Visualizzazione post con etichetta tra le nuvole. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tra le nuvole. Mostra tutti i post

lunedì 28 giugno 2010

Tra le nuvole



Personalmente mi sento di promuoverlo: dialoghi accettabili, buon ritmo nel racconto, e poi c’ è George che fa tutte le sue faccine.

Ma soprattutto ci sono i dubbi che la storia ci lascia in eredità. Uno in particolare.

Quando avviene la “conversione” dello squalo brizzolato? Due ipotesi.

1. Quando rischia a sua volta il licenziamento. Per far capire a Natalie quanto le tecnologie internet siano insufficienti, Ryan è costretto ob torto collo ad esaltare la componente umana della sua missione e quindi la presenza sul posto del tagliatore di teste. Tutti questi discorsi risvegliano una sensibilità sopita. Anche altrove, con il Jimmy riluttante al matrimonio, Ryan è costretto ob torto collo ad esaltare i valori che non ha scelto: la potenza della sua retorica sembra lontana dall’ artificio e fa effetto anche su di lui.

2. Quando s’ innamora: si rende conto che c’ è un genere di sentimenti che non puo’ essere vissuto né come lavoro, né come evasione.

La seconda alternativa sembra più promettente ma ha il difetto di non amalgamare le due storie (lavoro e sentimenti). Un legame ci dev’ essere visto che Ryan schizza dalla bionda mollando a metà una conferenza dove, relatore, si scopre scettico sul suo stesso cinismo.

C’ è poi una terza alternativa: Ryan non si “converte”.

Come chi punta sugli affetti puo’ andare incontro a disincanti, per esempio un matrimonio che va male (quello della seconda sorella); così chi punta sulla carriera ha le sue delusioni: una storia d’ amore che si rivela autentica ma non puo’ essere vissuta fino in fondo.

La terza alternativa seduce, anche se Sara dubita che il film esprima una simile simmetria: e i discorsi a senso unico dei licenziati confermano ("senza amici e famiglia sarei stato un uomo finito"). Eppure Ryan ricomincia la sua vita, con maggior disincanto ma la ricomincia con una certa speranza.

Le mille miglia non possono essere un mito ma forse, e qui il film si salva, neanche la famiglia deve esserlo: non tutto va investito lì; aspettative troppo alte potrebbero lasciarci di sale e con un muso non meno lungo di chi riceve la carta gold dei super-viaggiatori.



P.S. a proposito di carta gold. Il capitano dell’ aereo mi ha ricordato un casino il cantastorie del grande Lebowski, così solerte a scendere in campo per una pacca sulla spalla all’ eroe scornato e a dire: anche questa è l’ America.

P.S. un picolo regalino per davide: