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giovedì 21 novembre 2019

PERCHE' IL VINO SI'?

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PERCHE' IL VINO SI'?
Non vinceremo mai la lotta per liberalizzare le droghe. Mai.
Il problema sono i nostri compagni di strada, gente che non spende una parola su quanto le droghe siano pericolose, minacciose, terribili e in grado di rovinare la vita di un giovane. Che non lo facciano è comprensibile poiché - non essendo liberali - il loro primo istinto di fronte a pratiche "pericolose, minacciose, rovinose e terribili" sarebbe quello di proibire.
La droga non puo' essere liberalizzata senza una cultura negativa della droga, e questi "compagni di strada" fanno di tutto per ostacolarne la promozione.
Continuano invece a ripetere che combatteremo le mafie. In parte vero, ma è più probabile che le mafie investiranno in attività legali (come già fanno), oppure che rispondano abbassando i prezzi e proponendo sostanze più forti e letali. Il legame tra crimine e mafia non è solo di interessi ma anche psicologico: il criminale e il drogato sono tipi affini, entrambi sempre in cerca di gratificazioni immediate. Fatevi un giro nei legalissimi postriboli di Lugano e delibate l'umanità in circolo per quei corridoi. In prevalenza brutti ceffi, gente che venderebbe la mamma per un fiorino, gente a cui importa molto relativamente se quei posti siano o meno "legali",
Continuano poi a ripetere che i drogati non aumenteranno. Falso, senza un robusto stigma sociale su queste pratiche i drogati aumenteranno. Persino nel tanto esaltato Portogallo ad ogni piccolo segno di crisi economica i drogati esplodono. Ma "loro" si ritraggono alla parola "stigma", lo associano d'istinto allo stereotipo discriminatorio! Ah, con questa gente non si fa molta strada sulla via della libertà.
No. L'unico argomento robusto per liberalizzare è quello del vino: perché il vino sì e il resto no? Ecco, questo argomento è buono. E' buono perché la risposta illumina: del vino abbiamo una cultura (plurisecolare), della droga no.

martedì 4 giugno 2019

MUSICA E GIOCO

MUSICA E GIOCO

Musica e gioco sono attività saldamente interconnesse, è il linguaggio stesso a testimoniarlo: in inglese “suonare” si rende con “play”.

Capire meglio il gioco ci fa capire meglio il mistero della musica. Diciamo allora che esistono giochi legati alla fisicità, altri alla narrazione e altri ancora alle regole. I bambini possono divertirsi correndo e saltando, oppure ascoltando delle storie e identificandosi nei vari personaggi, oppure ancora sfidandosi secondo certe regole prestabilite. I giochi più belli non trascurano nessuna di queste dimensioni. Prendi il calcio: si corre e si salta. Ogni partita propone poi una sua “storia” appassionante. Inutile aggiungere che la bellezza svanisce se i giocatori barano sistematicamente e non osservano certe regole ben precise.

Ecco, le dimensioni della musica sembrano simili: ritmo e timbro ci sollecitano una risposta fisica, la melodia propone una sua linea narrativa e l’armonia viene meglio apprezzata se si conoscono le regole che ne stanno alla base. Una buona musica sa valorizzare tutto questo potenziale.

Forse la bellezza è una sorta di equilibrio misterioso tra questi due fattori: una musica che punti troppo sulla risposta fisica si ridurrebbe ad un “allenamento motorio”, una dedita esclusivamente al racconto potrebbe essere sostituita con un buon romanzo mentre la settimana enigmistica è il miglior succedaneo alle musiche cervellotiche. Eppure a noi la musica sembra proprio insostituibile. Perché?

Magari la soluzione è più semplice di quel che si pensi: la musica è solo un gioco tra i tanti.

giovedì 30 marzo 2017

Azzardo

Ieri si discuteva animatamente della Juve in Champions, gli animi erano sovraeccitati e volavano parole grosse. Poi, quando si è deciso di scommettere, un clima più riflessivo si è instaurato, ognuno ha soppesato meglio le proprie vedute, le esagerazioni sono finite, il sereno è tornato e, non dico che ci siano state conversioni ma la civiltà è trionfata. Poi, tutti insieme, siamo andati sul sito di Bet&Win a fare ognuno la puntata coerente con le proprie convinzioni e ora attendiamo trepidanti il verdetto. Sia come sia ora le nostre convinzioni oggi ci convincono un po’ meno – giusto quel tanto da sottrarci alla bestialità del tifoso – e siamo meglio disposti a considerare gli argomenti della controparte.
Ma il gioco d’azzardo è il trionfo della civiltà?
Non proprio.
C’è poi lo psicologo Paolo Crepet si spinge ad affermare…
… Non si tengono in considerazione gli effetti potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria tristezza: non credo che tocchi allo Stato disciplinare anche i sogni e le speranze…
Ma allora il gioco d’azzardo è il trionfo della speranza e dei sogni?
Non proprio.
Di sicuro non lo pensa Avvenire, il quotidiano dei Vescovi, che ha messo in piedi una campagna contro il gioco d’azzardo visto solo come un’industria e un business che invece di creare valore lo brucia, lo consuma desertificando legami sociali e dissipando il risparmio. Esso provoca un enorme problema per un numero crescente di cittadini tra i quali miete le sue vittime.
***
Ernest Goss e Edward A. Morse della  Creighton University hanno cercato di capire se l’azzardo fa bene all’economia (“Are casinos good for the economy?”). Primo verdetto…
… People who live near casinos are going broke faster than people who don’t… more than double… 100 percent higher…
La bancarotte personali aumentano.
I due hanno studiato 250 contee per nove anni (dal 1990 al 1999) limitando i confronti alle località omogenee.
Del resto il risultato è stato indirettamente replicato da altri…
… The St. Louis Fed’s Thomas Garrett and Mark Nichols found that Mississippi riverboat gambling increases bankruptcies not just in Mississippi, but in counties outside the state where many residents gamble in Mississippi….
Anche se ci sono eccezioni
… Interestingly, other casinos— such as Las Vegas, Atlantic City, and so forth— didn’t have statistically significant effects on other areas’ bankruptcy rates…
Altro risultato…
… rate of business bankruptcies was significantly lower… 35.4 percent lower…business bankruptcy rates are lower when gambling is present, even after adjusting for the quality of the county’s economy….
Le bancarotte commerciali diminuiscono.
Interessante: dove si gioca, un numero maggiore di persone va in malora ma ci sono meno fallimenti commerciali.
Forse si tratta delle stesse persone: se non giocano al casino mettono su una strampalata attività che fallisce presto atterrando loro, i loro soci e i loro dipendenti.
E’ la legge del “se non procuri danni di là, li procurerai di qua”.
E’ brutto dirlo ma i casino hanno anche una funzione sociale malthusiana: producono informazioni. Se una persona fragile non fosse attirata nei casino potrebbe presentarsi ad un colloquio di lavoro e “ingannare” chi lo assume che poi ne pagherà tutte le conseguenze.
A volte i casino, più che far ammalare le persone, segnalano le persone da curare.
Una cosa è certa, però, i casino accumulano gran parte dei loro introiti grazie ai “giocatori forti”. Dylan Metthews:…
… much if not most of the gambling industry’s revenue come from addicts. Grinols estimates that 52 percent of revenue at the typical casino comes from problem gamblers, while an Ontario study put the figure at 35 percent and a Louisiana one at 42 percent…
Questo al di là della discussione se la medicalizzazione del problema sia l’approccio più corretto. Parlare di patologie da gioco, infatti, puo’ essere controproducente.
William Evans e Julie Topoleski nel lavoro “The Social and Economic Impact of Native American Casinos” hanno studiato il gioco d’azzardo nelle riserve indiane.
Aspetti positivi
… positive changes include: young adults moving back to reservations, fueling an 11.5 percent population increase; adult employment increasing by 26 percent; and a 14 percent decline in the number of working poor. In counties with or near a casino, the employment- to- population ratio has increased and mortality has declined.”…
Aspetti negativi
… The negative changes include about a 10 percent increase in auto thefts, larceny, violent crime, and bankruptcy in counties four years after a casino has opened, and an increase in bankruptcies within 50 miles of a new casino…
Crimine e casino sembrano presi da un abbraccio indissolubile…
… The Baylor’s Earl Grinols, University of Georgia’s David Mustard, and the University of Illinois’ Cynthia Dilley found that 8 percent of crime in counties with casinos was attributable to their presence, a crime increase that cost residents, on average, $ 65 a year…
La cosa è comprensibile: cosa cerca un giocatore (ma anche un consumatore di droga o di prostituzione)? Emozioni forti e gratificazioni immediate. La stessa cosa che cerca un criminale nel crimine. Tra le due popolazioni c’è una sovrapposizione importante. Non speriamo quindi di eliminare del tutto la contiguità legalizzando, possiamo solo diluirla.
Chi sono le vittime? I poveri? No, almeno nel caso dei casino. I poveri sono più a rischio con le lotterie nazionali…
… The evidence on casino gambling’s distributional impact is much weaker than that concerning state lotteries, but there is extensive evidence that the latter amounts to a regressive tax, given that lottery ticket purchasers are disproportionately poor…
Al casino ci vanno i ricchi, o quantomeno i benestanti.
***
Cerchiamo una conclusione.
Esiste un chiaro trade-off che contrappone ai fallimenti personali una serie di positività (piacere personale, meno fallimenti commerciali, meno crimine, più libertà civili…)…
… one could reasonably argue the benefits in terms of jobs created and education funded outweigh the costs in terms of crime, bankruptcy, and problem gambling…
Che fare? La posizione di Jeffrey A. Miron
The arguments against gambling bans are similar to those against drug prohibition… but these bans do little to reduce gambling, and they generate underground markets that are corrupt and violent…  state governments could legalize all gambling and then impose a sin tax, that is, a tax on gambling services that is higher than other tax rates. It is not obvious that gambling generates adverse effects that might justify a sin tax; most of the negatives associated with gambling—crime, corruption—result from gambling prohibitions, not gambling per se. The sin tax approach, however, at least raises this debate explicitly…
La posizione di Tyler Cowen
… I’m all for legalizing (zoned) gambling… The real question is whether we should tax gambling at higher…
Legalizzare (in zone specifiche) e, al limite tassare destinando gli introiti ai più bisognosi.
Anche tra i bisognosi ci sono i più e i meno meritevoli: se i secondi aiutano i primi tanto di guadagnato.
GATT

giovedì 8 gennaio 2009