Visualizzazione post con etichetta democrazia campagne elettorali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta democrazia campagne elettorali. Mostra tutti i post

mercoledì 21 dicembre 2022

 https://feedly.com/i/entry/IsXildJlbl1VUUv2Zgax8EX1YWYkeT4dfTDCGgKURCY=_185321a9503:27ef74:4fb599db

venerdì 20 settembre 2019

hl Too Much Dark Money In Almonds

Come mai in politica girano così pochi soldi?
SLATESTARCODEX.COM
Everyone always talks about how much money there is in politics. This is the wrong framing. The right framing is Ansolabehere et al’s: why is there so little money in politics? But Ansolabehe…

Too Much Dark Money In Almonds
Posted
Citation (APA): Posted. (2019). Too Much Dark Money In Almonds [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
Too Much Dark Money In Almonds
Evidenzia (giallo) - Posizione 5
Everyone always talks about how much money there is in politics. This is the wrong framing. The right framing is Ansolabehere et al’s: why is there so little money in politics?
Evidenzia (giallo) - Posizione 7
during the 2018 election, candidates, parties, PACs, and outsiders combined spent about $ 5 billion– $ 2.5 billion on Democrats, $ 2 billion on Republicans, and $ 0.5 billion on third parties.
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
The US almond industry earns $ 12 billion per year. Americans spent about 2.5x as much on almonds as on candidates last year.
Nota - Posizione 10
Ccccc
Nota - Posizione 10
Ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
But also, what about lobbying? Open Secrets reports $ 3.5 billion in lobbying spending in 2018.
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
In fact, we’re still less than Elon Musk’s personal fortune; Musk could personally fund the entire US political ecosystem on both sides for a whole two-year election cycle.
Nota - Posizione 22
LA RICCHEZZA CHE CIRCOLA IN POLITICA
Nota - Posizione 22
LA RICCHEZZA CHE CIRCOLA IN POLITICA
Evidenzia (giallo) - Posizione 25
The Washington Post was sold for $ 250 million in 2013
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
These properties seem to be priced entirely as cash cows– based on their ability to make money through subscriptions or ads. The extra value of using them for political influence seems to be priced around zero,
Nota - Posizione 27
Cccc
Nota - Posizione 27
Cccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 28
Or: Jacobin spends a lot of time advocating socialism. The Economist spends a lot of time advocating liberalism. First Things spends a lot of time advocating conservatism. They all have one thing in common: paywalls. How could this be efficient?
Nota - Posizione 30
Cccccc
Nota - Posizione 30
Cccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
Tumblr.com, which recently sold for $ 3 million, ie the cost of a medium-sized house in San Francisco. Tumblr has 400 million monthly visitors, and at least tens of millions of active users. These people talk politics all the time,
Nota - Posizione 35
UN CASO ESTREMO
Nota - Posizione 35
UN CASO ESTREMO
Evidenzia (giallo) - Posizione 35
Nobody thinks that one of the central political discussion platforms of the far-left is worth more than $ 3 million? Nobody on the right wants to shut it down?
Nota - Posizione 36
Ccccc
Nota - Posizione 36
Ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 41
we should expect ordinary people to donate more to politics. A lot of the ordinary people I know care a lot about politics.
Nota - Posizione 42
STRANEZZE 1
Nota - Posizione 42
STRANEZZE 1
Evidenzia (giallo) - Posizione 49
we should expect the rich to donate more to politics. Many politicians want to tax billionaires; billionaires presumably want to prevent that from happening.
Nota - Posizione 50
2
Nota - Posizione 50
2
Evidenzia (giallo) - Posizione 52
we should expect big corporations to donate more to politics.
Nota - Posizione 53
3
Nota - Posizione 53
3
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
The government regulates corporations, so having friendly politicians in power can mean life or death for entire industries.
Nota - Posizione 54
Ccccccc
Nota - Posizione 54
Ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
money neither makes a candidate much more likely to win, nor buys much influence
Nota - Posizione 65
MESSO IN EVIDENZA DA MOLTI
Nota - Posizione 65
MESSO IN EVIDENZA DA MOLTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 66
Most research (plus the 2016 results) confirms that money has little effect on victory,
Nota - Posizione 67
Ccc
Nota - Posizione 67
Ccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 71
If everyone who cared about homelessness donated $ 100 to the problem, homelessness would be solved. Nobody does this, because they know that nobody else is going to do it,
Nota - Posizione 72
CI SONO POI PROBLEMI DI COORDINAMENTO
Nota - Posizione 72
CI SONO POI PROBLEMI DI COORDINAMENTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 75
No single greedy corporation wants to pony up the money to change the laws to favor greedy corporations all on its own, while its competitors lie back and free-ride on its hard work.
Nota - Posizione 76
Cccc
Nota - Posizione 76
Cccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 78
In this model, the difference between politics and almonds is that if you spend $ 2 on almonds, you get $ 2 worth of almonds.
Nota - Posizione 79
Ccccc
Nota - Posizione 79
Ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 81
the same factors that keep money out of politics keep it out of charity too.
Nota - Posizione 81
Ccccccc
Nota - Posizione 81
Ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 86
This is one reason I’m so gung ho about people pledging to donate 10% of their income to charity.
Nota - Posizione 87
PROMETTERE PUBBLICAMENTE X COORDINARE
Nota - Posizione 87
PROMETTERE PUBBLICAMENTE X COORDINARE

martedì 6 novembre 2018

VOTI E SOLDI

VOTI E SOLDI
Immagina una competizione elettorale in cui vince chi spende di più propaganda. Se ci sei riuscito c’è qualcosa che non va perché si tratta di “elezioni impossibili”: nessuna persona assennata vi parteciperebbe!
Una simile elezione assomiglierebbe ad un’asta in cui bisogna aggiudicarsi un biglietto da 500 euro, col piccolo particolare che, mentre il biglietto andrà al miglior offerente, tutti saranno chiamati a pagare la loro ultima offerta.
E’ ovvio che nessuno parteciperebbe ad una simile asta. Perché?
Vediamo alcuni scenari per intuire la logica sottostante. Se offri, ad esempio, 5 euro, il tuo avversario è posto di fronte a questa scelta: o abbandona (perdendo la sua ultima offerta) o la porta a 6 euro aggiudicandosi la banconota da 500. E’ chiaro che punterà su quest’ultima opzione. A quel punto sarai tu a dover rilanciare. Cosa succede se hai appena fatto un'offerta da 499 euro? Il tuo avversario è di fronte a questa situazione: o rinuncia e perde la sua ultima offerta (esempio 490 euro) o rilancia a 500. E’ ovvio che opterà per il rilancio. Il bello è che uscire dalla gara è assurdo anche una volta superato il limite fatidico dei 500 euro: il primo he esce, infatti, ha comunque la perdita maggiore. Se prima si rilanciava per non perdere, ora si rilancia per minimizzare la perdita.
Conoscendo questa logica, ripeto, nessuno parteciperebbe ad aste del genere, così come nessuno parteciperebbe alle “elezioni impossibili”.

giovedì 1 marzo 2018

La promessa elettorale

Perchè non dare ai politici in campagna elettorale la possibilità di formulare promesse legalmente valide? Rischierebbero ma si aprirebbero per loro molte possibilitá.
Anche noi, quando ci impegnamo a rimborsare un mutuo o a sposare la nostra fidanzata, rischiamo in cambio di opportunità!
#Amazon
The extensively revised and updated edition of Steven Landsburg’s hugely popular book, The Armchair Economist—“a delightful compendium of quotidian examples…
AMAZON.COM

sabato 17 febbraio 2018

Hacker russi e falsificazione delle preferenze

A quanto pare siamo riluttanti ad esprimere una posizione ideologica, se collocati in un contesto ostile dove siamo minoranza e rischiamo lo stigma sociale; ce la teniamo per noi occupandoci d’altro. In casi estremi ricorriamo ad alcuni singolari meccanismi psicologici in grado di occultarla anche a noi stessi.
Il fenomeno ha un nome ben preciso, si chiama “falsificazione delle preferenze”. Spiega molte cose, per esempio l’imprevedibilità delle rivoluzioni, la cui dinamica ricorre: accade sempre qualcosa di minimo che innesca poi un effetto domino nel corso del quale le preferenze a lungo falsificate dalla popolazione si disvelano via via.
Penso ora alla propaganda degli hacker russi, poniamo si siano limitati ad inondare la rete con messaggi estremisti postati sotto falso nome. Ebbene, così facendo avrebbero condizionato l’opinione pubblica, ma, e qui sta il bello, nel senso di renderla più autentica: l’ elettore estremista – ingannato - si sarebbe sentito meno solo e quindi in condizione di non “falsificare” più la sua preferenza ma di esprimerla in modo sincero.
Naturalmente questo puo’ essere un male, e io penso che lo sia, ma lo penso poiché penso che la democrazia stessa – nella sua forma più autentica -sia deleteria per noi.

The Social Consequences of Preference Falsification
AMAZON.IT

mercoledì 22 novembre 2017

Potere ai dadi

Potere ai dadi

Il nostro sistema soffre di un eccesso di produzione legislativa, l’Italia è sommersa da circa 200 mila leggi contro le poche migliaia di molti altri paesi.
Saranno giusti questi conti? Forse no, forse sono eccessivamente prudenti o esagerati, sta di fatto che l’allarme a me pare giustificato.
Troppe leggi creano guai: fanno perdere autorità alla leggeproducendo incertezza nel diritto.
Le nuove norme molto spesso non sono  che la reiterazionedi norme esistenti di fatto inapplicate. Si ha come l’impressione che vengano approvate solo come bandiera di una campagna propagandistica, oppure per sfilare alla magistratura la funzione interpretativa.
La produzione legislativa è tale che ha di fatto snaturato il parlamento: i tempi per l’esame, il dibattito e l’analisi dei provvedimenti si sono ridotti drasticamente quando non sono stati annullati. La differenza con la catena di montaggio del calzaturificio si fa impercettibile.
Il vecchio Bismarck diceva: “se ti piacciono le salsicce e le leggi, non chiederti come vengono fatte”.
Esempio canonico: viene approvato un provvedimento che contempla una riduzione delle indennità parlamentari, dopodiché si provvede prontamente alla modifica. L’aspetto grave non è costituito dalla celere modifica ma dal fatto che si approvino leggi senza conoscerne il contenuto.
Questo modo di procedere è la migliore giustificazioni per pianisti e assenteisti.
Ma è anche la premessa ideale della corruzione: ci mostra quanto sia facile  far passare una legge gradita alla propria lobby nel disinteresse generale. Quando chi vota non sa  cosa vota le minoranze organizzate la fanno da padrone.
Del resto, che i voti si comprino è un dato di fatto che rileviamo dai cospicui finanziamenti della campagna elettorale. I generosi finanziatori non fanno altro che un comunissimo investimento: acquistano in anticipo quei favori legislativi che evidentemente valgono di più di quanto spendono.
Una volta in parlamento ogni eletto si concentra sulla sua leggina senza curarsi troppo di quella altrui: del resto i finanziatori di Tizio lo hanno foraggiato per avere il loro piccolo privilegio (deduzione, detrazione, esenzione, licenza, esclusiva…) non per stoppare le leggine proposte da Caio.
***
Come porre rimedio? Si potrebbe agire sul processo di selezione dei nostri rappresentanti politici.
Oggi per essere eletti bisogna essere popolari e per rendersi popolari bisogna spendere ed essere finanziati.
Su questa esigenza fanno leva le lobby quando mirano ad avere una “leggina” tutta per sé.
Notare il domino: elezioni, campagna elettorale, spesa pubblica e fiscalità sono strettamente collegate.
Una misura che eliminerebbe il potere dei partiti, il costo delle campagne elettorali, l’utilizzo della spesa pubblica e della fiscalità come strumenti di acquisizione del consenso, e che ridurrebbe drasticamente la corruzione è costituita dall’abolizione delle elezioni, affidando la scelta dei rappresentanti politici al sorteggio, come accade per le giurie popolari.
Anche il ruolo del partito sarebbe ridotto a quello di “circolo di discussione”.
Ci sarebbero molte più donne e molta più varietà. Oltretutto, nessuno avrebbe l’arroganza di dire che “rappresenta il paese“. Si tratta di parole decisamente disturbanti.
I sorteggiati probabilmente sarebbero privi di esperienza politica. Ma abbiamo fatto esperienza di politici di esperienza e non è stata una grande bella esperienza :-).
E poi, che razza di democrazia è quella in cui l’attività politica è possibile solo ad una élite di mandarini?
Gli “incompetenti” in parlamento potrebbero essere un modo per arrivare alla sospirata semplificazione. Con la loro grettezza procederebbero ad una sorta di disboscamento.
Ma l’aspetto fondamentale è che grazie al sorteggio nessuno avrebbe più incentivi a rendersi popolare e ad acquisire consenso. Si cercherebbe di far bene nell’interesse di tutti per essere ricordati con gratitudine.
L’obiezione principale è che così facendo ci priveremo di quello che è considerato il fondamento stesso dellalegittimità democratica: il diritto di scegliere i nostri rappresentanti con il voto.
Si può rispondere che il meccanismo antidemocratico proposto passa comunque il test costi-benefici. Inoltre, non consegna il potere ad un temibile dittatore ma al caso, ovvero ad un’entità tutto sommato più affidabile dei politici.
Una proposta del genere ha del paradossale e molti pensano che non meriti nemmeno di essere discussa. Ha comunque la virtù di mettere in luce le radici dell’abuso della politica che è la causa dei nostri problemi.
Ci sono poi forme più moderate – e verosimili – di questo approccio: si potrebbe sorteggiare un numero limitato di parlamentari, lasciando il resto a libere elezioni. In questo modo l’obiezione di “democraticità” verrebbe affievolita. Si potrebbe poi circoscrivere il sorteggio a categorie di cittadini che offrono certe garanzie, per esempio cittadini in possesso di titoli specifici. In questo modo si rintuzza l’obiezione dell’incompetenza e, anzi, si attuano forme di epistemocrazia. Coniugato con un basso numero di parlamentari e un cospicuo vitalizio (non si nega un vitalizio a chi in fondo non se l’è cercato) si potrebbero fronteggiare i rischi di corruzione a posteriori.
È chiaro poi che il ruolo dello “specialista” si trasferirebbe sul burocrate. Ma forse che oggi non è già così? La cosa sarebbe solo più esplicita e avrebbe l’ulteriore  virtù di rendere  visibili i reali poteri forti in un regime democratico.
Detto questo ammetto di non nutrire particolare fiducia in questa soluzione: il voto è una forma di espressione di cui la gente ha bisogno per tranquillizzarsi. Potrebbe anche prendere coscienza che non serve a nulla, potrebbe anche realizzare che i costi sono inferiori ai benefici, potrebbe anche essere razionale per un momento, ma poi vorrebbe indietro il suo giocattolo, il suo “ciuccio”, l’unica cosa che la calma e la rende pacifica: il voto.
Risultati immagini per painting dice

martedì 9 dicembre 2014

mercoledì 9 aprile 2014

Neutralizzare il potere mediatico

Avete notato che i vincitori delle elezioni sono quasi sempre prevedibili prima che inizi la campagna elettorale?

La campagna serve per lo più ad allargare o restringere dei gap già stabiliti.

Questo è tanto più vero quanto più il gioco è del tipo "vinci e prendi tutto". Un po' come nelle presidenziali USA.

Se non lo avete notato ci sono molte ricerche che ve lo faranno notare.

E allora?

E allora chi vuole che i soldi contino sempre meno in politica, facciamo in modo di avere sempre più elezioni di questo tipo.

N.B. l' osservazione da cui sono partito è stata fatta nel tentativo di spiegare il Tullock-paradox: perché le lobby spendono tanto poco (una buona legge puo' sposta miliardi di dollari, è assurdo investire così poco). Evidentemente i soldi in politica hanno finalità diverse dal semplice shopping legislativo.

mercoledì 2 aprile 2014

Finanziamenti e campagne elettorali

Does Campaign Finance Buy Power? Results? http://feedproxy.google.com/~r/BleedingHeartLibertarians/~3/RvgyPL85CLY/

martedì 21 giugno 2011

Libertarianismo A-Z: finanziamento campagne elettorali

S’ invoca un limite di spesa nel finanziamento delle campagne elettorali al fine di porre un argine a candidati super potenti.

Ma i soldi non sono voti e convertire i primi nei secondi è tutt’ altro che agevole.

Misurando la cattiva reputazione dei “ricchi” nelle democrazie moderne si ottiene un indice di come i soldi influenzino le opinioni. Per non parlare delle onnipresenti politiche redistribuite.

Ma è davvero così disdicevole investire nella politica? A volte l’ unico effetto che si ottiene è quello di far pesare di più un’ opinione informata rispetto al disinteresse generalizzato. Effetto tutt’ altro che malvagio.

E poi, anche se dei limiti ci fossero, come farli rispettare? L’ impresa non è agevole. In questi casi la trasparenza sopravanza la proibizione.