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domenica 14 giugno 2015

Nicholas Shalcke: the vacuity of postmodernism

Punti

  1. Il postmod tenta di sminuire il valore della verità al fine di liberare contraddizioni creative e utili
  2. NPP. No Position Position. Affermare è sempre negativo, una protervia che implica violenza. La verità è violenta e i buoni argomenti oppressivi
  3. La razionalità ha una sua storia che ne definisce la costruzione. Il che implica una costruzione differente e secondo diverse convenienze
  4. il fox trot di Rorty: la verità è un aspetto secondario della mia posizione in ogni caso nn puoi confutarmi poichè io non ho una posizione NPP. Credere alla ragione è una fede religiosa
  5. risposta a rorty: certo, anche la ragione parte da premesse autoevidenti e indimostrabili ma tali premesse, contrariamente a NPP, sono condivise
  6. NPP è coerente fintantochè nessuno l'avanza, cosicchè il postmod non parla in modo esplicito ma allude con discorsi obliqui che dovrebbero risultare convincenti
  7. Accuse a NPP: 1 è comoda 2 è autorimuovente 3 è indimostrata (quindi trascendentale)
  8. Bloor: premesse simili possono condurre sia a conclusioni false che vere. Accusa alla razionalità: introduce elementi sopranaturali, noi dobbiamo essere naturalisti integrali. Consideriamo corretto il ns programma ma evitiamo di dirlo per nn cadere in contraddizione introducendo elementi razionali e quindi sovranaturali
  9. Obiezione a Bloor: non si capisce perchè bloor ragioni con noi o risponda alle ns obiezioni viste le premesse da cui parte che implicano un rifiuto della ragione.
  10. Spesso la critica postmod alla ragione si risolve nell'introduzione dei soliti paradossi, quasi fossero distruttivi. Ma così nn è, e basterebbe guardare alla storia: l'introduzione dei paradossi logici è spessostata occasione di miglioramento della ragione e non di empasse.
  11. Postmod è un relativista assoluto e si difende saltando da un'affermazione ambigua all'altra. La retorica è la sua arma insieme all'allusione, al non detto e al discorso ellittico.

venerdì 18 luglio 2014

I capitalisti della letteratura

Ormai è sempre più evidente, così come il capitalismo fagocita i suoi nemici, e fa di Che Guevara un brand, allo stesso modo il postmodernismo letterario ingloba i suoi denigratori, sottoponendo i Sokal a serrate analisi decostruzioniste.

Pasolini lo ventilava e Joseph Heath lo dimostrava: il capitalismo sfrutterà anche gli operai ma cio' che sfrutta di più sono i ribelli (compresi quelli che si ribellano al capitalismo), senza la loro carica eversiva e la loro voglia di rinnovamento non si rinnoverebbero nemmeno i magazzini e le merci da vendere e da desiderare.

Anche il postmodrnismo letterario sta affinando questa preziosa facoltà. Ieri era terrorizzato da Sokal, l' uomo che inviava a riviste prestigiose articoli senza senso che venivano pubblicati esponendo gli editori al pubblico ludibrio. Tuttavia, cio' che ieri suscitava pubblico ludibrio, oggi sollecita "analisi decostruttive" in stile, per l' appunto, post-moderno.

A Ricercabo ci si sofferma a lungo sulla pagina "calcinata" nei bianchi e sul contributo dell' impaginatura nel frammentare il testo. Poi viene fuori che si tratta di un errore di comunicazione tra pc e stampante che, alterando la stampa, ha riversato in modo erroneo lo scritto poetico sui fogli. Fa niente! L' elemento casuale fa parte del gioco situazionista e non puo' che arricchire l' analisi testuale affinandone la strumentazione!

Certo che Steve Jobs e Renato Barilli hanno un futuro roseo di fronte a loro!

https://www.youtube.com/watch?v=gc19wuNzyuY&list=UULm4hU5NfP3Epk3YRr6_0MQ