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martedì 4 settembre 2018

IL DISACCORDO IN POLITICA OGGI

IL DISACCORDO IN POLITICA OGGI
E’ più sui fatti che sui valori.
La scelta tra libertà ed eguaglianza ci divide meno che il dibattito sui dati del riscaldamento globale. Il Crocifisso in classe ci infiamma meno che la discussione sugli omicidi fomentati o evitati dalla libera circolazione delle armi.
L’ “evidenza empirica” sembra oggi meno evidente degli ineffabili valori. Perché?
Dan Kahan ha una sua interpretazione controcorrente: siamo “troppo” razionali, quando un dato nudo e crudo non ci soddisfa approfondiamo per incastrarlo meglio nella nostra visione complessiva. Il fatto è che oggi abbiamo i mezzi cognitivi per farlo mentre ieri eravamo molto più ingenui e “passivi” di fronte all’apparire di un semplice fatto.
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lunedì 23 luglio 2018

IL POPULISTA IGNORANTE

IL POPULISTA IGNORANTE
Poiché spesso l’elettore populista si presenta come orgogliosamente ignorante la controparte politica pensa all’istruzione come ad una “medicina” che guarirà il paese. Evidentemente non ha ben capito come incide la scolarità sui comportamenti elettorali. Qui come altrove è l’ignoranza relativa a farsi sentire, non quella assoluta.
Faccio un esempio macroscopico per spiegarmi meglio: sappiamo che chi è più istruito ha più probabilità di andare a votare, questo è vero oggi come lo era ieri. Tuttavia, nonostante l’istruzione media sia aumentata notevolmente nell’ ultimo mezzo secolo, l’affluenza alle urne è diminuita; non solo, in una buona parte dei paesi più scolarizzati si vota meno che nei paesi a bassa scolarizzazione. Quindi, sebbene resti vero che un titolo di studio più elevato aumenti la probabilità di andare alle urne, la legge generale da tenere a mente è un’altra: persone con la medesima istruzione tende a fare gruppo e a comportarsi in modo simile. Ecco, quanto detto per l'affluenza alle urne vale anche per il voto espresso.
Da quanto detto deriva che l’istruzione dell’elettorato attivo di per sé non incide granché sull’esito delle elezioni: quand'anche fossimo tutti scienziati ma permarrà una distinzione tra i “più istruiti” e i “meno istruiti” il populismo potrà giocarsi tranquillamente le sue possibilità, questo perché nel voto politico più che esprimere delle preferenze cerchiamo delle affiliazioni.

PEWRESEARCH.ORG

bryan caplan affiliation peer effect

bryan caplan affiliation peer effect
riccardo-mariani@libero.it
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2018). bryan caplan affiliation peer effect [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 1
An Ignorant Plot? 13 By Bryan Caplan
Evidenzia ( giallo) - Posizione 14
Trump– or at least his public persona– is proudly ignorant.
Nota - Posizione 15
X QS AMANO IL LIBRO AGAINST ED
Evidenzia ( giallo) - Posizione 16
Wouldn’t it help Trump’s successors if education levels fell?
Nota - Posizione 16
LA DOMANDA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 20
well-educated are only microscopically more liberal.
Nota - Posizione 20
TENIAMO PRESEMTE L ECCEZIONALITÀ DI TRUMP
Evidenzia ( giallo) - Posizione 28
education still appears to mildly boost support for the party that teachers and professors disfavor.[ 4]
Nota - Posizione 28
SUL VOTO L INCIDENZA È ADDIRITTURA CONTRARIA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 29
whatever pattern exists likely reflects relative education rather than absolute education.
Nota - Posizione 31
UNA COSA È CERTA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 31
education has risen dramatically over the last century,
Nota - Posizione 32
...E IL PAESE NN SI È SPOSTATO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 34
people with similar education levels politically cluster together.
Nota - Posizione 35
SPIEGAZIONE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 36
peer effects
Nota - Posizione 36
Cccccccccc
Evidenzia ( giallo) - Posizione 37
mechanism “leadership”
Nota - Posizione 37
COME LA SCUOLA INFLUENZA L IDEOLOGIA...PRIMO MECCANISMO POSSIBILE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 38
mechanism “peer effects”
Nota - Posizione 38
SECONDO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 39
education mainly reshuffles society without remolding it.[ 5]
Nota - Posizione 39
RISPOSTA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 40
Given human conformity, the freshman will likely try to blend in with his new peers.
Nota - Posizione 41
CONFORMISMO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 42
This does not imply, however, that college makes society less religious.
Nota - Posizione 42
QUINDI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 43
subcultures with opposing peer effects.
Nota - Posizione 43
AL LAVORO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 50
Education has sharply risen over the last century, but turnout has gently fallen.
Nota - Posizione 50
ANCHE SE L ISTRUZIONE È AUMENTATA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 51
turnout depends on relative education.[ 9]
Nota - Posizione 52
ANCHE QUI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 61
Education, Politics, and Peers 8 By Bryan Caplan
Nota - Posizione 63
Tttttttttttt
Evidenzia ( giallo) - Posizione 75
education fosters a package of socially liberal views.
Nota - Posizione 75
IDEOLOGIA DELL ELITE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 76
education raises support for capitalism,
Nota - Posizione 77
MA ANCHE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 86
If educators are as left-wing as they seem, why would education have such contradictory effects on students’ stances?
Nota - Posizione 87
EFFETTO DEGLI INSEGNANTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 88
educators keep their politics out of the classroom.
Nota - Posizione 88
VERSIONE BUONISTA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 89
educators are unpersuasive.
Nota - Posizione 89
PIÙ PLAUSIBILE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 89
“Give me the child until he is seven and I’ll give you the man.”[
Nota - Posizione 90
MOTTO GESUITA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 98
“Leaving education of the young in the hands of ‘politically correct’ ideologues endangers our democracy.
Nota - Posizione 99
IL TIMORE INFONDATO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 111
If teachers aren’t molding their students, the logical inference is that students are molding each other.
Nota - Posizione 112
PIANO B

martedì 9 gennaio 2018

Controlla con l’istruzione!


Controlla con l’istruzione!


L’istruzione è forse la variabile più importante nella ricerca sociale. Ogni volta che leggo uno studio mi chiedo: è stato neutralizzato l’effetto dell’istruzione? In caso negativo diffido di qualsiasi conclusione.
Ma attenzione, le cose non sono così lineari. Mi spiego meglio.
***
Se una persona è più istruita di un’altra, ha più probabilità di essere atea. E’ un fatto.
Cio’ non significa affatto che i paesi più istruiti siano anche i più atei.
Se una persona è più istruita di un’altra, ha più possibilità di votare a sinistra.
Cio’ non significa affatto che i paesi più istruiti tendano a sinistra.
Se una persona è più istruita, ha più probabilità di recarsi al seggio e votare.
Ma i paesi con istruzione media superiore alla media hanno una partecipazione al voto inferiore alla media.
In altri termini: non conta l’istruzione ma l’istruzione relativa.
***
A questo punto è lecito chiedersi: ma perché chi è relativamente più istruito dovrebbe essere “di sinistra, ateo e fedele al voto”? I motivi sono vari e hanno ben poco a che fare con il sapere.
L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta

martedì 2 gennaio 2018

Istruzione e ideologia POST

Se una persona è più istruita di un’altra, ha più probabilità di essere atea.
Cio’ non significa affatto che i paesi più istruiti siano anche i più atei.
Se una persona è più istruita di un’altra, ha più possibilità di votare a sinistra.
Cio’ non significa affatto che i paesi più istruiti tendano a sinistra.
Se una persona è più istruita, ha più probabilità di partecipare al voto.
Ma i paesi con istruzione media superiore hanno una partecipazione al voto inferiore alla media.
In altri termini: non conta l’istruzione ma l’istruzione relativa.
Ma perché chi è relativamente più istruito dovrebbe essere di sinistra, ateo e fedele al voto? I motivi sono vari.

martedì 28 febbraio 2017

Fede & Ragione

Titolo scontato?
Evitiamo allora di entrare nel merito, di misurare col bilancino quanta fede c'è nella ragione e quanta ragione c'è nella fede. Guardiamo invece all'uomo religioso e all'uomo razionale. Si tratta di due tipi che possono convivere nella stessa persona?
Si occupa della faccenda Scott Alexander nel saggio “Analytical Thinking Style And Religion".
Recentemente Gervais e Norenzayan hanno pubblicato uno studio dal titolo eloquente: " Analytic Thinking Promotes Religious Disbelief". Descrizione del loro primo esperimento...
... They make some people take the Cognitive Reflection Test (CRT), a set of questions designed so that intuition gives the wrong answer and careful thought gives the right one. Then they ask those people a couple of questions about their religious beliefs (most simply, “do you believe in God?”). They find that people who do better on the CRT (ie people more prone to logical rather than intuitive thinking styles) are slightly less likely to be religious...
Esito...
... religion is associated with intuitive thinking styles, atheism with logical thinking styles...
Proseguivano poi constatando che un certo "priming" analitico (roba tipo osservare a lungo la scultura di Rodin "Il pensatore"!) diminuiva la credenza religiosa dei partecipanti.
Sentite una certa puzza di bruciato? Ebbene, l'hanno sentita anche i ragazzi del Reproducibility Project,  i quali hanno rifatto l'esperimento senza riuscire a replicarne i risultati. Anzi, ottenendo risultati negativi....
... replication of Study... It was essentially negative;... two out of their three measures of religion, there was no significant rationality/ atheism correlation... on the third it was much smaller than the original study, so small it might as well not exist.... Then they move on to their replication of Study 2... This is the one with Rodin’s The Thinker.... They found no effect of sculpture-viewing...
In realtà Gervais e Norenzayan hanno condotto contestualmente altri tre test che confermavano l'esito dei primi. Tuttavia...
... studies 3, 4, or 5. But Studies 3 and 4 have been investigated by a different group in a slightly different context (CRT on liberal/ conservative) and they find that the prime doesn’t even work...
***
Uno si chiede: che c'è di strano? È solo uno dei tanti esperimenti di psicologia che non si riesce a replicare. Sappiamo tutti che la psicologia ha un tasso di replicabilità degli esperimenti molto basso, molto più basso rispetto all’economia per esempio...
... Seven bajillion vaguely similar priming-related studies have failed replication before. Now it’s seven bajillion and one...
Di strano c'è che si tratta di un esperimento piuttosto semplice, difficile da falsificare o da “sbagliare”.
Di solito gli studi non replicati hanno caratteristiche differenti...
... My usual understanding of why these sorts of studies go wrong is a combination of overly complicated statistical analysis with too many degrees of freedom, unblinded experimenters subtly influencing people, and publication bias... These studies don’t have overly complicated statistical analysis. They’re really simple...
In questo caso tutto è abbastanza lineare...
... Do a randomized experiment, check your one variable of interest, do a t-test, done...
Publication bias? Difficile. Oltre ai 5 esperimenti di cui si è detto ci sono anche due esperimenti pilota con risultati simili. Con così tante prove condotte un publication bias è difficile.
Un problema di proxy?...
... A commenter brings up that they used different measures of religious belief in each study,..
Forse, ma...
***
Il fatto cruciale non è tanto che il Reproducibility Project non ha saputo replicare gli esiti, quanto il fatto che - come lo stesso RE ha dichiarato - la replica fallita si è avuta invece in abbondanza attraverso studi simili e successivi...
... Pennycook et al (2016) does a meta-analysis of all the work in this area. He finds thirty-five different studies totaling over 15,000 subjects comparing CRT scores and religious beliefs. Thirty-one are positive. Two of the remaining four detected an effect of the same magnitude as everyone else, but didn’t have enough power to prove it significant. The remaining two negative studies are delightful and deserve to be looked at separately...
Gli unici due studi non allineati sono quello di McCutcheon e altri "Analytic Thinking Related To Celebrity Worship And Disbelief In Religion?", e Finley e altri " Revisiting the Relationship between Individual Differences in Analytic Thinking and Religious Belief: Evidence That Measurement Order Moderates Their Inverse Correlation".
Finley nota una cosa interessante...
... if you measure rationality first and then ask about religion, more rational people are less religious... But if you measure religion first and then ask about rationality, there’s no link...
Quasi che fosse all’opera una sorta di “priming”.
Ma la risposta è pronta...
... Pennycook responds by pointing out seven other studies in his meta-analysis that ask for religion before...
***
Riepiloghiamo… 
... 31 good studies finding an effect and 2 good studies not finding it...
Di fronte a questi numeri facciamo pure la tara con le misure standard di “publication bias”, le conclusioni non mutano.
Tuttavia, può darsi che quel che è vero per gli universitari/cavia non sia vero per le altre categorie di persone. Anche qui la risposta è pronta...
... No. Browne et al look at 1053 elderly people’s CRT scores and religiosity, and find the effect at the same level...
C'è forse qualche interazione strana tra IQ e razionalità (che non sono la stessa cosa)? È l'idea di Razmar e Reeve...
... it’s not that more rational people are less religious, it’s that smarter people are both more rational and less religious...
Ma il solito Pennycook risponde prontamente...
... both IQ and CRT are independently correlated with irreligion...
L’IQ sembra più correlato con l’ateismo, ma anche la razionalità lo è.
***
Farei piuttosto un’altra osservazione: la credenza religiosa non è unica, ce ne sono tante. Anche la stessa credenza religiosa può essere vissuta in modi diversi: formalmente, l’assidua vecchina con la terza elementare sempre presente in Chiesa in prima fila e Alvin Plantinga credono nello stesso Dio. Diciamo che gli “dei” sono molti e la gran parte di loro è decisamente naif. Tra i credenti i "semplici" sono sovra-rappresentati, in questo modo gli studi appena visti si spiegano facilmente. Anzi, mi sarei aspettato una differenziale ancor pèiù marcato.
***
Ma c'è qualcosa di ancora più interessante che emerge in questi test da laboratorio…
... religious people take less time to solve problems, even when both sets of people get the right answer...
Questo cosa può indicare?...
... the idea that people naturally gravitate toward ideologies that match their level of cognitive complexity. Thus, according to this position, religious ideologies are less complex than secular ones, and, as a consequence, more likely to be held by less cognitively complex individuals...
Sbrigare velocemente una faccenda – nella quale ci si dimostra competenti - significa non appassionarsi troppo ad essa, non attribuirle troppa importanza.
Diciamo che i credenti prediligono soluzioni più semplici (rischiando il semplicismo), gli atei soluzioni complicate (rischiando l'astrusità). Questo a prescindere dalle loro capacità cognitive e dalla correttezza della soluzione fornita.
Sia il credente che l'ateo di pari abilità prendono rischi, ma in questo senso hanno preferenze diverse: il credente preferisce rischiare di presentarsi come ingenuo, l'ateo come virtuoso difensore di cause perse.
Tra chi è più propenso all'ingenuità e chi è attirato dalle cause perse, è il secondo a mostrarsi più “innamorato” della razionalità (fino a sconfinare nel sofistico).
Ammettiamo che davanti ad un problema io abbia due scopi: 1) trovare la soluzione e 2) mostrare la mia potenza cognitiva. Tenderò a sbagliare per eccesso di astrusità. Ammettiamo invece che il mio duplice obbiettivo davanti ad un acrostico sia differente: 1) trovare la soluzione 2) togliermelo dai piedi il più presto possibile. Tenderò a sbagliare per semplicismo. Questo postulando che sia il primo che il secondo candidato diano lo stesso numenro di risposte esatte.
***
Un’ ultima considerazione sociologica: le battaglie culturali, di solito, sono combattute da un 20% della popolazione, quella mediamente più istruita e intelligente. L’ 80% della popolazione è gregge conformista. Ammettiamo che l’élite (20%) si divida in due partiti: atei (10%) e religiosi (10%). Al momento – supponiamo - i religiosi prevalgono, per cui la popolazione è prevalentemente religiosa (90%). E’ chiaro che in questa fase l’ intelligenza media del partito religioso – annacquata dai “conformisti” - è inferiore a quella del partito ateo. Ammettiamo infine che fenomeni epocali (secolarizzazione) spostino lentamente gli equilibri con una trasmigrazione dei conformisti da un partito all’altro: si invertirebbe anche lo squilibrio tra intelligenze medie. A questo punto una domanda pertinente è: a che punto siamo con la secolarizzazione?
***
In sintesi: 1) nello spettro delle soluzioni religiose quelle semplici sono sovrarappresentate, 2) lo stile cognitivo  di una persona la attrae verso soluzioni più o meno complesse, 3) con chi stanno i conformisti al punto in cui siamo nei processi di secolarizzazione?
I tre punti spiegano forse la natura del nesso tra razionalità e fede, così come viene registrato dagli studiosi.
***
Cosa portarsi a casa da tutto ciò?
... cognitive skills… probably increases likelihood of being an atheist and decrease the likelihood of being religious... The effect size seems pretty small... IQ probably also increases likelihood being an atheist... Openness To Experience...make people less fundamentalist... There’s no good evidence that “priming” analytical thinking style can make you more or less religious...
***
Questi studi lasciano sempre un dubbio: la credenza religiosa si porta sempre dietro un'intera cultura, un coacervo di fattori descrivibile solo con mille variabili. In questo senso la procedura random trial può non essere sufficiente a "ripulire" il campo dalle possibili interferenze.
Questo è tanto più vero quando il confronto è tra paesi anziché tra singoli. C'è chi vede una maggiore propensione all’ateismo per le nazioni caratterizzate da una migliore educazione e da un IQ medio più elevato.
Tuttavia, i fattori in gioco sono molti. Una nazione ricca, ad esempio, può dedicare maggiori risorse all’istruzione, venendo dunque caratterizzata da una cultura e da un QI medio più elevati. Allo stesso tempo la maggiore ricchezza può ottenere l’effetto di una minore religiosità.
Scrive Roberto Raggi commentando lo studio “Are Highly Theistic Countries Dumber? Critiquing the Intelligence-Religiosity Nexus Theory” di  Amir Azarvan…
... l’ateismo è correlato a fattori come l’avere un trascorso di dominio comunista, il maggiore reddito procapite, la libertà religiosa (di per sé positiva ma si pensi alle molte nazioni islamiche dove la religiosità è garantita e quasi imposta dallo stato), all’istruzione superiore (che può predisporre a un maggiore materialismo). Ma l’ateismo non risulta direttamente correlato in maniera significativa al QI medio...
Inoltre, ci sono studi -   Manuale di religione e salute (Oxford University Press, 2012) - che segnalano un nesso tra credo religioso e rendimento scolastico. In casi del genere, però, il ruolo dell’intelligenza potrebbe essere secondario.
Ultimo input tanto per sottolineare ulteriormente la complessità del legame tra fede & ragione: segnalerei il lavoro di Flannelly–Galek-Kytle-Silton: “Religion in America--1972-2006: religious affiliation, attendance, and strength of faith”. I credenti americani con una fede più intensa sono anche i più istruiti
… Level of education was... directly related to frequency of religious service attendance and strength of faith among those who were affiliated...
Questo a prescindere dal fatto che gli atei siano mediamente più istruiti dei credenti.
rodin_theThinker