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domenica 27 maggio 2018

Contro i giornali

The Stoic Case Against Reading the News http://bleedingheartlibertarians.com/2018/05/the-stoic-case-against-reading-the-news/

venerdì 22 dicembre 2017

Io, la mia Colt e il mio giornale



Io, la mia Colt e il mio giornale


Chi non legge assolutamente nulla è comunque più istruito e preparato di chi non legge assolutamente nulla… tranne i giornali
Thomas Jefferson
Sono appena stato al bar, ho consumato il mio solito cappuccino+brioche+giornale e fatto un po’ diconversazione.
Conversazione da bar, intendiamoci. Ci si misura sui vari temi mantenendosi sulle generali: se dici una parola in più passi per pedante.
Tuttavia, anche in queste rachitiche conversazionic’è sempre quello più brillante, quello più informato, quello che dopo pochi secondi comincia a prevalere riducendo ad un umiliante silenzio tutti gli altri: lui ne sa di più su quella cosa, ha più esperienza, ha viaggiato, era caporeparto a “losailcazzo SRL”, articola meglio il suo pensiero, è ironico, allude, cita, punzecchia, replica, fa incisi, rinvii, litoti, metonimie… è il migliore, è vincente.
E’ anche diventato il cocco della cassiera che guarda dall’angolo con i suoi occhioni da lupa. Ovvio.
Il fegato mi rode sempre quando esco da quel bar. Ho come l’impressione che qualcuno mi abbia trapassato l’addome, ho come l’impressione che tra i cruenti duelli all’arma bianca di ieri e quelli parolai di oggi, non corra grande differenza.
Insieme al cappuccino leggo il giornale.
Non so bene se lo leggo per approfondire le conversazioni o per reggere meglio la prossima (e incastrare una volta tanto il sapientone). Non so se sono le conversazioni a condurmi dai giornali o viceversa.
Non devo essere l’unico in queste condizioni poiché un po’ tutti sembrano ossessionati dalle notizie. Dalla notizia del giorno, in particolare.
Domani morirà un personaggio di nicchia e vorrei mettere in bacheca qualcosa di più del solitosquallido R.I.P., non è meglio che mi prepari  fin d’ora? Mi aggiro per le geriatrie di tutti i continenti come un impresario di pompe funebri.
Paolo Conte potrebbe crepare da un momento all’altro e devo assolutamente far capire al mondo quanto siamo stati intimi noi due.
Il mio adorato Jimmy Connors – ho studiato il suo rovescio per anni fotogramma per fotogramma nel tentativo di imitarlo – ha un piede nella fossa e vuoi vedere che quando il Signore lo chiamerà a sé a parlarne alla cassiera sarà quel figlio di puttana che delle imprese di Jimmy ha letto distrattamente giusto qualche trafiletto del Tuttonotizie della Gazza? 
E’ l’anniversario della rivoluzione di ottobre e io non ho niente da dire! Ti rendi conto? Decenni di anti-comunismo viscerale gettati nel cesso.
Oggi avrei scritto volentieri un post sui  robot intelligenti che costruiscono robot più intelligente di loro in modo da far esplodere l’intelligenza sul nostro pianeta. Ma il giornale non ne parla, d’altronde è un caso che – per quanto interessante – esiste solo nella mia testa, nessuno mi seguirebbe, che ne scrivo a fare? Meglio scrivere dei giornali. Se scrivi dei giornali non sbagli mai.
Ma l’ossessione per le notizie non è una mia prerogativa, è vecchia come il cucco. A chi non ne fosse convinto consiglio la lettura di Mitchell Stephens (Storia della notizia). Ma anche di Demostene, specie quando ritrae gli ateniesi sempre a caccia di info per reggere al meglio la guerra della conversazione.
***
Se rifletto sul perché leggo il giornale, il mio portavoce ufficiale risponde: “perché voglio conoscere le cose importanti e allargare i miei orizzonti. Contenti?”.
In realtà mi sa che voglio più che altro essereall’altezza delle conversazioni da bar che conduco.
Bernard Berelson è un sociologo che ha cercato di capire perché leggiamo i giornali. Secondo lui lo facciamo 1) per motivi pragmatici, tipo per sapere che tempo fa, 2) per seguire le storie di persone (conosciute leggendo il giornale) e 3) per reggere la conversazione.
Oggi le esigenze pragmatiche si sono dissolte nel nulla cosmico, basta googolare.
Per le fiabe le alternative sono molte. Anche per quelle vere: certo, gli ultimi sviluppi del caso Macchi li apprendo sui giornali, ma se voglio una cronaca nera con tutti i crismi leggo “L’avversario”, mica il giornale.
Non resta che il terzo desolante motivo.
Da un lato faccio dire al mio portavoce che leggere il giornale mi fa votare meglio, dall’altro, neanche tanto di nascosto, salto le uniche e noiosissime pagine che un elettore scrupoloso dovrebbe leggere.
Ma è ovvio, per me, in fondo, le elezioni sono poco più di un derby, mi coinvolgono perché il tifo mi coinvolge: voglio esultare per il mio beniamino impresentabile, voglio vedere la faccia di quel tale quando perde. Voglio ascoltare i commenti dei giornalisti spiazzati dagli esiti. Per me le elezioni sono funzionali ai commenti, non viceversa. Ma non vi eravate accorti? Un po’ come il calcio: ecchissenefrega delle partite. Cio’ non toglie che nella conversazione, poi, voglia talvolta apparire come un saggio “terzista” moderato e dedito al buon senso (è una forma di tifo anche quella). Le elezioni sono – in piccolo – un palcoscenico anche per me, e leggendo il giornale ripasso il mio copione.
Anche per questo non me ne frega un cazzo che quanto riporti il mio giornale sia particolarmenteaccurato. La sua funzione è un’altra.
Se mi fregasse qualcosa consulterei il registro delle scommesse per verificare quante volte Panebianco o Galli della Loggia c’hanno imbroccato.
Ma Panebianco e Galli della Loggia non offrono ai loro lettori alcun record track, basta il loro prestigio. Sanno che i lettori come me – nel corso della discussione – hanno bisogno di un rinvio a fonti prestigiose, non a fonti attendibili, altrimenti, affrontando i temi di politica estera, non si sarebbero rivolti a Polito o Olimpio ma, per esempio, all’emerito sconosciuto Bill Flack, ovvero all’uomo con il margine di scommesse vinte più elevato in materia di politica mediorientale.
***
E’ un paio di giorni che giù al bar imperversa la discussioni sul Bitcoin, e lì, devo ammettere, ho conosciuto il mio piccolo momento di gloria. Domino il gergo delle valute e l’ho sfoderato senza ritegno (non so nemmeno quanto a proposito). La mia spiega del perché secondo me l’ asset sia in bolla sembra aver impressionato l’uditorio (cassiera compresa). Perfino il “sapientone” si è ammutolito fingendo disinteresse.
E’ chiaro che se fossi convinto delle mie “teorie”andrei di corsa  in banca chiedendo di convertire metà dei miei averi in future al ribasso sulla borsa di Chicago.
Eppure non lo faccio, non lo farei mai.
Forse che disdegno l’arricchimento?
Più probabilmente non sono poi così convinto delle mie tesi.
Ancora più probabilmente non me ne frega un cazzo di verificare se le mie tesi siano vere, quel che mi interessava veramente l’ho già conseguito: zittire l’odioso sapientone e avere su di me gli occhioni ammirati della cassiera/lupa.
Se mi faccio l’esame di coscienza – e sotto Natale la pratica è consigliata – devo ammettere di leggere il giornale per rifornire il mio arsenale, per procurarmi le munizioni utili a combattere quella particolare guerra nota sotto il nome di “conversazione”.
Il giornale è la mia Colt, e spunta dalla tasca della mia giacca come se dicesse a tutta la gente che mi incrocia: “cazzo guardi tu che nemmeno sai costruire un modello per le criptovalute?… occhi bassi e fila…”.
Non devo più cedere l’ultima parola al sapientone, non devo farmi confondere da lui, devo impressionare la cassiera con l’appello ad autorità prestigiose, con citazioni brillanti e inattaccabili. Devo affiliarmi ad un club rispettato, solido, influente. Per fare tutte queste cose non posso perdere tempo con scuole e libri: mi serve un giornale! Voglio un giornale!
***
Ma in tutto questo bailamme di duelli, assalti e parate, la Verità che fine fa? Beh, punto tutto sulle magiche virtù dell’effetto collaterale. Magari senza volerlo si fa viva, magari scocca per un attimo nel cozzo delle sciabole in forma di scintilla. Teniamo comunque gli occhi aperti, non si sa mai!
dscn0392

venerdì 11 novembre 2016

Perché e come disintossicarsi dai giornali

L’uomo saggio non legge il giornale.
Il giornalista è il pericolo pubblico numero uno.
Secondo il Rolf Dobelli di “Avoid News” le cose stanno pressappoco  in questi termini: la vera dieta che rinvigorisce corpo e spirito sta nel non esporsi alle notizie che oggi ci assediano. Sono talmente numerose che una selezione adeguata somiglia molto ad un’eliminazione totale.
Siamo informatissimi senza conoscere niente, ecco il frutto amaro dell’ “assedio informativo”.
In campo alimentare tutti conosciamo i problemi d’abbondanza (obesità, diabete…), in campo informativo i guai sono ancora più seri.
Tanti zombi “super-notiziati” si aggirano catatonici per la città e presto o tardi ci uniremo alla loro vacua infelicità.
Il numero di guai che radio e giornali portano con loro è cospicuo e farne una cernita è opera preziosa: innanzitutto ti ingannano, l’indulgere al sensazionalismo  deforma l’immagine del reale che forniscono del mondo…
… Take the following event. A car drives over a bridge, and the bridge collapses. What does the news media focus on? On the car. On the person in the car. Where he came from. Where he planned to go. How he experienced the crash (if he survived). What kind of person he is (was). But –that is all completely irrelevant. What’s relevant? The structural stability of the bridge…
Gli esempi si moltiplicano
… •Terrorism is overrated. Chronic stress is underrated. •The collapse of Lehman Brothers is overrated. Fiscal irresponsibility is underrated. •Astronauts are overrated. Nurses are underrated. •Britney Spears is overrated. IPCC reports are underrated. •Airplane crashes are overrated. Resistance to antibiotics is underrated…
I giornali possono essere abbandonati anche perché cio’ che ci dicono è irrilevante.
In un anno il lettore di un quotidiano legge circa 10.000 storie: praticamente nessuna lo aiuta a prendere decisioni importanti. Non esiste alcuna evidenza che chi “macina” giornali dalla mattina alla sera poi decida meglio di chi osserva uno stretto digiuno. Resta giusto il divertimento della lettura, ma allora meglio un videogioco
… In 1914, the news story about the assassination in Sarajevo dwarfed all other reports in terms of its global significance… The first Internet browser debuted in 1995. The public birth of this hugely relevant piece of software barely made it into the press despite its vast future impact…
I giornali ci rendono più stupidi.
Sui giornali si parla di effetti, mai di cause. E’ tutto un accapigliarsi sugli effetti più superficiali. Ma i fatti importanti sono le cause, senonché, spesso, le cause sono delle non-storie che ai giornali non interessano.
I giornali sono tossici: favoriscono lo stress cronico…
… News constantly triggers the limbic system. Panicky stories spur the release of cascades of glucocordicoid (cortisol). This deregulates your immune system and inhibits the release of growth hormones…
I giornali inducono all’errore cognitivo… Il confirmation bias per esempio:
… We automatically, systematically filter out evidence that contradicts our preconceptions…
O lo story bias:
… Our brains crave stories that “make sense”– even if they don’t correspond to reality… This reminds me of high school. My history textbook specified seven reasons (not six, not eight) why the French Revolution erupted. The fact is, we don’t know why the French Revolution broke out…
I giornali c’incasinano gratuitamente il pensiero.
Pensare richiede concentrazione e il bombardamento di notizie non la concede…
… In a 2001 study1 two scholars in Canada showed that comprehension declines as the number of hyperlinks in a document increase…
I giornali ci deformano il cervello.
I giornali sono una droga: se ci imbattiamo in una storia o in una polemica vogliamo seguirla fino in fondo e il giornale ci viene incontro liofilizzandola e liberandola da ogni complicazione. Dopo poco, saremo in grado di assumere informazioni solo in questa forma “svilita”…
… The human brain is highly plastic. Nerve cells routinely break old connections and form new ones. When we adapt to a new cultural phenomenon, including the consumption of news, we end up with a different brain. Adaptation to news occurs at a biological level. News reprograms us. Most news consumers –even if they used to be avid book readers –have lost the ability to read and absorb lengthy articles or books… Michael Merzenich (University of California, San Francisco), a pioneer in the field of neuroplasticity: “We are training our brains to pay attention to the crap.”Deep reading is indistinguishable from deep thinking…
Leggere i giornali è estremamente costoso. I giornali sono una tassa sulla produttività:
… First, count the consumption-time that news demands…Second, tally up the refocusing time – or switching cost… Third, news distracts us even hours after we’ve digested today’s hot items. News stories and images may pop into your mind hours, sometimes days later…
I giornali minano i nessi tra reputazione e valori reali.
La fama mediatica è spesso illusoria e sganciata da quelli che noi pensiamo essere i meriti effettivi.
I giornali riportano le notizie e le notizie sono un passaparola dei giornalisti
… My estimate: fewer than 10% of the news stories are original. Less than 1% are truly investigative…
i fatti riportati sui giornali sono spesso errati.
Quando feci un incidente automobilistico di una certa importanza la cosa fu ripresa dal giornale locale e mi accorsi della marea di imprecisioni riportate, dal luogo, alle macchine coinvolte, alla dinamica, e chi più ne ha più ne metta.
Leggendo i giornali subisci una manipolazione.
Per capire che uno ci sta raccontando una balla dobbiamo guardarlo in faccia, tramite i giornali è molto più facile. Magari non ti vendono la balla ma di certo una selezione distorta delle notizie e una sequela di reticenze calcolate ad arte…
… Our evolutionary past has equipped us with a good bullshit detector for face-to-face interactions… Stories are selected or slanted to please advertisers (advertising bias) or the owners of the media (corporate bias), and each media outlet has a tendency to report what everyone else is reporting, and to avoid stories that will offend anyone (mainstream bias)
I giornali ci rendono passivi.
Di fronte alle grandi notizie del mondo non puoi influire, ti fai piccolo piccolo e cominci a coltivare un certo fatalismo…
… Viewed on a timeline, the spread of depression coincides almost perfectly with the growth and maturity of the mass media…
I giornali ti lavano la coscienza
… “We may want to believe that we are still concerned. We sing “We Are the World”…
I giornali uccidono la tua creatività.
I giornali sono ripetitivi e le cose che già sappiamo uccidono la creatività (per questo gli innovatori sono spesso giovani)…
… I don’t know a single truly creative mind who is a news junkie. On the other hand, I know a whole bunch of viciously uncreative minds who consume news like drugs…
Cosa fare al posto di leggere i giornali?
… Cut it out completely. Go cold turkey. Glance through the summary page of the Economist once a week. Go for magazines that connect the dots…
 
giornali

giovedì 4 febbraio 2016

Avoid News Towards a Healthy News Diet By Rolf Dobelli

Avoid News Towards a Healthy News Diet By Rolf Dobelli

  • Il problema: We are so well informed and yet we know so little. Why?
  • In the past few decades, the fortunate among us have recognized the hazards of living with an overabundance of food (obesity, diabetes) and have started to shift our diets. But most of us do not yet understand that news is to the mind what sugar is to the body.
  • Un'esperienza personale. I have now gone without news for a year, so I can see, feel and report the effects of this freedom first hand: less disruption, more time, less anxiety, deeper thinking, more insights.
  • No 1 –News misleads us
  • systematically News reports do not represent the real world. Our brains are wired to pay attention to visible, large, scandalous, sensational, shocking,
  • Esempio. Take the following event. A car drives over a bridge, and the bridge collapses. What does the news media focus on? On the car. On the person in the car. Where he came from. Where he planned to go. How he experienced the crash (if he survived). What kind of person he is (was). But –that is all completely irrelevant. What’s relevant? The structural stability of the bridge.
  • Terrorism is overrated. Chronic stress is underrated. •The collapse of Lehman Brothers is overrated. Fiscal irresponsibility is underrated. •Astronauts are overrated. Nurses are underrated. •Britney Spears is overrated. IPCC reports are underrated. •Airplane crashes are overrated. Resistance to antibiotics is underrated.
  • No 2 –News is irrelevant
  • Out of the approximately 10,000 news stories you have read in the last 12 months, name one that –because you consumed it –allowed you to make a better decision
  • At its best, it is entertaining, but it is still irrelevant.
  • Esempio. In 1914, the news story about the assassination in Sarajevo dwarfed all other reports in terms of its global significance.
  • The first Internet browser debuted in 1995. The public birth of this hugely relevant piece of software barely made it into the press despite its vast future impact.
  • No 3 – News limits understanding
  • News organizations pride themselves on correctly reporting the facts, but the facts that they prize are just epiphenomena of deeper causes.
  • Il difetto di ciò che conta. The important stories are non-stories:
  • No evidence exists to indicate that information junkies are better decision makers.
  • No 4 –News is toxic to your body
  • Stress cronico. News constantly triggers the limbic system. Panicky stories spur the release of cascades of glucocordicoid (cortisol). This deregulates your immune system and inhibits the release of growth hormones. 
  • No 5 –News massively increases cognitive errors
  • News feeds the mother of all cognitive errors: confirmation bias. We automatically, systematically filter out evidence that contradicts our preconceptions
  • exacerbates another cognitive error: the story bias. Our brains crave stories that “make sense”– even if they don’t correspond to reality.
  • This reminds me of high school. My history textbook specified seven reasons (not six, not eight) why the French Revolution erupted. The fact is, we don’t know why the French Revolution broke out.
  • No 6 –News inhibits thinking
  • Thinking requires concentration. Concentration requires uninterrupted time. News items are like free-floating radicals that interfere with clear thinking.
  • In a 2001 study1 two scholars in Canada showed that comprehension declines as the number of hyperlinks in a document increase.
  • No 7 –News changes the structure of your brain
  • News works like a drug. As stories develop, we naturally want to know how they continue.
  • The human brain is highly plastic. Nerve cells routinely break old connections and form new ones. When we adapt to a new cultural phenomenon, including the consumption of news, we end up with a different brain. Adaptation to news occurs at a biological level. News reprograms us. Most news consumers –even if they used to be avid book readers –have lost the ability to read and absorb lengthy articles or books.
  • Michael Merzenich (University of California, San Francisco), a pioneer in the field of neuroplasticity: “We are training our brains to pay attention to the crap.”Deep reading is indistinguishable from deep thinking.
  • No 8 – News is costly
  • News taxes productivity three ways:
  • First, count the consumption-time that news demands.
  • Second, tally up the refocusing time – or switching cost.
  • Third, news distracts us even hours after we’ve digested today’s hot items. News stories and images may pop into your mind hours, sometimes days later,
  • No 9 – News sunders the relationship between reputation and achievement
  • Fame is misleading because generally people become famous for reasons that have little relevance to our lives.
  • No 10 – News is produced by journalists
  • My estimate: fewer than 10% of the news stories are original. Less than 1% are truly investigative.
  • No 11 – Reported facts are sometimes wrong,
  • Today, the fact checker is an endangered species at most news companies
  • No 12 – News is manipulative
  • Our evolutionary past has equipped us with a good bullshit detector for face-to-face interactions.
  • Stories are selected or slanted to please advertisers (advertising bias) or the owners of the media (corporate bias), and each media outlet has a tendency to report what everyone else is reporting, and to avoid stories that will offend anyone (mainstream bias).
  • No 13 –News makes us passive
  • News stories are overwhelmingly about things you cannot influence. This sets readers up to have a fatalistic outlook on the world.
  • Una teoria della depressione. Viewed on a timeline, the spread of depression coincides almost perfectly with the growth and maturity of the mass media.
  • 14 –News gives us the illusion of caring
  • “We may want to believe that we are still concerned. We sing “We Are the World”
  • No 15 – News kills creativity
  • Things we already know limit our creativity. This is one reason that mathematicians, novelists, composers and entrepreneurs often produce their most creative works at a young age.
  • Fatti. I don’t know a single truly creative mind who is a news junkie. On the other hand, I know a whole bunch of viciously uncreative minds who consume news like drugs.
  • Policy. What to do instead Go without news. Cut it out completely. Go cold turkey. glance through the summary page of the Economist once a week. Go for magazines that connect the dots
  • Morale. Society needs journalism – but in a different way. Investigative journalism is relevant in any society.
continua

mercoledì 3 febbraio 2016

Avoid News di Rolf Dobelli

The Case Against News, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty: "News, I like to say, is the lie that something important happens every day.  "



'via Blog this'



News, I like to say, is the lie that something important happens every day


News is irrelevant. Out of the approximately 10,000 news stories you have read in the last 12 months, name one that - because you consumed it - allowed you to make a better decision. one piece of news that substantially increased the quality of your life 


What to do instead. summary page of the Economist once a week. Read magazines and books which explain the world


Pochi inconvenienti. If some bit of information is truly important to your profession, your company, your family or your community, you will hear it in time


I don't know a single truly creative mind who is a news junkie



sabato 22 ottobre 2011

Contro-non-informazione

Al Corriere della Sera c’ è solo una persona che lavora in modo più approssimativo di Luigi Offeddu: il titolista degli articoli di Luigi Offeddu.
Recentemente, l’ ineffabile coppia di “creativi” ci ha reso edotti che in Ungheria la schiavitù degli zingari è diventata ormai legge di stato:

I ROM AI LAVORI FORZATI INIZIATIVA CHOC IN UNGHERIA

Probabilmente il giornalista non avrebbe voluto farlo, ma purtroppo, dopo un titolo tanto bello e accattivante, è stato costretto anche a scrivere l’ articolo e in esso qualche notizia in più ha dovuto pur fornirla. Si viene così a sapere che l’ espressione “lavori forzati” ha un significato innovativo; vuol dire, tradotto, che il disoccupato perde il sussidio statale se rifiuta le offerte di lavoro ricevute. E in genere non gli offrono di dirigere una banca. Procedura alquanto comune anche nei paesi più evoluti (non da noi, ma per il semplice fatto che spesso un sussidio del genere nemmeno è previsto).
Un significato simile, più che “innovativo” è… “inventato”, ne convengo.
Ma che dire dell’ odioso taglio razzista di una legge del genere?
Sbollite pure il vostro odio. Sempre nel corpo dell’ articolo, ben occultata in una dipendente relativa di terzo grado, c’ è l’ affermazione che potrebbe tranquillizzarvi: la norma riguarda i disoccupati sussidiati nel loro complesso, e gli zingari c’ entrano solo perché costituiscono una fetta importante della categoria.
Intanto, mentre noi poveri scemi cerchiamo faticosamente di mettere insieme le tessere della “vicenda choc”, quelle volpi di Offeddu e del suo titolista ci hanno indotto ancora una volta a leggere l’ ennesimo articolo-trappola. Accidenti a loro e a me che non imparo mai la lezione.
Stamane, poi, ho avuto quasi paura che l’ ineffabile Offeddu avesse trovato un concorrente intestino nella Mangiarotti, altra cronista del Corrierone. Quest’ ultima ha raccontato con phatos una storia simile alla precedente, accaduta però nei confini patri: a Settimo Torinese. Il Comune offre lavoro ai disoccupati, ma chi rifiuta… zac… perde il sussidio.
In lontananza, si sente anche nella Mangiarotti la voglia del buon giornalista di evocare scene in cui, messi ai ferri, alcuni omoni in pigiama a strisce picconano le rocce trascinandosi dietro palle di ferro da una tonnellata. Fortunatamente, la giornalista si riprende fino al punto di accennare alla fonte d’ ispirazione: il “modello tedesco di welfare”. No, un errore del genere Offeddu non l’ avrebbe mai commesso, dovendo proprio citare il rigore teutonico, come minimo una strizzatina d’ occhio e un piccolo riferimento ad Auschwitz l’ avrebbe buttato lì in qualche modo.
***
In ospedale e nel corso della mia convalescenza ho letto spesso il giornale uscendone spossato, frustrato e impoverito da lunghissime e infruttuose rassegne. In qualche modo è stato comunque istruttivo, perché l’ avvilente esperienza mi ha elargito una consapevolezza per me nuova: se nelle dispersive società di inizio millennio esiste una vera e propria perdita di tempo, questa riguarda la lettura dei giornali. Non avevo mai notato quanto poco siano in grado di darti i giornali, forse ancora meno della televisione. E parlo dei più blasonati (Corriere, Stampa, Repubblica…), mica dei rotocalchi spazzatura. Se solo ne stampassero una copia a settimana di pari mole (ma forse anche, oso dire, una all’ anno) il nostro “aggiornamento” non ne risentirebbe granché, anzi, forse migliorerebbe. Ricordo una ricerca da cui risultava che i broker di borsa più informati e efficienti erano quelli che contingentavano rigorosamente la lettura dei giornali di settore.
Una società civile e laboriosa dovrebbe limitarne la circolazione. Invece li finanzia!
La cosa vi suona strana? Anche a me. Ma vi assicuro che non sono l’ unico a pensarla così.
dscn0392
p.s. con queste considerazioni, si badi bene, non voglio negare la funzione di cagnolini di compagnia che rivestono i giornali; a tutt’ oggi, mentre trangugio cappuccino & brioche, non riuscirei a privarmi del giornale e del modo seducente in cui fa ronzare i titoli nel mio cervello semicosciente (specie quando intacco la crema).