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lunedì 8 novembre 2010

Dogville, ovvero della Santa in poltrona

Grazie a Davide che me l' ha prestato, ho potuto rivedere Dogville.

Nella schiera di Sante raccontate da Von Trier, Grace è la più cerebrale.

Cerca di guadagnarsi il Paradiso con le tecniche di Sherlock Holmes: si siede in poltrona e riflette sul da farsi. Potremmo definirla una Santa in Poltrona

Il suo primo istinto è, come per tutte le sante, verso il martirio, verso il perdono ad oltranza e la mortificazione di sè.

Ma poi, comprende quanta arroganza nasconderebbe questa retrocessione dei propri più elementari interessi, comprende come tutto cio' la metterebbe in evidenza differenziandola dagli altri. Salire su un piedistallo del genere è estremamente insidioso per chi aspira ad una vita pudica e passiva.

Finalmente capisce che l' autentica umiltà consiste nel realizzare la propria umanità e la propria umanità parla in modo chiaro suggerendo al cuore di dar corso alla sanguinolenta vendetta.

Solo la vendetta riequilibria i piatti della bilancia pacificando la Giustizia. E allora ecco che cominciano a saltare le cervella e i figli sono uccisi davanti alle madri.

"Santo" significa "separato", ma la cogitabonda Grace coglie in questa "separatezza" a cui era destinata una trappola insidiosa per la sua anima.

Nelle due sequenze qui sotto Grace matura, grazie ad una riflessione involuta, la sua spiazzante decisione finale.

Nella prima il padre mafioso le rimproverà l' arroganza della sua santità e lei incassa male il colpo; nella seconda Grace, anzichè abbandonarsi alla carità, all' amore e al "dio mio perdona loro perchè non sanno quel che fanno", esegue dei freddi calcoli utilitaristici concludendo che Dogville "no... non ha fatto abbastanza" per meritare il suo perdono.