Visualizzazione post con etichetta economia ignoranza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta economia ignoranza. Mostra tutti i post

lunedì 3 settembre 2018

SUPERSTIZIONI POPOLARI IN ECONOMIA

SUPERSTIZIONI POPOLARI IN ECONOMIA
Esempi.
1) Se qualcuno ci guadagna, qualcun altro perde.
2) Gli immigrati ci rubano il lavoro… e abusano del welfare.
4) Il welfare è doveroso… e incoraggia gli scrocconi.
5) Il mercato disgrega il tessuto sociale.
6) Il profitto personale è una minaccia per il benessere di tutti.
7) Il lavoro è la fonte del valore.
8) Regolare i prezzi è facile.
9)...
Perché l’uomo della strada crede puntualmente a cose del genere? Ignoranza? Bias? Interesse? Qui una teoria alternativa.
PASCALBOYER.NET
 

Teoria: il nostro passato ci fa ragionare d'istinto in termini di comunità ristretta, un luogo dove lo straniero è traditore e il commercio affidabile solo se tenuto sempre con le stesse onorabili persone. Lo straniero e l'anonimia diventano sinonimo di tradimento, disgregazione sociale e prevaricazione

venerdì 15 giugno 2018

Populismo, Complottismo & Esoterismo saggio

Populismo, Complottismo & Esoterismo

Uno spettro si aggira per l’occidente: lo spettro del populismo. Per relazionarsi con lui in modo adeguato occorre conoscerlo, e magari di capire perché così spesso si accompagna a un fratellino all’apparenza tanto stravagante come il “complottismo”.
Il secchione voglioso di documentarsi a questo punto andrebbe in biblioteca (esistono ancora?) armato di una lista di libri e comincerebbe a compulsarli avidamente. Il furbetto indugerebbe: che noia la storia, chissà perché i libri degli storici sono sempre alti il doppio degli altri. Eppure, se vogliamo davvero imparare l’origine del populismo ci tocca leggerli, si tratta pur sempre di un fenomeno che quei logorroici studiosi sviscerano con destrezza. A prima vista non si puo’ che partire da lì. O no?
Forse no. Forse esistono delle scorciatoie“analitiche” che potrebbero risparmiarci la faticaccia e fornirci un attendibile ritrattino del “populista/complottista” tipo. Qui ne propongo una.
***
Qual è la capitale della Francia?
Parigi.
Bravo.
A quanto pare, almeno in geografia, esiste una conoscenza oggettiva – minimale ma oggettiva – che ci consente di distinguere “chi sa” da “chi non sa”. Tuttavia, la disciplina non è così arida come sembra, anche qui l’approfondimento origina su vari temi diatribe e  ipotesi speculative che si possono più o meno condividere, cio’ non significa che sia lecito mettere in dubbio l’oggettività di un sapere di base.
A quanto dista la terra dal sole?
Circa centocinquantamilioni di chilometri.
Bravino, ci sei quasi. Anche qui, con una cinquantina di domandine ben poste, possiamo formare diversi gruppi di persone sulla base della conoscenza oggettiva che hanno in materia di cosmo, anche se poi ci si divide su altro e ciascuno di questi soggetti elabora la sua congettura preferita sui primi istanti dell’universo.
A dir la verità, in tutte le materie, anche quelle più sfuggenti, è possibile fare un’operazione del genereisolando una conoscenza oggettiva da una conoscenza più speculativa e difficilmente misurabile. Qualche esempio di domandina basica indirettamente legata ai temi che infervorano il dibattito politico: il Pil nominale italiano degli ultimi 5 anni è stato superiore o inferiore all’ X%? Il memorandum d’intesa con la Libia è stato firmato dal governo X o dal governo Y? Il contributo dell’Italia all’ UE è superiore a X euro l’anno? La spesa per alunno nelle scuole secondarie italiane supera gli Z euro? L’inflazione degli ultimi 10 anni in Italia è stata inferiore al W%? In quale decennio la spesa pubblica italiana rispetto al PIL è scresciuta di più?: Settanta, Ottanta, Novanta o Zero? E in valore assoluto? E il debito? La missione italiana in Somalia comprendeva più o meno Tot unita? Quanti immigrati regolari ospitava il nostro paese nel 2015? Più o meno di Tot? Qual è la fertilità media in Italia nel 2010? Supera il tasso T? E in Svezia? e negli USA?… Termino qui l’elenco potenzialmente infinito perché penso che l’idea di conoscenza oggettiva sia ora sufficientemente chiaro.
Imbroccare alcune risposte è questione di fortuna, tuttavia, per la legge dei grandi numeri, se le domande cominciano a essere numerose, per ogni materia possiamo isolare i “conoscitori oggettivi” dagli “ignoranti oggettivi”.
In ogni area in cui il governo politico è chiamato ad operare (economia, ordine pubblico, relazioni internazionali…)  esiste quindi una conoscenza oggettiva verificabile sul campo che ci consente di formare almeno 3 gruppi omogenei: chi sa, chi sa poco e chi non sa praticamente nulla. ChiamiamoliG1, G2 e G3.
Quando dall’oggettività si passa poi alle preferenze soggettive scopriamo con sorpresa esistere una robusta correlazione tra il favore accordato ad alcune politiche specifiche e i tre gruppi. Non solo i gruppi sono uniformi a livello di conoscenza oggettiva ma anche a livello di preferenze di policy specifiche. Ogni gruppo caldeggia cioè certe soluzioni a certi problemi.
Mi permetto qualche esempio solo per far capire cio’ di cui parlo: chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva in tema di politica estera è nel complesso più “interventista”, chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva sui temi della società civile è più progressista, chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva del mondo economico è più liberista. Cio’ non esclude il fatto che molti progressisti, liberisti e interventisti siano dei crassi ignoranti vogliosi solo di affiliarsi e farsi vedere in compagnia di chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva, oppure che siano solo dei conformisti che pendolano ora di qua ora di là a seconda di come tira il vento. Questo indebolisce l’ipotesi ma non la invalida.
Veniamo alla mia proposta: propongo di chiamare “populiste” quell’insieme di politiche associate di solito con G3. L’espediente empirico ci consentirebbe di eludere la pesantezza dell’indagine storica giungendo, alla fine, alle medesime conclusioni di fatto. Una serie di studiosi sono arrivati a questa conclusione: Larry Bartel, Philip Converse, Jeffrey Friedman, Bryan Caplan.
Anche se identificare il populismo come “politica degli ignoranti oggettivi” getta un’ombra su quella ricetta, non la squalifica a priori: conoscenza oggettiva e conoscenza intuitiva non sono la stessa roba e spesso quando si passa dalla descrizione all’azione l’intuito pesa più della conoscenza misurabile. Puo’ darsi infatti che l’ “oggettivamente ignorante” abbia poi buone intuizioni nella pratica, così come puo’ darsi che chi non abbia una chiara idea di quanto la terra disti dal sole elabori poi, almeno a livello intuitivo, una visione cosmologica assai più interessante rispetto a quella del pedante scolaretto che ha letto tutti i libri. Quante volte chi si è impegnato tanto a studiare i dati di base poi non riesce nemmeno a vedere che “il Re è nudo”.
Io – che sono un élitista – personalmente non lo penso, ma puo’ darsi
Ora che abbiamo definito il complottismo cerchiamo di capire perché alla demagogia si associa così spesso il complottismo. Anticipo la mia risposta: perché lo confonde con l’esoterismo. Ma procediamo con calma.
Qualcuno potrebbe far notare che il nostro cervello ama le storie. Cosa significa? Che abbiamo delle inclinazioni naturali per cui capiamo meglio le cose se vengono spiegate introducendo nel resoconto l’ “intenzione” anche quando non c’è. Per esempio, ad un bambino conviene dapprima spiegare il tramonto dicendo che il solo “vuole” scendere dall’apice del cielo e nascondersi dietro l’orizzonte. L’arida descrizione dello stato delle cose non attrae il nostro interesse, noi cerchiamo il “dramma” più che il meccanicismo: tendiamo a disinteressarci degli effetti collaterali e a concentrarci su cio’ che è “voluto”. Se i migranti ci assillano ai confini la cosa non puo’ essere la risultante casuale di una serie di forze irrelate che agiscono contemporaneamente nel medesimo campo, ci deve essere “qualcuno” che desidera proprio quell’assedio e trama per realizzarlo.
Ma torniamo ai tre gruppi G1, G2 e G3, ho assunto che il populista tipo sia oggettivamente ignorante ma non che sia uno stupido, probabilmente nutre dei sospetti che non sono campati in aria. In particolare ne ha 4:
1. sospetta di collocarsi in G3,
2. sospetta che chi si colloca in G1 sa che lui si colloca in G3,
3. sospetta che chi si colloca in G1 sia un élitista e ritenga pericolose le preferenze politiche di chi si colloca in G3 poiché sono le classiche preferenze dell’ oggettivamente ignorante,
4. sospetta che chi è in G1 non voglia mai dire esplicitamente che le politiche favorite da G3 siano pericolose in quanto frutto dell’ignoranza oggettiva.
I sospetti del populista sono fondati, l’ élite (che si colloca in G1) cerca sempre di limitare, per esempio,  la scelta democratica al fine di limitare i danni dell’ignoranza, d’altro canto la cosa non puo’ essere detta esplicitamente perché una larga parte dei cittadini si risentirebbe e la situazione precipiterebbe.
Questo “fare senza dire” in passato si chiamava “esoterismo, una pratica politica da sempre presente nella storia che l’illuminismo ha ripudiato ma solo a parole.
 Esoterismo, non complottismo. Il complottista intraprende un’azione nascosta per favorire la sua parte e danneggiare quella altrui, l’esoterista intraprende un’azione nascosta che – solo se rimane occulta – avvantaggerà alla fine tutti. L’azione esoterica ha successo solo se la si compie negandola. 
Tuttavia, questi silenzi abbinati al tentativo di limitare la democrazia  fanno nascere nel populista un sospetto complottista, specie se i buoni frutti tardano ad arrivare. In realtà non c’è alcun complotto, solo un sano esoterismo che cessa però di essere “sano” una volta che, non andando a buon fine, viene subodorato e denunciato come complotto.
 Risultati immagini per arte populismo

martedì 24 aprile 2018

CONOSCERE PER DELIBERARE COME PROGRAMMA POLITICO

Per molti bisogna “conoscere per deliberare” ma l’insistenza su questo punto è anche un programma politico visto che “conoscere” (*) cambia le nostre credenze. Esempio:
1. POLITICA ESTERA: chi conosce è più interventista, più colomba e meno falco, più incline a valorizzare le organizzazioni internazionali…
2. SOCIETA’: chi conosce diventa progressista, pro-choice, per i matrimoni gay, contro i crocifissi e le preghiere nelle scuole…
3. ECONOMIA: chi conosce diventa conservatore, taglia la spesa, contiene il welfare, tiene in ordine i conti, decentra i poteri, appoggia politiche pro-market e pro-business…
(*) Faccio riferimento solo a conoscenze oggettive, o meglio, “conosce” chi risponde correttamente a domande del tipo: quanti membri ha il Senato? La Russia è membro dell’ OCSE? E della NATO? A quanto ammonta in termini percentuali sul PIL la spesa per la Difesa? E quella per gli aiuti internazionali? Le rapine sono aumentate o diminuite nel quinquennio 2010-2015? Eccetera.

AMAZON.COM
The greatest obstacle to sound economic policy is not entrenched special interests or rampant lobbying, but the popular misconceptions, irrational beliefs, and personal biases held by ordinary voters. This is economist Bryan Caplan's sobering assessment in this provocative and eye-opening book. C...

martedì 27 febbraio 2018

HL CHAPTER 2 IGNORANT, IRRATIONAL, MISINFORMED NATIONALISTS

CHAPTER 2 IGNORANT, IRRATIONAL, MISINFORMED NATIONALISTS
Note:2@@@@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 451
crosses the street
Note:L INCENTIVO A GUARDAR BENE

Yellow highlight | Location: 452
incentive to form beliefs in a rational
Yellow highlight | Location: 453
optical illusion.
Note:DUBBI CERVELLOTICI

Yellow highlight | Location: 454
conspiracy theory,
Note:COSA CI COSTA CRDERE AI COMPLOTTI?

Yellow highlight | Location: 454
chances that an individual’s vote will make any sort of difference
Note:UNO SA CHE IL SUO VOTO NN FARÀ MAI LA DIFDERENZA

Yellow highlight | Location: 456
A well-informed vote produces the same results as a badly informed,
Note:I VOTI NN SI PESANO

Yellow highlight | Location: 460
irrationality is punished.
Yellow highlight | Location: 461
knowledge and rationality do not pay,
Note:IN POLITICA

Yellow highlight | Location: 463
We fight unnecessary wars. We implement bad policies that perpetuate poverty. We overregulate drugs or underregulate carbon pollution.
Note:LISTA ERRORI

Yellow highlight | Location: 469
Ignorance and apathy
Note:HOBBIT

Yellow highlight | Location: 470
bias and zealotry
Note:HOOLIGANS

Yellow highlight | Location: 471
WHAT CITIZENS DON’T KNOW
Note:Ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 480
Philip Converse
Note:L ESPERTO IN IGNORANZA ELETTORALE

Yellow highlight | Location: 481
the mean is low and the variance is high.”
Note:DISTRIBUZIONE DELL INFO POLITICA

Yellow highlight | Location: 482
Somin,
Yellow highlight | Location: 484
35 percent of voters are “know-nothings.”
Note | Location: 485
SOMIN

Yellow highlight | Location: 486
Larry Bartels
Yellow highlight | Location: 487
one the best-documented features
Note:SE C È QUALCOSA CHE SAPPIAMO

Yellow highlight | Location: 488
Jeffrey Friedman
Yellow highlight | Location: 488
academic and journalistic
Note:IL TERMINE DI PARAGONE

Yellow highlight | Location: 489
John Ferejohn
Yellow highlight | Location: 490
the paucity of information most people possess about politics.”
Note:COSA VEDERE

Yellow highlight | Location: 493
congressional candidates in their district.
Note:SEGUONO ESEMPI DI IGNORANZA

Yellow highlight | Location: 494
which party controls Congress.
Yellow highlight | Location: 496
unaware that Congress had added a prescription drug benefit to Medicare,
Yellow highlight | Location: 499
Troubled Asset Relief Program was enacted under George W. Bush rather than Barack Obama.
Yellow highlight | Location: 502
how much money is spent on foreign aid,
Yellow highlight | Location: 504
In 1964, only a minority of citizens knew that the Soviet Union was not a member of the North Atlantic Treaty Organization.
Yellow highlight | Location: 508
not understand what the Cold War was about.
Yellow highlight | Location: 509
how much is spent on social security
Yellow highlight | Location: 513
slightly more than half of all Americans knew Al Gore was more liberal than Bush,
Yellow highlight | Location: 514
less than half knew that Gore was more supportive of abortion rights,
Yellow highlight | Location: 518
worse than a coin flip.
Note:SU QUESTIONI CHIAVE

Yellow highlight | Location: 520
voters generally know who the current president is, but they don’t know much more beyond that.
Note:NN DI PIÙ

Yellow highlight | Location: 521
nonvoters—adult
Note:I PIÙ IGNORANTI

Yellow highlight | Location: 529
the form of a multiple-choice test.
Note:I TEST DI IGNORANZA SOTTOSTIMANO L IGNORANZA

Yellow highlight | Location: 533
they usually don’t ask citizens to identify particulars or degrees.
Note:CONSIDERATA CONOSCENZA ANCHE QUELLA RELATIVA

Yellow highlight | Location: 534
how much more
Note:ORDINALI SUFFICIENTI

Yellow highlight | Location: 537
how much it had decreased.
Note:DEBITO

Yellow highlight | Location: 543
they ask easy questions.
Note:STUDI TROPPO FACILI

Yellow highlight | Location: 544
easily verifiable facts.
Note:OGGETTO

Yellow highlight | Location: 546
You could Google the answer to all these questions in a few minutes.
Note:EPPURE NESSUNO SA

Yellow highlight | Location: 547
easy questions is not enough to be well informed about politics.
Note:È LA BASE

Yellow highlight | Location: 550
To know whom to vote for, one needs to know more than what candidates stand for,
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 552
to assess whether the candidates’ preferred policies would tend to promote
Note:ANDARE OLTRE

Yellow highlight | Location: 553
Smith favors free trade, and Colbert favors protectionism.
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 555
Friedman and Wilson both want to reduce inner-city crime, but Friedman argues we should end the war on drugs, while Wilson says we need to double down.
Note | Location: 556
ALTRO ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 556
need to know about criminology, the economics and sociology of black markets,
Note:COSA OCCORRE SAPERE

Yellow highlight | Location: 557
significant social scientific knowledge.
Note:COSA MANCA

Yellow highlight | Location: 558
“What voters don’t know would fill a university library.”
Note:MOTTO

Yellow highlight | Location: 563
ideology Smith called “mercantilism.”
Note:ESEMPIO DI IGNORANZA ECONOMICA

Yellow highlight | Location: 564
the typical American voter more or less accepts mercantilism.
Note:ESITO DELLA BATTAGLIA DI SMITH

Yellow highlight | Location: 566
don’t know what the three branches of government are,
Note:ALTRO ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 572
Americans revere the Constitution, but they don’t know what it says.
Note:IGNORANZA COSTIT

Yellow highlight | Location: 575
They just need to know enough to throw the incumbent bastards out when the bastards are doing a bad job.”
Note:OBIEZIONE

Yellow highlight | Location: 577
requires a tremendous amount of social scientific knowledge.
Note:SAPERE INDIVIDUARE UN BAD JOB

Yellow highlight | Location: 581
how to attribute responsibility
Note:ES DI DIFFICOLTÀ DA SUPERARE

Yellow highlight | Location: 585
how stable political ignorance is.
Note:LA COSA PIÚ SORPRENDENTE

Yellow highlight | Location: 585
information is cheap
Note:OGGI

Yellow highlight | Location: 586
I use it to look at pictures of cats and argue with strangers.”
Note:LO STRUMENTO PER CONOSCERE TUTTO LO SCIBILE UMANO

Yellow highlight | Location: 588
better educated than ever before,
Note:OGGI

Yellow highlight | Location: 589
remain roughly as ignorant
Note:EPPURE

Yellow highlight | Location: 590
MOST VOTERS AREN’T STUPID; THEY JUST DON’T CARE
Note:Ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 592
Acquiring information has a cost.
Note:PERCHÈ GNORANTI? BASTA LA MICROECONOMIA

Yellow highlight | Location: 594
expected benefits of possessing that
Note:MINUSCOLI

Yellow highlight | Location: 595
rational ignorance.
Note:FENOMENO

Yellow highlight | Location: 607
A vote makes a difference
Note:EVENTO RARISSIMO

Yellow highlight | Location: 610
more likely to win Powerball
Note:DIAMOCI ALLE LOTTERIE

Yellow highlight | Location: 616
votes have almost zero expected value.
Note:VALORE

Yellow highlight | Location: 618
SOME CITIZENS KNOW MUCH MORE THAN OTHERS
Note:Tttttttttt

Yellow highlight | Location: 619
Ignorance is not uniform.
Yellow highlight | Location: 621
tremendous variance
Yellow highlight | Location: 622
Scott Althaus
Yellow highlight | Location: 624
15.6
Note:RISPOSTE ESATTO SU 18 DEI MGLIORI

Yellow highlight | Location: 624
2.5
Note:PEGGIORI

Yellow highlight | Location: 627
a multiple-choice exam
Note:DI COSA PARLIAMO

Yellow highlight | Location: 641
not evenly spread among all demographic groups.
Note:DEMOGRAFIA

Yellow highlight | Location: 642
having a college degree,
Note:GIOVA

Yellow highlight | Location: 643
the top half of income earners,
Note:GIOVA

Yellow highlight | Location: 647
thirty-five and fifty-four,
Note:ETÀ DEI PIÙ INFORMATI

Yellow highlight | Location: 647
black,
Note:DISINFORMATI

Yellow highlight | Location: 648
being female.
Note:DISINFORMAYE

Yellow highlight | Location: 650
INFORMATION CHANGES POLICY PREFERENCES
Note:Ttttttttttttt

Yellow highlight | Location: 653
Martin Gilens
Yellow highlight | Location: 655
invading Iraq in 2003.
Note:EVENTO TESTAT

Yellow highlight | Location: 656
torture, protectionism,
Note:ESEMPI DI POLITICHE APPOGGIATI DAGLI GNORANT

Yellow highlight | Location: 656
abortion rights
Yellow highlight | Location: 656
access to birth control.
Yellow highlight | Location: 656
less tolerant of homosexuals
Yellow highlight | Location: 662
favor overall less government intervention
Note:I PIÙ INFO

Yellow highlight | Location: 663
free trade
Yellow highlight | Location: 664
pro-choice.
Yellow highlight | Location: 664
offset the deficit and debt.
Yellow highlight | Location: 664
less punitive and harsh measures on crime,
Yellow highlight | Location: 665
less hawkish on military policy,
Yellow highlight | Location: 665
accepting of affirmative action.
Yellow highlight | Location: 666
less supportive of prayer in public schools.
Yellow highlight | Location: 667
less moralistic in law;
Yellow highlight | Location: 669
WHY ISN’T EVERYONE IGNORANT?
Note:Ttttttttt

Yellow highlight | Location: 672
why some people are so well informed.
Note:IL VERO MISTERO

Yellow highlight | Location: 677
Hearing more and forgetting less:
Note:PRIMA RAGIONE... LA SCUOLA

Yellow highlight | Location: 680
A belief in a moral duty to be informed:
Note:RAGIONE ICA

Yellow highlight | Location: 683
Belonging and social class:
Note:RAGIONE CONFORMISTA

Yellow highlight | Location: 693
Political geeks:
Note:MOMENTO LUDICO ESIBIZIONISTA

Yellow highlight | Location: 696
a nerd, a geek, an infovore.
Note:TIPI CHE ESISTONO

Yellow highlight | Location: 703
an incentive to believe whatever their peers and friends believe about politics.
Note:EFFETTO PECORA

Yellow highlight | Location: 705
POLITICAL IRRATIONALITY
Note:Ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 714
most citizens process political information in deeply biased, partisan, motivated ways
Note:UN FATTO ASSODATO DALLA PSICOLOGIA POLITICA

Yellow highlight | Location: 718
Milton Lodge and Charles Taber
Yellow highlight | Location: 721
Leonie Huddy, David Sears, and Jack Levy
Yellow highlight | Location: 724
human brain was designed more for winning arguments and forming coalitions than seeking truth.
Note:L INCONVENIENTE

Yellow highlight | Location: 725
Jonathan Haidt
Yellow highlight | Location: 727
Argumentative Theory
Note:SPERBER

Yellow highlight | Location: 732
reasoning can be epistemically dangerous.
Note:RAGIONARE È XICOLOSO

Yellow highlight | Location: 734
Psychologist Drew Westen
Yellow highlight | Location: 742
POLITICAL TRIBALISM
Note:Ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 743
“intergroup bias.”
Note:LEALTÀ

Yellow highlight | Location: 746
biased to forgive most transgressions from our own group
Note:SELFINDULGENT

Yellow highlight | Location: 748
Henry Tajfel
Yellow highlight | Location: 757
Geoffrey Cohen
Yellow highlight | Location: 767
people are trying to be faithful
Yellow highlight | Location: 770
some people are political fans.55 Sports fans enjoy rooting for a team.
Note:MOLTI HANNO UNA VERA PASSIONE

Yellow highlight | Location: 774
People tend to see themselves as being on team
Yellow highlight | Location: 778
almost all self-described independent voters are closet partisans;
Note:NO INDIP

Yellow highlight | Location: 780
Diana Mutz
Yellow highlight | Location: 780
political “fandom” is what motivates
Note:IL TIFO CI MOTIVA

Yellow highlight | Location: 785
“cross-cutting political exposure”—exposure to contrary points of view, or talking to people who disagree—strongly decreases the likelihood that a person will vote,
Note:ASCOLTARE CON ATTENZIONE TUTTI CI DEMOTIVA

Yellow highlight | Location: 790
consider how beliefs about certain political issues tend to be clustered together,
Note:IL TRIBALISMO CONNETTE ANCHE QUESTIONI DISTINTE

Yellow highlight | Location: 791
gun control, global warming,
Note:ES

Yellow highlight | Location: 792
minimum wage, gay marriage,
Yellow highlight | Location: 793
I can predict with a high degree of reliability what your stance
Note:SE CONOSCO UNA COSA CONOSCO ANCHE L ALTRA

Yellow highlight | Location: 794
The issues are logically unrelated.
Yellow highlight | Location: 795
pro-choice,
Yellow highlight | Location: 795
pro-gun
Yellow highlight | Location: 802
Democrats’ beliefs are all true,
Note | Location: 802
L OPINIONE DEI DEMOCRAT

Yellow highlight | Location: 804
why then would Republicans hold the opposite set
Note:RESTA UN DUBBIO

Yellow highlight | Location: 806
Republicans would tend to have randomly distributed
Note:SE VANNO ALLA CIECA

Yellow highlight | Location: 821
OTHER EXAMPLES OF COGNITIVE BIAS IN POLITICS
Note:Tttttt

Yellow highlight | Location: 822
Confirmation bias and disconfirmation bias: We tend to accept evidence that supports our preexisting
Note:CONFEEME

Yellow highlight | Location: 831
Dan Kahan
Yellow highlight | Location: 851
Availability bias:
Note:DISPONIBILITÀ

Yellow highlight | Location: 857
The problem here is that we are terrible at estimating probabilities.
Note:PROB

Yellow highlight | Location: 873
Affective contagion and prior attitude effect:
Note:ALTRO BIAS

Yellow highlight | Location: 880
Framing effects:
Note:BIAS

Yellow highlight | Location: 895
Peer pressure and authority:
Note:BIAS

Yellow highlight | Location: 916
WHY POLITICAL IRRATIONALITY IS RATIONAL
Note:Ttttttt

Yellow highlight | Location: 941
AT LEAST VOTERS MEAN WELL, SORT OF
Note:Ttttttt

Yellow highlight | Location: 942
They overwhelmingly conclude that voters do not vote selfishly.
Note:NO EGO

Yellow highlight | Location: 952
Voters generally want to promote the common good
BENE COMUNE

martedì 13 dicembre 2011

Peggio dell’ ignoranza diffusa c’ è solo l’ ignoranza concentrata

Jeffrey Friedman Wladimir Kraus - Engineering the financial crisis.

E’ a tutt’ oggi l’ unico libro che ho letto sulla crisi, le referenze erano talmente buone che mi sono sentito in dovere di farlo.

Purtroppo ha il difetto di presentarsi ideologicamente affine alla mia sensibilità, e quando alla lettura viene a mancare il corpo a corpo che si rinnova a ogni pagina, quando latita una vera “lotta”, il piacere rischia sempre di scemare.

Non mancano le scoperte.

only_childs

Le scoperte, quando sono veramente tali, sono 1. sorprendenti e 2. da sempre sotto i nostri occhi; nella loro provocante banalità risultano persino facili da comunicare.

Il libro è un ragionamento articolato intorno a una scoperta di questo tipo, eccola: le banche, puntando soprattutto su titoli a basso rendimento e riempiendosi la “pancia” di titoli di Stato e comunque a tripla A, hanno tenuto comportamenti particolarmente prudenti nell’ assemblare i loro portafogli pre-crisi. Oltretutto, non si sono nemmeno spinte vicino alle soglie di rischio che la legge consentiva loro di tenere.

Siccome non si puo’ essere contemporaneamente avidi e prudenti, la conclamata quanto spesso trascurata evidenza di fatto revoca in dubbio molte pseudo spiegazioni che andavano per la maggiore poiché confacente alla battaglia contro il Male.

1. Too Big to fail. Ovvero, poiché le perdite verranno “trasferite” grazie ai salvataggi governativi, si “mangi” finché si puo’. Ma in questo caso come spiegare tanta prudenza? Questo ci evita persino di far notare che il mercato non ha mai quotato le TBTF alla stregua di aziende garantite dallo Stato.

2. Bonus manager. Ovvero, taluni particolari compensi avrebbero imposto un orizzonte “a breve” e quindi “comportamenti avidi”. Ma gli orizzonti a breve e la prudenza non si conciliano. Questa considerazione ci evita la noiosa contabilità delle perdite perdite subite dai manager in seguito ai crack.

Ma ci sono altre spiegazioni che alla prova dei fatti non tengono.

3. Bassi tassi. Perché mai tassi bassi avrebbero causato una bolla immobiliare anziché una bolla, che ne so, nelle auto o negli alimentari?

4. “Case per tutti”. Se tutto si fosse limitato al fallimento di prestatori para-statali con obiettivi sensibili al “sociale” e più o meno dettati dalla politica (es. Fannie Mae e Freddie Mac), il disastro sarebbe stato contenuto.

5. La deregolamentazione dei derivati. I veri problemi hanno colpito duro soprattutto le banche commerciali, ovvero quelle più soggette a vigilanza. Inoltre, il fallimento di AIG, il maggior produttore di derivati, è da considerare irrilevante per la crisi mondiale.

6. Irrational exuberance. Con l’ “irrazionalità” non si spiega molto, meglio ricorrere al concetto di ignoranza. Infatti, in sé non c’ è niente di irrazionale nell’ uniformarsi a certi comportamenti trasmessi socialmente quando le informazioni sono scarse. Che la ragione si mescoli al sentimento quando si tratta di decisioni complesse, poi, è del tutto normale.

Se proprio vogliamo delle “spiegazioni” c’ è di meglio. Per esempio il corto circuito tra una serie di regole:

7. Basilea con i suoi coefficienti di capitalizzazione. Gli accordi di Basilea hanno di fatto costretto le banche commerciali a comprare titoli a tripla A. Da qui l’ abbuffata di titoli rivelatisi tossici.

8. Regola contabile del “market to market”. Ha costretto a contabilizzare i titoli in pancia a valore di mercato facendo apparire come insolventi banche soggette solo a crisi di liquidità.

9. Agenzie di Rating. Sì è data “forza di legge” al parere di agenzie che operano su un mercato protetto per legge.

10. Regolamentazione BCE. Di fatto non esiste una banca centrale che sia veramente tale e questo ha scatenato la denuncia (e le scommesse) degli speculatori contro l’ Europa.

11. Tabù dell’ inflazione. Ha impedito alle banche centrali di “targetizzare” stabilizzandolo il prodotto interno nominale.

Come si vede, rispetto al resoconto dei giornali, l’ enfasi si sposta dunque dall’ AVIDITA’ all’ IGNORANZA.

Conclusioni. Non esistono complotti, non esistono avidi egoisti. Esistono solo uomini – siano essi banchieri, tecnici o politici - che sbagliano e continueranno a sbagliare. Sbaglieremo ancora se non ne teniamo conto.

Siamo ad un umanissimo e normalissimo fallimento degli esperti, inconveniente spiacevole ma che fortunatamente colpisce duro solo chi si è fidato troppo degli esperti. Sempre un problema di “leva”, dunque. Ma non di “leva finanziaria”.

Questo libro, di fatto, è la miglior difesa del sistema capitalistico. Perché?

Lascio la parola agli autori pescando dal capitolo finale:

… perché è importante comprendere la cause della crisi finanziaria?… a noi non interessa concludere accusando tizio o caio, non vogliamo trascinare sul banco degli imputati i regolatori della finanza… nessuno puo’ essere accusato se commette errori in modo onesto… e nemmeno se è condizionato dalla propria ideologia… errori onesti e ideologia sono cose profondamente umane, direi che sono inerenti alla nostra natura… Piuttosto, è importante comprendere come il problema non stia tanto in un capitalismo sregolato quanto nell’ inevitabile “fallimento degli esperti” chiamati a regolare un sistema complesso come l’ economia finanziaria… La moderna democrazia, anziché arginare gli inconvenienti dei limiti cognitivi umani, sembra talvolta esaltarli… Beninteso, i limiti cognitivi degli operatori di mercato non sono meno marcati rispetto a quelli dei “tecnici regolatori” ma il mercato mette simultaneamente sul tappeto eterogenee interpretazioni del mondo in competizione tra loro… tutte fallibili, tutte viziate da ignoranza e tutte ideologiche… senonché molte di loro saranno sbagliate, molte altre lo saranno un po’ meno e molti errori potranno compensarsi tra loro… Una società ordinata dovrebbe sfruttare questa ricchezza riducendo i rischi diversificando il proprio “portafoglio ideologico” anziché concentrarli affidandosi mani e piedi a un’ unica “interpretazione”, quella dell’ esperto regolatore, un uomo non meno limitato degli altri quando si tratta di governare complessità gassose come quelle della finanza…

lunedì 12 dicembre 2011

Avidità & Ignoranza

Un fenomeno complesso puo’ essere compreso ricorrendo al “C’ era una volta”. Le narrazioni incantano e soprattutto consentono di sorvolare allegramente sulle incongruenze.
Altri preferiscono unire i puntini. Anche in questo caso la fantasia non soffre frustrazioni: ci sono infinite linee in grado di unire i medesimi puntini.
endara1-500x699
Personalmente prediligo il metodo del “great divide”.
Sentire “accusa” e “difesa” illumina persino un comprendonio lento quale è il mio. Mi rendo conto del rischio “curva sud”, ma riguarda per lo più i disinteressati e che si corre quando l’ opposizione non è ben posta.
Dunque, per penetrare un fenomeno complesso come quello della crisi finanziaria occorre innanzitutto un adeguato “great divide”:
… il nostro libro non è progettato unicamente per chi è interessato alle cause della crisi finanziaria, ma a cosa queste cause indicano circa il capitalismo e i governi…
… noi critichiamo la tendenza a sorvolare su un fenomeno sempre sminuito: l’ ignoranza umana per concentrarsi su un fenomeno sempre enfatizzato: il ruolo degli incentivi…
… se prendiamo in considerazione le cause della crisi rese comuni dalla vulgata, ci accorgiamo che hanno a che fare con una denuncia (a posteriori) di incentivi mal posti…
… l’ abbassamento degli standard nel concedere i mutui immobiliari, i bonus ai manager, il “too big to fail”, il tasso d’ interesse troppo basso… se ci fate case sono tutte spiegazioni che puntano tutto sulla distorsione degli incentivi: incentivi mal posti hanno messo in moto alcuni avidi “volponi” perfettamente consapevoli che ne hanno approfittato lasciando gli altri nei guai…
… parlare di “irrationality exuberance”, poi, è una rinuncia a comprendere… “irrazionale” in fondo è un modo per dire “inesplicabile”…
… per quanto ci riguarda la crisi è stata causata invece da un’ ignoranza diffusa un po’ ovunque, presso i banchieri come presso i regolatori del mercato…
… perché mai i banchieri avrebbero dovuto intraprendere azioni volte a distruggere le loro banche?… perché mai i regolatori avrebbero adottato scelte votate alla distruzione del sistema?… a queste domande non mancano delle risposte ma sono risposte populiste non sorrette da evidenza degna di questo nome…
… l’ ignoranza è presa in considerazione poco volentieri nel mondo accademico che invece ama concentrarsi sull’ incentivo… una caricatura non poi così deformante degli economisti, li vede come coloro che pensano a ogni evento come previsto e prevedibile dagli agenti economici… che hanno una comprensione adeguata del mondo… e quindi sono in grado di dominare le conseguenze ultime delle loro azioni…
Ecco allora il great divide che cercavamo, la dialettica da cui far partire ogni riflessione: ignoranza vs. avidità.
Ma la competizione tra i due fronti non è alla pari, questo perché:
… il politico delle moderne democrazie ha bisogno di teorie che rispondano retrospettivamente alla domanda: “cosa avrebbe potuto prevenire la crisi?”… ma gli studiosi dell’ economia dovrebbero essere chiamati a capire il passato e il presente anziché a predire il futuro… visto che lo stato futuro dei sistemi complessi è per sua essenza imprevedibile…
… il dibattito orientato al futuro incoraggia la razionalizzazione e l’ analisi prescrittivo in assenza di diagnosi… la moderna democrazia scoraggia l’ analisi delle cause che guidano un sistema sociale complesso… poiché il suo pensiero si arresta non appena la diagnosi a posteriori individua la regola o la legge che avrebbe impedito il disastro se adottata trascurando l’ essenziale, ovvero il fatto di quanto improbabile sia realizzare a priori cio’ che si realizza comodamente dopo adagiati in una lussuosa retrospettiva…
… “se solo i nostri predecessori avessero saputo quel che sappiamo noi!”… la politica sorvola proprio questo particolare e prende le sue decisioni ignara del fato che domani qualcuno è destinato a ripetere qualcosa del genere… meglio sarebbe pensare alla propria ricetta come a qualcosa che precede i problemi e non che li segue… cosa impossibile al politico contemporaneo… intrappolato nella tensione che lega inestricabilmente future-oriented policy e hindsight bias
… questa trappola ci induce a giudicare – retrospettivamente! - delle semplici persone che ignorano il futuro… come persone incentivate a tenere certe condotte… il semplice errore umano si trasforma ora in avidità, ora in complotto…
Wladimir Kraus Jeffrey Friedman – Engeneering the financial crisis