lunedì 26 ottobre 2015
Realisno morale
martedì 20 dicembre 2011
Anna & Marco
Considerate questa storia: Anna e Marco sono fratello e sorella. Stanno viaggiando insieme in Francia durante le vacanze estive dell’ università. Una notte restano da soli in un capanno vicino alla spiaggia e decidono che sarebbe interessante e divertente provare a fare l’ amore. Quantomeno sarebbe un’ esperienza nuova per ognuno di loro. Giulia prende già la pillola anticoncezionale ma Marco usa il preservativo per ulteriore sicurezza. L’ esperienza appaga entrambi ma decidono di non ripeterla conservando un buon ricordo di quella notte che li fa sentire più uniti e vicini.
Ritenete accettabile che due adulti consenzienti, per combinazione fratello e sorella, facciano l’ amore?
Se siete come la maggior parte delle persone che ha collaborato all’ esperimento risponderete “no”. Ma come giustifichereste questo giudizio? Molti ricorrono all’ argomento per cui il sesso incestuoso conduce a anomalie nella prole. Ma quando faccio osservare che tutte le precauzioni per evitare un simile esito sono state prese nessuno dice: “Oh, bè, allora va bene”. Cominciano a cercare altri argomenti, del tipo: “danneggerà la loro relazione”. Quando rispondo che in questo caso il sesso ha rafforzato la relazione, prendono a grattarsi la testa, alzare il sopracciglio e dire: “lo so che è sbagliato, solo che faccio fatica a spiegare perché”.
Nei miei studi ho rilevato che il giudizio morale è un po’ come il giudizio estetico. Quando guardate un quadro di solito sapete all’ istante se vi piace o no, ma se qualcuno vi chiede di giustificare il giudizio, farfugliate qualcosa senza costrutto. Il neurologo Gazzaniga ha riscontrato che esiste un’ intera regione del nostro cervello deputata a “inventare ragioni” a posteriori.
… quando respingete le argomentazioni di una persona, di solito questa finisce per concordare con voi? Naturalmente no. Per il semplice fatto che la “ragione” che avete confutato non era la causa della sua posizione: era stata inventata a giudizio già preso…
Jonathan Haidt: Felicità. Un’ ipotesi.
Su Anna e Marco direi che se non esistono delle “ragioni” esistono pur sempre delle “tradizioni”.
Uniformarsi a una tradizione senza sapere perché è irrazionale?
Per rispondere bisogna pesare almeno due elementi: 1. non siamo onniscienti e le tradizioni, lungi dall’ essere casuali, sintetizzano la sapienza di molte persone; 2. una tradizione ben consolidata, a prescindere da tutto il resto, ha comunque valore in quanto “punto di riferimento”.