martedì 28 febbraio 2012

Que sera, sera… ovvero: umiltà, coraggio e saggezza SAGGIO

When I was just a little girl
I asked my mother, what will I be
Will I be pretty, will I be rich
Here's what she said to me.
Que Sera, Sera,
Whatever will be, will be
The future's not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be.
Doris Day
Bryan Caplan – Selfish reason to have more kids
Nel 1992 Gary Becker vinse il suo bravo premio Nobel, aveva fatto una scoperta illuminante: “l’ economia è ovunque”.
Mica solo in borsa o al Ministero delle Finanze, ovunque: ecco allora che inciampi nella logica economica tra le bande criminali, nelle pratiche razziste, in quelle discriminatorie, nei processi in tribunale, nelle comunità terapeutiche, nelle strategie di disintossicazione, nel mondo delle diete e della cartomanzia, nei metodi di studio, nelle scelte legate alla carriera come in quelle amorose… ma soprattutto, ed eccoci a noi, nella famiglia.
Bryan Caplan è un fan di GB, ricorda con emozione il giorno in cui lo incrociò in mensa alla Chicago University, annovera il Nobel a lui assegnato tra i più significativi del secolo e considera seminale il suo lavoro, ma soprattutto lo ringrazia tutti i giorni per aver evitato a un giovane e brillante economista come lui di doversi occupare di cose mortalmente noiose come i tassi d’ interesse, l' indicizzazione dei salari e i derivati di borsa. Eppure, tutta la gratitudine del mondo non lo ha distolto da una convinzione radicata: le conclusioni del mitico “chicagoano” sulle dinamiche familiari di questo secolo non reggono, non reggono proprio per niente.
La genia dei “beckeriani” si era messa in mente di spiegare il calo della fertilità in Occidente in termini di “egoismo razionale”. Le loro ipotesi, per quanto debolucce, sono comunque da prendere sul serio, passiamole allora in rassegna:
- innanzitutto ci si concentrò sulla condizione femminile: ora che per le donne lavorare rende molto di più, rinunciare a un’ ora di lavoro – e un figlio impone rinunce massicce - è particolarmente oneroso. Caplan non è convinto, c’ è anche il rovescio della medaglia: in un mondo con più opportunità di lucro per la donna diventa conveniente lavorare di meno, guadagnare di più e avere più figli;
- con la fine della famiglia patriarcale il potere contrattuale delle donne è diventato più forte. Caplan scuote il capoccione: l’ osservazione sarebbe pertinente se le donne oggi volessero “meno figli” rispetto agli uomini, si dà il caso che semmai è vero il contrario;
- secondo alcuni i contraccettivi spiegano tutto. Tra costoro non c’ è certo Caplan: i contraccettivi erano già pienamente disponibili prima del baby boom, come la mettiamo?;
- c’ è chi ritiene che un tempo i figli supportassero la vecchiaia, con il welfare questo servigio si rende superfluo. Caplan brontola: peccato che nella sostanza non sia mai andata veramente così, i flussi di cassa, per quanto la cosa sorprenda i più, sono sempre stati a senso unico: dai vecchi ai giovani.
I beckeriani hanno sia ispirato che deluso Caplan: oggi siamo più ricchi, possiamo permetterci molti più figli, oggi la tecnologia ci supporta al meglio - pensate per un attimo al tormento di vostra nonna intenta a lavare a mano i pannolini –, siamo anche più longevi per goderci i nipotini… possibile che simili contrappesi non siano stati presi minimamente in considerazione?
Quando gli scenari fondati sull’ egoismo razionale vacillano, esistono solo tre valide alternative per spiegare il comportamento umano: valori, invidia ed errori.
1. valori: assistiamo da decenni a una loro metamorfosi, il matrimonio non è più un traguardo ambito e mettere al mondo un’ anima non è più né un dovere né una realizzazione personale (per molti non è più nemmeno un’ anima cio’ che si mette al mondo!);
2. invidia: l’ invidia sociale ci impone carichi di cura inutilmente gravosi; oggi anche un genitore mediocre sarebbe considerato “ottimo” secondo gli standard di ieri, ma quel che conta per l’ invidioso è il confronto col vicino o il collega, chi se ne importa di “ieri” e dei livelli presi in assoluto: si vuole essere considerati “ottimi” secondo gli standard relativi. Perché mettere al mondo un secondo figlio se diventa molto faticoso garantirgli uno stile di vita almeno pari a quello dei compagni di scuola?
3. bias: i genitori di oggi vorrebbero essere lungimiranti, prima di mettere al mondo un figlio ci ponzano e ci riponzano all’ infinito, calcolatrice alla mano. Diciamola così: secondo Caplan il miope ha molti figli, il “lungimirante carico di bias” ne ha pochi e il “lungimirante accurato” torna a volerne molti. Noi siamo passati dalla miopia alla lungimiranza superficiale, ora dobbiamo accingerci al secondo balzo, e il libro ci spiega come.
Ecco allora le tesi del volume concentrate in pochi righi:
1. I genitori possono migliorare di molto la qualità della loro vita senza danneggiare quella dei pargoli, questo perché il “fattore genetico” conta molto più di quel che si è soliti pensare, e cio’ induce molti errori di valutazione.
2. I genitori vivono spesso in uno stato d’ ansia ingiustificato: i nostri ragazzi non sono mai stati tanto al sicuro come oggi.
3. Egoismo e altruismo puntano nella stessa direzione: i genitori che hanno un figlio in più migliorano sia il loro stato che quello del pianeta.
Scusate se liquido la terza tesi con una citazione per passare poi ad altro:
… ci sono due visioni dell’ umanità… nella prima le persone sono stomaci che camminano… più persone significa più stomaci che digeriscono, e quindi meno cibo per gli altri… nella seconda visione la persona è un cervello che produce idee… più persone significa nella sostanza più idee… più idee per me, più idee per tutti…
Veniamo dunque al cuore del libro, quando nasce il tuo primo figlio, gli amici al bar fanno a gara per avvertirti che “la tua vita cambierà”, però te lo dicono con un risolino sarcastico: non dargli retta, la gente è superficiale, specie al bar; i bambini sono molto più simpatici e meno impegnativi di quel che si crede.
Aggiungo subito un’ avvertenza, però: se avete intenzione di indossare i panni del Genitore Tipo del Terzo Millennio (GTTM), il risolino degli amici è più che giustificato. Il GTTM è specializzato nel trasformare la presenza di un bimbo in un onere gravoso. Per fortuna esiste una preziosa alternativa: il GR (Genitore Razionale). Per avere un’ idea di cosa sia basta tirare indietro le lancette dell’ orologio e pensare ad esempio a vostro padre che, quando chiedevate un passaggio per la festa, rispondeva con osservazioni inoppugnabili: “non sono mica il tuo autista”. Mio padre non era particolarmente razionale, ma a volte basta avere molti figli per diventarlo in fretta.
Di seguito, un po’ alla rinfusa, alcune buone notizie per genitori in cerca di relax.
SONNO. Ci sono alcuni genitori che girano per anni come zombi. Forse non è mai esistito un problema tanto impellente dalla soluzione tanto lineare. Togliamo i neonati e i casi patologici, la fonte della tortura è sempre l’ overparenting: basta un metodo Ferber qualsiasi per appianare in pochi giorni ogni cosa: avrete notti di sogno, pisolini diurni compresi.
ATTIVITA’. L’ ingenuo pensa che incentivare le attività del figlio garantisca un break al genitore. Tutte palle, non si tratta di pause ricreanti ma di concitati pit stop da formula uno: lo accompagnerete in capo al mondo, farete un nervoso e inconcludente giretto nei dintorni per poi tornare a riprenderlo e trascinarlo altrove. Morale: un genitore felice deve affrettarsi ad abbandonare alla svelta tutte le attività extra sgradite al figlio (e sono molte), ci guadagneranno entrambi.
VACANZE. Sono un incubo per molti genitori: perché pagare migliaia di euro per la peggiore settimana dell’ anno, quella in cui continueremo a ripetere mentalmente e a voce alte: “questa è la prima e l’ ultima volta!”? Tanto per cominciare, i bambini non sono fan dei lunghi viaggi in auto, oltretutto per loro un posto vale l’ altro, basta che si giochi e ci si diverta; privilegiare località vicine è scelta oculata, anche se la cosa migliore in assoluto sarebbe sostituire la vacation con la staycation: quanti posti che non abbiamo mai visto sono raggiungibili in giornata (BC è nato a Los Angeles senza mai aver messo piede a Hollywood!).
DISCIPLINA. Nel punire il genitore è solito dire: “lo faccio per il tuo bene”, oppure: “costa più a me che a te”. Il fatto è che il GTTM ha finito nel credere alla sua stessa “propaganda”! Le cose stanno assai diversamente: le regole facilitano la vita, la vita di tutti, innanzitutto quella dei genitori. Sceglietele in modo da centrare questo obiettivo, ma soprattutto rispettate la saggezza dei tempi che in materia parla chiaro: CCC: Chiarezza, Coerenza e Conseguenzialità. E non lamentatevi se la nonna mina i vostri sforzi: il bimbo sa distinguere. E non lamentatevi se per il piccolo la disciplina vale solo a casa: sapendo distinguere, è normale che sia così, consolatevi piuttosto pensando che in fondo è proprio in casa che la quiete e l’ ordine vi beneficiano di più. Se poi i vostri bimbi amano la Tv e i dolci, avete risolto anche il problema della terza “C”, quella relativa a premi e punizioni. La super tata ha sdoganato persino “l’ angolo dei cattivi”: non credevo ai miei occhi nel vedere le pesti più pesti accettare supinamente la messa all’ angolo: dieci minuti di “dolce umiliazione” risolvono intere giornate facendo lievitare la serenità di tutti.
CONTROLLO. Bambini più indipendenti, uguale meno ammorbanti controlli, sbrigatevi dunque a renderli tali. E non dimenticate che dopo una certa età è più pericoloso portare il bimbo al supermercato con voi che lasciarlo solo a casa. Avete ancora paura di qualcosa? Concentratevi: probabilmente è una fantasia perversa innescata dalla visione sviante del telegiornale. Se siete a corto di idee per rendere indipendente il pargolo potreste provarci circondandolo con tre o quattro fratellini, in alternativa digitate su Google “worst american mom”: uscirà il faccione di Lenore Skenazy, ci penserà lei a suggerirvi stratagemmi per eludere faticose e inutili supervisioni.
SICUREZZA. I nostri bambini non sono mai stati tanto al sicuro come oggi. Ci sono un mucchio di “buone notizie” circa le “cattive notizie”: le tragedie ascoltate alla TV istillano paure almeno tanto stupide quanto l’ entusiasmo che prende taluni nell’ udire che Tizio ha vinto il primo premio della lotteria. La vera notizia in merito è che malattie, incidenti, omicidi, suicidi, guerra, rapimenti… seguono pervicacemente un’ unica tendenza che predomina da decenni: quella verso il basso.
COME SEPPELLIRE UN PROBLEMA. Avete mai cambiato l’ olio alla macchina perdendo mezza giornata per poi scoprire che il benzinaio accanto fa tutto in dieci minuti per cinque euro? Ecco, coi bambini spesso funziona così: molti problemi spariscono all’ istante, basta “seppellirli” sotto un mucchietto di banconote, non esitate a ricorrervi, ne bastano davvero poche per scampare alle piaghe d’ Egitto: appaltare a terzi i lavori più noiosi è un problema solo per tirchi, autolesionisti e tutti coloro incapaci di trasformare i soldi in felicità: pranzi d’ asporto, baby sitter elettroniche e in carne e ossa, lavanderia, spese on line, nidi… dateci dentro, e chi più ne ha più ne metta.
IL MERCATO DELLE VACCHE. Se desiderate che vostro figlio assolva a un compito straordinario particolarmente oneroso fate in modo che per lui ne valga la pena: prima dell’ adolescenza non possiede sentimenti morali a cui fare appello, ma comprende benissimo lo scambio di favori: il significato di premi e ricompense è immediatamente disponibile anche alla sua mente: mercanteggiare in molti casi è una vera ancora di salvezza. A una certa età si puo’ ricorrere persino al denaro, perché no? Usare il denaro per essere buoni genitori non è solo fattibile, è già fatto: i genitori che lo usano coi figli sono mediamente genitori più sereni e soddisfatti.
STRESS DI SECONDA MANO. Pensate al vostro benessere, e se la cosa vi disturba, pensate che anche i bambini sono soggetti a molti stress, il principale è lo stress di risulta, ovvero lo stress dei genitori che si riflette su di loro. Quindi: rilassatevi al più presto, fatelo per loro!
ESPERIMENTI. Gli amici vi ripeteranno: “il primo figlio ti porta via il 99% del tempo libero, il secondo il restante 1%”; loro lo dicono per canzonarvi, ma voi concentratevi cogliendo la strepitosa buona nuova che nasconde questa presa in giro: il secondo figlio è incredibilmente meno oneroso del primo! In realtà non dedicheremo solo l’ 1% dei nostri sforzi al secondo figlio, molto più semplicemente dimezzeremo gli sforzi sul primo. Bene, non vi resta che considerare gli effetti (praticamente nulli) di questo “dimezzamento” e mordervi le dita per non averlo attuato prima. Se ancora titubate e volete approfondire, fate pure un terzo figlio e così via: man mano che si procede, la qualità del primogenito migliorerà. Chi non è curioso si limiti ad apprendere subito la lezione senza bisogno di esperimenti ed educhi l’ unico figlio come se ne avesse cinque.
GENI. Se c’ è una materia foriera di buone notizie per chi ama le famiglie numerose, questa è la psicologia evolutiva. Si è dedicata molto a districare il viluppo nature\nurture ponendo la sua lente su famiglie molto particolari: 1. quelle che adottano 2. quelle con gemelli (omozigoti e non), 3. quelle con gemelli adottati separatamente. Il fatto è che se sono alto nessuno penserà mai che cio’ è dovuto all’ educazione ricevuta, ma se sono scortese ecco che le cose cambiano. La psicologia evolutiva ci dice in sintesi che non c’ è ragione di farle cambiare poi così radicalmente, e questa è una grande notizia per chi non vuole sobbarcarsi sforzi inutili.
SALUTE. I genitori non incidono sulla speranza di vita dei loro figli, e nemmeno granché sulle loro condizioni di salute (dei genitori sciagurati in questo post non si parla). La loro azione avrà giusto un piccolo effetto su fumo, alcool e droghe.
INTELLIGENZA. Il genitore spia il suo pupillo mentre gioca coi compagni nella speranza di cogliere una superiorità intellettiva, e dopo aver fantasticato un po’, ritiene di avere in mano indizi concreti. Se l’ erede a scuola non è granché, lo si deve al fatto che si distrae di fronte al banale. E intanto, vai con video, libri, musei, e operazioncine per l’ “enachment”. La triste realtà è che i genitori possono ben poco nello stimolare l’ intelligenza dei figli, sul lungo periodo gli illusori successi ottenuti svaniranno.
FELICITA’. Se voglio vedere mio figlio felice gli compro un gelato, cosa c’ è di più facile? E poi con un simpaticone come me ci si diverte sempre. Non c’ è niente di più facile che fare del proprio figlio una persona felice. Sbagliato: la felicità, l’ infelicità e l’ autostima futura non dico siano come la statura ma quasi.
SUCCESSO. I bambini sono circondati da genitori che nei giorni pari li invitano a seguire i loro sogni e nei giorni dispari li esortano a non stare perennemente con la testa tra le nuvole. Sembra che tutti vogliano ardentemente il loro successo, non si limitano ad aiutarli nei compiti, pianificano loro la vita nei dettagli! Dietro una vita di successo si suppone ci sia lo slancio di una famiglia coesa e determinata. Ebbene, gli studi sui gemelli dicono praticamente che se non è vero il contrario poco ci manca.
CARATTERE. Il genitore illuminato e illuminista tenta di consolarsi: “se non posso fare di lui un genio, almeno ne farò una persona equilibrata e onesta”. Pia illusione: empatia e coscienziosità sono tratti della personalità piuttosto rigidi, figuriamoci che nemmeno i futuri comportamenti criminali sembrano dipendere dall’ educazione inoculata.
VALORI. Qui si comincia a ragionare. Il padre milanista ha quasi sempre un figlio che sarà milanista per tutta la vita, e essere milanisti – cheché se ne dica - non è certo scritto nei geni. Religione, ideologia e fede politica funzionano un po’ come il tifo: c’ è margine per operare (anche se si rischia di trasmettere l’ etichetta senza un’ adeguata passione).
AMORE FILIALE. Genitori amorevoli e rispettosi saranno sempre ricambiati, per quanti siano gli errori fatti in buona fede.
cristo benedicente
Cranach il vecchio; Gesù benedicente i bambini
Arrivati alla fine consentitemi solo tre codine.
La prima chiusa è un avvertimento: al mondo non esistono mica solo i genitori e i geni. Quindi, una volta ridimensionato il determinismo educativo, evitiamo di fantasticare sul determinismo genetico, sarebbe da stolti. I geni ci spiegano al massimo un 50%, e il resto? Ognuno ci metta quel che crede, io, per esempio, ci metto la libertà: se i genitori contano meno del previsto questo è perché i loro figli sono persone essenzialmente libere.
La seconda chiusa è la preghiera del genitore consapevole:
… Signore, dammi l’ umiltà per accettare cio’ che non posso cambiare, il coraggio per cambiare cio’ che posso cambiare e la saggezza per distinguere tra le due cose…

Reinhold Niebuhr

E infine, un giudizio: a mio parere il libro è abbastanza convincente… e siccome ideas have consequences…

giovedì 23 febbraio 2012

Dominante, tonica, sordina, eco… e poi Carolyn

Le musiche dapprima risuonano, poi imboccano la via della cadenza per spegnersi e limitarsi a echeggiare nell’ animo dell’ ascoltatore… ma non è finita lì… e dopo?…

… il dopo lo illustrano bene gli arpeggi invertebrati di Carolyn…

… sa farci sentire come si sentono i suoni quando sono destinati a non farsi più sentire, quando si appartano e vanno in pensione.

Opera meritoria, ma soprattutto consolatoria: per noi, e forse anche per loro. Poverini.

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Genealogia: Ran Blake.

Carolyn Hume Paul May – Come to nothing

mercoledì 22 febbraio 2012

Musica d’ atmosfera…

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… non nel senso che “crea un’ atmosfera…” ma piuttosto che osserva leggi atmosferiche…

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Qui il Bernacca del pentagramma ai suoi vertici…

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Iannis Xenakis - Oresteia

martedì 21 febbraio 2012

Preghiere all’ aria aperta

I ciellini non fanno altro che cantare tutto il santo giorno e Chieffo, militante della prima ora, è il bardo designato. Privilegiano una religiosità all’ aria aperta…

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… l’ umile e il bambino spiccano come figure di riferimento… lo stupore dei loro occhi è esemplare…

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sabato 18 febbraio 2012

Taja e medéga

Chirurgia dello sbrego per questo club di cerusici abituati al corpore vili

Organi, wurlitzer, moog synthesizer, mellotron, clavinet, pianoforti… sono il forcipe che afferra per le tempie il neonato cianotico ma dal radioso avvenire.

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Madeski/Shipp – Radical Reconstruction Surgery

Musiche appese a un filo

Augusto Esquivel 

un filo di Augusto Esquivel

 

1. … mangiatori di loto fanno lavorare le mascelle…   

2. … rimasugli di concerto grosso…

3. … lo sperone insanguinato…

4. … infiorescenze vocali nella notte newyorkese…

5. … ambienti concavi (con moquette)… Michel

6. … Chapter one… oggi la Sara spiega in classe… le musiche primitive

7. … indicatori della qualità della vita a San Paolo…

venerdì 17 febbraio 2012

Non si sevizia così un Paperino

L’ Italia ha prodotto almeno tre grandi film horror: il primo è cosmopolita, Profondo Rosso.

Gli altri due sono horror da campanile: c’ è quello padano e quello terrone.

A proposito di campanile: nell’ Italia anni settanta che andava laicizzandosi il pervertito è sempre il prete, ovvio. Spero quindi che nessuno consideri questo parole uno spoiler sorprendente.

Qui mi occupo del secondo film, quello “terrone”.

Ambientato sotto i ponti che percorrevamo ignari per andare in vacanza.

Sembra incredibile pensare che là sotto potesse esistere qualcosa che non fossero le discariche abusive. Scopriamo invece che abbondano oratori, streghe e fattucchiere.

Una storia avvincente, sembra di vedere De Martino allo storyboard.

Leggendaria la seduzione del bimbo. Su questa scena la mia generazione c’ ha lasciato una tonnellata di diottrie!

Nel dibattito post proiezione ferverà ila diatriba giuridica: ha senso incriminare per tentato omicidio chi si produce nel rituale voodoo della bambolina infilzata? Se sì, la giunonica Florinda Bolkan non la passerebbe liscia.

Certo che nel film, il sentimento perbenista, un tempo tenuto a freno dalla Santa Inquisizione, non bada ai sottili distinguo dei giureconsulti e provvede a una grezza giustizia.

Massacri del genere hanno folgorato Tarantino sulla strada di Damasco facendogli decidere quel che avrebbe fatto da grande.

 

… tanto poi ne faremo un altro…

… aggrappati piccolino, aggrappati forte… e non disperare: il mondo è pieno di placente…

… lui, all’ insaputa di lei, lo porta dall’ acquirente (“… tanto ne faremo un altro…”)

Trama: lui e lei sono giovani, belli e spiantati: vivono di espedienti, caldo o freddo, sempre all’ aperto; con l’ ottundente bordone del traffico parigino a far da ovatta nelle orecchie e a sbiadire il tipico grugnito francese della banlieu; quando ecco una “visita” inaspettata.

Povere donne, sempre la solita solfa… sembra che debba nascerti un bimbo, prepari il corredino e tutto, ed ecco che te ne nascono due… il secondo alto un metro e ottanta…

NMARGHERITA

Il film si chiude ancora con doglie, travaglio e (ri)nascita (del bietolone); speriamo bene… ma di questi tempi il “bene” e il “male” sono secondari,  “sperare” è già tanta roba… lo considero a tutti gli effetti un “… e vissero felici e contenti…” in salsa Dardenne.

 

F.lli Dardenne – L’ enfant

mercoledì 15 febbraio 2012

Qui pro quo

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… profondo malinconico lume…

Come bruciano placidi gli svedesi di Stanislav Aristov

… neanche la notte fatale alla fiammiferaia fu tanto siderale e fredda…

Stanislav Aristov

… giusto l’ arpeggiante scandaglio per abissi dell’ adagio beethoveniano commenta pertinente analogo sommovimento cardiovascolare…

lunedì 13 febbraio 2012

Bruno Frizzera e l’ impossibilità di capire

Ieri è morto Bruno Frizzera, presumo che stamane tutti gli uffici osserveranno un minuto di silenzio.

Questo è il mio telegrafico “coccodrillo”.

Viveva appartato, non partecipava a nessun convegno, disdegnava il dibattito dottrinario ed eludeva persino i giornali finanziari.

Aveva un buon motivo per farlo: aveva capito che non c’ era niente da capire.

I suoi manuali sono mitici: aveva capito che non c’ era niente da capire, che il nostro fisco è incomprensibile, incoerente, allergico ai principi e concentrato solo sul caso singolo, magari sulla sterile forma, in modo da spremere anche in assenza di danni erariali procurati.

In casi del genere le Teorie sull’ equità e sull’ efficienza, valgono meno di zero: non resta che una prassi vicina al gesuitismo causidico.

… finalmente comprensibili anche al profano alcune strofe dell’ inno ufficiale dei ragionieri…

E i suoi manuali erano proprio questo: bigini utilissimi con elencazioni sterminate di casi pratici e soluzione a latere. Poiché per confondere meglio le idee la normativa deve essere, oltre che vaga, proteiforme, le uscite dei bigini erano ormai a ritmo semestrale. Si tratta di libercoli che rivaleggiano per vivacità con l’ elenco telefonico, ma anche di bussole essenziali per sopravvivere in un mondo di emaciati zombi e vampiri assetati di sangue che spuntano da ogni dove senza criterio intelleggibile.

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venerdì 10 febbraio 2012

Scende la neve…

... ci sono molte alternative ai pupazzi...

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... anche solo mettersi alla finestra a guardare i fiocchi fioccare mentre la tristezza ci massaggia per bene...

...in questi casi giova molto la compagnia degli "andanti" shubertiani...



Una questione di chimica

Ho l’ impressione che quanti più commercialisti circolino, tanto più si evade.

Ma, sia bene inteso, non lo dico a disdoro dei commercialisti, anzi.

Mi sa però che tocca chiarire: nei grafici OCSE Italia e Usa si collocano ai lati estremi per cio’ che concerne i livelli di evasione fiscale: gli americani sono i più “virtuosi”, mentre noi…

Eppure – sorpresa sorpresa - un lavoratore autonomo americano evade quanto un italiano. E lo stesso dicasi per i lavoratori autonomi danesi.

Quel che cambia (e molto) è il volume di lavoratori autonomi e piccole imprese (con relativo commercialista aggregato): massiccio solo in Italia.

Perché una simile abbondanza?

Cultura?

Penso piuttosto alla alla demonizzazione insistente del privato quando fa le cose in “grande”, una nostra prerogativa: fate caso alla reazione chimica che si innesca allorché certi intellettualoidi nostrani origliano da lontano la parola “multinazionale”…

La chioma elettrizzata, l’ occhio spiritato, la frogia fremente, il brufolo esondante, segnalano invece un chiodo fisso: come ostacolare la prossima apertura di un centro commerciale.

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Dove la ricchezza è lo sterco del demonio, meglio non accumularne troppa, anche se la si volesse investire in modo produttivo.

E taccio dell’ ipersindacalizzazione che rende invivibile il mercato del lavoro spingendo i più a cercar riparo nel “piccolo”.

mercoledì 8 febbraio 2012

Fuori due



La musica è di Thomas Tallis nella rielaborazione per quartetto d' archi.

La sfilata

Niente aiuta meglio a capire cosa distingue un’ azienda privata da un’ azienda pubblica che seguire le conferenze stampa della Guardia di Finanza o dell’ Agenzia Entrate.

Le sfilate di moda di questi due soggetti sono veramente particolari, eppure sono in pochi a farci caso.

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Ieri il proscenio è stato tutto per non so più quale colonnello o dirigente, il quale ha trionfalmente vantato i dati dell’ evasione accertata grazie alla sua preziosa opera nel 2011.

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Fateci caso per un attimo, ve lo vedete Marchionne dare una conferenza stampa per dire orgoglioso che nel 2011 la Fiat, pur fallendo, ha fabbricato milioni e milioni di automobile. E magari proprio quella è stata la causa del fallimento.

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Chissà perché da Marchionne, e solo da lui, prima di applaudire, pretendiamo che aggiunga come minimo se le auto fabbricate di cui va tanto fiero le ha poi vendute.

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Il problema è che certe cose bisogna “farci caso”, altrimenti l’ ingorda abitudine si divora tutto e scatta l’ applauso pavloviano prima ancora che spunti un barlume di coscienza a ridicolizzare l’ evento.

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giovedì 2 febbraio 2012

I finanziatori dell’ aborto

C’ è il problema dell’ aborto. E va bè, quello è un dialogo tra sordi.

Poi c’ è il problema dei cattolici che finanziano gli aborti: chissà se almeno su questo si possa dire qualcosa.

Di fronte al due di picche

George Steiner – Il correttore

Come si esce da una cocente delusione esistenziale? Argomento interessante.

Ancora più interessante, capire come non si esce.

La Tv, tra una salva di pubblicità e l’ altra, trasmette le immagini del crollo del muro: sul divano lui, un comunista non pentito intento nella sterile attività di chiarire a se stesso, in un’ epoca di eccitanti contraddizioni, certi grovigli teorici: possibile che la Storia abbia chiuso bottega.

La storia di un’ anima incagliata che va mummificandosi giorno dopo giorno tra parole in subbuglio che traboccano e che nessuno vuol più sentire, una storia narrata in modo empatico ricorrendo a un linguaggio da delibare a ogni pagina.

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… i due di picche della Storia sono i più amari…

… troppa esposizione al mondo stampato sulla carta…

… regolarmente, dopo mezzanotte, un bruciore sembrava pizzicarlo dietro agli occhi… ma si continuava…

… vita da topo (di biblioteca)…

… tutta quella vita passata a inalare l’ odore acre dell’ inchiostro fresco, ad attivare le antenne dei polpastrelli, a ordinare il catasto della mente… a liberare gli occhi cisposi… a occultare l’ aria cerea… le concavità emaciate…

… lavoro ben fatto o sterile esattezza?…

… gli aleggiava intorno un demone… l’ arte dello scrupolo che mette ordine nel mondo… lì insensato ribrezzo per l’ approssimazione…

… cosa chiede il mercato…

… un lavoro affrettato… opera di mani inesperte o perseguitate…

… finalmente all’ aria aperta… ancora fisime…

… la carta straccia svolazzante lo feriva come uno spreco…

… albeggia…

… ed ecco la mattina stampare le prime ombre sul tetto del magazzino…

… passivi sul pullman, in osservazione dell’ autista…

… la precisione dei gesti lo consolava e lo affascinava… quel colpetto dato alla manopola del freno…

… la piovra democratica…

… gli “anni vociferanti” lo assediavano senza scampo…

… al mercato…

… le bancarelle lo adescavano, variopinte e opulente come tappeti persiani… aveva così pochi bisogni già di suo… ed ecco che un mondo impazzito per il superfluo lo spingeva a coltivare una santa privazione, un chiericato dell’ astinenza…

… da che parte soffia il vento?…

… si girò verso il delfino rampante…

… a Roma finisce la guerra…

… con l’ accompagnamento di sparatorie erratiche…

… le prime riunioni di partito…

… il ronzio della retorica sciorinata da voci cittadine rauche di tabacco e insonnia…

… le obiezioni non erano ben viste…

… si segregò come un lebbroso… cominciava il suo lungo soggiorno nel ventre della balena…

… mezzo secolo dopo, ormai al termine di tutto, ancora quei miserandi sabba marxisti…

… il compagno Lombardi era uno specialista della domanda obliqua… nell’ esporre con voce melliflua cominciava piano piano a capire cosa voleva dire fino a eccitarsi per le proprie tesi… proseguiva finché la focosa oratoria veniva meno, il che accadeva quasi subito… con lui il dibattito si disperdeva, era inconcludente e aggressivo…

… un altro Compagno…

… tendeva a scivolare in un lieve torpore nel corso dei dibattici teorici…

… parlare in pubblico…

… l’ intensità della sua voce lo mise a disagio…

… messaggio cruciale…

… lo disse piano dopo la pausa… formando con la bocca una O quasi perfetta di eccitazione generosa…

… conclusione dei lavori…

… si tennero per mani, imbarazzati, la retorica faceva male… ma cantò anche lui, stonato…

… sera, prima di coricarsi…

… si era stropicciato gli occhi per provocare una pioggia di stelle sul cristallino…

… la prima volta in un supermercato di Berlino ovest…

… barcollavano tra gli scaffali svuotandoli con gesti da sonnambuli…

… Sessant’ anni e la solita decisione da prendere in merito alla prima cataratta…

… secondo la mia opinione un’ operazione le porterebbe soltanto disagi e false speranze… l’ occhio sinistro si mette in sciopero caro signore… uno sciopero definitivo…

… la religione…

… cosa lasciò Cristo alla sua piccola mafia… dopo la mancata venuta la Chiesa prese a distribuire il calmante… ordine, obbedienza, docilità… in questa valle di sofferenze… indennizzo nell’ aldilà… dopo la curva del tempo…

… quel Messia che non arriva…

… i comunisti resteranno i soli a leggere i Vangeli, a capirli fino in fondo…

… le torture rievocate mentalmente…

… testicoli nel morsetto…

… inspiegabili dispetti di un uomo solo…

… subito, con grande loquacità, diede indicazioni fuorvianti agli sconosciuti…

… un secondo prima di dormire…

… sentì in dissolvenza il singhiozzo e il fischio dello sciacquone al piano superiore…

… c’ è persino una mini storia d’ amore…

… lui percepì la vicinanza della sua guancia… le labbra gli scivolarono sul corpo soffermandosi dove stagnava la stanchezza…

… gioventù…

… con la loro ardente speranza costringevano il futuro ad accadere…

… strane figurine che emergono dal nulla per ripiombarci dopo due righi…

… il cameriere puliva i tavoli intorno a loro con evidente disapprovazione…

… infine… il pensionamento…

… quella landa sterile del suo riposo…

… mass murder…

… al più io riesco a immaginare, diciamo, mille persone, in una sala… o, vagamente, qualche migliaio in uno stadio… una cifra come un milione per me non significa niente… venticinque milioni poi… ci dicono che questo è il numero di Stalin… venticinque… posso pronunciare la cifra ma la realtà, il suo significato concreto mi sfugge… e allora mi concentro su un unico essere umano… una suora che arrestarono nel 37 per atteggiamenti controrivoluzionari… le pisciarono in bocca… le chiesero se era buono come il vino della Comunione… e la stuprarono… i polsi legati col fil di ferro perché il dolore aumentasse… mi sforzo di vedere in suor Evgenija quei 24.999.999 altri esseri umani ammazzati dalle fiere leggi scientifiche del progresso sociale… “siano infrante le catene” così potremo utilizzarle per fustigarvi a morte…

… l’ accusa…

… il prodotto del tuo socialismo scientifico non era nemmeno il regno di Satana annunciato da apocalittici e inquisitori… era qualcosa di più piccolo, di più meschino, di più disumano… i tuoi Messia terrestri non erano altro che teppisti ipocriti…

… la difesa…

… il nostro grande errore, quello di sopravvalutare l’ uomo, l’ errore che ci ha traviato, è in assoluto la cosa più nobile dello spirito umano nella nostra tremenda storia… il capitalismo non si è mai spinto a tanto… pensa avendo in mente l’ uomo medio… e che media mediocre… investe sull’ avidità… sui suoi interessi meschini… blandisce i suoi interessi per i giocattoli materiali e le vacanze al sole… gli solletica la pancia affinché si giri pregandolo di continuare… il capitalismo non ha nemmeno lasciato l’ uomo al punto in cui l’ ha trovato, l’ ha reso più piccolo regalandogli la faccia beata degli imbecilli… siamo davanti a una muta che ulula per ottenere prodotti di lusso… che grugnisce con il muso nel truogolo… siamo posseduti dal possedere… hai letto di quei bambini americani?… ventisette ore alla settimana davanti alla TV… che cos’ è la tua aspirina sacramentale davanti alla TV?… il marxismo ha riempito le sale da concerto e le biblioteche… ha reso gratuita l’ entrata ai musei… ha dato agli insegnanti uno stipendio decente e uno statuto eminente nella società… sono un marxista, sono e rimango un comunista, altrimenti non potrei fare il lavoro che faccio: il correttore di bozze… se trionfa la California non esisteranno più correttori, le macchine se la cavano meglio… ora lavoro finché mi duole la testa per arrivare alla perfezione, per eliminare ogni infimo refuso da un testo che nessuno leggerà mai… l’ esattezza… la santità dell’ esattezza… l’ Utopia significa solo l’ esattezza… il Comunismo è un modo per togliere gli errata dalla Storia… dall’ Uomo…

… la sentenza…

… non sopporto la musica di oggi, il mio stomaco si ribella… non sopporto né la plastica né la pornografia… ma qualche mese fa un concerto rock organizzato per raccogliere milioni di dollari a favore di opere di carità è andato avanti per ventiquattr’ ore… mentre noi davamo conferenze su Kant, suonavamo Schubert, e nello stesso giorno spedivamo milioni di persone nelle camere a gas… nel nostro mondo i bambini nascono vecchi, basta guardare i loro occhi e le loro bocche in quelle immagini dalla Romania.. se l’ America è infantile, e forse lo è, che difetto fortunato! La Coca Cola ci torce le budella… ma frizza!

… the end…

… poi una macchia nel polmone sinistro…

mercoledì 1 febbraio 2012

Tributi subnormali

Il canone rai è un tributo come tutti gli altri, pagarlo non è solo segno di civiltà, è un obbligo

Che il canone Rai sia un tributo non ci piove, che sia “normale” è quanto meno dubbio.

Cosa caratterizza un tributo civile?

Il fatto che non esiste (ancora) una tecnologia in grado di trasformarlo in prezzo.

Esempio: i tributi con cui finanziamo la difesa nazionale non possono essere trasformati in prezzi di mercato se non con molta difficoltà.

Ma per il canone Rai le cose stanno diversamente: basta infatti criptare i programmi consentendo l’ accesso a chi paga il prezzo.

Oggi, invece, si tassano i possessori di televisore presupponendo che fruiscano di un servizio. Nemmeno Robin Hood puo’ essere chiamato in causa.

E’ come se un macellaio si rifiutasse d’ incassare il corrispettivo dai suoi clienti per poi presentare un forfait a me che, essendo in sovrappeso, probabilmente qualcuna delle sue bistecche me la sono sgagnata.

Ma perché ostinarsi allora nelle contorsioni? Semplice, perché alla soluzione lineare segue un passo obbligato: la privatizzazione del servizio.

Non sia mai.

Sean Alexander

… Homo Contribuens: in attesa di giustizia ci adeguiamo usi ad obbedir tacendo…

Il confronto si fa duro

evadere le tasse è peccato, se lo fa un religioso è anche scandalo…

Angelo Bagnasco

Per la riabilitazione della figura dell’evasore totale alla luce della dottrina sociale della chiesa. La chiave di questo magnifico pensiero, sviluppato da grandi Santi e Pontefici sulla base della parola di Dio, è il primato della persona.
Se è vero quanto afferma Luca Ricolfi, che la pressione fiscale effettiva ha raggiunto il 60 per cento, in Italia il primato è senza dubbio statale. Il primato dello stato è un’idea comunista, nazista, fascista, europeista, non un’idea cattolica. E’ un’idea intimamente totalitaria. Dunque l’evasore totale va considerato un resistente, sia da un punto di vista strettamente cristiano, perché evadendo boicotta un’empia repubblica che finanzia l’aborto e incoraggia l’apertura domenicale dei negozi, sia da un punto di vista più genericamente umano, perché evadendo mantiene aperto lo spazio indispensabile al dispiegamento della libertà personale. (Sto parlando ovviamente dell’evasore totale cosiddetto, in realtà un evasore parziale. Il vero evasore totale non esiste: qualcuno riesce a evadere le imposte dirette ma nessuno può evadere le imposte indirette. Chi evade l’Irpef paga comunque l’Iva e le accise, e anzi spesso paga di più, perché maggiormente consuma).

 

Camillo Langone

Alex Pardee

… neanche più gli occhi per piangere…