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venerdì 7 febbraio 2020

6+7. Principi «montagna», patrimoni e Costituzioni transitori+L'ANTI-FAI

L' ANTI-FAI
Vuole che siano le comunità locali a occuparsi del loro patrimonio storico-artistico, proprio per rispetto delle diversità di ciascuna comunità.
Se la prende con l'UNESCO: la vera diversità ci disturba. Vogliamo che la bellezza di un luogo, di una testimonianza o di un villaggio venga mediata dall’uniformità. Si pensi all’UNESCO, che designa i luoghi da preservare in quanto patrimonio dell’umanità. Che cosa fa? Assorbe le peculiarità locali e le standardizza secondo un modello unico. Tutti i luoghi UNESCO sono «uguali», comunicati allo stesso modo, gestiti allo stesso modo, sorvegliati e tutelati allo stesso modo.
Se la prende con il FAI: è un UNESCO in sedicesimo, ha preso l’abbazia di San Fruttuoso alle Cinque Terre in Liguria destinata alla rovina, l’ha restaurata in modo mirabile, come molti altri luoghi, dal Parco Villa Gregoriana a Tivoli al piccolo teatro storico di Vetriano. Ma chi gestisce "direttivamente" questi luoghi? Cioè chi decide progetti di valorizzazione, iniziative, eventi, che sono il sale affinché un luogo sconosciuto diventi luogo frequentato? Non li decidono le energie locali. Tutto è deciso e veicolato dal nazionale. Lo stile, la forma, la comunicazione, il fare FAI.
Vuole riscrivere l'art.9 della Costituzione modificandolo così: "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca e tutela il patrimonio storico-artistico". La connotazione nazionalistica è da rimuovere. Non deve esistere un patrimonio della Nazione, il patrimonio è di chi lo ama.
Anche l’articolo 117 va modificato togliendo la legislazione esclusiva allo Stato in materia di "beni culturali". La potestà legislativa sarà delle autorità locali.
Infine, occorre una profonda revisione del Trattato europeo attualmente vigente (Trattato di Lisbona, 2007, nell’esile articolo 167 dedicato all’argomento), che può essere radicalmente riscritto in questo modo: "L’Unione europea promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca. Permette alle comunità naturali, di qualunque ordine e grado, di autodisciplinarsi nella tutela e nella cura del patrimonio, situato entro i confini dell’Unione stessa".
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Per far rinascere la cultura e la ricerca in Italia occorre un cambiamento radicale che dia centralità alla persona e alle libere comunità che nascono nei territori. Nessun museo, biblioteca, archivio, festival o università deve essere preservato senza che siano gli individui e le ...


6. Principi «montagna», patrimoni e Costituzioni transitori
Note:6@@@@@@@@@@@@@@@Accettare la transitorietá della costituzione. Ridiamo alle comunitá il patrimonio. Chi ama si prenda cura.

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Sebbene io creda fortemente ai miei valori e li voglia condivisi, sono consapevole che saranno tramutati in altro o contraddetti.
Note:Oggi Aristotele nn sarebbe un aristotelico. Un padre costituente nn difenderebbe la costituzione

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Dunque tutto è rivedibile? Ci potremmo trovare con una comunità che legalizza lo stupro, un’altra che acconsente le mutilazioni genitali riservate a un sesso, un’altra aggregazione che invece si trova d’accordo nel discriminare i cinesi o un altro popolo? Ci potremmo trovare una coppia che decide liberamente di andare in strada con l’uomo che cammina e la donna che lo segue legata al guinzaglio? O un gruppo che si accoppia liberamente in pubblico? Oppure una famiglia che non vuole istruire il figlio?
Note:Per l autore domande secondarie.

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arriveremo all’idea che le Costituzioni, i patrimoni, le opere, i valori sono transitori per rispetto stesso delle diversità e delle libertà
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Bruciare i libri antichi di una biblioteca è oggi un reato. Pensare invece che sarà sempre un reato è un atto di prepotenza,
Note:La conservazione é sempre poksitiva?

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la grande lezione del femminismo non è il diritto all’uguaglianza, ma alla differenza.
Note:Un esempio

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Voglio che siano le comunità a occuparsi del loro patrimonio storico-artistico, proprio per rispetto delle diversità che ciascuna comunità, ciascuna libera insorgenza di persone mette in atto:
Note:Si torna alla tesi

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La vera diversità ci disturba. Vogliamo che la bellezza di un luogo, di una testimonianza o di un villaggio venga mediata dall’uniformità con cui ci viene posta. Si pensi all’UNESCO, che designa i luoghi da preservare in quanto patrimonio dell’umanità. Pensiamo ad associazioni o fondazioni storiche come il Fondo Ambiente Italiano. Che cosa fanno? Assorbono le peculiarità locali e le standardizzano secondo un modello unico:
Note:Unesco

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tutti i luoghi UNESCO sono «uguali», comunicati allo stesso modo, gestiti allo stesso modo, sorvegliati e tutelati allo stesso modo.
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il Fondo per l’Ambiente Italiano ha preso l’abbazia di San Fruttuoso alle Cinque Terre in Liguria destinata alla rovina, l’ha restaurata in modo mirabile, come molti altri luoghi, dal Parco Villa Gregoriana a Tivoli al piccolo teatro storico di Vetriano. Ma chi gestisce «direttivamente» questi luoghi? Cioè chi decide progetti di valorizzazione, iniziative, eventi, che sono il sale affinché un luogo sconosciuto diventi luogo frequentato? Non li decidono le energie locali. Tutto è deciso e veicolato dal nazionale. Lo stile, la forma, la comunicazione, il fare FAI. Tutto
Note:Il caso del FAI ######

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Dire infatti che del patrimonio storico e artistico se ne devono occupare solo gli storici dell’arte, è come dire che del mio corpo se ne possono occupare solo i medici dell’ospedale.
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Stiamo dicendo che se una comunità del Trentino volesse riapplicare la fustigazione sulla pubblica piazza per chi compie un adulterio, nessuno glielo dovrebbe impedire in nome delle autodeterminazioni dei gruppi e dei popoli?
Note:Il dubbio serpeggia

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7. Una proposta politica
Note:7@@@@@@@@ gli artioli da cambiare x decentrare

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l’articolo 9 sarebbe da modificare così come di seguito: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca e tutela il patrimonio storico-artistico». La connotazione nazionalistica è da rimuovere.
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l’articolo 117 va modificato togliendo la legislazione esclusiva allo Stato in materia di «beni culturali». La potestà legislativa sarà delle autorità locali.
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la profonda correzione del Trattato europeo attualmente vigente (Trattato di Lisbona, 2007, nell’esile articolo 167 dedicato all’argomento), che può essere radicalmente riscritto in questo modo: «L’Unione europea promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca. Permette alle comunità naturali, di qualunque ordine e grado, di autodisciplinarsi nella tutela e nella cura del patrimonio, situato entro i confini dell’Unione stessa».
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La modifica degli articoli 9 e 117 della Costituzione avrà come conseguenza la revisione netta e radicale del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio del 2004.
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L’abolizione delle soprintendenze sarà il passaggio concomitante.

lunedì 21 maggio 2018

TOGLIERE GLI AGGETTIVI POSSESSIVI

TOGLIERE GLI AGGETTIVI POSSESSIVI
Affermare che va tutelato il “patrimonio della Nazione” è come dire che va difesa la “memoria della Nazione”, oppure “l’identità della Nazione”. Non sarebbe meglio togliere dalla Costituzione gli aggettivi possessivi? Alessandro Manzoni ha scritto in italiano, ma non lo difende la Nazione: lo difende, lo anima, il desiderio di chi lo ama.
Per far rinascere la cultura e la ricerca in Italia occorre un cambiamento radicale che dia centralità alla persona e alle libere comunità che nascono nei territori. Nessun museo, biblioteca, archivio, festival o università deve essere preservato senza che…
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venerdì 4 novembre 2016

Di chi è la cultura? SAGGIO

L’articolo 9 della costituzione afferma che compito della Repubblica è tutelare il patrimonio storico-artistico.
Perchè mai bisogna farlo? Chi ci obbliga? Sono domande che si pone Luca Nannipieri nel saggio “Oltre la Costituzione”.
...Molti politici, soprintendenti, critici, studiosi, giornalisti, parlando o scrivendo, danno già per assodato che cosa sia il nostro patrimonio... Dicono: il duomo di Modena, Pompei, Paestum, un borgo di Siena, un affresco di Giotto, un manoscritto di Pascoli, e nominando o evocando quelle realtà, danno già per sottinteso che esse siano patrimonio e, di conseguenza, che debbano essere per necessità protette, tutelate, custodite, restaurate...
La domanda all'inizio suona strana. Dopo, invece, quando constatiamo che non si presentano facilmente risposte adeguate, suona molto piú sensata.
Le cose si complicano allorché realizziamo che non esiste un patrimonio fisso ma qualcosa sempre in divenire.
Senza un uomo presente qui ed ora non esistono né paesaggi, né arte, e l'uomo del qui ed ora è una realtà dalla potenza dinamica esplosiva. Proprio per questo l'art. 9 andrebbe riformato, per la sua concezione museale della cultura.
Insomma, non esiste né un patrimonio della nazione né un paesaggio della nazione, come invece afferma l’art.9: proprietario puo’ essere solo l’uomo, non un ente platonico astratto come la Nazione
...Sarebbe come se venisse promulgato un articolo per difendere la memoria della Nazione, oppure l’identità della Nazione, oppure il dolore della Nazione, o l’accoglienza della Nazione...
Alessandro Manzoni è patrimonio di chi lo ama e di chi lo legge, non della nazione. La cultura nasce dal desiderio del singolo, parte dal basso e può essere tutelata solo dal basso, ovvero dai suoi amanti.
Per capire meglio il concetto enunciato ripercorriamo un attimo la storia del libro, ovvero dello strumento principe per veicolare cultura. Chi lo ha fatto nascere? Chi lo ha curato e fatto prosperare?...
...La diffusione del libro, ad esempio, non è avvenuta per atto costituzionale, non è avvenuta per decisione di uno Stato, di una Nazione: è avvenuta da una compartecipazione di eventi, personalità, interessi, occasioni, nate senza una pianificazione dall’alto, senza una regolamentazione normativa atta a promuovere lo sviluppo, la diffusione e l’implementazione... Dopo che Gutenberg stampa il primo libro nel 1455, la diffusione della stampa inizia a circolare nei paesi. A Venezia, nei primi del Cinquecento, si sviluppa un’industria del libro a opera di tipografi e librai che stampano e diffondono quasi la metà di tutti i volumi pubblicati in Europa. Ma è con le invenzioni di Aldo Manuzio che la diffusione del libro prende piede. Infatti questo tipografo inventa i tascabili... da quel momento non si legge più solo per approfondire o pregare, seduti davanti a un leggio con il grosso volume davanti, ma si può leggere nei ritagli di tempo, negli spazi più diversi... il bibliofilo Magliabechi, morendo nel 1714 a Firenze, lasciò quasi 30.000 volumi alla cittadinanza, a disposizione di chiunque. Anzi, volle eredi della sua libreria «i poveri di Firenze»...
Non esiste un patrimonio culturale condiviso, non illudiamoci, siamo diversi, rassegniamoci e cogliamo in questo il portato positivo. Se visito la necropoli etrusca di Cerveteri non sono orgoglioso di essere italiano...
... la stessa vertiginosa commozione la provo di fronte ai templi egizi di Abu Simbel, la città maya di Tikal in Guatemala, il mausoleo di Taj Mahal in India, le città sepolte dei Romani sotto il Vesuvio, le migliaia di statue di terracotta messe a guardia della tomba dell’antico imperatore cinese a Xi’an...
Qui non agisce l'orgoglio nazionale ma qualcosa di più profondo che tocca la mia umanità.
Non puo' e non deve esistere condivisione sul patrimonio culturale, c’è invece diversità e scambio: siamo diversi e dobbiamo negoziare arricchendoci reciprocamente. Ma soprattutto nessuno di noi tollera di essere definito a priori in un codice delle belle arti.
Dobbiamo restaurare Leonardo o Raffaello? Prima di rispondere ricordiamoci che senza un uomo specifico e vivente che guarda la Gioconda, questa sublime opera d’arte vale una forchetta. Se la Gioconda ci è indifferente il suo valore si azzera.
Di chi è allora il patrimonio che la costituzione attribuisce alla nazione?...
... Il campo di concentramento di Auschwitz o di sterminio di Birkenau sono un bene della Polonia, della Nazione polacca? Sono un bene dell’Europa? Oppure, visto che vi sono stati sterminati milioni di ebrei, questi campi sono un patrimonio degli ebrei? Oppure, visto che vi sono stati uccisi migliaia di omosessuali, sono un patrimonio degli omosessuali? Sono un bene dell’umanità? Ma se un aborigeno non ha neppure avuto la nozione di Auschwitz, come si fa a parlare a suo nome?... Il Museo delle Antichità Egizie di Torino, nato seguendo la moda delle campagne depredatorie di Napoleone in Egitto, ovvero saccheggiando le opere degli egizi, è patrimonio della Nazione italiana? Oppure dell’Europa? E se l’Egitto volesse riappropriarsi delle antichità trafugate o requisite, così come la Grecia ha più volte richiesto al British Museum di Londra la riconsegna delle sculture strappate al Partenone...
Quando la “nazione” si interessa e rivendica un patrimonio che è uscito dai suoi confini statene pur certi che dietro ci sono secondi fini: turismo, prestigio, voglia di monetizzare…
Di chi è il patrimonio storico-artistico, quindi? No, non è di una fantomatica Nazione, è di chi lo desidera e dimostra di desiderarlo.
Il patrimonio esiste nel momento in cui c'è qualcuno che lo ama e dimostra il suo amore curandolo spontaneamente, è costui che ne diventa “proprietario”. Il patrimonio esiste nella misura in cui esiste una comunità che lo riconosce. Sono queste comunità la presenza da incoraggiare....
... non più «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», ma «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca e tutela il patrimonio storico e artistico»...
Sarebbe una riforma radicale: niente più Codice dei Beni Culturali, niente più Soprintendenze nominati dall’alto.
Basta con l’omogeneità: evviva la diversità, il bricolage, la differenziazione per ambiente. Solo accettando cio’ che per molti curatori equivale al “demonio” riusciremo ad ottenere che le persone si uniscano, in libertà e desiderio, attorno ai propri simboli.
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5. Superare la Costituzione - Libertà di cultura by Luca Nannipieri HL

5. Superare la CostituzioneRead more at location 1232
Note: T Edit
L’ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE afferma dunque che compito della Repubblica è tutelare il patrimonio storico-artistico.Read more at location 1232
perché bisogna farlo? Chi ci obbliga?Read more at location 1235
Molti politici, soprintendenti, critici, studiosi, giornalisti, parlando o scrivendo, danno già per assodato che cosa sia il nostro patrimonio,Read more at location 1235
Note: x Edit
Dicono: il duomo di Modena, Pompei, Paestum, un borgo di Siena, un affresco di Giotto, un manoscritto di Pascoli, e nominando o evocando quelle realtà, danno già per sottinteso che esse siano patrimonio e, di conseguenza, che debbano essere per necessità protette, tutelate, custodite, restaurate.Read more at location 1237
Note: c Edit
tutelare questo oggetto a discapito dell’altro,Read more at location 1242
non esistono il patrimonio, la cultura, la ricerca, ma esistono patrimoni sempre in divenire,Read more at location 1244
Proprio per questo, la Costituzione avrebbe necessità di una riformaRead more at location 1246
Non esiste un patrimonio della Nazione né un paesaggio della Nazione.Read more at location 1251
Sarebbe come se venisse promulgato un articolo per difendere la memoria della Nazione, oppure l’identità della Nazione, oppure il dolore della Nazione, o l’accoglienza della Nazione.Read more at location 1252
Note: x Edit
togliere la connotazione possessiva:Read more at location 1254
Alessandro Manzoni ha scritto in italiano, ma non lo difende la Nazione: lo difende, lo anima, il desiderio di chi lo ama.Read more at location 1261
Note: x Edit
La cultura è desiderio,Read more at location 1262
Giovanni Gentile è stato italiano,Read more at location 1263
Note: ... Edit
Le sue opere le tutelano i desideri di quanti lo amano,Read more at location 1264
La diffusione del libro, ad esempio, non è avvenuta per atto costituzionale, non è avvenuta per decisione di uno Stato, di una Nazione: è avvenuta da una compartecipazione di eventi, personalità, interessi, occasioni, nate senza una pianificazione dall’alto, senza una regolamentazione normativa atta a promuovere lo sviluppo, la diffusione e l’implementazioneRead more at location 1265
Note: x Edit
La differenza la fanno sempre le personeRead more at location 1267
Dopo che Gutenberg stampa il primo libro nel 1455, la diffusione della stampa inizia a circolare nei paesi. A Venezia, nei primi del Cinquecento, si sviluppa un’industria del libro a opera di tipografi e librai che stampano e diffondono quasi la metà di tutti i volumi pubblicati in Europa. Ma è con le invenzioni di Aldo Manuzio che la diffusione del libro prende piede. Infatti questo tipografo inventa i tascabili,Read more at location 1268
Note: x Edit
da quel momento non si legge più solo per approfondire o pregare, seduti davanti a un leggio con il grosso volume davanti, ma si può leggere nei ritagli di tempo, negli spazi più diversi.Read more at location 1272
Note: c Edit
il bibliofilo Magliabechi, morendo nel 1714 a Firenze, lasciò quasi 30.000 volumi alla cittadinanza, a disposizione di chiunque. Anzi, volle eredi della sua libreria «i poveri di Firenze».Read more at location 1276
Note: c Edit
le grandi trasformazioni in Europa spesso avvengono senza una pianificazioneRead more at location 1280
non siamo ancora d’accordo sul fatto che vi sia un patrimonio della Nazione.Read more at location 1290
Note: IL PATRIMONIO NN CONDIVISO Edit
Se visito la necropoli etrusca di Cerveteri, non sono orgoglioso di essere italiano,Read more at location 1295
la stessa vertiginosa commozione la provo di fronte ai templi egizi di Abu Simbel, la città maya di Tikal in Guatemala, il mausoleo di Taj Mahal in India, le città sepolte dei Romani sotto il Vesuvio, le migliaia di statue di terracotta messe a guardia della tomba dell’antico imperatore cinese a Xi’an.Read more at location 1295
Note: x Edit
non è la rivendicazione di un orgoglio nazionale. È qualcosa di più profondo.Read more at location 1299
Non vi è un patrimonio condiviso che ci identifica come italiani.Read more at location 1302
non vi sia neanche una legislazione condivisa sul patrimonio.Read more at location 1303
Oggi, in Europa, nessuno è contrario a che le donne votinoRead more at location 1307
Note: ... Edit
Sul patrimonio invece nessuna conciliazioneRead more at location 1309
è proprio il patrimonio stesso una realtà che non sopporta leggi definitorie,Read more at location 1310
Bisogna restaurare Leonardo o Raffaello. Perché?Read more at location 1312
Niente è un bene di per sé. O, se è un bene di per sé l’opera di Raffaello, è un bene di per sé tutto, qualunque cosa, una forchetta, un albero che germoglia, una lucertola al sole,Read more at location 1314
tutto acquista sacralità, ma la acquista in quanto esistente, vivente,Read more at location 1315
Esistono in Italia e in Europa libere comunità e libere insorgenze di persone che determineranno di volta in volta il proprio patrimonio da preservare, tutelare o modificare.Read more at location 1322
Note: x Edit
Il campo di concentramento di Auschwitz o di sterminio di Birkenau sono un bene della Polonia, della Nazione polacca? Sono un bene dell’Europa? Oppure, visto che vi sono stati sterminati milioni di ebrei, questi campi sono un patrimonio degli ebrei? Oppure, visto che vi sono stati uccisi migliaia di omosessuali, sono un patrimonio degli omosessuali? Sono un bene dell’umanità? Ma se un aborigeno non ha neppure avuto la nozione di Auschwitz, come si fa a parlare a suo nome?Read more at location 1326
Note: x Edit
Il Museo delle Antichità Egizie di Torino, nato seguendo la moda delle campagne depredatorie di Napoleone in Egitto, ovvero saccheggiando le opere degli egizi, è patrimonio della Nazione italiana? Oppure dell’Europa? E se l’Egitto volesse riappropriarsi delle antichità trafugate o requisite, così come la Grecia ha più volte richiesto al British Museum di Londra la riconsegna delle sculture strappate al Partenone,Read more at location 1330
Note: x EGIZI A TORINO Edit
il contendersi di questi reperti non è affatto per rivendicare una maggiore identità nazionaleRead more at location 1334
Note: ... Edit
ma per ragioni di maggiore attrattività turistica,Read more at location 1334
Il patrimonio esiste nella misura in cui lo riconosce una data comunità.Read more at location 1339
Se sono le comunità la fonte sempre risorgente attorno a cui il patrimonio rivive, sono esse la presenza da incoraggiare,Read more at location 1346
sopravviveranno solo quelle comunità che, pur valorizzando un bene culturale del luogo, delocalizzano la loro attività.Read more at location 1355
cooperazione tra diverse realtà – la cosiddetta reteRead more at location 1360
Il ruolo dello Stato si dovrà limitare sempre più ad agevolare simili connessioniRead more at location 1362
(non più «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», ma «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca e tutela il patrimonio storico e artistico»),Read more at location 1380
Note: x Edit
non vi può essere una legislazione che definisce cosa è patrimonio da conservare da cosa non lo è;Read more at location 1386
Note: UNA RIFORMA RSDICALE Edit
Saranno le comunità liberamente composte, liberamente insorgenti, a determinare nascita, consunzione, trasformazione e morte di ciò che esse sentono essere patrimonio,Read more at location 1388
non vi sarà più necessità, come lo è oggi in Italia, di un Codice dei Beni culturaliRead more at location 1390
Non vi sarà più necessità di soprintendenze, ovvero di uffici verticisticiRead more at location 1392
Non vi sarà una cura omogenea, ma una cura bricolage, diversa in ogni ambiente,Read more at location 1394
credanoRead more at location 1401
permettere che le persone si uniscano, in libertà e desiderio, attorno ai propri simboli,Read more at location 1401