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lunedì 23 settembre 2024

tabarrok contro pascal

 Quando introduci l'infinito nel discorso, poi ti rispunta da tutte le parti e il Sistema si imballa, è come aprire il vaso di Pandora, ne sa qualcosa Pascal con la sua scommessa. Sì, ok, anche se le probabilità sono minime è perfettamente razionale credere di fronte ad una ricompensa infinita. Ma è perfettamente razionale anche bonificarmi tutto quello che hai in banca affinché io preghi per la tua salvezza. E' praticamente certo che non sortirò alcun effetto ma quella minuscola probabilità che resta ha comunque un valore infinito.


https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2005/11/tabarroks_wager.html

lunedì 6 marzo 2023

 https://feedly.com/i/entry/mJnsy3URuZ92Zh19I45RqysFYXr9EiFtEDLIa5p1D1g=_186b08cfeb4:15639bd:74502776

mercoledì 15 aprile 2020

MASCHERINE E RASOI

BURIONI E' IL NOSTRO GALLANT


La legge ebraica - dicono - incentiva le persone a minimizzare la probabilità di eventi negativi, mentre la legge americana incentiva le persone a minimizzare le perdite attese.
Voi con chi state, con Gallant o con Goofus? Faccio altri esempi.
C'è gente che progetta, pagando un prezzo salato, di farsi ibernare per essere poi scongelata in futuro. Uno pensa che costoro credano nell'esito positivo dell'operazione, e in effetti, indagando sul punto, si scopre che il successo dell'impresa è dato dagli interessati intorno al 10%, una probabilità TUTT'ALTRO CHE TRASCURABILE che li spinge ad agire e ad aprire il portafoglio. La strnezza è che chi NON si fa ibernare valuta la possibilità di un successo SOLO all' 11%, e di conseguenza ci rinuncia. La differenza, insomma, non è data dalle credenze ma dai motivi che ci spingono ad agire.
Poche settimane fa, quando tutti pensavamo che la possibilità di una pandemia globale fosse intorno al 10%, molti dichiaravano: "10%? Ma è un numero piccolo, praticamente 0! Non dobbiamo preoccuparci. Altri, pensavano che quel numeretto, considerando le conseguenze di una pandemia, era più che sufficiente per spingerci ad agire in anticipo.
Vi ricordate Pascal?: il numeretto sarà anche piccolo ma per lui era più che sufficiente per credere. Il suo contrario è Voltaire: se credi in cose ben lungi dall'essere dimostrate, sei in preda a pregiudizi medievali.
Nella cultura popolare la legge ebraica, chi rinuncia all'ibernazione, Burioni e Voltaire incarnano l'atteggiamento scettico di Gallant. Il suo contraltare è Goofus, colui che alle probabilità antepone i valori attesi.
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

MASCHERINE E RASOI

L' OMS non ha incoraggiato l'uso delle mascherine ma molti la assolvono ugualmente ipotizzando buone intenzioni, l'avrebbe fatto per evitare accaparramenti e per poter destinare il prezioso preservativo al personale medico.
Errato, è infatti questa una posizione presa in tempi non sospetti, quando non c'era niente da preservare e niente da accaparrare. Ma soprattutto - è questo che ora mi interessa - presa sulla base di un'epistemologia scientista: finché una cosa non è dimostrata, non esiste.
In teologia la mentalità è ben nota: Dio? Finché non ne dimostri l'esistenza, non c'è. Nel nome di Occam, rasoiate del genere sfregiano di continuo il volto dei credenti pseudo-razionalisti.
Dio non è dimostrato => Dio non esiste. L'efficacia delle mascherine non è dimostrata => le mascherine sono inefficaci. Non ci sono esperimenti che dimostrino l'utilità del paracadute per chi si butta da un aereo => il paracadute non è utile per chi si butta da un'aereo (vedi link).
Se poi gli esperimenti con il paracadute - che richiedono a un nutrito gruppo di controllo di gettarsi senza - sono piuttosto ardui da realizzare, pazienza.
Fallimento degli esperti? Forse. Ma questo, sia chiaro, è un fallimento filosofico prima che previsionale.
Per i fanatici di Occam, la dimostrazione incompleta va rimpiazzata con il nulla (o con accrocchi cervellotici che ricombinano l'esistente) anziché con il semplice e caro vecchio buon senso. Le lacune di Occam le tocchiamo con mano oggi.

BMJ.COM
Objectives To determine whether parachutes are effective in preventing major trauma related to gravitational challenge. Design Systematic review of randomised controlled trials. Data sources: Medline, Web of Science, Embase, and the Cochrane Library databases; appropriate internet sites and citation...

mercoledì 13 novembre 2019

IL DECLINO DELLA SCOMMESSA PASCALIANA

IL DECLINO DELLA SCOMMESSA PASCALIANA
Il rischio - compreso il rischio che ci si prende in una scelta di fede - può essere percepito come speranza oppure come pericolo a seconda dei casi. Ma quali casi? Oggi li conosciamo un po' meglio.
Li illumina bene un famoso esperimento di laboratorio replicato più volte a cui si è sottoposto un gruppo di medici dell'ospedale di Stanford. Lo descrivo brevemente.
Nel primo problema si assume che un'epidemia minacci 600 vite umane. Abbiamo di fronte due alternative verso cui indirizzare gli sviluppi della malattia.
A) 400 morti certe.
B) 1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3 che muoiano tutti.
Nel secondo problema siamo nella medesima situazione, solo che i due scenari tra cui scegliere sono i seguenti.
C) 200 vite salvate.
D) 2/3 di probabilità che nessuno sia salvato e 1/3 di probabilità che tutti si salvino
Come vi comportereste nel primo caso? E nel secondo?
Si noti che lo scenario A è identico allo scenario C mentre B è identico a D. Insomma, chi sceglie A deve scegliere C e chi sceglie B deve poi scegliere D. Ma la coppia scelta a maggioranza è stata B/C, ovvero una coppia "assurda".
Ecco un'interpretazione dell'irrazionalità riscontrata: quando l'opzione rischiosa (quella probabilistica) è presentata in alternativa a un opzione esposta in termini positivi (ovvero in termini di vite salvate) viene percepita come se esprimesse un pericolo. Quando invece viene presentata come alternativa ad un'opzione certa esposta in termini negativi (ovvero in termini di morti) viene percepita come speranza.
Ma veniamo al nostro tema, perché oggi la scommessa pascaliana non converte più nessuno? Forse perché abbiamo esorcizzato per benino la morte. Ovvero, poiché oggi l'opzione rischiosa della fede nella vita eterna viene vista come alternativa ad una vita certa e non ad una morte certa (cosa a cui nessuno pensa più), la dimensione del pericolo prevale sulla dimensione della speranza. Anche se in termini razionali tutto è come prima, la psicologia fa la differenza.
Ma se la certezza della vita mortale prevale sull'incertezza della vita eterna, non sorprende che la Chiesa cessi di pensare a quest'ultima per concentrarsi solo sulla prima.
Informazioni su questo sito web
AMAZON.COM
"I had the good fortune to grow up in a wonderful area of Jerusalem, surrounded by a diverse range of people: Rabbi Meizel, the communist Sala Marcel, my widowed Aunt Hannah, and the intellectual Yaacovson. As far as I'm concerned, the opinion of such people is just as authoritative for maki...

lunedì 17 giugno 2019

RICORDATI DI PASCAL

https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16b20fc724d:11dedd:f885c6d2

RICORDATI DI PASCAL!
Ora, supponiamo che qualcuno venga da te e dicesse: dammi subito 5 euro, o userò i miei poteri magici fuori dal Matrix per realizzare un emulatore che ucciderà X persone scelte a caso.
Da persona ragionevole quale sei, ti chiedo, che fai? Sganci?

martedì 21 luglio 2015

Come scegliere la propria religione - Richard Swinburne


  • Come scegliere la propria religione razionalmente? Una versione della scommessa di Pascal...
  • Premessa: le religioni possono essere giudicate in base alla loro probabile verità o in base alla bontà dei loro scopi. Qui ci concentriamo sul secondo giudizio...
  • Definizione di Religione: un sistema di credenze e comportamenti che offre benessere ora ma soprattutto dopo la morte...
  • Ogni religione ha sia una dottrina che uno stile di vita...
  • Tesi : 1) la dottrina serve a spiegare xchè un certo stile di vita ci guadagna la salvezza 2) nn tutte le salvezze sono uguali: alcune sono più meritevoli di essere xseguite 3) alcune "vie" rendono la salvezza + probabile di altre...
  • I precetti della via cristiana sono ben chiari (comandamenti, discorso della montagna ecc.). Alcuni sono obbligatori, altri supererogatori. Alcuni sono precetti veri anche se il Dio cristiano nn esistesse. Altri invece sono tipici del credente (es. andare a messa)..Anche i buddisti hanno una loro via. In alcuni punti è simile a quella cristiana e atea, senonché raccomandano la meditazione x distaccarsi dalle passioni terrene. Il credo buddista consiste invece nella legge del Karma, della reincarnazione, del distacco e del nirvana...
  • Xchè dovrei scegliere una o l'altra religione?: 1) xchè probabilmente è vera e 2) perchè il premio x chi la segue è più desiderabile. Ora ci occuperemo del secondo punto...
  • Tesi: le ragioni x seguire il cristianesimo sopravanzano quelle del buddismo...
  • I doveri peculiari del C. sono sentiti come ragionevoli. Il C. ci chiede di adorare e ubbidire a Dio. Analogia: quando incontriamo un altro è giusto riconoscerlo anziché ignorarlo soprattutto se è un ns benefattore. Se poi l'altro è sapiente è giusto obbedirli, specie se ci ama e si sacrifica x noi. Inoltre il dio C. ci promette un grande premio in qs vita e dopo la morte. Certo se il dio C. nn esistesse sarebbe tutto una xdita di tempo ma qs mondo dipendiamo dalle probabilità..
  • .Tuttavia anche altre religioni promettono molto nell'al di là cosicchè, se vogliamo sospendere il giudizio probabilistico, diventa essenziale vagliare il benessere garantito su qs terra...
  • I benefici promessi dal dio C. sono talmente elevati che vale la pena onorarlo qualora sia il dio più probabile, anche se le prob. che esista sono minime...
  • E il benessere su qs terra? Facciamo proma un cfr con l'ateo. L'uomo si realizza facendo ciò che ritiene giusto. Alcune azioni sono giuste a prescindere dalla fede ma x l'uomo di fede esistono delle ragioni in + per compierle e quindi ragioni in + di felicità..
  • .Fare il bene, poi, forma il carattere, anche quando il bene nn è quello che riconoscono anche gli atei: il credente ha quindi delle occasioni in più. Avere un buon carattere significa poi agire in modo conforme alla ns natura: così come è assurdo negare certe esigenze e anche certi piaceri (il buon cibo, una bella casa, una sposa ecc) è giusto nn esagerare in nulla. La vita è un dono ed è giusto goderselo. Il C. gode per molti motivi alcuni dei quali nn sono a disposizione dell'ateo...
  • Conclusione: il credente è aiutato dalla sua fede ad adempiere a doveri riconosciuti da tutti, in qs modo è + prob. che si realizzi e sia felice. È dunque razionale la scelta cristiana x chi crede che quello sia il dio + prob. Anche se le prob. generali sono basse...
  • Veniamo ora ad un cfr col buddismo. Il buddismo è più pessimista del C. e richiede al suo adepti l'affrancamento completo dai desideri mondani. Ma il disincanto e la xdita di passione nn è il modo giusto di stare al mondo. Di certo nn è una ricetta universale...
  • Il Paradiso dei C. è abitato da chi fa il bene, da chi conosce in modo pieno, da chi gode della bellezza e dell'amicizia reciproca. Il paradiso dei B. è disabitato poichè viene raggiunto da chi si annulla...
  • Conclusione: la salvezza di B. sembra decisamente inferiore a quella C. o del'Islam. Da come possiamo valutare con i mezzi che abbiamo qui ed ora nn vale la pena di perseguire la salvezza di B, specie se si ha a disposizione la salvezza C.

venerdì 18 luglio 2014

Gli errori logici più comuni del credente

Molti atei segnalano una contraddittorietà nella dottrina della trinitaria: come puo' Dio essere uno e trino? Uno è diverso da Tre, quindi non potrà mai essere uguale. Si dice che questo sia "mistero", meglio dire che qusto è "contraddizione".

Giusto. Ma per chiarire meglio le cose tocca dire due parole su una proprietà divina: l' atemporalità. il Dio "atemporale" puo' essere inteso come "fuori dal tempo" che come "eterno", nella prima concezione si producono delle contraddizioni poiché l' azione di divina è pur sempre un processo e ogni processo posto fuori dal tempo si contraddice: il processo per cui "il bianco diventa nero" non è affatto contraddittorio ma se lo pongo fuori dal tempo non posso più utilizzare il divenire, e così ottengo "il bianco è nero", che è un' espressione contraddittoria. Il Padre causa il Figlio non è contraddittorio ma il Padre è il Figlio lo è. La contraddizione si supera 1) immaginando Dio come eterno anziché come fuori dal tempo (anti-tomismo) e 2) mettendo in evidenza le differenze - che ci sono - tra Padre, Figlio e Spirito Santo (il primo causa il secondo e i primi due in cooperazione causano il terzo: non è mai vero il processo inverso!). Solo il Padre è ontologicamente necessario, Figlio e Spirito sono solo metafisicamente necessari.

La scommessa di Pascal: non dimostra nulla poiché si applica a tutte le credenze che promettono un infinito bene o minacciano un infinito male. 

Giusto. Ma se coniughiamo gli argomenti della scelta razionale con una distribuzione probabilistica delle scelte alternative, magari ricavata dalla teologia naturale, torna ad essere molto utile. Ovvero, scartare l' opzione atea è solo il primo passo di ogni scelta razionale, se il percorso finisse lì ci areneremmo ma la teologia naturale ci consente di andare oltre.

Il problema del male: il male e un dio buono e onnipotente non possono esistere allo stesso tempo. 

Giusto. Bisogna intendersi però sul significato di "onnipotenza". Ne esistono due: 1) possibilità di fare tutto cio' che si desidera 2) possibilità di fare tutto cio' che si puo' fare. Nel primo caso Dio potrebbe creare oggetti contemporaneamente perfettamente gialli e perfettamente rossi, nel secondo caso no. Nel primo caso Dio potrebbe creare persone perfettamente libere ma incapaci di produrre il male, nel secondo caso no. Ora, la teologia prevalente per "onnipotenza" ha in mente il caso 2, quindi non cade in contraddizione.

Il principio antropico è inutilizzabile per inferire l' esistenza divina. Chi lo usa commette un errore logico perché deriva l' esistenza di una causa da una probabilità a posteriori. 

Giusto. Ma il principio antropico è utilizzato dai teologi in modo diverso rispetto a quello descritto. Serve ai teologi per coniugare probabilità a priori (cosa farebbe probabilmente il Dio dei teologi se solo esistesse?) e probabilità a posteriori (che probabilità ci sono che l' uomo - ovvero la creazione divina a priori più probabile - esista indipendentemente da Dio?). E' solo la presenza simultanea di probabilità a priori e probabilità a posteriori che permette d' inferire la probabile esistenza di Dio. L' errore logico ci sarebbe se considerassimo solo la probabilità a posteriori. Analogia: A odia B e ha manifestato più volte il desiderio di ucciderlo. B viene trovato morto, quel giorno, molto probabilmente, ha ricevuto la visita di A, C e D. Solo loro possono averlo ucciso. La probabilità che il maggiore indiziato sia A non si ricava (solo) dal fatto che molto probabilmente ha incontrato B nel giorno della sua morte ma dal fatto che esistono anche delle probabilità a priori che ci consentono di dire che voleva ucciderlo e probabilmente l' avrebbe fatto. 

venerdì 28 marzo 2014

Scommetti con Pascal? Allora scommetti anche con me!





'via Blog this'

Tutti conoscono la scommessa pascaliana. C' è chi dice che sia razionale scommettere per l' esistenza di Dio. A costoro si puo' proporre:

The following offer should be irresistible to anyone who accepts
Pascal’s wager as sound. Many philosophers do in fact think that
Pascal’s wager is sound but for those who do not think so I suggest
below why the offer should be accepted by anyone who thinks there
is some probability that Pascal’s wager might be sound, no matter
how small the probability.
The offer is as follows. For a fee of all your wealth I will use my
line to God to put in a word on your behalf. I assert that individuals
for whom I put in a good word are more likely to enter heaven and
receive everlasting joy than are other individuals. Table 2 shows
the different possible outcomes, their utilities, and in brackets some
probabilities to be discussed below.

Since my offer applies to those who accept Pascal’s wager as
sound they expect an infinite utility from believing in God whether
or not my offer is accepted. The table suggests, therefore, that
paying the fee is dominated by not paying the fee. The inference,
however, is incorrect. Paying the fee is infinitely better than not
paying the fee as becomes clear once we introduce probabilities.
If God exists and my line to God is open someone who pays the fee
enters heaven with probability p1 but someone who does not pay
the fee enters heaven with only probabilityp2 withp2 < p1:If God
exists but my line to God is broken then with probabilityp3 both the
payer and non-payer enter heaven. With probability p4 neither the
payer nor the non-payer enter heaven but the non-payer is better off
by amount w.
...
Pascal’s wager is initially compelling because “believing” in God
appears to be costless.6Believing in the possibility of infinite utility,
however, implies that the believer is willing to accept any finite cost
to achieve any positive probability, no matter how small, of attaining
infinite utility. The offer makes this latter point particularly clear

Possibile significato: la scommessa di Pascal ha poco senso se presa isolatamente ma assume senso in un contesto di teologia naturale: ha perfettamente senso dare tutto di se stessi ma occorre dare se stessi secondo la modalità più ragionevole. In altri termini: la scommessa di Pascal è sensata se posso dire qualcosa di quel dio per cui scommetto.

lunedì 19 novembre 2012

Sulla religione come scelta razionale: Caplan vs Iannaccone

#caplan religione, #iannaccone religione

I: il fenomeno religioso puo' essere studiato con gli apparati della scelta razionale.

C: occorre un caveat che si chiarisce facendo un parallelo con la democrazia: se tratto l' elettore come un soggetto razionale non ci capisco niente, non a caso l' atto stesso di votare è irrazionale; lo stesso dicasi per la religione.

I: il comportamento dell' elettore produce esternalità, non quello del fedele (le opere salvano o condannano solo lui).

C: tu non hai una teoria della religione ma una teoria della membership.

I: devi ammettere che nell' uomo esistono anche esigenze spirituali e di verità.

C: sarebbe meglio inquadrare tutto nel paradigma "rational irrational".

I: ma i fedeli, diversamente dai votanti, sopportano grandi costi per le loro scelte.

C: solo pochi fanatici, la massa è costituita da meta-atei che si allontanano dalle fedi troppo "costose", il che fa pensare che la loro scelta dia dettata da voglie irrazionali da soddisfare finché costano poco.

I: esistono anche problemi di time consistency, ne hai tenuto conto?

C: nella battaglia delle idee emrgono le migliori, non sidirebbe che sia lo stesso nella battaglia tra le fedi.

I: comunemente riteniamo come migliori le fedi che accettano la competizione.

C: l' unica teoria della scelta razionale applicata spcificamente alla religione è la scommessa di Pascal. Purtroppo l' argomento è debole cosicché si puo' ipotizzare un dio irascibile al culto degli altri dei tanto che diventa razionale non offendere nessun dio astenendosi.

I: puoi confutare Pascal solo assumendo che l' ateismo resta una scelta religiosa ma tu stesso ti sei offeso quando in altri contesti ti è stata fatta notare questa particolarità, devo desumere che non la respingi.

C: le evidenze intorno ai miracoli sono pressoché nulle.

I: pensa alla definizione di miracolo e poi pensa alla prova che ti farebbe cambiare idea; ebbene, devi concludere che non esiste alcuna prova in grado di farti cambiare idea; anche in questo caso si procede per fedi contrapposte.

C: come puo' la teoria della scelta razionale spiegare la diffusa secolarizzazione delle nostre società?

I: innanzitutto sfatando il mito della diffusa religiosità nelle masse contadine del medioevo; poi facendo l' ipotesi che cio' che chiamiamo secolarizzazione sia in realtà una fuoriuscita dalle religioni organizzate per coltivare in proprio la nostra spiritualità; l' Europa conferma: i molti monopoli rendono l' offerta religiosa flebile e incapace d' intercettare la fuoriuscita di cui sopra che viene scambiata così per semplice abiura, ecco allora che un fenomeno di conversione diventa un fenomeno di secolarizzazione.

***

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/larrydeb.htm

http://thefilter.blogs.com/thefilter/2005/11/caplan_vs_ianna.html

http://www.clas.ufl.edu/users/kenwald/pos6292/iannaccone.pdf






giovedì 9 dicembre 2010

Solo l' integralismo è razionale

Ieri ho partecipato ad una scuola di comunità dei ciellini. E' praticamente un club di lettura, solo che si leggono solo i libri di Don Giussani.

Stiamo leggendo "Si puo' vivere così?", Rizzoli.

Viene assegnato un capitolo, poi piccoli gruppi di 8/10 persone s' incontrano a casa di un membro a rotazione per commentarlo insieme e rendere testimonianza di episodi di vita vissuta legati a quella tematica.

Dopodichè si mangia e si beve, cosa vi credevate.

Ieri il apitolo riguardava "il sacrificio"; Giussani sul punto non dà scampo: l' uomo di fede deve sacrificare alla fede tutto in ogni momento della sua vita; moglie, marito, figli, ricchezza, non deve guardare in faccia a niente... tutto.

Un tale ha chiesto persino se vincendo al super enalotto la vincita dovesse essere interamente donata alla chiesa, magari alla Compagnia delle Opere. In effetti mi sembra che il Gius non faccia aperture che consentano soluzioni alternative.

Oooohh... questo Giussani, il solito integralista senza ragione... direbbe mia mamma.
Puo' darsi integralista, ma non "senza ragione". E mi spiego.

La scommessa di Pascal è uno degli argomenti più forti per giustificare la razionalità dell' atto di fede.

I cattolici amano però rappresentarsela così: vale sempre la pena di credere quando ci promettono un bene infinito, anche se le probabilità che si realizzi sono minime.
La fede è dunque razionale. Sì, ma la versione dell' argomento fornita da molti cattolici è edulcorata.

Gli atei non riescono a smontarla, ma perlomeno, nel tentativo di farlo, ne danno una formulazione più rigorosa al fine di demoralizzare il credente di buon senso: vale la pena investire tutto nella fede di un bene infinito, anche se improbabile.
Qui l' argomento ateo sviluppato rigorosamente ricorrendo alla teoria delle scommesse.

In altre parole: solo il fondamentalismo è razionale.

In questo senso le parole radicali di Giussani vanno a braccetto con quelle dell' ateo Tabarrok.

venerdì 26 marzo 2010

Un goccio di troppo per la consorte

Sono un fan del sito dell' UAAR!

E' semplice, chiaro e ben fatto. Lo consulto spesso per temprarmi, e dove altrove annaspo nella nebbia dei gerghi e del detto/non-detto, qui spesso trovo il sollievo della chiarezza.

Unica riserva: si ha sempre l' impressione che pretendano la botte piena e la moglie ubriaca.

Prendiamo ancora l' argomento pascaliano, altrove avevo espresso perplessità, forse dovute ai paradossi impliciti nel calcolo probabilistico.

L' UAAR non tocca questi temi, rischierebbero di gettare ombre sulla validità di un caposaldo del ragionamento logico-deduttivo.

Come si oppone, dunque?

Non c' è che l' imbarazzo della scelta, e risuona il beffardo ammonimento di Dawkins:

"...Pascal might have been joking when he put forward this argument. As a leading philosopher and mathematician it is not worthy of his more serious thoughts. There are many arguments against it, if you feel it is worth arguing against..."

Ma vediamoli questi "innumerevoli" argomenti.

... Una prima risposta è che le percentuali non sono 50-50...

Ma non è affatto necessario che lo siano affinchè l' argomento pascaliano regga.

Inoltre, questo argomento non indica in quale religione credere

Sarà una bega tra credenti. L' irrazionalità dell' ateismo non si salva certo con questa osservazione.

Peraltro, se Dio ci ha dato la sua intelligenza per credere in lui, e noi non gli crediamo, vuol dire che Dio non ci avrebbe donato abbastanza intelligenza per riuscirci

Magari non l' hai esercitata. Devi prima dimostrare di non essere libero, e la vedo mooolto dura.

... anche accettando il ragionamento di Pascal, non è assodato che Dio gradisca che gli si creda solo per un semplice calcolo di convenienza

Ma nelle scommesse non c' è mai nulla di "assodato"! Perchè mai dovrebbe essere assodato che...? Ma soprattutto, cosa potrebbe mai cambiare dopo questa osservazione che ha tutta l' aria di essere irrilevante?

... potrebbe sempre esistere una divinità che subordina la felicità eterna all’assenza di qualsiasi forma di credenza: si salverebbero solo gli atei e gli agnostici…

Ma per fare dell' ateismo/agnosticismo una scelta razionale, nell' esistenza di una divinità del genere bisogna poi crederci! In caso contrario si deve correre verso una divinità concorrente!

In ogni caso la fede nel dio-degli-atei sarebbe incongrua in sè, poichè si DEVE credere in un dio che ci chiede di "non credere".

Non pensi di salvarsi l' ateo che fa il pesce in barile su simili questioni evitando di considerarle. Dimostrerebbe solo l' irrazionalità del suo sistema decisionale.

Ultima cosa: questa eventuale fede dell' ateo nel Dio dei non-credenti, oltre ad essere incongrua (ma passiamoci sopra) farebbe di lui un dogmatico, crederebbe infatti in qualcosa che non puo' assolutamente dimostrare vera.

Gli innumerevoli argomenti che ci venivano ventilati per difendere ateismo e agnosticismo sembrano ridursi sul sito dell' UAAR sempre allo stesso, con varianti dovute a giochi di parole.

Uno modo per "sconfiggere" Pascal in realtà ci sarebbe e chiunque lo scorge: consiste nel dimostrare con rigore l' inesistenza di un "dio portatore di felicità eterna".

Auguri.

La scommessa di Pascal non aiuta granchè la fede del cristiano, eppure conserva la sua lezione principale: si puo' essere atei, si puo' essere razionali, si puo' essere pure anti-dogmatici... ma non si puo' essere atei/razionali/anti-dogmatici. A meno di costruirsi l' Universo in casa su misura.

Purtroppo è proprio la pretesa dell' UAAR: atei/razionalisti/anti-dogmatici.

E qui mi tocca rinviare alla splendida mogliettina ubriaca di cui sopra.