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giovedì 4 agosto 2016

La politica delle quote fomenta gli stereotipi

Non si puo’ lottare contro gli stereotipi di genere e contemporaneamente per le quote rosa perché la seconda battaglia neutralizza necessariamente la prima.
E’ una conclusione che conoscono bene negli USA dove da decenni si tenta inutilmente l’integrazione razziale nei college agendo su entrambi i fronti: linguaggio politically correct e affirmative action.
man
Bastano pochi passaggi (ciascuno dei quali confermati da una caterva di studi) per portare a galla la ferrea logica sottostante.
1) La psicologia vede lo stereotipo come uno strumento conoscitivo per lo più accurato che prende in considerazione solo le informazioni rilevanti per gli scopi della persona che lo coltiva, tanto è vero che la razza viene esclusa nei contesti in cui non dà alcuna informazione utile.
2) Tendiamo naturalmente a separare i diversi e a dividerci tra “noi” e “loro” ma questo sempre su una base fattuale di fondo che ci renda utile la separazione introdotta. La divisione si dissolve poi qualora esista un problema comune che si affronta meglio collaborando.
3) Le quote razziali nelle Università americane si ottengono di solito abbassando la difficoltà dei test d’ingresso per i neri (se lo standard fosse unico il SAT medio di un asiatico sarebbe di 80 punti superiore a quello di un bianco medio e di 200 punti superiore a quello di un nero medio, una differenza che si fa sentire).
4) E’ dimostrato che nelle università i legami sono più intensi tra studenti di pari profitto.
5) Considerato quanto detto, in particolare il tipo di selezione all’ingresso, è naturale che tenda a formarsi un gruppo di studenti neri marchiato da stereotipi negativi potenti (anche se silenziati). Il problema è che si tratterebbe di stereotipi giustificati razionalmente proprio dalla politica del doppio standard.
Un meccanismo perverso come questo è chiaramente all’opera anche da noi dove non abbiamo problemi con la razza ma piuttosto con il genere. Presentarsi come “la presidenta” o “la sindaca” implica in chi giudica uno scetticismo  di partenza più o meno conscio, non a caso le quote rosa in politica si stanno affermando anche da noi. Ma anche laddove le quote derivino da una pressione sociale più che da una legge, l’allarme suona forte. Come non pensare al mondo del giornalismo?

martedì 2 agosto 2016

Hard Truths About Race on Campus Jonathan Haidt and Lee Jussim

Notebook per
Hard Truths About Race on Campus
Jonathan Haidt and Lee Jussim
Citation (APA): Jussim, J. H. a. L. (2016). Hard Truths About Race on Campus [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
Hard Truths About Race on Campus By Jonathan Haidt and Lee Jussim
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
The president of Yale pledged to spend $ 50 million to increase faculty diversity
Nota - Posizione 15
DIVERSITÀ
Evidenzia (giallo) - Posizione 18
American colleges have been doing for decades: They demanded increased affirmative action, more diversity training, more funds to support scholarship and teaching about race and social justice.
Nota - Posizione 19
MORE AA
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
We are social psychologists who study the psychology of morality (Haidt) and the causes and consequences of prejudice and stereotypes (Jussim). As far as we can tell, the existing research literature suggests that such reforms will fail to achieve their stated aims of reducing discrimination and inequality.
Nota - Posizione 24
DESTINATE AL FALLIMENTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
A basic principle of psychology is that people pay more attention to information that predicts important outcomes in their lives. A key social factor that we human beings track is who is “us” and who is “them.”
Nota - Posizione 27
PRINCIPIO BASE
Nota - Posizione 27
NOI E LORO. STEREOTIPO E CONOSCENZA
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
None of this means that we are doomed to discriminate by race. A 2001 study by Robert Kurzban of the University of Pennsylvania and colleagues in the Proceedings of the National Academy of Sciences found that race was much less prominent in how people categorized each other when individuals also shared some other prominent social characteristic, like membership on a team.
Nota - Posizione 32
LA RAZZA CONTA?
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
A second principle of psychology is the power of cooperation. When groups face a common threat or challenge, it tends to dissolve enmity and create a mind-set of “one for all, all for one.”
Nota - Posizione 34
COOPERAZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
universities admit more black students and hire more black faculty.
Nota - Posizione 38
ORA
Evidenzia (giallo) - Posizione 48
affirmative action also involves using different admissions standards for applicants of different races, which automatically creates differences in academic readiness and achievement.
Nota - Posizione 49
STANDARD
Evidenzia (giallo) - Posizione 50
studies have found that Asian students enter with combined math/ verbal SAT scores on the order of 80 points higher than white students and 200 points higher than black students.
Nota - Posizione 51
ASIA EU AFRICA
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
People notice useful social cues, and one of the strongest causes of stereotypes is exposure to real group differences.
Nota - Posizione 55
GROUP DIFFERENCE
Evidenzia (giallo) - Posizione 57
This is likely to make racial gaps larger, which would strengthen the negative stereotypes that students of color find when they arrive on campus.
Nota - Posizione 58
STEREOTIPO SUI NERI
Evidenzia (giallo) - Posizione 59
A 2013 study by the economist Peter Arcidiacono of Duke University found that students tend to befriend those who are similar to themselves in academic achievement.
Nota - Posizione 60
L AMICO
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
If a school increases its affirmative-action efforts in ways that expand these gaps, it is likely to end up with more self-segregation and fewer cross-race friendships, and therefore with even stronger feelings of alienation among black students.
Nota - Posizione 62
EFFETTI NN INTENZIONAL

giovedì 17 dicembre 2015

They Dared to Report This

They Dared to Report This | askblog:



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The evidence suggests that racial preferences are so aggressive that reshuffling some African
American students to less-selective schools would improve some outcomes due to match effects dominating
quality effects

lunedì 23 novembre 2015

Private truths public lies di Timur Kuran

  • Totalitarismo sovietico: living in a lie
  • Ma in democrazia nn va molto meglio: libertá d espressione è solo formale
  • Nei college si condanna il maccartismo e si boicottano talune conferenze
  • Falsificazione preferenze: un buon tema x analisi interdisc
  • Cap1 cos è fp
  • Party: nn vedi l ora di andare ma fare una mossa è imprudente. Concerto: ti è piaciuto ma quando è finito un gran sollievo
  • Pf nn è una bugia. Pf attiene allo status
  • Pf nn è un autocensura. Pf è un concetto più ampio
  • Pf e ipocrisia.
  • Pf: reca sconforto in chi se ne serve
  • La pressione sociale ha un ruolo chiave.
  • Pf: ha conseguenze nn intenzionali per lo più dannose: inefficienze ignoranza...
  • Eretici e dissimulazione religiosa. I marrani.  A volte la dissimulazione è persono consentita: taqiya doctrine
  • Pf: una barriera sociale al cambiamento
  • Il velo nella turchia di ataturk
  • L outing degli omo: la comunitá gay si rompe. Ma quanti sono gli omo? 10/ o 1/?
  • Contro fp: voto segreto. Carriere programmate. Anonymous referee. Segreto politico.
  • Conseguenza: conformismo
  • Conseguenza: lento svanimento della p falsificata a lungo.
  • Social desaribility bias: preferenza pubblica. Il punto di svolta
  • Autoriproducibilitá dell op pubblica: conservatorismo. Staus quo bias. Stabilità politica.
  • Fp: impoverisce la ricerca sui soggetti tabu
  • Società chiusa: l ignoranza è più diffusa e persistente
  • Cap9 affirmative action
  • Politici col dito nagnato: più impegnati a capire come tira il vento
  • L opposizione ad aa era forte in privato ma debole in pubblico: nessuna marcia nessun boicottaggio
  • Chi si oppone a aa: razzista!
  • Risultato: risentimento verso i neri
  • Il risentimento ha fatto vincere i rep anche quando l elettorato si spostava a sinistra
  • Fallimento aa: introdotte x i neri poveri hanno avvantaggiato i benestanti alimentando il risentimento
  • Moynihan: le famiglie nere sono disgregate (x colpa del passato schiavista). Razzista che nn vuole toccare il sistema.
  • Nel frattempo i neri senza un padre sono raddoppiati. Quanto tempo sprecato.
  • Incidenti tra polizia e neri: l accusa di razzismo impedisce il dibattito
  • Coleman contro il busing: se la vide male
  • La critica aa: un monopolio dei neri cone thomas sowell: traditore
  • Leader neri: politiche fallimentari e continuamente rieletti. Anche a voto segreto: l alternativa si squalifica da sè
  • La spiega fp è un blaming the victim? No: evitare l isolamento sociale è un diritto
  • Cap14 lo spettro del razzismo
  • Tesi: il costo di aa è sconosciuto a causa di fp. Ci concentriamo sulla scuola
  • Reazione intellos ai fallimenti aa: come ai fallimenti sovietici
  • Le univ impegnate in aa: l orgoglio vince sui fallimenti ed ogni fallimento è oltrepassato con più aa.
  • I test culturalmente orientati. E gli asiatici
  • I dropout degli ammessi con doppio standard. Zombi la cui esistenza viene aottaciuta. Ansia e inquietudine tra i privilegiati
  • Il dibattito impossibile. Es: il peso di aa deve essere a carico anche degli asiatici?
  • Nei college fp è stata ufficializzata: le verità imbarazzanti sono bandite. Speech code
  • Razzismo alla rovescia: locali riservati ai neri
  • Etnomarematica contro l eurocentrismo
  • Il neomulticulti nn esalta l esorico si limita a censurate l occidentale
  • Quote in libreria nelle ricerche pubblicate negli studi su razza e genere
  • Merito e razza dell autore del lavoro nn possono essere dissociate
  • Cap15 RIVOLUZIONI IMPREVISTE
  • Iran 1978: la soglia del domino
  • Piccoli eventi grandi conseguenze. A volte basta una rivelazione
  • Conoscenza comune e semplice conoscenza
  • Contro Marx: il malcontento è secondario. Depressione e povertà nn fomentano le rivoluzioni è la conoscenza comune.
  • Meglio che il primo ribelle nn sia un pezzente. Crea più cc
  • Cap16 CADUTA COMUNISMO ECC
  • Gli esperti attoniti.
  • Tesi: le rivoluzioni nn sono prevedibili
  • A volte è la concessione a innescare l escalation. La mollezza do gorby fu decisiva
  • Riv francese: luigi 16 ignaro dei pericoli ma anche i filosofi.
  • Le truppe nn spararono sulla folla. Errore decisivo.
  • Il regime concesse e fu la fine
  • Iran: un isola di stabilità nel medio oriente
  • Russia 1917: solo teppismo di strada, all inizio. Se fosse stato più freddo sarebbero stati a casa.
  • Durante la rivoluzione getta la maschera il represso ma anche chi avrebbe accettato lo status quo
  • Dopo la riv parte sempre l indottrinamento. Si sa che molti fp
  • Importanza del leader per creare cc. Coscienza di classe.
  • Il riv è un imprenditore a caccia di domanda
  • L equilibrio nn è quello dell economia ma quello dell evoluzione
  • Economia: la natura nn fa salti. Nella realtà ne fa eccome.
  • Risultati inattesi: la norma. Contro il costruttivismo
  • Inefficienze croniche: dp è fonte di opportunismo e inefficienza occulta. Ma anche i cambiamenti nn ci garantiscono efficienza. L evoluzione è inefficiente in perenne balia di caso e contingenze.
continua

mercoledì 11 novembre 2015

Ever wonder why di Thomas Sowell

Ever wonder why di Thomas Sowell
  • Il bello dell economia: il soggettivismo
  • Due approcci: spiegare i fenomeni umani con circostanze esterne o con l interioritá
  • Guerre culturali: over confidence tipico degli esperti che pontificano fuori dalla loro disciplina.
  • Sacro vs trade off. L empirismo trascurato
  • Teagan e arafat. Xchè il nobel solo al primo. Guardiamo ai risultati.
  • Immigrazione: ne abbiamo bisogno? Dipende dal prezzo.
  • Gli immigrati nn sono tutti uguali. Le differenze nn sono stereotipi ma fatti.
  • L odio x gli economisti che ricordano: nessun pasto è gratis. Es. della sanitá: i prezzi non sono i costi, se si abbassano i prezzi significa solo che paga qualcun altro
  • I profitti enormi danno scandalo? Ci si ricordi quanto ci fanno risparmiare. privatizzazioni.
  • Il costo del no profit ricade su di noi: regolamentazione e processi facili.
  • Grande depressione. Roosvelt = hoover. E 1987 = 1929
  • Benefit have cost. Guardiamo l insieme o colpiremo i monopoli solo xchè abbassano i prezzi.
  • Perchè nn far pagare gli ambientalisti x i loro errori?
  • Sanità canadese: code e mercato nero. Uda: leader nell innovazione. Chi deve imitare chi?
  • Il bel grido: diamo ai poveri una casa e una cura medica. I guai cominciano quando si vuole agire aiutando SOLO i poveri esempio coi buoni. I poveri nn votano
  • nelle società moderne il ricco dovrebbe essere un bene pubblico
  • perché i poveri del terzo mondo fan di tutto per essere sfruttati dalle multinazionali? forse solo per il trascurabile fatto che hanno un salario doppio rispetto alle alternative?
  • e chi si batte per salari più umani?: fa volar via le multinazionali verso i paesi ricchi dove i lavoratori sono più produttivi.
  • minimum wage. hong kong lo ha introdotto: disoccupazione dal 2 all 8.
  • pensioni. perhé nn privatizzare? perché è rischioso? ma il breve termine è molto più rischioso del lungo. diciamo che il controllo sui milioni fa gola ai politici. l'inps non è meno rischiosa, è che i rischi vengono trasferiti su terzi.
  • quote. non hai assunto abbastanza neri? sei incriminabile per razzismo. assumi un nero perchè nero al fine di rientrare nelle quote? sei incriminabile perchè assumi in base alla razza. il paradiso degli avvocati.
  • i benefici della diversità nell'educazione? praticamente nulli
  • i neri usciti dalla povertà: quasi tutti prima del 60, ovvero dei diritti civili.
  • le donne al lavoro devono dire grazie alle femministe? no, i tempi non concordano. il lavoro femminile inizia in concomitanza di pillola (meno figli) e lavatrice (meno lavori domestici).
  • quote per i neri nell ivy league. un umiliazione servita a poco: gli standard di ammissione più bassi hanno creato solo 1 maggiori abbandoni tra gli studenti neri 2 emarginazione tra gli studenti bianchi.
  • gun control. armi. prof malcom: storia parallela di crimini e pistole in usa e gb. nessuna relazione.
  • gun control. di solito si comparano usa e gb. perché non comparare svizzera e germania? o perché non prendere israele finlandia. oppure le campagne usa con le città?
  • gli incidenti con armi diminuiscono all'aumentare delle armi
  • avere un arma è utile: chi non l'ha, soprattutto se resiste, viene ferito più frequentemente.
  • i difensori dei poveri sono sempre stati i ricchi. anche a parole: da engels e marx in poi.
  • tagliare la burocrazia serve ad alzare i salari: oggi nella pa abbiamo i peggiori anche per il poco che si puo' offrire loro.
  • sinistra: si credono pastori. niente di male se non volessero trasformarti in pecora.
  • la sinistra: un talento nei giochi di parole
  • media bias. il mito del giusto mezzo: la verità è dove la trovi non necessariamente in mezzo
  • charles murray: le conquiste dell'uomo. un libro disturbante per chi vorrebbe livellare tutte le diversità. le conquiste non sono distribuite in modo uniforme né nel tempo né nello spazio. 
  • chi fa e chi insegna: chiinsegna critica continuamente chi fa perchè non ha fatto abbastanza bene. imbarazzante.
  • la sicurezza: una specialità dell intellettuale critico perchè nulla è sicuro. se un vaccino salva 100 bambini 2 moriranno per quel vaccino. inoltre l intellettuale ha la chiacchiera più sciolta, questo crea danni.
  • corto circuito del multiculti: crea ghetti. crea trasmissione culturale deleteria. nel ghetto chi va bene a scuola è preso in giro.
  • l errore multiculti: le probabilità di riuscire non equivalgono alle opportunità. contano le abilità e soprattutto la cultura. il welfare impedisce di mutare le culture che spesso impediscono ai giovani neri di spiccare il volo.
  • autismo: ottenuta la diagnosi arrivano i sussidi. ecco spiegata l esplosione. ma ottenuta la diagnosi ecco che si viene precipitati in un mondo a parte che non ci farà mai progredire. nello spettro autistico molti potrebbero progredire.
  • perché i neri vanno male a scuola? perchè sono svantaggiati? sì, ma solo dalla loro cultura. gli asiatici vanno molto meglio perchè lavorano più duro. nelle scuole del ghetto dove si lavoro duro i risultati sono migliori. ci sono scuole nel ghetto con risultati sopra la media.
  • la scuola di oggi: creativa fornitrice di autostima e ricca di materie extracurriculari. e il sapere tradizionale? 
  • teaching to the test? un pericolo ma esiste veramente? non sembrerebbe vista l ignoranza delle nozione di base, quelle richieste nei test.
  • imparare scoprendo? perderemmo un potere che ha solo l uomo: trasmettere la propria cultura.
  • imparare scoprendo: da mao a dewey ai sovietici. ma noi abbiamo i sindacati: le dittature constatato il disastro c hanno messo poco a mettere da parte il marcio.
  • scuola e lavoro. il lavoro ci chiede specializzati se la scuola ci vuole universali l incontro non ci sarà mai.
  • un buon insegnante: una volta era quello che ti insegnava di più. magari in modo poco appariscente. oggi non è più così.
  • esperienza da insegnante: lo standard dei neri è molto migliore quando non gli vogliono regalare uno standard più basso.
  • affirmative action: chi la difende in pubblico la rinnega in privato. vuole accattivarsi stampa e filantropia
  • la cecoslovacchia post prima guerra mondiale: un caso di quote finito molto male
  • rosa parks rifiutò di cedere il posto e divenne un eroe. non avrebbe mai potuto farlo se il trasporto fosse stato privato: nessuno avrebbe potuto ordinarle di alzarsi da un posto che aveva pagato.
  • il voto dei neri va a sinistra. perchè? i neri vogliono i vouscher, la sinistra no. i neri vogliono case, la sinistra leggi ambientali. i neri vogliono meno crimini, la sinistra più tolleranza.
  • amy chua: la democrazia è pericolosa da esportare specie se una minoranza domina il mercato.
  • i neri non si facciano spaventare dal delta iq coi bianchi. differenze ancora più grandi si presentano con le generazioni precedenti.
  • i neri chiedono una massa critica nei campus. ma gli studi ci dicono che la massa critica induce disprezzo nell acting white. per la crema nera meglio ambire al contatto con la crema bianca.
  • cicerone ai ricchi: evita lo schiavo britannico è duro di comprendonio. probabilmente era vero. arrivara dalle tribu che viveva in modo molto diverso. i gap ci sono sempre stati
  • the bell curve. stop al discredito dell iq test. pensiamo a colmare il gap.
conclusione



venerdì 2 ottobre 2015

Bellezza paga (La): Tutti i vantaggi dell'essere attraenti di Daniel Hamermesh - affirmative action per i brutti

Bellezza paga (La): Tutti i vantaggi dell'essere attraenti di  Daniel Hamermesh - affirmative action per i brutti
  • Alan Greenspan discriminava esplicitamente in favore delle donne x trarre vantaggi sul mercato. È qs la via maestra, anche nel caso della bellezza.
  • Razza, colore, religione, sesso.E poi anche età e disabilità. Perchè nn anche la bruttezza?…
  • Chi danneggia la protezione dei brutti?…
  • Le affirmative action hanno funzionato? Boh. Di certo nn in modo evidente....
  • IMHO. Il vero mistero: ma xchè si pensa ad una tutela solo quando l'handicap si ripercuote in termini monetari? Che l'handicap abbia comunque un effetto spiacevole indipendentemente da questi effetti è chiaro a tutti. e allora? La risposta + plausibile: abbiamo bisogno di giustificare moralmente una predazione. La bellezza nn si può predare, il patrimonio sì quindi noi non sentiamo una spinta a compensare gli svantaggi del primo tipo.
continua

mercoledì 8 luglio 2015

Un buon argomento per le quote rosa


Un buon argomento sessista in favore delle quote rosa:
  1. E' giusto aiutare i più sfortunati;
  2. Nascere donna è una sfortuna (talento, abilità, motivazioni...);
  3. Dire che "nascere donna è una sfortuna" alimenta gli stereotipi per cui non è possibile una ridistribuzione esplicita del reddito dagli uomini alle donne;
  4. Non restano che ricorrere a trasferimenti mascherati come, per esempio, le quote rosa.

giovedì 16 aprile 2015

L' importanza del Patriarcato

Perché le femministe insistono tanto sulla teoria del Patriarcato? Eppure, per molte loro istanze, non sembrerebbe necessario supportare una teoria a prima vista tanto lacunosa!

In genere la "teoria del Patriarcato" serve come argomento a sostegno della politica delle "quote rosa".

A chi obietta che le "quota rosa" siano una discriminazione al contrario si puo' rispondere che, in ogni caso, non è una discriminazione oppressiva. Solo le discriminazioni inserite in un sistema oppressivo che tende a subordinare un gruppo sociale sono condannabili.

La cosa salta agli occhi quando notiamo che in fondo noi discriminiamo ogni giorno i soggetti con cui ci relazioniamo senza commettere alcun obbrobrio morale.

Per le femministe le discriminazioni subite dalle donne in passato, contrariamente alla discriminazione perpetrata attraverso le quote rosa, avevano natura oppressiva ma è chiaro per poter sostenere una cosa del genere è necessario una teoria come quella del Patriarcato.

mercoledì 15 aprile 2015

A chi presentare il conto della discriminazione?

Oggi l' affirmative action concentrerebbe i costi sui maschi in cerca di lavoro anziché su quelli che già lavorano. Ironia della sorte, se esiste una discriminazione, questa è perpetrata dai maschi che già lavorano, bisognerebbe quindi spostare i costi su questa categoria se si vuole evitare una "discriminazione invidiosa" dei maschi in cerca di lavoro. Perché non lo si fa? Forse la logica dell' affirmative action è così debole che non reggerebbe ad un reale attacco portato da una categoria organizzata come quella dei maschi che lavorano.

giovedì 20 novembre 2014

Quote

Il miglior argomento a favore: sono un risarcimento per i danni ricevuti dalla storia.

Problema 1: come giudicare l' esistenza del danno?

Problema 2: come accertare il colpevole e la vittima?

1. L' azione di governo impegna a risarcire? Spesso sì, ma solo quando il governo viola la legge che era tenuto ad osservare all' epoca. Anche la legge di un governo schiavista era pur sempre una legge.

2. L' azione di risarcimento è un' azione civile: vanno esattamente individuati vittime e carnefici. Risarcendo con le quopte questo genere di accertamenti viene completamente trascurato.

Puo' darsi che le quote siano un risarcimento morale. Ma lo stato è un soggetto morale? In questo caso potremmo parlare di stato etico.

giovedì 30 giugno 2011

Libertarianism: affirmative action

Le politiche contro la discriminazione degenerano inevitabilmente in “affirmative action”, non è infatti possibile applicare il comandamento: non discriminate!

Solo che l’ affirmative action ha dei costi suoi propri:

1. penalizza i soggetti migliori;

2. penalizza in particolare i soggetti migliori che appartengono alle minoranze;

3. fomenta il risentimento;

4. distrae dalla contrattualistica privata, vera soluzione del problema;

5. disincentiva l’ hard working;

6. disincentiva le assunzioni 8per evitare grane).

Come se non bastasse le minoranze non ricevono un vero aiuto, lo testimoniano bene le evidenze circa i vari gap: il loro recupero è lento e dovuto a altri fattori).

martedì 8 marzo 2011

Donne nei cda

"...I risultati confermano che le donne sono presenti nei cda delle imprese con alte performances... Il problema di tali studi è che la correlazione tra redditività o solvibilità e partecipazione femminile ai Cda non implica in alcun modo causalità... potrebbe essere vera una causalità inversa, cioè che la maggiore redditività consenta alle imprese di avere un numero più elevato di donne nei Cda... nello studio più serio in merito... Adams e Ferreira verificano la possibilità di causalità inversa e di possibili variabili omesse... trovando che le imprese con un rapporto più paritario tra uomini e donne nei Cda hanno una performance peggiore. Gli autori scrivono esplicitamente che i loro risultati suggeriscono che l’imposizione di quote obbligatorie per i consigli di amministrazione possa, in alcuni casi, ridurre il valore delle imprese..."


http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002196.html

venerdì 4 giugno 2010

La "vilification" in scena tutti i giorni a Fahrenheit

Poichè guardo alla secessione come ad uno dei Diritti Fondamentali dell' Uomo, sarò sempre grato alla Lega, unico movimento politico che l' ha messa a tema.

D' altro canto non potrò mai essere un leghista, non posso soffrire il loro atteggiamento avverso all' immigrazione. E del resto è da lì che traggono gran parte del loro consenso politico.

Come si origina un tale consenso lo spiega bene Timur Kuran ricorrendo al concetto di "falsificazione delle preferenze" applicato alla parabola del sottosegretario americano Moinyhan.

L' uomo politico scrisse un famoso saggio titolato: "The Negro Family. The Case for National Action".

In esso si sosteneva che la famiglia media dei neri era particolarmente lacerata: divorzi, separazioni, abbandoni funestavano l' educazione e l' autostima dei bambini che crescendo perpetuavano poi il circolo vizioso. Nel 1960 ben 1/4 delle famiglie faceva capo alla sola mamma! Praticamente sempre di bassa istruzione e povera. I bambini di queste famiglie avevano uno scarso rendimento scolastico un destino da disoccupati cronici. Conclusione: ogni aiuto alla razza era destinato a fallire senza una stabilizzazione della cellula sociale fondamentale, la famiglia.

L' accoglienza del report fu negativa: la "sottile" condanna del comportamento dei neri costò a Moinyhan il titolo di "sottile razzista". Il merito fu presto dimenticato per lasciar posto ad una corsa allo smarcamento; l' accusa era troppo infamante.

Si disse che quelle righe erano la benzina di un nuovo razzismo. Si disse che erano analisi cervellotiche per evitare lo smantellamento del sistema capitalistico, unico vero nemico dei Neri.

Man mano che la discussione si scaldò, parecchi leader neri che avevano espresso un timido consenso alle tesi del Sottosegretario si riposizionarono: non era accettabile discutere delle patologia della famiglia Nera senza coinvolgere le patologie della famiglia Bianca (!?).

Impauriti dall' infamante accusa di "razzismo" gli intellettuali bianchi si unirono al coro degli attacchi, mentre i liberal non aspettavano altro i più pavidi vi furono costretti per ragioni di opportunismo. Per tutti risultava insopportabile l' implicito contenuto della ricerca, ovvero che i neri tollerassero la promiscuità, i figli illegittime eccetera. La stessa Amministrazione tentò poi di dissociarsi dal lavoro del suo membro, e, nella comica finale, perfino l' impaurito Moiniyhan parlò di sopravalutazione di taluni effetti.

Il paper fu bollato e censurato in tutte le maniere, nel frattempo gli anni passavano e i problemi che sottoponeva all' attenzione del lettore s' incancrenirono: siamo nel 1990 e le famiglie con un solo genitore donna, poco istruito e povero passano al 50%! I figli di quelle famiglie ingrossano le gang e la delinquenza suburbana. Insomma, le patologie erano conosciute ma di esse non si poteva parlare. A meno che non si fosse Dave Dukes.

In quei mesi Clearence Thomas fu "udito" in Parlamento. Uscendo disse che non si sentiva affatto libero nell' offrire la sua versione.

James Coleman lavorò ad uno studio critico sull' esperimento del "busing" (una forma di facilitazione coercitiva dell' integrazione scolastica) concentrandosi sui suoi effetti perversi (withe flight). Subito il presidente dell' Associazione dei Siociologi Americani lo censurò e in fretta e furia venne organizzato dall' Associazione un congresso ad hoc per processare questo studio e il suo autore, i poster con Hitler ricoprivano le pareti della sala, le memorie dello studioso in merito sono eloquenti.

Kuran passa poi al vivido resoconto della "passione" che dovettero sopportare i pochi e coraggiosi critici dell' affirmative action (Sowell, Sleeper, Loury...), assimilati al KKK quando erano bianchi, dipinti come lo Zio Tom che lecca il bastone, quando erano Neri.

non potendo pronunciarsi nemmeno con i numeri alla mano, figuriamoci quando si trattava di dare una semplice impressione.

Ma quel che l' Accademia e il discorso pubblico nascondeva pervertendo il linguaggio e sviando la discussione era chiaro ed evidente a tutti gli americani i quali non osavano parlarne chiaramente (falsificazione delle preferenze) limitandosi a sfogarsi nelle 4 mure della casa domestica e ad elaborare dentro di sè un enorme risentimento.

Fu così che quando Goetz fece fuori i Neri che tentavano di rapinarlo nel Metro, il risentimento esplose ( il battito d' ali della farfalla) e l' uomo venne prosciolto da ogni accusa a furor di popolo. Da allora la musica cambiò, almeno un po'.

La Lega spara le sue pistolettate come le sparò Goetz, traendo gran parte della sua rendita politica dalla dabbenaggine e dalla perversione del linguaggio adottata in molte sedi, e a noi viene subito in mente il salotto perbenista di Farhenheit. Lì l' accusa di "razzismo" è sempre pronta e quasi sempre usata a sproposito da chi non osa nemmeno parlare dell' evidente legame tra clandestini e criminalità.

Questo circuito si chiama vilification: qualcuno fa osservazioni fastidiose ma fondamentalmente vere; altri che maneggiano al meglio il linguaggio (uomini di cultura) lo infamano pensando che malattie tanto scabrose possano essere guarite con una "cura" di decostruzione linguistica; intanto questa censura della Realtà fa montare il risentimento di chi, nonostante gli sforzi, non riesce proprio ad eludere i fatti, talune forze poilitiche capitalizzano questo stato delle cose; i "censori" di cui sopra fanno apparire "sorprendente" e minaccioso il successo di queste forze. Quando la trappola linguistica esplode nelle mani dei costruttori non resta loro che la sterile indignazione e il ritiro sull' Aventino dove possono sognatre in pace la loro Civiltà Perfetta e Artefatta, i casini che hanno scatenato con le loro Utopie parolaie non saranno certo loro a doverli curarli.

***

Per chiudere segnalo solo gli esiti che secondo Kuran hanno avuto 30 anni di quote razziali:

1) vantaggi per i neri che stavano già bene;
2) indifferenza per i neri poveri;
3) cloud of sospicious: anche i neri meritevoli sono sospetti di favoritismo;
4) rilassatezza: i privilegi non stimolano certo l' impegno;
5) risentimento, specie tra i bianchi più meritevoli ma esclusi;
6) disarmonia generalizzata tra le razze.

giovedì 3 giugno 2010

La politica delle strizzate d' occhio

"Un ambito politico dove la "falsificazione delle preferenze" imperversa è quella relativa alle relazioni tra le razze. La paura di essere bollati come "razzisti" impedisce di affrontare seriamente la questione. Anche tra gli elettori si stenta ad esporre pubblicamente il proprio pensiero, in privato, per esempio, le quote razziali sono malviste mentre in pubblico non si osa dirlo a chiare lettere. Ma il silenzio imposto dai taboo non è salutare, è un silenzio frustrante che si trasforma spesso in risentimento per le razze privilegiate dall' affirmative action; si capisce quindi da dove nascano gli imprenditori politici del risentimento: a costoro basta strizzare l' occhio all' elettore senza fare nulla poi per smantellare l' impalcatura che sorregge l' odiata istituzione, perchè quello puo' essere solo un odio privato. Tra il 1968 e il 1988, l' elettorato americano si è mosso verso "sinistra" su temi quali aborto, diritti degli omosessuali, ambiente... tuttavia il partito democratico, vessillifero di certe posizioni vincenti ha perso 5 delle 6 elezioni presidenziali... i repubblicani, probabilmente, hanno capitalizzato al meglio il risentimento degli americani, incluso quello sulle quote razziali dilaganti...".

Timur Kuran - Public lies, private truths.

Già, ecco un altro frutto perverso delle quote razziali: il risentimento.

Quanto al genere d' imprenditoria politica che fomenta - quello dove le strizzate d' occhio bastano a rimpiazzare l' azione - mi ricorda qualcosa.

venerdì 16 ottobre 2009

Perchè i libertari stanno con la Binetti

La Binetti si è rifiutata di votare il disegno di legge contro l' omofobia. Recitava così:

"All'articolo 61, comma 1, del codice penale, dopo il numero 11-ter), è aggiunto il seguente: «11-quater) l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato».

Cerco di pensare, non sono un giurista, come un liberale giustificherebbe un' aggravante sulla base delle funzioni della pena di solito riconosciute: deterrenza e rieducazione. Si tratta di questioni importanti poichè parliamo della stessa azione punita in modo diverso, dobbiamo procedere con i piedi di piombo.

Prendo come esempi due aggravanti: l' associazione mafiosa e i "futili motivi".

L' aggravante per associazione mafiosa è giustificata dal fatto che il mafioso gode di un reticolo di complicità che ne ostacla la cattura. L' elevato rischio di sfuggire alla pena ne giustificherebbe l' inasprimento. Posso anche accettarlo.

L' aggravante per futili motivi è attribuita a chi, poco meno che folle e con gravi problemi di self control, necessita di una lunga rieducazione.

Ma l' aggravante per "reati commessi con finalità inerenti all' orientamento sessuale della vittima"?

Per me, anche giudicare socialmente pericoloso o fonte di corruzione morale l' ostentazione orgogliosa di un certo orientamento sessuale, costituisce un' idea perfettamente lecita finchè non degenera. Probabilmente è l' idea della Binetti e del Papa. Ma se è così, non esiste nessuna rieducazione extra da fare, e quindi nessuna aggravante da imporre.

Nessuno del resto potrebbe sostenere che un' idea simile sia più criminogena della sete di ricchezza che anima una comune rapina, non c' è quindi neanche una extra deterrenza da imporre.

Inoltre, perchè pensare al gay come ad un soggetto particolarmente debole circondato dal comune disprezzo e non in grado di difendersi quando interviene la violenza nei suoi confronti (l' altro giorno due aggressori sono stati suonati di santa ragione)?

O perlomeno, perchè pensarlo più debole di altre categorie, del barbone, della vecchia, della persona comune quando cammina in una periferia isolata, del pedofilo appena scarcerato, tutte potenziali vittime di reati per cui nessuno si sognerebbe di proporre aggravanti?

Sicuramente esistono altri modi che io non conosco per giustificare la presenza di un' aggravante, ma sono modi accettabili per un liberale desideroso di non interferire nella libertà di pensiero e di espressione altrui?

link

giovedì 11 settembre 2008

Le nuove frontiere del femminismo

Camille Paglia prende una cotta per Barracuda/Palin.




E intanto la Palin illustra la democrazia prendendo a prestito un' immagine di Benjamin Franklin: "Due lupi e una pecora votano sul menù della cena, ecco la democrazia. La libertà è una pecora armata che obietta sull' esito della votazione".


***



Katy Kay e Claire Shipman stanno pubblicando il loro Womenomics nel quale riscontrano come molte politiche delle pari opportunità siano prive di senso. Rispetto a 15 anni fa la percentuale di donne che vorrebbero maggiori responsabilità sul lavoro è crollata, cercano piuttosto il part-time (forse perchè i figli, oltre a farli, vogliono pure goderseli). La percentuale di donne cresce solo nei consigli di amministrazione delle società quotate (il mercato non guarda in faccia a nessuno: come non puzzano i soldi, non puzzano nemmeno le razze o i generi). Per favorire "le signore" meglio allora università selettive e asili nido. Sul libro in uscita si diffonde De Nicola sul sole 7.9.2008 p.8, lì trovi anche le fonti e altri dati.

mercoledì 18 giugno 2008

Roger Abravanel non affonda il bisturi: 400 pagine condite da buoni sentimenti

La lettura del libro di Roger Abravanel sulla meritocrazia si sta rivelando piuttosto deludente.

Secondo lui una società è meritocratica quando fa uso massiccio dei test. Punto, passiamo oltre.

Nonostante il titolo non perde molto tempo a spiegarci cosa sia la meritocrazia. Dà per scontato che meritocrazia = test + mercato.

Nemmeno ci si sofferma sulle molte difficoltà che sorgono nel tentativo di isolare l'intelligenza. E dire che il libro conta quasi 400 pagine, lo spazio non manca.

Se qualcosa fa difficoltà, RA lo liquida in quattro e quattr' otto.

Sono contento di tanta sicumera perchè in fondo anch' io sono dalla sua parte, ma avrei sperato che mi fornisse qualche arma letale con cui difendere le postazioni. Invece niente (per ora). Purtroppo RA non è d' aiuto visto che il suo testo è praticamente privo di fatti, dati e note che rinviino a fatti e dati.

Come posso sapere se sia stato premiato veramente chi merita? RA la fa facile: chi merita è colui che ha superato il test.

RA sembra uomo di sinistra in adorazione del mercato (va così di moda). Secondo lui la meritocrazia ha uno scopo: innescare la mobilità sociale.

Ma se ci si ferma lì, anche i dadi innescano mobilità sociale.

Perchè dovremmo affidarci ai test? RA non lo dice, chiede un affidamento cieco affinchè questi intralci da cacadubbi vengano aggirati e si passi alla fase implementativa. Io mi fido abbastanza ma mi sarebbe piaciuto qualche argomento.

RA ha sempre in bocca l' espressione "pari opportunità". I test sono l' arma per fornirle.

Di solito uno non parla molto volentieri dei suoi spauracchi. Forse lo spauracchio di RA riguarda la validità a tutto campo dei test.

Un altro spauracchio di RA è la genetica. Se l' intelligenza dipende dalla genetica, addio pari opportunità.

Non potendo eludere del tutto l' argomento "genetico", RA ne parla in modo piuttosto vago: Michael Young, l' inventore della meritocrazia che concluse i suoi studi dichiarando fallito il progetto a causa delle inevitabili derive genetiche, viene liquidato come "personalità ambigua" invecchiata male.

Ma oltre alle vaghezze c' è di peggio, ci sono gli svarioni veri e propri, come quando si dice: "... The Bell Curve: Intelligence and Class Structure in American Life di Herrnstein e Murray sostiene che alla fine conta solo la genetica...".

Ma questa è la cazzata madornale di chi non vuole vedere in faccia i problemi e storpia cio' che dà fastidio quando proprio non riesce a rimuoverlo del tutto.

H/M non hanno affatto sostenuto cio' che viene fatto loro dire. Il fatto che RA si accodi ad una lunga schiera, aggrava la topica visto che viene commessa dopo mille precisazioni già fornite sul tema.

H/M si limitavano a considerare che se vogliamo conoscere il reddito futuro di un americano, l' informazione più preziosa che dobbiamo richiedere è il suo IQ misurato dai 15 ai 23 anni. Altre informazioni, come per esempio le condizioni socio-economiche della famiglia di provenienza, ci dicono molto meno.

H/M non facevano dipendere l' IQ dalla genetica, lasciavano in sospeso la questione disinteressandosene.

Certo, visto che SEF (condizioni socio economiche familiari) contano poco, evidentemente i fattori a monte dell' IQ, qualora non siano genetici, riguardano la cultura profonda. E azzerare una cultura è molto costoso per una policy.

Anche per questo H/M invitavano ad evitare aiuti alle "culture" che producevano povertà (es. i sussidi alle ragazze madri).

Poichè TBC è forse il libro più dibattuto del ventennio, H/M hanno avuto modo di puntualizzare ripetutamente alle critiche mai veramente serie ricevute. Peccato che ad RA il dibattito sia sfuggita e abbia tutta l' aria di volerlo ricominciare riproponendo le prime fasi.

Ma ipotizziamo la situazione ideale: tutte le culture vengono spazzate via (o compensate con l' affirmative action), i bimbi crescono in una campana di vetro che per tutti è la stessa, poi subiscono la selezione in base ai test. La mobilità sociale sarebbe garantita, ma se questo è il valore ultimo siamo sicuri che l' esito sia eticamente diverso rispetto al semplice impiego dei dadi? Siamo sicuri che tolte di mezzo le culture la genetica non finisca per contare ancora di più? Siamo sicuri di non assistere ad una lotteria dei talenti?

Il fatto che si tratti pur sempre di una "lotteria", rende la cosa eticamente sospetta.

Il fatto che riguardi i talenti la rende utilitaristicamente rilevante, ma allora devono essere considerati anche i costi sociali che comporta l' azzeramento di una cultura, proprio come segnalavano H/M.

RA non sembra interessato a questi nodi (le sue vaghezze e i suoi svarioni lo confermano).

Peccato che io invece lo sia e il promettente libro invece non mi aiuta molto a sbrogliare la matassa.

A volte ho il sospetto che libri del genere abbiano una funzione propagandistica. I lettori in Italia sono prevalentemente di sinistra, è l' unico popolo che richiede "spiegazioni". Spiegazioni per ricominciare, dopo il 68, ad accettare una società in cui ci siano "classifiche", "perdenti" e "diseguaglianza". Ma cosa ha effetto per il popolo progressista dalle lenti spesse? Abravanel offre 400 pagine e tanti buoni sentimenti. Forse puo' bastare.

lunedì 19 maggio 2008

Adagi sulla discriminazione

TS (Thomas Sowell) nel suo EWW, sembra avere molto da dire su molte cose.

Per esempio sembra infervorarsi parecchio ogni volta che affronta l' argomento delle discriminazioni razziali e di genere.

Infervorarsi è la parola sbagliata, lui parla compreso nel ruolo dell' editorialista prestigioso ed ascoltato che ha pubblicato 32 libri, osservando le cadenze del vecchio saggio dalla solida reputazione che puo' evitare fastidiose note a piè di pagina.

Sul punto relativo alla politica delle quote, dopo la pag. 192, tornano alcune osservazioni:

  1. c' è un primo mito che inquina il dibattito: il pluralismo migliora la qualità dei college. Falso, il doppio standard di entrata e la presenza di studenti con preparazioni differenziate, abbassa la qualità complessiva del college;
  2. c' è un secondo mito: è decisiva la presenza di "role models". Nelle scuole, alla minoranza giova constatare una sua rapprersentanza nel corpo docente. I fatti non confermano cio' che molti scontano;
  3. i due miti, negati in pubblico dai sostenitori, sono da loro stessi confermati in privato. Tanto è vero che alle amministrazioni dei College è richiesto di evitare il voto segreto quando si esprimono in materia di quote;
  4. la stagione dei diritti civili è un po' sopravvalutata: nei vent' anni che la precedettero, uscì dalla povertà una quota di neri di gran lunga superiore a quella che uscì nei 40 anni successivi alle conquiste legislative. Molti (liberal, black leader...) hanno semplicemente rivendicato un merito che non avevano;
  5. c' è un fatto che disturba molte rappresentanti del movimento femminista: guardando alle percentuali, la posizione delle donne nella società americana (master, lauree, diplomi, lauree in matematica, master in economia, who's who...) era più prestigiosa prima delle rivoluzioni anni sessanta. Solo recentemente si sono ripristinati i livelli precedenti. Forse l' andamento demografico (baby boom) ha contato più delle urla in piazza. D' altronde si sa: fare la mamma di tre bambini porta via molto tempo e ne rimane poco per il master;
  6. entrare in una squadra di basket non aumenta la nostra statura. I fatti confermano. Eppure un dogma simile anima i sostenitori dell' affirmative action: studiare nei college più prestigiosi aumenta il profitto e il reddito futuro del giovane nero. I fatti negano;
  7. la politica delle quote a favore dei neri, rischia di produrre un triplice danno: 1) danneggia il bianco con le carte in regola che viene escluso 2) danneggia il nero ammesso senza merito che probabilmente si ritirerà dagli studi e sarà in ritardo per tamponare con valide alternative il suo fallimento 3) danneggia i migliori studenti appartenenti alle minoranze sui quali graverà sempre un pregiudizio di favoritismo (es: per gli avvocati neri gli stipendi sono mediamente più bassi). I fatti sembrano confermare.
  8. falso argomento in favore delle quote: persino il big business sostiene la politica delle quote! Il big business difende i suoi interessi: senza quote precise le cause di discriminazione fioccano. I neri denunciano per la scarsa rappresentanza, i bianchi per l' esclusione ingiusta che subiscono: è il paradiso degli avvocati.