https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02mp5q4GBDaAABvCJca4mSsnQ8qFgGEJdwopwFzhqGf5JzrUhvx2nPSoGMgajf3ZjPl?__cft__[0]=AZXJ0o6QORz-uR4WfnMGu1payZ--oFnfu3-rB6IbrMx0yE5y8rIPnZjANB_jS5GbPGZkpJ8-9NKB2xZ9uvlrMWBXqw8LSEZJz4rXaE2NklkCz_5t14SZhdqJhZ-LNssU9zrN7oqhwuYjQfn9IDK-jmf7ODEP5oPsNwOOUpwdRLEReg&__tn__=%2CO%2CP-R
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venerdì 17 febbraio 2023
mercoledì 12 febbraio 2020
LA GRANDE FIACCA
Mai ho visto la critica conservatrice cattolica sposarsi tanto bene con il problema dei problemi: la stagnazione e la decadenza della nostra società bambocciona. L'inverno demografico sembra il termometro più affidabile per misurare questa febbre che ci gela e ci paralizza.
COSA SPINGE IL PROGRESSO?
COSA SPINGE IL PROGRESSO?
È un paradosso del nostro tempo che il percorso verso un progresso radicale richieda innanzitutto... moderazione.
L'ottimismo tutto rosa e fiori e il pessimismo fatalista possono sembrare opposti, ma entrambi sfociano nell'apatia.
Se le cose fossero destinate al miglioramento certo o al collasso, allora le nostre azioni, in un modo o nell'altro, non sarebbero rilevanti. Stare fermi non cambia le cose.
Se non troviamo il modo per imboccare il sentiero stretto dei moderati, sarà inevitabile scoprire che la stagnazione e il declino sono la nostra sorte.
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From the New York Times columnist and bestselling author of Bad Religion, a powerful portrait of how our turbulent age is defined by dark forces seemingly beyond our control Today the Western world seems to be in crisis. But beneath our social media frenzy and reality television politics, the dee...
LA GRANDE FIACCA
Anche Ross ha detto la sua sull'argomento del momento: l'occidente bamboccione. Ma lui è uno che va ascoltato.
Nel 1958, la Boeing introduceva il suo aereo di linea 707, una bestia capace di raggiungere la velocità di crociera di 977 chilometri l'ora. Faceva qualcosa di più che consentire voli commerciali transcontinentali ad alta velocità. Alimentava un ottimismo diffuso in tutta una società orgogliosa di entrare nell'era dei jet.
Più di sessant'anni dopo, non ci siamo mossi molto da lì.
L'ultimo aereo della Boeing, il 737 MAX, ha una velocità di crociera di soli 839 chilometri all'ora, per non parlare dei limiti strutturali saltati fuori con il tempo. Il 707 ormai in pensione si confronta con lui alla pari. E che dire del 747 jumbo jet che stiamo ancora utilizzando oggi a 50 anni di distanza? Questa situazione rappresenta bene il segno di decadenza della nostra società. E con la Boeing siamo nella giovane e dinamica America, figuriamoci se ci spostiamo nella stanca e anchilosata Europa.
La "decadenza" di cui al titolo, non si riferisce a quella deliziosa sensualità ritratta nei romanzi di Joris-Karl Huysmans o D'annunzio, ma piuttosto a quella stagnazione, a quella compiacenza paludosa, a quella dissipazione di energia creativa, a quella volontà fiacca e confusa che caratterizza le società occidentali.
Come è potuto accadere tutto questo?
Douthat delinea quattro aspetti della decadenza: la stagnazione (mediocrità tecnologica ed economica), sterilità (calo dei tassi di natalità), sclerosi (fallimento istituzionale) e stasi (esaurimento culturale).
STAGNAZIONE. Nelle ultime due generazioni l'unico cambiamento veramente radicale è avvenuto nei dispositivi che utilizziamo per la comunicazione e l'intrattenimento. Le grandi innovazioni del diciannovesimo e del ventesimo secolo sono ancora quelle che oggi influiscono di più sulle nostre vite.
STERILITA'. Nei dibattiti pubblici, i bassi tassi di natalità sono trattati come una questione di preferenza personale. Al massimo ci si preoccupa che pongano un freno all'economia, quindi come argomento per l'immigrazione. Ma i bambini scomparsi indeboliscono la coesione sociale del futuro. L'immigrazione sostituisce alcuni dei lavoratori scomparsi ma aggrava l'alienazione intergenerazionale e l'attrito nativo-immigrato perché accentua le ansie riguardo all'eredità.
SCLEROSI. Si riferisce alle istituzioni malate, in particolare l'incapacità del governo di fare vere riforme guidate da veri esperti. Tutto è bloccato da veti e contro-veti.
STASI. Indica la condizione della nostra cultura impegnata in rifacimenti infiniti di rifacimenti. Mentre gli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta erano contrassegnati da stipi loro propri nel design, nell'abbigliamento, nella musica e nell'arte, dagli anni Novanta ad oggi sembra tutto un grande remix. Siamo bloccati in un ciclo culturale, dal rifacimento di Star Wars di George Lucas a JJ Abrams al rifacimento di Martin Scorsese, al rifacimento infinito dei Cohen. Da allora i giovani non hanno nemmeno più una Tradizione con/contro cui confrontarsi, che ne so, le vecchie norme borghesi, un cristianesimo ancora riconoscibile come tale, una narrazione patriottica della storia, una cultura del canone, una famiglia come luogo degli affetti e anche della tirannia degli affetti. Questi punti di riferimento sono sbiaditi.
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lunedì 2 dicembre 2019
FALLIRE CON ONORE
https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_16ebc3edb0d:170da7b:97b0c8f7
FALLIRE CON ONORE
FALLIRE CON ONORE
Nella "società bambocciona" il progresso va a passo di lumaca, si preferisce fallire stando sulla via maestra che ottenere risultati attraverso vie non convenzionali. Questo non vale in tutti i campi: se dobbiamo organizzare una vacanza, per esempio, puo' capitare, e capita molto frequentemente ormai, che si abbandoni la via maestra del tour operator e, magari, smanettando sull' app giusta facciamo tutto da soli. Qui il progresso non soffre come altrove, le app proliferano. In altri ambiti, infatti, il timore di soluzioni creative personalizzate è paralizzante. Nessun genitore della classe media vuole dire ai suoi colleghi che il proprio figlio non sta andando in una delle università "benedette" ma magari - considerate certe esigenze - ha optato per un'istruzione telematica, oppure che non si cura negli ospedali "consacrati" ma con cure a pagamento spesso realizzate a distanza, oppure che la sua casa non ha certe caratteristiche canoniche (villetta a schiera di metratura minima con giardino e box). Anche per questo il costo di certi beni/servizi esplode: sulle alternative pesa una condanna di natura culturale: tollerare gruppi di persone che, sperimentando, si ritrovino poi troppo avanti o troppo indietro rispetto al gruppone sembra essere impossibile.
I nemici del progresso sono la paura delle novità e l'invidia. Quando questi nemici dominano, il progresso soffre. Quando quei nemici sono deboli, i progressi sono rapidi. Istruzione, sanità e costruzione sono tre settori in cui l'invidia domina e le lo scetticismo sulle novità la regola: troviamo sempre più inammissibile che ci si possa fare concorrenza sulle cure sanitarie, oppure che possano esistere ospedali profit. Quando nelle costruzioni si sviluppano idee alternative è sempre pronta la paura del "ghetto" (magari esclusivo). Se l'istruzione sperimenta soluzioni c'è subito l'incubo che le élite vogliano isolarsi dalla massa. Stando all'edilizia urbana basterebbe constatare quanto sia stato difficile per Google trovare una città che le consentisse di sperimentare la città del futuro. Le città, infatti, sono disposte ad approvare chilometri di piste ciclabili, ma neanche un metro per le auto senza conducente.
L'idea del lusso ha sempre trainato la società. Quello che i ricconi hanno oggi, la massa l'avrebbe dieci anni dopo. Ma nella società bambocciona lusso e pop non hanno più diritto di cittadinanza, almeno in certi ambiti.
Fondare un'università di successo è quasi impossibile. Non che restrizioni legali insuperabili ti vietano di farlo. E' proprio una questione sociologica, istituzionale, legata alle dinamiche di accreditamento. Perché l'università telematica non decolla? Le barriere sono innanzitutto culturali.
Ci sono ragazzi palesemente impreparati per l'università ma che ci andranno lo stesso, non cercheranno alternative. Perché? Il motivo è sempre quello: preferiamo il fallimento convenzionale al successo anti-convenzionale. Nessuno vuole essere un genitore il cui figlio riesce adottando un approccio non tradizionale all'istruzione superiore.
Anche la filantropia si concentra sulla tradizione, e così le università tradizionali incamerano enormi beneficienze quando queste risorse sarebbero meglio investite nelle start-up dell'istruzione superiore. Ma se dai alla tua alma mater o crei un istituto di ricerca in un'università consolidata, il massimo rischio che corri è quello fallire in modo convenzionale, quindi accettabile.
La quantità di denaro che la "società bambocciona" spreca in inutili cure negli ultimi sei mesi di vita è enorme. Riceviamo una montagna di cure in più per avere benefici minuscoli. Se togliessimo euro al margine di queste cure e li mettessimo nella sanità sperimentale l'effetto netto sarebbe positivo. Ma, ancora una volta, sprecare soldi in procedure mediche con costi elevati e bassi benefici è comunque un modo convenzionale di fallire, quindi la cosa non presenta problemi.
In breve, quando si tratta di edilizia urbana / ingegneria civile, istruzione e assistenza sanitaria, abbiamo una cultura conformista, con l'imprenditorialità perennemente scoraggiata. La forte presenza governativa in questi settori non fa che rafforzare questo vizietto, ma non si accusi la politica, lei non fa che darci quel che le chiediamo.
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sabato 2 novembre 2019
PERCHE?
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i nullafacenti si moltiplicano se non c'è prospettiva di matrimonio
i nullafacenti si moltiplicano se non c'è prospettiva di matrimonio
Perché studiare?
Perché lavorare?
Perché dannarsi l'anima quando le prospettive di matrimonio sono inconsistenti?
IT.WIKIPEDIA.ORG
NEET (in italiano anche né-né[1][2]) è l'acronimo inglese di (Young people) Neither in Employment nor in Education or Training[3], o anche " Not (engaged) in Education, Employment or Training"[4], indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione. Nelle zone ispanofon...
mercoledì 5 dicembre 2018
DOTTORESSA CAMPIOTTI
NON C'E' STATO IL TEMPO
DOMANDA (io): Dottoressa, lei ci invita a “contenere e accogliere” il figlio adolescente, quasi a significare che ora questi ragazzi siano respinti e in conflitto aperto. Ma come conciliare questo quadretto con quello che ci propongono continuamente i media, ovvero quello di una generazione di bamboccioni? Se penso ad un bamboccione, penso a un tale esposto ad un eccesso di “contenimento e accoglienza”.
RISPOSTA (io travestito da Dott. Campiotti): L'incompatibilità è innegabile, provo però a fare qualche ipotesi per sanarla. Diamo per assodato che il fenomeno dei bamboccioni esista. Chiedo: all’origine c’è forse la famiglia? No, non solo la famiglia: è il contesto generale che preme in una certa direzione. I nostri ragazzi vivono più sicuri ovunque: a scuola, sulla strada, al campo di allenamento… Ovunque. C'è una gara nel preservarli. C’è quasi un’isteria legislativa per la loro salvaguardia. Ora, la sicurezza dei ragazzi è auspicabile ma produce un effetto collaterale: li rende più sensibili. A volte eccessivamente sensibili. Noi ci adattiamo all’ambiente cosicché vivendo sotto una campana di vetro le paure potrebbero paradossalmente aumentare. La famiglia deve allora tarare il suo intervento su questa nuova sensibilità sconosciuta alle generazioni precedenti. Intervenire ruvidamente su chi ha la pelle dura è un conto, farlo su un ragazzo già pieno di ansie e insicurezze è un altro. Ricordiamoci che anche il mondo in cui entreranno non sarà aspro quanto quello che abbiamo dovuto affrontare noi. Non riceveranno mai la cartolina per andare in guerra. Nemmeno quello per fare la leva militare. Né la guerra, né la leva servono più. A loro si chiederà altro
martedì 18 settembre 2018
LINK Ma la generation me esiste davvero?
Social commentators have argued that changes over the last decades have coalesced to create a relatively unique generation of young people. However, using large samples of U.S. high-school seniors from 1976 to 2006 (Total N = 477,380), we found little evidence of meaningful change in egotism, self-enhancement, individualism, self-esteem, locus of control, hopelessness, happiness, life satisfaction, loneliness, antisocial behavior, time spent working or watching television, political activity, the importance of religion, and the importance of social status over the last 30 years
https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_165eae69e49:109526a:bfb8468
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giovedì 6 settembre 2018
LINK Il problema sono i figli o i genitori
Siamo sicuri che basta dire ai genitori cosa fare perché lo facciano? Forse il problema dei bamboccioni è il genitore bamboccione...
Another problem I have with the psychological emphasis is that it might lead someone to think that if the parents, teachers, and professors could just realize that coddling has adverse psychological consequences, then they would take a different approach. Instead, I think that problem is more deep-seated.
https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_165aecbb4ee:b027c7:4c71e4fe
Another problem I have with the psychological emphasis is that it might lead someone to think that if the parents, teachers, and professors could just realize that coddling has adverse psychological consequences, then they would take a different approach. Instead, I think that problem is more deep-seated.
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lunedì 3 settembre 2018
I BAMBOCCIONI AMERICANI
I BAMBOCCIONI AMERICANI
Esce un libro su di loro.
La mia sensazione è che le università americane si stiano dividendo lentamente in due categorie ben distinte: nella prima impari a conoscere, nella seconda impari a comportarti bene.
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Something has been going wrong on many college campuses in the last few years. Speakers are shouted down. Students and professors say they are walking on eggshells and are afraid to speak honestly. Rates of anxiety, depression, and suicide are rising—on campus as well as nationally. How did...
Incipit: The Three Great Untruths of Wisdom:
1. What doesn't kill you makes you weaker
2. Always trust your feelings.
3. Life is a battle between good people and bad people.
La mia sensazione è che le università americane si stiano dividendo in due categorie quelle in cui impari a conoscere e quelle in cui impari a comportarti
Is Safetyism Destroying a Generation? https://quillette.com/2018/09/02/is-safetyism-destroying-a-generation/
venerdì 24 novembre 2017
Pippirimerlo SAGGIO
Pippirimerlo
Perché i nostri figli sono bamboccioni?
Per colpa dello smartphone che assorbe la loro attenzione?
Per colpa dell’economia che li orienta in modo inaspettato?
Per colpa del web che porta il mondo in casa?
Per colpa della pedagogia lassista che li vizia?
***
O forse per una dinamica endogena alla famiglia?
A questo punto – per spiegarmi meglio – è necessario si scaldi e scenda in campo il solito Darwin.
I bamboccioni una volta competevano tra loro in famiglia per accaparrarsi le risorse incamerate dai genitori. Ok?
Si potrebbe scrivere un’epopea sulle lotte fratricide. Ok?
Da un lato il padre capofamiglia detentore unico delle risorse, dall’altro il nugolo di fratelli in concorrenza tra loro nel lusingare il genitore al fine di essere beneficiati.
In condizioni del genere devi darti da fare, un bamboccione resterebbe ben presto culo a terra.
Ma oggi uno schema del genere si è estinto. Puf… sparito.
Innanzitutto il numero di fratelli è drasticamente diminuito: meno concorrenza.
Poi, i detentori delle agognate risorse ora sono due: madre e padre. Anche Lei lavora e “detiene”. Parlare di “capofamiglia”, poi, comporta una denuncia per molestia verbale.
La concorrenza si è spostata sul fronte opposto: sono papà e mamma a competere per accaparrarsi la solitaria lusinga del pargoletto asceso nel frattempo al rango di “Monopolista”.
L’effetto combinato conferisce più potere ai bambini che – in una prospettiva secolare – si assicurano una fetta crescente del surplus familiare.
Poi dici che uno si rilassa…
Casey Baugh (pippirimerlo)
sabato 26 agosto 2017
HL Il monopolio di Apple sull'adolescenza - intro
Introduction Who Is iGen, and How Do We Know? iGen: Why Today's Super-Connected Kids Are Growing Up Less Rebellious, More Tolerant, Less Happy--and Completely Unprepared for Adulthood--and What That Means for the Rest of Us
Note:INTRO@@@@@@@
Jean M. Twenge
Yellow highlight | Location: 49
“We go to the mall,”
Note:IL PASSATEMPO
Note:IL PASSATEMPO
Yellow highlight | Location: 50
“No—I go with my family,” she says. “We’ll go with my mom and brothers and walk a little behind them.
Note:ccccccc
Note:ccccccc
Yellow highlight | Location: 58
Athena says she spent most of the summer hanging out by herself in her room with her phone.
Note:IN CAMERA AL TELEFONO
Note:IN CAMERA AL TELEFONO
Yellow highlight | Location: 62
iGen has arrived. Born in 1995 and later, they grew up with cell phones,
Note:IGEN
Note:IGEN
Yellow highlight | Location: 68
“It’s like Apple has a monopoly on adolescence.”
Note:APPLE
Note:APPLE
Yellow highlight | Location: 71
teens from disadvantaged backgrounds now spend just as much time online as those with more resources—
Note:POVERI E RICCHI... IL GRAN MISCHIONE
Note:POVERI E RICCHI... IL GRAN MISCHIONE
Yellow highlight | Location: 73
eighty times a day.
Note:CONTROLLO DELLO SMART
Note:CONTROLLO DELLO SMART
Yellow highlight | Location: 73
The i in iGen represents the individualism its members take for granted,
Note:INDIVIDUALISMO
Note:INDIVIDUALISMO
Yellow highlight | Location: 79
They are obsessed with safety and fearful of their economic futures,
Note:PAURA
Note:PAURA
Yellow highlight | Location: 80
They are at the forefront of the worst mental health crisis in decades, with rates of teen depression and suicide skyrocketing since 2011.
Note:DEPRESSIONE E SUICIDI
Note:DEPRESSIONE E SUICIDI
Yellow highlight | Location: 81
iGen’ers are growing up more slowly: 18-year-olds now act like 15-year-olds
Note:BAMBINONI
Note:BAMBINONI
Yellow highlight | Location: 84
(the extension of childhood into adolescence),
Note:cccccc
Note:cccccc
Yellow highlight | Location: 86
decline in in-person social interaction),
Note:INTERAZIONE PERSONALE
Note:INTERAZIONE PERSONALE
Yellow highlight | Location: 87
decline in religion),
Note:FINE RELIGIONE
Note:FINE RELIGIONE
Yellow highlight | Location: 88
decline in civic involvement),
Note:IMPEGNO CIVILE
Note:IMPEGNO CIVILE
Yellow highlight | Location: 89
Inclusive (acceptance, equality,
Note:TOLLERANTI
Note:TOLLERANTI
Yellow highlight | Location: 94
the Millennials, the generation born in the 1980s and early 1990s.
Note:MILLENNIALS
Note:MILLENNIALS
Yellow highlight | Location: 99
around 2012, I started seeing large, abrupt shifts in teens’ behaviors and emotional states.
Note:DAL GRADUALISMO AI MUTAMENTI REPENTINI
Note:DAL GRADUALISMO AI MUTAMENTI REPENTINI
Yellow highlight | Location: 103
many of the large changes began around 2011 or 2012. That was too late to be caused by the Great Recession, which officially lasted from 2007 to 2009.
Note:LA CRISI NON C'ENTRA
Note:LA CRISI NON C'ENTRA
Yellow highlight | Location: 105
2011–12 was exactly when the majority of Americans started to own cell phones
Note:C'ENTRA IL CELLULARE
Note:C'ENTRA IL CELLULARE
Yellow highlight | Location: 111
The biggest difference between the Millennials and their predecessors was in worldview, with more focus on the self and less on social rules (thus the term Generation Me).
Note:IL NARCISISMO MILLENNIALS
Note:IL NARCISISMO MILLENNIALS
Yellow highlight | Location: 112
with the popularity of the smartphone, iGen’ers differ most in how they spend their time.
Note:IGEN: TELEFONO E MODO DI OCCUPARE IL TEMPO
Note:IGEN: TELEFONO E MODO DI OCCUPARE IL TEMPO
Yellow highlight | Location: 115
The Birth Year Cutoffs
Note:ttttttttt
Note:ttttttttt
Yellow highlight | Location: 121
iGen’ers are the first generation to enter adolescence with smartphones
Note:I PRIMI ADOLESC CON SMARTPHONE
Note:I PRIMI ADOLESC CON SMARTPHONE
Yellow highlight | Location: 125
iGen begins with those born in 1995
Yellow highlight | Location: 126
In 2006, Facebook opened up to anyone over the age of 13—so those born since 1993 have been able to live their entire adolescence on
Note:FACEBOOK
Note:FACEBOOK
Yellow highlight | Location: 130
the birth year span of iGen 1995–2012.
Note:NASCITA IGEN
Note:NASCITA IGEN
Yellow highlight | Location: 142
The Name
Note:ttttttt
Note:ttttttt
Yellow highlight | Location: 162
The Data
Note:ttttt
Note:ttttt
Yellow highlight | Location: 206
1. In the past 24 hours, did you spend at least an hour total texting on a cell phone? ______ 2. Do you have a Snapchat account? ______ 3. Do you consider yourself a religious person? ______ 4. Did you get your driver’s license by the time you turned 17? ______ 5. Do you think same-sex marriage should be legal? ______ 6. Did you ever drink alcohol (more than a few sips) by the time you turned 16? ______ 7. Did you fight with your parents a lot when you were a teen? ______ 8. Were more than one-third of the other students at your high school a different race than you? ______ 9. When you were in high school, did you spend nearly every weekend night out with your friends? _____ 10. Did you have a job during the school year when you were in high school? _____ 11. Do you agree that safe spaces and trigger warnings are good ideas and that efforts should be made to reduce microaggressions? _____ 12. Are you a political independent? _____ 13. Do you support the legalization of marijuana? _____ 14. Is having sex without much emotion involved desirable? _____ 15. When you were in high school, did you feel left out and lonely fairly often?
Note:QUIZ
Note:QUIZ
Yellow highlight | Location: 235
The Demographics—and the World
Note:ttttttttt
Note:ttttttttt
Yellow highlight | Location: 245
The Context
Note:ttttttt
Note:ttttttt
Yellow highlight | Location: 270
The Caveats
Note:ttttttt
Note:ttttttt
Yellow highlight | Location: 271
I’m often asked questions such as “Why are you blaming the kids? Isn’t it the parents’ fault?” (Or “the Boomers’ fault?” or “GenX’ers fault?”) This question makes two false assumptions: first, it assumes that all generational changes are negative; second, it implies that a single cause (such as parenting) can be identified for each change.
Note:È UN ACCUSA AI GENITORI?
Note:È UN ACCUSA AI GENITORI?
Yellow highlight | Location: 278
it’s not just parents, but technology, media, business, and education working together
Note:NON SOLO GENITORI
Note:NON SOLO GENITORI
Yellow highlight | Location: 284
First, the two things must be correlated with each other. For example, we can see whether teens who spend more time on social media are more depressed. Second, the two things must change at the same time and in the correct direction. If social media use and depression both increase during the same years, one might cause the other.
ESPERIMENTO INTERESSANTE
ESPERIMENTO INTERESSANTE
martedì 1 agosto 2017
Generazione placida SAGGIO
Generazione placida
WHY AMERICANS STOPPED RIOTING AND LEGALIZED MARIJUANA – The Complacent Class: The Self-Defeating Quest for the American Dream – Tyler Cowen
***
Trigger warning: – non c’è più il terrorismo di una volta – poca voglia di protestare – manifestazione di massa – la campana di vetro – il bromuro della burocrazia – perché la rissa non va più di moda? – organizzare manifestazioni oggi… un lavoraccio – tutti sotto controllo – piazza selvaggia e video virali –
***
In order to understand how peaceful America has become, we must consider what truly turbulent times looked like.
Note:LA TURBOLENZA DI IERI
With all of our fears of terrorism, the crime waves and riots of the 1960s and the early 1970s were much more destructive. During an eighteen-month period in 1971–1972, there were more than 2,500 domestic bombings reported, averaging out to more than five a day.
Note:IL TERRORISMO DI IERI MOLTO PIÙ DISTRUTTIVO
And don’t forget the riots. Starting with the 1965 Watts clashes in Los Angeles, the country faced a wave of intensely violent and often out-of-control social unrest.
Note:RIVOLTE
Or consider the Black Panthers. The Panthers were set loose to patrol cities, armed openly with guns in the places where that was legal, with the stated aim of defending black citizens from police aggression.
Note:BLACK PANTHER
The marches and rallies of the 1960s and 1970s were often massive affairs. The group Mobilization Against the War in Vietnam put on a November 1969 rally with 500,000 people and a May 1970 event with 100,000 people, and the People’s Coalition for Peace and Justice drew about 500,000 for its April 1971 rally at the U.S.
Note:MARCE DI MASSA
Campuses today are very different places, and they are among the segments of American society where the complacent class exercises its strongest influences. …When there are demonstrations, the student demands are often for “safe spaces” rather than violent overthrow of the government …
Note:CAMPUS OGGI: SAFE SPACE
To the extent people today write of academia being disrupted, they might be referring to massive open online courses (MOOCs), which enable students to remain at home or in their dorm rooms, or to “competency-based learning,”
Note:MOOC
Here is a brief excerpt from Amm Bausum’s study of Stonewall: “Our goal was to hurt those police,” explained John O’Brien, a gay man and activist who had joined the mob.
Note:L’IMPENSABILE VIOLENZA DELLA RIVOLTA GAY
As much as nonviolence was an essential feature of big parts of the civil rights movement, many blacks in the South, including many of the most prominent movement leaders, protected themselves with firearms, in recognition of what a violent and vindictive time they were operating in.
Note:DIRITTI CIVILI E VIOLENZA
It’s worth noting that robust middle-class income growth does not predict peace and quiet, and sometimes general prosperity comes right before trouble and social unrest break out.
Note:CRESCITA ECONOMICA E VOGLIA DI CONFLITTO
WHY DON’T WE RIOT ANYMORE?
Many of the seminal events of the civil rights movement could not happen today, most of all because society is more bureaucratized, more safety obsessed, and also less tolerant of any kind of disturbance or disruption at all.
Note:BUROCRAZIEA E OSSESSIONE
The NIMBY mentality limits high-density residential housing, wind power, and turbulent protests all the same. Which neighborhood these days wants trouble at its doorstep, especially when real estate values are at stake?
Note:NIMBY MENTALITY
The application of management science to policing has been another reason why riots and rebellion have gone out of favor; their impact is too readily countered and defused. …To be sure, the recent trouble in Ferguson, Missouri, and Baltimore, Maryland, has represented cracks in this façade, a theme to which I return to later. In both cases, the initial police behavior was violent, …
Note:POLIZIA PIÙ ORGANIZZATA
The legal authorities of the city of New York succeeded in defanging the Occupy Wall Street movement with a minimum of fuss. Rather than opting for outright confrontation, and perhaps some publicity victories for the protestors, a decision was made to wait for the winter to shut down the encampments and the protests.
Note:OCCUPY
As the “occupation” continued, city authorities threw new challenges at the protestors. But these were highly legalistic rather than a show of force.
Note:LEGALISMO
Or consider the 2004 Democratic National Convention. As you might expect, there were numerous would-be demonstrators. They ended up being confined to a “Demonstration Zone,” which one federal judge described as analogous to one of Piranesi’s etchings of a prison.
Note:ZONA DIMOSTRANTI
The police strategies up through the 1970s have been described as a style of “escalated force.” If the initial level of force didn’t work in subduing the demonstrators, the strategy was to apply more force.
Note:ESCALATION
Organizing and maintaining public opposition was tougher yet during the 2003 attempts to run New York City protests against the Iraq War. …In the end, a rally of 10,000 people was permitted in the Dag Hammerskjold Plaza, on 47th Street and First Avenue, about four blocks away from the UN.
Note:ORGANIZZARE UNA MANIFESTAZIONE OGGI… UN LAVORACCIO
And post 9/11, Washington, DC, protests face yet another problem: They are possible sanctuaries for terror attacks, or at least they are perceived as such.
Note:PERICOLO TERRORISMO
It is by no means impossible to receive permission, but you have to work through the bureaucracy.
Note:IL PERMESSO AGOGNATO
Another change that favors stability over rebellion has been the greater likelihood of police, FBI, and national security establishment spying on those who are organizing domestic marches,
Note:PIÙ FACILE SPIARE
The federal government also has done its share to shut down protest. Even small protests are no longer permitted at the Jefferson Memorial, which was erected to celebrate a man who suggested that liberty periodically must be refreshed with struggle and “the blood of tyrants.”
Note:OGGI PIU’ RIGORE – TOLLERANZA ZERO
If there was any legal pointer in this direction, it came in the late 1970s and early 1980s, when the Supreme Court agreed that there could be rules limiting the geographic distribution of protest. The Court allowed for a categorization of places through what is now called the “public forum doctrine.”
Note:SVILUPPI LEGALI
Compare this to the portrait painted by Harry Kalven Jr. in his 1965 classic Negro and the First Amendment. About the state of the law at that time, Kalven wrote: “[T]he speaker has a paramount claim to the use of the public forum which the state can subject to minimal traffic controls and to breach of peace limitations.”
Note:LA BELLA PIAZZA SELVAGGIA DI UNA VOLTA
It’s not just the law that has changed; the incentives of the organizers are now fundamentally different. When a major …public event is orchestrated, such as the Million Man March of 1995, it tends to be backed by a lot of organization and capital investment. That in turn requires a lot of mainstream support. …
Note:INTERESSI IN BALLO
More recently, a viral video may do more for a cause than a very large demonstration, and of course it can reach a larger number of people.
Note:MEZZI IDONEI
In the 1960s, the challenge was to capture the attention of America, given that the country was coming out of the staid 1950s, network television dominated the media landscape, and the core mindset was quite conservative. That system of centralized media favored relatively radical steps,
MEDIA CONCENTRATI
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