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giovedì 16 febbraio 2023

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lunedì 9 gennaio 2023

 Un argomento a difesa del complottismo.


C'è un'intelligenza del cervello e una del corpo, la seconda serve a risparmiare energie cognitive e a favorire l'autoinganno, entrambe funzioni decisive per la salute mentale del soggetto. Quando i complottisti alludono a certe pratiche ne parlano come se fossero progetti in cui colludono intelligenze del cervello, il che suona decisamente assurdo. Se, al contrario, le considerassimo progetti orditi dall'intelligenza dei corpi sarebbero molto più plausibili.

giovedì 21 novembre 2019

QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI

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QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI
La ricetta liberale contro i fake è semplice: così come la stampa ideologizzata si combatte con altra stampa ideologizzata, le fake news si combattono con le fake news.
Niente censure.
Ma funziona? Qui, oltre a ripetere i Sacri Principi, ho un'esperienza di prima mano.
Da adolescente, per un po' mi sono appassionato alla pseudo-storia. Ciò che mi ha sbalzato fuori da questo ambito non è stato certo il puntiglio e la sobrietà dei frigidi storici accademici, gente che si mettevano a testa bassa per sfatare complotti e illuminare i pseudo-misteri dei simpaticissimi "visionari". Questi impolverati soloni mi sembravano più che altro dediti alla difesa di una loro riserva, corrispondevano perfettamente al ritrattino antipatizzante fatto dai "creativi". No, la loro acribia non ebbe alcun effetto su di me. Fu invece decisiva la moltiplicazione di pseudo-storie reciprocamente esclusive che alle mie orecchie ingenue suonavano tutte ugualmente plausibili: le Piramidi non potevano essere costruite da Atlantidei, Lemuriani e talpe allo stesso tempo! A quel punto sono stato in grado di fermarmi, rilassarmi, mettere tutto meglio a fuoco e rendermi conto che c'era qualcosa di sbagliato nei miei processi mentali, qualcosa su cui lavoro ancora oltre 30 anni dopo.
QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PQUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI

mercoledì 25 settembre 2019

PERCHE' NON CREDO AI COMPLOTTISTI

PERCHE' NON CREDO AI COMPLOTTISTI

IMO: il complottismo serve per lo più a demonizzare l'avversario, che a sua volta serve ad evitare lo sforzo cognitivo di mettere in discussione le proprie certezze.

Davanti a una tesi complottista ho almeno due problemi: 1) la natura umana non sarà morale ma non è nemmeno perversa come la descrive il complottista standard (pensate a che razza di merda umana dovrebbe essere un Presidente che uccide migliaia di connazionali civili abbattendo di proposito le torri gemelle) e 2) l'uomo ha una tale passione per le storie eccitanti che le menti più visionarie finiscono per raccontarsele appena possono.

Questo non significa che le cospirazioni non esistano, in genere però le riconosci perché hanno questi requisiti: 1) sono storie banali, 2) mirano ad obbiettivi approvati apertamente da molti se non dalla maggioranza dei cittadini (pensiamo all'intervento della CIA nel Cile alla deriva causa Allende), 3) sono innescate dall'ideologia più che dall'interesse, quest'ultimo ai sotterfugi preferisce altre vie più trasparenti.

venerdì 26 luglio 2019

IL COMPLOTTISTA SOFISTICATO: BIBBIANO E LA JUVE.

IL COMPLOTTISTA SOFISTICATO: BIBBIANO E LA JUVE.
Ecco, anche a voi questo articolo suona ambiguo?
Quel che non si capisce è quel che più conta: c’è un manipolatore o se si è solo sfruttata un’occasione propizia.
Voglio dire, è ben diverso trovare 100 euro sul marciapiede oppure stamparne uno falso! Nessuno puo’ rimproverare chi raccoglie la banconota mentre merita la nostra condanna chi la fabbrica.
La cosa mi ricorda i tanti lunedì sera in compagnia del moviolone. Il refrain di fondo è sempre lo stesso, tutti a dire: “la Juve è stata favorita dall’arbitro ma non credo alla malafede di quest’ultimo, altrimenti non seguirei più il campionato”. Al che tu pensi: se l’arbitro non è in malafede allora la Juve è stata solo fortunata, un po’ come chi segna anzichè prendere un palo. Eppure è chiaro che quando si analizza un episodio arbitrale dubbio si ha un atteggiamento mentale completamente diverso rispetto a quando si registra la cronaca di un’azione terminata con un palo. I commentatori anti-juve negano a parole quello che non potrebbero provare (la malafede) ma lo affermano con il loro atteggiamento animoso! Insomma, è una forma di complottismo sofisticato.

mercoledì 16 gennaio 2019

GOMBLODDO

GOMBLODDO

Abbiamo un problema: ipotesi anche ragionevoli vengono ormai liquidate come “cospiratorie”.
Tutto quel che non ci piace lo indichiamo al pubblico ludibrio gridando divertiti: “gomloddo!!!”.
L’argomento contro le teorie cospiratorie è noto: non puoi gestire in segreto una vasta organizzazione.
Detto questo, si capisce come non possiamo parlare di “complotto” quando sono coinvolte poche persone.
Difficile parlarne anche quando sono coinvolte associazioni segrete per statuto: i servizi segreti non ordiscono complotti, fanno il loro lavoro. Se la CIA manomette le elezioni all’estero fa solo il suo lavoro. Diversa, per esempio, l’ipotesi per cui la CIA abbia manomesso le elezioni americane: questa sì che un’ipotesi “complottarda” poiché implica una cospirazione all’interno della CIA stessa.
Ma c’è di più: la cultura è il mezzo più efficace per coordinare l’azione di molte persone. Esempio, il gruppo Alfa è interessato ad ottenere X. Come procedere? Se gli Alfa fossero ladri pianificherebbero un furto (complotto), ma su larga scala esistono modi di procedere molto diversi. Di solito ci si inventa un “diritto a X”, ci si autoconvince di avere il “diritto a X”, si diffonde la cultura del “diritto degli Alfa a X” e ben presto, se tutto va liscio, si otterrà X. E’ una dinamica comunemente seguita che non definirei certo “complotto del gruppo Alfa”. Esempio: come puo’ chi ha meno ottenere le ricchezze di chi ha di più? Ci si inventano dei diritti sulla base dei quali combattere le diseguaglianze attraverso la “ridistribuzione”. Detto questo, non esiste un complotto dei poveri ai danni dei ricchi ma solo un coordinamento delle forze sociali attraverso la cultura e l’autoinganno. Se gli impiegati statali sono tutti statalisti non è perché sotto c’è un complotto, piuttosto sono accomunati da interessi che nel tempo so coagulano in “cultura statalista”.
Eviterei allora di parlare di complotto quando i gruppi accusati esprimono interessi comuni e/o una cultura comune.

Penso alla lobby gay o a quella gender. 

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venerdì 14 settembre 2018

PERCHE’ CI PIACCIONO TANTO I COMPLOTTI?

PERCHE’ CI PIACCIONO TANTO I COMPLOTTI?
Per lo stesso motivo per cui ci piacciono i pettegolezzi: la nostra mente è evoluta come fosse un radar che identifica la presenza di minacce cosicché attribuiamo più competenza a chi ci racconta storie che contengono minacce.
YALEBOOKS.YALE.EDU
Minds Make Societies How Cognition Explains the World Humans Create Pascal Boyer View Inside Price: $30.00 Buy Amazon Barnes & Noble IndieBound Indigo Powell's Yale May 8, 2018 376 pages, 6 1/8 x 9 1/4 20 b/w illus.ISBN: 9780300223453 Hardcover Description Reviews   A watershed book that masterful...

Perché ci piacciono tanto i complotti e i pettegolezzi

Risponde Pascal boyer

people find the authors of descriptive texts, for example, about a computer program or a hiking trip, more competent and knowledgeable if the texts include threat-related information.

The mechanism is this: We have evolved to detect threats. We have evolved to learn about threats from other people. Therefore, we have evolved to ascribe expertise to people who describe threats.

Hence, rumors and conspiracy theories

Pascal Boyer looks like the winner http://www.arnoldkling.com/blog/pascal-boyer-looks-like-the-winner/

lunedì 10 settembre 2018

QUANDO IL COMPLOTTISMO E’ DA PRENDERE SUL SERIO?

QUANDO IL COMPLOTTISMO E’ DA PRENDERE SUL SERIO?
Scarta le teorie complottiste basate su testimonianze, specie se isolate. Roba tipo UFO e simili.
Scarta le teorie in cui compaiono confessioni in punto di morte.
Scarta le teorie imbastite su eventi banali (se Soros finanzia delle ONG che professano certi valori probabilmente non c’è dietro un “complotto” per rovesciare le sorti della storia ma solo il fatto che Soros condivide quei valori). Se poi dei ricconi si incontrano facendo degli auspici non c’è dietro un complotto ma un’attività normale tra persone che hanno interessi comuni e sono tra loro ben connesse.
Scarta le teorie che rientrano più nel campo dell’ “esoterismo” che del “complottismo”, per esempio: non è un complotto che impedisce emergano con chiarezza certe realtà legate alla differenza tra razze o tra sessi, è semplicemente l’idea che potrebbero essere male interpretate dal “popolo” a danno della comunità.
Il complottismo va preso sul serio di fronte ad eventi che dovrebbero avere una spiegazione semplice ma che non ce l’hanno: avete presente Ustica? Oppure la sparizione di alcuni aerei come il volo 370 della Malaysia Airlines?
Un altro complottismo da non sottovalutare è quello che coinvolge poche persone che possono intervenire direttamente e che hanno una grande convenienza immediata a che le cose vadano in un certo modo. Esempio: eventi sportivi in cui si scommette forte, oppure elusione di alcune regole (il caso dei software Volkswagen).

lunedì 3 settembre 2018

SUPERSTIZIONI POPOLARI IN ECONOMIA

SUPERSTIZIONI POPOLARI IN ECONOMIA
Esempi.
1) Se qualcuno ci guadagna, qualcun altro perde.
2) Gli immigrati ci rubano il lavoro… e abusano del welfare.
4) Il welfare è doveroso… e incoraggia gli scrocconi.
5) Il mercato disgrega il tessuto sociale.
6) Il profitto personale è una minaccia per il benessere di tutti.
7) Il lavoro è la fonte del valore.
8) Regolare i prezzi è facile.
9)...
Perché l’uomo della strada crede puntualmente a cose del genere? Ignoranza? Bias? Interesse? Qui una teoria alternativa.
PASCALBOYER.NET
 

Teoria: il nostro passato ci fa ragionare d'istinto in termini di comunità ristretta, un luogo dove lo straniero è traditore e il commercio affidabile solo se tenuto sempre con le stesse onorabili persone. Lo straniero e l'anonimia diventano sinonimo di tradimento, disgregazione sociale e prevaricazione

martedì 28 agosto 2018

Quando credere ai complottisti

Vuoi scoprire le teorie del complotto che hanno qualche possibilità di essere vere? Comincio con le eliminare quelle che hanno testimoni isolate e poi fare lo stesso con le confessioni in punto di morte.

psychological research on self-deception and the literature on the unreliability of witness testimony suggest that our minds can talk us into believing all sorts of things happened that actually didn’t. So witnesses don’t sway me much...

Guarda agli eventi improbabili...

We might instead look for a very improbable series of events and decide there might be a conspiracy behind them. When I read about the disappearance of Malaysia Airlines Flight 370, the accounts boggle my mind ...

Alcune Teorie del complotto sono eventi banali raccontati in modo particolarmente drammatico avete in mente le musichette inquitanti della gabanelli?

Another set of candidates are claims that a semi-secret group actually is controlling the world, such as the Trilateral Commission was once believed to do. Yet the most plausible versions of these views simply boil down to wealthy, well-connected people having a lot of influence...

Lo sport È un settore dove le manipolazioni sono probabili...

It’s possible that the fixing of major sporting events might still be going on, and perhaps has been going on for a long time. If Volkswagen AG will doctor its emissions software, or Wells Fargo & Co. will create millions of phony accounts for profit, is it so implausible that a few major athletes -- or better yet referees -- throw games or at least influence the point spread, either for money or to neuter mob threats to their families?...





https://www.bloomberg.com/view/articles/2018-02-19/aliens-bigfoot-illuminati-do-conspiracy-theories-stand-up

venerdì 15 giugno 2018

Populismo, Complottismo & Esoterismo saggio

Populismo, Complottismo & Esoterismo

Uno spettro si aggira per l’occidente: lo spettro del populismo. Per relazionarsi con lui in modo adeguato occorre conoscerlo, e magari di capire perché così spesso si accompagna a un fratellino all’apparenza tanto stravagante come il “complottismo”.
Il secchione voglioso di documentarsi a questo punto andrebbe in biblioteca (esistono ancora?) armato di una lista di libri e comincerebbe a compulsarli avidamente. Il furbetto indugerebbe: che noia la storia, chissà perché i libri degli storici sono sempre alti il doppio degli altri. Eppure, se vogliamo davvero imparare l’origine del populismo ci tocca leggerli, si tratta pur sempre di un fenomeno che quei logorroici studiosi sviscerano con destrezza. A prima vista non si puo’ che partire da lì. O no?
Forse no. Forse esistono delle scorciatoie“analitiche” che potrebbero risparmiarci la faticaccia e fornirci un attendibile ritrattino del “populista/complottista” tipo. Qui ne propongo una.
***
Qual è la capitale della Francia?
Parigi.
Bravo.
A quanto pare, almeno in geografia, esiste una conoscenza oggettiva – minimale ma oggettiva – che ci consente di distinguere “chi sa” da “chi non sa”. Tuttavia, la disciplina non è così arida come sembra, anche qui l’approfondimento origina su vari temi diatribe e  ipotesi speculative che si possono più o meno condividere, cio’ non significa che sia lecito mettere in dubbio l’oggettività di un sapere di base.
A quanto dista la terra dal sole?
Circa centocinquantamilioni di chilometri.
Bravino, ci sei quasi. Anche qui, con una cinquantina di domandine ben poste, possiamo formare diversi gruppi di persone sulla base della conoscenza oggettiva che hanno in materia di cosmo, anche se poi ci si divide su altro e ciascuno di questi soggetti elabora la sua congettura preferita sui primi istanti dell’universo.
A dir la verità, in tutte le materie, anche quelle più sfuggenti, è possibile fare un’operazione del genereisolando una conoscenza oggettiva da una conoscenza più speculativa e difficilmente misurabile. Qualche esempio di domandina basica indirettamente legata ai temi che infervorano il dibattito politico: il Pil nominale italiano degli ultimi 5 anni è stato superiore o inferiore all’ X%? Il memorandum d’intesa con la Libia è stato firmato dal governo X o dal governo Y? Il contributo dell’Italia all’ UE è superiore a X euro l’anno? La spesa per alunno nelle scuole secondarie italiane supera gli Z euro? L’inflazione degli ultimi 10 anni in Italia è stata inferiore al W%? In quale decennio la spesa pubblica italiana rispetto al PIL è scresciuta di più?: Settanta, Ottanta, Novanta o Zero? E in valore assoluto? E il debito? La missione italiana in Somalia comprendeva più o meno Tot unita? Quanti immigrati regolari ospitava il nostro paese nel 2015? Più o meno di Tot? Qual è la fertilità media in Italia nel 2010? Supera il tasso T? E in Svezia? e negli USA?… Termino qui l’elenco potenzialmente infinito perché penso che l’idea di conoscenza oggettiva sia ora sufficientemente chiaro.
Imbroccare alcune risposte è questione di fortuna, tuttavia, per la legge dei grandi numeri, se le domande cominciano a essere numerose, per ogni materia possiamo isolare i “conoscitori oggettivi” dagli “ignoranti oggettivi”.
In ogni area in cui il governo politico è chiamato ad operare (economia, ordine pubblico, relazioni internazionali…)  esiste quindi una conoscenza oggettiva verificabile sul campo che ci consente di formare almeno 3 gruppi omogenei: chi sa, chi sa poco e chi non sa praticamente nulla. ChiamiamoliG1, G2 e G3.
Quando dall’oggettività si passa poi alle preferenze soggettive scopriamo con sorpresa esistere una robusta correlazione tra il favore accordato ad alcune politiche specifiche e i tre gruppi. Non solo i gruppi sono uniformi a livello di conoscenza oggettiva ma anche a livello di preferenze di policy specifiche. Ogni gruppo caldeggia cioè certe soluzioni a certi problemi.
Mi permetto qualche esempio solo per far capire cio’ di cui parlo: chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva in tema di politica estera è nel complesso più “interventista”, chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva sui temi della società civile è più progressista, chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva del mondo economico è più liberista. Cio’ non esclude il fatto che molti progressisti, liberisti e interventisti siano dei crassi ignoranti vogliosi solo di affiliarsi e farsi vedere in compagnia di chi possiede una maggiore conoscenza oggettiva, oppure che siano solo dei conformisti che pendolano ora di qua ora di là a seconda di come tira il vento. Questo indebolisce l’ipotesi ma non la invalida.
Veniamo alla mia proposta: propongo di chiamare “populiste” quell’insieme di politiche associate di solito con G3. L’espediente empirico ci consentirebbe di eludere la pesantezza dell’indagine storica giungendo, alla fine, alle medesime conclusioni di fatto. Una serie di studiosi sono arrivati a questa conclusione: Larry Bartel, Philip Converse, Jeffrey Friedman, Bryan Caplan.
Anche se identificare il populismo come “politica degli ignoranti oggettivi” getta un’ombra su quella ricetta, non la squalifica a priori: conoscenza oggettiva e conoscenza intuitiva non sono la stessa roba e spesso quando si passa dalla descrizione all’azione l’intuito pesa più della conoscenza misurabile. Puo’ darsi infatti che l’ “oggettivamente ignorante” abbia poi buone intuizioni nella pratica, così come puo’ darsi che chi non abbia una chiara idea di quanto la terra disti dal sole elabori poi, almeno a livello intuitivo, una visione cosmologica assai più interessante rispetto a quella del pedante scolaretto che ha letto tutti i libri. Quante volte chi si è impegnato tanto a studiare i dati di base poi non riesce nemmeno a vedere che “il Re è nudo”.
Io – che sono un élitista – personalmente non lo penso, ma puo’ darsi
Ora che abbiamo definito il complottismo cerchiamo di capire perché alla demagogia si associa così spesso il complottismo. Anticipo la mia risposta: perché lo confonde con l’esoterismo. Ma procediamo con calma.
Qualcuno potrebbe far notare che il nostro cervello ama le storie. Cosa significa? Che abbiamo delle inclinazioni naturali per cui capiamo meglio le cose se vengono spiegate introducendo nel resoconto l’ “intenzione” anche quando non c’è. Per esempio, ad un bambino conviene dapprima spiegare il tramonto dicendo che il solo “vuole” scendere dall’apice del cielo e nascondersi dietro l’orizzonte. L’arida descrizione dello stato delle cose non attrae il nostro interesse, noi cerchiamo il “dramma” più che il meccanicismo: tendiamo a disinteressarci degli effetti collaterali e a concentrarci su cio’ che è “voluto”. Se i migranti ci assillano ai confini la cosa non puo’ essere la risultante casuale di una serie di forze irrelate che agiscono contemporaneamente nel medesimo campo, ci deve essere “qualcuno” che desidera proprio quell’assedio e trama per realizzarlo.
Ma torniamo ai tre gruppi G1, G2 e G3, ho assunto che il populista tipo sia oggettivamente ignorante ma non che sia uno stupido, probabilmente nutre dei sospetti che non sono campati in aria. In particolare ne ha 4:
1. sospetta di collocarsi in G3,
2. sospetta che chi si colloca in G1 sa che lui si colloca in G3,
3. sospetta che chi si colloca in G1 sia un élitista e ritenga pericolose le preferenze politiche di chi si colloca in G3 poiché sono le classiche preferenze dell’ oggettivamente ignorante,
4. sospetta che chi è in G1 non voglia mai dire esplicitamente che le politiche favorite da G3 siano pericolose in quanto frutto dell’ignoranza oggettiva.
I sospetti del populista sono fondati, l’ élite (che si colloca in G1) cerca sempre di limitare, per esempio,  la scelta democratica al fine di limitare i danni dell’ignoranza, d’altro canto la cosa non puo’ essere detta esplicitamente perché una larga parte dei cittadini si risentirebbe e la situazione precipiterebbe.
Questo “fare senza dire” in passato si chiamava “esoterismo, una pratica politica da sempre presente nella storia che l’illuminismo ha ripudiato ma solo a parole.
 Esoterismo, non complottismo. Il complottista intraprende un’azione nascosta per favorire la sua parte e danneggiare quella altrui, l’esoterista intraprende un’azione nascosta che – solo se rimane occulta – avvantaggerà alla fine tutti. L’azione esoterica ha successo solo se la si compie negandola. 
Tuttavia, questi silenzi abbinati al tentativo di limitare la democrazia  fanno nascere nel populista un sospetto complottista, specie se i buoni frutti tardano ad arrivare. In realtà non c’è alcun complotto, solo un sano esoterismo che cessa però di essere “sano” una volta che, non andando a buon fine, viene subodorato e denunciato come complotto.
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venerdì 2 febbraio 2018

La testa del complottista

Tendiamo a vedere colpevoli piuttosto che complessità.
Sembra che nelle analisi della crisi finanziaria questo difetto esploda.
Se la parola complessità non piace e non ci garantisce lo sfogo che cerchiamo, si usino pure le parole "stupidità" e "ignoranza". Ma per favore, lasciamo perdere l'avidità e i complotti.
“Clever, surprisingly fast-paced, and enlightening.” —ForbesMost new products fail. So do most businesses. And most of us, if we are honest, have experienced a major…
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