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domenica 15 dicembre 2019

BLANK STATE

RASSEGNAMOCI AL RAZZISMO
Le differenze razziali sono in gran parte adattamenti al clima. Il pigmento della pelle era una crema solare per i tropici, le pieghe nelle palpebre erano occhiali per la tundra. Ma gli individui non sono geneticamente identici ed è improbabile che le differenze influenzino ogni parte del corpo tranne il cervello. Sebbene le differenze genetiche tra razze siano più piccole di quelle tra gli individui, è ragionevole credere che non siano né inesistenti né irrilevanti. La migliore "cura" per la discriminazione, quindi, è un test più accurato e più ampio delle capacità cognitive, perché fornirebbe così tante informazioni predittive sui singoli individui che nessuno sarebbe tentato di tenere più conto della razza o del genere. Ma probabilmente un'idea del genere comporta pratiche tanto invasive da non avere alcun futuro politico, cosicché le discriminazioni razziali e di genere saranno sempre tra noi.
COSE CHE NON CI ENTRANO NEL CERVELLO
I bambini non devono andare a scuola per imparare a camminare, parlare, riconoscere oggetti o ricordare le personalità dei loro amici, anche se questi compiti sono molto più difficili che leggere, sommare o ricordare date nella storia. Devono andare a scuola per imparare a scrivere e far di conto perché queste conoscenze sono state acquisite troppo di recente perché si siano evolute delle capacità naturali corrispondenti. I bambini sono dotati di una "cassetta degli attrezzi" per ragionare e apprendere in modi particolari, e quegli attrezzi devono talvolta modificati per padroneggiare problemi per i quali non sono adeguatamente progettati. Non possono imparare la biologia finché non disimparo la biologia intuitiva, che pensa in termini di essenze vitali anziché di selezione passiva. E non possono imparare l'evoluzionismo fino a quando non disimparano a pensare l'ordine in termini di progetto. Non possono imparare l'economia finché non disimparo a pensare il gruppo umano in termini unitari. Ancora oggi la cooperazione fondata sui prezzi di mercato confonde le menti che fanno troppo fondamento sull'intuito.
MISERIA DEL MORALISMO
Ci sono problemi come il razzismo, l'aborto, il colonialismo, l'ambiente, il CRISPR... che vengono affrontati in termini moralistici e di guerra culturale. Molte di queste cose possono avere conseguenze dannose, ovviamente, e nessuno le vorrebbe banalizzate. La domanda è se siano meglio gestite dalla psicologia della moralizzazione (con la sua ricerca di cattivi e relativa mobilitazione dell'autorità per controllare e punire) o in termini di costi e benefici, prudenza e rischio.
MISERIA DELL'UTOPIA
In politica c' è la Visione Tragica e quella Utopica. Nella Visione Tragica, gli esseri umani sono intrinsecamente limitati nella conoscenza, nella saggezza e nella virtù, e tutti gli accordi sociali devono riconoscere quei limiti. Nella visione utopica, i limiti sono superabili grazie ad un assetto sociale migliore, e noi non dovremmo porci limiti ma favorire questo avanzamento. Per i Tragici cercare di fare "qualcosa di impossibile" è sempre un'impresa corruttiva. Per gli Utopici è sempre un'impresa costruttiva. Ebbene, le idee della psicologia evoluzionistica e della genetica comportamentale si sono diffuse negli anni '70 e non avrebbero potuto costituire un insulto peggiore alla Visione Utopica. Si tratta di idee che vendicano la Visione Tragica e minano quella Utopica che fino a poco tempo prima dominava ampi segmenti della vita intellettuale. Ecco alcuni capisaldi rinforzati dalle nuove ricerche: 1) Il primato dei legami familiari in tutte le società umane e il conseguente peso del nepotismo e dell'ereditarietà. 2) La portata limitata della condivisione comunitaria nei gruppi umani. 3) L'universalità del dominio e della violenza nelle società umane (compresi i presunti pacifici raccoglitori-cacciatori) e l'esistenza di meccanismi genetici e neurobiologici che ne sono alla base. 4) L'universalità dell'etnocentrismo e altre forme di ostilità tra gruppi differenti e la facilità con cui tale ostilità può essere suscitata nelle persone all'interno della nostra società. 5) La cospicua ereditarietà di intelligenza, autocontrollo, coscienziosità e attitudini antisociali, il che implica che buona parte della disuguaglianza sorgerà anche in sistemi economici perfettamente equi. 6) La prevalenza di meccanismi di difesa mentale, pregiudizi egoistici e bias cognitive, con cui le persone si ingannano sulle proprie ragioni, sulla propria saggezza e la propria integrità. 7) I pregiudizi del nostro senso morale che ci fanno preferire i nostri vicini e ci fanno confondere il bene con il conformismo, il rango, la pulizia e la bellezza.
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sabato 9 novembre 2019

JASON RICHWINE E GLI ALTRI

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JASON RICHWINE E GLI ALTRI

Ogni volta che una ricerca scientifica scopre differenzia su base genetica gruppi di persone la reazione è tremendamente negativa ed evidentemente viziata dal coinvolgimento ideologico di chi la mette in scena. Entra subito nel dibattito cio' che l'articolo chiama "fallacia egalitarista".

La fallacia egalitarista è una distorsione cognitiva molto presente sui giornali, una specie di errore grammaticale che sfruttiamo per reagire con ostilità a chi viola certi tabù. Le scoperte di cui sopra vengono rigettate perché percepite con implicazioni morali, quasi che una differenza su base biologica riscontrata tra gruppi umani possa essere definita "ingiusta". La "fallacia egalitaria" è onnipresente ma affligge soprattutto la sinistra dello schieramento.

Il caso del ricercatore Jason Richwine è illuminante, nel 2009 mise assieme una serie di dati a supporto della tesi che la politica migratoria americana avrebbe dovuto essere progettata per favorire persone con un IQ sopra una certa soglia, questo perché sia l'IQ personale che l'IQ medio della nazione sono correlati in modo robusto con certe cruciali perfomance della persona e ancor più sella nazione. E' una posizione magari sbagliata ma difendibile con buoni argomenti di fatto, senonché si preferì reagire insultando l'uomo piuttosto che criticare i dati presentati dal ricercatore. Richwine era diventata una cattiva persona, andava licenziato. E così fu.

Leggiamo l' Economist sul caso: "se la tesi di Richwine fosse corretta, dovremmo riconoscere che i razzisti hanno ragione...". Ecco comparire la tipica "fallacia egalitaria", ovvero il passaggio da un giudizio di fatto sulle differenze caratteriali tra gruppi a un giudizio morale relativo al razzismo di chi lo fa rilevare.

Un altro modo per inquinare il dibattito consiste nel buttarla sull' "inferiore" e il "superiore". Affermare cioè che chi constata differenze biologiche tra i popoli sta proclamando la superiorità dell'uno sull'altro. Il corto circuito è evidente, dimostrare una differenze non significa affatto affermare la superiorità di chicchessia, tuttavia questa sgrammaticatura viene utilizzata per tacitare la ricerca sulle razze. Non ha nessun senso dire, per esempio, che gli africani sono geneticamente superiori agli asiatici perché mediamente più alti! E' una frase senza senso, eppure la fallacia egalitarista la fa pronunciare a molte persone, penso a persone come Charles Murray, Jason Richwine, Nicholas Wade che in realtà sono molto prudenti nel separare giudizi scientifici e giudizi etici.

L'esito dell'esercizio compulsivo della fallacia è la prevedibile proposta di bandire le ricerche che studiano le razze. Motivo: sono studi che fomentano il razzismo causando danni che oltrepassano gli eventuali benefici. Si fa presente da più parti che gli stereotipi si rinforzano, chi ne è oggetto viene spesso anche demotivato, bisogna così rompere il circolo vizioso e queste ricerche non aiutano. A parte il fatto che quando lo stereotipo non è accurato ci vuole poco a romperlo, il caso degli ebrei in generale e delle donne in molte professioni parla chiaro. Ma è un'evidente tentativo di moralizzare la scienza.

Volete altri esempi? Considerate le reazioni al famoso libro di Murray e Herrnstein - The Bell Curve -, per molti un vero manifesto del neo-razzismo, un modo "gentile" per poter parlare ancora di "negri", uno strumento per esentarci dal dovuto tributo agli svantaggiati. Eppure gli autori asserivano solo che sia geni che ambiente hanno un ruolo nelle diverse performance dei gruppi razziali americani, qualcosa che bene o male accettano tutti gli studiosi più seri. Ma soprattutto, niente nel libro suggerisce che i neri dovessero essere trattati differentemente.

Jared Diamond, un cocco dei progressisti, divenne famoso per avere sostenuto che la geografia spiega più dei geni, una tesi che piaceva a molti. Protetto da uno scudo invisibile l'autore arrivò a dire su basi precarie che il popolo della Nuova Guinea era più intelligente degli europei. Chi indulge nella fallacia egalitarista dovrebbe vederci un'affermazione razzista ma così non fu. Cosa dedurne? Che per una certa parte politica il razzismo è solo un pretesto per difendere i presunti "oppressi" dai presunti "oppressori" (l'unica distinzione intorno alla quale gira tutto). Se è così capiamo bene perché certe forme di "razzismo" non preoccupano, anzi sono le benvenute.

Il caso James Damore ricalca i precedenti, l'uomo criticò l'assunto implicito nella politica delle assunzioni di Google per cui uomo e donna sono psicologicamente identici. Damore dubitava che Google potesse mai avere un numero di ingegneri donna pari a quello degli uomini senza abbassare gli standard. Fu licenziato con i tipici argomenti dalla fallacia egalitaria. Le affermazioni di Damore furono giudicate discriminatorie e costituivano una forma di molestia.

Larry Summers, presidente di Harvard, disse che il sesso biologico potrebbe incidere sul successo in certe carriere. Licenziato. James Watson disse che gli africani avevano un IQ inferiore a quello di altri popoli. Licenziato.

A queste persone si replica che concetti come sesso e razza sono in parte costruzioni sociali, non realtà oggettive. Ebbene? Anche se lo fossero potrebbero comunque esserci buone ragioni per impiegarli come base fruttuosa per una classificazione dell'uomo? Giudichiamo questo, piuttosto.

Conclusione: l'ostilità a senso unico verso i ricercatori in materie quali sesso e razza produce più danni che benefici, se la nostra integrità morale dovesse davvero dipendere dai dati scientifici è già compromessa in partenza.

https://link.springer.com/article/10.1007/s11406-019-00129-w

sabato 12 ottobre 2019

ASSASSINI E ASSASSINISTI

ASSASSINI E ASSASSINISTI
L'articolo ci trasporta in un universo parallelo dove si professa un'ideologia singolare: l' "assassinismo". Secondo l'assassinismo uccidere gli uomini è bene, farli vivere è male.
L'ideologia è molto diffusa, nell'Italia parallela per esempio vengono uccise quasi 400mila persone ogni anno, cio' prova che i valori dell'assassinismo vengono insegnati anche nelle scuole.
Molti cercano di praticarlo tagliando i fondi alla polizia o alleggerendo le pene, altri lasciando mano libera alla polizia. L'assassinismo è un'ideologia trasversale ai partiti, a destra lo si pratica partecipando a guerre come l'invasione dell'Iraq parallelo, a sinistra promuovendo l'eutanasia e pratiche simili che uccidono i vecchi e i più deboli. Poi l'articolo prosegue con mille altri esempi che dimostrano come la diffusione dell'assassinismo sia una realtà concreta.
Tornando nel nostro universo riconosciamo subito che questa storia dell'"assassinismo" è una solenne cazzata. Per carità, da noi ci fa fuori molta gente, nessuno lo nega. Ma si uccide per mille motivi diversi, non certo perché si aderisce alla fantomatica idea dell'assassinismo. Fa ridere solo il pensarlo.
Ecco, fa ridere un po' meno se all'assassinismo sostituiamo il sessismo, il razzismo, la xenofobia, eccetera: sono parole spesso usate nello stesso modo assurdo appena visto per l'assassinismo, un modo non solo scarsamente informativo ma altamente confuso e dannoso. Chi spiega la realtà ricorrendo al concetto di assassinismo, infatti, quando, per esempio, un gangster ammazza un rivale, non c'è nessuna necessità di indagare le cause, la risposta è pronta: "aderisce ai valori dell'assassinismo". Allo stesso corto circuito si espone chi parla sempre di sessismo e razzismo.

SLATESTARCODEX.COM
[Content warning: discussion of racism. Comments are turned off due to bad experience with the comments on this kind of material.] I. A set of questions, hopefully confusing: Alice is a white stay-…

AAAhttps://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16dc110671d:8b4b05:3dac2425

LA DESTRA CAPISCE LA SINISTRA MA LA SINISTRA NON CAPISCE LA DESTRA
La dinamica politica:
FASE 1. La Sinistra fa una proposta di riforma.
FASE 2. La Destra reagisce in modo scomposto.
FASE 3. La Sinistra esprime disprezzo per la reazione.
FASE 4. La Destra odia chi la disprezza.
FASE 5. La Sinistra invoca la censura per l’odio.
Aggiungo che:
1) La Destra è fondamentalmente disinteressata alla politica, si limita a reagire se toccata sul vivo.
2) La Destra capisce la Sinistra mentre la Sinistra non capisce la Destra.
Il punto 2 merita un approfondimento: la proposta della Sinistra è razionale ma è indifferente alle tradizioni. La Destra è profondamente turbata da questi rivolgimenti. Ora, una proposta razionale è facilmente comprensibile mentre un turbamento non lo è se non lo provi. Per questo la Destra comprende la Sinistra ma non viceversa.

Non voglio dire che razzismo e sessismo non esistano. Voglio dire che non spiegano NIENTE!
Conclusione: meglio fare come se non esistano.

***



Vuoi affrontare il razzismo in modo costruttivo? Guarda una persona che si comporta da razzista e cerca i motivi per cui potrebbe comportarsi così. Scoprirai che molti di quei possibili motivi non sono affatto razzisti.

A volte anche un buon statistico ci appare come un razzista. Può darsi che tu dica di lui che è un razzista questo non mi importa. Il punto è che ha dei motivi comprensibili per avere certe credenze e mantenere certi comportamenti.

Sei tu cerchi di risolvere il problema del razzismo quando i comportamenti razzisti non sono motivati dal razzismo, indurre la vergogna in queste persone non risolve niente. Loro saranno anche razzisti ma tu sei uno che incendia la situazione.

Prendi uno che crede che gli ebrei controllino la finanza internazionale e vomita contro di loro ogni sorta di insulti. Io ne conosco uno, è uno schizofrenico. E so anche che ignorando completamente il suo antisemitismo posso trattare il suo caso con successo utilizzando il Seroquel. Se invece cercherai di leggergli i libri di Eli wiesel le sue turbe non diminuiranno.

Non sto dicendo che il razzismo non esista, sto dicendo che non spiega nulla. Sto dicendo che è sbagliato e pericoloso trattarlo come la causa di certi comportamenti.

Jonathan Haid sostiene che nel dibattito accanito tra destra e sinistra la destra capisce la sinistra - e a volte persino l'ammira segretamente - mentre la sinistra capisce molto meno la destra. Spesso a destra ci sono le masse Lasciate indietro dalla modernità, si tratta di persone preoccupate e arrabbiate che quando parlano sembrano esporre punti di vista poco centrati e vaghi, pensano che nella loro vita qualcosa di importante stia per sparire o sia già sparito, non hanno torto e far finta che non abbiamo nulla da dire se non vomitare loro razzismo è pure ipocrisia . In casi come questi il principio di carità si impone ma parlare di razzismo È l'esatto contrario, è la strategia della disumanizzazione dell'altro: "chi non è d'accordo con me è motivato dal puro odio". Interpretare le cose in questo modo ti libera dal duro lavoro di capire e ti libera tempo per combattere.

Il liberalismo non è il capitalismo e non è neanche una pallida approssimazione dell'ideologia libertaria. Il liberalismo è la tecnologia per evitare le guerre civili. Il liberalismo assume Buonafede e valori condivisi. Assume che alla fine della giornata sia che tu sia cattolico sia che tu sia protestante tu possa essere comunque di base una brava persona. Ma se ci sono gruppi di persone che non sono connesse con i valori umani di base allora Il liberalismo fallisce. Ma siamo sicuri che questo genere di persone esistano anche fuori dai  manicomi? Se io pensassi che una persona è veramente razzista probabilmente la ucciderei. Se tu davanti a un razzista non uccidi vuol dire che sei solo un ipocrita e invocare il razzismo è solo una strategia di comodo.

giovedì 25 luglio 2019

DUE OPINIONI LAMPO

DUE OPINIONI LAMPO

RAZZISMO E SESSISMO: la mia posizione è che dovremmo trattare le persone come individui. La sinistra invece continua a parlare di “donne, noi donne, le donne…” mentre la destra parla sempre di zingari, negri e froci.

IMMIGRAZIONE: la mia posizione è che dovremmo avere una porta frontale più aperta e una porta sul retro serrata. Dovrebbero esserci meno ostacoli verso l’immigrazione legale. Non sono d'accordo nel filtrare gli immigrati. Preferirei utilizzare un sistema di prezzi: fai pagare una bella tassa all'aspirante immigrato, diciamo 10.000 euro (poco più del prezzo sul barcone), per ottenere il diritto a venire di intraprendere la strada della cittadinanza. Se i datori di lavoro, i parenti o i “misericordiosi” sono motivati a portare qui individui particolari, potranno farsi loro sponsor e versare di tasca propria; insomma, la Caritas dovrà pagare più che essere pagata.

mercoledì 17 luglio 2019

IL GIORNO CHE DIVENTAI SESSISTA (ma anche razzista)

IL GIORNO CHE DIVENTAI SESSISTA (ma anche razzista)

Fu quando rimbalzando di link in link finii in una discussione Facebook nella quale una Tizia confessava candidamente di aver abusato del proprio fidanzato, non solo, descriveva anche l’evento specifico. Insomma, quel giorno aveva bisogno che lui le facesse un favore, ma lui si mostrava poco disponibile (forse giocava l’Inter), cosicché lei di punto in bianco scoppia a piangere. Si badi bene che non aveva pianto ad arte per manipolarlo, solo perché era triste (lei stessa lo precisava). Tuttavia, questa ragazza che si mostrava alfabetizzata e consapevole, era convinta di aver compiuto un “abuso”, perché la sua definizione di "abuso" era: "fare qualcosa che fa stare male il tuo partner evitando di rispettare certi confini della rispettiva autonomia”. Ecco, piangendo, avrebbe fatto sentire in colpa il suo fidanzato e invaso brutalmente i “confini” della sua autonomia.

Chi esce fregandosi le mani da una storia del genere? Ovvio, chi abusa (realmente) del proprio partner: non esiste più un termine per designarlo ed isolarlo! Voglio dire, un tempo il mondo era diviso in due categorie di persone: che abusava del prossimo e chi no. I primi erano persone da evitare. Oggi, a quanto pare, non è più così. La parola “abusare” ha perduto ogni valore informativo.

Ma sono tante le parole che più o meno recentemente hanno perso ogni valore informativo, penso a: “sessista”, “razzista”, “fascista”, “molestatore”, “omofobico”, “xenofobo”, ma anche “povero”, “svantaggiato”, “autistico”... Provate solo a leggervi certi saggi sui dieci comandamenti riveduti e corretti da “cardinaloni” alla moda, come minimo scoprirete di essere dei ladri omicidi.

Ad ogni modo, così come il povero in canna sfrutta l’iper-inflazione per vedere da vicino come è fatto un bigliettone da 500 euro, io sfrutto l’inflazione parolaia per provare l’ebbrezza di definirmi pubblicamente sessista, razzista, fascista e molestatore di donne inermi. In attesa di diventare pedofilo.

sabato 13 luglio 2019

GAFFE

GAFFE
Hai appena fatto una gaffe sessista? Oppure omofoba? Oppure razzista?...
Prega... ma non scusarti: deluderesti i tuoi e faresti capire agli altri che non si sono indignati a sufficienza.


PAPERS.SSRN.COM
Politicians and other public figures often apologize after making controversial…

venerdì 5 aprile 2019

RAZZISMO FREDDO

RAZZISMO FREDDO
Avete notato che ogni tanto su Amazon escono dei prezzi assurdi? Mi dicono che sono impostati da algoritmi sensibili alla “domanda” e, talvolta, persino tarati sulla tua disponibilità a pagare.
L’intelligenza artificiale sta cominciando a prenderci le misure e le aziende, sempre più spesso, adottano queste “macchine prezzatrici” dalla razionalità spietata. Le decisioni demandate alla fredda razionalità meccanicistica crescono ogni giorno, e non riguardano solo i prezzi.
Siamo giustamente preoccupati per gli algoritmi che, nel perseguire l’interesse dell’azienda, praticano la discriminazione razziale o sessuale come effetto collaterale.

Ma in questi casi è legittimo parlare di sessismo o razzismo? Sessismo e razzismo non sono forse il frutto di pregiudizi? Come possono discendere da scelte razionali non certo animate da ostilità, come quelle prese da un freddo algoritmo?

http://timharford.com/2019/03/just-because-youre-paranoid-doesnt-mean-the-algorithms-arent-out-to-get-you/

sabato 5 gennaio 2019

ORIGINI DEL SESSISMO

ORIGINI DEL SESSISMO

Qual è l’origine di molte pratiche che oggi consideriamo sessiste?

Molto spesso la presenza di pochi maschi in società (magari a causa della guerra) e la relativa competizione tra donne per il matrimonio.

In “The Economic Motives for Foot-Binding” (leggetelo tutto), Lingwei Wu e Xinyu Fan fanno il caso della fasciatura dei piedi nella Cina di un tempo, una pratica tradizionale emersa nel passaggio dall’aristocrazia alla società meritocratica.

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_1681c6a5afe:6c5a2:ce262a36

lunedì 10 settembre 2018

QUANDO NON SIAMO SESSISTI?

QUANDO NON SIAMO SESSISTI?  https://feedly.com/i/entry/pCjzw1s9uw4o7o2a6k88mWl61VH8mv6Frk5BTARJuI0=_165badb9872:ce2cee:6f86c10b
Lo siamo quando ipotizziamo che il divario tra donne e uomini nelle materie scientifiche possa essere dovuto ad abilità differenti (vedi caso Larry Summers 2005).
Lo siamo se ipotizziamo che il divario tra donne e uomini nelle materie scientifiche possa essere dovuto a preferenze diverse (vedi caso Damore 2016).
Lo siamo se ipotizziamo che il divario tra uomini e donne nelle materie scientifiche sia destinato a durare nel tempo (vedi caso Hanson 2017).
Adesso lo siamo anche se ipotizziamo che il divario tra uomini e donne nelle materie scientifiche possa essere dovuto al fatto che ci sono più uomini agli estremi, ovvero sia tra i ritardati che tra i geni (vedi link).
QUILLETTE.COM
In the highly controversial area of human intelligence, the ‘Greater Male Variability Hypothesis’ (GMVH) asserts that there are more idiots and more geniuses among men than among women. Darwin’s research on evolution in the nineteenth century found that, although there are many exceptions for ...
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