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sabato 16 marzo 2019

Ricchi e cammelli LINK

"È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli". Può offrire la sua interpretazione di questo passaggio?
Ricevo questa domanda più di ogni altra singola domanda e chiedo sempre a chi me la fa se sa come finisce il dialogo nel vangelo. Quando Gesù dice questa frase ai suoi discepoli, loro rispondono chiedendo: "Allora chi può entrare nel regno di Dio?" E Gesù dice: "All’uomo è impossibile. Ma non a Dio. A Dio tutte le cose sono possibili". Il pericolo della ricchezza è il pericolo dell’opportunità e della libertà; come le nostre opportunità, le nostre opzioni e la nostra libertà si espandono, così la possibilità di usarle e potremmo optare per le cose sbagliate o usare la nostra libertà per ciò che ci distrugge, piuttosto che per ciò che ci dà la vita. Questa non è una condanna della ricchezza o della prosperità, come dimostra chiaramente l'insegnamento costante della Chiesa. Sant'Agostino ha riassunto bene quando ha detto: "Lazzaro non era nel seno di Abramo perché era povero, ma perché era umile. E il ricco non era nelle fiamme dell'inferno perché era ricco, ma perché era orgoglioso".

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martedì 8 maggio 2018

LA PARABOLA DEL GIOVANE RICCO

LA PARABOLA DEL GIOVANE RICCO
Immaginatevi una parabola in cui un padre devoto e marito fedele mandi all’aria la sua famiglia perdendo la testa per una giovane e bellissima donna. Potreste mai interpretarla come un attacco diretto a bellezza e giovinezza? Io direi di no, al limite come un'avvertenza a trattare in modo accorto questi preziosi doni di Dio: chi la racconta potrebbe continuare a credere, faccio un esempio estremo, nel fatto che "la bellezza salverà il mondo", a rigor di logica non c'è contraddizione. Eppure molti interpretano alcune parabole evangeliche analoghe come attacchi diretti alla ricchezza materiale degli uomini. La più esplicita in merito è quella del "giovane ricco", ve la ricordate? Quella in cui un tale (notoriamente ricco) si avvicinò a Gesù chiedendo cosa dovesse fare di buono per guadagnare la vita eterna. La risposta perentoria: “va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo…”, dopodiché il Maestro continua proferendo il noto anatema: “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Solo due osservazioni prima di arrivare al sodo. Primo: Gesù chiede di “vendere” i beni, il che significa comunque che resteranno NEL circuito della proprietà privata. Secondo: Gesù chiede un trasferimento cash ai poveri, evidentemente non ha alcuna fiducia nelle capacità delle organizzazioni caritative di occuparsi degli indigenti. Sia come sia la parabola resta per tutti l’epitome di una condanna alla ricchezza umana. Tuttavia, sappiamo che la ricchezza nutre le tentazioni, forse è per questo che per un ricco entrare in Paradiso resta un’ impresa, forse Gesù non vuole pronunciare condanne apodittiche ma solo metterci in guardia dai pericoli che sprigionano alcuni suoi doni preziosi. Se fosse così si instaurerebbe un parallelismo tra la “bellezza” oggetto della prima parabola e la “ricchezza” oggetto della seconda: non condanna diretta ma avvertenza sui rischi che comporta interagire con bellezza e ricchezza. Gesù non condanna – come un socialista qualsiasi – l’arricchimento, non lo ritiene fondato sullo “sfruttamento” del prossimo, anzi, in altre parabole (per esempio quella dei talenti) lo raccomanda, i problemi nascono semmai dopo, una volta che la ricchezza è nelle nostre mani ed esercita le sue tentazioni. In nessuna occasione si dice che la ricchezza sia malvagia di per sé: come si potrebbe del resto raccomandare l’arricchimento (parabola dei talenti) e poi dannare i ricchi (parabola del giovane ricco)? L’unico modo per coordinare i due insegnamenti consiste nel far passare, magari attraverso iperboli, un messaggio del tipo: “sfrutta i tuoi talenti, arricchisciti pure ma poi usa la tua ricchezza in modo oculato senza cadere nelle tentazioni con cui necessariamente ti alletterà”.
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Questo non è un libro sulla religione, ma un saggio di economia che si basa sui Vangeli. Mentre molti hanno trovato nel Nuovo Testamento una giustificazione di natura morale al socialismo e all'intervento dello Stato, Charles Gave accosta i testi sacri per mettere in risalto il messaggio di ...

mercoledì 10 novembre 2010

Meditazioni libertarie sul Vangelo del 14.11.2010

Vangelo secondo Matteo 24, 1-31

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, “il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze dei cieli saranno sconvolte”. Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli».

Il Vangelo ci parla della fine del mondo. E rilevante sapere quando avverrà?

Non è rilevante, è decisivo per accordare la nostra etica su quell' orizzonte: mentre alcuni precetti sono inamovibili, altri, essenziali per specificare i comportamenti concreti, ricevono l' influsso della circostanza.

Conoscere il tempo che abbiamo di fronte è una circostanza decisiva per il Cattolico ragionevole.

Facciamo un esempio: Padre Tosato dice che la condanna della ricchezza nei Vangeli va interpretata avendo presente la rischiosità dell' impresa di coloro che venivano "chiamati" ad annunciare Cristo.

Per chi dovrà sacrificarsi domani, è irrazionale investire a lungo termine. Ma la cosa diventa invece auspicabile e raccomandabile per chi gode di una maggiore speranza di vita.

Gesù sembra metterci in guardia dai falsi profeti che annunciano l' imminente fine dei tempi: non diamo dunque loro retta e contribuiamo, da cristiani, a costruire una società in grado di produrre ricchezza e benessere nei tempi a venire; lo spiritualismo, il pauperismo e l' idolatria della miseria materiale sono insensatezze in cui cade chi ascolta la sirena di questi ingannattori.

Sulla costruzione di una società del genere il Libertario ha qualcosa da dire al Cattolico.