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giovedì 16 luglio 2020

CATTOLICI LIBERTARI E PRINCIPIO DI NON IDENTITA'.

(trigger warning: post altamente provocatorio che coinvolge bambini, religione, schiavitù e consumismo...).
Prendete questa dichiarazione: se i miei genitori avessero vinto la lotteria prima del mio concepimento, sarei molto più ricco. Una dichiarazione del genere sembra accettabile, ma solo a prima vista. A guardar bene ce n'è una molto più verosimile e incompatibile: se i miei genitori avessero vinto la lotteria prima del mio concepimento, non sarei mai esistito. Non sto dicendo quello che molti a questo punto pensano, ma qualcosa di più estremo. Mi spiego: un fatto come la vincita alla lotteria avrebbe mutato radicalmente il corso degli eventi, ma la cosa più incredibile è che basta veramente poco per annichilire la nostra fragile e miracolosa identità. Invito a considerare che un evento appena diverso nella storia dei nostri genitori potrebbe spostare anche solo di qualche ora il rapporto sessuale da cui siamo nati. Gli spermatozoi del padre, così come l'ovulo della madre, sarebbe stato diverso da quello da cui siamo nati noi, il che significa che non saremmo affatto nati NOI ma qualcun altro. NOI non saremmo mai esistiti. Mi sbaglio? All'apparenza si ma se ripercorro tutti i passaggi del ragionamento non vedo errori.
Embé? Conseguenze morali? Molte. Considerate il caso del bambino schiavo.
In cambio di 50.000 euro, una coppia abbietta stipula un contratto vincolante ed esecutivo con un riccone abbietto secondo il quale concepirà e partorirà un figlio che alla nascita verrà trasferito all'uomo ricco come schiavo. Il bambino nasce e diviene schiavo del riccone per il resto della sua vita. La coppia è condannabile? Lo sarebbe se avesse recato danno a qualcuno, ma è così? Non sembra che rechi molto danno a se stessa, visto che ha liberamente scelto di comportarsi così. Di sicuro non reca danno al riccone. A guardar bene non reca danno neanche al bambino schiavo visto che se la coppia non avesse firmato il contratto lui non sarebbe neppure nato (assumo che la vita vale sempre la pena di essere vissuta anche se è dura, questo è vero soprattutto per un cattolico. D'altronde, assumo anche che lo schiavo abbia momenti di scoramento senza mai pensare al suicidio). Ma la coppia avrebbe potuto far nascere quel bambino e non venderlo al riccone?! E qui viene il bello: dal principio di non-identità ora sappiamo che se le cose fossero andate altrimenti NON sarebbe mai nato QUEL bambino ma un altro. Il bambino schiavo, alla fine, non ha alternative migliori di quelle che gli sono state fornite, diventa difficile allora vedere come ciò che la coppia ha fatto danneggi o faccia male a qualcuno, specialmente, ripeto, se consideriamo sacra la vita.