sabato 19 ottobre 2019

TED GIOIA

La tesi di Ted Gioia è chiara: così come la società si rigenera nelle follie del carnevale, anche alla musica servono regolari infusioni di erotismo, violenza e trasgressione dionisiaca per essere vivificata. L'artritica tradizione va periodicamente demolita e fatta ripartire. Le idee innovative non le trovi in Cattedrale o nei Conservatori ma nella polvere della strada, vengono dagli schiavi, dai criminali, dai diseredati, dagli stranieri, dagli sradicati. La musica è musica del Diavolo e non deve piacere a mamma e papà. Faceva bene Platone a diffidarne e s'illudeva Pitagora nel suo tentativo di imbrigliarla con la matematica. La musica è trance più magia. Quando il ribelle viene fagocitato e codificato dalle istituzioni - cio' che nasce nel South Bronx finisce alla Carnegie Hall - è tempo ne irrompa un altro più cattivo e irrispettoso dei predecessori. Solo le passioni distruttive sono passioni creative. Capitoli sorprendenti dedicati all'uxoricida Gesualdo e a quel beone erotomane di Bach. Un po' meno sorprendenti dedicati a Sid Vicious e Charles Mingus.
Sarebbe piaciuto ad Antonio Lodola.
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A preeminent music historian and critic presents a global history of music from the bottom upHistories of music overwhelmingly suppress stories of the outsiders and rebels who created musical revolutions and instead celebrate the mainstream assimilators who borrowed innovations, diluted their imp...
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