giovedì 31 ottobre 2019

People keep saying that the recent Nobelists "studied global poverty."  This is exactly wrong.  They made a commitment to a method, not a subject, and their commitment to method prevented them from studying global poverty.

At a conference at Brookings in 2008 Paul Romer (last years Nobelist) said: "You guys are like going to a doctor who says you have an allergy and you have cancer.  With the skin rash we can divide you skin into areas and test variety of substances and identify with precision and some certainty the cause.  Cancer we have some ideas how to treat it but there are a variety of approaches and since we cannot be sure and precise about which is best for you, we will ignore the cancer and not treat it."

Abhijit Banerjee (one of this years Nobelists), confronted with this nice analogy, doubled down.  He said (as I recall):  "That is exactly what we are going to do.  We are going to study those aspects that we can study scientifically, by which I mean using RCTs.  Anything we cannot study in that way we are going to ignore and not study and not talk about because if we cannot say something certain and precise we are not going to say anything at all."

This is a pre-commitment to not study the phenomena and facts of global poverty in four ways.

First, as has been known for a long time poverty rates across countries are almost perfectly correlated with the "typical" (median) income/consumption in that country.  It takes about an hour of "studying global poverty" with data easily downloadable from the World Bank to discover that the cross-country correlation of median and headcount poverty is .99.  If poverty programs are defined as those that improve poverty rates, conditional on the typical level of income in a country, they account for less than 1 percent of total variation in poverty.

Second, the same is true of changes in poverty, they are overwhelming associated with growth in median income/consumption.  We have seen low-bar headcount poverty go from high levels to low levels right in front of our eyes, with good household data, in many countries: China, Vietnam, Indonesia.  A commitment to "study global poverty" would probably ask:  "what accounts for the observed reductions (or lack thereof) in poverty across time and across countries?" and discover that variation in the size and efficacy of poverty programs had little or nothing to do with poverty reduction.

Third, I was part of a large scale study of poverty (our book Moving out of Poverty).  Through a sophisticated participatory method we identified 3,991 individuals whose neighbors identified as having moved out of poverty.  We then asked for their account of how they moved out of poverty.  Only .3 percent (3 of 1000) named NGO poverty programs, roughly the same number as mentioned "winning the lottery" or "crime."   So a focus on applying a method to the study of the effectiveness of (mostly) NGO programs is a commitment to not study global poverty.  

Fourth, even at that, most of their RCTs are not about poverty per se, they are about mitigating the consequences of some particular harm that is mostly the result of being poor:  giving lentils to encourage vaccinations, making nurses show up, de-worming, police scheduling are, perhaps, interesting phenomena to examine using your preferred method but they are not, except very indirectly, "studying global poverty."

So what the Nobelists really did was make a commitment to using a particular method to study whatever could be studied with that method in poor countries (lots of which were "interventions" by NGOs at very small scale), knowing that this commitment severely limited their ability to study the phenomena of global poverty.

L'INSULTO E LA LODE

L'INSULTO E LA LODE
Noi puniamo la diffamazione, ovvero dire male di qualcuno in pubblico senza prove. Non che sia proibito pensare male di qualcuno e dirlo a chiare lettere, ma se lo si fa "in pubblico" occorre poter provare la fondatezza del nostro pensiero. In caso contrario, si ritiene che certe affermazioni azzardate possano disorientare l'opinione pubblica con conseguenze spiacevoli. Ma anche dire bene di qualcuno in pubblico senza prove disorienta l'opinione pubblica. Perché allora le opinioni negative sono punite e quelle positive no?
Ecco, qualora il dubbio resti inevaso, lasciare libertà di espressione non sarebbe la soluzione più equa?
OVERCOMINGBIAS.COM
I recently read on social media praise for someone I know, someone about whom I know some negative things. I realized that if I posted my…
Commenti
Scrivi un commento...

DOVE SONO FINITI TUTTI I "NUOVI-ATEI"?

https://feedly.com/i/entry/ty+AzTYZ3TUuMuPycOdkUNamwQCXNpDbajbdLnbrc5c=_16e1dfaf4a2:1021f352:69b9f616
DOVE SONO FINITI TUTTI I "NUOVI-ATEI"?
E' difficile raccontare a un millennial la forza che ebbe il movimento neo-ateo tra il 2005 e il 2015, questo perchè al fenomeno si puo' applicare quel che Teucidide diceva di Sparta: "... i posteri sottovaluteranno la sua importanza atteso che non ha lasciato né templi, né rovine magnificienti, né alcun segno della sua gloriosa potenza...". Scott Alexander ci prova ugualmente isolando alcuni punti tutti da meditare. Come al solito ho dovuto eliminare le evidenziazioni dopo che mi sono accorto di aver sottolineato tutto l'articolo.
1) Hippy - Il movimento hippy se lo ricorderanno anche tra 100 anni: ha lasciato una gran musica, l'utopia di Woodstock immortalata in un film, il mito del 1969 e l'estate dell'amore, ma il movimento neo-ateo non ha lasciato rovine romantiche degne di essere visitate crogiolandosi nella malinconia dei tempi andati.
2) Web - l'epoca d'oro dell zuffe da web coincide con quella delle crociate anti-religiose a cura di nerd brufolosi e agguerriti. Tra il 2000 e il 2010 era tutto un dibattito atei vs credenti. Qualche esempio. 1) 2005: per deridere la fede un universitario si inventò la Chiesa dello Spaghetto Volante sbancando il web con 10milioni di visite, fu "coperto" da Time, NYT, WP e WSJ pubblicando un libro che andò a ruba. 2) Siti come Talk.Origin indicizzavano con perizia da bibliotecari migliaia di argomenti creazionisti confutandoli minuziosamente. E siti come True.Origin li riprendevano uno per uno confutando le confutazioni. 3) Siti scettici annotavano la Bibbia versetto per versetto mettendola in ridicolo, e negli Store furoreggiavano le magliette con Malachia 2:3 ("... spalmerò escrementi sul viso dell'infedele...". 4) Da qualche parte c'è ancora il relitto di siti che raccoglievano oltre 10.000 citazioni per temprare lo spirito del buon ateo. 5) Safran vs God ebbe un grande successo in TV, persino il moderatissimo Piero Angela non faceva più mistero di essere un senza Dio. 6) La discussio Reddit in testa a tutte le classifiche? "Against religion", ovviamente. Eccetera, eccetera, eccetera.
3) Il contagio - Lo spirito ateista sembrava contagiare tutto. Se uno scrittore di viaggi doveva descrivere un paesino fuori mano non mancava di chiosare che "... è zeppo di fondamentalisti che odiano i gay e pensano che la terra sia nata 6.000 anni fa". Un logico tenuto ad esemplificare la fallacia circolare non poteva che dire: "so che la Bibbia è vera perché sta scritto nella Bibbia". Un politico che bollava una politica stupida tirava senz'altro in ballo l'elettorato costituito nell'X% dei casi da gente che ancora credeva a superstizioni risalenti all'età del bronzo.
4) Il male - La religione era il male. L'omofobia? Colpa della religione, in particolare delle Scritture. La guerra? Colpa della religione che spinge all'odio. La devastazione ambientale? Colpa della religione che fa dell'uomo il padrone del creato. La povertà? Colpa della religione pauperista che considera la ricchezza peccaminosa. Per Christopher Hitchens - guru dell'ateismo militante - la religione era la fonte di ogni odio, un veleno che aveva intossicato la storia umana. Sentiva come suo dovere supremo di lottare contro queste "credenze stupide" e chiedeva ai giovani più brillanti di unirsi a lui nella crociata.
5) La storia - Per i neo-atei è qualcosa di molto semplice: non appena la civiltà è avanzata a sufficienza, l'uomo si è liberato dal giogo della religione, anche se c'è ancora qualche ritardatario rimasto allo stadio "infantile" che fa resistenza e crea problemi.
6) Acrimonia - In realtà sono esistite civiltà di tutto rispetto in cui ateismo e religiosità hanno convissuto senza troppi problemi. Si tratta allora di spiegare l'acrimonia tipica di quel periodo (2005-2015).
7) Islam - Qualcuno fa risalire la diatriba al 9/11: la religione era alla base dell'attentato delle due torri ma poiché accusare l'Islam sembrava razzista, si è messa sul banco degli imputati la religione tout court. Purtroppo la cronologia non collima: l'attentato è del 2001, "L'illusione di Dio" è del 2006, con il picco neo-ateo intorno al 2010.
8) Conseguenze - Al di là dei nessi, è chiaro che la secolarizzazione ha galoppato in quel periodo. Nel paese occidentale più religioso in assoluto - gli USA - tra il 2000 e il 2015 i credenti sono crollati del 10%, con gli atei che aumentavano di una % simile. L'atteggiamento verso i gay si è letteralmente capovolto. Un tempo l' essere atei rinviava ai vizi, oggi rinvia implicitamente alla "brillantezza". Anche in un'ottica benevola si percepisce la religione come una stampella per chi camminerebbe mal fermo, qualcosa di cui le persone più in gamba possono comunque fare a meno.
9) La caduta. Il neo-ateismo non è sparito a causa della sua graduale accettazione, è collassato di colpo trascurato bellamente dalla gente che lo aveva abbracciato entusiasta! Perché questo sopraggiunto disinteresse?
10) Diatribe e diatribe - La rete dei tempi andati era molto più "intellettualistica" anche se non meno carica di disprezzo. Si citavano Democrito e Pitagora, si discettava per giorni sul travaso del paganesimo nel cristianesimo, si discuteva animatamente sulle datazioni al carbonio, si riprendevano le ragioni dei Padri della Chiesa, ma lo si faceva con furia e vomitando sull'avversario nel tentativo di annichilirlo. In poche parole, ci si odiava cercando di mantenere alto il proprio status di giovane preparato e intelligente, l'esatto contrario della cafonaggine sbrigativa sui social odierno. Ricordo che a volte preparavi il tuo intervento per giorni. In questo senso l'ateo di fine millennio era l'epitome del ragazzo studioso e intelligente che disprezza il suo obbiettivo polemico. Twitter era impensabile perché era doveroso esporre con dovizia i propri argomenti e occorreva avere spazio a disposizione. Sapevi che tutti gli interessati erano disposti a leggerti, spesso non aspettavano altro che stampare il tuo intervento, sottolinearlo e risponderti per le rime.
11) La grande mutazione di internet - A un certo punto si passò dai lunghi dibattiti carichi di sarcasmo all'insulto diretto. Dall'odio argomentato all'odio di pancia. Perché? Forse perché - contrariamente ai sogni dei pionieri - ci si è lentamente resi conto che la gente non cambia opinione, che la "forza della ragione" è un mito. Oppure perché le difficoltà poste dalla connessione primitiva era riservata a gente necessariamente più preparata mentre oggi piombano nei forum cani e porci. Sta di fatto che dal 2000 la rete è mutata lentamente passando da un posto magico dove potevi discutere e annichilire con sarcasmo chi non la pensava come te a un posto magico dove puoi ridere con i tuoi affiliati di quanto siano tonti gli altri. Ma il crollo del neo-ateismo avviene almeno 10 anni dopo. Come mai?
12) La Confusione. A guardar bene il neo-ateismo nasce solo dopo il 2006, ovvero dopo la pubblicazione di Dawkins (L'illusione di dio"). L'ateismo internettiano invece è qualcosa di precedente alla mutazione della rete, agisce a cavallo del millennio gasato dalla novità mediatica. Il neo-ateismo è successivo e adotta i nuovi strumenti che favoriscono il militante sull'argomentatore. L'odio del neo-ateo non ha più nulla di erudito, è puro attivismo che intende estirpare la gramigna. Il neo-ateo ha perso ogni remora, si presenta con una fede in tutto simile alla caricatura che fa di quella che vorrebbe attaccare. E' più abrasivo, più politico, meno intellettuale, chiede esplicitamente leggi che colpiscano i cristiani, è ossessionato dall'argomento del giorno più che dall'argomento del Kalam.
13) La Politica. Il neo-ateo prende la religione a pretesto, il suo vero interesse è politico. Nasce per combattere George Bush, che vede come un cristiano fondamentalista messo lì per favorire le organizzazioni religiose. I suoi supporter sono gli evangelici e la sua riforma del welfare una minaccia. E il Vaticano lo benedice tacitamente.
14) Centralizzazione. Mentre l'ateo internauta è un cane sciolto dedito allo studio di Tommaso, il neo-ateismo diventa un movimento con le sue celebrità. L'esistenza di dio passa decisamente in secondo piano rispetto all'aborto e al matrimonio omosessuale. Ogni giorno tira fuori un motivo per indignarsi e dare la colpa ai preti, anche se questi motivi hanno un legame sempre più labile con la religione in sé.
15) La prima tesi. Come si estingue il movimento neo-ateista? Termina "sciogliendosi" nei movimenti contro tutte le ingiustizie sociali (razzismo, omofobia, xenofobia, sessismo, patriarcato, e tutte le discriminazione...). Guardate le ricerche su Google, quando dopo gli exploit del passato la parola "ateismo" comincia a calare (2010) comincia la crescita vertiginosa di parole come "sessismo", "patriarcato", "migrante", "omofobia", "antisemitismo".
16) Obiezione - Molti atei, orgogliosi come sono del loro razionalismo, ridono delle deboli ragioni tipiche dei "giustizialisti sociali"! E' così, ma a noi interessa la massa, il movimento. E' quello che è sparito nel nulla, non le singole figure. I neo-atei sono ormai un gruppetto sparuto proprio per il travaso subito dal movimento nel suo insieme. Analogia: "la gran parte dei pagani che vedi oggi si oppone al cristianesimo, e la cosa è perfettamente compatibile con il fatto che la massa dei pagani si è convertita al cristianesimo". Per la massa il movimento ateista doveva semplicemente essere un movimento progressista e di sinistra teso a combattere gli arcaismi di una tradizione oppressiva, confutare le prove dell'esistenza di Dio era solo un orpello a supporto della vera causa a cui erano interessati. La religione forse è ancora implicata in certe discriminazioni ma le cose si sono complicate maledettamente, specie dopo Bergoglio.
17) La seconda tesi - Tesi: il neo-ateismo ha fornito una splendida dottrina del peccato. Noi tutti abbiamo bisogno di una teoria del peccato. Per l'ortodosso il peccato entra nel mondo con la disubbidienza di Adamo ed Eva. Per il gnostico il peccato entra nel mondo perché trascura la nostra natura spirituale. Per l'eretico si pecca perché si vuole peccare. Anche l'ateo ha avuto bisogno di una sua teoria del peccato allorché constata che anche la discussione prolungata con i credenti - resa possibile dal web - non fa loro cambiare idea. La ragione non sana le divergenze, il sogno di convertire i bigotti recede ed è sostituito dalla teoria del peccato. Il peccato di fondo consiste nell'abbracciare una fede religiosa. E' questa scelta che ti danna. Ci sono persone terribili che si rifiutano di non essere più terribili, il peccato le ha corrose. Parlo di quei fondamentalisti che vogliono espellere Darwin dalle scuole, che vogliono ostacolare l'aborto, che parlano come parla Bush figlio. Cosa c'è che non va in costoro? I neo-atei avevano la risposta: la religione! La religione fa in modo che ignorino la Ragione. E' una risposta bella, semplice, perfetta. Va bene anche al pacifista contro la guerra in Iraq, alla femminista, all'omosessuale. Va bene anche se costoro non padroneggiano la Scolastica. In più non dobbiamo nemmeno mettere in questione il nostro ateismo nel momento in cui ci chiede di farlo un "peccatore"!
18) Bergoglio - Ma ben presto Bush se ne va, la guerra in Iraq lascia le prime pagine, i creazionisti passano di moda, l'agenda politica muta, i nuovi temi sono l'emigrazione, le donne, gli omosessuali, il populismo. Molti di questi "emarginati" sono religiosi, al soglio pontificio sale Bergoglio, non è più pensabile combattere per l'accoglieza sotto le insegne neo-atee! Il movimento ateo collassa e si trasforma in qualcos'altro. Urge una nuova dottrina del peccato. Il nemico non è più Dio ma l'Odio. L'Odio in generale. La Misericordia di papa Francesco scomunica l'Odio e chi vota per le forze politiche che "odiano". I razzisti, i sessisti, gli omofobi, i xenofobi, gli odiatori. In una parola: i neo-peccatori.
19) E domani? - E domani chissà, forse le nuove spinte socialisteggianti ci faranno parlare ancora di "classi". La classe agiata diventerà la grande Peccatrice. L'élite danarosa prenderà il posto del populista razzista e assisteremo ad un nuovo travaso.
20) Conclusione - L'anima del movimento ateista non stava lì per la religione, era lì perché cercava una dottrina del Peccato e i nuovi-atei ne fornivano una brillante. Ma oggi non funziona più, occorreva trasferirsi altrove. Poco male, è bastato fare CTRL+F e sostituire qualche parola chiave conservando il canovaccio di fondo per avere un messaggio nuovo di zecca più in sintonia con la realtà che viviamo ora. Non più DIO ma ODIO. Domani chissà, potremmo passare dall' ODIO allo SFRUTTAMENTO.

DOLCETTO O SCHERZETTO?

https://feedly.com/i/entry/cw96LhBxt7joxv93hf/MXrUCXHEL1OSpE7zA3y/ErQw=_16e1f31ef9d:103e2fad:69b9f616
DOLCETTO O SCHERZETTO?
Leonard Cohen: "... quando sono cresciuto, ho compreso il comando della saggezza, mi chiedeva di evitare la lagna distratta. Di fronte alla "grande inevitabile sconfitta" che ci attende, il nostro lamento deve essere un estratto di dignità e bellezza".
Esattamente l'opposto di quel che oggi faremo tutti per festeggiare Halloween, in cui guarderemo alla morte (la "grande inevitabile sconfitta") armati scheletri di plastica, cadaveri di pezza, vomito di slime e tanto cibo spazzatura. Sarà un modo per fuggire il più lontano possibile da ogni dignità.
I "difensori" dicono che la festa merita perché desacralizzando la morte rappresenta una ribellione. Mi spieghino costoro perché mai ai funerali non facciamo scherzetti o guardiamo filmetti splatter di serie zeta. La voglia di ribellarsi si è forse esaurita?
Non penso che grazie ad Halloween il nostro rapporto con la morte migliori, Halloween è una morfina, è un trattamento anti-dolorifico, serve a non pensarci, a desensibilizzaci rispetto alla resa dei conti.
Con Halloween tutto è a buon mercato. Scherzetto o dolcetto? Il male a buon mercato contro l'edonismo a buon mercato.
grazie a katja grace

Informazioni su questo sito web
YOUTUBE.COM
Leonard Cohen - You Want It Darker (Official Audio) Listen on Spotify: http://smarturl.it/lc_spotify Listen on Apple Music: http://smarturl.it/lc_apple Amazo...

L'IMPERATORE RILUTTANTE

L'IMPERATORE RILUTTANTE
Ma come ha potuto un anonimo corso conquistare mezza Europa? Parliamo di Napoleone, naturalmente. La persona più adatta a cui chiedere è lo storico britannico Andrew Roberts, suo meticoloso biografo. Ecco alcuni punti da lui toccati, rinvio all'articolo per gli approfondimenti.
1) Il segreto del successo? Il suo codice. Notevole. I cardini: eguaglianza davanti alla legge, tolleranza religiosa e meritocrazia.
2) La rivoluzione? Ha saputo temprarla purgando la parte avariata (ghigliottina di massa, terrore, anti-clericalismo), ha riformato finanze e amministrazione. Ma è stato anche pragmatico restringendo i diritti delle donne, reintroducendo la schiavitù, prevedendo un Senato non elettivo, nonché il plebiscito.
3) Come conquistò i francesi? Con i suoi successi militari. I francesi passarono in un batter d'occhio dalla Repubblica, con annesse teste rotolanti dei monarchi, all'Impero. L'Impero napoleonico, del resto, era informato ai principi repubblicani. Non mancarono le resistenze, per esempio quella del Maresciallo Bernadotte.
4) Doti cognitive - Aveva una mente a compartimenti stagno. Riusciva a concentrarsi ferocemente su una questione tralasciando tutto il resto, anche quando "il resto" incombeva e lo pressava da vicino.
5) Statura - Era di altezza media. Furono i caricaturisti inglesi a ritrarlo come un tappetto. Un po' come Giannelli con Berlusconi.
6) Le 27 amanti -
7) Genio militare - Combattè e vinse battaglie di tutti i tipi. Dimostrò pari destrezza nel comandare la fanteria, la cavalleria o l'artiglieria (lui era artigliere). Unico nel coordinare gli eserciti di coalizione (l'invasione della Russia coinvolgeva eserciti provenienti da 20 nazioni). Il tallone d'achille erano le batteglie navali (riteneva ci volesse un ammiraglio per quella roba) e la guerriglia (i campagnoli russi lo fecero nero).
8) Imperialismo - Dichiarò solo due guerre, nelle altre subì l'attacco altrui.
9) Russia. Non cercava l'invasione, non fu una guerra di espansione, non voleva allargare l'impero (nell'impero non credeva nemmeno). Desidava solo che la Russia si conformasse all'ordine continentale. Certo, fu una catastrofe: partirono in 600.000 e tornarono in 100.000! Le intenzioni iniziali erano quelle di penetrare per 50 miglia e starci per tre settimane, alla fine le miglia furono migliaia e i mesi sei. Prese Mosca, a differenza di Hitler, ma vi rimase troppo. Il suo esercito era il doppio di quello russo, che del resto aveva già sconfitto due volte. Vinse tutte le battaglie della campagna ma fu sconfitto dalle tempeste di neve. I russi praticavano la tattica della "terra bruciata" e conobbe il cannibalismo tra i suoi uomini, solo il tifo ne fece fuori 100.000 uomini - si viveva ammassati per il freddo, il contagio era universale. Ma anche il caldo dell'avanzata estiva sterminò una massa di cavalli.
10) Talleyrand - Zoppo come Byron e Goebbles, fece di sua nipote la sua amante, oggi sarebbe defenestrato. Napoleone diffidò sempre di lui. Anche se di gran spirito e di ottima compagnia, era una persona pericolosa, capace di tradire chiunque. Desiderava la pace, una posizione difficile quando si è al fianco di un conquistatore.
11) Proto-Hitler? Quando N scoprì che Talleyrand vendeva segreti militari non lo esiliò e nemmeno lo passò per le armi, il che testimonia che non era né un Hitler né uno Stalin.
12) Crudeltà - N perpetrò a Jaffa eccidi di massa, così come a Padova. Ma furono episodi isolati, non se ne registrano altri.
13) Indifferenza - l'indifferenza di N per i costi umani delle sue battaglie sono uno stereotipo. Pianse diverse volte nella sua tenda da campo.
14) Spirito - All'ufficiale che perse l'elmetto per una cannonate disse: "è un bene che lei non sia più alto". E al cardinale di Parigi che gli scrisse con stile untuoso per bussare cassa: "pagategli i 12.000 franchi che chiede attingendo dai fondi per il teatro...".
15) Internazionalismo - Oltre 30.000 tedeschi combatterono nell'esercito di N. Solo il 55% dei suoi uomini erano francesi. Invase la Russia con 615.000 uomini (più degli abitanti di Parigi). L'esercito napoleonico non esisteva, si trattava di eserciti confederati. I lanceri polacchi furono dei fedelissimi, per esempio (N è menzionato anche nell'inno della Polonia!).
16) Servi - Avete presente il detto: "nessuno è un eroe per il suo valletto"? Per N non vale, i suoi servi lo adoravano e si batterono per seguirlo nell'esilio (cosa concepibile finché si trattava di andare all'Elba, molto meno quando si trattò di raggiungere quello scoglio ventoso, roccioso e fuori mano che è Sant'Elena).
17) Famiglia - Tutto sommato fu un buon marito e padre affettuoso. La stravagante fu semmai Giuseppina, che lo costringeva a pranzare tra l' orango, la zebra e i cigni neri (avere animali esotici era prerogativa regale, Cosimo III de' Medici ostentava un ippopotamo). N rifuggiva lo sfarzo, vestiva sempre l'uniforme e non spendeva mai più di mezz'ora a tavola (cosa anomala per un monarca). Mai lo si trovò ubriaco.
18) Eredità. A N dobbiamo la bellezza di Parigi, i codici che rivaleggiano con la common law e roba come la Legion d'Onore e il Consiglio di Stato.
FIVEBOOKS.COM
The best books on Napoleon Bonaparte, discussed by British historian Andrew Roberts, author of an internationally best-selling Napoleon biography