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martedì 21 marzo 2017

Follia!

Come rapportarsi con la malattia mentale? Cos’è esattamente? Come deve essere intesa?
Bryan Caplan nel saggio “THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS” difende una visione economicista.
Tesi…
… il modello che postula il malato mentale come un tale con preferenze estreme è il migliore…
Vantaggio: un soggetto del genere rientrerebbe nel modello economico tradizionale. Il che significa società più efficienti e prospere.
***
I due piloni centrali del modello economicista…
… nella teoria economica le scelte sono determinate da due fattori: preferenze e vincoli di bilancio. Le scelte del malato mentale sarebbero da inquadrare come “preferenze” piuttosto che come “vincoli”…
Vincoli e preferenze. Non esiste altro nel mondo dell’economia. Cos’è cio’ che chiamiamo “disturbo mentale”? Un vincolo ai nostri comportamenti o una preferenza che li guida?
Ebbene, nel modello economicista il “malato mentale” è solo un soggetto con “preferenze estreme”.
L’obiezione più scontata si puo’ sintetizzare in questo esempio…
… Sandy si barcamena tra due lavori spiacevoli che rendono poco, non ce la fa più ad andare avanti fino al giorno in cui si sente stanca e svuotata, va dal medico che gli diagnostica una depressione, poi torna a casa e sta a letto tutto il giorno. Bob è un manager di successo che vuole partecipare alla maratona di Boston ma questa settimana è stracarico di lavoro, quando rientra a casa si ritrova stanco e demotivato, va dal medico che gli diagnostica un'influenza. il giorno dopo anziché allenarsi per la maratona se ne sta a letto. Da notare che influenza e depressione possono avere un'origine molto simile: un corpo stressato che abbassa l'azione del sistema immunitario. Orbene: perché dovremmo credere che quella di Sandy è una scelta mentre quella di bob un vincolo esterno?
Una risposta plausibile…
… il fenomeno fisico non è rilevante finché non stabiliamo il nesso causale: è lo spirito che aziona i corpi o sono i corpi che determinano l'azione dello spirito? Nella storiella ci sono chiari indizi che i nessi siano diversi: Bob in fondo rinuncia ad un compito piacevole (la maratona), senza contare che per lui il lavoro stesso è gratificante e in qualche modo piacevole. Sandy invece “rinuncia” alla tortura dei suoi due lavori…
Seconda obiezione
… ammettiamo di entrare di nascosto nella stanza di John e iniettargli mentre dorme la sostanza X che tra i suoi effetti collaterali induce depressione. Quando si sveglia John è fortemente depresso e torna a letto. Qui non c'è stata scelta di sicuro, eppure c'è depressione!…
Risposta…
… infatti qui sappiamo con certezza che non c'è stata scelta ma questo è un caso che non somiglia affatto a quelli da noi considerati…  In condizioni normali è più ragionevole che sia il libero arbitrio a determinare il comportamento apatico… Uno potrebbe entrare di soppiatto nella mia camera da letto e iniettarmi una sostanza che, una volta sveglio, mi indurrà ad andare verso il frigo e mangiare la tavoletta di cioccolato che ho comprato ieri… cio’ non toglie che quando di solito mangio il cioccolato lo faccia per una mia libera scelta…
Terza obiezione
… perché allora chi soffre di “disturbati mentali” chiede aiuto e si dice malato e infelice per la loro condizione?…
Risposta…
… è una buona tattica per ricevere aiuto a buon mercato nel momento del bisogno...
Quarta obiezione:
...se devo pensare che chi mi dice una cosa in realtà ne pensa un'altra, posso provare e confutare tutto...
Risposta:
... ma ho comunque dei criteri per sospettare di chi mi parla: quando per esempio si ha una grande convenienza ad affermare certe cose la credibilità di chi le afferma diminuisce. La psicologia evoluzionista studia proprio l'ipocrisia e l'autoinganno che ci caratterizzano. Non dobbiamo forse considerarla una scienza?
Quinta obiezione…
… se quelle dei disturbati sono solo “preferenze estreme” dobbiamo concludere che sono preferenze molto disordinate: ora vogliono abusare di una certa sostanza, poi vogliono smettere, poi ancora vogliono tornare alla sostanza...
Risposta…
… forse in alcuni casi estremi bisogna anche concludere in questo senso, ma non esattamente come viene descritto nell’ obiezione. Cosa c'è che non fila in un alcolista che ragiona così: "ora, nelle condizioni in cui sono, scelgo di bere, lo trovo piacevole. Poi, lo so già, toccherò il fondo, un punto in cui nemmeno il bere è più piacevole, sarò una “merda”… Ebbene, in quel momento chiederò aiuto dicendo che voglio smettere, la gente si impietosirà e mi soccorrerà. Quando tornerò nella condizione in cui sono ora tornerò a bere. Ben inteso: se durante il mio recupero dovessi per caso giungere ad una condizione più piacevole di quella attuale (magari con tanti amici, magari con una posizione di rispetto negli alcolisti anonimi…) non posso certo escludere a priori di optare per conservarla anziché per rovinarmi di nuovo con la bottiglia”…
Naturalmente chi riflette su una simile ipotesi tende a scartarla dicendo: “francamente non ho mai conosciuto in vita mia gente che ragionasse in questi termini”.
Ma qui il “ragionare”  deve intendersi come metafora. E’ il corpo che “ragiona” così più che la nostra testa. Noi ci limitiamo a dare una sorta di “via libera”.
Se dico che il sole ha “pensato” bene di tramontare anche oggi, uso il termine in senso metaforico.
In altri parole, è la selezione naturale che ci facilita le cose poiché ha sperimentato queste strategie di sopravvivenza come vincenti.
***
Vediamo più nello specifico qualche caso problematico.
Come si puo’ formalizzare in termini economici, per esempio, il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività o ADHD? Non è così difficile…
… Overall, the most natural way to formalize ADHD in economic terms is as a high disutility of work combined with a strong taste for variety. Undoubtedly, a person who dislikes working will be more likely to fail to 'finish school work, chores or duties in the workplace'. Similarly, a person with a strong taste for variety will be 'easily distracted by extraneous stimuli'. symptoms of inattention are worded to sound more like constraints. However, each of these is still probably best interpreted as descriptions of preferences…
***
Vediamo altre obiezioni all’approccio economicista.
Al fondo della concezione proposta ci sono assunti sulla filosofia della mente che qualcuno potrebbe ritenere delle forzature. Non è così, giusto uno scientista potrebbe dissociarsi ma lo scientismo non è l’unica filosofia della mente…
… What about all the contrary scientific evidence?  It's not really contrary.  The best empirics in the world can't resolve fundamental questions of philosophy of mind…
C’è poi chi fa notare che il cervello dei matti potrebbe presentare degli squilibri a livello chimico? E’ per questo che assumono medicine. Qui si va sul concetto di malattia, un concetto problematico…
… critics often cite findings of 'chemical imbalances' in the mentally ill. The problem with these claims, from a Szaszian point of view, is not that they find a connection between brain chemistry and behavior. The problem is that 'imbalance' is a moral judgment masquerading as a medical one
Ma come distinguere un vincolo da una preferenza?…
… make such a big deal about the difference between preferences and constraints. If you literally CAN'T do something, it makes sense to say you have a "disorder." If you're perfectly able to do something but don't like it, it doesn't. How can you tell the difference? As I say in the paper, see if sufficiently strong incentives change behavior. If you do X given sufficient motivation, you CAN do X…
Più nello specifico, c’è un metodo semplice semplice…
… chiedersi sempre se con la proposta di un compenso Tizio è in grado di variare il suo comportamento. Se sì, allora PUO' variarlo e possiamo così dire che è in grado di scegliere… esempio… se ti offro una somma di denaro affinché tu ti astenga dal bere e tu riesci a guadagnartela, allora, cio' indica che se solo lo volessi tu POTRESTI astenerti…

follia

mercoledì 5 settembre 2012

Consigli all’ egoista perché faccia più figli

Il messaggio della scienza alle coppie: ci sono ottimi motivi per fare qualche bambino in più rispetto a quello che avete pianificato.

E’ vero, chi ha figli è più infelici di chi non li ha. Ma:

1. la differenza è minima;

2. la differenza è facilmente compensabile (molti sacrifici non sono in realtà necessari);

3. 2/3 di coloro che non hanno figli si pentono;

4. molti benefici vengono dopo (es.: diventare nonni).

Naturalmente il consiglio di “fare un figlio in più” deve tener conto che i figli sono indivisibili e che alcune persone hanno un’ avversione molto spiccata per i bambini.

Ci sono poi altre motivazioni per fare un figlio in più:

1. donare la vita a un bambino significa renderlo più felice;

2. donare la vita un bambino rende il mondo un posto migliore;

3. il miglior modo per aumentare la felicità di bambini consiste nell’ adottarne uno.

Certo, queste ultime motivazioni non toccano l’ egoista. Anzi, per dirla tutta sono particolarmente mirate sulle elites di un paese.

giovedì 3 maggio 2012

AAA antiliberali cercasi

Il guaio è che tra i nostri intellettuali un antiliberale reo confesso non lo trovi neanche se li sottoponi al waterboarding più invasivo.

Non esiste da noi uno schieramento culturale degno di questo nome che inalberi la nobile bandiera dell’ antiliberalismo.

Basta un ammicco o una faccia pensosa e anche la personalità più autoritaria e paternalista entra di diritto nell’ alveo liberale.

liberal fascism

E dire che appena t’ imbatti in una discussione politica – non importa se al bar o in qualche aula universitaria – li vedi tutti così scattanti nel proporre una congerie di regole e leggine risolutrici di cui vanno tanto fieri. E intanto regole e “leggine risolutrici” si affastellano nel nostro ordinamento alimentando un mostro che esige ogni giorno sacrifici umani.

Facendo un po’ di storia il vizietto risale all’ antifascismo d’ antan e alla sua insana passione per la “sintesi” tra libertà e eguaglianza: “tutto” e il “contrario di tutto” dovevano darsi la mano costi quel che costi per colpire uniti il regime dispotico.

Sul banco degli imputati salgono allora il “liberalsocialismo” di Carlo Rosselli e Piero Gobetti, il Partito d’ Azione, il movimento Giustizia e Libertà, e tutta la sfilata di ircocervi che hanno partorito una confusa genia di intellettuali almeno tanto influenti quanto cervellotici. Tutti elucubranti generali senza esercito (la pratica fece puntualmente esplodere le loro contraddizioni e a loro non restò che rifugiarsi nelle Università) vogliosi di “liberalizzare” (a parole) il socialismo e “socializzare” la libertà.

Nasce da lì questa notte intellettuale in cui tutte le vacche sono grigie, così come nasce da lì questa Costituzione pasticciata scritta su un tavolino a tre gambe e in cui si ritrovano a meraviglia le “menti pasticciate”, nasce da lì un’ identità vaga che, se non ci farà essere “niente”, nemmeno ci fa essere colpevoli di “niente”… un bel vantaggio per chi attraversa un secolo pieno di colpe da attribuire come il Novecento.

… dopo la caduta del Muro di Berlino, quando nessuno, a sinistra, osava proclamarsi "antiliberale" (i nostalgici rimasero una sparuta minoranza)… nessuno pensò di dover fare sul serio i conti col fallimento del "socialismo reale", la vacua formula liberalsocialista venne in soccorso agli sconfitti della storia, offrendosi come la comoda risorsa ideologica che consentiva di non essere coinvolti dal crollo della casa madre sovietica… e di conservare tutte le tradizionali riserve nei confronti del ‘mercato selvaggio’ e delle delle ingiustizie…

… la caduta dell’impero rosso, d’altronde, venne accolta con visibile sconcerto da… Norberto Bobbio: "e ora chi si farà carico dei dannati della Terra?", scrisse su La Stampa…

il grosso della cultura anticapitalista e antiborghese di un tempo si riconosce, ai nostri giorni, in un credo comune inteso fare dell’antifascismo azionista (con le sue sintesi epocali) il fondamento sia della Costituzione repubblicana sia della "religione civile" degli italiani… che trova i suoi organi di stampa, soprattutto, in Repubblica e in periodici come MicroMega…

E ancora oggi i nipotini dei generali di cui sopra te li ritrovi più assertivi e “saggii” che mai (sembrano appena scesi dalla collina partigiana) sdraiati da mane a sera sui divani della TV e della radio, specie se a sborsare il gettone di presenza è il contribuente.

Ma come scrollarsi di dosso la sgradevole compagnia di un Gustavo Zagrebleski, di uno Stefano Rodotà, di un Luciano Gallino, di una Nadia Urbinati, di un Aldo Schiavone e di un qualsiasi ospite fisso che di mestiere fa la sentinella tra Augias e Fahrenheit? Come rinfoltire lo sparuto schieramento degli antiliberali? In altri termini, come disinquinare il dibattito facendo in modo che le parole abbiano un senso preciso?

E consentitemi un’ ultima formulazione: come rendere antipatico, e quindi chiaro e utile, un concetto come quello di “libertà”?

Occorre un esperimento mentale da compiere e che divida il grano dal loglio. Propongo allora che il soggetto mediti su affermazioni di questo tenore:

… le donne dell’ Ottocento erano più libere delle donne d’ oggi…

sex and the city

Di sicuro l’ “infiltrato” non sottoscriverebbe. Anzi, si farebbe più che volentieri travolgere dall’ indignazione, sentimento di cui dispone senza riserve e a cui canta le lodi un giorno sì e l’ altro pure.

Ma un liberale doc, a mio avviso, ha su questo punto il dovere di rendersi odioso.

Si parta considerando l’ “oggi”.

Oggi, se una donna lavora, è tenuta farlo il condizioni di quasi-schiavitù per metà dell’ anno. Nel 2012 il tax liberation day cade quasi a Luglio. E non si obietti con argomenti ziotommistici che tirano in ballo la bontà del padrone.

Se invece non lavora, il “semi-schiavo” sarà il marito e la posizione di lei non sarà mutata di molto.

Ma potrei parlare anche dell’ ipertrofica regolamentazione. Oggi c’ è una regola per tutto, dal bimbo a bordo alla scadenza dello yogurt, tutto è meticolosamente programmato dall’ occhiuto legislatore che vede e provvede: a te tocca solo adeguarti o imboscarti.

E ieri, si stava forse meglio?

Premessa: prosperità e libertà non sono la stessa cosa; se oggi si “possono” fare molte più cose, spesso è grazie alla ricchezza più che all’ accresciuta libertà.

Ok ma il totem del voto?! Le donne “ieri” nemmeno votavano. Dirà allarmato l’ antiliberale in pectore. Calma:

… from a libertarian point of view, voting is at most instrumentally valuable… the fact that women were unable to vote in defense of their "basic liberty rights" doesn't show that political system denied them these rights…

Passiamo al matrimonio: certo, nell’ Ottocento il matrimonio faceva perdere una serie di diritti alla donna: per lavorare dovevi avere il permesso del marito. Un istituto del genere (in inglese coverture) non appare molto liberale.

Eppure… Pensateci bene: il matrimonio rimaneva comunque un atto volontario.

Per evitare certe conseguenze, bastava non sposarsi. Oppure sposarsi con contratti prematrimoniali ad hoc, cosa che quasi nessuno faceva.

Si potrebbe pensare che lo Stato, riconoscendo un matrimonio di tal fatta, alimentasse una cultura patriarcale.

… maybe, but … there's got to be some default contract.

The most libertarian option, of course, is separation of state and marriage, leaving the defaults up to private parties.

But the next most libertarian alternative, I think, is to defer to common definitions.

If by "marriage" most people mean "monogamous marriage," it's reasonable… for monogamy to be the default rule. If by "marriage" most people mean "a marriage where the wife needs her husband's permission to work," it's reasonable for that to be the default rule…

… At the time, almost all married women kept house and raised children. When a couple decided to marry, this sexual division of labor was probably what both of them had in mind…

In poche parole: al liberale non piacciono le regole, ma una cosa è certa: quelle che ci obbligano a fare quel che avremmo fatto ugualmente sono più simpatiche delle altre.

Per rinforzarci meglio in questa idea, pensiamo più a fondo alla famiglia tradizionale:

the traditional family made a lot of sense in traditional times. In economies with primitive technology and big families, it makes perfect sense for men to specialize in strength-intensive market labor and women to specialize in housework and childcare - and for default rules to reflect this economic logic…

Ma non è finita qui: gli obblighi che ama il liberale – ovvero gli obblighi che obbligano a poco o nulla – non sono solo quelli che mi “costringono” a fare quel che avrei comunque fatto spontaneamente, ma anche quelli che è difficile far concretamente rispettare, tanto che se ci sono o non ci sono fa ben poca differenza:

… even if you think you can condemn coverture (l’ istituto che priva di ogni diritto la donna sposata) on libertarian grounds, the letter of the law rarely makes a difference in marriage.

In modern marriages, spouses can't legally "forbid" each other to take a job, but as a practical matter… they still need each others' permission…

If a women in 1880 wanted to write a contract, I think she did the same thing a woman in 2010 would do - talk about it with her husband. If he refused, she did the same thing she'd do today: complain, argue, bargain, etc.

A man in 1880 was legally allowed to make a contract without his wife's approval, but in practical terms, his problem was the same as it is today: If your wife puts her foot down, it's almost impossible to move forward…

Pensate solo al divorzio…

Unless you're already on the verge of divorce, invoking the law just isn't a very useful way to win a fight with your spouse. Since divorce was much more difficult in the 19th century, the law probably mattered even less than it does today…

Conclusione: mia bisnonna molto probabilmente era più libera delle fighette newyorkesi di Sex and the City.

otto

Scandalizzati?

E perché mai? Basta convertirsi al fronte antiliberale e proseguire in santa pace le proprie lotte.

Spero solo di aver in parte centrato il mio modesto obiettivo, quello di rendere la Libertà un po’ meno sacra e un po’ più antipatica di prima.

Dino Cofrancesco – Il fascismo degli antifascisti.

Bryan Caplan – How free were american women?

martedì 28 febbraio 2012

Que sera, sera… ovvero: umiltà, coraggio e saggezza SAGGIO

When I was just a little girl
I asked my mother, what will I be
Will I be pretty, will I be rich
Here's what she said to me.
Que Sera, Sera,
Whatever will be, will be
The future's not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be.
Doris Day
Bryan Caplan – Selfish reason to have more kids
Nel 1992 Gary Becker vinse il suo bravo premio Nobel, aveva fatto una scoperta illuminante: “l’ economia è ovunque”.
Mica solo in borsa o al Ministero delle Finanze, ovunque: ecco allora che inciampi nella logica economica tra le bande criminali, nelle pratiche razziste, in quelle discriminatorie, nei processi in tribunale, nelle comunità terapeutiche, nelle strategie di disintossicazione, nel mondo delle diete e della cartomanzia, nei metodi di studio, nelle scelte legate alla carriera come in quelle amorose… ma soprattutto, ed eccoci a noi, nella famiglia.
Bryan Caplan è un fan di GB, ricorda con emozione il giorno in cui lo incrociò in mensa alla Chicago University, annovera il Nobel a lui assegnato tra i più significativi del secolo e considera seminale il suo lavoro, ma soprattutto lo ringrazia tutti i giorni per aver evitato a un giovane e brillante economista come lui di doversi occupare di cose mortalmente noiose come i tassi d’ interesse, l' indicizzazione dei salari e i derivati di borsa. Eppure, tutta la gratitudine del mondo non lo ha distolto da una convinzione radicata: le conclusioni del mitico “chicagoano” sulle dinamiche familiari di questo secolo non reggono, non reggono proprio per niente.
La genia dei “beckeriani” si era messa in mente di spiegare il calo della fertilità in Occidente in termini di “egoismo razionale”. Le loro ipotesi, per quanto debolucce, sono comunque da prendere sul serio, passiamole allora in rassegna:
- innanzitutto ci si concentrò sulla condizione femminile: ora che per le donne lavorare rende molto di più, rinunciare a un’ ora di lavoro – e un figlio impone rinunce massicce - è particolarmente oneroso. Caplan non è convinto, c’ è anche il rovescio della medaglia: in un mondo con più opportunità di lucro per la donna diventa conveniente lavorare di meno, guadagnare di più e avere più figli;
- con la fine della famiglia patriarcale il potere contrattuale delle donne è diventato più forte. Caplan scuote il capoccione: l’ osservazione sarebbe pertinente se le donne oggi volessero “meno figli” rispetto agli uomini, si dà il caso che semmai è vero il contrario;
- secondo alcuni i contraccettivi spiegano tutto. Tra costoro non c’ è certo Caplan: i contraccettivi erano già pienamente disponibili prima del baby boom, come la mettiamo?;
- c’ è chi ritiene che un tempo i figli supportassero la vecchiaia, con il welfare questo servigio si rende superfluo. Caplan brontola: peccato che nella sostanza non sia mai andata veramente così, i flussi di cassa, per quanto la cosa sorprenda i più, sono sempre stati a senso unico: dai vecchi ai giovani.
I beckeriani hanno sia ispirato che deluso Caplan: oggi siamo più ricchi, possiamo permetterci molti più figli, oggi la tecnologia ci supporta al meglio - pensate per un attimo al tormento di vostra nonna intenta a lavare a mano i pannolini –, siamo anche più longevi per goderci i nipotini… possibile che simili contrappesi non siano stati presi minimamente in considerazione?
Quando gli scenari fondati sull’ egoismo razionale vacillano, esistono solo tre valide alternative per spiegare il comportamento umano: valori, invidia ed errori.
1. valori: assistiamo da decenni a una loro metamorfosi, il matrimonio non è più un traguardo ambito e mettere al mondo un’ anima non è più né un dovere né una realizzazione personale (per molti non è più nemmeno un’ anima cio’ che si mette al mondo!);
2. invidia: l’ invidia sociale ci impone carichi di cura inutilmente gravosi; oggi anche un genitore mediocre sarebbe considerato “ottimo” secondo gli standard di ieri, ma quel che conta per l’ invidioso è il confronto col vicino o il collega, chi se ne importa di “ieri” e dei livelli presi in assoluto: si vuole essere considerati “ottimi” secondo gli standard relativi. Perché mettere al mondo un secondo figlio se diventa molto faticoso garantirgli uno stile di vita almeno pari a quello dei compagni di scuola?
3. bias: i genitori di oggi vorrebbero essere lungimiranti, prima di mettere al mondo un figlio ci ponzano e ci riponzano all’ infinito, calcolatrice alla mano. Diciamola così: secondo Caplan il miope ha molti figli, il “lungimirante carico di bias” ne ha pochi e il “lungimirante accurato” torna a volerne molti. Noi siamo passati dalla miopia alla lungimiranza superficiale, ora dobbiamo accingerci al secondo balzo, e il libro ci spiega come.
Ecco allora le tesi del volume concentrate in pochi righi:
1. I genitori possono migliorare di molto la qualità della loro vita senza danneggiare quella dei pargoli, questo perché il “fattore genetico” conta molto più di quel che si è soliti pensare, e cio’ induce molti errori di valutazione.
2. I genitori vivono spesso in uno stato d’ ansia ingiustificato: i nostri ragazzi non sono mai stati tanto al sicuro come oggi.
3. Egoismo e altruismo puntano nella stessa direzione: i genitori che hanno un figlio in più migliorano sia il loro stato che quello del pianeta.
Scusate se liquido la terza tesi con una citazione per passare poi ad altro:
… ci sono due visioni dell’ umanità… nella prima le persone sono stomaci che camminano… più persone significa più stomaci che digeriscono, e quindi meno cibo per gli altri… nella seconda visione la persona è un cervello che produce idee… più persone significa nella sostanza più idee… più idee per me, più idee per tutti…
Veniamo dunque al cuore del libro, quando nasce il tuo primo figlio, gli amici al bar fanno a gara per avvertirti che “la tua vita cambierà”, però te lo dicono con un risolino sarcastico: non dargli retta, la gente è superficiale, specie al bar; i bambini sono molto più simpatici e meno impegnativi di quel che si crede.
Aggiungo subito un’ avvertenza, però: se avete intenzione di indossare i panni del Genitore Tipo del Terzo Millennio (GTTM), il risolino degli amici è più che giustificato. Il GTTM è specializzato nel trasformare la presenza di un bimbo in un onere gravoso. Per fortuna esiste una preziosa alternativa: il GR (Genitore Razionale). Per avere un’ idea di cosa sia basta tirare indietro le lancette dell’ orologio e pensare ad esempio a vostro padre che, quando chiedevate un passaggio per la festa, rispondeva con osservazioni inoppugnabili: “non sono mica il tuo autista”. Mio padre non era particolarmente razionale, ma a volte basta avere molti figli per diventarlo in fretta.
Di seguito, un po’ alla rinfusa, alcune buone notizie per genitori in cerca di relax.
SONNO. Ci sono alcuni genitori che girano per anni come zombi. Forse non è mai esistito un problema tanto impellente dalla soluzione tanto lineare. Togliamo i neonati e i casi patologici, la fonte della tortura è sempre l’ overparenting: basta un metodo Ferber qualsiasi per appianare in pochi giorni ogni cosa: avrete notti di sogno, pisolini diurni compresi.
ATTIVITA’. L’ ingenuo pensa che incentivare le attività del figlio garantisca un break al genitore. Tutte palle, non si tratta di pause ricreanti ma di concitati pit stop da formula uno: lo accompagnerete in capo al mondo, farete un nervoso e inconcludente giretto nei dintorni per poi tornare a riprenderlo e trascinarlo altrove. Morale: un genitore felice deve affrettarsi ad abbandonare alla svelta tutte le attività extra sgradite al figlio (e sono molte), ci guadagneranno entrambi.
VACANZE. Sono un incubo per molti genitori: perché pagare migliaia di euro per la peggiore settimana dell’ anno, quella in cui continueremo a ripetere mentalmente e a voce alte: “questa è la prima e l’ ultima volta!”? Tanto per cominciare, i bambini non sono fan dei lunghi viaggi in auto, oltretutto per loro un posto vale l’ altro, basta che si giochi e ci si diverta; privilegiare località vicine è scelta oculata, anche se la cosa migliore in assoluto sarebbe sostituire la vacation con la staycation: quanti posti che non abbiamo mai visto sono raggiungibili in giornata (BC è nato a Los Angeles senza mai aver messo piede a Hollywood!).
DISCIPLINA. Nel punire il genitore è solito dire: “lo faccio per il tuo bene”, oppure: “costa più a me che a te”. Il fatto è che il GTTM ha finito nel credere alla sua stessa “propaganda”! Le cose stanno assai diversamente: le regole facilitano la vita, la vita di tutti, innanzitutto quella dei genitori. Sceglietele in modo da centrare questo obiettivo, ma soprattutto rispettate la saggezza dei tempi che in materia parla chiaro: CCC: Chiarezza, Coerenza e Conseguenzialità. E non lamentatevi se la nonna mina i vostri sforzi: il bimbo sa distinguere. E non lamentatevi se per il piccolo la disciplina vale solo a casa: sapendo distinguere, è normale che sia così, consolatevi piuttosto pensando che in fondo è proprio in casa che la quiete e l’ ordine vi beneficiano di più. Se poi i vostri bimbi amano la Tv e i dolci, avete risolto anche il problema della terza “C”, quella relativa a premi e punizioni. La super tata ha sdoganato persino “l’ angolo dei cattivi”: non credevo ai miei occhi nel vedere le pesti più pesti accettare supinamente la messa all’ angolo: dieci minuti di “dolce umiliazione” risolvono intere giornate facendo lievitare la serenità di tutti.
CONTROLLO. Bambini più indipendenti, uguale meno ammorbanti controlli, sbrigatevi dunque a renderli tali. E non dimenticate che dopo una certa età è più pericoloso portare il bimbo al supermercato con voi che lasciarlo solo a casa. Avete ancora paura di qualcosa? Concentratevi: probabilmente è una fantasia perversa innescata dalla visione sviante del telegiornale. Se siete a corto di idee per rendere indipendente il pargolo potreste provarci circondandolo con tre o quattro fratellini, in alternativa digitate su Google “worst american mom”: uscirà il faccione di Lenore Skenazy, ci penserà lei a suggerirvi stratagemmi per eludere faticose e inutili supervisioni.
SICUREZZA. I nostri bambini non sono mai stati tanto al sicuro come oggi. Ci sono un mucchio di “buone notizie” circa le “cattive notizie”: le tragedie ascoltate alla TV istillano paure almeno tanto stupide quanto l’ entusiasmo che prende taluni nell’ udire che Tizio ha vinto il primo premio della lotteria. La vera notizia in merito è che malattie, incidenti, omicidi, suicidi, guerra, rapimenti… seguono pervicacemente un’ unica tendenza che predomina da decenni: quella verso il basso.
COME SEPPELLIRE UN PROBLEMA. Avete mai cambiato l’ olio alla macchina perdendo mezza giornata per poi scoprire che il benzinaio accanto fa tutto in dieci minuti per cinque euro? Ecco, coi bambini spesso funziona così: molti problemi spariscono all’ istante, basta “seppellirli” sotto un mucchietto di banconote, non esitate a ricorrervi, ne bastano davvero poche per scampare alle piaghe d’ Egitto: appaltare a terzi i lavori più noiosi è un problema solo per tirchi, autolesionisti e tutti coloro incapaci di trasformare i soldi in felicità: pranzi d’ asporto, baby sitter elettroniche e in carne e ossa, lavanderia, spese on line, nidi… dateci dentro, e chi più ne ha più ne metta.
IL MERCATO DELLE VACCHE. Se desiderate che vostro figlio assolva a un compito straordinario particolarmente oneroso fate in modo che per lui ne valga la pena: prima dell’ adolescenza non possiede sentimenti morali a cui fare appello, ma comprende benissimo lo scambio di favori: il significato di premi e ricompense è immediatamente disponibile anche alla sua mente: mercanteggiare in molti casi è una vera ancora di salvezza. A una certa età si puo’ ricorrere persino al denaro, perché no? Usare il denaro per essere buoni genitori non è solo fattibile, è già fatto: i genitori che lo usano coi figli sono mediamente genitori più sereni e soddisfatti.
STRESS DI SECONDA MANO. Pensate al vostro benessere, e se la cosa vi disturba, pensate che anche i bambini sono soggetti a molti stress, il principale è lo stress di risulta, ovvero lo stress dei genitori che si riflette su di loro. Quindi: rilassatevi al più presto, fatelo per loro!
ESPERIMENTI. Gli amici vi ripeteranno: “il primo figlio ti porta via il 99% del tempo libero, il secondo il restante 1%”; loro lo dicono per canzonarvi, ma voi concentratevi cogliendo la strepitosa buona nuova che nasconde questa presa in giro: il secondo figlio è incredibilmente meno oneroso del primo! In realtà non dedicheremo solo l’ 1% dei nostri sforzi al secondo figlio, molto più semplicemente dimezzeremo gli sforzi sul primo. Bene, non vi resta che considerare gli effetti (praticamente nulli) di questo “dimezzamento” e mordervi le dita per non averlo attuato prima. Se ancora titubate e volete approfondire, fate pure un terzo figlio e così via: man mano che si procede, la qualità del primogenito migliorerà. Chi non è curioso si limiti ad apprendere subito la lezione senza bisogno di esperimenti ed educhi l’ unico figlio come se ne avesse cinque.
GENI. Se c’ è una materia foriera di buone notizie per chi ama le famiglie numerose, questa è la psicologia evolutiva. Si è dedicata molto a districare il viluppo nature\nurture ponendo la sua lente su famiglie molto particolari: 1. quelle che adottano 2. quelle con gemelli (omozigoti e non), 3. quelle con gemelli adottati separatamente. Il fatto è che se sono alto nessuno penserà mai che cio’ è dovuto all’ educazione ricevuta, ma se sono scortese ecco che le cose cambiano. La psicologia evolutiva ci dice in sintesi che non c’ è ragione di farle cambiare poi così radicalmente, e questa è una grande notizia per chi non vuole sobbarcarsi sforzi inutili.
SALUTE. I genitori non incidono sulla speranza di vita dei loro figli, e nemmeno granché sulle loro condizioni di salute (dei genitori sciagurati in questo post non si parla). La loro azione avrà giusto un piccolo effetto su fumo, alcool e droghe.
INTELLIGENZA. Il genitore spia il suo pupillo mentre gioca coi compagni nella speranza di cogliere una superiorità intellettiva, e dopo aver fantasticato un po’, ritiene di avere in mano indizi concreti. Se l’ erede a scuola non è granché, lo si deve al fatto che si distrae di fronte al banale. E intanto, vai con video, libri, musei, e operazioncine per l’ “enachment”. La triste realtà è che i genitori possono ben poco nello stimolare l’ intelligenza dei figli, sul lungo periodo gli illusori successi ottenuti svaniranno.
FELICITA’. Se voglio vedere mio figlio felice gli compro un gelato, cosa c’ è di più facile? E poi con un simpaticone come me ci si diverte sempre. Non c’ è niente di più facile che fare del proprio figlio una persona felice. Sbagliato: la felicità, l’ infelicità e l’ autostima futura non dico siano come la statura ma quasi.
SUCCESSO. I bambini sono circondati da genitori che nei giorni pari li invitano a seguire i loro sogni e nei giorni dispari li esortano a non stare perennemente con la testa tra le nuvole. Sembra che tutti vogliano ardentemente il loro successo, non si limitano ad aiutarli nei compiti, pianificano loro la vita nei dettagli! Dietro una vita di successo si suppone ci sia lo slancio di una famiglia coesa e determinata. Ebbene, gli studi sui gemelli dicono praticamente che se non è vero il contrario poco ci manca.
CARATTERE. Il genitore illuminato e illuminista tenta di consolarsi: “se non posso fare di lui un genio, almeno ne farò una persona equilibrata e onesta”. Pia illusione: empatia e coscienziosità sono tratti della personalità piuttosto rigidi, figuriamoci che nemmeno i futuri comportamenti criminali sembrano dipendere dall’ educazione inoculata.
VALORI. Qui si comincia a ragionare. Il padre milanista ha quasi sempre un figlio che sarà milanista per tutta la vita, e essere milanisti – cheché se ne dica - non è certo scritto nei geni. Religione, ideologia e fede politica funzionano un po’ come il tifo: c’ è margine per operare (anche se si rischia di trasmettere l’ etichetta senza un’ adeguata passione).
AMORE FILIALE. Genitori amorevoli e rispettosi saranno sempre ricambiati, per quanti siano gli errori fatti in buona fede.
cristo benedicente
Cranach il vecchio; Gesù benedicente i bambini
Arrivati alla fine consentitemi solo tre codine.
La prima chiusa è un avvertimento: al mondo non esistono mica solo i genitori e i geni. Quindi, una volta ridimensionato il determinismo educativo, evitiamo di fantasticare sul determinismo genetico, sarebbe da stolti. I geni ci spiegano al massimo un 50%, e il resto? Ognuno ci metta quel che crede, io, per esempio, ci metto la libertà: se i genitori contano meno del previsto questo è perché i loro figli sono persone essenzialmente libere.
La seconda chiusa è la preghiera del genitore consapevole:
… Signore, dammi l’ umiltà per accettare cio’ che non posso cambiare, il coraggio per cambiare cio’ che posso cambiare e la saggezza per distinguere tra le due cose…

Reinhold Niebuhr

E infine, un giudizio: a mio parere il libro è abbastanza convincente… e siccome ideas have consequences…

lunedì 25 luglio 2011

Perché la donna del XIX secolo era più libera.

#caplan  gilded age amish

Solo due avvertenze prima di leggere.
Primo: attenzione a distinguere ricchezza e libertà: un morto di fame paralizzato puo’ essere libero quanto un re assiso in trono.
Secondo: sarebbe assurdo dire che una libellula è più libera di una persona per il fatto di avere le ali. Natura e libertà non sono la stessa cosa. La natura ci condiziona senza limitare la nostra libertà.
Ad ogni modo, non so se Bryan Caplan riesca nel suo intento, di sicuro riesce a desacralizzare un concetto come quello di libertà. Operazione necessaria per intavolare un discorso rigoroso.
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Women are more than half the population.  If they're freer today than they were in the Gilded Age, we can truly say that most people in America are freer today than they were before the rise of the welfare state.  On reflection, though, this is a very big if.
Without a doubt, women lived much harder lives in 1880 than they do today.  So did men.  In those days, almost everyone endured long hours of back-breaking toil.  But of course the standard libertarian take on this is that while freedom causes prosperity in the long-run, prosperity and freedom aren't the same.
In what ways, then, were American women in 1880 less free than men?  Most non-libertarians will naturally answer that women couldn't vote.  But from a libertarian point of view, voting is at most instrumentally valuable.  Will Wilkinson seems aware of this when
he writes:
[W]omen in 1880 had almost no meaningful rights to political participation, ensuring that they were unable to demand recognition and protection of their basic liberty rights through the political system.
Yet the fact that women were unable to vote in defense of their "basic liberty rights" doesn't show that American political system denied them these rights.  Did it?  The main example that Will and others put forward is coverture.  Wikipedia's summary:
Under traditional English common law an adult unmarried woman was considered to have the legal status of feme sole, while a married woman had the status of feme covert...
A feme sole had the right to own property and make contracts in her own name. A feme covert was not recognized as having legal rights and obligations distinct from those of her husband in most respects. Instead, through marriage a woman's existence was incorporated into that of her husband, so that she had very few recognized individual rights of her own.
As it has been pithily expressed, husband and wife were one person as far as the law was concerned, and that person was the husband. A married woman could not own property, sign legal documents or enter into a contract, obtain an education against her husband's wishes, or keep a salary for herself. If a wife was permitted to work, under the laws of coverture she was required to relinquish her wages to her husband. In certain cases, a woman did not have individual legal liability for her misdeeds, since it was legally assumed that she was acting under the orders of her husband, and generally a husband and wife were not allowed to testify either for or against each other. Judges and lawyers referred to the overall principle as "coverture".
I'll admit that coverture doesn't sound like a very libertarian doctrine.  On reflection, however, matters are much more complicated than they seem.
1. Marriage was still voluntary.  From a libertarian standpoint, coverture would only have been a serious problem if parties were not legally allowed to write alternative marital agreements.  As far as I can tell, such alternatives
were legal:
One exception to the feme covert rule was in the instance of a prenuptial contract. All colonies accepted these contracts, but few couples signed them. Sometimes, parents of wealthy daughters insisted on a contract to keep family property in a trust for their daughter and her heirs (daughters had no control over trusted property, however). Widows often drew up prenuptial contracts before marrying again, but they had to obtain their new husband's consent in order to keep the property inherited from their first marriage through a contract.
2. Still, wasn't coverture a blatant attempt to "nudge" people in a patriarchal direction?  Maybe, but as Sunstein and Thaler often point out, there's got to be some default contract. The most libertarian option, of course, is separation of state and marriage, leaving the defaults up to private parties.  But the next most libertarian alternative, I think, is to defer to common definitions.  If by "marriage" most people mean "monogamous marriage," it's reasonable for monogamy to be the default rule.  If by "marriage" most people mean "a marriage where the wife needs her husband's permission to work," it's reasonable for that to be the default rule.
But did coverture capture how couples in the Gilded Age defined marriage?  I'm not sure, but it's actually pretty plausible.  Example: At the time, almost all married women kept house and raised children.  When a couple decided to marry, this sexual division of labor was probably what both of them had in mind.  For a women to work outside the home against her husband's will was probably almost as contrary to their mutual expectations as adultery.
3.  While it's tempting to dismiss pre-modern legal doctrines as blind sexism, it's often unfair.  As the economics of the family teaches us,
the traditional family made a lot of sense in traditional times.  In economies with primitive technology and big families, it makes perfect sense for men to specialize in strength-intensive market labor and women to specialize in housework and childcare - and for default rules to reflect this economic logic.
4.  Even if you think you can condemn coverture on libertarian grounds, the letter of the law rarely makes a difference in marriage.  In modern marriages, spouses can't legally "forbid" each other to take a job, but as a practical matter they still need each others' permission.  Husbands aren't legally required to hand over their earnings to their wives, but if a guy suddenly stops depositing his paycheck in their joint checking account, he can't avoid dire consequences by protesting, "I'm within my legal rights!"  Coverture might have made a difference in a few marriages - especially in the upper classes.  But it's hard to see how this legal doctrine could have done much to restrict 19th-century women's freedom.
I know that my qualified defense of coverture isn't going to make libertarians more popular with modern audiences.  Still, truth comes first.  Women of the Gilded Age were very poor compared to women today.  But from a libertarian standpoint, they were freer than they are on Sex and the City.

mercoledì 17 novembre 2010

Riflettere per anni

Parlando di Robin Hanson:

"... ancora secondo Robin, i soldi che le società avanzate spendono per l' assistenza sanitaria sono sprecati. Giacchè i medici uccidono tante persone quante ne salvano, vivremmo altrettanto a lungo anche senza di loro. Tutto questo sa un po' di follia ma il fatto è che i dati, oltre un certo livello, non mostrano alcuna correlazione, sia a livello internazionale che a livello nazionale, tra spesa sanitaria e aspettativa di vita...

... Bryan Caplan, altro mio amico e collega, la mette così: "Quando l' economista tipo mi illustra la sua ultima ricerca, la mia reazione standard è "Ah... forse". Poi l' accantono per sempre. Quando è Robin Hanson a illustrarmi la sua ultima ricerca, la mia reazione standard è: "No, impossibile". Poi ci rifletto per anni".


Tyler Cowen - No crac.

martedì 22 giugno 2010

Relax

Caplan sul WSJ:

Many find behavioral genetics depressing, but it's great news for parents and potential parents. If you think that your kids' future rests in your hands, you'll probably make many painful "investments"--and feel guilty that you didn't do more. Once you realize that your kids' future largely rests in their own hands, you can give yourself a guilt-free break. ...In fact, relaxing is better for the whole family. Riding your kids "for their own good" rarely pays off, and it may hurt how your children feel about you.

Father's Day is a time to reflect on whether you want to be a parent--or want to be a parent again. If you simply don't like kids, research has little to say to you. If however you're interested in kids, but scared of the sacrifices, research has two big lessons. First, parents' sacrifice is much smaller than it looks, and childless and single is far inferior to married with children. Second, parents' sacrifice is much larger than it has to be... Instead of trying to mold your children into perfect adults, you can safely kick back, relax and enjoy your journey together--and seriously consider adding another passenger.

sabato 19 giugno 2010

Relax

Caplan sul WSJ:

Many find behavioral genetics depressing, but it's great news for parents and potential parents. If you think that your kids' future rests in your hands, you'll probably make many painful "investments"--and feel guilty that you didn't do more. Once you realize that your kids' future largely rests in their own hands, you can give yourself a guilt-free break. ...In fact, relaxing is better for the whole family. Riding your kids "for their own good" rarely pays off, and it may hurt how your children feel about you.

Father's Day is a time to reflect on whether you want to be a parent--or want to be a parent again. If you simply don't like kids, research has little to say to you. If however you're interested in kids, but scared of the sacrifices, research has two big lessons. First, parents' sacrifice is much smaller than it looks, and childless and single is far inferior to married with children. Second, parents' sacrifice is much larger than it has to be... Instead of trying to mold your children into perfect adults, you can safely kick back, relax and enjoy your journey together--and seriously consider adding another passenger.

giovedì 15 aprile 2010

Ssshhhh: cose che non si possono dire

Problema: le donne dell' Ottocento vivevano in un mondo più libero di quello d' oggi?

Prima di rispondere è bene tenere a mente che "ricchezza" e "libertà" sono concetti da non mischiare indebitamente.

E' d' uopo, poi, appuntarsi anche questo:

1. prima: meno tasse;

2. prima: meno regole;

3. prima: no voto. Ok, ma forse è irrilevante: il voto serve per liberarsi, se le donne erano più libere prima cio' significa che il diritto di voto sarà anche un valore, ma non serve la causa della libertà.

4. prima: marito capo-famiglia. Anche questo forse è irrilevante: il matrimonio era pur sempre volontario e il patriarcato solo un default; un default deve pur esserci.

Cosa resta da aggiungere? Ah, sì: parecchie leggi all' apparenza oppressive a quanto pare non opprimevano granchè vista la loro difficile applicazione; per lo stesso motivo parecchie leggi permissive di oggi non permettono un granchè.

Ricordo solo che proibire cio' che non farei non limita di molto la mia libertà.

formalizziamo queste ultime considerazioni attaccandoci il punto cinque:

5. Le leggi irrilevanti non contano.

E la pressione del giudizio sociale, dove la mettiamo? La buttiamo via: avere un' idea sulle cose non diminuisce il grado di libertà sociale. La "mentalità" non conta in questa sede (vedi bottom line).

Sembrerebbe proprio che le donnine di Sex and the City stiano giocando in una gabbietta più angusta rispetto a quella che limitava l' agire delle loro trisavole.

Vale anche la pena di ricordare che il mondo delle trisavole ha prodotto il mondo di "S&C", mentre il mondo di "S&C" ha prodotto... vedremo.

link dei link

Bottom line: ... the idea that we should discount voluntary choices in other cultures more than in ours because of their supposed cultural brainwashing is pretty arrogant...

Veramente concludere come ho concluso è piuttosto azzardato ma della conclusione, sorpresa!, in questo caso non m' interessa granchè, il mio vero obiettivo era un altro: non sopporto chi fa della libertà uno stendardo da alzare a priori. Questa voglia di essere dalla parte della libertà inquina la discussione!

C' è addirittura chi si dipinge un "mondo perfetto", una "situazione ideale", per poi concludere: "ecco, quello è un mondo libero".

Per costoro la libertà coincide con il "bene a prescindere" e per definirla devono raffigurarsi per l' appunto codesto "bene".

All' apparenza litigano tra loro per stabilire cosa sia la "libertà", non si accorgono che invece stanno litigando solo per definire cosa sia il "bene".

Il buon senso, in questi casi, indicherebbe come preferibile il percorso esattamente opposto: prima definisci la "libertà", caro mio, e poi giudica se per te è un "bene" e fino a che punto.

In questo modo, per esempio, sarebbe legittimo dire che le donne dell' Ottocento erano più libere ma, siccome la libertà stressa, la situazione attuale è di gran lunga più rilassante per tutti.

Scommetto che l' orecchio di molti in un' affermazione del genere percepirebbe una nota stonata al di là di ogni merito.

martedì 16 marzo 2010

Strani abbracci

Uno strano abbraccio avvinghia l' Etica e l' Efficienza.

Il guaio dell' utilitarismo è che non è mai utile... per tutti. Altrimenti chiuderemmo baracca & burattini.

La cosa sembra chiara. Servono davvero degli esempi? Pesco dal mazzo: abolire il comunismo in Nord Corea sarebbe bello ed efficiente. Ma non per Kim Jong-Il.

Tappo la falla inventandomi un "feliciometro", ma i feliciometri non funzionano mai. La falla si allarga e la barca dell' utilitarsmo affonda.

Come confrontare il segno meno di Dittatore & Scagnozzi, con il segno più del Coreano medio? Pantano generale.

E qui la morale entra in ballo... se non volete che entri in ballo l' irrazionalità.

Prsento i miei due articoli di fede in merito: 1. i "feliciometri" più prudenti, dovrebbero confermare l' intuizione etica (amen!); 2. se l' efficientismo è pieno di limiti, l' etica è piena di dogmi, si discute poco da quelle parti; l' utilitarismo, al contrario, pur non arrivando a niente, alimenta lo scambio e il cambio di idee, cerchiamo quindi di gettare solo l' acqua sporca.

Da notare che chi sottoscrive il primo articolo, corre spedito a firmare in calce al secondo. Purchè i puntini vengano messi sulle i. Chi nicchia sul primo, raggela tremebondo di fronte al secondo.

Mi sembra comunque l' accrocco migliore per far convivere questi due vicini tanto litigiosi quanto preziosi per animare la vita del nostro piccolo e meraviglioso condominio.



link

P.S. A proposito, vedo che il buon berlic ogni tanto butta l' occhio dalle nostre parti e mi affretto a consigliare il suo blog. Ricordo che il post a cui si aggancia il presente mi fu ispirato da un piccolo scambio con lui. Mi sembrava giusto integrare il tutto con un match tra pesi massimi.

giovedì 28 gennaio 2010

Fede cieca

Scrivendo questo rigo ho in mente una cosa da dire.

No! Dice il matrerialista bloccandomi: tu non hai in mente proprio nulla, l' unica cosa che "hai" è un cervello che "formicola" in un certo modo stando rinsaldato nella sua scatola cranica. Tutto lì, il resto è illusione.

Ok, ho un cervello che frizza nella sua scatola cranica, questo lo so. Però, oltre al cervello, caro materialista, ti assicuro che avevo anche in mente qualcosa mentre scrivevo il rigo di cui sopra. Lo saprò, mica sono scemo. Lo so con una certezza che è almeno pari a quella con cui avvisto all' Osservatorio il transito delle comete.

Che avessi in mente qualcosa non devo dimostramelo, e spero di non doverlo dimostrare nemmeno a te, poichè è l' unica cosa certa in questo caos. Da lì, semmai, devo partire per capire meglio come stanno le cose in questo mondo.

Questi materialisti vè... mi sembra molto poco "scientifico" dire che la realtà debba coincidere con qualcosa che la nostra teoria (fisica o chimica) riesce a spiegare adeguatamente.

Non c' è un bel po' di dogmatismo in tutto cio'? Un dogmatismo che rasenta la cecità.

E' quel particolare dogmatismo a cui alludeva Bergson quando diceva: "la fede cieca non sposta le Montagne, la fede cieca non vede nemmeno che ci sono delle montagne da spostare".

link



p.s. ecco una metafora felice: la mente è un astronauta, il cervello è la sua astronave.

martedì 14 luglio 2009

Laurea insensata

Il fatto che molti proseguano gli studi costituisce uno spreco di energie e di risorse per le nostre società?

Per la maggior parte delle persone il problema non si pone, un solido pregiudizio parla per loro: no! E' semmai vero il contrario.

Qualcuno approfondisce e giunge al "no" canonico con buoni argomenti.

Ma molti cominciano a sussurrare di sì!

Beninteso, parliamo di istruzione superiore: intraprenderla rende allo studente in termini di compensi (college premium)- specie all' estero - ma rende ben poco in termini di produttività. La società non trae vantaggi dalla massa di "laureati". I fatti parlano chiaro, la preparazione di chi lavora difficilmente puo' dirsi un frutto degli anni dedicati allo studio.

Il fatto è che "studiare" serve per farsi un' "immagine" più che per coltivare le proprie competenze. Insomma, frequentare certi corsi "fa figo", come indossare certe griffe. Anche la ditta imbottita di laureati e "masterizzati" strapagati la si spiega solo pensandola intenta a coltivare il proprio look. L' alternativa è che siamo di fronte a degli stupidi che buttano i loro soldi.

Gran parte dei nostri "universitari" potrebbe essere immediatamente dirottata senza danno nel mondo del lavoro. Detto sottovoce: sono anche individuabili abbastanza facilmente e senza grandi costi (a 16 anni IQ e test psicometrici sono ottimi predittori del futuro di questi ragazzi).

La mia esperienza è abbastanza conforme a quanto detto: nella sostanza le mie competenze e la mia intelligenza sarebbero le stesse anche senza nessun studio superiore. Volendo essere meno drastici diciamo che tutto si sarebbe potuto ridurre a qualche mese di frequenza. Eppure sono i miei titoli a garantirmi certe entrate. C' è anche un minimo di deferenza se sciorino il mio curriculum. Mi chiedo solo perchè gli altri abbiano dovuto pagare la mia Università solo per consentirmi oggi di avere un po' più di autostima e di indossare un "abito" più elegante.

P.S. Teorie alternative: Università come agenzia matrimoniale, Università come indottrinamento. Università come marchio.
P.S. link
P.S. contro la "visione romantica" di katz e Goldin.