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sabato 2 novembre 2019

COMPETERE SENZA SPIRITO COMPETITIVO

COMPETERE SENZA SPIRITO COMPETITIVO
L'articolo si concentra sui nostri "nemici invisibili". La rivoluzione digitale li ha moltiplicati. Ecco i temi che approfondisce:
1) Tenzone amorosa - Amore fa rima con batticuore. Quando corteggi l'amata, l'ansia di prevalere sull'odiato rivale ti pervade e raddoppia il tuo sforzo. Oggi, con siti come Match.com, le cose sono cambiate, i tuoi "rivali" sono dei fantasmi virtuali: li temi ma non li conosci, fantastichi su di loro ma non puoi odiarli perché non hanno volto.
2) Senza faccia - Chi minaccia il tuo salario viene dall'india e chi mette in pericolo il tuo posto di lavoro viene dalla Cina. Oggi il tuo nemico non si fa vivo, ma domani potrebbe materializzarsi dal nulla, lo saprai all'ultimo istante, non puoi combatterlo ora, nessuno ti ha sfidato ufficialmente, non puoi prendere contromisure. Il tuo competitore è invisibile.
3) Lo Sconosciuto - Su Guru.com puoi assumere sconosciuti da tutto il mondo per disegnare i tuoi circuiti elettronici o per comporre i jingles della tua pubblicità. Tutti competono con tutti e nessuno conosce nessuno.
4) Percepire - la competizione non è mai stata così feroce e al contempo così impercettibile.
5) Ansia - L'invisibilità del nemico fa crescere l'ansia. Non esiste guerra stressante come la guerriglia, quella in cui sai che potresti essere colpito senza preavviso. Il terrorismo internazionale porta l'occidente vicino al panico facendo danni irrilevanti. La nostra mente cerca l'ordine, sempre. E la sua frustrazione è enorme in casi del genere.
6) Competizioni rassicuranti - In tutto questo contesto l'amore per la competizione cresce: talent, sport organizzato per i figli, sport alla tv... Come mai? Ricordo che i primi talent venivano condannati perché "portatori di una mentalità competitiva". Oggi, tutto sdoganato. Cosa c'è sotto? Probabilmente dobbiamo esorcizzare la paura per la competizione che temiamo veramente: quella invisibile. Il testa a testa ora ci rassicura, riempie un vuoto.
7) Globalizzazione - L'ansia per la competizione invisibile ha instillato l'avversione per il commercio internazionale. Il no-global marxista lo avversa perché portatore di competizione, la classe media perché portatore di competizione invisibile.
8) Evoluzionismo - Ci siamo evoluti in piccoli gruppi, la competizione comportava un faccia a faccia, la nostra biologia emotiva è tarata per simili contesti: quando il nostro rivale fa una mossa, l'adrenalina sale e rispondiamo. Nella nuova anonima arena la programmazione adrenalinica di una volta perde di senso: ci ritroviamo sconfitti senza nemmeno aver combattuto.
9) Chi ci guadagna? - 1) I pianificatori. Loro non hanno bisogno di sentire il fiato sul collo per darsi da fare. E' gente che lavora bene da sola o in gruppi ristretti (un esempio: Bill Gates). Spesso non hanno nemmeno una "mentalità competitiva" in senso tradizionale. 2) I Precoci. Sanno fare la prima mossa e raccolgono i frutti di essere arrivati in anticipo su certe idee. 3) I Nervosi. In pubblico sclerano facilmente ma ora che possono agire appartati danno il meglio. molte blogstar sono persone timide e anche un po' imbranate se giudicate in pubblico. 4) gli Immaginifici. Concepiscono nuove idee senza disporre di grandi risorse (marketing, design...). Prima di google chi avrebbe pensato che la ricerca su web sarebbe stata una miniera d'oro? TouTube e Facebook non utilizzano nuove risorse, si limitano a presentarle in modo originale a persone che mettono in connessione. Chi punta invece sulla compressione dei costi oggi non va' lontano.
10) Che fare? - Indietro non si torna. Prendiamo il buono: cio' che rende la competizione invisibile, rende invisibile anche la cooperazione. Là fuori c'è una miriade di potenziali alleati che ci aspetta: in alto i cuori! Esempio: Facebook porta a casa mia molti potenziali amanti di mia moglie (😟) ma anche una miriade di potenziali amici per me (😁)! Impariamo a convivere con le nostre paure e a sfruttare i nuovi giacimenti.

WILSONQUARTERLY.COM
In our globalized economy, competitors can suddenly appear out of nowhere — if we can see them at all. The new environment spells trouble for some people, opportunity for others.

martedì 2 luglio 2019

F i problemi di internet

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/07/how-to-pro-actively-address-our-internet-problems.html

La scuola insegna cose ai ns ragazxi, vero?

Internet rovina i ns ragazxi, vero?

Perchè la scuola non insegna ai nostri ragazzi come usare internet?
You8 minutes ago
Perchè c'è così poca fiducia nell'educazione quando per tutto il resto c'è una fiducia sconfinata nell'educazione?

martedì 2 aprile 2019

IL SEGRETO DI SALVINI

IL SEGRETO DI SALVINI
Avete presente la distinzione tra informazione e cultura?
Internet ci offre la capacità tecnologica di trasmettere informazioni senza soluzione di continuità a qualsiasi distanza.
La cultura proviene invece sia da fonti vicine che lontane, ma l’importanza delle interazioni faccia a faccia significa che una grande parte della cultura è intrinsecamente locale.

L’ascesa di Matteo Salvini forse si deve al fatto che si muove bene in entrambi i mondi, vale a dire che si pone come ruspante con atteggiamenti idiomatici da arci-italiano, e inoltre è brillante nei suoi usi politici di Twitter.

martedì 26 febbraio 2019

COSA NON VA CON FACEBOOK?

COSA NON VA CON FACEBOOK?
E’ che ti rende felice ma mai soddisfatto.
La felicità deriva da un piacere, la soddisfazione dal fatto di costruire un ricordo, un senso. Le due cose, a volte, divergono drammaticamente.
Facebook ti fa cogliere l’attimo senza che poi resti nulla. La vita online non ci fa più capire bene la nostra vita, per alcuni non è un grande inconveniente ma per altri sì.

Due antidoti: 1) fare figli e 2) viaggiare.

https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/02/what-is-the-real-problem-with-social-media-and-how-should-we-respond.html

giovedì 11 gennaio 2018

3. Internet cambierà tutto?

Difficile misurare la produttività di internet.

Molti dilettanti in giro. In fondo anche Mark Zuckerberg è un dilettante. In questo c'è un collegamento con la vecchia di rivoluzione industriale.

Buona per curiosi annoiati. Meno per i lavoratori.

Avete notato che tutto è gratis. Ciò significa che si guadagna poco.

Produzione mentale. Un Tweet ha un valore mentale. Ci si arricchisce livello di gioia, emozioni, suspans. Dimensione mentale non materiale.

Dobbiamo essere ottimisti quando parliamo di felicità e pessimisti quando parliamo di fatturato. L'innovazione non è cessata ma ha preso nuove forme.

Ci sono anche i canali tradizionali di ricavo come per esempio la pubblicità la vendita dei libri di Amazon il riciclo di beni di ebay.

La qualità pubblicitaria è migliore poiché mirata.

Non ci condiziona moltissimo e ci sfrutta economicamente pochissimo.

I benefici di Internet sono distribuite in base alle nostre capacità cognitive. Internet di un bene pubblico ma non tutti possono valorizzarlo.

Navigare sul web diminuisce pil. Molti lavoratori perdono. Così.

I tradizionali settori dell'economia ad alto valore aggiunto stanno subendo un declino.

Non genera molto lavoro. Almeno in confronto alle precedenti rivoluzioni tecnologiche.

Posto di lavoro su internet è gratuito il lavoro è fatto degli utenti.

Tutti Sanno cos'è Twitter ma pochi lo usano.

Livelli occupazionali. Google 20000
Facebook 1700. / 2400. Twitter 300

Molto lavoro è svolto della le macchine e non  da essere umani.

Una delle ragioni per la jobless recovery

Sul mercato del lavoro si realizza uno spiazzamento delle competenze.

Sintesi: più divertimento, meno fatturato. Lavori meno pagati ma più interessanti

Fuga dal materialismo.

La decrescita felice l'ha realizzata il web: più divertimento, meno fatturato e fuga dal materialismo.

Livelli occupazionali dei colossi di internet:

Google 20.000

Facebook 1700

EBay 16400

Twitter 300.

Chiamali colossi !!

Più che altro lavorano le macchine e  - gratis - gli  utenti.

giovedì 23 novembre 2017

Net-net

Net-net

E se vi proponessero un canone internet differenziato in funzione dell’ accesso a Facebook e Twitter, voi come la prendereste?
Molti (Facebook e Twitter compresi) la prenderebbero male.
Talmente male da aver costituito un movimento per il diritto all’accesso parificato universale.
Costoro immaginano un futuro distopico dove poche corporation controllano (i cavi e) il nostro pensiero indirizzandoci dove desiderano.
Internet viene considerata neutrale (net-net) se concessa priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi in modo che tutti possano andare ovunque pagando più o meno lo stesso canone.
Mentre il mercato sembra premere per superare net-net, c’è chi difende il diritto alla “libertà di accesso parificato”.
Poiché la banda larga è una risorsa limitata ci si chiede se sia meglio razionarla tramite la quantità (net-net) o i prezzi (no net-net). La questione è aperta.
Le voci di protesta si levano alte, ma i soldi? I soldi cosa dicono?
Sembrano non protestare: più volte le corti americane si sono pronunciate su net-net e la borsa  non ha reagito. Sembra disinteressata.
Walt Disney, Time Warner, Netflix, CBS e altre compagnie potenzialmente penalizzate dalla fine di net-net hanno fatto meglio dello S&P 500 proprio nel periodo più critico per l’aureo principio giuridico.
Barack Obama tiene un infuocato discorso in cui assimila enfaticamente net-net alla libertà di espressione? Le azioni di Netflix, Facebook e altri nuovi media scendono. Tutto il contrario di cio’ che si aspetterebbe, poiché queste compagnie sono le più ricattabili dai canoni differenziati.
Uno dice: ma i prezzi delle azioni tengono conto di molti fattori.
Appunto! La fine di net-net è solo uno dei tanti fattori, non enfatizziamolo troppo assimilandolo alla libertà di espressione.
Quando Trump promette di tagliare le tasse il valore delle azioni schizza. Voglio dire: se la novità è seria la cosa si vede immediatamente.
Amazon si unisce ai corifei di net-net ma poi propone ai suoi clienti Twitch.tv, una piattaforma per giochi, video, musica e sport che è tutt’altro che neutra ma prevede accessi differenziati. E il bello è che dice che funziona benone e che i clienti sono contentoni!
No-net-net già esiste, poi: chi ha un Kindle lo sa: il device è predisposto con una rete limitata. La cosa non sembra oltraggiosa.
I proprietari dei cavi forse sfrutteranno maggiormente il loro monopolio ma 1) c’è sempre la legge antitrust e 2) non vogliono certo avere clienti scontenti.
Per massimizzare il suo profitto il monopolista deve pur sempre vendere. La qualità del prodotto, poi, non si deteriora nei mercati più concentrati, l’evidenza sembra solida. E anche l’aneddotica: non è che de Beers venda paccottiglia ad alto prezzo solo perché monopolista.
Il fatto che gli slot sui cavi vadano all’asta non significa poi che i piccoli verranno tagliati fuori: quando qualcosa del genere è successa con l’ FM è sparita la frantumaglia ma molti piccoli sono stati avvantaggiati assumendo dimensioni più rispettabili. Spesso i piccoli soffrono di più in condizioni neutrali quando i grandi investono in modo spropositato sul brand e lo fanno valere a tutto campo.
L’antitrust non funziona? E perché dovrebbe funzionare meglio il regolatore per la neutralità visto che ha un compito ancora più delicato?
In queste condizioni è più saggio rinunciare ad astratti principi e lasciar fluire le cose per poi intervenire (con l’antitrust) laddove si creano problemi avvertiti in modo concreto dal consumatore.
Altra cosa: no-net avvantaggia le aziende più solide mentre net-net incentiva la polverizzazione. Vi piacciono i lavori stabili e gli stipendi decenti? Forse non vi conviene allora scendere in piazza per la neutralità. E’  voi progressisti che sto parlando!
Ma soprattutto: laddove la scelta viene demandata al consumatore la non-neutralità prevale.
Il consumatore preferisce vivere in un mondo non neutrale come Facebook. Preferisce i percorsi guidati delle App alla rete spoglia, selvaggia… e neutrale.
Le persone vogliono la non-neutralità e in un modo o nell’altro finiscono per introdurla nel mondo della rete. E’ paradossale che il divieto valga allora solo per pochi.
l’aspetto etico? Non vedo nulla di immorale nella scelta di un consumatore che compra solo 1/3 della rete.
La non neutralità avvantaggerebbe poi i servizi occasionali: video conferenze, chirurgia a distanza, VOIP, realtà virtuale e altre applicazioni ad alto consumo occasionale.
La battaglia per la neutralità ha un senso ma taglia molte possibilità commerciali che spesso avvantaggiano l’utenza arricchendo l’offerta. La neutralità non è affatto neutrale, non lasciamoci abbindolare dai termini. Il trattamento differenziato è odioso solo finché non ci accorgiamo che siamo differenti dagli altri.
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