldi. per cavour fu una rogna.

come rapportarsi con il popolo meridionale? la destra storica decise allearsi con le classi più elevate borghesia e nobili trascurando il popolo. nessuna riforma agraria, niente terra..  il popolo si rivoltò con il brigantaggio, una forma di lotta di classe. le classi dirigenti locali usavano i piemontesi (guardia nazionale ovvero borghesi del luogo) per reprimere i loro contadini. durissime repressioni.

amministrazione. il paese fi gestito con le leggi piemontesi. esempio: liberismo ex abrubto e deindustrializzazione, distruzione degli artigiani...

altra politica italiana: ferrovie ovunque, specie sulle dorsali nord sud...deficit alle stelle...

a proposito di debito...negli anni 50 il piemonte si indebitò per le sue guerre contro gli austriaci e comprare la francia...il debito piemontese fu trasformato in debito italiano...il sud spendeva poco e non aveva debiti, non doveva difendersi da nessuno. Ma il debito successivo fu fatto soprattutto per le ferrovie del sud.

eccezione alla centralizzazione (a imitazione della francia): le banche di emissione (erano sei). la banca centrale erano le banche private. proprietà di nobili, ricchi (banco di napoli, banco di sicilia). a fine anni ottanta la banca romana fece buchi spaventosi e fu nazionalizzata. le banche del sud rimasero private fino al 1926.

emmanuele felice: perché il sud è rimasto indietro tesi problematica...

lunedì 21 dicembre 2015

Breve corso di storia patria di AAVV


  • Cap1 l unità vittorio mathieu
  • Le 2 menti: camillo e crispi. Il legame: la massoneria
  • La vera unità: il burocrate meridionale rimpiazza il travet
  • Il via libera di gladstone nel mediterraneo. La gb + che il piemonte
  • I siciliani pronti a tradire napoli. Garantite le gerarchie sociali in sicilia
  • I massoni alla corte di franceschiello minarono compensarono l incomprensione popolare che si unì alla resistenza di Ruffo di Calabria
  • Tesi: l italia nacque da congressi di vienba che cambiò il regno di napoli (solido) in regno delle due sicilie (sfaldato)
  • L alternativa più prob.: italia federale. Già tentata nel 48 con pio ix
  • Contro la vulgata: gli italiani esistevano dal 1300: superpotenza
  • Patriota: colui che si batteva x gli ideali francesi nn per la sua terra. Foscolo Nievo.
  • L italia unita nn è mai stata potente quanto venezia o lo stato della chiesa o toscana o milano
  • Cap2 rivoluzione industriale in italia sergio ricossa
  • Die illuminismi: quello scozzese produsse watts quello francese napoleone e le sue carneficine
  • Pietro sella. Il ns watts frenato in tutti i modi. L italia parte tardi
  • Fine della destra storica: parte il protezionismo agricolo: agricoltori benestanti prezzi cari e poca dedizione all industria
  • Il socialista mussolini nn fa che proseguire qs programma di protezione e autarchia tramite beneduce.
  • Oggi altri ostacoli: le crociate anticonsumiste
  • Cap3 giolitti cosimo ceccuti
  • L errore di bava beccaris e l attentato di bresci. Una destra ottusa e Un varco x la sinistra liberale di giolitti: la repressione nn fa fronte al marxismo dilagante
  • Progressività tributaria e piccola propr. Legislazione sociale
  • Dall uninominale al proporzionale
  • Verso il suffragio universale
  • Giolitti toglie terreno all estrema sinistra
  • Opportunista e pragmatico: nazionalizzazioni cassa mezzogiorno
  • Albertini: la prosa al potere
  • Il suo gradualismo connaturato lo rese contrario alla guerra
  • L intesa? Un patto difensivo che nn ci obbliga a nulla. Neutralismo tentennone che irrita i volontaristi alla d'annunzio
  • Il decollo industriale del nord. La fiat e giolitti
  • Giolitti: in italia modernità impossibile senza lo stato
  • Stato/chiesa: x g.due ordini diversi e separati. Formula ambigua x evitare la contrapposizione alla crispi
  • Gli oppositori: einaudi de marco pareto. Rutti liberisti filo inglesi
  • Nazionalismo e guerra in libia
  • La strategia anrifascista giolittiana: riassorbire con contentini. Aveva funzionato coi marxisti nn funzionò coi fasci
  • Bilancio: problemi insoluti ma maggiore inclusione. Una luce positiva su Centralismo e burocrazia. Forse la ns maledizione.
  • Cap4 la prima guerra di sergio romano
  • Sequenza: 1 omicidio di ferdinando 2 l austria detta condizioni alla serbia 3 serbia chiede aiuto alla russia 4 germania chiede a russia di nn mobilitare 5 russia mobilita e germania invade il belgio neutrale 5 gb entra per la nwutralità violata
  • Il ruolo delle ferrovie nazionalizzate x raggruppare e ammassare
  • La coscrizione obbligatoria
  • Industria e stato: armi e crony capitalism
  • Dai sovrani della guerra utile agli eletti della guerra ad oltranza
  • L italia entra con gli alleati tradendo l intesa. Ha ottenuto peomesse allettanti: trento trieste la dalmazia
  • Dopo il piave sovrani di vecchio stampo avrebbero negoziato
  • Nn saper fare la pace. Il disastroso wilson e i suoi diritti umani. Il timidone nicola e i comunisti mai compresi
  • Cap5 fascismo paolo nello
  • Fascismo diciannovista: un interventismo da sinistra. Il programma della uil. I conservatori arrivarono ben dopo
  • Sconfitta elettorale e apertura alla piccola borghesia. Pragmatismo.
  • Dopo il 20 l era delle spedizioni punitive: giovanissimi coltivatori ex combattenti
  • Nasce il partito milizia. Riposizionamento a destra
  • Marcia su roma. Nn una rivoluzione ma una specie di sciopero che produsse un governo di coalizione spostato a destra
  • Cap6 fascismo francesco perfetti
  • Il primo mussolini: liberale. Liberismo in economia maggioritario in politica
  • Matteotti: fatto fuori dai fascisti tradizionali di dinistra: farinacci
  • Rocco: nuova legalità dopo gli attentati al duce
  • Dopo la gran riforma: fine del liberismo. Entra l iri
  • Cultura: l idea del corporativismo
  • Elezioni del 34: anni del consenso
  • Politica estera: realismo machiavellico. Politica del peso determinante
  • Mai stato totalitario. Mancò 1 terrore di massa 2 campi concentramento. Anche se ci fu la politicizzazione della società e la religione civile
  • Guerra e antisemitismo. Appiattimento sulla germania. Fone del consenso
  • Rsi: un ritorno alle origini anticapitalistiche
  • Cap7 resistenza parlato
  • Mito: identità tra antifascismo e resistenza
  • Anti: 1 liberali 2 fasci dissidenti che facevano appelli al "fratelli in camicia nera"
  • Resistenza: giovani di leva vogliosi di fuggire la guerra. salò impose coscrizione obbligatoria
  • legame stretto tra pci e fascismo di sinistra
  • scioperi e caduta regime: legame lasco. furono scioperi economici. confutata la tesi di spriano
  • caduta, reali ragioni: rapporto con i militari e con il re
  • zero insurrezione popolare. molta zona grigia: de felice
  • italo calvino e la casualità della scelta partigiana. probabile visto la comune formazione dei due fronti
  • casualità: l amico. l evento di sangue, la vicinanza. fenoglio: l amore per la letteratura inglese
  • mito abbattuto: resistenza come mito fondante
  • analisi esemplate: 1 giornate di napoli 2 rasella 3 stazzena
  • la resistenza in mano all'azionismo: liquidare il fascismo ma anche tutto il passato. palingenesi. aria nuova, forze nuove. nuova coscienza civile. nuovo pilastro per un paese nuovo. pedagogia giacobina: la resistenza invera il risorgimento. pedagogia gentiliana: il fascismo invera il risorgimento
  • accettazione della categoria totalitarismo: al fine di accomunare fascismo e nazismo
  • strategia: nessun nemico a sinistra. conseguenze: avvallo al mito della resistenza
  • cap8 la repubblica giuseppe bedeschi
  • partito d'azione: 1 croce 2 parri. 1: fascismo parentesi 2: resistenza palingenesi
  • partito d'azione 1 lussu 2 la malfa. 1: socialismo 2: prograssismo
  • partito d'azione: ircocervo che implode continuamente
  • comunisti: il paese nn è maturo per la rivoluzione. l'ordine di mosca
  • comunisti: la democrazia conduce al socialismo
  • chi finanzia i comunisti? chi tesse la tela?
  • socialisti: nenni butta a mare turati e consegna il partito ai comunisti
  • cattolici: dossetti contro de gasperi. de gasperi: 1 taglia ogni legame con comunisti e socialistyi 2 chiama all economia einaudi e la malfa tagliando con la dottrina sociale della chiesa
  • De gasperi più vicino ai liberali prefascisti che alla ds
  • Dossetti l pira moro: urss più vitali di usa. Ad ogni modo: equidistanza
  • Dossetti: usa verso un nuovo fascismo
continua







lunedì 10 marzo 2008

Ricchi per sempre?

L' ultimo libro di Pierluigi Ciocca ha il merito di darci le proprorzioni della recente crisi di produttività che attanaglia l' Italia (nel 2000 la produttività congiunta dei fattori è diminuita). Le si possono sentire anche qui al minuto 17.15. Cio' è meritorio e ci sottrae dalle urla catastrofiste del politico di turno.

Inoltre, la meticolosa analisi della storia economica italiana dal 1796 ad oggi, mette in luce i 4 fattori che sono centrali per lo sviluppo economico del nostro paese (vedi link di cui sopra al minuto 18.45):

  • infrastrutture materiali;


  • infrastrutture giuridiche;


  • concorrenza e dinamismo d' impresa;


  • finanza pubblica in ordine.


Volgendosi alla parte più prettamente storica, si nota come lo sviluppo italiano è sempre stato determinato da grandi emergenze. Sembrerebbe quindi che da noi le strategie "starve the beast" siano destinate a funzionare. Si analizzano alcune fasi ben precise.

  • Il decennio post-unitario e la politica della Destra Storica.


  • Il decennio giolittiano.


  • La politica economica della Ricostruzione (Einaudi-De Gasperi).


  • Il superamento della crisi mirtifera del 1992 (Ciampi).


Salvo poi scoprire che, eccezion fatta per il periodo della Ricostruzione, non si puo' dire che gli altri periodi siano caratterizzati da virtuose politiche di sviluppo, semmai da un risanamento dei bilanci nazionali, quasi sempre orientato sul fronte delle entrate. Le grandi spinte allo sviluppo arrivarono acchiappando al volo occasioni che spesso provenivano da fuori. Due esempi: rivoluzioni tecnologiche nel campo dello sfruttamento energetico, Piano Marshall e inserimento nel circuito delle economie capitaliste.



Scarso da noi il contributo del capitalismo privato.

sabato 1 marzo 2008

Perchè in Italia il senso dello Stato è precario

Qualcuno risale alla litigiosità degli staterelli pre-moderni. Ma ci sono mille contoesempi per non considerare quella condizione come decisiva, pensiamo solo alla Germania o ai territori anseatici.

Pesano di più le due guerre Civili a cui siamo stati sottoposti. La seconda, al cadere dell' ultimo conflitto mondiale, trascina ancora oggi il suo strascico ideologico.

Ma è soprattutto la prima, che giace nel dimenticatoio, ad aver inciso. Parlo di quella guerra a tutto tondo che viene fatta passare come "fenomeno del brigantaggio". Sentiamo l' insospettabile Miglio in merito:

"...nel '60 le bande brigantesche prendono il carattere di unità combattenti per una guerra legittima; raggiungono e talvolta superano le mille unità, hanno struttura militare a tutti gli effetti, con tanto di trombe, tamburi e bandiere; spesso sono capeggiati da ex ufficiali dell' esercito borbonico, hanno reparti di cavalleria, ospedali da campo, carreggi e servizi, erano insomma un' armata da campo che combattè nei dieci anni a seguire una sanguinosa guerra civile contro gli invasori, spesso prendendo a modello i Mille di Garibaldi... la prova fu molto dura e il meridione subì la stretta della legislazione speciale...


...più tardi, il Sud conoscerà la sua vera secessione, prenderà nome di "migrazione transoceanica". Numeri: nel 1861 gli italiani residenti all' estero erano 220.000, nel 1914 erano tra i 5 e i 6 milioni (popolazione complessiva 35 milioni). Nel 1927 si raggiunse la cifra di 9 milioni. Sebbene il fenomeno coinvolgesse anche il Nord (veneti e popolazioni alpine) il grande serbatoio era costituito dalle genti meridionali..."


"...i progetti federalisti di Minghetti fallirono miseramente, il Sud subì la centralizzazione amministrativa, anche se più tardi fu proprio l' incorporamento nella burocrazia statale a fungere da assimilatore efficiente...intanto la redistribuzione delle terre fu un bluff...le terre appena redistribuite venivano immediatamente riacquistate dai primitivi proprietari...si noti che, nonostante autorevoli pareri negativi, il sud fu "annesso", serviva "carne da cannone"...Nell' Italia post unitaria, tutte le volte che le circostanze richiederanno strette economiche, sarà il Meridione ad essere sacrificato a vantaggio del Nord...il liberismo originario comportò la caduta delle barriere doganali a tutto svantaggio della debolissima industria meridionale che sparì presto nel nulla...anche i finanziamenti delle prime sperimentali reti ferroviarie gravarono prevalentemente sulle spalle dei contribuenti meridionali...il debito pubblico per le campagne militari piemontesi si ripartiva ora anche su di loro...la facilitazione dei trasporti fu la causa della grande crisi agricola del 1873..il conflitto doganale con la Francia (1887-1892) si risolse con l' accoglimento delle richieste avanzate dall' industria settentrionale: nuove barriere doganali. Pagò il Sud, i capitali volarono tutti verso l' Industria protetta...Nel 1906 il Ministro Fortis stipulò un trattato con la Spagna per facilitare le esportazioni dell' Industria, il trattato danneggiava pesantemente, manco a dirlo, l' enologia del nostro mezzogiorno...potremmo andare avanti ma per ora basta così..." Miglio: L' Asino di Buridano.


Naturalmente si ritenne di sanare questi pasticci con mille forme di assistenzialismo spuntato. Il doppio effetto riportato fu quello, alla lunga, di spazientire una massa di contribuenti ormai slegata da un lontanissimo passato e, sull' altro versante, di creare forme di dipendenza spesso abbinata ad una tollerata attività criminosa volta alla ripartizione dei sussidi.