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mercoledì 28 aprile 2010

Dove scoccare la freccia

"... molto meglio per il liberale non fissarsi nell' opposizione ad ogni redistribuzione che garantisca un "minimo" sociale; se ha davvero a cuore la sua causa, che si dedichi piuttosto a monitorare lo sfondamento dei quel "minimo", visto che prima o poi verrà travolto nell' indifferenza generale. Nulla di più facile che snocciolare esempi: se una legge impone al distributore di servizi telefonici di garantire ovunque una copertura minima, ecco che all' introduzione di nuove e più avanzate tecnologie in quel settore costui presto sarà tenuto a consentirne ovunque l' accesso, cosicchè una diminuzione nei costi produttivi non si traduce mai, guardacaso, in una diminuzione dei sussidi impliciti. Persino inutile a questo proposito avanzare il caso preclaro della Sanità, settore dove presto anche la cura più avanzata deve essere universalizzata..."

Richard Epstein - Priciples for a free society, p.221.

Ottimo punto che fa il paio con l' altro. Ed ecco allora fissata l' agenda liberale.

La Santa Alleanza

"Concentrarsi sulle differenze tra diritto naturale e utilitarismo tende ad oscurare le forti relazioni tra le due scuole. Il punto chiave è che, mentre esiste una differenza metodologica, è evidente per contro uno stretto collegamento degli esiti. Entrambe le visioni danno un ruolo centrale alla proprietà, entrambe si preoccuopano dell' aggressione fisica e della frode. E' una sfida intellettuale di prim' ordine rintracciare sostanziali differenze tra Loche e Hume, tra Bentham e Blackstone, perlomeno se poi confrontiamo questi autori con l' impostazione marxista o socialista o comunitaria o femminista o positivista.

Non penso che questo stretto legame sia una mera coincidenza. Piuttosto si fonda su una non riconosciuta convergenza che rischia di passare inosservata forse perchè molti esponenti coinvolti sui due fronti impegnano gran parte del tempo a farsi una poco interessante guerra filosofica. Ma se andiamo all' origine le affinità erano già patenti ascoltando la voce dei padri del diritto naturale, molti dei quali erano fieri di far notare il benessere sociale che comportava l' applicazione di alcune regole di fondo. Per questi pensatori solo la volontà divina poteva dare forza di legge ad un comando, ma era la "manifesta utilità" di quel comando che certificava la saggezza divina e l' autentica origine della regola. Anche se nei tempi moderni si è più sospettosi sull' origine divina, il rifiuto di un simile fondamento non comporta il rifiuto di un simile approccio e di simili regole; si dirà piuttosto che l' "utilità" passa dall' essere un segnale della presenza divina all' essere un criterio autosufficiente per giudicare particolari regole".


Richard Epstein - Priciples for a free society, p.58

Dopo premesse di tal fatta, Epstein si dedica allo smantellamento sistematico di cio' che resta del "positivismo giuridico". Come bersaglio di riferimento sceglie Hart e il suo tentativo di rianimare il cadavere eccellente.