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mercoledì 24 settembre 2014

sabato 5 aprile 2014

La Repubblica ideale

Come dovrà essere l' assetto del governo?

Premier eletto direttamente, non sfiduciabile e con la possibilità di nominare e revocare i ministri.

E quello del potere legislativo?

Una camera eletta direttamente dal popolo nei collegi uninominali (magari all' australiana). Elezioni sfasate rispetto al premier.

E quello del giudiziario?

Elezione tra idonei (ogni foro elegge i suoi giudici e pm).

E la seconda camera?

Ci sarà: un senato delle regioni nominato dalle regioni stesse. Legifererà sulle "materie concorrenti"

Come si legifererà?

La camera proporrà la legge (anche su impulso del governo) e il premier avrà diritto di veto, a men che sia approvata un' abrogazione. Il diritto di veto sarà superabile con maggioranze qualificate.

E il presidente della repubblica?

Non ci sarà più.

Corte costituzionale?

Eletta dagli organi precedenti in concorrenza tra loro e con pesi da determinare (prevalenza del senato).

E i numeri?

Sobri: una trentina di senatori e una cinquantina di deputati.

mercoledì 16 marzo 2011

Meditazione libertaria sull' Amaca del 13.3.2011

Leggere le cronache su alcune inchieste giudiziarie (vedi le recenti indagini sulla cosiddetta P4 e il faccendiere di Stato Bisignani) e capirci pochissimo è tutt' uno. La colpa non è dei giornalisti, che cercano di raccontare quello che riescono a sapere. Né dei giudici, che cercano di dissotterrare i reati da una spessa coltre di segreti e silenzi. La colpa (dal suo punto di vista un merito) è di un potere politico ed economico che mai come in questi anni è riuscito a rendersi imperscrutabile, opaco, fuori controllo. Riusciamo a capire solo che gli interessi, le alleanze, gli scontri che determinano molte delle scelte nevralgiche per la collettività (gli appalti, il controllo del credito, la spartizione dei profitti) agiscono in una zona d' ombra, al riparo di ogni forma di controllo istituzionale, di visibilità pubblica, insomma di democrazia. Molto poteree molti quattrini in poche mani, zero poteree pochi quattrini nelle mani di tutti gli altri. E' sempre stato così? Forse sì. Ma in un clima politico meno rassegnato, più integro, la scoperta della P2 destò, nell' Italia di allora, uno scalpore enorme. P3, P4 e domani P5 e P6 possono contare su un vantaggio enorme: la disarticolazione della politica e la nostra rassegnazione. Due facce della stessa medaglia.

Michele Serra - L' Amaca -

E cosa rende il potere politico ed economico "imperscrutabile, opaco e fuori controllo"?

Azzardo: il proliferare delle regole e l' abnorme ruolo assegnato alla politica.

E' difficile far confusione se esistono poche e semplici regole.

E' difficile assistere a commistioni se la politica non ha nè grandi dotazioni da barattare, nè grandi favori da elargire.

Ma "poche regole" e "poca politica" spaventano. Lo spettro del Far West si profila all' orizzonte delle menti più suggestionabili. Sono menti facilmente soggette ad un horror vacui della prescrizione, e sono "molte".

Il guaio è che poi giri l' angolo e questi "molti" te li ritrovi affaccendati nella stesura dell' ardente denuncia contro il potere "imperscrutabile, opaco e fuori controllo".

Ma come? Sono ancora loro? Partecipano sia alla Manifestazione che alla Contomanifestazione?

Già,le due "moltitudini" coincidono. Consoliamoci per lo meno pensando allo scampato conflitto.

E poi ti chiedi il perchè della massiccia conversione al moralismo. Costretti a scartare le soluzioni che funzionano non resta che "savonaroleggiare" invocando i Santi.

p.s. 1/ comincio le mie estemporanee "meditazioni" sull' Amaca domenicale. Cercavo un contraltare al Vangelo, un temperamento a me estraneo che concepisse di continuo idee a me estranee. Barbara Spinelli sarebbe stata l' ideale, non c' è nulla di più remoto che io riesca ad avvistare, ma la sua prosa fluviale non si prestava. Nella scrittura di Serra purtroppo c' è un versante che ammiro sinceramente e che offre resistenza alla mia ispirazione (non sarà un caso se ho letto parecchi libri di questo poetastro). Pazienza, i suoi francobolli repubblichini sono talmente confacenti alla bisogna che rinunciarvi è delitto.

p.s. 2/ avviso: me ne vado una settimana al mare prima che il nubifragio in corso porti il mare a me. Raggiungo le mie donnine a Varigotti e scusate se libero l' archivio con un postaggio a valanga. A presto.

sabato 2 ottobre 2010

Promozioni a casaccio

Immaginatevi di imbattervi in un' impresa dove tutti i posti strategicamente più importanti siano occupati da incompetenti.

Da questo semplice fatto potete riconoscere immediatamente il principio che informa le politiche del personale in quell' organizzazione: promuovere ad un posto di più alta responsabilità chi ha fatto bene nel suo incarico precedente.

Come mai un principio tanto di buon senso sfocia in esiti così perversi?

Il fatto è che un' organizzazione del genere raggiunge il suo equilibrio solo allorchè i posti a disposizione sono ricoperti da incompetenti.

[si ipotizza che salendo nella carriera i nuovi posti occupati richiedano competenze almeno in parte differenti rispetto a quanto si faceva prima]

Corollario: promuovere a casaccio è più efficiente.

La cosa è stata dimostrata matematicamente a Catania (vedi anche qui), che si è così portata a casa il meritato IgNobel.

Il principio di fondo era già ampiamente noto.

D' altronde il dubbio sorge spontaneo, chi sa fare bene una cosa forse è meglio che continui a farla!

venerdì 20 agosto 2010

Tre moltitudini

Molti affermano che "il mercato ha bisogno di regole".

Molti non sanno dissimulare la loro diffidenza verso il mercato.

Molti non capiscono nemmeno cosa sia il mercato.

Ecco, queste tre moltitudini tendono a coincidere.

Vernon Smith è forse la persona più idonea per illustrare questa coincidenza, è forse la persona più idonea ad illustrare la razionalità intrinseca dell' economia.

***

A volte ci si scorda che le "regole" tanto invocate dovrebbero giungere dalla politica.

Ma tutti noi ammettiamo che l' unica "politica" sana sia quella di matrice democratica.

Spingendo oltre la riflessione si deve ammettere che questa preferenza deriva dal fatto che i regimi democratici prevedono una competizione.

Solo la presenza di un elemento competitivo "salva" la Politica.

Ecco, ma se le cose stanno così, è proprio accentuando questo elemento che la politica migliora.

Ma accentuare questo elemento trasforma lentamente la Politica in Economia. Il mercato è infatti il luogo deputato per la competizione.

In ultima analisi è dunque il "mercato" che deve dare regole al mercato.

Un esempio tanto per capirci: il mercato necessita di regole, la politica le fornisce, la globalizzazione spinge la politica verso alcune regole piuttosto che altre.

Ma cio' che chiamiamo "globalizzazione" non è altro che il mercato internazionale.

Cosa è successo? E' successo che il mercato ha regolato il mercato.

Adesso intravvediamo meglio cosa intende vernon Smith quando dice che "l' economia ha una sua razionalità interna".

E magari capiamo anche meglio la coincidenza delle tre moltitudini.

giovedì 4 febbraio 2010

Il nostro povero individualismo

Borges lo chiamava "il nostro povero individualismo".

Parlava degli argentini, di quello spirito anarcoide che tutto pervade e impedisce loro di assimilarsi in una vera Patria. Uno scoraggiante sentimento di sfiducia per ogni potere sovraordinato, una riluttanza a lasciarsi coordinare.

Se andiamo oltre Borges, ecco presentarsi uno spiazzante paradosso: quell' intima ostilità ad ogni governo... chiede incessantemente "più Governo".

La storia dell' Argentina - piena come un uovo di dittatori, caudillos, socialismo, fascismo, statalismo - è lì a perenne testimonianza per l' incredulo.


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Presso gli studiosi delle democrazie la storiella è conosciuta come "il paradosso dell' italiano": l' italiano è quello strano tipo che nutre una sfiducia atavica verso il suo governo e, contemporaneamente, accetta e chiede interventi governativi sempre più ipertrofici. Chi "disprezza" tanto alla fine "compra", forse aveva ragione la nonna.

Insomma, da noi dietro chi dice "piove, governo ladro" si nasconde quasi sempre un pianificatore incallito.

Ora si scopre che il fenomeno è pressochè universale: il cinismo è nemico della libertà. Peggio un Governo lavora e più cresce la richiesta dei suoi servigi.

Come spiegare tutto cio'? Forse la sfiducia del cinico è tale per cui solo un "unto del Signore" puo' salvarci. Il cinico pessimista puzza di scommasse pascaliane anche quando parla di politica. Se l' accentramento dei rischi per lui è razionale, quello dei poteri è la logica conseguenza.

Il cinico è un giocatore disperato: non gli resta che puntare tutto su una carta.


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Certo che tutto questo ha una conseguenza paradossale: ai libertari viene chiesto di amare il loro nemico, o perlomeno di porgere l' altra guancia.



Continua a leggere sul tema:

http://www.cato-unbound.org/2007/03/11/tyler-cowen/the-paradox-of-libertarianism/


http://econlog.econlib.org/archives/2007/03/worst_advice_to.html

lunedì 12 ottobre 2009

Applausi

Al Nobel per l' economia.

Applaudono anche gli anarchici, ormai ben inseriti nell' accademia: Elinor Ostrom ha spiegato con dovizia di particolari come spesso siano i privati a produrre i beni pubblici (comprese le leggi).

Dopo un nero premiato in quanto nero, una donna premiata non in quanto donna.

Un suo libro da bruciare lo misi nelle cataste di Fahrenheit, che infatti lo brucio' (evitando accuratamente di parlarne).

sabato 12 settembre 2009

Bossi assume il figlio all' Expo: 12.000 euro al mese

E Gilli chiosa:

Per sconfiggere corruzione, guerra e malefatte varie della politica, la soluzione non si trova in una moralizzazione forzata della politica (la famosa “questione morale”), né tanto meno in altre soluzioni più o meno estemporanee (dal divieto di avere parenti in politica, al limite di due mandati nel Parlamento, etc.). Piuttosto, se dove c’è politica c’è corruzione, la soluzione si trova nel ridurre al minimo lo spazio della politica nell’arena sociale. Dove c’è economia c’è efficienza. Dove c’è politica c’è, inevitabilmente, inefficienza.

Certo, il potere corrompe e la politica sfuma inevitabilmente in corruzione. E' così da duemila anni e non c' è Di Pietro che tenga.



L' importante è vedere se l' economia non degeneri naturalmente in politica creando un unico circuito. D' altronde il capitalismo da chi va difeso se non dai capitalisti?



Se un circuito simile esiste non ha nessun valore pragmatico il consiglio di puntare sull' economia, è un proclama al pari di quello dei moralizzatori.



Per diminuire la politica ed esaltare l' efficienza si punti piuttosto sulla sete localistica di potere. Un potere decentrato entra necessariamente in competizione e accresce la necessità di efficienza facendo in modo che ci si rivolga all' economia. W il federalismo, quindi (e magari anche i paradisi fiscali).



Non è che per combattere il Bossi dell' Expo sia necessario il Bossi di Pontida?

giovedì 30 luglio 2009

Il Mercato ha bisogno di regole. E anche la Politica.

Nessuno puo' negare che il Mercato fuzioni meglio se vengono osservate alcune regole. La Politica è il soggetto preposto per fissarle.

Bisogna essere degli anarchici per opporsi ad una simile scontata affermazione che a volte viene scodellata quasi fosse l' uovo di colombo.

E' meno frequente ascoltare quanto la Politica sia soggetta allo stesso bisogno: regole. E chi meglio del Mercato assolve a questo compito? Un' idea l' abbiamo pensando a quanto sia debole e difettosa la competizione democratica.

Il libertario farebbe bene a non arroccarsi nel tentativo di evitare gli interventi di P in M. Parimente dovrebbe battersi per introdurre sempre maggiori forme di M in P.

mercoledì 8 luglio 2009

Il capitalismo collassa e la sinistra tace.

Perchè?

Due ipotesi:

1. Ad essere travolti sono stati soprattutto i "ricconi", ovvero quel materiale umano che piace tanto usare come capro espiatorio. Un effetto collaterale si è visto subito: meno diseguaglianze. Un duro colpo per la retorica di sinistra.

2. I mercati "selvaggi" - hedge fund - hanno avuto un ruolo marginale nel patatrac (24 ore 8.7 p.12). La parte del leone l' hanno giocata istituzioni altamente regolamentate - come le banche - quando non enti semi-statali (Fannie Mae e Freddie Mac). In queste condizioni a che pro lanciare l' urlo di battaglia che la sinistra intona con tanta naturalezza: più burocrazia!

Non resta che il silenzio e le vaghezze obamiane. Prima o poi passerà un altro treno.

mercoledì 17 giugno 2009

Come pagare i burocrati

Per i burocrati è una pacchia perchè sanno come devono sbagliare: alcuni loro errori mietono "vittime con nomiecognomi" suscitando scandalo. Sono errori da fuggire. Altri mietono vittime statistiche e nessuno ci fa caso. Il fatto è che sia le prime che le seconde sono persone in carne ed ossa e meriterebbero il medesimo rispetto.

Il fatto spiacevole è che tra i due errori c' è un trade-off: quante più "perone statistiche" faccio fuori, tante più "persone con nomeecognome" risparmio. Naturalmendo i burocrati ne approfittano facendo vere e proprie "stragi statistiche" nell' indifferenza generale. Nessuno dice niente, a parte qualche ramingo economista.

Esempio.

Se la commissione farmaceutica approva un farmaco inidoneo, il Pincopallino che lo assume ci resta secco e finisce subito sui giornali. Grande scandalo e riflettori ad occhio di bue sul Boss della Commissione. D' ora in poi la sua vita sarà un incubo.

Se invece la Commissione farmaceutica approva il farmaco con una diligenza che comporta ritardi, a morire sarà una "persona statistica" in attesa proprio di quel farmaco di cui non conosce nemmeno l' esistenza. L' indifferenza generale regna sovrana e il Boss non perde un grammo della sua autorevolezza.

In queste condizioni è chiaro che pur di risparmiare Pincopalla la Commissione farà fuori una decina di "persone statistiche". Sono birilli inconsapevoli davanti alla palla dello strike.

In altri termini, quando la Commissione approva un farmaco che si rivela mortale tutti la mettono sotto accusa, mentre quando la gente muore perchè non ha approvato un farmaco non del tutto sicuro corre meno rischi. Se vostro fratello muore di una malattia rara curabile facilmente con il farmaco che che la Commissione non ha messo in commercio è probabile che diate la colpa alla malattia piuttosto che alla Commissione.

Come riequilibrare questi incentivi perversi?

Nel caso dell' esempio si potrebbe pagare il Boss della Commissione con azioni delle imprese farmaceutiche costituite in un fondo cieco. I ritardi nell' approvazione colpirebbero il loro valore. Controlli simmetrici per errori simmetrici.

sabato 29 novembre 2008

Ordine senza legge

Pregiudizio: senza legge non c' è ordine.

Non è poi così vero, le leggi migliori nascono proprio da ordini spontanei. Il mercato delle regole precede il mercato regolamentato.

Piccola bibliografia:

Ellickson, Robert C. 1991. Order without Law: How Neighbors Settle Disputes. Cam-
bridge: Harvard University Press.

Bernstein, Lisa. 1992. Opting Out of the Legal System: Extralegal Contractual Rela
tions in the Diamond Industry. Journal of Legal Studies 21: 115-157.

Clay, Karen B. 1997. Trade without Law: Private Order Institutions in Mexican Cali-
fornia. Journal of Law, Economics, and Organization 13: 202-231.

Greif, Avner. 1989. Reputation and Coalitions in Medieval Trade: Evidence on the
Maghribi Traders. Journal of Economic History 49: 857-882.

Kranton, Rachel E. 1996. Reciprocal Exchange: A Self-Sustaining System. American
Economic Review 86: 830-851.

Milgrom, Paul R., Douglass C. North and Barry R. Weingast. 1990. The Role of
Institutions in the Revival of Trade: The Medieval Law Merchant, Private Judges, and
the Champagne Fairs. Economics and Politics 1: 1-23.

Leeson, Peter T. 2008a. How Important is State Enforcement for Trade? American
Law and Economics Review 10: 61-89.

Link. Leeson.

lunedì 29 settembre 2008

I Have a Dream. Quando la politica USA sogna

L' ultimo sogno sembra averlo fatto nel 2003: una casa per tutti gli americani.

Per realizzarlo meglio ha cominciato strizzando l' occhiolino e dando di gomito ad alcune banche, magari sollecitando verso politiche aggressive (spericolate) il colosso bancario più strettamente legato con Washington, ossia FF.

Come molti sogni della politica anche questo si è trasformato in un incubo chiaro a tutti solo nel settembre 2008, cioè oggi. A pagare probabilmente sarà l' odiato "libero mercato", sempre pieno di imperfezioni da additare visto che è il luogo deputato a gestirle. Un po' come l' ospedale, sempre pieno di malati e di malattie.

Dirlo adesso ha il valore semi-nullo di una razionalizzazione. Le denunce di Bill Poole, governatore della Fed di Saint Louis, quelle non erano una "razionalizzazioni" però. E nemmeno il disegno di legge Dole/Hagel/Sununu, respinto dal Congresso democratico proprio perchè poneva un argine alla missione sociale della "casa per tutti" garantita contro l' avidità delle banche che, come si sa, danno soldi solo a chi già ce li ha. Nemmeno quello è una realizzazione, visto che veniva avanzato nel 2005.

La ricostruzione degli eventi a cura di Guido Tabellini sul 24 ore del 28/9/2008.



Comunque sembra scontato, l' arena dei giochi subirà drastici cambiamenti. Con cuore rassegnato dico che non tutto il male viene per nuocere, di alcune riforme si sente la necessità e introdurre forme di chiarezza puo' fare bene.

Nella battaglia sulle nuove regolazioni, la mia personale trincea libertaria penso che sarà all' incirca questa: agire sulla trasparenza e sul modo di presentare le offerte, imporre dei default poco rischiosi preservando comunque la libertà di scelta. Separare Informazione e Libertà (non per niente già prima della buriana avevo ordinato questo libro). E' una posizione di retroguardia? Ho l' impressione che pure quel fortino sarà travolto.