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martedì 13 gennaio 2015

Educazione sentimentale

IMHO: penso francamente che il carattere uno lo erediti.

Con grandi sforzi puo’ cambiarlo (o possono cambiarglielo gli educatori), ma solo temporaneamente, proprio perché i grandi sforzi non possono che essere temporanei: la natura poi è flessibile e torna al suo stato di partenza.
E l' educazione? L’ educazione è un atto d’ amore più che di utilità. L’ utilità svanisce presto ma l’ amore  resta in chi l’ ha ricevuto. Resta innanzitutto in termini di riconoscenza (o risentimento) verso l’ educatore, meno in termini di conquiste sul campo, soprattutto caratteriali! Il resto è istruzione, e serve anche quella.

Detto questo quel che un tipo combina nella vita puo’ variare anche di molto, a parità di carattere.

Qui, infatti, entrano in gioco circostanze e fortuna (e sulle circostanze, vorrei dire, l’ educatore puo’ comunque incidere anche se indirettamente, ovvero puo’ indirizzare il figlio verso certi incontri e certe scelte che si riveleranno felici per lui). Senza dimenticare che, in un mondo dove “lo sbatter d’ ali di una farfalla procura cataclismi”, anche la nostra poca libertà – per chi crede che esista - fa la differenza.

Da quanto ho detto si sarà capito che "ambiente” è un termine un po’ ambiguo: di sicuro incide ma bisogna separare l’ ambiente che modifica le nostre doti interiori da quello che le fertilizza in modo opportuno. L' esistenza del secondo è indubitabile (va cercato e costruito), quella del primo molto più incerta.

Io sono un “tesoro” ma se non avessi incontrato le persone giuste, avrei anche potuto essere un killer, a prescindere dall' amore e dalla cura ricevute. Altri sono amabili per loro natura, anche in situazioni estremamente critiche.

La famiglia è un posto dove puoi vedere le persone da vicino, per quello che sono dentro e non solo per come fruittificano nell' ambiente in cui si vengono a trovare. E’ un posto quindi dove puoi toccare con mano l' eventuale differenza non spiegata tra doti e risultati, il posto migliore per non cadere nella  just-world-fallacy.

mercoledì 14 dicembre 2011

Non toccare il dolcetto!

Prendete dei bambini di 4 anni (affamati) consegnate loro un dolcetto aggiungendo che se aspetteranno mezz’ ora a mangiarlo ne riceveranno un altro.

Capisco che sia difficile dominarsi quando si è guardati in un certo modo.

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Ma chi ci riuscirà sarà – molto probabilmente – persona con una psicologia più stabile, uomo più affidabile, di maggiore successo e anche più felice.

La forza di volontà (willpower) non pesa meno dell’ intelligenza (IQ) nel futuro di un bambino, senonché, diversamente dall’ intelligenza, è molto più malleabile.

Perseveranza, disciplina, pazienza richiedono una certa pratica e vi renderanno persone più in salute, più felici e più produttive.

Willpower è il nuovo libro di Roy Baumeister e John Tierney, contiene un messaggio fondamentale quanto consolatorio: la forza di volontà è un muscolo. Allenatelo!

mercoledì 7 settembre 2011

Forza di volontà

Chiedete a vostro figlio se preferisce un biscotto ora o due biscotti tra un quarto d’ ora, la risposta che vi dà potrebbe illuminarvi sul suo futuro. Nulla più del self-control predice il successo dell’ individuo. Non solo, è anche un elemento della nostra personalità che possiamo almeno in parte “allenare”.

Larry Moss 

 Steven Pinker commenta l’ ultima fatica di Roy F. Baumeister and John Tierney:

Ever since Adam and Eve ate the apple, Ulysses had himself tied to the mast, the grasshopper sang while the ant stored food and St. Augustine prayed “Lord make me chaste — but not yet,” individuals have struggled with self-control. In today’s world this virtue is all the more vital, because now that we have largely tamed the scourges of nature, most of our troubles are self-inflicted. We eat, drink, smoke and gamble too much, max out our credit cards, fall into dangerous liaisons and become addicted to heroin, cocaine and e-mail.

Enlarge This Image291 pp. The Penguin Press. $27.95.Nonetheless, the very idea of self-­control has acquired a musty Victorian odor. The Google Books Ngram Viewer shows that the phrase rose in popularity through the 19th century but began to free fall around 1920 and cratered in the 1960s, the era of doing your own thing, letting it all hang out and taking a walk on the wild side. Your problem was no longer that you were profligate or dissolute, but that you were uptight, repressed, neurotic, obsessive-compulsive or fixated at the anal stage of psychosexual development.

Then a remarkable finding came to light. In experiments beginning in the late 1960s, the psychologist Walter Mischel tormented preschoolers with the agonizing choice of one marshmallow now or two marshmallows 15 minutes from now. When he followed up decades later, he found that the 4-year-olds who waited for two marshmallows turned into adults who were better adjusted, were less likely to abuse drugs, had higher self-esteem, had better relationships, were better at handling stress, obtained higher degrees and earned more money.

What is this mysterious thing called self-control? When we fight an urge, it feels like a strenuous effort, as if there were a homunculus in the head that physically impinged on a persistent antagonist. We speak of exerting will power, of forcing ourselves to go to work, of restraining ourselves and of controlling our temper, as if it were an unruly dog. In recent years the psychologist Roy F. Baumeister has shown that the force metaphor has a kernel of neurobiological reality. In “Willpower,” he has teamed up with the irreverent New York Times science columnist John Tierney to explain this ingenious research and show how it can enhance our lives.

In experiments first reported in 1998, Baumeister and his collaborators discovered that the will, like a muscle, can be fatigued. Immediately after students engage in a task that requires them to control their impulses — resisting cookies while hungry, tracking a boring display while ignoring a comedy video, writing down their thoughts without thinking about a polar bear or suppressing their emotions while watching the scene in"Terms of Endearment" in which a dying Debra Winger says goodbye to her children — they show lapses in a subsequent task that also requires an exercise of willpower, like solving difficult puzzles, squeezing a handgrip, stifling sexual or violent thoughts and keeping their payment for participating in the study rather than immediately blowing it on Doritos. Baumeister tagged the effect “ego depletion,” using Freud’s sense of “ego” as the mental entity that controls the passions.

lunedì 14 marzo 2011

Psico-Parlamento

Curioso l' ultimo libro di Felice Cimatti. Tesi: l' uomo è un Comunista Naturale (qui la stroncatura di Libero).

Mi sa che Cimatti unisca concetti diversi come quello di Copyright (oggetto astratto) e quello di proprietà privata (oggetto concreto). La critica al primo istituto si applicherebbe in automatico anche al secondo riaprendo la via al Comunismo. Veramente lui non parla proprio di Copyright ma di Linguaggio: se il linguaggio che usi è anche mio, perchè non dovrebbe esserlo anche la "tua" mano?

Rimanere perplessi è più che lecito in casi simili.

Con questo non volgio dire che naturalismo e ideologia non possano incrociarsi in modo proficuo. Penso alle ficcanti ricerche sui legami tra ideologia e psicologia naturale, specie dopo che agli studiosi hanno comniciato a segnalare la sorprendente flebilità del nesso tra interessi materiali e voto politico.

La suddivisione destra/sinistra sembra limitante, cerchiamo di costruire uno psico-parlamento avvalendoci di questo schemino che collega i Big Five della personalità all' ideologia professata (clicca per espandere):




Il libertario risulterebbe un tipo con molti contatti sociali ma pur sempre concentrato nel suo mondo, poco empatico, scrupoloso ed emotivamente stabile.

Tutta roba da approfondire, comunque, i conti che non quadrano sono ben esposti qui.

p.s. Riuscite ad immaginarlo Marchionne che concede una "serena" intervista alla radio pubblica rappresentata da Felice Cimatti? E Ricci che interloquisce amabilmente con l' imparziale Loredana Lipperini? Conoscendo i retroscena corre un brivido sulla schiena pensando a cosa sia in realtà la "voce di tutti".