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lunedì 22 luglio 2019

I SOCIAL NETWORK COME CRITICA AL PENSIERO CRITICO.

I SOCIAL NETWORK COME CRITICA AL PENSIERO CRITICO.
Quando ero ragazzo “pensare con la propria testa” era un valore che stava al pari solo della “mamma”.
Oggi, dopo 15 anni di social network quel valore si è disintegrato come un fuoco artificiale. L’obbrobrio di chi pensa con la sua testa è un blob che ci sta sommergendo e contro cui invochiamo pietà. Un appello alle coscienze sgorga spontaneo: tu, uomo qualunque, perché non ti sforzi a seguire l’onda? Perché non ti limiti ad unirti al gregge? Segui la tua natura, e se il conformismo è nella tua natura un motivo c’è. Anzi, ce ne sono almeno tre, eccoli.
1) Essere originali è costoso e rischioso, la società è aggressiva con i diversi (chiedilo agli omosessuali).
2) Il nostro istinto ad imitare gli altri è fortissimo, specie quando “gli altri” ne sanno di più: se imiti l’esperto incameri i benefici della sua conoscenza senza sopportarne i costi (fatiche).
3) Gli originali sono quasi sempre pazzi, specie se si pronunciano fuori dal loro campo. Tutti i giorni assistiamo a una sfilata di opinioni politiche deliranti a cura di artisti talentuosi, scrittori di successo e scienziati provetti specializzati nel farla fuori dal vaso. L’esempio classico è Unabomber: autentico genio della matematica e svalvolato totale nei suoi giudizi sulla società.

Ti ho convinto? 

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domenica 16 giugno 2019

IL DIALOGO AI TEMPI DEI SOCIAL

IL DIALOGO AI TEMPI DEI SOCIAL

Quando persone con idee diverse dialogano tra loro, che succede? Si accordano? Convergono? La risposta oggi è abbastanza chiara e sorprendente: tendono ad assumere posizioni estreme e conflittuali.

Esempio: il gruppo di persone che pensa all'immigrazione come a un problema serio, dopo aver discusso con chi minimizza, penserà all'immigrazione come a una specie di apocalisse,

Non so perché. Forse scoprire che c'è gente con intuizioni diverse ci traumatizza.

venerdì 11 gennaio 2019

POPOLO ED ELITE

POPOLO ED ELITE

Regola generale della politica: in ogni popolazione esiste un 10% di individui che si schiera in modo autonomo, genuino, valutando il merito delle cose secondo le proprie competenze.
Il restante 90% (“popolo bue”) si schiera mosso da conformismo, desiderio di affiliazione o di identità. Mi riferisco all’insegnante di provincia sedotta dal civile e dotto eloquio televisivo dell’accademico prestato alla politica, come all’ultrà della curva empatico ai toni schietti del neo-leader ruspante.
Facciamo ora il caso in cui il 5% dei “genuini” si schieri su posizioni “élitarie” (PE) e l’altro 5% su posizioni “populiste” (PP). I conformisti si schierano poi al 45% su PE e al 45% su PP.
Conseguenza: il partito élitario è zeppo di “popolo bue”.

Il fatto che una grossa fetta di “popolo bue” abbia posizioni élitarie non sembra affatto contraddittorio. 

giovedì 12 aprile 2018

UN CONFORMISTA MOLTO PARTICOLARE

I datori di lavoro cercano di assumere persone conformiste. Il fatto è che tutti a loro modo sono conformisti: anche un hippy puo’ essere talmente conformista da rappresentare uno stereotipo. Tuttavia, i datori di lavoro ricercano un conformista particolare: che pratichi il gioco di squadra, che sia deferente ma non succube, che risulti simpatico pur mettendo il lavoro al primo posto, che vesta in modo classico, che non sia razzista o sessista, che non sia molesto, che sappia cio’ che ci si aspetta da lui senza che il boss debba continuamente dare ordini. Insomma, un conformista che sia anche intelligente e industrioso.
Quando la ricerca è di questo tipo la cosa migliore da fare è guardare ai titoli di studio.

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mercoledì 11 aprile 2018

IL CONFORMISTA

I datori di lavoro cercano i conformisti.
Il conformista non è affatto privo di creatività come si pensa comunemente ma, diversamente dal tipo trasgressivo, la tira fuori solo quando gli viene richiesta ed entro i limiti che gli vengono messi. Il conformista si applica ferocemente al problema che gli viene sottoposto dall’alto; anche se non è di suo interesse fa in modo che lo diventi ed è così in grado di aggredirlo con tutte le sue energie intellettuali. Spesso, per agire in questo modo, si tiene libero da ogni interesse a priori, nella sua testa fa un vuoto pronto a raccogliere ogni domanda, il suo interesse è rappresentato da cio’ che gli richiedono gli altri. Senza una missione o un incarico vaga nel vuoto spaesato.

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martedì 27 febbraio 2018

LA SEGNALAZIONE DEL CONFORMISMO

1. I datori di lavoro preferiscono assumere persone conformiste (obbedienti, poco polemiche e capaci di applicarsi senza tante domande là dove viene loro richiesto).
2. Un livello elevato di istruzione segnala un livello elevato di conformismo poiché lo studente diligente si è applicato per anni accettando senza fiatare le dure condizioni poste da terzi e i loro giudizi sul suo lavoro.
3. Tentare delle vie alternative, ovvero segnalare il proprio conformismo con mezzi non convenzionali, finisce per sortire l'effetto opposto. L'originalità non paga sul mercato del lavoro.
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giovedì 12 marzo 2015

Il conformista

Perché i datori di lavoro apprezzano tanto il conformismo?

Perché la scuola e l' università servono a sfornare persone conformiste prima ancore che persone preparate?

Bisogna allora pensare alla differenza che intercorre tra uomo e animale, in particolare alla "cultura".

L' uomo puo' trasmettere la sua cultura in modo pronto e veloce. I nuovi arrivati, male che vada, saranno subito nani sulle spalle di giganti nella speranza che qualcuno di loro si faccia gigante a sua volta. Gli animali, invece, devono sempre ricominciare da capo.

Il miracolo della trasmissione culturale di realizza tanto meglio quanto più il discente è passivo e conformista. Se si fida, se si mette a disposizione come un vaso da riempire, allora tutto procederà per il meglio, il vantaggio tra l' uomo e l' animale verrà sfruttato al massimo. In caso contrario, se si ribella, se vuole fare da sé anzitempo, le cose si complicano parecchio.

In piccolo, lo stesso vale nel mondo del lavoro. Il neo-assunto deve essere disposto, almeno all' inizio, ad imparare le procedure senza mettere becco, solo successivamente, quando avrà sviluppato le competenze specifiche, potrà liberare la sua creatività.

lunedì 21 giugno 2010

La nuova guerra santa sarà contro l' amicizia?

Il monopolio della scuola statale è pericoloso (anche) perchè produce indottrinamento e conformismo.

A volte queste paure suonano esagerate, specie all' orecchio di chi è già indottrinato.

Eppure, quando si cerca di pompare il mito della "legalità" o della "Costituzione", quando si disegnano diete e linguaggi su misura, a cosa siamo di fronte? Sarebbe meglio "pompare" le tabelline, ma questo lo dice l' ingenuo, lo dice chi si dimentica che la scuola di stato ha come padrone lo stato.

Finchè il nemico è la Mafia passi, ma ora il nemico di alcuni pedagogisti sembra essere l' amicizia tra bambini, specie se profonda: si preannuncia una guerra al "miglior amico". L' amicizia, infatti, "esclude". NYT:

“I think it is kids’ preference to pair up and have that one best friend. As adults — teachers and counselors — we try to encourage them not to do that,” said Christine Laycob, director of counseling … “We try to talk to kids and work with them to get them to have big groups of friends and not be so possessive about friends.” … If two children seem to be too focused on each other, the camp will make sure to put them on different sports teams, seat them at different ends of the dining table or, perhaps, have a counselor invite one of them to participate in an activity with another child whom they haven’t yet gotten to know. …

Such an attitude worries some psychologists who fear that children will be denied the strong emotional support and security that comes with intimate friendships. …

School officials admit they watch close friendships carefully for adverse effects. “When two children discover a special bond between them, we honor that bond, provided that neither child overtly or covertly excludes or rejects others.”


Meglio 10 conoscenti che un amico. L' amicizia isola e, forse, non giova alla conformità così avidamente ricercata nelle scuole. Tutto si tiene.