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lunedì 16 settembre 2024
giovedì 16 gennaio 2020
LIBERA SCELTA
Quando una scelta puo' dirsi libera?
Quando supera il test della "pistola alla tempia".
Quando supera il test della "pistola alla tempia".
[... esempio: voglio giocare alle slot ma tu, puntandomi una pistola alla tempia, mi minacci di non farlo, e io mi adeguo. Cio' significa che la scelta di giocare è una mia libera scelta...]
Contro questa risposta leggi il post qua sotto.
ECONLIB.ORG
Back in 2015, Scott Alexander wrote this reply to my 2006 Rationality and Society piece on the economics of mental illness. I never replied; to be honest, I never read it. The reason, though, is not because I do not respect Scott, but because I respect him too much. I didn’t read his critique beca...
Back in 2015, Scott Alexander wrote this reply to my 2006 Rationality and Society piece on the economics of mental illness. I never replied; to be honest, I never read it. The reason, though, is not because I do not respect Scott, but because I respect him too much. I didn’t read his critique beca...
venerdì 8 novembre 2019
L'INCOMMENSURABILE
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L'INCOMMENSURABILE
I medesimi fatti possono essere interpretati in vario modo e dare origine a paradigmi scientifici tutti diversi tra loro incommensurabili. In casi del genere il giudizio finale lo danno il buon senso, la cultura e la politica. Vediamo da vicino il caso della malattia mentale.
1) Il dubbio - Thomas Szasz (TS) dubita che il paradigma psichiatrico standard della malattia mentale sia corretto e lo critica prendendo a prestito il paradigma dell'economia.
2) La scelta - Per gli economisti le scelte delle persone dipendono da due fattori: 1) preferenze e 2) vincolo di bilancio. Il primo è soggettivo (soggettivo), il secondo oggettivo (esterno).
3) La malattia - TS vede la malattia fisica alla stregua di un vincolo di bilancio mentre la malattia mentale come una preferenza. Quelli che chiamiamo malati mentali sono solo persone con preferenze strane. Tutto il mondo della malattia mentale puo' essere concettualizzato in termini di preferenze. Bene, è venuto il momento di fare esempi o non si capisce niente.
4)Esempi - L'alcolizzato, nel paradigma di TS, è uno che preferisce bere. L'ADHD è uno che preferisce la varietà e la novità. Il depresso è uno che preferisce l'inazione. Lo schizofrenico è un creativo che preferisce andare dietro alla sua immaginazione scatenata. In fondo a tutti noi piace il vino, tutti noi ci annoiamo, tutti noi ci rilassiamo, tutti noi abbiamo fantasie di complotti che ci piace prendere sul serio. L'alcolizzato, l'ADHD, il depresso e lo schizofrenico hanno preferenze che non ci sono affatto aliene, ma le hanno in forma estrema.
4bis) Politica - Così impostata tutta la faccenda, la psichiatria diventa essenzialmente una disciplina politica prima che medica. In alcuni casi la cosa è particolarmente evidente: fino agli anni sessanta l'omosessualità era una malattia, poi, senza che cambiasse nulla nella nostra conoscenza fattuale nel merito, per alzata di mano da parte di un gruppo influente di psichiatri, ovvero con un voto politico, l'omosessualità è uscita dal novero dei disturbi mentali.
5) Manicomi - Per TS, quando la società decide che una certa preferenza è troppo bizzarra allora mette chi le palesa in manicomio e parla di "malattia". Se poi quella stessa preferenza diventa più accettabile - come nel caso dell'omosessualità - fa marcia indietro.
6) Genetica e neurobiologia - si badi bene che TS non puo' essere criticato facendo ricorso alla genetica o alla neurobiologia: certo, lo so, la stranezza di certe preferenze puo' avere una base genetica ma lo stesso vale per le "preferenze normali". L'unica critica a cui si espone il paradigma di TS è di ordine filosofico.
7) Critica - La prendo pari pari dal mio psichiatra preferito, Scott Alexander. Alice ha sempre avuto problemi di concentrazione fin dai tempi della scuola, ora si barcamena tra un lavoro precario e l'altro, spesso però ha delle "giornate no" in cui si assenta, in quei momenti si sente spossata, come se le energie vitali le mancassero. Alla fine decide di andare da uno psichiatra che le diagnostica ADHD e depressione. Torna a casa svuotata e passa tutto il week end a letto. Bob è un manager brillante, lavora sodo ed è vicino alla promozione agognata. Ma questa sera torna a casa tra gli starnuti, ha anche dei brividi di freddo e qualche linea di febbre. L'indomani la febbre si è alzata e decide di stare a letto per smaltire l'influenza che ha preso.
8) Bob e Alice: comportamento - Almeno per un giorno Bob e Alice passeranno il tempo nella stessa maniera: entrambi a letto senza la voglia di alzare un dito. Eppure per TS le affinità finiscono qui, lui vede in Alice un problema di "preferenza" (gusti) mentre in Bob un problema di "bilancio" (malattia). La distinzione suona strana in presenza di soggetti che fanno esattamente la stessa cosa.
9) Bob e Alice: cause - Ma possiamo andare oltre. Anche le cause del loro comportamento sono simili: in entrambi i casi tutto è provocato dalla chimica del nostro corpo, il rispettivo sistema immunitario, infatti rileva dei problemi rilasciando sostanze che portano un chiaro messaggio al cervello: pericolo, siamo in crisi, evita ogni movimento, conserva le energie.
10) L'enigma - Ma se depressione e influenza hanno le medesime cause inducendo i medesimi comportamenti, perché mai dovremmo parlare di "preferenze" nel primo caso e di "malattia" nel secondo? Non vi sembra strano tutto questo? Non vi sembra che il paradigma psichiatrico funzioni meglio rispetto a quello di TS, che in entrambi i casi siamo di fronte a una malattia?
11) Altri esempi - Ho fatto il confronto tra il tipo depresso e il tipo influenzato, avrei potuto anche fare il confronto tra un AHDH e chi non ha dormito. Entrambi si presentano come distratti, poco concentrati, e anche questa volta il paradigma di TS ci sarebbe apparso quanto meno stravagante. Immaginate poi se entrassi nottetempo nella stanza di Bob per iniettargli una sostanza che lo renderà domani indistinguibile da un depresso, la medesima sostanza, poniamo, che il corpo di Alice produce spontaneamente in abbondanza! Due persone indistinguibili possono essere fondamentalmente differenti? Sì perché è questo che vorrebbe farci vedere TS.
12) La risposta - TS potrebbe rispondere che nel corpo di Bob è entrato un virus esterno, mentre nel caso di Alice nulla del genere è successo. Anche la puntura a tradimento è un fatto esterno fuori dal controllo di Bob. Nel caso di Alice, invece, non possiamo verificare la presenza di un controllo o meno visto che le intenzioni non sono mai indagabili direttamente, cosicché postuliamo che ci sia, così come facciamo con tutti in assenza di prova contraria. Per me la risposta è abbastanza buona, faccio solo notare che io e il mio zombi siamo indistinguibili, eppure siamo molto diversi.
13) Aiuto! - C'è chi solleva un'altra obiezione: molti malati chiedono aiuto, vogliono uscire dalla loro condizione, non sembrano affatto accettarla, pensate solo alla disperazione di certi alcolizzati. Ma questo non è il comportamento tipico di chi esprime una preferenza! E' invece coerente con il fatto che abbiamo di fronte persone malate. TS non si scompone, un comportamento del genere, infatti, è perfettamente spiegato anche dal suo paradigma: questi soggetti, presentandosi come "malati" possono ottenere aiuto a buon mercato, e una condotta del genere è proprio cio' che ci attendiamo quando uno, dopo aver seguito le sue preferenze, deve fronteggiare effetti collaterali negativi.
14) Conclusioni - Facciamo il punto. Allora, il paradigma di TS (preferenze) si oppone al paradigma psichiatrico standard (malattia). Poiché si tratta di interpretazioni concorrenti dei medesimi fatti, nessuno dei due puo' essere dimostrato come falso, sono fondamentalmente incommensurabili, cosicché ci si sposta dal primo al secondo e viceversa in relazione alla politica e alla cultura della società in cui siamo immersi. Esempio, una società efficientista e desiderosa di creare ricchezza teme gli opportunismi ed è quindi più propensa ad adottare il paradigma di TS. Una società ricca, al contrario, teme di essere ingiusta ed è quindi più incline a elargire cure a tutti giustificandosi con il paradigma standard della psichiatria.
15) Ironia della storia - Si noti che TS ha elaborato il suo paradigma negli anni sessanta in un clima culturale libertario che metteva l'emancipazione della persona sopra tutto, malati mentali compresi. Insomma, da TS all' "apertura dei manicomi" il passo è breve. Del resto mi sembra evidente il nesso: il malato mentale non è un malato ma uno di noi, magari un po' bizzarro ma uno di noi. D'altro canto, si veda il punto precedente, proprio la società efficientista che lavora a testa bassa risulta di fatto la più pronta ad accoglierlo, mentre la "società dei buoni" è più incline a medicalizzare tutto. Strana alleanza questa tra hippy e yuppy.
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Un classico della psichiatria, The Myth of Mental Illness, e contribuì non poco al clamoroso rinnovamento di questa disciplina, che si verificò negli anni Settanta. Secondo lo psichiatra e psicoanalista Szasz, non esistono, nelle cosiddette malattie mentali, alterazioni organiche permanenti del c....
martedì 5 giugno 2018
CIO' CHE VOGLIO E CIO' CHE POSSO
CIO' CHE VOGLIO E CIO' CHE POSSO
La malattia mentale è radicalmente diversa da quella fisica. Chi soffre di una malattia fisica ha delle difficoltà oggettive a fare quel che desidera, chi soffre di una malattia mentale ha solo delle preferenze socialmente condannate. La malattia fisica riguarda cio’ che non possiamo fare, quella mentale cio’ che vogliamo fare.
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Un classico della psichiatria, The Myth of Mental Illness, e contribuì non poco al clamoroso rinnovamento di questa disciplina, che si verificò negli anni Settanta. Secondo lo psichiatra e psicoanalista Szasz, non esistono, nelle cosiddette malattie mentali, alterazioni organiche permanenti del c....
venerdì 29 settembre 2017
Il nostro bisogno di “follia”
Il nostro bisogno di “follia”
Perché costruire la categoria dei “pazzi” e tenerla ben separata da quella degli altri uomini?
Non sarebbe più semplice considerarli delle semplici persone con “preferenze estreme”?
Ci sono tutti i presupposti per agire in questo senso, eppure per questa gente preferiamo costruire categorie ad hoc e stabilire “percorsi” speciali. Perché?
Mia idea: per sgravare la coscienza di chi è impegnato nel rendere la nostra società un posto migliore in cui vivere.
In genere la scimmia-uomo fonda la sua comunità secondo un protocollo ben preciso: stabilisce delle regole generali ed elabora poi forme ipocrite per eluderle in modo vantaggioso per tutti. In noi è molto forte un senso dell’eguaglianza ma non esistono regole generali che garantiscano l’efficienza.
Un esempio preclaro è il diritto di privacy: un modo per dare ipocritamente dignità alla violazione di regole generali che se fossero veramente “generali” sarebbero inefficienti.
Ma non divaghiamo, la mia tesi consiste appunto nel sostenere che la categoria mentale della “follia” assolve appunto a questa funzione.
***
Mi spiego meglio: desideri una società migliore? Sì? E perché non procedi, allora.
Ingenuo, ma non sai che è facilissimo ottenerla?
Basta applicare protocolli eugenetici restrittivi alla riproduzione di massa. Un po’ come si fa con i cani per selezionare la razza pura.
Dopo poche generazioni avremmo una società in grado di funzionare molto meglio. Garantito!
Perché non lo facciamo? Per un interdetto etico.
C’è una proibizione che al momento, anche per la storia da cui veniamo, non riusciamo mentalmente ad eludere.
Questo non significa che altre proibizioni simili non siano state bypassate.
Con i pazzi, per esempio, ce l’abbiamo fatta: abbiamo creato una categoria di uomini apposita, con meno diritti e meno doveri, dopodiché abbiamo potuto agire con la coscienza pulita.
Del resto, la società che controlla i suoi pazzi funziona meglio di quella che li considera uomini a tutti gli effetti.
Ma questa è davvero la via obbligata per giungere alla meta?
No, ce n’è un altra: potremmo agire nello stesso identico modo evitando di creare categorie ad hoc e, quindi, mantenendo la nostra coscienza sporca.
Ogni società funziona grazie a dei capri espiatori (qui il rinvio a René Girard è d’obbligo): i pazzi rientrerebbero tra i capri che fondano la società.
Che fare allora?
Le opzioni sul tavolo sono essenzialmente tre: 1) creare una categoria mentale dove relegare alcuni soggetti da sacrificare, 2) convivere con una coscienza sporca o 3) mantenere la coscienza pulita e la società inefficiente.
Ognuno faccia la sua scelta. La mia: nel caso del piano eugenetico scelgo 3), nel caso dei pazzi scelgo 2). Al momento.
lunedì 8 febbraio 2016
Il mito della malattia mentale di Thomas Szasz
Il mito della malattia mentale di Thomas Szasz
- Quel che si dà per scontato:Le azioni morali di taluni soggetti sono dettate da lesioni nel cervello. In qs modo noi conculchiamo diritti e parità di trattamento ai "malati".
- Se la malattia mentale è u a degenerazio e fisica del sistema nervoso è di co petenza del neurologo, in caso contrario del moralista. Lo psicologo rischia di perdere il posto e si ribella.
- Come si trasforma un comportamento riprovevole in malattia? Grazie ad un atto legislativo dell' APA che vota in tal senso e decide che, per esempio, scommettere 3 volte al giorno è u a malattia.
- Medicalizzazione come minaccia del li ero arbitrio.
- Freud:ha scoperto che normali e anormali sono molto simili. Ha scelto di trascinare i normali verso l'anormalità scrivendo: Psicopatologia della vita quotidiana. Freud avrebbe potuto demolire la psicologia. Non lo fece, al contrario la estese ad ogni aspetto della vita umana.
- L impresa degli psichiatri: hanno convinto il mo do che certi disturbi mentali siano i dipendenti dal soggetto portatore.
- Se la malattia medica è una lesione fisica dimostrabile la malattia mentale nn è tale. Ricordiamoci che in passato omosessualità e masturbazione erano malattie votate come tali dall'APA.
- La diagnostica ottocentesca era un elenco di descrizioni di lesioni fisiche, nel novecento la musica è cambiata e il concetto di mente disturbata la fa da padrone.
- Le diagnosi psicologiche sono motivate da incentivi economici, legali, personali... quasi mai medici.
- A Chi critica queste critiche nn si risponde nel merito ma so,o sottolineando quanto siano utili le diagnosi e le terapie criticate.
- A peggiorare le cose ci sono oggi le conseguenze economiche:oggi ottenere una diagnosi di un certo tipo garantisce fondi pubblici.
- Ci sono anche le conseguenze legali:considerare reale u a malattia metaforica comporta l'assoluzione dell'assassino.
- Lo psichiatra isola un comportamento indesiderato e lo bolla come malattia. Si comporta da legislatore più che da scienziato. Così fece Eugen Bleuer quando definì la schizofrenia e la masturbazione.
- Tesi:la psichiatria è un ramo della legge e non della scienza. Del controllo e nondella cura.
- Antipsichiatria:consente solo cure volontarie.
- Perchè medicalizzare? Per non colpevolizzare. Ma qs toglie dignità all'uomo.
- Le "voci". Perchè in tutta la letteratura mai nessuno schizo ha detto di aver sentito voci che gli cbiedevano di essere più gentile con la moglie. Forse perchè nn ci interessa medicalizzare qs comportamento.
- Siamo fieri di aver abolito le differenze tra uomo/donna nero/bianco ecc ma sia o ancora più orgogliosi di aver introdotto quelle tra sano e malato mentale. Solo con quella possiamo dirci davvero buoni.
continua
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