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lunedì 15 ottobre 2018

Emanuele Severino contro “Emanuele Severino”

Emanuele Severino contro “Emanuele Severino”

Emanuele Severino non smette mai di pensare, la cosa traspare chiaramente da ogni sua foto. Se poi consideriamo il fatto che pensa sempre la stessa idea comprendiamo meglio il livello di profondità che ha raggiunto la sua elucubrazione. Anche per questo propongo la mia critica in modo timido e mettendo avanti le mani: si tratta di qualcosa che è poco più di uno scherzo :-). Eppure, non posso esimermi in nome del principio per cui “i nemici dei miei amici sono miei nemici”.
Ma chi sono i nemici di Emanuele Severino (ovvero i miei amici)? Essenzialmente uno: “Emanuele Severino”. O meglio, le virgolette (“”). La sua pluridecennale battaglia contro le virgolette lo ha lentamente condotto  verso uno scontro ancora più terribile: Emanuele Severino (ES) contro il Buon Senso (BS). E, si badi bene, non si tratta di una rappresentazione denigratoria poiché il Buon Senso gode di pessima fama in filosofia.
{… Disclosure: 1) io sono grande amico del BS, 2) non ho mai letto un libro di ES fino in fondo (nemmeno un suo articolo) e 3) a scuola non ho mai studiato queste materie…}
LA MANIA DI TIRARE TUTTO FUORI DAL TEMPO
Che differenza c’è tra l’osservazione che “Socrate è castano” e il fatto che Socrate è castano?
BS ci fa dire che la prima è una frase, il secondo un… fatto, per l’appunto.
Ora, che differenza c’è tra una frase e un fatto?
Ci sono tante differenza, la principale è che la prima “abita” fuori dal tempo, il secondo nel tempo. I concetti, in altri termini, non cambiano, gli oggetti sì. Un triangolo, tanto per dire, non invecchia, tu sì.
Le frasi sono un po’ come etichette poste fuori dal tempo che noi preleviamo e utilizziamo per facilitare la vita che trascorriamo nel tempo: sono utili, anzi, indispensabili. Oserei dire che il linguaggio è una peculiarità umana.
Ebbene, attraverso le virgolette noi esprimiamo questa differenze; cose da un lato, etichette dall’altro. Ma ES sembrerebbe odiare le virgolette, vorrebbe che non esistessero, lui è un razionalista e siccome la differenza tra A e “A” è difficile da descrivere a parole, allora, nei suoi piani, sarebbe meglio non esistesse del tutto.
Nella foga di eliminare le virgolette ES finisce per assimilare un po’ troppo la frase “Socrate è castano” e il fatto per cui  Socrate è castano. A volte, per esempio, sembra che entrambe queste due “cose” debbano dimorare entrambe fuori dal tempo, una dimensione del tutto naturale per la frase “Socrate è castano”, un po’ meno per il fatto per cui Socrate sarebbe castano. Che succede infatti quando Socrate invecchia e la canizie sopravanza? Il tempo, infatti, sembra agire eccome su Socrate, altro che “fuori dal tempo”. Come uscirne? Con la pillola universale, quella che a militare curava tutte le malattia. In filosofia la pillola universale è la categoria dell’illusione: se qualcosa c’ è ma non dovrebbe esserci allora è un’illusione. Ecco, per ES il tempo è un’illusione: il Socrate castano è in realtà eterno, non puo’ finire nel nulla (nichilismo!) per essere sostituito d’emblé da un Socrate imbiancato. L’occidente, sempre secondo Severino, ha firmato la sua condanna nel momento stesso in cui ha cominciato a “pensare” in questo modo distorto e intimamente nichilistico: così facendo, infatti, ha pensato quel nulla che mette in tutti i suoi pensieri e finirà per inghiottirlo. A supporto cita Einstein, che gode di buona stampa. Sono trent’anni che sento Severino maledire il “divenire” e dire che il nulla si porterà via l’occidente intero. Non vorrei che prima o poi anche lui, come gli orologi rotti, possa dire: “avete visto che avevo ragione?” (in realtà lo dice ogni volta che la borsa cala di 3 punti). E il Socrate imbiancato? In che relazione sta il Socrate imbiancato con il Socrate castano? Personalmente, non l’ho capito molto bene, probabilmente i due coesistono fuori dal tempo in una dimensione preservata dall’azione corruttrice del mondo come ci appare, esattamente come le due frasi “Socrate è castano” e “Socrate è bianco”.  Non capisco cosa questo possa significare in concreto – forse dovremmo farci buddisti o abbracciare non so quale misticismo parmenideo – ma affinché i conti di ES quadrino deve essere così.
Ma quali sono i vantaggi che ci regala una simile posizione? No perché io rinuncio a BS solo se vengo remunerato a dovere, sia chiaro. Sì, certo, leviamo di mezzo il tempo, e in filosofia se si puo’ levare di mezzo qualcosa è sempre un successo. Tuttavia, il tempo, nei fatti della vita, è un’evidenza talmente potente che nel mio resoconto, anche se resta, non mi dà particolare fastidio. C’è poi la questione del nichilismo, che però non ho afferrato fino in fondo. Il fatto che le cose finiscano puo’ essere spiacevole ma renderle tutte eterne per evitare l’inconveniente mi sembra decisamente poco riconciliabile con l’esperienza quotidiana. Non c’è un rimedio meno radicale e più conforme al BS? Per me sì, ma qui non è la sede adatta per discuterne.
LA MANIA DI TIRARE TUTTO NEL TEMPO
Ma torniamo alle virgolette di cui sopra, ES le odia a tal punto che quando non riesce a neutralizzarle portando le cose della vita fuori dal tempo cerca di portare i concetti nel tempo.
Qualcuno ricorda per esempio il problema filosofico dei futuri contingenti? Forse chi ha fatto il liceo avrà una reminiscenza, si tratta di un imbarazzante problema logico che sorge quando si considerano quelle affermazioni che predicono un evento futuro né inevitabile né impossibile. Se dico “questo post avrà una conclusione” (si notino le virgolette), posso ben considerare vera una frase del genere (leggetelo tutto e constaterete che in effetti ha una fine). Domanda: oggi questa affermazione è vera, ok, ma lo era anche ieri? Evidentemente sì. Magari io, ieri, non sapevo con esattezza che lo fosse ma lei era vera ugualmente. Ora, l’imbarazzo sta nel fatto che se l’affermazione era vera “anche ieri”, allora il semplice evento che io abbia concluso questo post non è una mia libera scelta ma qualcosa di determinato a priori. Infatti, già ieri poteva dirsi con certezza che la cosa si sarebbe verificata. ES, razionalista impunito e purissimo, non oppone resistenza e cede alla logica paradossale dei futuri contingenti: considera legittimo questo ragionamento e conclude che sì, è così, noi tutti siamo :determinati” (eterni e determinati, dunque). Ma il BS, a cui tutto questo puzza tremendamente, si oppone eccome e replica: no, io ho concluso liberamente il mio post, se solo avessi voluto non lo avrei fatto, quindi il ragionamento di cui sopra è in qualche modo fallace. In realtà, esistono buoni argomenti per sostenere le conclusioni del buon senso,  basta riabilitare l’uso delle virgolette, ovvero differenziare la frase “questo post avrà una conclusione” da fatto che questo post avrà una conclusione: la prima esiste fuori dal tempo, il secondo nel tempo. E’ chiaro che se qualcosa esiste fuori dal tempo dire che esiste oggi o esiste ieri non ha senso (i filosofi dicono che indicizzare l’eterno  è illecito), cosicché chiedersi se la frase “questo post avrà una fine” era vera IERI è una domanda senza senso poiché è privo di senso far viaggiare avanti e indietro nel tempo una frase che è sensata solo se considerata in una dimensione atemporale.
RITENTA. SARAI PIU’ FORTUNATO
Nella canonica distinzione tra intellettuali-volpe (che sanno molte cose) e intellettuali-ricci (che ne sanno una sola ma grande), ES appartiene chiaramente alla seconda categoria: ogni volta che lo leggo va a parare sempre lì! Eppure non convince mai: il suo tentativo di “tirare tutto fuori dal tempo” mi sembra uno sforzo innaturale nonché sterile, il suo tentativo di “tirare tutto nel tempo” mi sembra addirittura illegittimo. Direi, almeno per ora, di stare fedeli al Buon Senso, domani si vedrà.
Risultati immagini per emanuele severino

venerdì 12 ottobre 2018

Futuri contingento per Huemer

Future contingents

I think they have truth-values; they are just unknown to us. Problem: this might seem to interfere with free will, via this sort of argument: if future contingents have truth values, then it was true in 5000 B.C. that I was go
ing to type up this comment. If that was true in 5000 B.C., then I could not have made it false, because in general, one cannot change the past. Therefore, I could not have failed to type up this comment; so I lack free will in that respect.

There are at least two good responses to this. Response A: the truth of a proposition is not time-indexed. It is either true that p or false that p, not "true at a time". So "it was true in 5000 B.C. . . ." doesn't make sense. It's just true, timelessly, that I type up this message; that's not a fact about the past.

Response B: There are two kinds of "facts about the past", which we can call "hard facts about the past" and "soft facts about the past". The hard facts are fundamentally, irreducibly about the past. The soft facts about the past, by contrast, are ones that obtain solely in virtue of stuff that happens in the present or future (they are like Cambridge properties). It's true that one has no choice about the hard facts about the past. But it's not true that one has no choice about the soft facts about the past. Now, [its being true in 5000 B.C. that I was going to write this comment] is just a soft fact about the past. So I can have a choice about it now.

An analogy: You might think that I can't instantaneously affect things on the other side of the galaxy. But wait: I can cause a star on the other side of the galaxy to acquire the property "being 10,000 light years away from a person who is doing a handstand". That is "changing" the star in the same sense that I can "change" the past.


"If it is true right now that I will eat donuts next week, then there is something right now that makes that statement true. But, if I have free will, then nothing about the world right now makes that statement true."

Again, two responses: 


A. There is no "true right now." That's a confusion. It can be true that x happens at t, or false that x happens at t. But it's not "true at t1" that x happens at t2; the first time index doesn't mean anything.

B. Alternately, if you want to say it can be true at t1 that x happens at t2, this would just mean that x happens at t2. I.e., this would be a soft fact about t1, a fact "about t1" that obtains solely in virtue of what happens at t2. So while there is nothing about the world at t1 that makes it true, there is something about the world at t2 that makes it true, and that's enough.


Can you explain what it means for a proposition to be true at a time? Note that the proposition already has a time index in it, and then you're saying that the *truth* of it is indexed to another time. Can you explain what that means?

I know what "It'
s true that a is F" means. I think it means, basically, that a is F. What about "It's true that a is F at t1"? This means that a is F at t1. What about "It's true at t2 that a is F at t1"? Um . . . a is F at t1 at t2?

Propositions are abstract objects, like universals. Like universals, they are not in time. Events and states of affairs take place at particular times (or during particular time intervals); abstract objects do not happen at times or during time intervals.

Truth is a relation between a proposition and some things in the world that the proposition is 'about'. Those things might themselves be in time. 

So you could ask: if a relation obtains between a temporal thing and an atemporal thing, is the relation itself in time?

Hard to say. But if it is in time at all, its time coordinate must be that of the temporal relatum.


 I, regrettably, do not understand the view that abstract objects *are* in time. 

I think I sort of understand what it means to say that a number "exists". I don't understand what is meant if you add "today" or "at 6:00 GMT" after that. I'm not 
saying numbers exist at every time. I'm saying I don't know what "at such-and-such time" means when applied to a purely abstract object.

As far as I understand it, temporal modifiers such as "today" or "some time in the 1950's" apply to states or events that occur at particular times. It's just a category error to apply them to anything else. Abstract objects are not occurrences, so they don't have time coordinates.