Visualizzazione post con etichetta politically correct. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta politically correct. Mostra tutti i post

mercoledì 15 febbraio 2023

 https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid034pgmaDto6xRAzqYny3bELFZ3nCf7y8gxBkaXQTqjecKVAT4FB8e3vwhJkXvDgjoul&id=1447752724

domenica 6 ottobre 2019

L’ORGOGLIO DELLA VITTIMA

L’ORGOGLIO DELLA VITTIMA
Va diffondendosi una cultura per cui la “vittima” non va solo compensata ma privilegiata e rispettata nel suo “diritto alla sensibilità”. È anche una cultura imperniata su sentimenti arcaici come quello della “colpa collettiva”.
Facciamo un po' di chiarezza attraverso la genealogia. All'inizio fu la Shoah a interrogare l’intellettuale: come non replicare una tragedia del genere? Si puntò tutto sul linguaggio, occorreva edulcorarlo sapientemente per evitare la formazione di una valanga di risentimenti destinata inevitabilmente a sfociare nelle camere a gas.
A seguire ci fu l'appello al “trauma” e alle sensibilità degne di tutela. I primi “malati di trauma” furono i soldati, in particolare i veterani del Vietnam - e qui la battaglia per il politicamente corretto si spostò dall'Europa agli Stati Uniti. L'opposizione militante al conflitto e l'indagine psicologica sui ragazzi spediti in guerra procedettero di pari passo, ben presto la sindrome post traumatica entrò nel manuale diagnostico dei disordini mentali diventando uno strumento a tutela di qualsiasi “vittima”. Il ricordo spiacevole divenne malattia facendo sorgere un “diritto alla salute”. Dire “codardo” a un imboscato non era più un’opinione ma un atto violento che intaccava il legittimo diritto alla salute mentale della persona.
Fin da subito ai soldati si aggiunsero i civili sopravvissuti alla guerra, poi i poliziotti esposti sulla strada ai conflitti violenti, poi le vittime di crimini, in special modo quelli di natura sessuale, infine praticamente tutti, anche quelli morsi dal cihuahua.
Nel corso di questi passaggi la vittima si trasformò da soggetto con diritto ad un risarcimento a soggetto con diritto alla cura. Essere vittima divenne una condizione permanente da sfoggiare con orgoglio e rivendicare. Il diritto alla lamentela prese poi la forma del diritto di difendersi per vie legali dalle parole e dal pensiero altrui. Su un soggetto "traumatizzato" parole e pensieri ostili divennero a tutti gli effetti una forma di violenza.
Ben presto tutto questo apparato concettuale si saldò con l'idea di colpa collettiva e di diritto alla "riparazione" maturata da alcuni gruppi umani nel corso della loro storia. Per esempio, i neri avevano subito l'oppressione schiavistica dei bianchi, le donne avevano subito l'oppressione patriarcale degli uomini, i paesi del terzo mondo avevano subito l'oppressione coloniale dei paesi occidentale. La riparazione dovuta prese ben la forma di privilegio generico (quote, censura…).
L'ultimo passo per instaurare la cultura del vittimismo fu la sua istituzionalizzazione. Gli studiosi militanti che popolarizzarono questi concetti erano generalmente affiliati alle scuole d'élite americane, allorché l'Ivy Legue cominciò a fissare politiche e precedenti, le altre università si adeguarono. Psichiatri e avvocati furono in prima fila nello spianare la strada al movimento, se una strategia si rivelava feconda per tutelare una minoranza veniva ben presto estesa a tutte grazie al concetto di “intersezionalità”. Ma un ruolo di primo piano lo ebbe l'amministrazione degli atenei, settore che ben presto divenne ovunque preponderante rispetto alle facoltà stesse. Fu questa parabola che trasformò, per esempio, il black power in black studies. Una volta impiantata, la cultura del vittimismo si diffuse al punto che gli studenti delle famiglie più privilegiate giungevano nelle università d'élite con aspettative già radicate e richiedendo conformità alla nuova ortodossia; in un mondo che li vede più che altro come consumatori sono loro i boss. Oggi, nell’era dell’università di massa, gli atenei vanno sempre più distinguendosi in due gruppi: quelli dove vai per imparare e quelli che “formano il cittadino modello”.
La cultura del vittimismo si plasma negli Stati Uniti per essere poi esportata in tutto il mondo. Con il suo portato di censure, privilegi ed ingegneria sociale è di fatto una cultura autoritaria. Gli antidoti più efficaci per fronteggiarla restano una strenua difesa della libertà di espressione centrata sul valore della diversità.
HETERODOXACADEMY.ORG
Erstwhile reformers of higher ed institutions should seek deeper knowledge about the origins of the concepts and methods that currently dominate.

sabato 5 ottobre 2019

NEO-MACCARTISMO?

NEO-MACCARTISMO?
James Flynn ha scritto un libro nel quale difende la libertà di espressione e il pensiero critico. Non c'è persona più adatta di lui d assolvere questo compito Sapete infatti chi è? ma sì, è lui, è quello dell'"effetto Flynn", la risposta più matura e articolata al determinismo genetico (premessa scientifica a ogni razzismo e sessismo).
Purtroppo, il suo libro non verrà pubblicato.
Il suo editore non se la sente, dice che solleva questioni troppo delicate, che affronta di petto temi - razza, sesso, religione - che urtano la sensibilità di molti, anche se lo fa “dalla parte giusta”. Si tratta di sensibilità vociferanti, appena le tocchi ululano da tutti i giornali. L'editore non l'ha presa alla leggera, ha sentito dei consulenti legali esterni preparati ma l'accusa di incitamento all'odio è sempre dietro l'angolo. L'editore riconosce che le intenzioni di Flynn sono buone, anzi lodevoli, ma sa anche che in certi contesti sono irrilevanti. E se poi uno estrapola qualcosa e la fa girare sul web? La reputazione dell'editore, e magari anche il suo portafoglio, potrebbe essere intaccato.
Ma quale è stata lo mossa azzardata di Flynn? Forse confessare i benefici che ha tratto nel leggere autori come Murray, Jensen e Lynn? Ovvero, gli autori a cui ha replicato poi con il suo lavoro? Infatti Flynn dice: "se non avessi approfondito questi studiosi seri ma in molti ambienti "screditati" sarei rimasto un antirazzista viscerale, uno pronto a saltare come una molla al solo udire certi termini, ora invece mi sento più tranquillo e pacato potendo contare su una visione articolata e matura dei problemi". A quanto pare le visioni articolate e mature oggi rappresentano un grave pericolo per le nostre democrazie. Ma come si potuto arrivare fino a questo punto?
QUILLETTE.COM
I recently completed a book defending free speech. Emerald Press scheduled it for publication but then decided not to proceed. Here’s what it said about the book in Emerald’s September 2019 catalogue: In Defense of Free Speech: The University as Censor Author James R. Flynn, University of Otago,...

martedì 30 luglio 2019

SULLE TRACCE DEL POLITICAMENTE CORRETTO (post in cerca di segnalazione)

SULLE TRACCE DEL POLITICAMENTE CORRETTO (post in cerca di segnalazione)
Per alcuni, almeno in Italia, nemmeno esiste il p.c., o comunque non influisce, non si fa sentire.
Qui il pensiero subito vola al sagace Guido Vitiello, uno da prendere sempre sul serio, e comunque da leggere anche solo per godersi la prosa più scorrevole di Facebook e non solo.
Tuttavia, per quanto ci rifletta, giudico la sua tesi ben espressa ma poco convincente. Memore del fatto che parliamo di un fenomeno europeo - emerso dopo il mattatoio delle guerre mondiali - esportato solo successivamente negli USA, mi sembra davvero strano che nella sua terra natia sia sparito proprio in corrispondenza all'acuirsi di certe sensibilità. In cerca di verifiche elenco allora alcune opinioni legittime, ovvero sostenibili con argomenti seri (bibliografia disponibile a parte), ma considerate politicamente scorrette, ovvero che penalizzano socialmente chi le professa in modo esplicito. La mia intenzione è quella di constatarne l'esistenza. Se si tratta di forzature fatemelo sapere.
Bene, prima di partire con l'elenco, tre sole precisazioni: 1) le opinioni che seguono non sono necessariamente da me condivise, ovvio; 2) personalmente, non considero il politicamente corretto un nemico da combattere a priori sempre e comunque, talvolta riveste un ruolo socialmente prezioso un tempo ricoperto da quella filosofia esoterica improvvidamente defenestrata con scandalo dalle velleità illuministiche; 3) non posso negare che se questo post non sarà oggetto di segnalazione la cosa è da interpretare come un punto a favore della tesi-Vitiello.
Bene, ora cominciamo con la lista ringraziando in anticipo chi mi aiuterà a rimpolparla.
***
GENERE. In certi ambiti - cultura, politica, scienza, affari... - le donne sono prive di specifiche abilità o comunque sono poco motivate.
RAZZA. Le razze con base biologica esistono e si riflettono nelle virtù sociali dei vari gruppi umani.
PENA. La sua funzione primaria è retributiva (vendetta), quella rieducativa è residuale e trascurabile.
FAMIGLIA. Gran parte dei problemi sociali che ci affliggono derivano dall’indebolimento della famiglia tradizionale.
OMOSESSUALITA'. Fondamentalmente una perversione che si porta dietro sterilità e malattie. Non si escluda a priori la possibilità di curarla.
IQ e BIG FIVE. Tra gli individui esistono chiare differenze innate che la società dovrebbe valorizzare anziché nascondere.
POVERTA’. I poveri sono tali per colpa loro. E' quasi sempre così.
ISTRUZIONE SUPERIORE. Sopravvalutata. Non "forma", si limita a "segnalare", missione per cui basterebbe molto meno. Tagliare i fondi.
SANITA’. Sopravvalutata. Progressi impercettibili a fronte di risorse aumentate in modo iperbolico. Tagliare con la scure.
ANIMALI. Poco più che oggetti.
IMMIGRAZIONE. Se l'IQ medio del migrante è inferiore all'IQ medio della nazione ospitante, quest'ultima la paga cara nel nel medio-lungo periodo.
DIRITTI DELL’UOMO. Tre quarti inventati di sana pianta dalla politica faziosa. Trascurarli in favore dei diritti naturali.
ABORTO. Praticamente un infanticidio da trattare come tale.
SICUREZZA. Reintrodurre le pene corporali per alcuni reati, studiare il modo.
SCUOLA. Gli asini sono asini, non malati da curare. Via psicologi e pedagoghi dalla scuola.
SCUOLA. Sopravvalutata (poco più che un parcheggio). Tagliare i fondi. E dopo, tagliarli ancora per motivi demografici.
RUOLO. Una modalità attraverso la quale i docenti universitari si garantiscon la pigrizia senile.
VIZI. Chi ci cade ripetutamente ha una natura perversa. Emarginare.
ATEO. Personalità con tratti autistici, individuo socialmente inaffidabile.
ISLAM. Favorisce il fanatismo. Combatterlo ed emarginarlo è un dovere civico.
RISCALDAMENTO GLOBALE. Cambiare stile di vita è da "gretini", giusto un’inutile e stucchevole “new religion”.
BASTONE E CAROTA. La legge che governa l’uomo (e la sua società).
TASSE. Per 3/4 sono un’ evidente estorsione. Giusto reagire di conseguenza.
LEGGI. La metà di quelle vigenti sono sbagliate, e la metà della metà rimanente, inutile. La disobbedienza civile praticata parandosi il culo - al diavolo Gandhi - è un diritto sacrosanto (e spesso un dovere).
VOTO. Ricorda: non esercitarlo è sempre un tuo diritto e quasi sempre un tuo dovere. Ha solo un ruolo espressivo, con i social la sua importanza scema.
DEMOCRAZIA. Limitare il suffragio (epistemocrazia) e gli effetti del voto (governo minimo).
SFRUTTAMENTO. Non esiste. Il solito abbaglio marxista. Esiste solo la coercizione fisica, la frode e il consueto piagnisteo di chi vuole migliorare la propria condizione senza sudare troppo.
SOLIDARIETÀ. Se senti questa parola allarmati, sono in procinto di fare del bene con i tuoi soldi.
GRATITUDINE. Se nutri un cane affamato non ti morderà. Ecco la differenza con l'uomo, che, con la collaborazione dell'ONU, trasforma in automatico il dono in un diritto.
DONO. Un modo per contrattare da una posizione di vantaggio.
DIO. Esiste, chi lo nega sbaglia per ottusità.
STATISTICA. Sopravvalutata, quasi tutti gli studi delle scienze sociali sono fallati, non ripetibili e comunque comunicati male.
LINGUAGGIO. Conta poco o niente. L'importante è pensare bene.
COLONIALISMO. Sia come sia, chi lo ha subito ne ha tratto benefici.
AIUTI INTERNAZIONALI. Occorre escogitare forme di neocolonialismo se si vuole cavare un ragno dal buco. Le charter city?
GOVERNI AUTORITARI. Sono il futuro.
DISEGUAGLIANZA. Un problema che non esiste. Roba inventata per rubacchiare al riparo della legge.
STUPRO. Grave. Ma c'è di peggio: tipo l'adulterio ai danni del marito.
MATRIMONIO. Avete notato che i matrimoni combinati funzionano anche meglio di quelli per amore?E offrono un buon numero di vantaggi aggiuntivi.
MATRIMONIO. Rende più della laurea. Cambiamo registro: non "più laureati" ma "più sposati"!
STEREOTIPI. Quasi sempre accurati.
RAZZISMO. Non c'entra coi pregiudizi dell'ignorante, è una deriva poco auspicabile di chi studia le razze.
UNIVERSITÀ. La più colossale pubblicità ingannevole del nostro tempo.
FILOSOFIA. Tre quarti è fuffa, quella postmoderna è merda.
PRECEDENZE. Prima io, poi la mia famiglia, poi il mio cane, poi la mia loggia, poi gli altri. E' su queste basi che si edifica una società sana.
ARMI. Un diritto fondamentale poterle detenere. L'esproprio richiede ragioni impellenti che a mia conoscenza non sono mai state prodotte.
LEGITTIMA DIFESA. Un diritto fondamentale delimitabile solo con la massima prudenza. Nel dubbio, ammetterla sempre.
PRETI PEDOFILI. Tutti froci entrati in seminario di straforo, probabilmente grazie a selezionatori compiacenti ancora rintontiti dal Vaticano II.
GIORNALI (e MEDIA in generale). Chiaramente distorti a sinistra, sono uno specchio deformante della realtà.
AFRICA. Il dna delle popolazione fornisce info importanti a chi studia queste società... di pigroni.
FEMMINICIDIO. In quanto crimine passionale, pene severe e persecuzione producono scarsa deterrenza. Più fruttuoso indirizzare altrove sforzi e risorse.
FEMMINICIDIO. Fenomeno in non allarmante aumento. Per lo più pompato sottacendo i numerosi episodi in cui è lei ad aggredire (grazie Diana Corsini).
FASCISTI. Sempre meglio che i comunisti. Non "uguali", "meglio"...
NAZISTI. Questi poveri cristi di tedeschi, bisogna anche capirli, spaventati dai comunisti dell'Unione Sovietica hanno cercato in qualche modo di difenderli imitandoli come potevano.
PROGRESSO. Per 4/5 illusorio. La ricchezza materiale è sopravvalutata.
GUERRA. Al prezioso concetto di "guerra giusta" dobbiamo gran parte della nostra prospera tranquillità.
PENA DI MORTE. Conforme alla legge del taglione, ovvero alla base più solida della nostra giustizia (quella della dea bendata che impugna la bilancia).
DEPRESSIONE (e altre malattie mentali). Solo una strategia più o meno conscia per ottenere compatimento e aiuto a buon mercato.
WELFARE. Solo un modo per disincentivare e far riprodurre i meno adatti. La pagheremo cara dopo.
EDUCAZIONE. Vuoi insegnare a tuo figlio cacasotto a nuotare? vai al largo e gettalo in mare senza salvagente, vedrai come impara a stare a galla. Fai così anche per tutto il resto (grazie a Davide Curioni).
SECESSIONE. Il nord mantiene il sud da oltre un secolo. Ma può essere possibile una cosa del genere? È del tutto naturale che presso i mantenuti la produzione arranchi e l'arte spartitoria fiorisca. L'unica cura possibile, fissare un diritto alla secessione, un bene per tutti, soprattutto per i poltroni meridionali costretti finalmente a crescere ed emanciparsi. Funziona come con gli adolescenti, che vi credete?
COSTITUZIONE. Un documento caotico che dice tutto e il contrario di tutto, condendo questa confusione in un' anodina quanto indigesta salsa cattocomunista. Sembra fatta apposta per dar voce ai tromboni più cacofonici. Ahimé, chissà dove saremmo senza una simile zavorra!
ecc.
Vale solo la pena ricordare che non ha senso negare l' esistenza del politicamente corretto "perché al bar certe affermazioni non creano problemi a nessuno...". Oppure perché i rappresentanti del governo più "politicamente scorretto" della storia non si fanno problemi a sostenerle (se abbiamo un governo del genere, probabilmente è proprio per reazione all'esistente). Bisogna invece dimostrare che opinioni come quelle elencate siano liberamente sostenibili nell'accademia e nelle alte istituzioni senza conseguenze rilevanti per chi le professa.

mercoledì 17 luglio 2019

IL GIORNO CHE DIVENTAI SESSISTA (ma anche razzista)

IL GIORNO CHE DIVENTAI SESSISTA (ma anche razzista)

Fu quando rimbalzando di link in link finii in una discussione Facebook nella quale una Tizia confessava candidamente di aver abusato del proprio fidanzato, non solo, descriveva anche l’evento specifico. Insomma, quel giorno aveva bisogno che lui le facesse un favore, ma lui si mostrava poco disponibile (forse giocava l’Inter), cosicché lei di punto in bianco scoppia a piangere. Si badi bene che non aveva pianto ad arte per manipolarlo, solo perché era triste (lei stessa lo precisava). Tuttavia, questa ragazza che si mostrava alfabetizzata e consapevole, era convinta di aver compiuto un “abuso”, perché la sua definizione di "abuso" era: "fare qualcosa che fa stare male il tuo partner evitando di rispettare certi confini della rispettiva autonomia”. Ecco, piangendo, avrebbe fatto sentire in colpa il suo fidanzato e invaso brutalmente i “confini” della sua autonomia.

Chi esce fregandosi le mani da una storia del genere? Ovvio, chi abusa (realmente) del proprio partner: non esiste più un termine per designarlo ed isolarlo! Voglio dire, un tempo il mondo era diviso in due categorie di persone: che abusava del prossimo e chi no. I primi erano persone da evitare. Oggi, a quanto pare, non è più così. La parola “abusare” ha perduto ogni valore informativo.

Ma sono tante le parole che più o meno recentemente hanno perso ogni valore informativo, penso a: “sessista”, “razzista”, “fascista”, “molestatore”, “omofobico”, “xenofobo”, ma anche “povero”, “svantaggiato”, “autistico”... Provate solo a leggervi certi saggi sui dieci comandamenti riveduti e corretti da “cardinaloni” alla moda, come minimo scoprirete di essere dei ladri omicidi.

Ad ogni modo, così come il povero in canna sfrutta l’iper-inflazione per vedere da vicino come è fatto un bigliettone da 500 euro, io sfrutto l’inflazione parolaia per provare l’ebbrezza di definirmi pubblicamente sessista, razzista, fascista e molestatore di donne inermi. In attesa di diventare pedofilo.

sabato 13 luglio 2019

GAFFE

GAFFE
Hai appena fatto una gaffe sessista? Oppure omofoba? Oppure razzista?...
Prega... ma non scusarti: deluderesti i tuoi e faresti capire agli altri che non si sono indignati a sufficienza.


PAPERS.SSRN.COM
Politicians and other public figures often apologize after making controversial…

lunedì 10 giugno 2019

L'IMPRESA BUONA

L'IMPRESA BUONA

Barilla che chiede scusa in ginocchio al mondo gay per le illazioni dal sen sfuggite, Google che licenzia Damore per le inquietanti insinuazioni sulle donne. Tim Cook che gioca a fare il giustiziere sociale mettendo nel mirino i ristoranti dell'Indiana che discriminano gli immigrati... Si potrebbe proseguire con cento storie diverse che in realtà sono un'unica storia: quella del mercante miliardario improvvisamente divenuto sensibilissimo alle discriminazioni.

L'esibizione della bontà serve all'impresa per dire: "hei, lo vedi quanto sono affidabile, responsabile e di larghe vedute? Ecco, puoi quindi evitare di tassarmi e regolarmi in modo vessatorio come sarebbe invece giusto fare con un soggetto avido e cinico e che magari vota pure a destra".

Ma perché l'impegno sociale di questi miliardari in affari ha sempre per oggetto cause progressiste? Perché la minaccia maggiore al mondo del business viene storicamente proprio dal mondo progressista, E' quello il nemico da tenere a bada.

mercoledì 15 maggio 2019

F politically correct

https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16abbc681e3:1ef2ff2:247b6d24

Io tratto con rispetto un omosessuale, non lo tratto con particolare rispetto. Sono educato, non politically correct. Non reagisco alla sfortuna assegnando dei privilegi.

mercoledì 24 aprile 2019

BUONE MANIERE E CORRETTEZZA POLITICA

BUONE MANIERE E CORRETTEZZA POLITICA

Sarebbe meglio non confondere le due cose. Ricordo allora la differenza: le buone maniere sono reciproche, la correttezza politica no.

Esempio: sia le donne che gli uomini devono trattarsi in modo educato. Tuttavia, mentre una donna che critica gli uomini non viola il politicamente corretto, un uomo che critica le donne sì.

Neri e bianchi sono tenuti a trattarsi con gentilezza. Tuttavia, un nero che critichi l’operato dei bianchi non viola il politicamente corretto, un bianco che faccia altrettanto con i neri sì.

P.S. IMO: penso che i liberali abbiano sviluppato un'allergia al politicamente corretto perché censura il loro messaggio centrale: la giustizia sociale non esiste.

mercoledì 27 marzo 2019

PERCHE’ IL POLITICALLY CORRECT CI ESASPERA?

PERCHE’ IL POLITICALLY CORRECT CI FA IMBESTIALIRE

Perché il politically correct provoca reazioni tanto esagerate rispetto ai danni reali che fa? In fondo abbiamo ben altri problemi a cui pensare!

Ecco, questo mi sembra un modo corretto di porre la questione. E' comunque una valida alternativa al vicolo cieco in cui si infila chi - e penso alle ultime uscite del grande Guido Vitiello – si spinge fino a negare l'esistenza del p.c., almeno in Italia.

[… difficile che la battaglia sui diritti civili non implichi una battaglia sul rinnovamento del linguaggio, e almeno da 20 anni a questa parte anche la sinistra italiana ha mollato il tema del lavoro per impegnarsi a tempo pieno in questo sforzo “costruzionista”…]

Ma torniamo alla domanda iniziale. Propongo due ipotesi.

1) Davanti all’istanza reiterata del politically correct ci si sente trattati da scemi: lo so anch’io che i negri non puzzano e che le donne non vanno bastonate, mi consideri davvero un cretino? Mi viene quasi voglia di bastonare le donne e schifare i negri. E’ la stessa sensazione che provo quando la circolare della scuola invita i genitori a non “derapare” nel parcheggio in cortile: ma pensi davvero di avere il diritto a trattarmi come un bambinone? Quasi quasi vado a fare un paio di sgommate con il SUV nel campus. Oltretutto, siamo sempre più nevrotici. Il nevrotico ingigantisce gli aspetti negativi di una situazione trascurando il resto ed è vulnerabile alla frustrazione e alla rabbia; diventa facilmente invidioso e paranoico: vede tutto come una mancanza di rispetto nei suoi confronti. E’ chiaro che una persona del genere reagisce male se esposta alla pedagogia p.c.

2) Per l’uomo comune la politica è innanzitutto una dialettica divertente per evadere dai problemi quotidiani. Ebbene, cosa c’è di più distante dai veri problemi quotidiani che la questione del p.c.? Questo è già un buon motivo per appassionarsi della cosa. Analogia: perché mi butto nel tifo calcistico con il coltello fra i denti senza paura di apparire ridicolo o di compiere passi falsi? Perché quel mondo è puro divertimento, una specie di fight club, non ha nessuna ripercussione sulla vita che per me conta veramente. Quando si parla di fenomeni che mi toccano sul vivo taccio e sto a guardare gli sviluppi, al limite mi pronuncio con estrema prudenza.