Visualizzazione post con etichetta teologia miseria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta teologia miseria. Mostra tutti i post

martedì 25 giugno 2019

PRETI SOTTO TIRO

Il fatto è che quando ascolti certi preti ti viene da dire: “cavolo, ma di teologia ne so più io di lui…”. Poi pensi che si tratta di un effetto ottico, di una distorsione tipica del nostro tempo, del fatto che ormai sono tutti editorialisti, del fatto che il fenomeno si ripete anche con il dottore, la maestra di tua figlia, l’amministratore di condominio, l’idraulico… eccetera. E così ti dai una calmata, respingi la tentazione della vanità e rientri nei ranghi.
Ma poi leggi roba di questo genere:
Voi credereste mai che si diventa sacerdoti senza avere fatto prima alcuna “prova pratica” di come si celebra la Santa Messa? Eppure è così! Al massimo uno o due giorni prima dell’ordinazione il direttore spirituale ti fa vedere una volta come si fa. Ma si può? Quello che è il centro della vita che ti attende è trattato come zona impenetrabile. E poi ci si meraviglia che ci siano preti che celebrano male, che abusano del loro ruolo e che dimostrano di non conoscere la liturgia! Per forza, la liturgia pratica (e ahimè, anche quella teologica) negli anni di seminario è un campo non calpestabile.

martedì 6 ottobre 2015

Miseria della teologia vaticana

http://www.campariedemaistre.com/2012/06/miseria-della-teologia-parte-i.html

http://www.campariedemaistre.com/2012/06/miseria-della-teologia-parte-ii.html

 Chi si prendesse la briga di consultare su Scimago la produzione scientifica di studiosi residenti in Vaticano, o con indirizzo vaticano, troverebbe lo sconfortante dato secondo cui dal 1996 al 2010 sono stati prodotti soltanto quattro papersMa questo, ovviamente, significa ben poco, perché molti studiosi attivi nelle università pontificie possono avere segnalato affiliazioni non vaticane, e non è un mistero che Scopus (su cui Scimago si basa) non indicizza pressoché alcuna rivista teologica o filosofica pubblicata dalle Università pontificie romane... Questa sarebbe già una utile informazione sulla qualità delle riviste pubblicate. Ma forse è meglio non infierire.