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mercoledì 10 luglio 2019

VIETATO GIOCARE

VIETATO GIOCARE

Oggi non vogliamo deferenza anche perché non vogliamo distanza, ma il più possibile vicinanza, contiguità. Non facciamo altro che “abbattere le distanze”. Ci fa sentire più uniti, più fratelli.  Una donna, di fronte alla cavalleria di un uomo, oggi potrebbe sentirsi offesa. La democrazia ha concepito la deferenza come una forma di servilismo. Non c’è qualcosa di degradante, o di servile, nel mostrare deferenza verso un altro essere umano? Non siamo sostanzialmente tutti uguali? Non accade spesso che molti personaggi altolocati non ci siano affatto superiori per saggezza, sapere o competenza? La deferenza si potrebbe estendere al concetto di saper stare al proprio posto e saper stare al proprio posto è diventato un problema nel momento in cui la società è ormai sempre meno un insieme di posti.

L'unico luogo in cui si tollerano ancora le distanze (e quindi l'omaggio a chi ci è superiore) è il gioco, ovvero lo sport. Nel calcio le differenze nette sono un pre-requisito, maglie troppo simili vanno cambiate, occorre rimarcare la distanza. Nello sport, vincente e perdente stanno su gradini diversi, ricevono medaglie di metallo diverso, il ruolo della fortuna è ben tollerato e chi sta dietro rende omaggio a chi sta davanti.

Sarà per questo che il liberale - sEcondo Minogue - ha un'intollerabile CONCEZIONE LUDICA della società?

http://www.fondazionehume.it/societa/riflessioni-su-deferenza-e-rispetto/